LUGLIO-AGOSTO 7 ok2 - Obiettivo Sicurezza
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LUGLIO-AGOSTO 7 ok2 - Obiettivo Sicurezza
S C E L T I P E R V O I Pio Cerocchi Il libro: Giuseppina Montanelli “Bellavista e i pompieri” Una bella pagina di storia dell’infanzia L a storia, si sa, è ricca di paradossi. Chiunque, infatti, abbia la pretesa di codificarne qualche sua regola, viene regolarmente smentito. Occorre dunque leggere la storia con occhi dsincantati, pronti a registrare il dritto e il rovescio di ogni cosa, facendo così i conti con la realtà piuttosto con il pregiudizio delle idee. E allora con il libro “Bellavista e i Pompieri” ci addentriamo proprio nelle pieghe di una delle tante contraddizioni del “novecento”. Il secolo appena trascorso, infatti, è quello che ha registrato la denatalità delle società evolute e il baby boom dei paesi poveri. E non solo: il novecento, inoltre, ha visto insieme la massima attenzione all'infanzia e pure il massimo di sofferenza per i bambini. Basta pensare a quanti muoiono oggi di fame, e, se andiamo a ieri o all’altro ieri, quanta paura, quanta sofferenza la storia dei “grandi” ha inflitto ai “piccoli”. Tanta che non sarebbe 84 obiettivo sicurezza sbagliato definire il novecento anche il “secolo degli orfani”. E questo discorso c’entra e come con il libro che qui presentiamo. La villa di Bellavista (nata come fattoria medicea nel 1574) vicina a Borgo a Buggiano in provincia di Pistoia, dopo essere stata di altri proprietari e feudatari, è diventata un centro di ospitalità del Corpo dei vigili del fuoco e per i loro figli. Negli anni immediatamente precedenti la seconda guerra mondiale, la Villa ospitò una colonia dei figli dei vigili del fuoco. Qui i ragazzi studiavano e si esercitavano nelle attività dei padri, quasi in una ideale successione di vocazione e di lavoro. Dopo la guerra, invece, le cose cambiarono: la villa dovette essere rimessa in pristino dopo l’abbandono seguito alla fuga dei tedeschi che l’avevano utilizzata come ospedale militare e come sede di comando di zona. Ma, a par te la ristrutturazione, ciò che ci pare significativo di questa storia, è il cambiamento della destinazione d’uso: l’accoglienza ai figli dei vigili del fuoco, fu confermata, ma con la più drammatica dicitura non più di figli, ma di orfani. Seguiamo il racconto della memoria di Giuseppina Montanelli, l’intrepida maestra che legò la sua vita professionale (e molto di più) alla vicenda di questa struttura. Ella così scrive:“La guerra aveva lasciato la sua triste eredità: c’erano tanti bambini orfani dei vigili del fuoco caduti per cause di ser vizio e di guerra. Il direttore generale del tempo, il prefetto Pieche, sensibile al problema del disagio di tante famiglie, con la collaborazione del Corpo di Modena, di Pistoia e di un ufficiale architetto del Corpo di Firenze, programmò la ristrutturazione della colonia elioterapica di Bellavista per trasformarla in collegio permanente per accogliere gli orfani dei vigili del fuoco”. Ma la storia di questa istituzione riser va ancora un’altra sorpresa, nel 1954, nel pieno cioè della sua attività d’istituto. In quell’anno, infatti, cambiò il direttore generale del ministero dell’Interno. Il nuovo, a differenza del suo predecessore con il quale - come riferisce la Montanelli - egli aveva avuto precedenti contrasti, non volle sapere nulla delle mer itor ie attività della Villa Bellavista, decidendone br uscamente la chiusura (anche se negli anni successivi la scuola riprese poi a funzionare), in una fase storica in cui vi era ancora bisogno di una istituzione di quel tipo. Il secolo degli orfani, “breve” anch’esso, era allora nel suo pieno svolgimento e molti apostoli sui quali giganteggia don Car lo Gnocchi, proprio in quegli anni esprimevano il loro massimo sforzo in soccorso della gioventù in difficoltà. Una storia di impegno solidale che, comunque, vide un suo importante capitolo svolgersi proprio in questa bella villa toscana indissolubilmente legata da allora alla storia del Corpo dei vigili del fuoco.