Untitled - Azione per un Mondo Unito
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Sommario APPRoFonDiMEnto 2-3 Sul senso di un aiuto attento alla fraternità nuovi PRogEtti 2012 4-7 Bolivia: un “angolo di luce” nell’Area 5 8-9 Tecnologia a servizio della persona e della società 10-11 Myanmar: partiamo dai piccoli 12 Messico: una medicina contagiosa SPAzio PRogEtti 13-14 Esperienze di reciprocità dal Burundi 15-16 Altri Progetti in corso 17 Progetti conclusi EDucAzionE Allo SviluPPo 18-19 Questioni di stile 20 News dal sito Editore: Associazione Azione per un Mondo Unito - Onlus Via Frascati, 342 - 00040 ROCCA DI PAPA (Roma) Telefono 06-94792170 Fax 06-94790359 e-mail: [email protected] Codice Fiscale: 97043050588 Autorizzazione: Tribunale di Velletri n. 1/98 del 15/01/98 Direttore responsabile: Michele Zanzucchi Redazione: Stefano Comazzi, Anna Marenchino, Alessandro Pecorella, Angela Luce Silva, Francesco Tortorella Hanno collaborato a questo numero: Carlo Montaguti, Licia Paglione, Maria Teresa Sala Foto: Archivio AMU Progetto grafico e impaginazione: Paolo Giovannucci, Alessandro Pecorella Stampa: Tipolitografia Santa Lucia Marino (RM) Tel. 06-9385153 2 Amu notizie 4 / ottobre-dicembre 2011 Sul senso di un aiuto attento alla fraternità Nel corso dell’anno abbiamo approfondito il tema del Bene Comune, scoprendone la fragilità in quanto bene minacciato da una visione culturale individualistica. Come Ong di sviluppo e come singoli, ci sentiamo interpellati rispetto alla necessità di cominciare a pensare in termini di “noi”. In questo tempo di Natale, ci soffermiamo allora su un particolare fenomeno che ci spinge in questa direzione: lo scambio di doni. Forse qualche volta la nostra attenzione si ferma sul senso, cioè sul motivo che ci anima quando doniamo, e sugli effetti che i doni possono avere per gli altri. Vorremmo riflettere su questi punti, in relazione ad un tipo di dono di cui le ong si occupano: il dono nella forma di aiuto per promuovere lo sviluppo di popoli e persone. Cosa motiva ad aiutare? E quando un aiuto produce effetti efficaci rispetto all’obiettivo di eliminare la miseria e creare rapporti più giusti e fraterni a livello mondiale? Negli anni gli aiuti allo sviluppo lineare - dello stile, del modo in cui hanno generato, insieme a risultati gli aiuti sono dati, che dipende dal positivi, molti effetti inattesi negasenso del dare che anima coloro che tivi, come l’aumento delle disuguasi occupano di progetti di lotta alla glianze economiche tra Paesi e la miseria. dipendenza dello sviluppo di alcuÈ il senso del dare a creare, a sua ni Paesi da quanto ricevuto. volta, un tipo di relazione tra chi dà Alcuni ricercatori arrivano a e chi riceve che incide sull’efficacia parlare di aiuti che “uccidono”1 di un aiuto nel liberare e “far fioriperché frenano e mortificano le care” chi riceve o, al contrario, nel pacità locali di crescita, intrappofarlo sentire inferiore e passivo, calando chi li riceve in una pace solo di ricevere in modo assicondizione di inferiorità e dipenstenzialistico. denza non solo economica, ma anche psicologica e sociale. Analizzando più in profondità: perché capita che un aiuto allo sviluppo generi dipendenza in chi riceve? Molti ritengono che questo esito sia frutto non tanto dell’insufficienza dei beni materiali donati, ma piuttosto di fattori politici, culturali e sociali e - in particolare questo Sopra e a pag. 3: ragazzi della scuola Santa Maria (Messico) vorremmo qui sotto- impegnati in azioni sociali Come favorire uno stile di aiuto che liberi i poveri dalla povertà e dalla dipendenza? Un modo interessante è, secondo l’economista Elinor Ostrom, premio Nobel per l’economia nel 2009, che chi dà l’aiuto consideri i destinatari attivi, capaci, protagonisti del progetto e, qualora in loro questa consapevolezza di una comune appartenenza manchi, faccia sì che maturi. Quali le caratteristiche di uno stile di aiuto animato da questo senso? Alcuni spunti interessanti per penetrare questa domanda sono legati al concetto di dono. Spesso confuso con elemosina o atto unilaterale di donazione, il dono è, invece, da intendere come un ciclo di atti reciproci (dare, ricevere e ricambiare) la cui funzione è creare e rafforzare i legami sociali tra persone alla pari. Movente di questo sistema di atti reciproci è una forza contenuta nel dono che - è stato osservato da vari anni dagli antropologi - sebbene non pretenda nulla in cambio, suscita in chi riceve una sorta d’obbligo a ricambiare. Tale obbligo, però, è di natura paradossale in quanto resta sempre libero: chi riceve può, infatti, indirizzare il controdono ad altri diversi dal primo donatore, non è condizionato né nei modi, né nei tempi, né per l’entità del contraccambio o, addirittura, può non ricambiare affatto. Il dono, inoltre, sebbene sembri totalmente gratuito, mostra al fondo un interesse, quello per la costruzione di un legame che nasce perché il dare non si esaurisce in un’azione isolata, ma alimenta azioni reciproche, cioè rel-azioni2. Per questo l’oggetto donato viene anche chiamato “operatore privilegiato di socialità” e ha un valore specifico, distinto da quelli d’uso e di scambio, il valore di legame. Tale valore è legato al senso che muove l’azione del dare: quando esso non è l’intenzione di ricevere, sfoggiare grandezza, umiliare o schiacciare il donatario, ma principalmente quella di dare gratuitamente, il suo risultato è “alleviare la pena dell’altro”, direbbe Seneca, e suscitare un tipo di reciprocità che è: – personalizzata, cioè che valorizza l’identità dei partners, – non strumentale, perchè non ha altri fini se non il legame con l’altro, – differita nel tempo, cioè priva di vincoli temporali a breve termine per il contraccambio, – incondizionale, cioè non stabilita da un contratto, ma originata da una scommessa incerta rispetto al contraccambio, e, allo stesso tempo, – condizionale, perché non esistente incondizionatamente, ma sempre libera. È questa reciprocità che fonda legami tra persone libere e alla pari, “fratelli”. Il senso del dono può, però, essere diverso dalla gratuità e in ciò ri1 2 3 siede il suo potenziale pericolo3, quello di schiacciare e umiliare chi riceve, considerandolo incapace di dare e rendendolo dipendente. Da queste note si evidenziano, dunque, come elementi caratterizzanti uno stile d’aiuto attento alla fraternità: – un senso specifico che anima il dare: la gratuità, distinta da quella presente nell’elemosina o in atti unilaterali di donazione, distaccati dal rapporto con chi riceve; – un effetto: la risoluzione condivisa di un problema, la povertà, fino a far sì che chi riceve possa a sua volta dare, avviando un ciclo di atti reciproci (dare, ricevere e ricambiare), suscitando dinamiche di reciprocità che rafforzano i legami tra persone alla pari, cioè fraternità. Licia Paglione Questo per quanto riguarda l’impegno di organizzazioni che promuovono progetti di sviluppo. Ma, anche a livello di singoli, possiamo chiederci: cosa fare perché il nostro dare, nella vita di tutti i giorni, sia un contributo per la costruzione della fraternità? Tante sono le possibili iniziative… e nel prossimo numero di AMU Notizie cominceremo a conoscerle attraverso approfondimenti di stili di vita attenti alla fraternità. D. Moyo, La carità che uccide, Rizzoli, Milano 2010. Il dono è definito dagli studiosi del M.A.U.S.S. (Mouvement Anti-Utilitarist das Scienses Sociales) come “ogni prestazione di beni e servizi effettuata, senza garanzia di restituzione, al fine di creare, alimentare o ricreare il legame sociale tra le persone” (J.T.Godbout, Lo spirito del dono, Bollati Boringhieri, Torino 2002, p. 14). Il dono, come il suo stesso vocabolario rivela, infatti, può essere gift-dono, in inglese, ma anche gift-veleno, in tedesco (A. Caillè, Note sul Paradigma del dono, in Grassatelli P., Montesi C., L’interpretazione dello spirito del dono, Franco Angeli, Milano 2008, pp. 32-33) Amu notizie 4 / ottobre-dicembre 2011 3 Bolivia: un “angolo di luce” nell'Area 5 4 «Quando vengo al Centro dimentico i miei problemi e la tristezza. Grazie ai lavori che facciamo nel laboratorio, e che poi vendiamo, posso contribuire alle spese della mia famiglia e ne sono molto contenta» (Santuza). «Da tre mesi mio figlio frequenta il Centro Rincón de Luz: ne sono molto grata a Dio e alla persona che ci ha invitato. Le nostre vite sono cambiate, ho imparato a non maltrattare i miei figli, con le parole e fisicamente. Sono un'altra persona e anche mio figlio lo è: mi aiuta in casa e fa bene i suoi compiti» (Celestina). «Non vedo l'ora di venire al Centro e condividere con gli altri le esperienze di vita. Ricevo vestiti che mi donano e li condivido con chi non ne ha, e ogni volta me ne arrivano sempre di più... Io nella Provvidenza ci credo» (Mary). Voci che arrivano dalla zona Sud di Cochabamba, Area 5, quella dell'aeroporto, conosciuta come “zona rossa” per l'alto tasso di prostituzione, spaccio di sostanze stupefacenti e uso di bevande alcoliche. Voci che sottolineano tre In un quartiere a rischio di Cochabamba sta per partire un progetto per la promozione dello sviluppo integrale delle famiglie del posto: lavoro, istruzione e condivisione sono le dimensioni principali di questa nuova azione coordinata dall'AMU, in collaborazione con Azione per Famiglie Nuove. sfide da affrontare in questo quartiere, per offrire alla popolazione la possibilità di una vita più dignitosa e felice: lavoro, istruzione, condivisione. In zone come questa, in tante metropoli del mondo, i bisogni e le emergenze si rincorrono, si accavallano, si complicano l'uno con l'altro e spesso ci si chiede da dove cominciare per migliorare la vita di chi ci abita. E ad un occhio esterno è veramente difficile capire da dove partire. Lo si può fare solo con un “occhio interno”, guardando le cose dal di dentro, vivendole sulla propria pelle. È quello che cercano di fare i soci e i collaboratori della Fundaciòn UniSol, un'organizzazione senza fini di lucro nata nel 2006 dalla comunità del Movimento dei Focolari in Bolivia, grazie all'impegno di anni di lavoro con le fasce più deboli della popolazione in diverse città del Paese. coME nAScE il PRogEtto È il 1999 quando alcuni “Ragazzi per l'Unità”1 di Cochabamba iniziano a frequentare l'Area 5 della città con l'obiettivo di condividere la vita con i loro coetanei di questo quartiere così difficile e offrire loro un sostegno alla pari dando una mano nel doposcuola gestito dalle suore “Figlie di Gesù”. Due anni dopo partono i primi “sostegni a distanza”, con il contributo di famiglie donatrici italiane e grazie alla partecipazione dell'Associazione Azione per Famiglie Nuove ONLUS (AFN), e si cominciano a fare attività di formazione civica e spirituale anche con alcuni genitori dei bambini 1 Adolescenti del Movimento dei Focolari. NUOVIPROGETTI2012NUOVIPROGETTI del quartiere. Lavorando a stretto contatto con le famiglie del posto, i membri di UniSol capiscono che le necessità sono molte ed occorre fare su di esse uno studio approfondito per stabilire delle priorità, se si vuole incidere in maniera efficace. Fra il 2002 ed il 2006 UniSol visita più volte, una per una, le famiglie del quartiere con cui è in contatto, rilevandone le condizioni di vita e le reali necessità. In tante abitazioni manca uno spazio fisico in cui i ragazzi possano studiare: il 90% delle famiglie, infatti, vive in una o due stanze condividendo i servizi e le utenze con altre famiglie (da due a nove) e, anche per questo, circa il 20% dei ragazzi non frequenta la scuola. Non ci sono nel quartiere spazi culturali, ricreativi e di socializzazione per i ragazzi, che nella maggior parte dei casi finiscono per passare il tempo davanti a TV e videogiochi assorbendone i messaggi e la forma mentis. Proprio per loro nel 2007 nasce il Centro “Rincón de Luz” (letteralmente “Angolo di Luce”): tre stanze in affitto per attività post-scolastiche, in cui offrire ai ragazzi del quartiere la possibilità di studiare con l'affiancamento di tutors volontari, di giocare in gruppo costruendo legami con i propri coetanei, di curare la propria alimentazione integrandola ed orientandola per una crescita equilibrata; non solo, anche uno spazio-laboratorio in cui le madri possano svolgere piccole attività manuali per integrare il reddito familiare. Si comincia, dunque, affrontando i bisogni legati all'istruzione e lavorando soprattutto con gli adolescenti. Ma dall'inizio è chiaro che occorre lavorare con le famiglie, le cellule in cui i ragazzi crescono e si formano, la cui integrità in questo quartiere è minacciata da diversi punti di vista: il 40% dei padri è assente dal nucleo familiare, solo una famiglia su tre è composta da genitori sposati, più di due padri su tre vivono problemi di alcolismo e c'è un 15% di casi di violenza conclamata sulle mogli (cifre che si stima essere più elevate se si considerano tutti i casi non comunicati e non conosciuti). Nel Bolivia, Cochabamba, Area 5 Il suo nome ufficiale è Stato Plurinazionale della Bolivia, un Paese grande 3 volte l'Italia, con circa 9 milioni di abitanti, caratterizzato dalla convivenza di culture, lingue e tradizioni differenti: quechua, aimara, spagnola e tante altre. La storia della colonizzazione ha lasciato tracce profonde in questa popolazione, che solo dal 2005 ha un presidente indigeno, segnandola con una forte disuguaglianza sociale. Situata a 2.500 metri s.l.m., Cochabamba è una delle principali città del Paese, con i suoi 500.000 abitanti, ed ospita le principali università boliviane. Tenaci e combattivi, gli abitanti di Cochabamba si sono distinti negli ultimi anni per aver saputo lottare e conquistare i propri diritti, primo fra tutti il diritto all'acqua pubblica, sottratta nel 2000 al dominio delle multinazionali straniere. L'Area 5 si distingue, nella città, per gli elevati indici di povertà e criminalità. La metà dei suoi 60.000 abitanti vive in abitazioni affollate e con problemi di abitabilità (acqua, fogne, ecc.); un abitante su tre è immigrato dall'altopiano boliviano e dalle zone delle miniere in cerca di occupazione. Il tasso di natalità nel quartiere è di circa 3,3 figli per donna, contro la media nazionale di 2,7 (in Italia siamo a 0,85). Centro Rincón de Luz si cominciano attività di formazione alla condivisione per le famiglie, affrontando le tematiche relazionali alla base della convivenza familiare: dono, perdono, dialogo, comunicazione non-violenta. E i frutti pian piano si vedono, come raccontano le loro esperienze. A fine 2010 i membri di UniSol capiscono che è arrivato il momento di fare un salto di scala: alla luce dei buoni risultati raggiunti con le attività volontarie del Centro, investire in un progetto gestito professionalmente per offrire un contributo più efficace e duraturo alle necessità della popolazione dell'Area 5. Un anno di lavoro a stretto contatto fra l'équipe di UniSol e quella dell'AMU, coinvolgendo le famiglie del quartiere, ci porta ad individuare nel lavoro e nell'occupazione degli adulti l'ambito su cui concentrare le energie, per garantire alle famiglie una via d'uscita sostenibile nel tempo dalle condizioni di miseria e di necessità in cui si trovano. Se il 93% degli adulti ha solo l'istruzione elementare e il 95% di essi ha un'occupazione precaria o saltuaria, occorre investire sulla formazione professionale e sulla stabilizzazione dell'occupazione. È proprio quello che faremo a partire da gennaio 2012, con un progetto triennale che – pur continuando nelle attività di assistenza scolastica e nutrizionale e nella formazione integrale per le famiglie – verterà principalmente sul lavoro e la microimpresa, attraverso le seguenti attività: • Woskhop per sviluppare le motivazioni e le capacità psico-attitudinali orientate alla creazione di microimprese (per circa 550 persone); • Sportello di orientamento per corsi di formazione e per possibilità di appoggio alle microimprese offerti da istituzioni 5 2012NUOVIPROGETTI2012NUOVIPROGE pubbliche o private (per 330 persone); • Borse di studio professionali e tecniche in cambio di lavoro per le attività del Centro (per 32 persone); • Consulenza diretta per l'avvio di microimprese e sportello per la concessione di microcrediti (per circa 157 famiglie). È un progetto ambizioso che richiede competenze specifiche professionali: per questo abbiamo puntato a capitalizzare l'esperienza quadriennale della Commissione locale dell'Economia di Comunione (EdC) in Bolivia, la quale a partire dal 2007 ha realizzato un progetto pilota di microcredito e sostegno alla microimpresa, in collaborazione con un imprenditore spagnolo che ha anche finanziato l'iniziativa. Sono 9 le imprese avviate finora, che hanno consentito di creare 13 posti di lavoro a tempo pieno e 16 a tempo parziale per persone in situazioni di indigenza, in diverse città della Bolivia. 6 cooPERARE E PARtEciPARE Uno dei tratti caratteristici del progetto Rincón de Luz sta in questa cooperazione fra realtà associative con esperienze e competenze specifiche differenti e complementari. Sul posto, infatti, l'esperienza di lavoro sociale e familiare della Fundaciòn UniSol, responsabile del progetto, si affiancherà all'esperienza imprenditoriale e finanziaria della locale Commissione EdC, che curerà le attività relative all'ambito del lavoro e microimpresa. A livello internazionale, invece, l'AMU curerà la supervisione e il coordinamento generale del progetto nei vari ambiti di attività, finanziando il fondo di microcredito e le attività per lo sviluppo di microimprese, l'acquisto della struttura del Centro ed il lavoro di coordinamento generale; Azione per Famiglie Nuove invece finanzierà le attività di assistenza e formazione relative ad adolescenti e famiglie. Il nucleo fisico di tutte le attività sarà una bella struttura nel cuore del quartiere che verrà acquistata nell'ambito del progetto e così sottratta, simbolicamente e concretamente, al narcotraffico: qualcuno, infatti, ci aveva già messo su gli occhi per farne uno snodo dello spaccio locale di droga. L'edificio si sviluppa su due piani – con una superficie interna totale di 380m2, un patio di circa 110m2 ed un piccolo giardino – ed è composto da una decina di stanze più i servizi, che verranno adibite a: biblioteca, sale studio per i ragazzi, laboratori per gli adulti, sala riunioni, cucina, lavanderia, deposito, cappella. Al centro del progetto ci saranno le famiglie dell'Area 5, che ne saranno protagoniste in tutte le sue fasi: dall'elaborazione dei programmi di attività all'individuazione dei beneficiari maggiormente in necessità, dal lavoro volontario per portare avanti il progetto alla partecipazione economica alle spese del Centro. La partecipazione e la condivisione di tutto il percorso, infatti, caratterizzano questo progetto che vuol essere un significativo passo avanti verso quello “sviluppo di comunione” per il quale l'AMU lavora. Anche i bambini e gli adolescenti daranno il proprio contributo di idee alla gestione del Centro, attraverso specifici workshop dedicati, e metteranno le proprie capacità a disposizione dei loro coetanei. Il programma di microcredito, infine, prevede specifici meccanismi di reciprocità, come ad esempio la condivisione di una parte degli utili delle microimprese avviate, NUOVIPROGETTI2012NUOVIPROGETTI Cosa per portare avanti le attività sociali del Centro. Rincón de Luz punta ad essere un centro di promozione dello sviluppo integrale delle persone e delle famiglie di questa zona, ad essere un “angolo di luce” in mezzo al buio del narcotraffico e della miseria, affinché tanti nel quartiere possano dire come Magda: «Tutti i venerdi vengo al laboratorio di panetteria, con i miei problemi di salute... ma quando arrivo qui mi passano tutti i dolori, dimentico i miei problemi e quando torno a casa mia figlia mi chiede “Dove sei stata? Hai gli occhi splendenti e felici...”. E io le rispondo “Sono stata al Centro Rincón de Luz”». Francesco Tortorella Fundación UniSol IL PROGETTO IN SINTESI La Fundaciòn UniSol (Unidad y Solidaridad) nasce nel 2006 da 17 soci fondatori appartenenti alla comunità dei Focolari in Bolivia. Ha il riconoscimento giuridico del Municipio di Cochabamba come ente senza fini di lucro, con validità su tutto il territorio boliviano. Coordinata da un direttivo di 5 membri, ha come obiettivo “la promozione dello sviluppo integrale dell'essere umano in Bolivia, secondo le sue differenti necessità, mediante la promozione e realizzazione di attività, azioni e progetti ispirati al pensiero e alla vita di Chiara Lubich” (estratto dallo Statuto della Fondazione). Si propone di raggiungere quest'obiettivo attraverso le seguenti attività: azione sociale e assistenziale a favore di gruppi e persone in necessità; cooperazione allo sviluppo integrale delle comunità; promozione dell'Economia di Comunione; azione culturale e formativa. Progetto: Lavoro e istruzione a Cochabamba Paese: Bolivia Località: Cochabamba, Area 5 Destinatari: circa 1500 famiglie Controparte locale: Fundaciòn UniSol Durata: gennaio 2012 – gennaio 2015 Costo totale stimato del progetto: € 432.274,00 Apporto locale: € 76.848,00 Altri apporti (AFN, Mov. Focolari): € 70.991,00 Contributo richiesto all'AMU: € 284.435,00 di cui 83.127,00 nel 2012 per acquisto struttura (65.944,00), lavoro e microimprenditoria (10.440,00), coordinamento generale (6.743,00). Collabora e sostiene il progetto: Associazione Insieme per l'Unità dei Popoli ONLUS (www.unipopoli.org) 7 2012NUOVIPROGETTI2012NUOVIPROGE Tecnologia a servizio della persona e della società Tutta la regione di Man, dopo la crisi scoppiata nel 2002, è prostrata da una grande povertà sia materiale che umana, e dalla mancanza di strutture che possano favorire uno sviluppo ordinato. È in questo contesto sociale che si trova la “Mariapoli Victoria”, la Cittadella del Movimento dei Focolari per l'Africa dell'Ovest, che nei momenti caldi della guerra ha ospitato oltre 3.000 rifugiati e curato più di 100.000 pazienti nel suo “Centro medico-sociale”, oltre ad operare in città e nei villaggi per ridurre la malnutrizione infantile. 8 Un altro “fiore all’occhiello” della Cittadella è il Centro informatico Focolari – CIF, che ha come motto “l’informatica a servizio della fraternità”. Pensato come strumento di crescita e di sviluppo anche attraverso la tecnologia, il CIF si offre quale mezzo di formazione per accompagnare i giovani nei loro studi, permettendo consultazioni e ricerche (data la mancanza di biblioteche), mentre gli adulti hanno l’opportunità di acquisire una formazione informatica indispensabile per trovare o migliorare la propria situazione (tra le 200 persone formate lo scorso anno in molte hanno trovato lavoro). In tanti constatano che “se prima era necessario saper leggere e scrivere, ora per ottenere e mantenere un posto di lavoro, occorre conoscere gli strumenti informatici”. La riduzione del “digital divide”, proclamata negli obbiettivi del millennio come irrinuncia- In Europa siamo abituati a pensare all’Africa in modo stereotipato: o i leoni o i rifugiati, ma la realtà è molto diversa. In Costa d’Avorio, ed in particolare nella regione di Man, esiste una società che tenta di evolvere, che studia e si specializza, che cerca di produrre, nonostante le trappole della corruzione e della guerra nelle quali purtroppo spesso il paese precipita, e che ne ostacolano il progresso. I nostri referenti in Costa d’Avorio ci parlano di un progetto innovativo in corso dal 2008. bile, qui sembrava lontana anni luce: cavi del telefono rubati, tv oscurate, biblioteche distrutte. Portare a Man una connessione internet veloce sembrava un sogno. Ma questo sogno alla fine si è concretizzato, anche grazie al contributo dell’Agenzia Spaziale Europea (come abbiamo raccontato in precedenti numeri di AMU Notizie nel 2008 e 2009), quando il CIF e l’Associazione culturale informatica medica – ACIM del locale ospedale che gestisce una sorta di biblioteca “totale”(libri e internet), vennero selezionati per un progetto sperimentale nel quadro del programma CBICT “Capacity building through ICT: The Satcom element” di ESA. “Attualmente, a Man, dire internet è dire noi”: chi ha bisogno di navigare, mandare una mail, cercare informazioni, comunicare con persone di altri paesi, viene al CIF o da ACIM. Certo, altri in città hanno internet (agen- zie ONU e grosse ONG), ma lo usano esclusivamente per il proprio personale e non lo mettono a disposizione della gente. Che cosa ha portato concretamente alla città di Man e alla Regione questa tecnologia? È stato uno strumento per uscire dall’isolamento (la stampa non arrivava a Man). Ha dato la possibilità non solo a singoli cittadini, ma anche a professionisti, a giornalisti, di scrivere e inviare articoli. Anche molte ONG nazionali usufruiscono di questa connessione per inviare rapporti e per ricerche di informazioni. Un altro aspetto fondamentale: lo Stato sta informatizzando alcuni servizi: concorsi, esami, liste elettorali. Diventa quindi necessario l’accesso a internet per effettuare iscrizioni, verificare risultati, ecc. Con l’aiuto del personale del CIF e di ACIM, le persone di Man e dei villaggi sono stati assistite in queste ricerche. Ad esempio, per il precertificato elettorale, circa 2.000 persone hanno avuto la gioia di ottenere dai nostri computer questo prezioso documento, senza il quale non avrebbero potuto votare alle importanti elezioni presidenziali. Tante persone, in particolare adulti, hanno imparato a utilizzare un computer e hanno acqui- NUOVIPROGETTI2012NUOVIPROGETTI sito una preparazione più adeguata alla loro professione, impegni e studi. Un altro punto molto importante sono le videoconferenze con le quali si collegano sedi universitarie ed ospedali di diversi paesi africani ed europei. Sono dei veri e propri seminari con varie tematiche: SIDA (in inglese AIDS), igiene, ricerca di informazioni sanitarie in rete ecc. Uno stimolo per gli operatori sanitari ed un'informazione di base per la popolazione, nel tentativo di far crescere il livello culturale e quindi la qualità delle cure. Anche il Centro medico-sociale della Cittadella usufruisce di questa tecnologia, per ricerche e ag- giornamenti. Un primo passo, molto apprezzato, è stato l’elettrocardiogramma con refertazione a distanza, uno strumento indispensabile, se si pensa che il più vicino reparto cardiologico è a 600 km. Infine, anche scuole e gruppi di giovani hanno potuto realizzare diverse sessioni di scambio culturale (in videoconferenza): alcune “punto-punto” (tra classi italiane e di Man), altre parteci- pando in modo attivo a collegamenti internazionali con numerosi punti di ascolto. La sperimentazione di questo progetto da parte dell’ESA si è conclusa positivamente a fine marzo 2011, lasciandoci come attivo due sale informatiche con PC, e la parabola con le attrezzature per portare internet nei diversi punti della cittadella e dell'ospedale, che dista 3 km. Naturalmente, ora che ESA è uscita di scena, la gratuità della connessione è venuta meno. ci è però sembrato importante rischiare e continuare ad offrire questo servizio, da molti ormai considerato irrinunciabile per la crescita e lo sviluppo della Regione. Grazie ad ActNow Alliance, abbiamo trovato un fornitore europeo, i cui prezzi sono però ancora molto elevati: oltre 1.200 dollari/mese quando in Europa basterebbero 300 dollari. Anche questa differenza di prezzi non aiuta certo a colmare il divario digitale che isola buona parte della società civile in Africa. Con semplicità e fiducia chiediamo quindi a chi frequenta i due centri un piccolo contributo per la navigazione e per i corsi, proporzionale alle effettive capacità economiche locali. Con il tempo (tre anni) abbiamo calcolato che potremo raggiungere un equilibrio che ci permetterà di pagare i nostri costi, confidando anche in una futura diminuzione dei costi di connettività: personale, connessione, manutenzione. Questa nuova tecnologia, forse ardita, non è l’ennesimo piatto di minestra che vogliamo offrire, ma una possibilità di crescita e di sviluppo alla popolazione. E per questo vogliamo che il “nostro” sogno continui!!! Per far fronte al costo elevato della connessione satellitare, facciamo calcolo di quanti, sensibili a questi strumenti, sono consapevoli di aiutare il progresso socioculturale di tutta una Regione. Maria Teresa Sala e Carlo Montaguti IL PROGETTO IN SINTESI Progetto: Tecnologia a servizio della persona e della società Paese: Costa d’Avorio Località: Man Responsabili locali: Maria Teresa Sala e Carlo Montaguti Costo totale progetto: € 11.913,00 Apporto locale: € 2.800,00 Contributo richiesto all’AMU: € 8.913,00 9 2012NUOVIPROGETTI2012NUOVIPROGE Myanmar: partiamo dai piccoli 10 Il Myanmar, nonostante le sue ricchezze naturali, è uno dei paesi più poveri del mondo. Milioni di persone soffrono da decenni a causa degli oppressivi regimi militari che si sono alternati al potere. Ogni aspetto, come l’educazione, la salute, l’assistenza sociale ecc. è andato via via peggiorando. Per fuggire dalla miseria e spesso anche dalle persecuzioni verso alcune etnie, molti attraversano il confine con la Thailandia, senza portare nulla e senza nessun riconoscimento una volta arrivati. Si stima che ci siano tra 1,5 e 2 milioni di lavoratori birmani emigrati in Thailandia. Qui gli immigrati lavorano con salari molto bassi e subiscono spesso violenze da parte dei thailandesi. A causa della mancanza di documenti legali, ogni giorno molte persone vengono arrestate dalla polizia. Quando questo avviene si devono pagare multe altissime, in caso contrario si viene riman- Dopo le attività di supporto ai villaggi di Gasmass e Taskurt, soprattutto in seguito ai danni provocati nel 2008 dall’uragano Nargis, parte un nuovo progetto a sostegno della popolazione birmana emigrata in Thailandia. dati in Birmania. Temendo di essere rimpatriate, molte persone danno tutto quello che hanno, rimanendo giorni interi senza mangiare. Oltre al fatto che queste famiglie guadagnano poco, stare illegalmente in Thailandia significa non avere nessun diritto e quindi nessuna possibilità di riscatto sociale. Molti non hanno una casa e per mesi o addirittura anni vivono nella foresta. Per loro non c’è più posto nemmeno nei campi profughi, visto che il governo thailandese sta cercando di chiuderli. Da alcuni anni l’AMU è venuta in contatto con il Goods Friends Centre (GFC), organizzazione che opera al nord della Thailandia nella regione al confine con il Myanmar, per consentire ai figli degli immigrati di ricevere un’istruzione e almeno un pasto al giorno. l’istruzione è il primo passo per consentire a questi bambini di uscire dalla povertà assoluta. Il GFC ha aperto 8 scuole, di cui una in territorio birmano, e una casa di accoglienza con minori di diverse etnie e religioni. Come è facile immaginare, non potendo contare sul pagamento delle rette da parte dei genitori, le scuole si sostengono quasi totalmente grazie al supporto di donatori che appoggiano l’attività del GFC. Anche l’AMu vuole fare la sua parte, sostenendo 4 di queste scuole. Per far fronte ai costi di funzionamento, il GFC ha avviato NUOVIPROGETTI2012NUOVIPROGETTI alcune attività produttive che fra l’altro danno lavoro ad alcuni genitori dei bambini. Accanto a una delle 4 scuole che l’AMU sosterrà per l’anno scolastico 2011-2012, si sono avviati un allevamento di maiali e un allevamento di polli per la produzione di uova. Queste due attività, una volta arrivate a regime, consentiranno di coprire il 30% dei costi di gestione di almeno una scuola. Se il progetto produrrà i risultati sperati, per il prossimo anno scolastico si potrà prevedere l’apertura di nuove attività a supporto delle altre scuole. Mae Sot, nella regione di Phop Phra in Thailandia e a Myawaddy, città di confine della Birmania. I beneficiari diretti del progetto saranno 739 bambini di età compresa tra 3 a 16 anni, seguiti da 34 insegnanti. Circa 1200 genitori i beneficiari indiretti. Le scuole aiutate si trovano a Alessandro Pecorella Per il sostentamento delle scuole il costo per l’a.s. 2011/2012 è di € 23.000 (31 euro per ogni bambino). Per l’avvio delle attività produttive il costo è di € 4.300,00. IL PROGETTO IN SINTESI Progetto: Sostegno agli immigrati birmani Paese: Thailandia Località: Mae Sot e Myawaddy Destinatari: 739 bambini Controparte locale: Good Friends Center Costo totale del progetto: € 68.920,00 Apporti locali: € 41.620,00 Contributo richiesto all’AMU: € 27.300,00 11 2012NUOVIPROGETTI2012NUOVIPROGE Messico: una medicina contagiosa! Durante la missione estiva realizzata dall’AMU in Centro America, si è vista l’opportunità di sostenere un dispensario medico nel quartiere Netzahualcóyotl, a sud di Città del Messico. Città del Messico, con i suoi oltre 24 milioni di abitanti, è la seconda area metropolitana più grande del mondo. Alla periferia est della città sorge “Ciudad Netzahualcóyotl”. Questa colonia, 12 formata da persone emigrate dai diversi stati del Messico, nel giro di pochi anni si è trasformata in una delle municipalità più densamente popolate dell’immensa area attorno alla capitale federale (circa 20.000 abitanti per km2). Secondo cifre ufficiali dell’Istituto di Statistica relative all’anno 2000, circa l’80% della popolazione non ha accesso ai servizi di sanità pubblica, ed ovviamente si tratta di fasce di popolazione ai margini del processo di sviluppo sociale ed economico. Il Dispensario “Igino Giordani” ha preso vita nei primi anni ’90, quando un gruppo di operatori sanitari prese coscienza della gravissima situazione di questa popolazione: famiglie disintegrate, donne capofamiglia, minori abbandonati o maltrattati, alcolismo, dipendenza da droghe, violenze, ecc. Dopo una prima analisi delle necessità comunitarie, si decise di offrire un servizio medico di base, che nel corso degli anni venne completato con un servizio odontologico ed oculistico, riconosciuti dalle autorità sanitarie nazionali. Oggi presso il centro lavorano 11 persone, alcune delle quali a titolo volontario. Nell’anno 2010 sono passati dal centro 2.227 pazienti. L’obiettivo di questo dispensario è di offrire assistenza medica professionale di qualità, soprattutto a coloro che non hanno mezzi per permettersi cure private. L’esperienza di donazione di medici che potrebbero lavorare altrove con stipendi molto più alti, l’attenzione al paziente e il clima di famiglia che si respira nell’ambulatorio è cosi contagioso che oltre ad attirare un gran numero di pazienti, coinvolge altri medici che decidono di mettere a servizio dell’ambulatorio parte del loro tempo a titolo gratuito o di mero rimborso. Lo sviluppo degli ultimi mesi ha portato alla necessità di implementare gli equipaggiamenti medici per ottenere un miglior funzionamento ed innalzamento della qualità dei servizi prestati. Si vorrebbe anche poter offrire cure a pazienti di altre municipalità circostanti, che vivono in situazioni altrettanto gravi e disagiate. Il materiale necessario ha un costo totale di € 9.371,00 così suddiviso: Odontoiatria . . . . . . . . . 3.817,00 Medicina generale . . . . 3.025,00 Psicologia . . . . . . . . . . . . . . 96,00 Ristrutturazione ambienti . . . . . . . . . . 2.290,00 Altri materiali . . . . . . . . 143,00 Il costo del personale è a carico della controparte locale. Anna Marenchino IL PROGETTO IN SINTESI Progetto: Ambulatorio Netza Paese: Messico Località: Netzahualcóyotl Destinatari: 2.500 persone Controparte locale: Humanidad Nueva Costo totale del progetto: € 10.630,00 Apporto locale: € 1.259,00 Contributo richiesto all’AMU: € 9.371,00 NUOVIPROGETTI2012NUOVIPROGETTI Esperienze di reciprocità dal Burundi Ma quale novità?” potrebbe esclamare qualche nostro lettore più fedele ed attento, leggendo il nostro notiziario e ricordando cosa di volta in volta scriviamo. In effetti, dove sta la vera novità? Non tanto nella notizia o nelle vicende di vita reale che raccontiamo, quanto nello sforzo di cambiare le nostre vite, ed il mondo che ci circonda, partendo dai piccoli gesti quotidiani. Le tante piccole o grandi storie che con “caparbietà” raccogliamo sono esempi di eroismo quotidiano, nascosto ed umile, ma spesso determinante per cambiare in meglio rapporti e condizioni di vita in una comunità. E con costanza e piccoli passi, si può sperare di cambiare il mondo, come dimostra anche il riconoscimento del premio Nobel per la Pace appena assegnato. Il percorso che vogliamo proporre per l’anno 2012 sarà centrato sull'approfondimento di stili di vita sobri, come esperienze di giustizia e libertà, ma anche e soprattutto come opportunità per contribuire alla costruzione della fraternità universale. Per seguire questo percorso abbiamo pensato di iniziare presentando alcune piccole scene di vita tratte dai nostri progetti con CASOBU, storica controparte AMU in Burundi, che mostrano come tali stili di vita siano all'opera. voro di animazione sociale o di informazione tecnica, almeno secondo lo spirito che noi tutti da tempo vogliamo infondere al nostro lavoro comune, quanto piuttosto di vivere con e per le persone coinvolte, fino a sentirsi davvero fratelli e sorelle. È così che all’avvio del nuovo progetto sono stati gli abitanti di Murago e Bubezi, dove si è concluso con successo un precedente progetto di CASOBU, a spiegare agli abitanti di Kibingo la loro esperienza e le modalità di partecipazione del progetto, spesso senza nascondere come il loro modo di agire fosse conseguenza di una scelta di vita basata sul Vangelo. Ben presto in tanti a Kibingo hanno affermato “va bene, va bene: siamo già convinti, adesso diteci dove faremo passare le condutture!!!”. Un altro piccolo episodio accaduto pochi giorni fa è sintomatico: il capo cantiere era stato sul sito per fare delle fotografie e dei rilievi tecnici, ma purtroppo ha perso la macchina fotografica che gli era stata data da CASOBU. Sono stati riuniti i capi delle varie colline ed è stata spiegata l’importanza dello strumento e la necessità di ritrovarlo; alla fine si è arrivati ad una donna che aveva trovato l’apparato e lo ha prontamente restituito, mentre avrebbe potuto rivenderlo per qualche piccolo ma importante guadagno personale. Comunque anche lei ha trovato un lavoro retribuito presso il progetto, come tangibile segno di riconoscenza. un PontE PER l’AcquA Si sa che l’acqua passa sotto ai ponti (anche se non sempre è così), ed anche questa è una storia di acqua che passa sotto ad un ponte che non regge il peso degli autocarri che trasportano le tubature. Per questo, per far arrivare l’acqua alle case, serve un ponte nuovo e più robusto: ma come si fa? La popolazione si è data anima e corpo per trovare una soluzione, e così alla fine il curato ha offerto alberi del terreno della parrocchia per ottenere robusti tronchi, mentre la gente ha messo tempo e lavoro, giusto in tempo per anticipare la stagione delle piogge!!! Insomma una dinamica virtuosa del dono, dove i contributi di tanti attori portano al bene comune. contAgiARSi vicEnDEvolMEntE Grazie al contributo della Regione Veneto ed all’associazione Uomo Mondo di Treviso, a Kibingo è stato dato avvio al nostro nuovo progetto di distribuzione idrica. Come sempre, la parte di informazione e coinvolgimento attivo della popolazione è premessa inderogabile prima di qualsiasi altra azione. Ma non si tratta di un semplice laAmu notizie 4 / ottobre-dicembre 2011 13 Ma non è finita qui: ad un certo punto l’autocarro è rimasto bloccato in fondo ad una ripida salita, e dopo la richiesta di aiuto, la gente del posto è accorsa lavorando fino a tarda sera. Il mezzo è stato parzialmente scaricato e poi spinto fino in cima alla salita: chi di noi ha idea di cosa significa spingere un mezzo così pesante su una salita fangosa? cittADini ED AMMiniStRAzionE civicA “Come fare a mettersi d’accordo con i rappresentanti della pubblica amministrazione? Non è che cercheranno di trarne un beneficio personale?” Alzi la mano chi non è mai stato sfiorato da questo sospetto. Certo, i rischi ci sono, e non bisogna essere ingenui. A CASOBU il sindaco aveva subordinato la concessione per il progetto idrico all’estensione delle tubature fino allo stadio cittadino. La risposta, sincera e motivata tecnicamente, è stata che non si poteva fare, ed allora, egli ha ugualmente dato la concessione, senza annullare l’impegno del contributo comunale per i trasporti pesanti di sabbia e ghiaia. Tuttavia, sul cantiere è accaduto che questi trasporti promessi arrivassero con il contagocce, e così ci sono state altre riunioni con lui. Anche lui è stato franco, ed ha esposto le gravi difficoltà economiche alle quali doveva far fronte, mostrando però un sincero interesse al bene comune. 14 Ecco che alla fine si è trovato un accordo provvidenziale: anziché ricorrere ad altri trasportatori per il materiale dalla città, CASOBU avrebbe noleggiato i mezzi comunali, ed in tal modo il comune sta mantenendo il proprio impegno a favore del progetto, che al momento non subisce più ritardi. Un piccolo e prezioso esempio di sussidiarietà tra istituzioni pubbliche e società civile, pur in contesto fortemente pervaso da corruzione politica e diffidenza verso la politica. DA DonnA A DonnA A Kinama, dove sono in corso i progetti di micro finanza, sono le stesse donne del quartiere che già hanno fatto l’esperienza dei gruppi di micro credito ad incoraggiare quelle nuove che vi si avvicinano per la prima volta. Così Espérance, saputo del progetto, non perde occasione per chiedere quando si può iniziare: si sente responsabile di un bel gruppo di persone, e non vede l’ora che anche loro scoprano “il tesoro nascosto” in questa proposta che ha già cambiato la sua vita. Successivamente, quando l’animatrice di CASOBU non segue più giornalmente tutti i gruppi, è Espérance stessa che li visita per assicurarsi che i nuovi gruppi abbiano fatto bene i conti. È molto disponibile per aiutare CASOBU e per fare questo qualche volta lascia il proprio lavoro. Gaudence è responsabile della Caritas parrocchiale ed è anche Amu notizie 4 / ottobre-dicembre 2011 membro di CASOBU, conosce quindi il progetto di micro credito. Nella sua parrocchia pareva che l’aiuto agli indigenti non riuscisse a cambiare la loro situazione economica: i poveri rimanevano poveri! Così Gaudence chiede alla coordinatrice dei progetti di CASOBU di formare al micro credito un gruppo di indigenti, e questa a titolo volontario accetta. Al primo incontro rimane davvero perplessa: non avrebbe mai immaginato di trovarsi di fronte un gruppo di uomini e donne in età già abbastanza avanzata ed in stato di totale povertà. Inizia la formazione, non senza scetticismo sulle effettive possibilità di successo, ma sorprendentemente, man mano che il corso procede, talenti e forze latenti vengono fuori, ed alla fine anche coloro che qualche settimana prima non avevano altra prospettiva che di elemosinare davanti ad una chiesa iniziano i loro primi investimenti produttivi! Poche settimane fa la coordinatrice dei progetti di CASOBU si è sposata (a proposito: auguri vivissimi da tutta la grande famiglia dei sostenitori di AMU!!!), ed anche i nuovi amici di questo gruppo di micro credito sono stati a trovarla per felicitarsi con lei. Per arrivare non ci sono autobus, ma ora orgogliosamente possono arrivare con un taxi, carichi di doni. Si ride, si beve e si mangia, ed al momento di salutarsi tutti le dicono: “questa volta siamo venute in taxi, la prossima volta verremmo con la nostra macchina, la compreremo e si chiamerà “Ntagorane” (non c’è nessun problema)”. Ma la misura del cambiamento lo testimonia la reazione di una signora tra le più povere che si rivolgeva alla Caritas, che, all’offerta di un pacco di zucchero, risponde che ora lei non ne ha più necessità, meglio darlo a chi ne ha più bisogno di lei. Stefano Comazzi BURUNDI Altri PrOGEtti iN COrSO EgITTO (AMU Notizie n. 1/2011) Contributi richiesti: € 19.880,00 Contributi ricevuti al 31/10/2011: € 7.984,84 Contributi da Cinque x mille: € 8.571,92 ACqUA pOTABILE A KIBINgO (AMU Notizie n. 2/2011) Ente cofinanziatore: Regione Veneto Associazione proponente: Associazione UOMO MONDO Onlus Contributi totali richiesti: € 20.160,00 Contributi ricevuti al 31/10/2011: € 7.145,00 Il progetto proseguirà anche nel 2012 RAgAzzI A RISChIO dal nostro sito www.amu-it.eu BRASILE In BrasIle uno spazIo per IncontrarsI Giovedì 20 ottobre è stato inaugurato a Recife, nel Nordest del Brasile, il primo punto vendita dell’azienda “Dalla strada”. L’azienda, che si ispira ai principi dell’Economia di Comunione, produce borse con materiali di riciclo e di recupero. Materiali “di strada”, in un certo senso, come dalla strada provengono i ragazzi e le ragazze che vi lavorano e che hanno trovato qui un’opportunità per cambiare la propria vita. Dopo l’apertura, avvenuta l’8 aprile scorso, della nuova sede di San Paolo che va ad aggiungersi a quella di Recife, l’inaugurazione del punto vendita corona un anno straordinario per questa azienda, nata da un progetto in collaborazione con l’AMU. Il punto vendita si chiama “Spazio Incontrarsi”. Oltre alle borse espone libri e composizioni artistiche, ed è provvisto di un angolo bar. Sarà anche uno spazio culturale per un programma di serate dedicate ad argomenti quali il consumo responsabile, l’economia di comunione, la cittadinanza attiva, ecc. “L’inaugurazione è stato un momento straordinario – scrive Sande dal Brasile. La responsabile della locale commissione EdC, Dima Pinto, ha presentato il progetto alle numerose persone presenti, che sono rimaste colpite dall’esperienza dell’azienda e dei ragazzi che vi lavorano. Anche nei giorni successivi l’afflusso è continuato numeroso… La notte precedente, alcuni dei ragazzi non avevano dormito per l’emozione ma quel giorno erano tutti lì, fieri ed orgogliosi di ciò che sono riusciti a costruire”. DALLA STRADA (AMU Notizie n. 4/2010 e n. 2/2011) Contributi richiesti: € 10.157,41 Contributi ricevuti al 31/10/2011: € 4.391,39 Contributi da Cinque x mille: € 6.857,81 Il costo del progetto è coperto. Le attività previste proseguiranno ancora per tutto il 2012. Amu notizie 4 / ottobre-dicembre 2011 15 BURUNDI hAITI DONNE E MICROCREDITO SOLIDALI CON hAITI SEGUE Altri PrOGEtti iN COrSO VIETNAM CENTRO ACCOgLIENzA gIOVANILE (AMU Notizie n. 2-3/2010 e n. 4/2010) (AMU Notizie n. 4/2010 e n. 2/2011) (AMU Notizie n. 1/2010, n. 2-3/2010 e n. 3/2011) Ente cofinanziatore: provincia di Roma Associazione collaboratrice: AfN Contributi richiesti: € 40.000,00 Contributi ricevuti al 31/10/2011: € 7.525,00 Contributi ricevuti al 31/10/2011: € 247.942,19 Contributi impegnati: € 60.344,61 Costo progetto aggiornato e definitivo: € 184.600,00 Contributi richiesti: € 21.654,00 Contributi versati/impegnati da altri donatori: € 162.946,00 Contributi ricevuti al 31/10/2011: € 200,00 Contributi da Cinque x mille: € 4.767,94 Da altri fondi AMU: € 15.813,25 Ad inizio settembre, dopo aver finalmente completato le lunghe pratiche burocratiche per la registrazione del terreno ed i permessi di costruzione, sono iniziati i lavori di smantellamento dei vecchi fabbricati, e lo scavo delle fondamenta per quello nuovo. Ai lavori partecipano anche i giovani ospitati presso il centro, che provvisoriamente si trovano alloggiati in un edificio in affitto nelle vicinanze. 16 Il costo dei progetti in corso è coperto dal nostro sito www.amu-it.eu DAllA FRAnciA PER l’AFRicA Il progetto Fraternità con l’Africa è stato lanciato al Volontarifest di Budapest nel 2006, con la convinzione che per risolvere i problemi dell’Africa è fondamentale puntare sulla formazione. È iniziato così un programma di AfRICA Contributi ricevuti dal 2006: € 628.798,81 Contributi impegnati dal 2006: € 495.899,23 Borse di studio assegnate: 126 Amu notizie 4 / ottobre-dicembre 2011 borse di studio per adulti e giovani dell’Africa sub-sahariana che ad oggi ha raggiunto 125 borse di studio assegnate. Fra le varie iniziative di raccolta fondi che si svolgono in Europa, segnaliamo quella realizzata in Francia. Alcune volontarie hanno organizzato mercatini di solidarietà in due quartieri di Parigi, vendendo gli oggetti più disparati e soprattutto cercando di stabilire rapporti sinceri e costruttivi con le diverse persone incontrate, tra cui molti africani. PrOGEtti CONClUSi UGANDA / Centro nutrizionale Il 29 aprile scorso è stato inaugurato il Centro Nutrizionale e in questi mesi è stato possibile verificare il completamento delle attrezzature necessarie e controllare tutto il suo andamento. Come previsto dal progetto il Centro è frequentato da 50 bambini dai 3 ai 6 anni che vengono selezionati in base a criteri rigorosi. Solo i più poveri accedono al programma di nutrizione. L’organizzazione del Centro prevede la permanenza dei bambini dal mattino al primo pomeriggio e questo ha dato loro l’opportunità di frequentare anche la scuola materna. Essenziale è la formazione delle mamme, che a turno aiutano la cuoca a preparare i pasti e così imparano a cucinare anche alimenti che conoscono poco, ma che si trovano comunemente sul territorio. Si è visto che questo lavoro con le mamme è utilissimo per creare fra di loro legami profondi di solidarietà. ERITREA / Scuola materna È stata completata la scuola materna di Mai Edaga, in Eritrea a 52 Km da Asmara, gestita dalle religiose del Buon Samaritano, a favore di una popolazione fortemente provata dalle dure condizioni di vita nelle zone rurali del paese. Ora circa 100 bambini di famiglie locali già possono accedere al servizio, e presto le attività a favore delle famiglie si consolideranno ed estenderanno grazie all’impegno delle religiose e della popolazione locale che partecipa al progetto. Il costo complessivo è stato di € 178.712 mentre il contributo di AMU è stato di € 50.000. VIETNAM / Un pozzo per il villaggio di Tu Ne Nel grande villaggio di Tu Ne, l’impianto di depurazione dell’acqua è entrato a pieno regime e il progetto è in fase di conclusione. gli abitanti del villaggio hanno finalmente accesso ad una fonte di acqua pulita. Il problema dell’acqua in Vietnam è molto sentito, tanto che sono in cantiere diverse proposte per strutturare le tante richieste che i villaggi delle province vicine stanno facendo. ARGENTINA / Turismo responsabile La Scuola Aurora, a Santa Maria di Catamarca, ogni anno forma un centinaio tra giovani e adulti al recupero di differenti tecniche di lavoro artigianale, secondo i valori e le abitudini ancestrali del posto. La scuola non è solo un laboratorio per imparare a lavorare il metallo, l’argilla, i tessuti e il legno, ma è uno spazio di trasmissione e di ricostruzione di tradizioni antiche. per rendere più sostenibile la formazione professionale degli allievi si è pensato di creare, in 3 locali da ristrutturare, degli appartamenti per un turismo responsabile. gli appartamenti ad oggi sono stati conclusi e funzionano a pieno regime. Amu notizie 4 / ottobre-dicembre 2011 17 Modalità di partecipazione e costi: I gruppi interessati potranno chiedere l’attivazione del percorso formativo in un luogo da loro individuato. I gruppi potranno scegliere se frequentare uno o più cicli formativi, comprendenti ciascuno 3 moduli, da un minimo di 12 ad un massimo di 48 ore. I costi per i partecipanti saranno: - un ciclo (12 ore), comprendente 3 moduli formativi: 1.500 euro Il costo include compenso dei formatori, loro spese di viaggio, spese organizzative, acquisizione dei materiali didattici, mentre non include eventuali spese di affitto o uso dei locali dove si svolgerà la formazione e di viaggio dei partecipanti. Al termine dei percorsi sarà rilasciato un attestato di partecipazione che testimonierà il loro valore come "corsi in servizio" per gli insegnanti di scuole di ogni ordine e grado, essendo l'AMU un ente accreditato presso il MIUR (con decreto n. 2261/C/3 del 23 maggio 2002) per la formazione del personale della scuola. Informazioni e iscrizioni: AMU - Azione per un Mondo Unito - ONLUS Via Frascati, 342 - 00040 Rocca di Papa (Roma) Tel. +39 06 94792170 Fax +39 06 94790359 E-mail: [email protected] Sito internet: www.amu-it.eu 18 Amu notizie 4 / ottobre-dicembre 2011 Struttura e contenuti dei percorsi formativi Ogni percorso si compone di un ciclo di tre moduli formativi, della durata di quattro ore ciascuno, che comprendono una parte di trasmissione di contenuti teorici, con lezioni frontali, e una parte di formazione interattiva con giochi, video e proposte laboratoriali. Globalizzazione e fraternità La globalizzazione ha sicuramente modificato il tenore di vita in gran parte del pianeta, tuttavia il divario tra ricchi e poveri è paradossalmente in crescita, la povertà anche all’interno dei paesi ricchi è aumentata, così come sono in crescita le guerre per le risorse naturali, l’estremismo religioso e le fobie. Il mondo oggi ha tutti gli strumenti per essere più equo, solidale, per vivere in pace, nell’abbondanza e nella libertà, ma la realtà ci dice il contrario. Il percorso formativo approfondisce ombre e luci, sfide e potenzialità della globalizzazione rispetto ad una convivenza più fraterna tra i popoli e le persone. • • • Cos’è la globalizzazione? Ombre Cos’è la globalizzazione? Luci Una globalizzazione fraterna verso un mondo unito Comunicazioni Deducibilità dei contributi all’AMU Ricordiamo che i contributi versati all’AMU sono deducibili dal reddito imponibile nel limite del 10% del reddito stesso e che, a tale scopo, è necessario conservare la ricevuta del versamento postale o bncario. A richiesta, l’AMU rilascia una ricevuta a supporto (non sostitutiva) della documentazione contabile. Finalità dei contributi Intercultura e regola d’oro Il percorso approfondisce il fenomeno dell’incontro tra culture differenti, contestualizzandolo nella realtà quotidiana delle nostre società multiculturali e multietniche, mostrandone i vari volti e sollecitando la riflessione su azioni concrete che permettano alle diversità di essere vissute come ricchezza reciproca. • • • Cos’è l’intercultura? Uguali o diversi? Tra uguaglianza e differenza: la fraternità L’AMU destina ai propri progetti i contributi ricevuti in base alle indicazioni dei donatori. qualora i contributi siano superiori alle necessità dei progetti ai quali sono indirizzati, l’AMU si riserva di destinare l’eccedenza ad altri progetti con finalità analoghe, dandone comunicazione ai donatori attraverso AMU Notizie. Come sostenere AMU Notizie Economie e cultura della condivisione L’attuale crisi mondiale interpella aspetti socio-economici, politici, culturali ed etici. Il percorso vuole riflettere sulle contraddizioni di un sistema economico che si è dimostrato iniquo e insostenibile, alla ricerca di esperienze alternative che stanno dando vita a forme economiche attente all’equità e alla fraternità. • • • Economia o economie? L’economia contemporanea, le sue contraddizioni e le possibili alternative Alcuni esempi reali: Commercio equo e solidale, Finanza Etica, Economia di Comunione Avere, essere o… condividere? Ecologia, sobrietà e consumi responsabili Alla luce del rapporto uomo-natura in una prospettiva interdisciplinare, il percorso affronta le contraddizioni alle quali conduce lo stile di vita consumistico, che sfrutta in modo insostenibile le risorse ambientali. Il percorso propone stili di vita basati su sobrietà e condivisione, come possibile risposta di libertà all’attuale questione ambientale. • • • Natura e uomo: dove siamo oggi? Possibili alternative nei nostri consumi: consumo responsabile e condivisione Possibili alternative nei nostri consumi: riciclo, riuso, etc. È possibile sostenere AMU Notizie in molti modi, per esempio: – Inviando offerte (che sono deducibili dal reddito) sui conti correnti riportati in calce nella pagina seguente. La causale da indicare è: “Contributo per AMU Notizie”. Ringraziamo chi ha già inviato donazioni a questo scopo, ricordando che sono graditi contributi di qualsiasi importo. – Segnalando errori e comunicando alla redazione le proprie opinioni sul giornale, telefonicamente o all’indirizzo [email protected]. Ogni contributo di idee è prezioso. – Inviando alla redazione notizie di iniziative locali promosse, nel Nord e nel Sud del Mondo, per il sostegno dei nostri progetti di cooperazione e per la diffusione di una cultura di pace e di dialogo fra i popoli. quanto non potrà essere pubblicato su AMU Notizie, potrà trovare spazio sul nostro sito o essere condiviso in altre forme. Amu notizie 4 / ottobre-dicembre 2011 19 ♲ Stampato su carta riciclata al 50% Per partecipare ai progetti dell’AMU si può versare il proprio contributo su uno dei seguenti conti: • c/c postale n. 81065005 • c/c bancario n. 120434 presso Banca Popolare Etica, Filiale di Roma IBAN IT16 G050 1803 2000 0000 0120 434, BIC CCRTIT2184D, intestati a: Associazione “Azione per un Mondo Unito – Onlus” Via Frascati, 342 - 00040 ROCCA DI PAPA (Roma) L’AMU è una Organizzazione non Governativa di Sviluppo (ONGs) riconosciuta dal Ministero degli Affari Esteri. 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