La Croix du Benin: 60 anni di passione Allo scopo di favorire la loro
Transcript
La Croix du Benin: 60 anni di passione Allo scopo di favorire la loro
La Croix du Benin: 60 anni di passione Allo scopo di favorire la loro opera di evangelizzazione i padri della Società delle Missioni Africane hanno dato vita al settimanale cattolico La Croix du Dahomey, poi diventato La Croix du Benin nel 1946. Aveva come obiettivi di aiutare e educare i cristiani alla fede. Nel suo titolo porta il nome della croce, quella croce che riassume tutta la dottrina della salvezza del genere umano. Il settimanale, che ha compiuto 60 anni di vita nel 2007, è servito a generazioni di cristiani, e soprattutto all’élite intellettuale, come un approfondimento della religione cristiana, dei suoi dogmi, della sua morale e disciplina, della sua liturgia. Per mezzo delle pagine del giornale, i missionari educavano i cristiani e illuminavano la loro coscienza. Il settimanale ha esercitato un’influenza profonda sui cristiani a cui era rivolto. Insieme alla dottrina, La Croix si è anche preoccupato di fornire notizie e informazioni sulla vita delle comunità cristiane del paese e del mondo. È subito diventato un successo, con una tiratura considerevole per quei tempi. Prima di esso erano stati pubblicati altri periodici, come La Reconnaissane Africaine, fondata dal padre Aupias, e Le Reveil, fondata dal padre Henri Poidevineau, ma sono sopravvissuti pochi anni. Numerosi padri della SMA si sono succeduti alla sua direzione. Uno tra tutti è degno di essere ricordato: il p. Maurice Grenot, che l’ha diretto nel periodo più difficile, dal 1960 al 1966: il passaggio dal colonialismo all’indipendenza, e i primi anni del nuovo stato africano. Non aveva avuto nessuna formazione in materia, ma Mons. Gantin aveva visto in lui certe qualità e lo inviò a Parigi a studiare in una scuola di giornalismo. Al ritorno, si buttò con entusiasmo e ferma volontà nella sua nuova funzione, e rinnovò profondamente il giornale. Cambiò il formato e aumentò le rubriche. Ebbe anche l’intuizione di usare l’organizzazione della Legione di Maria per aumentarne la diffusione. I risultati non si fecero attendere: la tiratura non cessava di aumentare di anno in anno. Il p. Grenot era infaticabile: per procurarsi notizie di prima mano, che rispecchiassero la realtà del paese, non esitava di mettersi in viaggio per arrivare fino alle missioni più lontane del paese. In quegli anni la chiesa non possedeva una sua tipografia, e per ridurre i costi, si andava fino a Lomé, in Togo, a stamparlo. Il p. Grenot ebbe sempre una cura speciale per la diffusione del giornale. Accompagnava con delle note scritte a mano i pacchi dei giornali che spediva alle missioni, facendo una presentazione personalizzata del contenuto. Per sei anni il p. Grenot è stato un missionario di comunicazione, che trasmetteva attraverso le pagine del giornale la fede della chiesa cattolica del Benin. Dal 1966 il giornale è stato affidato alla chiesa locale, che ha nominato preti diocesani come responsabili. Passata la parentesi del marxismo, il giornale è diventato un’arena in cui dibattere le idee per portare più nel democrazia al paese, e ancora oggi le sue pagine di commento politico sono tra le più lette, anche da chi non è cattolico. don André Quenum, tratto da: L’Appel de l’Afrique, n.229, juin 2007, p.11