Tutti mangiarono e si sfamarono» (Mc 6,34-44)

Transcript

Tutti mangiarono e si sfamarono» (Mc 6,34-44)
VANGELO E CATECHESI
«Tutti mangiarono
e si sfamarono»
(Mc 6,34-44)
Proposta di una
Lectio Divina sulla
prima moltiplicazione
dei pani e dei pesci
«P
resi i cinque pani
e i due pesci, levò gli occhi
al cielo, pronunziò
la preghiera di benedizione,
spezzò i pani e li dava
ai discepoli perché
li distribuissero.
Tutti mangiarono
e si sfamarono»
(Mc 6,41-42).
Vieni, Spirito Santo
Preghiera di inizio
Signore, molta gente ha fame,
fame di pane, fame di amore, fame di pace.
Quando vediamo in televisione
i volti tristi e scheletriti di ragazzi come noi
che frugano nelle immondizie,
restiamo colpiti e amareggiati.
E ci viene da chiedere: Signore, perché?
Li vedi anche tu? Cosa fai per loro?
E noi che cosa potremmo fare?
Noi come ragazzi?
Leggendo il Vangelo, a catechismo,
abbiamo saputo che tu una volta,
anzi due, hai letteralmente
moltiplicato il pane e anche il pesce
per la gente affamata che ti stava attorno,
e che c’era un ragazzo
che ti ha dato una mano. Aiutaci a capire
e a fare tutto ciò che possiamo.
«Così dice il Signore»:
che cosa comunica il testo ascoltato
• Per la lettura di Mc 6,34-44 si seguano le
indicazioni date in Dossier 1, 2002, p. 11.
INFORMAZIONI PER IL CATECHISTA
Miracoli, segni del regno di Dio
• È un altro racconto di miracolo. Come abbiamo detto in Dossier Catechista 9, 2002,
Gesù non vuol fare l’esibizionista, facendo
sfoggio di potenza, quasi fosse un mago.
• Gesù con i miracoli vuol mostrare come il
Regno di Dio (= l’amore del Padre) venga incontro ai figli che vivono situazioni difficili,
anzi impossibili, come la morte, il mare in
tempesta, la fame, non solo di pane, ma anche di pace, di amore, di gioia. Ha fame il
corpo, ha fame l’anima. Dio, attraverso Gesù,
è cibo per tutto l’uomo e per tutti gli uomini.
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La «sezione dei pani»
• Gli studiosi chiamano Mc 6,30–8,23 la sezione dei pani, perché più di una volta compare il termine pane, lievito, cibo. Vi è anzi il
racconto di una seconda moltiplicazione dei
pani e dei pesci (Mc 8,1-10). Cosa vuol dire
questo? Siamo sulla via della verità se teniamo presente quattro dati tra loro connessi:
banchetto messianico
(Mt 22,1-14)
lo scopo
pane di Mosè
pane di Gesù
nel deserto
le prove
alla folla
(Es 16)
(Mc 6,34-44)
il segno e garanzia
pane dell’Eucaristia
(Mc 14,22-25)
• Si intuisce quanto sia teologicamente ricco
questo racconto della moltiplicazione del pane: il pane che Gesù dà alla gente richiama il
pane di Mosè agli ebrei nel deserto, ed entrambi sono prove anticipate del grande banchetto messianico che Dio prepara per il suo
popolo (scopo); il pane eucaristico rimane il
segno e la garanzia del grande banchetto finale e insieme richiama il dono del pane terreno che Dio vuole per tutti. Occorre introdurre i ragazzi a capire questi rapporti.
Il contesto immediato del miracolo
• Va tenuto presente il contesto immediato: i
discepoli tornano dal tirocinio missionario di
annuncio del Vangelo, sono entusiasti e lo dicono a Gesù (6,30-33). Ma non ci si può fermare. E Gesù dona loro una lezione: il missionario è un pastore buono che provvede in
nome di Dio ai bisogni della gente.
PISTE DI LAVORO PER I RAGAZZI
Prima conoscenza del testo
Struttura e dinamica del racconto
• Cogliamo subito la struttura, che è molto
semplice: la commozione di Gesù per la gente (6,34); il dialogo tra Gesù e i discepoli
(6,35-38); il dono del pane (6,39-41); la conclusione (6,42-44).
• Si noterà la dinamica del racconto:
■ al centro non sta la moltiplicazione del pane,
ma la relazione tra la gente, pecore senza pastore e Gesù, che appare perciò come buon
pastore, relazione che coinvolge i discepoli
chiamati ad essere con Gesù pastori del suo
popolo;
■ tre azioni fanno la scena: compassione, insegnamento (del Regno) e dono del cibo;
■ l’effetto è straordinario: la gente è sfamata
in misura abbondante.
I personaggi: la folla, i discepoli, Gesù
• La folla: corre dietro a Gesù e ai suoi discepoli, ha bisogno di lui; è numerosa (cinquemila uomini) e indigente (pecore senza pastore). In essa però vi è uno (un ragazzo, annota
Gv 6,9) che con il suo magro cestino dà a Gesù la possibilità di fare il grande banchetto.
• I discepoli: sono intimamente collegati a
Gesù: vanno con lui, assistono al suo insegnamento, curano il buon ordine del banchetto, e con lui distribuiscono il pane. Una differenza: essi vorrebbero congedare la gente
perché non sanno che cosa dare; Gesù invece
la riunisce intorno a sé perché ha il suo pane
da dare.
• Gesù: è protagonista. Si osservi la sequenza
dei verbi: vede la folla, si commuove per essa,
insegna a lungo, si preoccupa perché riceva
il cibo, coinvolge i discepoli, mette ordine tra
la gente, compie un gesto religioso (eucaristico) sul pane, lo fa distribuire ai discepoli, fa
raccogliere gli avanzi (cf Gv 6,12).
• Il miracolo più grande è il cuore di Gesù,
buon Pastore, il suo amore e la sua compassione da cui scaturisce il miracolo del pane.
Approfondimento
1. «Sbarcando, vide molta folla e si commosse per loro perché erano come pecore
senza pastore, e si mise a insegnare loro
molte cose» (6,34).
• È un dato storico, ma compreso secondo la
tradizione biblica del buon pastore che cura il
suo popolo nel deserto (6,35). Vi è il ricordo
di Es 15,3; Nm 27,17; Dt 18,15-18; Ez 34,5 e
in particolare il salmo 23. Gesù è il pastore
messianico che raduna, istruisce e nutre il suo
popolo. Questo è il centro del racconto.
• Il cenno sull’insegnamento sottolinea che il
cibo del popolo è prima di tutto il pane della
Parola di Dio, che annuncia la venuta e la presenza del Regno; ma la Parola (annuncio del
Regno di Dio) si traduce anche in pane materiale per la fame della gente.
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2. «I discepoli gli dissero: “Questo luogo è
solitario, congedali, perché si comprino da
mangiare”. Ma Gesù rispose: “Voi stessi
date loro da mangiare”. Gli dissero: “Dobbiamo andare noi a comprare?”. Ma egli
replicò loro: “Quanti pani avete? Andate a
vedere”. Riferirono: “Cinque pani e due
pesci”» (6,35-38).
• È un dialogo assai significativo sulla fede e
la collaborazione con Gesù:
■ Gesù vuole che i suoi discepoli condividano
con lui il ministero del pane.
■ Appare del tutto chiara l’incapacità dei discepoli a fare da soli.
■ Non rimane che avere fede piena in Gesù,
mettendo a disposizione quel poco che hanno
(pane e pesce, il pasto dei poveri).
3. «Ordinò di farli sedere sull’erba verde,
a gruppi. Levò gli occhi al cielo, pronunciò
la benedizione, spezzò i pani e li dava ai discepoli perché li distribuissero» (6,39-41).
• Il testo è assai denso di significato. Ecco alcuni aspetti più importanti:
■ Si tratta di un banchetto bene ordinato, che
allude al banchetto messianico dove la massa
è popolo di Dio, nello splendore della vegetazione (Sal 23,2). Probabilmente è il tempo
della pasqua, quando l’erba è verde.
■ Gesù fa la tradizionale benedizione del cibo, ma è evidente il colorito eucaristico (cf le
parole della consacrazione eucaristica, in Mc
14,22 e adesso nella Messa): l’Eucaristia è
moltiplicazione del pane della vita.
■ Non Gesù, ma i discepoli distribuiscono il
pane. Tutto si compie come se la moltiplicazione avvenisse dalle loro mani: è chiara la
diakonia del pane e dell’Eucaristia che Gesù
affida ai suoi discepoli.
4. «Tutti mangiarono e si sfamarono. E
portarono via dodici ceste. Erano cinquemila» (6,42-44).
• Anche qui il testo è ricco di significato.
■ Domina la sovrabbondanza! Proprio tutti
mangiarono, a sazietà, in un numero straordinario (di Eliseo si dice che con venti pani fece mangiare cento persone, 2 Re 4,42-43).
■ Il numero dodici può richiamare i dodici discepoli o apostoli che sono chiamati a continuare nel tempo a donare il pane di Gesù.
■ I doni di Cristo sono tali da colmare quelli
che li ricevono, qualunque sia il loro numero.
«Mostraci il tuo volto, Signore»:
il messaggio del testo per noi oggi
• Lo evidenziamo con alcune affermazioni,
che il catechista approfondirà con i ragazzi
perché ne interiorizzino il senso:
1. «Gesù vide molta folla e si commosse per
loro» (6,34).
• Al centro di questo miracolo non sta il pane
materiale, ma il cuore di Gesù, che intende
aiutare la gente che ha fame. Egli si presenta
come il buon Pastore che dà vita, dona il cibo
alle sue pecore, anzi darà per loro la sua vita.
■ Sapete raccontare qualche altro miracolo
in cui si manifesta la bontà di Gesù? ■ Qual è
il comandamento «nuovo» che Gesù dà ai
suoi discepoli? ■ Ricordate qualcuna delle
opere di misericordia?
2. «Date voi stessi da mangiare» (6,37).
• Da tutto il racconto emerge un atteggiamento di Gesù. Egli potrebbe fare da solo, ma non
vuole: vuol essere il buon Pastore accompagnato, coadiuvato da discepoli chiamati a essere buoni pastori come lui. Gesù mette la
potenza di Dio a servizio dei poveri e i discepoli imprestano a lui le loro mani.
■ Perché Gesù lega così strettamente a sé i
suoi discepoli? ■ Che cosa vuole insegnar loro? ■ A che cosa vuole prepararli? ■ Quale
sarà la missione dei discepoli?
3. «Prese i pani, levò gli occhi al cielo, li benedisse e li dava ai discepoli...» (6,41).
• Gesù non fa un gesto di solidarietà per una
volta e basta. Questa gente, il giorno dopo
avrebbe avuto ancora fame. No, Gesù si appella a Dio con la preghiera rivelando che è
volere di Dio dare il pane quotidiano alla gente, per sempre e per tutti.
• Di qui il sapore eucaristico del racconto: vi
sta dentro la verità che il pane di Dio per la
fame dell’uomo è il corpo stesso di Gesù, il
suo cuore compassionevole che rimane con
noi per sempre, capace di dare in continuità il
pane a chi ha fame, tramite i discepoli.
■ Leggete Mc 6,41 e subito dopo Mc 14,22. Cosa suggerisce la somiglianza delle due frasi?
■ Che rapporto c’è fra il pane «moltiplicato e
distribuito» e il pane «eucaristico»? ■ Quale
impegno nasce per chi nella Messa riceve Gesù presente nel pane eucaristico?
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4. «Tutti... si sfamarono» (6,42).
• L’esito di questo miracolo è veramente
straordinario. Qui vengono alla mente i racconti del pane di Dio nel deserto per Israele
suo popolo (Es 16; Nm 11; 2 Re 4,42-44). Dio
ama la sua gente.
• La novità qui è l’estrema abbondanza apportata da Gesù rispetto a Mosè e a Eliseo.
Senza confini di posto e di numero.
■ La Chiesa è chiamata a diventare la casa
del pane di Dio e perciò la casa della condivisione e della carità. ■ Quali sono le forme di
carità verso la gente che la Chiesa oggi è
chiamata a fare e di fatto opera?
«Noi lo faremo»:
un impegno di vita
1. Gesù ha compassione della gente. Al solo
vederla, egli mostra di capire le sofferenze
delle persone, i loro bisogni. Gesù non scappa dalla gente, ma sta in mezzo.
■ Siamo capaci di accorgerci dei bisogni di
chi ci è vicino o incontriamo? ■ Sappiamo rispondervi prontamente come il samaritano o
facciamo come il levita e il sacerdote della
parabola? ■ Come ci comportiamo in famiglia, a scuola, con gli amici?
2. Gesù unisce strettamente il pane materiale
con il pane eucaristico. Non sono eguali, ma
sono entrambi necessari, perché nutrono l’uomo con il pane di Dio.
■ Qual è il nostro stile di partecipazione alla
Messa domenicale? ■ Finisce quando usciamo di chiesa? ■ In che modo continua durante i giorni della settimana? ■ È «cristiano» ricevere il Pane eucaristico e non spezzare il
pane del nostro amore con chi ha bisogno del
nostro aiuto?
3. Gesù apre il banchetto della gente che lo
circonda con la preghiera, perché il pane (il
cibo, ciò che è essenziale per la vita) è sempre dono di Dio, da invocare, di cui ringraziare e da condividere.
■ Il gesto di Gesù (6,41) è un esempio da imitare. ■ Perché prima dei pasti il cristiano rivolge una breve preghiera a Dio? ■ Se nella
vostra famiglia non c’è questa bella abitudine perché non introdurla?
• Prima di concludere rileggere Mc 6,34-44.
«Ascoltaci, Signore»:
preghiera di conclusione
• Si esporrà una icona di Cristo. È anche possibile offrire alla contemplazione dei ragazzi
l’accostamento di due immagini: la moltiplicazione dei pani e l’Ultima cena.
• Le due scene potrebbero anche essere state
disegnate dai ragazzi. Fra le immagini si può
anche collocare questa frase scritta in grande:
«Gesù ha compassione della gente».
La parola del catechista
• Il catechista proporrà poi qualche minuto di
contemplazione delle immagini e ricorderà le
fasi dell’intervento di Gesù: vede la gente affannata e si commuove; insegna che Dio dona a loro il suo Regno; invita i discepoli a dare il cibo; li coinvolge offrendo quel poco che
hanno e a distribuire il tutto che ricevono; Gesù prega il Padre per il dono del pane.
Le intenzioni di preghiera
• Proponiamo alcune intenzioni di preghiera a
cui i ragazzi risponderanno: «Padre, dacci oggi il nostro pane quotidiano».
■ Per i milioni di persone che nel mondo soffrono la fame, preghiamo.
■ Per coloro che si impegnano contro la fame
nel mondo, preghiamo.
■ Perché l’Eucaristia sia riconosciuta come
pane di vita, preghiamo.
■ Perché ogni giorno sappiamo ringraziare
Dio per il pane che ci dona, preghiamo.
• Dopo queste invocazioni i ragazzi possono
continuare con intenzioni spontanee per concludere poi con la seguente preghiera.
Signore Gesù,
con questo miracolo ci hai aperto gli occhi:
ora ti conosciamo meglio.
Tu hai un cuore straordinario: quando vedi
uno che ha fame, provi fame anche tu,
tanto gli sei vicino e intendi aiutarlo.
Tu però non vuoi fare da solo,
ma coinvolgi i tuoi discepoli: tu sei il cuore,
a noi chiedi di essere le tue mani. Una cosa
ci ha colpito: le stesse azioni che hai fatto
moltiplicando il pane, le compi ogni giorno
nell’Eucaristia. Tu ti doni a noi nel segno
del pane, perché con la nostra vita donata
diventiamo pane spezzato per gli altri. Amen.
CESARE BISSOLI
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