Frida e Diego - Tribu dei Lettori

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Frida e Diego - Tribu dei Lettori
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FABIAN NEGRIN
Frida e Diego
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GALLUCCI
Una favola messicana
T R A M A
È la festa dei Morti. In Messico è una festa piena di colori e di
sapori: tutti quella sera andranno al cimitero per festeggiare con
i cari defunti, e anche Frida, bambina assai vispa, si sta preparando.
Il suo compito è quello di andare al negozio a comprare teschietti
di zucchero colorato. Qui incontra Diego, il suo goloso e rotondo
fidanzato. Appuntamento alla sera, al cimitero per festeggiare tutti
insieme con manicaretti, lucine e tanta musica. Ma per Frida
la festa finisce all’istante quando vede Diego baciare la sua
migliore amica. Lo insegue e in una fossa lo vede precipitare,
inghiottito dalla Terra. Non ci pensa più di un istante: come una
corda, lega la sua treccia a un albero e si cala a cercarlo. Comincia
così l’avventura sotterranea di Frida sulle tracce di Diego. Al buio
tra scheletri ridenti, incontra un cagnetto dalle enormi orecchie,
e quindi Diego con una vecchia Signora assai magra che invita
entrambi a restare: “da qui mai nessuno è tornato...”,
ma Frida e Diego, per mano, e tra loro il cane, scelgono la vita.
DAGLI 8 AI 10 ANNI
L A
«
Devo cercare il mio amico e tornare a casa.
Ma non ti lascio qui da solo, bel cagnolino,
non ti preoccupare. Io invece da qui non mi muovo,
dice il cane in tono ostinato. Si sentono dei rumori.
Sono ossa? Femori che sbattono contro rotule?
Tibie contro costole? Risate, anche. Come se
dei teschi con le mascelle spalancate ridessero
a crepapelle. Che ci sarà da morire dal ridere?»
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COMMENTO
L E
G R A N D I
D O M A N D E
D E L
U na parte del cuore di Fabian Negrin è certamente rimasta in Messico,
da quando vi trascorse gli anni dell’università. E questo libro ne è la prova.
Prima di essere qualsiasi altra cosa, esso è un affettuoso e preciso racconto
di un giorno importante per i messicani, el día de los Muertos, ma anche
un omaggio altrettanto affettuoso a tre grandi artisti: Diego Rivera, Frida Kahlo
e José Guadalupe Posada. Di quest’ultimo, in particolare, sembra apprezzare
l’ironica e scheletrica visione del mondo.
Come sempre, Negrin in una sola storia moltiplica i registri di comunicazione
e anche qui racconta attraverso la loro arte, o per meglio dire, citando
nei suoi disegni la loro cifra artistica: i murales di Rivera, il naïf della Kahlo
e gli scheletri di Posada.
Ma di Diego e Frida, Negrin decide di raccontare anche alcuni aspetti peculiari
della vita personale, e anche tratti di quella condivisa. Sono descritti come
due bambini, dentro i quali però già cresce il seme di ciò che saranno da grandi.
Per Negrin, Frida è una ragazzina determinata ed energica, così come dimostrò
di essere anche nella vita vera. Di Rivera ne cristallizza alcuni caratteri distintivi:
l’aspetto corpulento e certa propensione ad amare più ragazze
contemporaneamente, circostanza che nella realtà movimentò non poco la vita
sentimentale dei due. Ma Negrin fa di più nel raccontare, attraverso Frida e Diego
piccoli, l’infanzia tutta. Diego è un bambino frastornato dalle passioni: per il cibo,
per le ragazzine. Non pare aver voce in capitolo su nulla ed è deriso persino
dal cane che ironizza sul suo ‘presunto’ mutismo. Al contrario Frida è, con quelle
sopracciglia a gabbiano, una ragazzina volitiva
che sa sempre ciò che vuole e anche come ottenerlo.
Con una lucidità di veduta che rasenta il cinismo,
Negrin in questo caso non racconta solo Frida
e Diego ma due tipologie umane ben distinguibili.
Le illustrazioni sono una gioia per gli occhi e sono
l’autentico valore del libro.
Il mondo di sopra è invaso da una vegetazione
rigogliosa, variegata e piena di colori. Il mondo
di sotto è tutto avvolto in una penombra rossastra.
Di grande suggestione sono gli ‘azzardi’ prospettici
e le continue contaminazioni tra i due mondi,
date dal penzolare di radici, peduncoli e lombrichi
ovunque.
1. Viaggio di andata e ritorno:
i due protagonisti di questa storia
sono testimoni di un mondo che,
per definizione, è negato ai vivi:
quello dei morti. L’atmosfera
e le persone che incontrano
nel mondo di sotto si mostrano
del tutto diverse da come
le avremmo immaginate:
c’è allegria, rumore, colori. Nel suo
irretire i piccoli, la stessa Vecchia
Signora ricorda molto l’Omino
di burro che portava i bambini
nel Paese dei Balocchi. Ma come
accadde nel Paese dei Balocchi
per Pinocchio, anche dal regno
dei morti è difficile tornare indietro.
Se ti dessero un biglietto di A/R
per andare a trovare una persona,
chi sceglieresti di incontrare
e che cosa gli chiederesti?
2. Viva la Vida: la piccola Frida
è bambina dalla grandi passioni:
per Diego innanzi tutto.
È appassionata anche nel punirlo
per un bacio ‘rubato’, ma è anche
generosa nel volerlo salvare
dal Mondo dei morti, e coraggiosa
nel seguirlo tra scheletri e muffe.
Ed è determinata nel voler riportare
tutti, Diego, il cane e lei stessa
alla bellezza della vita.
L I B R O
Frida Kahlo, quella vera, come la sua
omologa bambina, reagì alle molte
sfortune della vita con un’energia
fuori dal comune. Bloccata per anni
in un letto, montò uno specchio
sul baldacchino e cominciò
a dipingere se stessa. Fu focosa
attivista politica e amante
appassionata del suo paese,
di molte persone e, prediletto
fra tutti, del suo Diego che sposò
addirittura due volte. Vivere
intensamente la propria vita,
non arrendersi mai, come ha fatto
la Kahlo spesso comporta rischi,
delusioni, dolori. La vita va vissuta
sempre in prima linea o se si sta al
sicuro nelle retrovie si vive meglio?
3. Ballar sulla tomba: in Messico,
come racconta Negrin con grande
dovizia di particolari, il Giorno
dei Morti non è un giorno mesto
ma di grande festa. La morte
non sembra segnare un distacco
tra chi va e chi resta: i piatti preferiti
dal defunto quando era ancora
in vita, vengono cucinati ancora
una volta per lui, per farlo felice.
Questo sembra un modo positivo
di elaborare il lutto. Come
è possibile sentire ancora fra noi
chi non c’è più?
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D E L L O
S T E S S O
A U T O R E
La produzione di Negrin è molto
vasta e varia; tra i numerosi libri
in cui Fabian Negrin è sia autore
sia illustratore si possono citare:
· In bocca al lupo,
orecchio acerbo, 2003
· Occhiopin nel paese dei bei occhi,
orecchio acerbo, 2006
· Favole al telefonino,
orecchio acerbo, 2010
· Santi bambini! Gallucci 2012
Ha illustrato anche diversi classici,
tra i quali:
· Charles Darwin, In riva al fiume,
Gallucci 2010
· E.T.A. Hoffmann, L'uomo della
sabbia, Principi e Principi, 2010.
P R O L U N G A M E N T I
· Per leggere altre storie di viaggi
al centro della Terra:
Jules Verne, Viaggio al centro
della Terra, Motta Junior, 2005
Silvana Gandolfi, La memoria
dell'acqua, Salani, 2009
· Per leggere altre storie cimiteriali:
Tim Burton, La sposa cadavere,
USA, 2005
Ray Bradbury, L'albero
di Halloween, Mondadori, 2005
Martin Waddel, Storie di demoni
e fantasmi, Einaudi Ragazzi, 2006
Neil Gaiman, Il figlio del cimitero,
Mondadori, 2009