Il doppio inganno: la fenomenologia dell`abuso

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Il doppio inganno: la fenomenologia dell`abuso
Società Italiana di Biosistemica
VIII°MEETING dell’Emilia Romagna - dedicato a Jerome Liss
25/ 26 maggio 2013
“Le piccole cose importanti”
SABATO POMERIGGIO 25 MAGGIO – Workshop
18.00/20.00
(SALA FLAMINIA) Gianluca Ansaloni, Federica Baracchini, Sabrina Vaccaro (P).
Identità sessuale: slalom tra sé, ruoli e pregiudizi.
Affronteremo insieme le tematiche dell'identità sessuale e dei ruoli sociali connessi. Attraverso l'approccio biosistemico cercheremo di
favorire un contatto e un collegamento tra queste tematiche e l'esperienza, il sentire e le credenze individuali. Faremo esperienza della
complessa relazione tra categorie sociali di “femminile” e “maschile” e orientamento sessuale, esperienza del proprio corpo e della
propria posizione psicologica. Come si costruisce un equilibrio personale tra queste diverse componenti? Come si possono quindi
raggiungere una stabilità relazionale e un benessere psichico? Si tratta sempre di una formazione di compromesso tra le richieste della
biologia, della cultura e della storia personale e riguarda le persone omosessuali come quelle eterosessuali.”(Lingiardi).
Obiettivo principale del workshop è quello di “stressare” il concetto di tipizzazione di genere e di approfondire la comprensione di come
costruiamo la nostra identità sessuale - omosessuale, eterosessuale, bisessuale, transessuale – nel nostro contesto di vita
(PLENARIA - TRITONE) Marcello Carpini (P).
Dato che siamo in ballo... balliamo! Alla ricerca di una coerenza sistemica con la Ricerca.
Ad ogni giovane o meno giovane professionista cui viene commissionato il prendersi cura dell’altro potrà capitare di incorrere nel
dubbio di non essere sufficientemente adeguato, di sostegno o di smarrirsi: “Starò facendo abbastanza?” – “Starò andando nella
direzione giusta?” – “Mi sembra che non stiamo facendo progressi”.
La ricerca – da Luborsky a Norcross passando per Dazzi, Colli e Lingiardi – ci suggerisce però che tutto quello che dobbiamo fare è
imparare a non fare e imparare a far fare. Quello che infatti dovremmo imparare è immergerci nella terapia come in un bagno di
responsabile e consapevole umiltà. Senza dimenticarci da dove arriviamo, ben radicati cioè nel nostro sistema teorico esperienziale,
dovremo entrare in acqua lasciando fuori a rimirarsi, come da migliore tradizione, il nostro narciso; tranquilli, potremo riprendercelo
appena riemergeremo dal nostro bagno e torneremo ad indossare i nostri indumenti più intimi.
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(SALA NETTUNO) Franca Maria De Cicco (Insegnante Feldenkrais).
Oltre le abitudini: consapevolezza corporea, funzionalità ed espressività.
Rendere presenti alla nostra consapevolezza le piccole, essenziali abitudini che di solito ignoriamo di avere e che comunque utilizziamo
continuamente nello svolgimento delle nostre mansioni quotidiane: è questo il primo passo, fondamentale per poterle oltrepassare e
insieme per poter (ri)conoscere tutta la vasta gamma di potenzialità funzionali e comunicative di cui può essere capace il nostro corpomente. Non si tratta di eliminare né di correggere le abitudini che in fondo, senza saperlo, ci hanno consentito di assolvere ai nostri
compiti, rispondendo ai bisogni della vita quotidiana e professionale: il METODO FELDENKRAIS aiuta al contrario a portarle a
consapevolezza per superarle agevolmente, mentre ci aiuta a ricostruire la condizione favorevole al ri-apprendimento dei movimenti
basilari (riproponendo in una sorta di laboratorio la condizione dell'apprendimento organico proprio del neonato che gradatamente
realizza gli schemi motori funzionali , consentendo così poi di attuarli nella vita quotidiana quando siano utili, in modo fluido, senza
sforzo, armonico, funzionale, espressivo...oltre le abitudini !
(SALA MARE) Alessandra Giovagnoli (P). Il doppio inganno: la fenomenologia dell’abuso intrafamigliare.
“Stanno giocando a un gioco. Stanno giocando a non giocare a un gioco. Se mostro loro che li vedo giocare, infrangerò le regole e
mi puniranno. Devo giocare al loro gioco, di non vedere che vedo il gioco. (Ronald David Laing da “Nodi”, 1974).
Questo workshop nasce dal desiderio profondo di condividere la visione sintetica di una rappresentazione teatrale che mi è rimasta nel
cuore e nella mente da un anno a questa parte.
Tale forma d’arte, a forte impatto emotivo in cui le immagini, la musica e l’estetica diventano dramma e poesia insieme - ho sempre
creduto alla stretta connessione tra arti e psicoterapia in quanto espressioni dell’Umanità - ci consentirà di entrare in un argomento
indicibile, inenarrabile e paradossale come quello dell’abuso sessuale intrafamigliare.
Potremo contattare la ferita eterna ed insostenibile del minore abusato; il colore viola (l’invischiamento, l’ambivalenza, la confusione tra
ciò che è vero ma che non può essere vero); la somatizzazione e la medicalizzazione del sintomo (il mal di testa); la temporalizzazione
del quotidiano (l’anticipazione/ripetitività dell’abuso); la disumanizzazione (l’automa), l’isolamento (la torre antiatomica) e la dimensione
del sogno/irrealtà in cui vive la persona violata.
Sarà possibile guardare per vedere il doppio inganno: la maschera dell’abusante, l’osservatore imparziale e silente (la madre), il rapporto
invischiante abusante/abusato, e soprattutto, l’ESPROPRIAZIONE del CORPO. Ed infine potremo ascoltare la colonna sonora (la
musique) dell’evento traumatico ovvero il mal di vivere che accompagna tutta la vita.
Alla visione del filmato/viaggio nel “ purgatorio”, seguirà un lavoro corporeo e la condivisione emotiva dell’intera esperienza.
(SALA SIRENE) Maria Carla Tabanelli (P). Io risalgo. La resilienza, una piccola grande risorsa.
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Quando la vita rovescia la nostra barca, alcuni affogano, altri lottano strenuamente per salirvi sopra. Gli antichi connotavano il gesto di
tentare di risalire sulle imbarcazioni rovesciate con il verbo resalio. La resilienza indica un aspetto fondamentale per tutti gli esseri umani:
la capacità di fronteggiare situazioni di crisi attivando energie e risorse al fine di proseguire lungo una traiettoria di crescita e di salute,
cercando di resistere agli urti della vita, senza spezzarsi o incrinarsi, mantenendo e potenziando le proprie risorse. Come le altre abilità,
la resilienza può essere acquisita attraverso un processo di apprendimento che può essere sostenuto e incoraggiato. Questo workshop
ha l’obiettivo di sviluppare la resilienza tramite un viaggio che cercherà di riorganizzare il proprio percorso di vita attraverso un
processo di apprendimento e di crescita dell’esperienza soggettiva del proprio passato, del proprio presente e del proprio futuro.
(SALA DEDALO) Salvatore Battaglia (P). Vivere in armonia con se stessi e con gli altri.
E’ un percorso volto ad approfondire e condividere i propri stati d’animo ed emozioni con il desiderio e la volontà di mettersi in gioco.
Il lavoro si svolgerà seguendo l’onda energetica con i due elementi del nostro S.N.A. (Sistema nervoso autonomo), il SIMPATICO e il
PARASIMPATICO, opportunamente stimolati e vedrà momenti di attività col gruppo e in coppia. Ci saranno giocose attivazioni
accompagnate da musica e momenti di riflessione e di scambio. Verranno richiamate brevemente alcune nozioni relative ai vari stadi del
processo terapeutico Biosistemico partendo dalla premessa indispensabile dell’empatia e invitando a fare riferimento a questi nel lavoro a
coppie. Si effettuerà in chiusura un rilassamento con visualizzazione guidata, mettendo in evidenza come le tecniche di attivazione e di
rilassamento favoriscono lo scioglimento dei blocchi dovuti allo STRESS e il nostro benessere psicofisico.
(SALA ATLANTIDE) Riccardo Musacchi (P). Limitless. L’esplorazione dei limiti nella vita e nella psicoterapia.
C’è sicuramente un concetto estremamente ampio e reale con cui l’essere umano nella vita deve fare i conti innumerevoli volte: il
limite. Ci sono tanti tipi di limiti: di tempo, di spazio, di possibilità, del nostro corpo, della nostra mente. Anche le nostre emozioni hanno
un limite o perlomeno, hanno anche bisogno di un limite. Nel nostro quotidiano ci si trova talvolta a sognare di infrangere i limiti, di
diventare persone senza limiti, come il personaggio del film Limitless. Ma quali sono i veri limiti nelle nostre vite? Come ci relazioniamo
ad essi? Che sensazioni crea stare davanti a un limite? In questo workshop esploriamo e sperimentiamo assieme come possiamo
spostare un po’ più in là alcuni limiti come quelli autoimposti (i peggiori) e come possiamo imparare a rispettare i nostri personali limiti
naturali. E imparare anche ad amarli.
C= Counselor
P= Psicologo o Psicoterapeuta
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