“Un buon inglese non scherza mai, quando si tratta di una cosa

Transcript

“Un buon inglese non scherza mai, quando si tratta di una cosa
“Un buon inglese non scherza mai,
quando si tratta di una cosa seria come una
scommessa”
Dal libro Il giro del mondo in 80
giorni di Jules Verne
SITOGRAFIA
http://www.palchetto.it/
ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE
“G. MAMELI” - AMANTEA
SCUOLA SECONDARIA DI I GRADO
DIRIGENTE SCOLASTICO
PROF.SSA CATERINA POLICICCHIO
ANNO SCOLASTICO 2013/2014
CLASSI 2^ B —3^ B - 2^ C 3^ C - 2^ D—3^ D
AMANTEA
tempio indù, tra duelli, prigioni, sequestri di persona e assalti dei pellirosse. Non manca naturalmente
la liberazione di una fanciulla in pericolo (la dolce
Auda, destinata secondo le tradizioni indiane ad
essere arsa viva sulla pira funebre del marito), il
che condurrà inevitabilmente, una volta rientrati a
Londra, al più romantico dei lieto fine..
“
“D’ora in poi viaggerò solo con la fantasia”
promise l’undicenne Jules a suo padre, che
l’aveva appena sorpreso a imbarcarsi come
mozzo sul transatlantico Coralie, pronto a
salpare per le misteriose Indie... E certo di
fantasie Jules Verne ne fece viaggiare davvedavvero parecchie con le sue opere tradotte
in venticinque lingue, inaugurando un genere
nuovo: il romanzo scientifico, che fu il diretto antecedente della nostra fantascienza.
Nato a Nantes nel 1828, agli albori della rivoluzione industriale, di cui incarnò pienamente lo spirito progressista e la fiducia nella
scienza, Verne fu disegnatore, fotografo,
aeronauta (subì fortemente la fascinazione
dei grandi palloni aerostatici), esperto di geografia, amico di artisti come Nadar e scrittori
come Alexandre Dumas padre e figlio. Nei
suoi romanzi anticipò con vena leonardesca
molte scoperte tecniche e scientifiche, che
furono
poi
effettivamente
realizzate.
Nell’ultimo periodo della sua vita sviluppò
un certo pessimismo verso l’uso che l’uomo
avrebbe fatto della scienza, anche dovuto a
tragiche vicissitudini personali: fu infatti reso
invalido da un colpo di pistola a una gamba,
sparatogli da suo nipote, che soffriva di disturbi psichici.
Morì ad Amiens nel 1905, dove per anni era
stato consigliere comunale e presidente del
gruppo degli Esperantisti.
Le Tour du Monde en Quatre-Vingts Jours è forse il
romanzo di maggior successo di Jules Verne: nel
1872 uscì a puntate sul «le Temps», suscitando un
entusiasmo, di cui beneficiò anche l’edizione in volume, vendendo immediatamente 108.000 copie. Merito soprattuto del fascino inestinguibile che la circumnavigazione del globo ha sempre esercitato
sull’uomo: il protagonista, il misterioso gentleman
inglese, Philéas Fogg e il suo cameriere parigino
Passepartout partono, infatti, in seguito a una scommessa per realizzare l’eroica impresa entro il termine
di ottanta giorni. Inseguiti e ostacolati dal detective
Fix, che crede di aver identificato in Philéas Fogg
l’autore di un colossale furto alla banca di Londra,
essi affrontano pericoli e imprevisti di ogni tipo: da
una corsa a dorso di elefante alla profanazione di un
Un affascinante viaggio intorno al mondo è
l’esperienza promessa al pubblico di questo spettacolo: condotti per mano dalla regista Manon Montel, gli spettatori accompagnano silenziosamente
Phileas Fogg e il fido Passepartout in tutte le tappe
della loro entusiasmante avventura. L’uso sapiente
di sofisticate videoproiezioni, abbinato a realistici
effetti sonori e luci studiate nei minimi dettagli,
creano l’impressione di viaggiare insieme ai protagonisti. Le diverse ambientazioni vengono concretamente suggerite sulla scena da elementi scenografici specifici, che permettono di contestualizzare
con immediatezza tempo e luogo, per facilitare la
comprensione della storia. Le sequenze narrative si
susseguono sull’incalzante ritmo di una colonna
sonora composta prevalentemente da originali pezzi
di musica rock e rap, i cui testi sono stati appositamente scritti per completare, ribadire o anticipare
ciò che viene visivamente mostrato sul palcoscenico. I costumi richiamano lo stile del periodo compreso tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, e
ogni personaggio è immediatamente identificabile
fin dall’inizio della rappresentazione, grazie a dettagli particolari che ne sottolineano e amplificano i
tratti caratteriali e la posizione sociale.