Buenos Aires - Destino Argentina

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Buenos Aires - Destino Argentina
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Buenos Aires
Sono circa 150 i campi da golf nella provincia della Capital Federal, un panorama che lascia quindi
un’ampia scelta. A stagioni rovesciate rispetto all’Europa, magnifico giocare al Jockey Club o all’Olivos,
i due campi più prestigiosi, quando da noi fa freddo e molti percorsi sono chiusi. E, dopo il golf,
perché non lasciarsi coinvolgere dalla più grande passione degli argentini, quella per il loro celebre ballo?
foto e testo di Franco Barbagallo
L
Mi concede
questo TANGO?
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ei, emiliana, va pazza per il tango. Lui, siciliano, al
massimo riusciva a fare, male, tappezzeria. E lui, gelosissimo, non poteva sopportare che lei lo ballasse con
altri uomini. Ma lei non poteva nemmeno rinunciare a
quella specie di elegante rito tribale danzato che la fa sentire “femmina fino in fondo”. Per questo, si sono lasciati. Mi ha raccontato
questa storia vera la protagonista, Paola, quando l’ho conosciuta
alla milonga “Salon Canning” di Buenos Aires, dove prendeva lezioni avanzate di postura dal maestro di tango “El Puchu”. Era là,
in vacanza d’istruzione, con il suo nuovo compagno Marco. Si può,
almeno parzialmente, comprendere l’atteggiamento del “siculo
mollato” assistendo al magnifico, sensualissimo, conturbante spettacolo “Rojo Tango” che va ogni sera in scena nella capitale argentina, con protagonista il grande ballerino Carlos Copello.
A Buenos Aires il tango è quasi tutto: si respira nell’aria, si tocca
con mano per le strade, si vive ogni sera per tutto l’arco dell’anno.
Guide, brochure, itinerari tematici e mappe apposite permettono
di scoprire ogni aspetto di questo ballo amato e seguito in tutto il
mondo più di ogni altro. In questo viaggio a Buenos Aires che unisce il golf alla voglia di imparare al meglio questo ballo, “seguendo
le istruzioni” ho visitato subito la Casa Museo di Carlos Gardel, il
vate di questa musica che, grazie alle sue parole, ha raggiunto vet-
te di poesia altissima. La sua tomba, nel cimitero La Chacarita, è
sempre adornata con fiori freschi e visitata da una moltitudine di
persone. Il volto di Gardel è ovunque per la città: sulle saracinesche
dei negozi, in murales, in fotografie nei locali, nei ristoranti, nelle
tangherie (dove si cena e si guarda uno spettacolo di tango) e nelle
milonghe (dove si va a ballare il tango).
Ci sono poi da frequentare i tanti locali storici che avevano come
habitué quel tale musicista, quel paroliere, quel ballerino, importanti nella lunga storia del tango. Alcuni locali, come il “Pugliese”,
mantengono solo il nome: sono stati totalmente ristrutturati e non
vi si balla più. Altri sono letteralmente spariti, altri ancora sono rimasti uguali come il Quintino Bar, dove si balla il venerdì e la domenica sera, o come il Café Los Angelitos dove da decenni si tiene
ogni sera, dopo una sontuosa cena, un bellissimo spettacolo di tango di un’ora e mezza. O come nei locali del quartiere della Boca, al
Caminito, dove in quasi ogni ristorante ci sono esibizioni.
All’Accademia Nazionale del Tango si visita un piccolo ma esaustiNella foto di apertura, tango in uno dei numerosi teatri
di Buenos Aires che propongono in cartellone spettacoli del
famoso ballo argentino. In alto, l’interno della clubhouse al
Jockey Club, uno dei golf più esclusivi e celebrati della Capitale.
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vo museo che ripercorre la storia del ballo dai suoi inizi, nella seconda metà dell’800, a oggi e dove i maestri Daniela Barria e Victor
Chamov tengono lezioni tutti i giorni. Per ballare il tango come si
deve bisogna anche “attrezzarsi” per bene. L’elemento indispensabile è costituito dalle scarpe: senza un paio idoneo non si può mai
ballare bene. Sono andato a trovare Rodolfo Ruiz, proprietario della fabbrica e del negozio Neo Tango, forse la marca più famosa di
scarpe da ballo per il tango esistente al mondo. I modelli diversi sono circa 300. Ogni pezzo è interamente realizzato a mano, il design
è studiato per fare appoggiare propriamente il piede della donna
senza farlo stancare, nonostante il tacco da 7,5 o 8,5 centimetri, e
per spostare il peso dei ballerini dal tallone al metatarso. Si paga da
90 a 100 euro per avere il top.
Poi ci si deve abbigliare perché “l’abito fa anche il ballerino”. I negozi di vestiario specializzati sono tanti, come gli stilisti. Nel laboratorio del suo negozio “Tango Imagen”, vicino casa Gardel, Maria Jazsmin può cucire un abito su misura anche in tre giorni e i
suoi prezzi oscillano intorno ai 500 pesos (100 euro). La milonga
“Porteño y Bailarin” (buenosairense e ballerino) è frequentata essenzialmente da porteños (così si chiamano gli abitanti di Buenos
Aires). Molti frequentatori sono “attempati” e si vestono appositamente in un certo modo per andare a ballare, come fossero protagonisti di un documentario in bianco e nero sugli anni venti. Anche
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il solo sedersi a un tavolo, mangiando o bevendo qualcosa, restando a guardare gli altri ballare, vale i 25 pesos (5 euro) del biglietto
d’ ingresso.
È davvero incredibile la passione e il sentimento che tutti ci mettono. Le donne che ballano bene danzano quasi sempre a occhi
chiusi, affidandosi “ciecamente” all’uomo che le conduce per la
sala sprofondato anche lui nella parte. Qui una lezione di gruppo
costa 25 pesos, si paga anche quattro e più volte per lezioni singole
e in base a chi è il maestro e quale è la scuola.
Ma perché il tango affascina e prende così? Mona Godoy, grandissima ballerina che gira tutto il mondo con i suoi spettacoli ed è titolare
di una delle scuole di ballo di maggior prestigio, mi spiega che il tango è “un linguaggio internazionale”, una specie di “sanscrito corporale che permette a un tedesco e un’armena di comunicare ugualmente ballando insieme”. “È anche il ballo dei divorziati” aggiunge,
“non c’è niente di meglio che una milonga per trovare il partner
giusto dopo aver sbagliato il primo”: proprio come ha fatto Paola.
Gli italiani che raggiungono Baires per migliorare sono una… marea. Antonio, di Milano, piuttosto abbiente, fa le ferie in Argentina.
Di giorno va a cavallo, prende lezioni di polo, gioca a golf appena fuori Buenos Aires (si è fatto un po’ alla volta tutti i principali
campi del circondario), mentre di sera prende lezioni di tango dal
maestro “El Puchu” e balla: dorme poco. Non molto alto, capelli
Scorecard
Ecco indirizzi e siti internet dei due famosi circoli di Buenos Aires
di cui parliamo in questo articolo: Jockey Club, Avenida Márquez
1702, S. Isidro, www.jockeyclub.com.ar; Los Olivos Golf Club, Ruta
Panamericana Ramal Pilar Km 32, www.olivosgolf.cc/wp
lunghi raccolti da un elastico nero, un portamento semplicemente
principesco, El Puchu mi ha detto: “Lascia perdere le fotografie e
gli appunti, partecipa anche tu alla mia lezione di portamento ed
estetica corporale, solo così potrai capire perché il tango prende
totalmente”. Ha cominciato a spiegarci e a mostrarci innanzitutto
come l’uomo e la donna devono stare in avanti poggiando sul metatarso a formare una sorta di triangolo acuto. Ha spiegato anche la
giusta posizione delle braccia dell’uomo: come se stesse suonando
impettito una chitarra. E della donna: con il braccio alto intorno
le spalle dell’uomo, poggiando il seno sinistro al petto di lui, con
i visi che si sfiorano o si toccano. Quindi ci ha fatto eseguire tutta
una serie di esercizi di passi spostandoci da soli in avanti, di lato,
indietro, abbassando e rialzando il proprio baricentro, tutto eseguito sempre con molta fluidità, armonia e leggerezza. Poi è passato
a insegnarci una sequenza complessa di passi quasi sul posto, da
In alto e qui sopra a sinistra, tre immagini riprese al Jockey Club,
con un paio di buche e altrettanti scorci dell’elegante clubhouse
del circolo. In basso, il putting green e il simultatore di gioco
che si trovano riuniti nel Green Club presso l’Hotel Panamericano,
uno dei più affermati alberghi di Buenos Aires. A destra,
una delle zone più moderne della Capitale argentina, in netto
contrasto con i vecchi quartieri della città, caratterizzati da case
e piccoli palazzi che si segnalano per i loro sgargianti colori.
provare ad eseguire prima da soli e poi con un partner assistiti da
lui. Dopo un’ora di lavoro intenso, di massima concentrazione e
applicazione, sono riuscito, incredibilmente, a eseguire sempre
meglio quella sequenza che sembrava inarrivabile, come quando
un principiante vede sparare il drive di un pro. La soddisfazione e
il senso di autostima diventano enormi, proprio come quando si
riesce a colpire per la prima volta una pallina da golf mandandola
oltre i 50 metri. E ho dato subito un occhio su internet per cercare
una scuola di tango dalle mie parti!
Il golf
Pur dedicando le sere e le notti al tango, c’è però tutto il giorno
per scoprire i campi da golf intorno Buenos Aires. I primi del Sud
America sorsero qui (1879) e sempre qui si disputò la prima gara
ufficiale (1892). Se si è presi molto dal ballo si può sempre tenersi
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Block notes
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Ufficio del Turismo: Instituto Nacional de Promoción Turística
(Inprotur): www.argentina.travel. Destino Argentina: www.destinationargentina.com
Come arrivare
L’Argentina è collegata all’Italia dai voli della Aereolinas Argentinas
in partenza da Roma. In economy il biglietto andata e ritorno è a
partire da 1201 euro. Per informazioni e prenotazioni: www.aerolineas.com.ar
Dove dormire
Palacio Duhau Park Hyatt Buenos Aires
Un antico palazzo nobiliare restaurato, un magnifico giardino, un’ala
nuova e moderna, una galleria d’arte che collega l’antico e il nuovo:
il massimo. Avenida Alvear 1661. www.buenosaires.park.hyatt.com.
Hotel Algodon Mansion
Un palazzo in stile francese classico restaurato offre magnifiche suite dai bagni semplicemente idilliaci. Montevideo 1647. www.algodonmansion.com.
Hotel Madero
Nel nuovo quartiere modello realizzato nell’antica area portuale.
Ambiente moderno e trendy. Rapporto qualità prezzo ottimo. Bvrd
Rosario Penaloza 360. www.hotelmadero.com.
Hotel Panamericano
Eccezionale la piscina con Spa all’ultimo piano. A un passo dall’obelisco della Plaza de la Republica. Un classico a Buenos Aires. Nel
seminterrato ospita il campo di golf virtuale The Green Club. Carlos
Pellegrini 551. www.panamericano.us
Dove mangiare
Lo de mi hermano: il posto giusto per gustare la carne argentina
cotta alla brace. Gurruchaga 1824. La Cabana: bistecche succulente e antipasti sfiziosi a volontà. Alicia Moreau de Justo 380. Hernan
Gipponi Restaurante: una cucina internazionale e spagnola d’avanguardia. Hotel Fierro. Soler, 5862
Scuole di tango
Mona Godoy, Av. Pueyrredon 1090, www.monagodoy.com.
Accademia Nazionale del Tango, Palacio Carlos Gardel, 833
Av de Mayo. Tangherie - Rojo Tango, Faena Hotel + Universe,
Martha Salotti 445, www.rojotango.com. Café Los Angelitos, Av.
Rivadavia 2100 (esq. Rincón), www.cafedelosangelitos.com.
Milonghe - Salon Canning, Scalabrini Ortiz,
Maestro El Puchu: lezioni dalle 20 alle 21,30. Poi ballo.
Porteño y Bailarin, Calle Riobamba 345. Lezioni dalle 7 alle 10.Poi ballo. Quintino Bar, Quintino Bocayuva esq. Carlos
Calvo, www.barquintino.com.ar. Scarpe da tango: Neo
Tango, Sarmiento 1938, www.neotangoshoes.com. Vestiti da
tango: Tango Imagen, Maria Jasmin, Anchorena 606, www.
tango-imagen.com.
In alto la Casa Rosada, il più importante monumento di
Buenos Aires e sede centrale del potere esecutivo della
Repubblica Argentina. Al centro, tango in uno dei molti bar e
ristoranti del quartiere della Boca e, qui sopra, una teca della
Casa Museo Gardel. A destra, la splendida spa dell’Hotel
Panamericano e, accanto, due buche di Los Olivos.
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in forma al “campo virtuale” del “The Green Club” dell’Hotel Panamericano, a due passi dalla Piazza della Repubblica: basta programmare il computer e si può giocare nei più famosi campi del
mondo. Io ho poi scelto di giocare, dal vero, al Jockey Club e al
campo Los Olivos, solo due degli oltre 150 campi della provincia di
Buenos Aires e dei 15 che esistono a meno di 50 km dalla capitale.
Sono i più antichi e ricchi di fascino. L’Olivos è del 1928 mentre il
Jockey, è stato inaugurato nel 1930. Entrambi rinnovati nel tempo,
sono anche i più vicini alla metropoli.
Come gli altri percorsi storici dell’Argentina, furono ideati da gruppi di
cittadini britannici. Il gioco approdò nella repubblica sudamericana
a partire dal 1879, quando lo scozzese Henry Smith arrivò al porto di
Buenos Aires portandosi dietro una sacca da golf. Alla dogana quello
strano bagaglio attirò subito la curiosità degli ispettori e Smith, che
masticava solo poche parole di spagnolo, impiegò parecchio tempo
a convincerli che quei bastoni con la testa di ferro non erano armi.
A 30 chilometri dal centro della città, raggiungibile con l’autostrada panamericana in meno di mezz’ora d’auto, si stende l’Olivos
Golf Club. Venne realizzato da lavoratori inglesi che, dopo la Prima Guerra Mondiale, si trasferirono in Argentina per sovrintendere la costruzione di alcune linee ferroviarie. Il disegno del campo
venne affidato a Luther Koontz, esperto di irrigazioni e drenaggi.
Molti esperti gli hanno assegnato il titolo di più bel campo del Sud
America, a cominciare da Golf Digest che l’ha catalogato fra i 100
top a livello mondiale. Originariamente l’Olivos fu pensato come
un 36 buche, ma poi ne rimasero 27, più larghe e maestose, che
tracciano tre percorsi (canchas) contraddistinti da altrettanti colori: Blanca (bianca), Colorada (rossa) e Azul (blu). Le lunghezze
sono rispettivamente di 3.089, 3.044 e 2.777 metri, con la canchas
Blanca e Colorada che compongono il percorso da campionato, sicuramente il più prestigioso del Sud America per aver ospitato gare
di assoluto livello come il World Amateur, la Copa del Los Andes
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Il mondo del tango rappresenta uno degli aspetti più caratteristici
e importanti di Buenos Aires. Ci sono negozi specializzati
(a sinistra, Neo Tango) che producono scarpe specifiche destinate
ai ballerini e sartorie (qui accanto) che realizzano costumi
e vestiti su misura per ballare. I locali sono decine e decine
di tangherie e milonghe, dove si può assistere a spettacoli
di buon livello o impegnarsi personalmente nella danza.
e dieci edizioni dell’Open (Abierto de Argentina). È un campo di
livello assoluto, dal disegno sicuramente classico, che trascende
qualsiasi collocazione nel tempo e nello spazio. L’idea iniziale era
quella di creare buche che non fossero difficili per la lunghezza dei
colpi, ma impegnative riguardo la scelta dei bastoni, la tattica da
utilizzare e la precisione del gioco. La buca 3 del percorso bianco
è un par 3 molto difficile sia per gli alti boschetti di eucalipti ai due
lati della piega a sinistra del fairway, sia per le pendenze del green.
Altre buche interessanti sono la 2 del percorso rosso per i numerosi
bunker lungo il fairway e la 7 del bianco, per il green molto ben
difeso da una miriade di bunker.
La bella clubhouse del Jockey Club, con gli interni tappezzati di
legno pregiato (oggi i costi sarebbero proibitivi) e gli alberi vetusti che fiancheggiano i fairway dei due campi a disposizione, Azul
(6.628 metri) e Colorada (5.695), testimoniano la lunga e gloriosa
storia costellata di eventi da quando Allister Mckenzie li disegnò.
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Fra questi la confisca per alcuni anni dei terreni a favore dell’attiguo
ippodromo e un incendio doloso per “motivi politici” che distrusse
la clubhouse fino alla totale ricostruzione del 1968. Le buche interessanti del Colorada sono davvero molte. La 6 è un par 4 con un
green superdifeso da doppi bunker a destra e sinistra e dagli alberi.
La 10 è un par 5 con un megabunker, che insidia la prima palla dei
più, e un green con pendenze davvero molto forti su quattro lati. La
16, invece, è un par 4 con strettoie in un fairway “tanto alberato” e
con un bunker al “punto giusto”. Il green ha intorno tre grandi dossi
posti con un angolo di 120 gradi l’uno rispetto l’altro. La 17 è un par
3 che non perdona con un green sopraelevato superdifeso da bunker, dossi e alberi secolari. Il percorso Azul non è da meno con la
6, un par 4 dove si deve sorvolare tanta acqua prima di raggiungere
un green ben difeso da due insidiosi bunker, e la 8, un altro par 4
con una dogleg a destra o la 5, un par 3, che vuole che si sorvoli con
il primo colpo un insidioso laghetto.