Frida e Diego - Tribu dei Lettori
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Frida e Diego - Tribu dei Lettori
112 FABIAN NEGRIN Frida e Diego 113 GALLUCCI Una favola messicana T R A M A È la festa dei Morti. In Messico è una festa piena di colori e di sapori: tutti quella sera andranno al cimitero per festeggiare con i cari defunti, e anche Frida, bambina assai vispa, si sta preparando. Il suo compito è quello di andare al negozio a comprare teschietti di zucchero colorato. Qui incontra Diego, il suo goloso e rotondo fidanzato. Appuntamento alla sera, al cimitero per festeggiare tutti insieme con manicaretti, lucine e tanta musica. Ma per Frida la festa finisce all’istante quando vede Diego baciare la sua migliore amica. Lo insegue e in una fossa lo vede precipitare, inghiottito dalla Terra. Non ci pensa più di un istante: come una corda, lega la sua treccia a un albero e si cala a cercarlo. Comincia così l’avventura sotterranea di Frida sulle tracce di Diego. Al buio tra scheletri ridenti, incontra un cagnetto dalle enormi orecchie, e quindi Diego con una vecchia Signora assai magra che invita entrambi a restare: “da qui mai nessuno è tornato...”, ma Frida e Diego, per mano, e tra loro il cane, scelgono la vita. DAGLI 8 AI 10 ANNI L A « Devo cercare il mio amico e tornare a casa. Ma non ti lascio qui da solo, bel cagnolino, non ti preoccupare. Io invece da qui non mi muovo, dice il cane in tono ostinato. Si sentono dei rumori. Sono ossa? Femori che sbattono contro rotule? Tibie contro costole? Risate, anche. Come se dei teschi con le mascelle spalancate ridessero a crepapelle. Che ci sarà da morire dal ridere?» 114 116 COMMENTO L E G R A N D I D O M A N D E D E L U na parte del cuore di Fabian Negrin è certamente rimasta in Messico, da quando vi trascorse gli anni dell’università. E questo libro ne è la prova. Prima di essere qualsiasi altra cosa, esso è un affettuoso e preciso racconto di un giorno importante per i messicani, el día de los Muertos, ma anche un omaggio altrettanto affettuoso a tre grandi artisti: Diego Rivera, Frida Kahlo e José Guadalupe Posada. Di quest’ultimo, in particolare, sembra apprezzare l’ironica e scheletrica visione del mondo. Come sempre, Negrin in una sola storia moltiplica i registri di comunicazione e anche qui racconta attraverso la loro arte, o per meglio dire, citando nei suoi disegni la loro cifra artistica: i murales di Rivera, il naïf della Kahlo e gli scheletri di Posada. Ma di Diego e Frida, Negrin decide di raccontare anche alcuni aspetti peculiari della vita personale, e anche tratti di quella condivisa. Sono descritti come due bambini, dentro i quali però già cresce il seme di ciò che saranno da grandi. Per Negrin, Frida è una ragazzina determinata ed energica, così come dimostrò di essere anche nella vita vera. Di Rivera ne cristallizza alcuni caratteri distintivi: l’aspetto corpulento e certa propensione ad amare più ragazze contemporaneamente, circostanza che nella realtà movimentò non poco la vita sentimentale dei due. Ma Negrin fa di più nel raccontare, attraverso Frida e Diego piccoli, l’infanzia tutta. Diego è un bambino frastornato dalle passioni: per il cibo, per le ragazzine. Non pare aver voce in capitolo su nulla ed è deriso persino dal cane che ironizza sul suo ‘presunto’ mutismo. Al contrario Frida è, con quelle sopracciglia a gabbiano, una ragazzina volitiva che sa sempre ciò che vuole e anche come ottenerlo. Con una lucidità di veduta che rasenta il cinismo, Negrin in questo caso non racconta solo Frida e Diego ma due tipologie umane ben distinguibili. Le illustrazioni sono una gioia per gli occhi e sono l’autentico valore del libro. Il mondo di sopra è invaso da una vegetazione rigogliosa, variegata e piena di colori. Il mondo di sotto è tutto avvolto in una penombra rossastra. Di grande suggestione sono gli ‘azzardi’ prospettici e le continue contaminazioni tra i due mondi, date dal penzolare di radici, peduncoli e lombrichi ovunque. 1. Viaggio di andata e ritorno: i due protagonisti di questa storia sono testimoni di un mondo che, per definizione, è negato ai vivi: quello dei morti. L’atmosfera e le persone che incontrano nel mondo di sotto si mostrano del tutto diverse da come le avremmo immaginate: c’è allegria, rumore, colori. Nel suo irretire i piccoli, la stessa Vecchia Signora ricorda molto l’Omino di burro che portava i bambini nel Paese dei Balocchi. Ma come accadde nel Paese dei Balocchi per Pinocchio, anche dal regno dei morti è difficile tornare indietro. Se ti dessero un biglietto di A/R per andare a trovare una persona, chi sceglieresti di incontrare e che cosa gli chiederesti? 2. Viva la Vida: la piccola Frida è bambina dalla grandi passioni: per Diego innanzi tutto. È appassionata anche nel punirlo per un bacio ‘rubato’, ma è anche generosa nel volerlo salvare dal Mondo dei morti, e coraggiosa nel seguirlo tra scheletri e muffe. Ed è determinata nel voler riportare tutti, Diego, il cane e lei stessa alla bellezza della vita. L I B R O Frida Kahlo, quella vera, come la sua omologa bambina, reagì alle molte sfortune della vita con un’energia fuori dal comune. Bloccata per anni in un letto, montò uno specchio sul baldacchino e cominciò a dipingere se stessa. Fu focosa attivista politica e amante appassionata del suo paese, di molte persone e, prediletto fra tutti, del suo Diego che sposò addirittura due volte. Vivere intensamente la propria vita, non arrendersi mai, come ha fatto la Kahlo spesso comporta rischi, delusioni, dolori. La vita va vissuta sempre in prima linea o se si sta al sicuro nelle retrovie si vive meglio? 3. Ballar sulla tomba: in Messico, come racconta Negrin con grande dovizia di particolari, il Giorno dei Morti non è un giorno mesto ma di grande festa. La morte non sembra segnare un distacco tra chi va e chi resta: i piatti preferiti dal defunto quando era ancora in vita, vengono cucinati ancora una volta per lui, per farlo felice. Questo sembra un modo positivo di elaborare il lutto. Come è possibile sentire ancora fra noi chi non c’è più? 117 119 D E L L O S T E S S O A U T O R E La produzione di Negrin è molto vasta e varia; tra i numerosi libri in cui Fabian Negrin è sia autore sia illustratore si possono citare: · In bocca al lupo, orecchio acerbo, 2003 · Occhiopin nel paese dei bei occhi, orecchio acerbo, 2006 · Favole al telefonino, orecchio acerbo, 2010 · Santi bambini! Gallucci 2012 Ha illustrato anche diversi classici, tra i quali: · Charles Darwin, In riva al fiume, Gallucci 2010 · E.T.A. Hoffmann, L'uomo della sabbia, Principi e Principi, 2010. P R O L U N G A M E N T I · Per leggere altre storie di viaggi al centro della Terra: Jules Verne, Viaggio al centro della Terra, Motta Junior, 2005 Silvana Gandolfi, La memoria dell'acqua, Salani, 2009 · Per leggere altre storie cimiteriali: Tim Burton, La sposa cadavere, USA, 2005 Ray Bradbury, L'albero di Halloween, Mondadori, 2005 Martin Waddel, Storie di demoni e fantasmi, Einaudi Ragazzi, 2006 Neil Gaiman, Il figlio del cimitero, Mondadori, 2009