Counseling e tecniche di gestione del colloquio d`aiuto
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Counseling e tecniche di gestione del colloquio d`aiuto
Counseling e tecniche di gestione del colloquio d’aiuto 15 febbraio 2012 Corso di Formazione specifica in MG 2011-2014 Dr.ssa Amelia Ceci Il colloquio medico-paziente Dal “ TO CURE” al “ TO CARE” Due colloqui : 1. 2. Quello centrato sul medico Quello centrato sul paziente Perchè il counseling Dal modello BIOMEDICO Al modello PATIENT CENTRED COMUNICARE Sul portale di un antico ospedale di Parigi si può leggere ancora oggi: “Se sei malato, vieni e ti guarirò, se non potrò guarirti ti curerò.” Il coinvolgimento emotivo del medico di MG Il coinvolgimento emotivo in cui è sottoposto il medico di MG è notevole e su vari aspetti. Uno è la difficoltà, tipica di coloro che si rapporta con il pubblico, di sottrarsi alle richieste a volte pressanti dei pazienti che non riescono a calibrare l’urgenza ed accettare che si possa dire di no. Nei piccoli centri il rapporto col medico di base è più diretto, più personale, lo si conosce, si sa dove abita, si ha un rapporto più confidenziale e questo può autorizzare una serie di richieste eccessive e scontate. Questo può facilitare il dialogo ed il clima di fiducia ma anche innalzare le aspettative o dare per scontata la disponibilità. Nelle grandi città il rapporto è più distaccato ed interpersonale. Il medico è più ligio alle distinzioni dei compiti che si devono o che si possono fare, agli interventi urgenti solo per le situazioni motivate e gravi. Conoscere questi aspetti aiuta l’utente a capire la complessità del ruolo di medico di base e a capire che non è facile trovare l’equilibrio fra l’essere pressato dalle richieste del paziente e il mostrarsi freddo e distaccato. Colloquio faccia a faccia Comunicazione a tre vie (comunicazione verbale, paraverbale, non verbale) Ricevente Emittente Le competenze di base del counselling possono essere utili per formulare messaggi efficaci AUDIO E VIDEO Cosa è il counselling Cosa Cosa significa significa fare fare un un intervento intervento di di counselling counselling per per un un professionista professionista impegnato impegnato in in ambito ambito sociosanitario sociosanitario Distinzione tra Counselling professionale Corretta applicazione di competenze di base del counselling Counselling Professionale è Una pratica che consente di stabilire una costruttiva relazione d’aiuto nella quale una persona che si trovi in situazione di momentanea difficoltà o crisi personale (a causa di separazioni, lutti, malattie, passaggi evolutivi, modifiche comportamentali, decisioni importanti…….) può essere sostenuta nell’esplorazione del proprio disagio allo scopo di riattivare il contatto con le sue risorse personali per un’efficace soluzione dei problemi. Registro Italiano dei Counsellor IL COUNSELLING: DEFINIZIONE Il counselling è un processo che, attraverso il dialogo e l’interazione, aiuta le persone a risolvere e gestire problemi e a prendere decisioni; esso coinvolge un “cliente” e un “counsellor”: il primo è un soggetto che sente il bisogno di essere aiutato, il secondo è una persona esperta, imparziale, non legata al cliente, addestrata all’ascolto, al supporto e alla guida. Organizzazione Mondiale della Sanità, 1989 IL COUNSELLING: DEFINIZIONE Il counselling è un uso della relazione basato su abilità e principi che sviluppa l’accettazione, l’autoconsapevolezza e la crescita … Può essere mirato alla definizione di problemi specifici, alla presa di decisioni, ad affrontare i momenti di crisi, a confrontarsi con i propri sentimenti e i propri conflitti interiori o a migliorare le relazioni con gli altri … rispettando i valori, le risorse personali e la capacità di autodeterminazione. British Association for Counselling, 1992 Counselling È un processo relazionale di tipo professionale che coinvolge un counselor e una persona che sente il bisogno di essere aiutata a risolvere un problema o a prendere una decisione. L’intervento si fonda sull’ascolto, il supporto e su principi peculiari ed è caratterizzato dall’utilizzo da parte del counsellor di qualità personali, di conoscenze specifiche, nonché di abilità e strategie comunicative e relazionali finalizzate all’attivazione e alla riorganizzazione delle risorse personali dell’individuo al fine di rendere possibili scelte e cambiamenti in situazioni percepite come difficili dalla persona stessa, nel pieno rispetto dei suoi valori e delle sue capacità di autodeterminazione (Amadori e al. 2002, p. 797 Psiconcologia, Masson, Milano) Il in Counselling ambito socio-sanitario “Il counselling è una miscela di qualità personali, abilità pratiche e comportamentali interpersonali verbali e non verbali, che si combinano a formare un particolare aspetto dell’aiuto dei professionisti in campo sanitario” (P.Burnard 1992) Counseling Dicitura proveniente dagli USA (prima metà del ‘900) American Psychological Association Attività di orientamento psicologico, sociale e personale. Metodologia di orientamento vocazionale per assistere i giovani alla scelta e alla decisione scolastica e professionale Counselling Dicitura proveniente dalla lingua anglosassone Il counselling approda in Europa negli anni ‘70, attraverso la Gran Bretagna, sia come servizio di orientamento pedagogico che come strumento di supporto nei servizi sociali e nel volontariato British Association for Counseling (BAC), 1976 European Association for Counseling (EAC), 1994 Approccio pluralista e integrato al conselling La relazione di aiuto è attuata attraverso una scelta calibrata tra diverse procedure e stili d’intervento per la persona e i suoi problemi, un’applicazione selettiva per situazioni e momenti specifici. Riconoscimento della centralità dell’individuo e dell’importanza del “suo agire relazionale” (anni ’50) Critica dei modelli monotematici a favore di una impostazione integrata e pluralista Attenzione al micro-processo nella relazione di sostegno e all’alleanza La ricerca empirica ha evidenziato “fattori comuni” che rendono efficaci i singoli modelli, le singole teorie, indipendenti dall’approccio teorico utilizzato e determinanti nella riuscita dell’intervento di aiuto Fattori comuni Qualità della relazione d’aiuto Clima di accoglienza e di fiducia Alleanza collaborativa Qualità della presenza e compatibilità Coinvolgimento emozionale e motivazionale Rispetto dei tempi Legame di attaccamento mediante l’interesse genuino e l’accettazione La congruenza del counsellor e l’autosvelamento della persona/cliente Gestione delle dinamiche del transfert e del controtransfert Approccio integrato al counselling “Un buon agevolatore deve essere informato sulle varie scuole e filosofie e dovrebbe applicare quella che gli è più congeniale…………Direi a tutti di fare la stessa cosa. Conoscere tutti i modelli, prenderne uno che si adatti a loro in modo congeniale e poi studiarlo in profondità, apprendendo tutto quello che si può” (Jerome Frank, 1998) Counselling L’arte relazionale del counselling si fonda sull’abilità di offrire una forte presenza attiva – “esserci consapevolmente” per entrare in contatto con: •il problema dell’altro •il suo travaglio decisionale •la sua sofferenza e/o il suo disagio emotivo •il suo approccio rispetto al cambiamento creare una cornice sicura e accogliente entro la quale la persona possa esprimersi e sentirsi accolta e contenuta attivare le sue risorse intellettive e emotive insieme alla capacità di cambiamento e di adattamento creativo Il counseling è ben distinto dalla psicoterapia. Il counseling è un intervento specifico e non un sottoprodotto della psicoterapia. È una relazione di aiuto professionale “Nessuna relazione di tipo professionale può e deve essere confusa con una relazione amicale, dove i limiti dell'ipercoinvolgimento e dell'identificazione sono ovviamente molto sfumati; questo concetto è la base stessa della possibile efficacia di qualsiasi relazione d'aiuto di tipo professionale“ (Istituto Superiore di Sanità 1995) Aree di applicazione della psicoterapia e del counseling PSICOTERAPIA COUNSELING Disagio/Sofferenza psichica Problemi interpersonali limitati e specifici all'area del conflitto Disordini psicologici dovuti a Disturbo strutturale di personalità e riparazione di strutture di gravi disturbi. PATOLOGIE Ambivalenza - Stress Scelte e decisioni difficili da compiere. DIFFICOLTA' Riguarda soprattutto Fattori interni Fattori esterni Complessità del funzionamento intrapsichico impegno intensivo Crescita - prevenzione e sviluppo della personalità. Questioni educative e di orientamento vocazionale Tempi più lunghi Tempi meno lunghi E.Rahm “Integrazione nelle psicoterapie e nel counselling” Rivista semestrale di studi e ricerche n. 5/6 ,1999 "Parlare di psicoterapia significa riferirsi ad un intervento mirato, fondamentalmente, ad agire in modo terapeutico su disturbi o connotazioni ritenute patologiche o quanto meno necessitanti una 'terapia' che possa portare a miglioramento o a 'guarigione'….. Rimane incontrovertibile il fatto che pressoché tutti gli approcci psicoterapeutici considerano il cliente/paziente l'obiettivo stesso dell'intervento ed utilizzano gli elementi relazionali od ambientali come strumenti atti ad ottenere una crescita o guarigione dell'individuo“. (Istituto Superiore di Sanità, 1995). L'obiettivo generale (scopo) del counselling è far sì che l'individuo riesca a potenziare le proprie risorse e a creare le condizioni relazionali ed ambientali che contribuiscano al suo benessere. Favorisce la presa di coscienza dei meccanismi interiori che spesso spingono a comportamenti ripetitivi negativi, a processi di bloccaggio, evitamento, ansia e conflitto; non mira solo a cercare l'origine delle difficoltà ma anche a far sperimentare al cliente nuove soluzioni, a stimolare un adattamento creativo dell'organismo all'ambiente. Focalizza, quindi, la sua attenzione sulla salute del cliente, differenziandosi dalla psicoterapia che si concentra, invece, sulla patologia. Le competenze di base del counselling in ambito sanitario Competenze di base dell’operatore per l’applicazione del counselling in ambito sanitario Chiarezza sullo scopo dell’intervento di counselling Conoscenza della specificità dell’intervento strutturato in fasi Focalizzazione sul problema emergente della persona e sull’obiettivo condiviso Acquisizione di abilità e strategie comunicative e relazionali essenziali (ascolto attivo, empatia, autoconsapevolezza) Consapevolezza delle qualità personali favorenti il processo comunicativo Competenze di base del counselling Consapevolezza del personale stile comunicativo Consapevolezza dei tratti della personalità che ostacolano il processo comunicativo Integrazione con le competenze tecnicoscientifiche specifiche del ruolo svolto Potenziamento delle capacità di lavorare in equipe e in rete L’applicazione delle competenze di counselling in ambito sanitario •Promozione della salute e prevenzione di comportamenti a rischio •Comunicazione della diagnosi •Compliance alla terapia farmacologica •Supporto in situazioni di disagio e di crisi •Preparazione all’inabilità e alla morte Scopo dell’intervento di counselling Counselling in ambito sociosanitario Attivare e riorganizzare le risorse personali interne ed esterne affrontare in modo attivo problemi e difficoltà che lo riguardano Rendere possibili scelte in situazioni percepite come “complesse” dall’individuo stesso Superamento di un intervento improvvisato dal punto di vista comunicativo-relazionale Counselling in ambito sociosanitario Buona volontà Disponibilità Rischio personale Superamento di : approccio paternalistico approccio direttivo approccio finalizzato alla persuasione al convincimento Counselling in ambito sociosanitario Approccio caratterizzato da una comunicazione consapevole e finalizzata CHI? COSA? COME? DOVE? QUANDO? Rispetta i valori e la capacità di autodeterminazione della persona Counselling è facilitazione Counselling in ambito sociosanitario Attiva il processo di consapevolezza l’autonomia la responsabilità personale la capacità decisionale I passi fondamentali del counselling Accoglienza Ascolto attivo Riformulazione Difficoltà a focalizzare il problema Indagine Focalizzazione del problema Informazione Focalizzazione e definizione dell’obiettivo della persona Possibili soluzioni analizzate e concordate Creazione e implementazione di un piano per ottenere il risultato Riassunto Verifica Diversi tipi di relazione medicopaziente Le aree di intervento del medico (malattia, disagio, salute)……attraverso……. La comunicazione COMUNICARE Essere competenti in ambito comunicativo implica delle conoscenze (sapere) e degli atteggiamenti (saper essere). COMUNICARE COMUNICARE = PARLARE? Parlare e ascoltare sono due facce della stessa medaglia …la parola è per metà di chi parla e per metà di chi ascolta. (Montaigne) Vero Vero non non èè quello quello che che sisi dice. dice. Vero Vero èè quello quello che che l’altro l’altro sente sente COMUNICARE Davvero abbiamo poco tempo? ciò che conosciamo O forse preferiamo dedicarci a: ciò che crediamo ci caratterizzi meglio ciò di cui ci viene chiesto conto COMUNICARE Quanto tempo dedichiamo alla comunicazione? COMUNICAZIONE CONSAPEVOLE COMUNICAZIONE INVOLONTARIA COMUNICAZIONE COMUNICARE 1. Comunicazione come trasmissione, passaggio di informazioni (contenuto): COMUNICARE 2. Comunicazione come “mettere in comune” (relazione): COMUNICARE Gli elementi del processo di comunicazione 1. emittente: è il soggetto da cui parte la comunicazione. L’emittente esprime (codifica) un’idea, una sensazione attraverso segni che possono essere interpretati dal ricevente (decodifica) solo se conosce il codice utilizzato. 2. ricevente: è il soggetto che riceve la comunicazione. 3. messaggio: è il contenuto di ciò che si comunica (informazione, sensazione, notizia, dato, ecc.). Il messaggio può essere costituito da segni di diverso genere e di diversa complessità. Il contenuto si riferisce sempre a una realtà (referente). Gli elementi del processo di comunicazione 4. codice: sistema di segni usato per comunicare e senza il quale non avviene la trasmissione del messaggio. (lingua, gesto, grafico, ecc.). Esistono codici molto diversi per tipologia e complessità. Uno dei più complessi è il codice della lingua. 5. canale: sia il mezzo tecnico esterno al soggetto con cui il messaggio arriva (telefono, fax, aria, ecc.) sia il mezzo sensoriale coinvolto nella comunicazione (udito, vista, voce). 6. codifica: attività svolta dall'emittente per trasformare idee e concetti in un messaggio comunicabile attraverso il codice. Gli elementi del processo di comunicazione 7. decodifica: percorso svolto dal ricevente che trasforma il messaggio da codice in idee, immagini mentali,… 8. feed-back: è l'interscambio tra ricevente ed emittente, l'informazione di ritorno permette all'emittente di percepire se il messaggio è stato ricevuto, capito ecc. 9. contesto o ambiente: è il luogo, fisico o sociale, dove avviene lo scambio comunicativo. Il contesto è importante per la riuscita del processo comunicativo. Fattori di disturbo: rumori (vario genere a seconda del mezzo); fattori di potenziamento: feedback e ridondanza. Primo assioma Impossibile non comunicare Ogni comportamento è comunicazione Secondo assioma Ogni comunicazione ha un aspetto di CONTENUTO e uno di RELAZIONE attenzione A sottolineare l'importanza degli aspetti relazionali nella comunicazione vi sono alcuni dati statistici: contenuto tono della voce gestualità 10% 30% 60% La natura di una relazione dipende dalla PUNTEGGIATURA delle sequenze di comunicazione tra i comunicanti Gli esseri umani comunicano sia col modulo NUMERICO che col modulo ANALOGICO Tutti gli scambi comunicativi sono SIMMETRICI o COMPLEMENTARI a seconda se sono basati sull’uguaglianza o sulla differenza tra i due comunicanti Disponiamo di molti modi per comunicare, più o meno connessi con la parola, che rientrano nell’ambito della comunicazione non verbale. La comunicazione non verbale è meno facilmente sottoponibile a "censura", perciò tradisce gli effettivi sentimenti, stati d'animo, opinioni. Le modalità della comunicazione non verbale sono numerose e complesse. DIRE, FARE, COMUNICARE Tra i comportamenti non verbali si possono indicare: La postura I gesti L’espressione del volto Lo sguardo Il contatto corporeo Il comportamento spaziale Gli artefatti L’aspetto esteriore La voce e gli aspetti paraverbali I fattori ambientali La postura Definisce la posizione del corpo (eretta, rannicchiata, distesa, ecc.). La posizione di sottomissione ad esempio è meno eretta e col busto abbassato. E’ curioso rilevare come le persone che stanno bene insieme, come ad esempio due amici, tendono ad assumere inconsciamente posture molto simili durante una conversazione. I gesti Coi gesti (mani e gambe) si trasmettono idee, emozioni e sentimenti. Se una persona è annoiata estende le gambe e le incrocia sopra la caviglia. L’ansia può essere comunicata da mani contratte o aggrappate ai braccioli di una sedia; chi è depresso ha spesso movimenti lenti; chi è euforico si muove velocemente, e così via. I gesti EMBLEMATICI ILLUSTRATORI REGOLATORI Hanno una traduzione verbale orale diretta Accompagnano il parlato punteggiandone il contenuto con illustrazioni e chiarimenti Coordinano i turni Es. salutare di intervento Es. numerare con le dita ESPRESSIVI DI EMOZIONI Sono usati per comunicare Stati d’Animo Es. tremolio delle mani DI ADATTAMENTO Hanno funzioni di soddisfacimento di bisogni e di emozioni e sono per lo più gesti manipolatori rivolti a se stessi Es. grattarsi il capo L’espressione del volto Molto efficace a distanze ravvicinate. Alcuni movimenti possono essere involontari e tradire così i veri sentimenti della persona. Si possono dire frasi gentili, ma il viso non riuscirà a mentire, se la persona non le pensa realmente. Lo sguardo Lo sguardo gioca un ruolo fondamentale nel rapporto tra persone; si è costatato che durante una conferenza l’oratore tende a guardare spesso coloro dai quali si sente gratificato (es. per cenni di approvazione). Il contatto corporeo (prossemica) La più antica forma di comunicazione, la più importante per i bambini. Può contribuire a creare amicizie o a esprimere aggressività. Alcune forme di contatto non implicano particolari sentimenti (saluti, congratulazioni). Il comportamento spaziale (prossemica) Vicinanza, orientamento, comportamento territoriale e movimento nell’ambiente. Se una delle due persone tende a diminuire la distanza con l’altra, significa che vorrebbe aumentare l’intimità. Se un soggetto vuole iniziare un incontro con un altro, si avvicina; se però si avvicina troppo, l’altro potrà sentirsi a disagio e allontanarsi. La Giusta Distanza DISTANZA Intima (fino a 40 cm) Personale (da 40 a 120cm) Sociale (da 120 a 360) Pubblica (da 360 in poi) Artefatti Sono oggetti la cui manipolazione o il cui contatto possono partecipare alla trasmissione di segnali non verbali. Possono rientrarvi oggetti in sé neutri, come una matita che viene battuta sul tavolo, sia oggetti il cui scopo è quello di alterare le caratteristiche dell’organismo: profumi, abiti, rossetti, occhiali, parrucche, ciglia finte, ombretti, ecc. Aspetto esteriore Il tipo di abbigliamento dà precise informazioni sulle caratteristiche della persona: personalità, posizione sociale, aggressività, ecc. Alcuni oggetti e accessori indicano il gruppo di appartenenza o la professione. Addirittura il taglio dei capelli può essere il modo attraverso cui una persona decide di trasmettere agli altri una specie di messaggio, volontariamente o no. La voce La voce e gli aspetti paraverbali Il termine paralinguaggio si riferisce al modo in cui un messaggio verbale viene emesso e non al suo significato. Aspetti vocali non verbali che contornano il parlato: La qualità della voce – tono, ritmo, tempo, articolazione, possono modificare o arricchire il contenuto del messaggio verbale. L’aumento del tono di voce è considerato una manifestazione di allegria. Chi alza molto la voce può esprimere rabbia e ostilità. Le vocalizzazioni - (sospiri, riso, pianto, sbadiglio, pause, ispirazioni, balbettii, timbro e estensione). Sulla voce il controllo è minore, quindi rivela in modo più veritiero stati emotivi e atteggiamenti interpersonali (uno stato d’ansia può provocare un aumento del ritmo dell’eloquio). L’ambiente Fattori ambientali Possiamo includere: arredamento, stile, decorazione pareti, odori, illuminazione, colori, temperatura, rumori, musica, ecc. nel luogo in cui avviene l’interazione. Tutti questi fattori non hanno funzione esplicitamente comunicativa, ma possono influire sulle interazioni. Possiamo includere le ‘tracce delle azioni’: vedere mozziconi di sigaretta, pezzetti di carta stracciati, ecc., contribuisce a dare un'impressione della persona con cui si interagisce, e a determinare il comportamento nei suoi confronti. Verbale/non verbale Nella comunicazione umana il comportamento non verbale, in relazione a quello verbale, manifesta funzioni specifiche: Ripetizione (es. quando si indica la strada) Contraddizione (lode verbale con tono sarcastico) Sostituzione (dolore = pianto; rifiuto = irrigidimento) Complementazione (lode accompagnata da un sorriso) Accentuazione (es.: tatto, movimenti del capo e delle mani; come il sottolineare nello scritto) Relazione e regolazione (mimica, gesti, sguardo, regolano il flusso comunicativo, chi deve continuare a parlare o smettere) Dispersione Non tutto quello che viene comunicato arriva al ricevente. Anzi, di solito: · · · · · il soggetto vuol dire 100 in realtà dice 80 il ricevente sente 50 (rumore) capisce 30 ricorda 20 DISPERSIONE Distorsione Esiste una distorsione del messaggio che desideriamo inviare, perché a ciò che intendiamo comunicare si aggiunge ciò che non era nostra intenzione comunicare, per cui il messaggio percepito è diverso da quello inviato. DISTORSIONE Ciò avviene perché la comunicazione è costituita, oltre che dalla componente razionale, anche da quella emotiva ed è fortemente influenzata dalle personalità diverse che si mettono in relazione e ai meccanismi della percezione e di difesa. La persona Ogni persona ha un sistema di riferimento legato al proprio modo di rapportarsi al mondo, determinato da: sistema percettivo concetto di sé storia personale bisogni affettivi capacità cognitive cultura e valori motivazioni e aspettative ruoli Per difenderci dal bombardamento di stimoli cui siamo continuamente sottoposti usiamo selezionare le informazioni che provengono dal mondo esterno attraverso l'uso di "filtri" fisiologici, emotivi e culturali. Questi filtri agiscono assieme ai meccanismi di difesa che si attivano quando occorre escludere dalla consapevolezza informazioni o impulsi giudicati inaccettabili o che provocherebbero sofferenza. Questi filtri ignorano o distorcono le informazioni che non confermano il proprio sistema di riferimento. E' infatti proprio l’identità a essere costantemente in gioco nei processi di comunicazione. La percezione LA DISTORSIONE Se una persona non riesce a decentrarsi dal proprio sistema di riferimento non è in grado di comprendere quello di un altro e ne risulta una comunicazione viziata. Anche i meccanismi percettivi hanno la loro parte di responsabilità nel rendere problematica l'efficacia della comunicazione: l'esempio più classico ci è dato dalla figura ambigua di donna. La percezione PAPERA… O …CONIGLIO? La percezione La percezione La percezione La percezione Fattori di alterazione del messaggio Fattori di tipo personale: relativi alle persone. (La trasmissione del messaggio non è chiara, precisa e accurata, con conseguenze sul campo percettivo) 1. emotivi: irritazione, risentimento, eccitazione, ansia, antagonismo, dolore, paura, preoccupazione; 2. fisici: stanchezza, malattia, difetti della parola, sordità e dolore; 3. intellettivi: differenza di capacità intellettiva, abilità di linguaggio, diversi livelli di conoscenza; 4. sociali: livello culturale, linguaggio, classe, gruppo etnico di appartenenza, status professionale. Fattori di alterazione del messaggio Fattori di tipo ambientale: interferiscono nell’ambiente 1. fisici: rumore, confusione, scarsa luminosità, sistemazioni inadeguate, temperature non idonee; 2. sociali: presenza di altre persone, presenza di persone indesiderate. Conoscendo le cause che possono condurre a una comunicazione inefficace, si possono prevedere, eliminare e attutire disagi, tensioni e ostacoli che potrebbero interferire sulla trasmissione del messaggio. L’ascolto L’ascolto La comunicazione efficace La comunicazione efficace L’ascolto attivo Tecniche NON VERBALI per favorire l’ascolto • Guardare con attenzione • Prendere nota mantenendo il contatto visivo • Esprimere sentimenti in modo empatico • Assentire • Silenzio L’ascolto attivo Tecniche VERBALI per favorire l’ascolto • Parafrasare i contenuti • Esplicitare le implicazioni del messaggio ricevuto • Riprendere gli stati d’animo dell’interlocutore • Stimolare ulteriori chiarimenti • Rassicurare L’ascolto attivo Se vi soffermate ad osservare conversazioni nel corso di una qualsiasi giornata, noterete con frequenza situazioni in cui qualcuno: • • • • • Interrompe chi sta parlando Non verifica se ha compreso o meno Risponde con affermazioni irrilevanti o incoerenti Interpreta arbitrariamente ciò che è stato detto Dimostra di non tenere in alcun conto ciò che è stato detto Sono tutti esempi di cattivo ascolto L’ascolto attivo Ma c’è un fattore ancora più sottile La diffusa tendenza a credere che ascoltare e sentire siano la stessa cosa: Ascoltare implica: • Essere consapevoli di ciò che si sente • Recepire accuratamente l’informazione che ci viene presentata • Organizzare l’informazione in modo tale che ci risulti utile Una persona normale è possibile che comprenda e ritenga il 50% di una conversazione; questa percentuale, già modesta, è possibile che scenda al 25% 48 ore dopo L’ascolto attivo Migliorare le capacità di ascolto Credere di sapere già come si ascolta è probabilmente l’ostacolo più grande al miglioramento della capacità di ascoltare L’ascolto attivo Linee guida per un ascolto efficace • • • • • • • • Mantenetevi attenti e dimostratelo a chi vi parla Ascoltate cercando di capire i messaggi Incoraggiate il vostro interlocutore a continuare Mentre ascoltate evitate di giudicare Sospendete i vostri pregiudizi Evitate di pensare a ciò che direte più tardi Prendete appunti Fate domande ASCOLTO ATTIVO Tecniche di ascolto attivo Tecniche non verbali • • • • Espressione facciale Contatto visivo Gestualità Postura fisica ASCOLTO ATTIVO Tecniche di ascolto attivo Tecniche verbali • • • • • Interrompere Parafrasare Riassumere Rispecchiare Riformulare se.. quando.. come.. es. se ho capito bene es. in sintesi hai detto che es. praticamente hai detto che es. ho capito che ASCOLTO ATTIVO Comportamenti tipici di chi Non sa ascoltare Ascolta efficacemente Valuta subito l’altra persona;giudica troppo presto; decide subito che si tratta di aria fritta Aspetta a giudicare e tenta di capire l’altra persona, non di impressionarla Utilizza il tempo di ascolto per prepararsi a rispondere Ascolta tutto e poi pensa a rispondere Si concentra nel memorizzare i dettagli Si concentra sulle idee principali, sui principi, piuttosto che nel cercare di capire i messaggi sui messaggi fondamentali fondamentali Tenta di ricordare tutto Non si preoccupa di ricordare ogni cosa Finge di essere attento; trova faticoso Si sforza di rimanere attento; si concentra sul mantenere l’attenzione, ma non si rende contenuto e riassume mentalmente conto che fingere è più faticoso che ascoltare Si distrae; tenta di fare qualcosa d’altro mentre ascolta Mantiene il contatto visivo con chi parla Se non capisce subito stacca l’audio È convinto che se ascolta attentamente capirà; fa domande Tende a farsi distrarre dai termini a valenza emotiva Avverte le sue emozioni, ma le controlla; cerca di mantenere le sue reazioni GLI ASSIOMI DEL COUNSELING Il cliente è una persona ha una sua esistenza un suo mondo un suo linguaggio è libera LE FASI DEL COLLOQUIO LA FASE INIZIALE LA FASE CENTRALE RITIRO E CHIUSURA LA FASE INIZIALE DEL COLLOQUIO Essere centrati sulla persona in questa fase dell'incontro significa soprattutto accoglienza ed autenticita' LA FASE INIZIALE DEL COLLOQUIO Il colloquio medico-paziente consente di porre una diagnosi, stabilire una relazione e negoziare il trattamento, per questo impegna più tempo di ogni altra attività clinica Le tre funzioni del colloquio medico-paziente : - raccogliere dati; -creare una relazione terapeutica; -contratatre il trattamento LA PARTE CENTRALE DEL COLLOQUIO ESSESE CENTRATI SULLA PERSONA IN QUESTA FASE SIGNICA PRIMA DI TUTTO FOCALIZZARE L'ATTENZIONE SUL “VISSUTO” DEL CLIENTE E NON SUI FATTI SULLA COMUNICAZIONE VERBALE E NON LA DINAMICA DEL COLLOQUIO GLI OSTACOLI NEL COLLOQUIO - la soggettività nell'attribuire al reale significati personali, inducendo distorsioni nella percezione: ad es il geloso vede in ogni dettaglio una conferma alla sua gelosia; - la deformazione professionale determinata da una condotta abituale stereotipata che porta ad utilizzare un unico ruolo in ogni situazione di vita; - il significato razionale che è l'attenzione esasperata alle parole ed al loro significato intellettuale, a scapito di quello psicologico della comunicazione RITIRO E CHIUSURA DEL COLLOQUIO LA DURATA Del COLLOQUIO E' IMPORTANTE CONCLUDERE UN COLLOQUIO NON E' SEMPRE FACILE: CHIUDERE IN MODO EMPATICO LA TECNICA DELLA RIFORMULAZIONE E’ una tecnica comunicativa attraverso la quale si cerca di ri-dire o ri-offrire all’emittente la sua comunicazione utilizzando le sue parole o altre parole pertinenti. La riformulazione può essere dei contenuti e verbalizzazione o comunicazione empatica degli stati emozionali. La tecnica della riformulazione permette un chiarimento progressivo del contenuto e del significato della sua comunicazione e della sua realtà all’interno della relazione dialogica RIFORMULAZIONE PARAFRASI (O RIFLESSO) •Risposta-eco ES: “Non so se sono stanco o triste” F:” Stanco o triste” -Riformulazione- parafrasi o riflesso. Si ripresentano a parole proprie gli stessi concetti dell’emittente. Es: “Non so se sono stanco o triste” F: “Non le è chiaro se questo stato d’animo sia dovuto alla stanchezza o alla tristezza” • Riassunto o riepilogo. L’attenzione è su ciò che è essenziale per il soggetto. Es. :”Oggi mi sento allegra perché ho incontrato una persona che mi è molto cara, felice perché sono riuscita ad accettare alcune parti di me che prima rifiutavo, serena perché alcuni conflitti si sono ricomposti”. F: “In questo momento i sentimenti in lei dominanti sono l’allegria, la felicità e la serenità”. • RIFORMULAZIONE ANALOGICA O PER IMMAGINE • Riformulazione correttiva Sottolineatura ripropone con le stesse parole e con particolare enfasi un’asserzione percepita come particolarmente importante e significativa per l’emittente, per consentirgli di approfondirla ed esplorarla. Es. “Non sono tranquillo, quello che mi hanno detto su questo lavoro si ripercuote sullo stomaco e forse e meglio che cambi argomento” F. “Si ripercuote sullo stomaco..” Rovesciamento figura-sfondo : Per mostrare quello che era latente Es ”Non voglio andarmene” F: “Vuole restare” Riformulazione-Critica Viene esplicitato un aspetto latente dell’enunciato per verificare la validità dell’affermazione ES. Non esiste una facoltà che sia davvero organizzata c: Sulla base delle sue esperienze non crede che esistano facoltà organizzate Chiarificazione Si rimanda al cliente il senso delle sue parole, ciò che è essenziale per lui. ES. non so se è la stanchezza che mi fa sentire triste o se è la tristezza che mi rende stanco. c. ”Bisogna capire se si tratta di stanchezza o di tristezza”. IL CONFRONTO • Confronto significa mettere a fuoco le contraddizioni presenti nella sua comunicazione: Tra asserzioni verbali Asserzioni verbali e non verbali Comunicazione e realtà valore Verbalizzatone degli stati emozionali. Intesa come la capacità di intuire la qualità dello stato emozionale e valutarne successivamente l’intensità, il contenuto o il tema importante. Essa si realizza con: Uso dei sinonimi (ES “Sono contento del mio lavoro”..F: “E’ soddisfatto del suo lavoro”). Uso dell’antinomia (ES: “Sono infelice quando”..C: “Lei non è felice, o contento, quando…”) Uso dell’optativo.( ES: “Sono troppo stanco..”C: “Vorrebbe essere meno stanco- più riposato”.) RISPOSTE OSTACOLO AL DIALOGO sono quegli atteggiamenti che possono manifestarsi nel clima del colloquio verbale/non verbale e che possono strutturarsi in vere e proprie risposte verbali: •Atteggiamento valutativo e risposta di valutazione •Atteggiamento interpretativo e risposta di interpretazione •Sostegno /consolazione •Atteggiamento investigativo •Atteggiamento risolutivo Es. “Hai fatto bene/male”, “E’ giusto” , “Attenzione”; “Devi, non devi”. •Atteggiamento valutativo e risposta di valutazione Può indurre un sentimento di inferiorità, o sentimenti ambivalenti che comprendono conformismo, rifiuto, non fiducia. •Atteggiamento interpretativo e risposta di interpretazione Coglie ciò che risulta essenziale per l’ascoltatore; la realtà dell’altro viene distorta sulla base delle proprie proiezioni personali. Si ha la sensazione di non essere ascoltati, e quindi si tende a rettificare in base a quanto detto dall’ascoltatore. •Sostegno /consolazione •E’ un atteggiamento che porta a rassicurare l’altro, e a sdrammatizzare gli aspetti che per lui sono preoccupanti. •Nel secondo caso si dimostra interesse, comprensione, rassicurazione. •Può indurre passività nel soggetto. •Se utilizzata sempre, induce fenomeni di dipendenza o controdipendenza. •Atteggiamento investigativo •E’ caratterizzato da domande sempre più precise . •Porta a mettersi sulla difensiva e a non rispondere o a focalizzarsi troppo sugli argomenti. Atteggiamento risolutivo Si tendono a fornire risposte che hanno a che fare con soluzioni pre-costituite. La persona può avere la sensazione che i si vuole liberare di lui, oppure di non aver ricevuto benchè minimo aiuto. Risposta di comprensione-facilitazione Richiede che ci sia un atteggiamento di accettazione dell’altro che può essere condiviso a livello cognitivo ed emotivo da sé e dall’altro. Si rilevano fondamentali gli elementi della: •Empatia •Congruenza •Accettazione positiva incondizionata •Ascolto attivo Accettazione positiva incondizionata: come la capacità di accettare i sentimenti dell’altro, espressi dalle sue dichiarazioni senza sentire il bisogno di valutarli, né di agire su di essi con modalità integrative, chiedendo altro o aggiungendo altro. Congruenza Intesa come accettazione convinta dell’altro e di comprensione autentica. L’altro sente così di poter essere realmente ciò che è. Incongruenza Intesa come scollamento o contraddizione tra l’esperienza reale dell’organismo e l’immagine di Sé che si ha quando ci si rappresenta quell’esperienza. Vi è discrepanza tra il significato della situazione a livello organismico e la sua rappresentazione simbolica a livello di coscienza. La non coscienza genera vulnerabilità, la vaga coscienza, invece, in genere provoca stati ansiosi. Comprensione empatica Riuscire a sentire il mondo personale del cliente “come se” fosse il nostro. Luisa Rossaro la canzone “Vede, dottore…”. (Scusi, infermiera / aspetto da due ore, / non son la sola / con me c’è almeno una trentina di persone / tutte col ticket pagato / tutte con la prenotazione, / io non vorrei sembrarle scortese / ma ogni minuto, qui dentro sembra un mese. Signor dot Luisa Rossaro la canzone “Vede, dottore…”. tore, / lei è davvero ben gentile / a visitarmi / con tutto quello, tutto quello che ha da fare, / magari potesse farmi la cortesia / di chiudere la porta dello studio / finché son senza,sono se Luisa Rossaro la canzone “Vede, dottore…”. nza biancheria. Vede, anche il dolore / diventa niente / in mezzo a questo andirivieni di gente, / vede, sono io, sono io con il mio male / questo corpo che lei deve visitare. Grazie dottore, / è stato molto chiaro / e il suo ospedale / è una struttura efficiente, efficiente e funzionale, / solo che io / mi sento come una barca nelle onde, / tutti mi parlano / ma non c’è mai nessuno che davvero mi raggiunge. Vede, la malattia / non è un incidente, / occupa gli angoli più scuri della mente. / Vede, dottore / dietro i pensieri sciocchi, se si fermasse / vedrebbe i miei occhi.) La canzone ci dice che l’informazione non è tutto. Ci ricorda che, se è vero che la salute è oggi soprattutto informazione e consapevolezza, il consenso informato è solo un passo, importante ma non esaustivo, della danza comunicativa. Nella quale non bastano le virtù, la sensibilità umana, e non è tanto questione di tecniche mediche…….