Il lancio - parolevoci

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Il lancio - parolevoci
La fantascienza
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Jules Verne
Il lancio
Nel romanzo Dalla Terra alla Luna lo scrittore francese Jules
Verne, grazie alla sua fervida fantasia creativa e alle conoscenze
scientifiche dell’epoca, anticipa di più di un secolo il primo volo umano
interplanetario. Un gruppo di ricchi uomini americani interessati
alle scoperte scientifiche, riuniti nel Gun Club di Baltimora, hanno
concepito l’ambizioso progetto di realizzare un grande proiettile cavo,
con all’interno un equipaggio di tre uomini, con lo scopo di raggiungere
la superficie della Luna. L’arditezza del progetto e la sfida scientifica
che ne sono alla base suscitano l’interesse di tutto il mondo; da ogni
dove giungono finanziamenti, osservatori e specialisti per assistere alla
costruzione del missile e al suo lancio.
Nel brano che ti presentiamo tutti i preparativi sono già stati
ultimati ed è giunta la notte del primo dicembre, indicata come la
sola data propizia per il lancio del proiettile, a causa del particolare
allineamento degli astri. La partenza avviene alla presenza di
centinaia di migliaia di persone.
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• Pubblicazione
Dalla Terra alla Luna,
1865
• Luogo e tempo
Stati Uniti; seconda
metà del XIX secolo
• Personaggi
I tre membri
dell’equipaggio; J.
T. Maston, membro
del Gun Club; gli
spettatori del lancio
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l primo giorno di dicembre era arrivato; giorno fatidico; perché, se la partenza del proiettile non veniva effettuata quella sera stessa alle dieci quarantasei minuti primi e quaranta secondi, avrebbero dovuto passare più di diciotto
anni prima che la Luna si ripresentasse nelle stesse posizioni simultanee di zenit
e di perigeo1.
Il tempo era bellissimo e, nonostante l’avvicinarsi dell’inverno, il Sole splendeva
e irrorava con i suoi raggi radiosi questa Terra che stava per essere abbandonata
da tre suoi abitanti2 diretti in un nuovo mondo.
Quanta gente dormì male durante la notte che precedette la giornata così impazientemente attesa! Tutti i cuori palpitavano nell’attesa; meno il cuore di Michel
Ardan. Questo personaggio imperturbabile andava e veniva con la sua abituale
irrequietezza, ma nulla in lui faceva sospettare una qualsiasi preoccupazione. Il
suo sonno era stato tranquillo, il sonno di Turenne, su un affusto di cannone, prima della battaglia3.
Fin dal mattino una folla innumerevole copriva le praterie che si stendono a
perdita d’occhio intorno a Stone’s-Hill4. Ogni quarto d’ora la ferrovia di Tampa
scaricava nuovi curiosi e l’immigrazione assunse presto proporzioni favolose. Secondo i calcoli del Tampa Town Observer5, durante quella memorabile giornata
il suolo della Florida venne calpestato da cinque milioni di spettatori.
1. zenit e perigeo: particolari
punti astronomici, il primo della
volta celeste, il secondo dell’orbita di un corpo celeste.
2. tre suoi abitanti: per formare l’equipaggio erano stati scelti
Barbicane, presidente del Club
organizzatore, l’ingegnere francese Ardan e il capitano Nicholl.
3. Turenne… battaglia: il visconte Henri de Turenne, maresciallo dell’armata francese nel
XVII secolo, era noto per l’imperturbabilità e la sicurezza con
cui affrontava le battaglia anche
più difficili e impegnative.
4. Stone’s-Hill: località della
Florida prescelta per il lancio.
5. Tampa Town Observer: il
quotidiano locale.
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La maggior parte della folla bivaccava da un mese intorno al cantiere e gettava
le fondamenta di una città che poi si chiamò Ardan’s Town. Baraccamenti, capanne, tuguri, tende punteggiavano la pianura e quelle dimore effimere ospitavano
una popolazione numerosa tanto da fare invidia alle maggiori città europee.
C’erano rappresentanti di tutti i popoli della Terra; vi si parlavano tutti ì dialetti
assieme. Si sarebbe detto la confusione delle lingue, come ai tempi biblici della
Torre di Babele6. Lì i differenti ceti della società americana si confondevano in
uguaglianza assoluta. […]
Tra quella folla ansiosa corse fino a sera un’agitazione sorda, senza clamori,
come quella che precede le grandi catastrofi. Gli spiriti erano pervasi da un senso di malessere indescrivibile; un torpore penoso, un sentimento indefinibile che
stringeva il cuore. Ciascuno di loro avrebbe voluto che «fosse già finita».
Tuttavia, verso le sette, quel silenzio pesante si dissipò bruscamente. La Luna si
era alzata all’orizzonte. Molti milioni di evviva salutarono la sua apparizione. Essa
si presentava puntualmente all’appuntamento. I clamori arrivarono fino al cielo;
da tutte le parti scoppiarono gli applausi e la bionda Febe7 brillava tranquilla in
un cielo ammirevole e accarezzava la folla inebriata con i suoi raggi più affettuosi.
In quel momento apparvero i tre intrepidi viaggiatori. Al loro comparire gli
applausi raddoppiarono di intensità. Unanimemente, istantaneamente, da tutti i
petti anelanti, partì l’inno nazionale degli Stati Uniti e lo Yankee doodle8, ripreso
in coro da cinque milioni di esecutori, si elevò come una tempesta sonora fino agli
ultimi limiti dell’atmosfera.
Poi, dopo quell’irresistibile slancio, l’inno tacque, le ultime armonie si spensero a
poco a poco, i rumori si dissiparono e un suono misterioso parve fluttuare al di sopra
di quella folla così profondamente impressionata. Intanto il francese e i due americani
avevano oltrepassato le transenne dietro alle quali si accalcava la marea umana. I tre
erano accompagnati dai membri del Gun-Club e dalle deputazioni inviate dagli Osservatori europei. Barbicane, freddo e calmo, impartiva tranquillamente i suoi ultimi ordini, Nicholl, con le labbra serrate, le mani incrociate dietro la schiena, incedeva a passo
sicuro e misurato. Michel Ardan, sempre disinvolto, indossando un perfetto vestito
da viaggio, con ghette9 di cuoio ai piedi e carniera10 al fianco, fluttuando nell’ampia
giacca di velluto marrone e sigaro in bocca, distribuiva al passaggio calorose strette di
mano con principesca prodigalità11. Era pieno di buon umore, di gaiezza12; era faceto13,
scherzoso e faceva tiri birichini al degno J.T. Maston; in una parola era «francese» e,
quel che è peggio, «parigino», fino all’ultimo secondo.
Suonarono le dieci. Era arrivato il momento di prendere posto nel proiettile;
la manovra necessaria per discendervi dentro, per avvitare la lastra di chiusura, la
liberazione delle gru e delle armature chine sulla gola del Columbiad14, esigevano
un certo tempo.
6. Torre di Babele: riferimenti
al celebre episodio della Bibbia,
in cui si narra della decisione di
Dio di provocare la confusione
delle lingue fra tutti coloro che
stavano lavorando alla costruzione di una torre che avrebbe dovuto raggiungere il cielo.
7. bionda Febe: uno dei nomi
con cui viene indicata la Luna
nella mitologia greca.
8. Yankee doodle: canzoncina
popolare americana.
9. ghette: copriscarpe.
10. carniera: borsa usata dai
cacciatori per contenere la sel-
vaggina.
11. prodigalità: generosità.
12. gaiezza: gioia.
13. faceto: spiritoso.
14. Columbiad: il nome che è
stato dato al proiettile da lanciare sulla Luna.
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Barbicane aveva regolato il suo cronometro al decimo di secondo con quello
dell’ingegner Murchison, incaricato di dar fuoco alle polveri per mezzo della scintilla
elettrica; così, i viaggiatori rinchiusi nel proiettile, avrebbero potuto seguire con gli
occhi l’impassibile lancetta che avrebbe segnato l’istante preciso della loro partenza.
L’ora degli addii era così arrivata. La scena fu commovente; persino Michel Ardan, nonostante la sua febbrile gaiezza, era commosso. J.T. Maston aveva ritrovato
sotto le sue palpebre rinsecchite una vecchia lagrima, riservata senza dubbio per
quell’occasione. La versò sulla fronte del suo caro e valoroso presidente.
«Potrei venire anch’io?» disse. «Siamo ancora in tempo!»
«Impossibile, vecchio mio» rispose Barbicane.
Pochi istanti dopo i tre compagni di viaggio si trovavano al loro posto nel proiettile del quale avevano avvitato dall’interno la lastra di apertura; la bocca del
Columbiad, interamente isolata, si apriva liberamente verso il cielo.
Nicholl, Barbicane e Michel Ardan erano definitivamente murati nel loro vagone di metallo.
Chi potrebbe dipingere l’emozione universale arrivata allora al parossismo15?
La Luna si avvicinava su un firmamento di una purezza tersa, spegnendo, al
suo passaggio, i fuochi scintillanti delle stelle; essa stava percorrendo la Costellazione dei Gemelli e si trovava quasi a mezza strada tra l’orizzonte e lo zenit. Tutti
dovevano facilmente comprendere che si mirava davanti al bersaglio, come il cacciatore mira davanti alla lepre che vuol colpire.
Su tutta questa scena si era disteso un silenzio pauroso. Sulla Terra non un filo
di vento! Non un filo di fiato nei petti! I cuori non osavano più battere. Tutti gli
occhi sbarrati fissavano la gola spalancata del Columbiad.
v i ta e o p e r e
15. al parossismo: al massimo grado.
Jules Verne Scrittore francese, nato
a Nantes nel 1828. Dopo aver più volte
interrotto gli studi (il padre lo avrebbe
voluto avvocato) e per questo privato del
sostegno economico della famiglia, trascorre l’adolescenza tra lavori occasionali
e l’assidua frequentazione di biblioteche, dove si dedica a un’instancabile lettura di romanzi d’avventura.
Qui conosce occasionalmente lo scrittore Alexandre
Dumas, già celebre, che lo introduce negli ambienti letterari. Comincia così la sua carriera di scrittore,
pubblicando sceneggiature teatrali, commedie e altre
opere non di particolare pregio. Nel 1856 il matrimonio
con Honorine Morel, donna agiata, gli garantisce una
certa tranquillità economica, grazie alla quale porta a
termine gli studi di giurisprudenza e diventa agente di
cambio. Riprende nel contempo a scrivere e, dopo il
rifiuto di molti editori, pubblica nel 1863 la sua prima
opera di successo, Cinque giornate in pallone,
che gli garantisce un contratto editoriale che lo
impegna a scrivere due romanzi l’anno. Da questo
momento ne scriverà più di sessanta, ottenendo
uno straordinario seguito di pubblico. Ritiratosi
nella tranquilla cittadina di Amiens, continua a
scrivere fino al momento della sua morte, avvenuta nel
1905.
Considerato uno dei padri della fantascienza, Jules
Verne è dotato di un’eccezionale capacità inventiva e
creativa, precorrendo nei suoi scritti alcune delle invenzioni che saranno realizzate soltanto decenni dopo.
Tra i suoi romanzi di maggiore successo, ricordiamo
Viaggio al centro della Terra (1864), Dalla Terra alla Luna (1865), Ventimila leghe sotto i mari
(1870), Il giro del mondo in ottanta giorni (1873),
L’isola misteriosa (1874) e il romanzo a sfondo storico Michele Strogoff (1876).
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Murchison seguiva con l’occhio la lancetta del suo cronometro. Mancavano
solo quaranta secondi perché scoccasse l’istante della partenza e ciascun secondo
sembrava che durasse un secolo.
Al ventesimo vi fu un fremito generale e, nel pensiero di quella folla, venne il
ricordo che anche gli audaci viaggiatori rinchiusi nel proiettile contavano i secondi
terribili. Sfuggirono grida isolate:
«Trentacinque! – trentasei! – trentasette! – trentotto! – trentanove! – quaranta!
Fuoco!!!».
Murchison, premendo immediatamente con il dito il pulsante dell’apparecchio,
stabilì la corrente e lanciò la scintilla elettrica nel fondo del Columbiad.
Una detonazione spaventosa, inaudita, sovrumana, di cui né gli scoppi della
folgore, né il frastuono delle eruzioni potrebbero rendere l’idea, si sentì istantaneamente. Un immenso fascio di fuoco sorse dalle viscere della terra come da un
cratere. Il suolo ebbe un sussulto e solo qualche persona riuscì a vedere per un
istante il proiettile che vittoriosamente fendeva l’aria tra i vapori fiammeggianti.
Jules Verne, Dalla Terra alla Luna, Milano, Mursia, 1978
scheda di analisi
Il tema e il messaggio
La missione di far giungere l’uomo sulla Luna ha
da sempre incarnato il sogno di ogni avventuriero e di
ogni scrittore di fantascienza. Essa è diventata realtà solo nel luglio 1969, con la missione dell’Apollo 11
che ha visto la discesa dei primi due uomini sul suolo lunare. Tra l’opera di Verne e la sua realizzazione
scientifica sono trascorsi, quindi, poco più di cent’anni; lo scrittore francese è stato dunque capace nella
sua opera di prefigurare una grande impresa che
è stata in seguito realmente realizzata, così come ha
fatto in altre sue celebri opere, come Ventimila leghe
sotto i mari e Il giro del mondo in ottanta giorni.
La fantascienza, intesa come la concepisce Jules
Verne nel XIX secolo, è davvero l’unione di scienza
e fantasia. In questo senso questo genere narrativo
non è soltanto la trasposizione scritta di un’immaginazione molto vivace e produttiva, ma risulta uno dei
modi, divertenti e comprensibili da tutti, per avvicinarsi al mondo della scienza e apprezzare ogni sua
conquista come un passo avanti per l’intera umanità.
Non a caso all’impresa progettata dagli uomini del Gun
Club in Dalla Terra alla Luna partecipano finanziatori di tutto il mondo; l’evento si configura come un
grande passo dell’intero genere umano verso la
conoscenza, fisicamente rappresentato dall’enorme
folla presente al lancio del proiettile.
In questo romanzo l’ambizioso progetto si rivelerà
infine fallimentare; ma sull’onda della fiducia positivistica nella scienza come somma di tutti i saperi,
Verne scriverà in seguito il romanzo Intorno alla
Luna (1870), in cui il progetto di raggiungere il satellite terrestre giunge infine al suo compimento. Il
messaggio di Verne è quindi quello di uno scrittore
che crede nelle capacità conoscitive dell’uomo, in
una ricerca scientifica positiva e utile, nel progresso come chiave per il miglioramento dell’intera
umanità.
La lingua e lo stile
Lo stile del brano è piuttosto semplice: la narrazione è condotta in modo efficace attraverso sequenze narrative e descrittive; queste ultime inscrivono le
azioni dei personaggi in un ambiente che ne costituisce
la cornice e la cui lontana perfezione e armonia contrasta con il trambusto e la confusione che accompagna i
preparativi per il lancio. La prima sequenza narrativa,
che funge da apertura al testo, fotografa la situazione
presente e ricuce abilmente passato, presente e futuro; in tal senso essa rappresenta in modo emblematico ciò che è la narrazione fantascientifica: momento
di incontro fra le conoscenze del passato e del presente
e la speranzosa immaginazione del futuro.
Non vi è particolare attenzione per la rappresentazione dei personaggi, perché sul singolo prevale la fol-
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la nel suo confuso e affascinante mescolamento di età,
condizioni sociali, lingue, religioni ecc. L’unica caratterizzazione psicologica è riservata nel brano al personaggio di Michel Ardan con una presentazione in
parte oggettiva e in parte satirico-ironica (Era pieno
di buon umore, di gaiezza; era faceto, scherzoso:
in una parola era «francese» e, quel che è peggio,
«parigino», fino all’ultimo secondo).
Il narratore onnisciente – il cui punto di vista non
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si identifica con quello di alcun personaggio – focalizza la sua attenzione sull’evento e sulle reazioni della
gente comune, così da permettere al lettore di partecipare anche emotivamente al clima generale di spasmodica attesa che caratterizza il brano (Tra quella
folla ansiosa corse fino a sera un’agitazione sorda,
senza clamori, come quella che precede le grandi
catastrofi; Non un filo di fiato nei petti! I cuori non
osavano più battere).
Laboratorio sul testo
Comprendere
Informazioni esplicite
1. D
a chi è stato progettato il lancio del proiettile verso la superficie della Luna?
2. Che cosa precede l’apparizione sulla scena dei tre intrepidi avventurieri e che cosa accade al loro apparire?
Perché?
3. Su quale personaggio secondario si sofferma l’attenzione del narratore? In che modo?
Informazioni implicite
4. Qual è il rapporto tra l’ambiente atmosferico e ciò che accade nei pressi di Stone’s Hill?
Significati
5. Perché, secondo te, l’autore immagina che nell’incavo del proiettile prendano posto scienziati di diverse
nazionalità?
Analizzare
Struttura
6. Riconosci ed evidenzia in modo differente un esempio di sequenza narrativa e uno di sequenza descrittiva.
7. Qual è il momento culminante della narrazione? Esso coincide con il momento decisivo per l’azione? Motiva la tua risposta.
8. Le sequenze descrittive sono costruite secondo il procedimento dell’accumulazione, cioè con l’accostamento di elementi diversi in rapida successione. Rintracciane un esempio nel testo e sottolinealo.
Narratore e punto di vista
9. Di che tipo è la focalizzazione nel brano?
10.La narrazione procede secondo una tecnica cinematografica che, da una panoramica generale, “stringe il fuoco”
su un particolare fondamentale. Di quale particolare si tratta? Qual è la tecnica cinematografica in questione?
Personaggi
11.Dopo aver sottolineato nel testo le parti dedicate al personaggio di Michel Ardan, scegli tra le seguenti serie di aggettivi quella che meglio lo descrive.
a) Disinvolto, affabile, estroverso.
b) Cinico, distaccato, imperturbabile.
c) Riservato, timido, introverso.
d) Desideroso solo di fama e di riconoscimenti.
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12.Nella panoramica narrativo-descrittiva che costituisce il brano prevalgono singoli personaggi o la folla
nel suo insieme? Per quale ragione, secondo te? In questa scelta è riconoscibile un messaggio implicito
dell’autore?
Padroneggiare la lingua
Lessico
13.Rintraccia nel testo e cerchia i vocaboli che appartengono al lessico scientifico.
14.Baraccamenti, capanne, tuguri, tende punteggiavano la pianura. I vocaboli sottolineati sono sinonimi? Motiva la tua risposta.
Grammatica
15.Indica nelle frasi seguenti se la congiunzione come introduce un semplice esempio o una similitudine.
A. Si sarebbe detto la confusione delle lingue, come ai tempi biblici della Torre di Babele.
B. Tra quella folla ansiosa corse fino a sera un’agitazione sorda, senza clamori, come quella che precede le
grandi catastrofi.
C. Si elevò come una tempesta sonora fino agli ultimi limiti dell’atmosfera.
D. Si mirava davanti al bersaglio, come il cacciatore mira davanti alla lepre che vuol colpire.
E. Un immenso fascio di fuoco sorse dalle viscere della terra come da un cratere.
16.Suonarono le dieci. Era arrivato il momento di prendere posto nel proiettile (r. 55). Il soggetto è sottinteso,
esplicito o si tratta di espressioni impersonali?
17. Chi potrebbe dipingere l’emozione universale arrivata allora al parossismo? (r. 74). Di quale particolare proposizione interrogativa si tratta?
Interpretare e produrre
18. Esprimi in un testo espositivo di circa una pagina come lo stile e i contenuti della prosa fantascientifica di
Jules Verne si differenziano da quelli di altri autori del medesimo genere letterario, di cui hai avuto occasione di leggere passi o intere opere.
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