Lezione 1. Moneta, finanza e produzione Attività patrimoniali: stock

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Lezione 1. Moneta, finanza e produzione Attività patrimoniali: stock
Lezione 1. Moneta, finanza e produzione
Attività patrimoniali: stock di ricchezza
1. beni materiali e immateriali che partecipano ai processi produttivi,
correnti e futuri e che prospettano un flusso di redditi futuri.
2. fondi di valore che non forniscono reddito, ma garantiscono di
conservare (o accrescere) il loro valore nel tempo e di poter essere
scambiati in futuro con altre attività patrimoniali (beni rifugio, case di
abitazione sfitte ecc).
Attività finanziarie: impegni a fornire al creditore, oltre al capitale
anticipato, un flusso di redditi nel futuro; la realizzazione di queste
“promesse” dipende dal verificarsi di eventi futuri connessi con la
creazione di nuovo reddito, e dunque legati all’attività produttiva.
G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. 2013‐14; Lezione 1 Pagina 1 Moneta: elevata liquidità (utilizzata con immediatezza e senza costi come
mezzo di pagamento); mezzo di scambio e fondo di valore.
Moneta, credito e finanza sono relazioni con il futuro:
a. moneta: disponibilità detenute in previsione di scambi con beni in
larga parte non ancora prodotti;
b. credito: fondi anticipati per l’acquisto di beni di investimento il cui
rimborso avverrà con le risorse risultanti dall’investimento;
c. finanza: gestione dei titoli di credito in previsione di redditi da
capitale non ancora realizzati.
Il credito concesso dalle istituzioni finanziarie monetarie si traduce in una
identica variazione delle loro passività: costituisce un flusso di nuova
moneta che alimenta lo stock di attività monetarie.
G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. 2013‐14; Lezione 1 Pagina 2 Le aspettative sono “convalidate” alla scadenza solo se si verificano
quegli eventi connessi alla creazione di valore che avevano indotto gli
agenti economici ad accumulare le attività patrimoniali.
L’incertezza sul futuro richiede istituzioni, private e pubbliche, capaci di
fornire prevenzione nei confronti di eventi inattesi: rafforzano la “fiducia”
nella promessa di reddito espressa dagli strumenti finanziari e sostengono
un processo produttivo che si svolge nel tempo.
I termini cruciali di una economia monetaria e finanziaria sono dunque il
futuro, l’incertezza, le istituzioni e la fiducia:
• il valore della ricchezza è il riflesso delle attese su eventi futuri
• la cui incertezza
• richiede apposite istituzioni
• per infondere fiducia nella stabilità delle relazioni che sono alla base
dei processi di creazione, distribuzione e redistribuzione del reddito.
G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. 2013‐14; Lezione 1 Pagina 3 Il ruolo della moneta
Sotto quali condizioni la moneta è “neutrale”, ossia non ha rilevanza per
gli equilibri macroeconomici?
Equilibrio economico generale intertemporale: funzione unità di conto
irrilevante; funzione di mezzo di pagamento.
Generazioni sovrapposte: funzione unità di conto irrilevante nel singolo
periodo; può trasferire potere d’acquisto da un periodo all’altro, ma
meglio i titoli fruttiferi per i trasferimenti intergenerazionali di ricchezza.
Scambi bilaterali: doppia coincidenza dei bisogni. Moneta strumento
ottimo di scambio perché minimizza il tempo medio di attesa necessario
per conseguire le allocazioni desiderate (risolve un problema di
coordinamento). Gli agenti si devono coordinare per adottarla negli
scambi: viene accettata individualmente perché vi è la fiducia che sia
accettata universalmente.
G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. 2013‐14; Lezione 1 Pagina 4 Spiegazioni dominanti per introdurre la moneta nell’economia:
1. vincolo di cash in advance; i beni non possono essere acquistativenduti se non pagando-incassando moneta;
2. presenza della moneta nella funzione di utilità; fornisce benefici
diretti, sia economici che psicologici (sicurezza, prestigio ecc.).
Problemi:
1. perché è preferita a titoli che fruttano un rendimento maggiore?
2. “risolve” il problema per ipotesi; esiste perché è utile.
Se rileva la funzione di intermediario degli scambi e non esistono
“frizioni” rilevanti nei mercati (e.g., prezzi viscosi): economia con
moneta. L’equilibrio che conta è quello determinato dai comportamenti
“reali”; moneta determina la dimensione monetaria delle variabili reali (il
livello generale dei prezzi).
G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. 2013‐14; Lezione 1 Pagina 5 Tre aspetti trascurati:
1. il credito fornisce mezzi di pagamento;
2. la finanza quale alternativa nella funzione di fondo di valore;
3. considerazione della moneta come attività patrimoniale. Se, in
presenza di incertezza, si detiene moneta per esigenze precauzionali o
opportunità di guadagni in conto capitale, la sua disponibilità influisce
sull’evoluzione delle variabili reali.
In questi casi la moneta non è neutrale: economia intrinsecamente
monetaria. Il processo economico non è indipendente dal livello e dalla
dinamica delle variabili monetarie.
G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. 2013‐14; Lezione 1 Pagina 6 Neutralità della moneta
In un’economia con moneta la moneta è neutrale: relazioni creditizie e
finanziarie non influenzano la quantità e l’evoluzione dell’aggregato
monetario, la cui offerta dipende esclusivamente dalle autorità monetarie.
La moneta è esogena alle decisioni private.
La moneta (per scopi transazionali) ha carattere distinto dalle altre attività
finanziarie (e patrimoniali): grado di sostituibilità nullo.
L’ammontare di moneta nelle mani del settore privato non-finanziario è
un potenziale di spesa (monetaria). Quanto maggiore è la quantità di
mezzi monetari, tanto maggiore è il valore monetario delle transazioni, a
parità dell’intensità con la quale tali mezzi vengono utilizzati.
G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. 2013‐14; Lezione 1 Pagina 7 In un’economia con moneta vale la teoria quantitativa della moneta. Se
la moneta svolge solo il ruolo transazionale, necessaria uguaglianza tra
flusso monetario (pagamenti monetari) e flusso di beni (incassi monetari).
Identità quantitativa della moneta (relazione consuntiva, verificata per
definizione):
[1]
MV ≡ PQ
Il flusso delle transazioni monetarie deve corrispondere al valore
monetario del flusso dei beni e servizi oggetto delle transazioni.
Domanda di moneta:
[2]
Md = (1/V) PQ = vPQ
v: quantità che il settore privato desidera detenere per unità di prodotto.
G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. 2013‐14; Lezione 1 Pagina 8 Se Q si determina in maniera indipendente dalle condizioni monetarie, v è
un dato e Ms controllata dalle Autorità monetarie, l’identità si trasforma
nella teoria quantitativa della moneta
[3]
Md = vPQ =
= Ms
• L’equilibrio del settore finanziario (decisioni di I e di S), ottenuto
attraverso variazioni del tasso di interesse reale, garantisce l’equilibrio
del mercato dei beni al livello di piena occupazione.
• Flessibilità del salario reale: il prodotto tende sistematicamente al pieno
impiego. Questa produzione trova una corrispondente domanda grazie
alle variazioni del tasso di interesse reale (non dipende dalle condizioni
monetarie).
• Se Md è stabile (V non dipende dalle scelte individuali), le variazioni di
M hanno il solo effetto di alterare P.
G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. 2013‐14; Lezione 1 Pagina 9 Credito e finanza in un’ “economia monetaria”
Ruolo della moneta quando si mette l’accento sul credito o sulla finanza
(le decisioni sulla composizione degli stock finanziari condizionano il
finanziamento di I): passivo nel primo caso (contropartita della
concessione di credito); attivo nel secondo (equilibrio del mercato
finanziario influenzato dalle condizioni di liquidità).
Se sono “prioritarie” le decisioni di accumulazione delle imprese e solo
una parte del finanziamento di I deriva dal risparmio programmato (titoli
diretti privati), la possibilità di realizzare I dipende dalla capacità degli
intermediari di anticipare i fondi.
Come contropartita al credito si creano depositi: il sistema monetario
immette moneta (fondo di valore) che il sistema finanziario assorbe alle
condizioni (tassi di interesse) compatibili con la composizione degli stock
monetari e finanziari risultante dall’emissione degli strumenti finanziari
corrispondenti alle esigenze dell’accumulazione.
G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. 2013‐14; Lezione 1 Pagina 10 • Gli stock offerti di titoli privati e quelli domandati di prestiti bancari
sono determinati dalle decisioni di I delle imprese.
• Mercato finanziario: definisce le condizioni alle quali le famiglie
detengono i titoli diretti e indiretti (inclusa la moneta creata a fronte del
credito concesso) risultanti dal finanziamento del capitale produttivo.
• Il settore bancario svolge un ruolo positivo se incanala il capitale verso
unità con capacità imprenditoriale innovativa.
• All’efficienza dei mercati finanziari va delegato il collocamento dei
nuovi titoli nei portafogli dei risparmiatori.
• Efficienza del processo finanziario tanto maggiore quanto maggiore è la
diffusione del rischio produttivo all’esterno dei soggetti che gestiscono
il capitale. Nella distribuzione del reddito e del rischio tra creditore
finale e debitore finale, l’intervento degli intermediari comporta un
minor trasferimento di reddito, ma anche una minor assunzione di
rischio da parte del creditore finale: parte del rischio produttivo viene
assunto e gestito dagli intermediari.
G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. 2013‐14; Lezione 1 Pagina 11 Centralità degli intermediari creditizi tipica dei sistemi finanziari
bancocentrici: determinano volume e composizione dell’offerta di fondi,
mentre i mercati finanziari determinano volume e composizione della
domanda.
Le banche devono avere una conoscenza delle imprese migliore di quella
delle famiglie: presenza di operatori specializzati per selezionare e
monitorare i prenditori a prestito.
Il sistema evolve in maniera stabile solo se le valutazioni del sistema
bancario sono “convalidate” dai risultati.
In caso contrario: processi di aggiustamento nella struttura degli stock
finanziari per ricondurre, spesso attraverso ampie fluttuazioni cicliche, il
loro valore alle reali prospettive del processo produttivo.
G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. 2013‐14; Lezione 1 Pagina 12 Interpretazione che attribuisce la centralità del processo finanziario al
mercato finanziario (detentori finali della ricchezza): sono le decisioni
delle famiglie su livello e composizione dei portafogli a distribuire lo
stock di ricchezza tra le diverse attività patrimoniali.
Le famiglie determinano il portafoglio che massimizza la loro utilità
(attesa). Dato lo stock di passività delle imprese, la domanda delle diverse
attività determina le condizioni alle quali le famiglie sono disposte a
detenerle.
Il costo del capitale influenza le decisioni di risparmio delle famiglie e
quelle di investimento delle imprese, e il conseguente equilibrio
macroeconomico.
Lo stock di attività reali, in particolare il capitale produttivo, è
determinato di conseguenza.
Il sistema finanziario informa i debitori finali sulle condizioni alle quali le
famiglie sono disposte a detenere i titoli (di debito e di proprietà) emessi.
G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. 2013‐14; Lezione 1 Pagina 13 Queste condizioni indicano alle imprese il costo del capitale e le orientano
nella spesa per I e nella composizione del passivo (stock dei diversi titoli),
per ricercare la struttura ottimale del loro indebitamento.
La creazione di liquidità da parte del settore monetario rende più liquido
il portafoglio delle famiglie: la trasformazione da parte del sistema
finanziario di attività illiquide (rappresentative del capitale produttivo) in
attività liquide favorisce l’accumulazione del capitale e la crescita.
In un sistema centrato sui mercati finanziari (mercatocentrico), le
informazioni sui rendimenti futuri delle diverse attività devono essere
corrette e diffuse.
Se ciò non avviene, il tasso di rendimento richiesto dalle famiglie
risulta sopravalutato o sottovalutato; una valutazione non corretta delle
condizioni future si traduce in una evoluzione instabile dell’economia.
G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. 2013‐14; Lezione 1 Pagina 14 Un corso diviso in quattro parti
1. Relazioni alla base dei processi monetari e finanziari. Composizione
della ricchezza finanziaria e modalità della sua gestione.
2. Comportamenti finanziari e monetari di famiglie, imprese,
intermediari creditizi e BC. Le loro decisioni sono condizionate da
quelle passate (stock di attività e passività finanziarie esistenti) e dai
loro obiettivi legati alle prospettive future (le aspettative di reddito).
3. Meccanismi che rendono compatibili le esigenze di credito e di debito
che si manifestano sul mercato finanziario e su quello monetario.
Determinare tassi d’interesse e quantità di credito e di moneta.
4. Rilevanza dell’equilibrio monetario e finanziario per l’equilibrio
macroeconomico. (Non)neutralità della moneta. Modo di operare
delle BC per influenzare l’economia attraverso il governo della
moneta, in periodi “ordinari” e di “crisi”.
G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. 2013‐14; Lezione 1 Pagina 15