indagine sul benessere degli ovini da latte in puglia

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indagine sul benessere degli ovini da latte in puglia
INDAGINE SUL BENESSERE DEGLI OVINI DA LATTE IN PUGLIA: PRIMI
RISULTATI OTTENUTI ATTRAVERSO L’UTILIZZO DI INDICATORI DI
DIVERSA NATURA
SURVEY INTO THE WELFARE OF DAIRY-SHEEP IN APULIA: PRELIMINARY
RESULTS FROM DIFFERENT INDICATORS
RUBINO G. 1, ALLOGGIO, I. 2, BRAMANTE, G. 2, PETAZZI, F. 1
1
DiSBA - Università di Bari - Strada provinciale per Casamassima km 3 - 70010 Valenzano
(Bari) - Italy
2
Dip. PROGESA- Università di Bari. Via Amendola, 165/A, Bari (BA). Tel. 0805442842,
Fax 0805442828,
KEY WORDS: animal welfare, dairy sheep, Sarda, Comisana and Valle del Belice sheep,
farm
ABSTRACT
The international importance of the protection of animals kept for farming purposes and the
commitment of the Community in raising awareness on the issue worldwide were
highlighted in an address delivered by Commissioner Byrne to the first OIE Global
conference on animal welfare on 23 February 2004. But the Community legislation
concerning the welfare conditions of farm animals lays down minimum standards, specific
rules being possibly adopted to different species based on advanced understanding of their
optimal welfare. There are still few pieces of information on the welfare of ovine species.
According to the assumption that sheep health is important for animal welfare, the
agricultural industry and consumers alike, this work approaches sheep welfare looking for
functional indicators of the overall status of the animals. Thus, in 12 different flocks
located in Apulia, 142 Comisana sheep, 159 Sarda sheep and 150 Valle del Belice sheep
were sampled. For each of the 451 individuals, anamnestic data, clinical observations, fecal
analysis and some blood parameters were recorded on a clinical report form as well as
pieces of information concerning the breeding system and the environmental conditions.
Then the Authors produce a common format allowing welfare assessment based on the
evaluation of different functional indicators.
INTRODUZIONE
Il benessere animale, argomento attuale e di nascita relativamente recente (Hughes, 1976;
Harrison, 1964), almeno quanto a problema di allevamento e di letteratura, ha assunto una
importanza anche economica da qualche anno in qua e riguarda, oggi, come possibilità di
valutazione, praticamente tutte le specie di interesse zootecnico. Di particolare attenzione,
dal nostro punto di vista, la valutazione del benessere nella specie ovina che, da sempre,
sembra adattarsi con relativa facilità alle diverse condizioni di allevamento.
La realtà allevatoriale nella nostra regione si presenta eterogenea, dal piccolo allevatore
con poco più di venti capi alla grande azienda con centinaia di animali di razze e specie
differenti e ciò che forse accomuna queste diverse tipologie di allevatori è il desiderio di
migliorare, quantitativamente e qualitativamente la produzione, facendo anche ricorso con
sempre maggiore frequenza a razze ovine non autoctone.
In questo intento di miglioramento c’è stato un primo tentativo di introdurre nel nostro
territorio ovini di razze nord europee, non andato a buon fine per l’eccessiva difficoltà di
questi animali ad adattarsi al clima semi arido ed alle malattie enzootiche; successivamente
si è optato per animali che avessero caratteristiche adeguate, vuoi per clima vuoi per
ambiente al nostro territorio, di qui la scelta di pecore di razza Sarda e Comisana,
selezionate già da tempo per la produzione di latte ed in particolare la Sarda per la
mammella adatta alla mungitura meccanica; le pecore di razza Valle del Belice, invece
sono di più recente introduzione in Puglia.
MATERIALI E METODI
Campionamento. La selezione degli allevamenti per il nostro campionamento è stata fatta in
modo da poter avere un quadro che, rispecchiando il più possibile la nostra realtà
territoriale, fosse sufficientemente eterogeneo nel senso di comprendere la variabilità
dettata dalle diverse tipologie gestionali, dagli allevamenti di piccole dimensioni (20-25
capi) con un sistema di allevamento estensivo, fino alle grandi aziende con sistema semiintensivo.
La nostra indagine si è svolta in 11 allevamenti di ovini da latte distribuiti in un’area
compresa fra le province di Bari, Brindisi e Taranto. L’ampiezza dell’area geografica in cui
operare è stata determinata oltre che dalla necessità di operare in ambienti di caratteristiche
ben note e controllabili nel tempo, anche dalla urgenza del ritorno in laboratorio per poter
processare i campioni di sangue e feci in giornata.
In Tabella 1 è riportato lo schema di campionamento dal quale è possibile rilevare: a) il
numero delle aziende prese in considerazione, b) la razza allevata o, come nel caso
dell’azienda L, le razze allevate, c) il numero di soggetti esaminati anche ripartiti per sesso,
d) la dimensione del gregge dal quale sono stati estratti i campioni, e) il numero di
campioni per razza.
Esame clinico. In ognuna di queste aziende è stato effettuato il prelievo del sangue in
EDTA ad un campione di animali come da tabella 1 ed un prelievo di feci di stalla; ogni
animale campionato è stato sottoposto ad un rapido esame obiettivo generale (EOG)
durante il quale è stata riservata particolare attenzione all’aspetto del vello (pulizia e
eventuale presenza di ecto-parassiti), arti e piedi, denti e mucose apparenti; inoltre è stata
valutata la copertura adiposa e la massa muscolare di ogni soggetto (BCS).
Tab. 1. Schema di campionamento che illustra il sistema di raccolta dei dati.
Sampling scheme defining how the data have be obtained.
N° of samples
Flock size
per breed
Breed
F
M
N° of samples
Farm B1
Farm B2
Farm D
Farm E
Farm L (a)
Farm A
Farm F
Farm G (a)
Farm I
C
C
C
C
C
S
S
S
S
20
18
35
36
18
30
35
36
33
1
1
7
4
2
10
5
3
7
21
19
42
40
20
40
40
39
40
Farm C
VdB
52
38
90
800
Farm H
VdB
33
7
40
320
Farm L (b)
VdB
9
11
20
355
96
451
Total
142
159
150
26
20
400
150
200
260
800
203
417
300
3884
Parametri ematologici. In laboratorio su ogni campione di sangue è stato effettuato un
esame micro-ematocrito (Hct) ed è stata valutata la concentrazione emoglobinica (Hb %).
Sulle feci sé stata eseguita la ricerca di endo-parassiti tramite flottazione .
Tab.2. Schema delle voci utilizzate per punteggiare le aziende ai fini della valutazione del
benessere animale.
Rank-based evaluation of animal well-being. The grade point value was assigned
considering that the optimum animal well-being equals 100% being composed by 40% of
Biological Points (flock), 30% of structural points (housing, milking machine, cheese
factory) and 30% of human component (human-animal relationship, shepherd care )
Biological Points
40%
structural points
30%
Human component
40%
HCT
Hb d/dl
1-5
1-5
Housing
Milking machine
1-5
1-3
Sheep care practice
Health measures
1-2
1-3
MCHC
BCS
1-5
1-3
Cheese factory
Space allowance
1-2
1-3
Innovative assessment
Tradition in sheep
farming
1-2
1-2
Parasites
Total
1-3
5-21
Grazing pasture
1-5
5-18
3-8
Total %
%
%
%
Nel nostro intento di valutare la condizioni di benessere di allevamento, abbiamo anche
intervistato i proprietari delle aziende, gli operai,ed il veterinario responsabile così da
raccogliere informazioni riguardo la familiarità degli operatori con gli animali, la tradizione
allevatoriale, la programmazione aziendale e sanitaria.
Elaborazione dati. L’elaborazione di tutti i dati raccolti è stata effettuata utilizzando uno
schema (Tabella 2) secondo il quale il benessere può essere dedotto analizzando tre fattori
principali ad ognuno dei quali è stato attribuito un peso percentuale, ponendo a 100 il
paradiso terrestre: l’animale (40%), l’uomo (30%), l’azienda (30%). In particolare per la
componente animale è stato fatto un calcolo dei punti biologici assegnati sulla base della
posizione in graduatoria delle medie stimate del gregge per i diversi parametri esaminati
(Hct, Hb, MCHC, BCS, carica parassitaria); nella valutazione delle strutture aziendali si è
tenuto conto dei ricoveri, della presenza di macchine e impianti vari comprese la sala di
mungitura ed il caseificio. Infine la componente umana è stata classificata in base a
caratteristiche che vanno dalla dimestichezza con gli animali alla apertura verso
l’innovazione.
L’analisi statistica è stata effettuata utilizzando un modello della procedura GLM del
software SAS (SAS Institute, Inc., Cary, NC) che consentisse di valutare l’effetto
dell’azienda sul HCT, HB, MCHC, con correzione simultanea per la razza, il sesso e l’età
degli animali.
RISULTATI E CONCLUSIONI
I risultato della analisi statistica circa l’effetto dell’azienda sui parametri ematologici non
ha evidenziato alcuna differenza significativa, ed in particolare i valori medi per l’HCT, HB
ed MCHC erano tutti pressoché sovrapponibili alle medie di popolazione calcolate per le
razze pugliesi (Pieragostini et al., 1994, Pieragostini et al., 1999). Tutti gli animali testati
risultavano inseriti senza riserva nel processo produttivo, a conferma della opzione “animali
sani “ in ipotetica situazione di benessere diversificato. Nella tabella 3 che riporta i
punteggi totalizzati dalle varie aziende sulla base dei parametri elencati in tabella 2 si nota
che i punteggi complessivi variano percentualmente da 60 a ad 86 e, all'interno di questi
valori complessivi si osserva rispettivamente una variabilità da 24 a 36 per il fattore
“biologico, da 16 a 28 per il fattore struttura e da 20 a 30 per la valutazione del “fattore
umano”, a conferma di una valutazione nel complesso positiva di tutti gli allevamenti
campionati.
Tab.3. Rank-based evaluation of the 11 sheep farms under study as to the animal wellbeing, the grade point value being assigned according to the scheme in tab.2.
Well-being
Components
Biological
Points
Structural
points
Points for the
human
component
Totale
Farms
A
24%
B1
24%
B2
36%
C
24%
D
28%
E
36%
F
26%
G
28%
H
28%
I
30%
L
30%
18%
16%
23%
16%
26%
16%
26%
16%
25%
26%
28%
26%
23%
26%
20%
26%
26%
26%
20%
23%
30%
26%
68%
63%
85%
60%
80%
78%
78%
64%
76%
86%
84%
Non sono possibili correlazioni di un qualche interesse, né in negativo né in positivo riferite
o riferibili alle razze mentre è inequivocabile la valutazione non in negativo in assoluto ma
di minore benessere, all'interno del campione complessivo, degli animali del gruppo C,
valutazione (60%) su cui pesano in maniera determinante sia il fattore strutturale sia il
fattore umano; probabilmente una situazione da leggere in confronto con la realtà del
gruppo F, nel quale la dimensione numerica, pur collocando anche qui l'allevamento in una
situazione di tipo industriale, sembra pesare meno per una migliore struttura e per una
migliore capacità e/o attenzione degli addetti. Per quanto riguarda le migliori valutazioni
esse sembrano riguardare gli allevamenti di consistenza numerica media (A, E ed L)
affermazione in parte smentita dal punteggio dell'allevamento G, per il quale si osservano
carenze a livello di personale e di struttura dovute in un caso all’impiego di pastori di scarsa
professionalità e nell’altro ai chiari segni del tempo nei ricoveri e nella sala di mungitura.
L'utilizzo di questa semplificazione numerica, di necessità grossolana della realtà
dell'allevamento ovino presta sicuramente il fianco a possibili critiche, soprattutto quando si
confrontino la necessaria accuratezza della più classica indagine anamnestica clinica, anche
di allevamento, con il ridotto numero e la relativa genericità dei criteri di valutazione e
quantificazione proposti. Purtuttavia, è proprio la semplicità dello schema proposto, con la
correlata graduazione e differenziazione, che ne consente un utilizzo anche profano di
sicuro interesse e soprattutto di sufficientemente puntuale orientamento, per condurre
indagini successive anamnestiche e clinico laboratoristiche, che possono individuare, al di
la di una valutazione generica di ridotto benessere in situazione comunque produttiva,
correzioni per situazioni in divenire foriere di patologie non solo da scarso reddito.
La valutazione del benessere, anche nell'allevamento ovino, è legata principalmente alla
capacità ed alla sensibilità degli operatori che, comunque, al di là della esperienza del
singolo, seguendo uno schema come quello proposto, rispettoso delle diverse problematiche
insite nei diversi aspetti dell'allevamento, potrebbero valutarne in maniera più oggettiva il
benessere, prevenendo e programmando a ragion veduta.
RINGRAZIAMENTI.
Gli Autori ringraziano il dott. Giuseppe De Felice ed il dott. Antonio Nisi per la preziosa
collaborazione nella ricognizione delle aziende i cui responsabili si sono tutti distinti per
disponibilità e cortesia. Un grazie particolare va al dott. Raffaele Sbano che, in qualità di
proprietario dell’allevamento più numeroso, si è sobbarcato l’onere di ospitarci due volte.
Questo lavoro è stato finanziato dal MIUR (PRIN 2004) e dell’Università di Bari.
BIBLIOGRAFIA
Bertoni G., Calamari L., (2005). Valutazione del benessere animale. Atti della Giornata di
studio, Sassari 16 dicembre 2005. In I Georgofili “ Il benessere animale e la qualità delle
produzioni nei piccoli ruminanti” -Quaderni VII, 33-46.
Hughes, B. O. (1976). Behaviour as an index of welfare. Proc. V Europ. Poultry Conf.,
Malta, 1005-1018.
Harrison, Ruth 1964. Animal Machines: The New Factory Farming Industry. London:
Vincent Stuart
Pieragostini E., Dario C., Bufano G. (1994) Haemoglobin phenotypes and haematological
factors in Leccese sheep. Small Ruminant Res. 2, 177-185.
Pieragostini E., Petazzi F., Rubino G. (1999) Haematological values in Apulian native
sheep breeds. In: Proceeding VII International Congress of Mediterranean Federation for
Ruminant Health and Production (Fe.Me.S.P.Rum) Santarem, Portugal, 22-24 April 1999,
pp. 195-198.