a strasburgo per cambiare radicalmente la

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a strasburgo per cambiare radicalmente la
AGENZIA DELLA CGIL VENETO
VENETOLAVORO
fondata da Marco Masi
Agenzia della CGIL del Veneto Anno XV n. 4 del 16 febbraio 2006 Dir. resp. Simonetta Pento Aut. Trib. di VE n. 1190 del 15.5.95
Redazione via Peschiera 5 30174 Mestre VE [email protected] - Stampa CPSS Mestre Venezia
A STRASBURGO PER CAMBIARE
RADICALMENTE LA BOLKESTEIN
"L'Europa deve fare il possibile per diventare portatrice di progresso sociale e per far arrestare il processo di una insensata
deregulation, se vuole che il suo progetto goda del sostegno da
parte dei cittadini". Lo scrive la Ces al Parlamento europeo in
occasione dell' avvio della discussione in aula sulla direttiva
"Bolkestein", una proposta che, se votata, permetterebbe a qualsiasi società erogatrice di servizi di spostarsi liberamente in tutto
il mercato europeo rispettando solo le leggi del paese dove è
registrata (principio del paese d'origine).
Alcuni miglioramenti apportati in Commissione rispetto al testo
iniziale non sono infatti sufficienti a scongiurare tale pericolo e la
Direttiva continua a suscitare allarme nel sindacato europeo.
La CES chiede ulteriori e significative modifiche e a sostegno
delle richieste sindacali si è svolta il 14 febbraio una manifestazione a Strasburgo.
CGIL CISL UIL, che hanno aderito a nome dei lavoratori italiani,
ricordano di aver "sostenuto la costruzione del mercato interno
europeo a condizione che venisse potenziata la dimensione
sociale europea e promossa la contrattazione e l'autonomia delle
parti sociali".
Per questo "pur ritenendo che sia giusto perseguire, anche per il
settore dei servizi, la possibilità di prestazione nell'intera area
UE", CGIL CISL UIL dichiarano che "la direttiva proposta lede
gravemente il carattere qualitativo dell'integrazione dei mercati
europei e sposta l'asse di costruzione del mercato interno dei servizi su una competitività basata solo sui costi".
In particolare, gli elementi contenuti nel testo della direttiva che
trovano dissenziente il sindacato riguardano:
l I servizi di interesse generale, economici e non, non debbono
far parte del campo di applicazione della direttiva;
l non è accettabile che per i servizi a carattere esclusivamente
economico non ci siano norme quadro che stabiliscano le
garanzie che devono essere assicurate nella prestazione dei
servizi stessi;
l non è accettabile che un'impresa - di servizi o altro - possa sottrarsi al rispetto delle norme in vigore nel paese dove opera o
sia oggetto di controlli e supervisioni ridotte o limitate;
l non è accettabile che resti affermato il PdO;
l non è accettabile che comparti di servizi delicati e sensibili
come quelli delle agenzie di lavoro interinale e dei servizi privati di sicurezza siano coperti da questa direttiva e non, invece,
da direttive specifiche rispettose delle esigenze dei destinatari
e delle leggi dei paesi dove il servizio è prestato;
l
deve essere garantito esplicitamente e formalmente che il diritto del lavoro del paese di prestazione e la normativa in vigore
sul distacco dei lavoratori non possono essere lesi da alcuna
norma relativa alla prestazione dei servizi.
Su questi obiettivi, CGIL CISL UIL insieme con tutti i sindacati
europei che hanno sostenuto la giornata di lotta del 14 febbraio,
invitano i lavoratori italiani a tener viva la mobilitazione per un
mercato dei servizi rispettoso della dimensione sociale europea e
dei diritti del lavoro, dei cittadini e dei consumatori.
CONTRO LA CULTURA DELL' IGNORANZA LA PROTESTA CONTINUA
Lunedì manifestazione nazionale al “Regio” di Torino e mercoledì al Conservatorio di Padova concerto in mutande
Il Fondo Unico per lo Spettacolo, istituito
nel 1985, nella sua impostazione dinamica, oggi, se rivalutato del solo indice
ISTAT. ammonterebbe a circa 800 milioni
di Euro. Questa finanziaria ne prevede
appena 300. A questi tagli si aggiungeranno, con la decurtazione di risorse destinate agli Enti Locali, gli effetti negativi sulla
produzione culturale locale, soprattutto in
una regione come la nostra, unica ad
avere sul territorio 2 Fondazioni lirico/sinfoniche (l'Arena e la Fenice), una realtà
significativa come l'orchestra da camera di
Padova e del Veneto e molteplici compagnie teatrali e musicali.
L'effetto immediato sarà una diffusa chiusura di attività di spettacolo (circa cinquemila Aziende) con la conseguente perdita
a livello nazionale di oltre sessantamila
posti di lavoro in un settore privo di
ammortizzatori sociali. Mentre quelle
poche imprese che potranno ancora produrre saranno messe nelle condizioni di
non poter pagare i contributi sociali e assistenziali per cui verrà meno, a medio termine, la garanzia per le pensioni attuali
per le quali dovrà intervenire direttamente,
prima o poi, lo Stato. Uno scenario socialmente e culturalmente drammatico.
I numeri e l'impostazione politica di questa
Finanziaria ci dicono che questo Governo,
nei fatti e nelle scelte, non assume la cultura come elemento identitario e strategico per la crescita sociale ed economica
del Paese, accentuando così un processo
involutivo e destrutturante in tutte le articolazioni settoriali (cinema-musica-prosadanza).
La Cultura italiana è il fondamento della
nostra civiltà, è il soggetto della nostra
identità storica e della nostra arte, amata
e ricercata da tutto il mondo, nonché un
diritto di cittadinanza ed elemento strategico di sviluppo economico.
Segue a pag. 2
giovedì 16 febbraio 2006
CONTRO LA CULTURA DELL' IGNORANZA
LA PROTESTA CONTINUA - segue dalla prima pagina
Con un taglio netto di 164 milioni di Euro e con l'eliminazione delle quote del Lotto, il settore dello
Spettacolo sta subendo un impoverimento
improvviso e non previsto di circa il 40% delle
risorse destinate dal Fondo Unico dello
Spettacolo.
Un taglio devastante senza precedenti.
In addizionale, con le impostazioni delle leggi di
bilancio in questa legislatura che di fatto hanno
inibito i trasferimenti agli Enti locali, il Settore ha
subito un ulteriore taglio valutabile nell'ordine del
20% sulle risorse che le Regioni, le Province e i
Comuni destinano alla cultura e alle iniziative di
Spettacolo a livello decentrato.
I tagli prospettati nella situazione già difficile, non
potendo contenere oltremodo i costi interni dei
settori, provocheranno una drastica riduzione dell'offerta di spettacoli al pubblico; si metterà in
serio pericolo l'esistenza di molte attività produttive/commerciali e non solo il posto di lavoro dei
dipendenti, molti dei quali rischiano di essere trasformati in lavoratori "invisibili".
Contro questa "cultura dell' ignoranza" e con lo
scopo di coinvolgere tutti i cittadini, il mondo dello
spettacolo, compatto in tutte le sue componenti, si
è mobilitato con una serie di iniziative, a partire
dallo Sciopero generale con manifestazione a
Roma del 14 ottobre, allo sciopero con concerto
organizzato simultaneamente i tutti i teatri italiani
il 25 novembre in occasione dello sciopero generale proclamato dalle confederazioni contro la
Finanziaria approvata recentemente.
Il prossimo appuntamento sarà a Torino il 20 febbraio con una Manifestazione Nazionale presso il
Teatro Regio per chiedere che ci sia un serio interevento riformatore che in sintesi preveda:
l la definizione dello spettacolo quale area di
investimento, e non di spesa, con adeguata
copertura finanziaria che garantisca certezza e
stabilità di risorse;
l il recupero del valore reale del Fondo Unico
dello Spettacolo, agganciato a parametri rivalutativi certi, per poi procedere ad una sua compiuta riforma;
l l'individuazione di nuove logiche e meccanismi
di finanziamento, anche armonizzando e coordinando gli interventi dei diversi livelli istituzionali;
l la definizione di una legge sulle attività di tutti i
lavoratori dello spettacolo (artisti, tecnici, maestranze) che disciplini la loro formazione, l'accesso al lavoro, la natura giuridica dei rapporti
di lavoro, il diritto alla contrattazione collettiva
ed agli ammortizzatori sociali;
l la dotazione per il settore di un sistema di
incentivi fiscali che possano anche favorire l'apporto degli investimenti privati nello spettacolo;
l la definizione di un sistema di interventi riguardanti la promozione del pubblico, la formazione
e l'aggiornamento professionale degli operatori,
le nuove strutture e le nuove tecnologie.
A sostegno di questi obiettivi, si ritiene prioritaria
la collaborazione e l'intervento delle Istituzioni,
Regioni, Province e Comuni con la logica che
investire in cultura non è uno spreco e la battaglia
avviata prende forza anche dalle recenti dichiarazioni del Capo dello Stato affinché " .. venga riattribuito alla Cultura l' insostituibile ruolo dell'identità storica, artistica e sociale di una Nazione, elemento primario e insostituibile di progresso, naturale misuratore del grado di civiltà di un popolo,
alla quale tutti i cittadini debbono per diritto naturale accedere".
Giuseppe Di Girolamo
Coordinatore Regionale SLC Veneto
VENETOLAVORO
STIPENDI TAGLIATI
ALL'ORCHESTRA DI PADOVA?
Il Governo dei tagli, ha ridotto di circa un terzo il finanziamento del Fondo Unico
dello spettacolo dal 2006, scaricando i problemi dei conti pubblici, sempre più
fuori controllo, sul sistema delle autonomie locali e sui capitoli di spesa per sociale, ambiente, cultura, sport, trasporti e servizi.
Il taglio del contributo, per l'orchestra da Camera di Padova e del Veneto è di
418.000 euro.
Di fronte a quest'emergenza non sono sufficienti, anche se indispensabili alla
sopravvivenza, atti di mecenatismo e la ricerca di sponsorizzazioni degli eventi.
La crisi economica morde e quindi sponsorizzazioni, filantropia e i concerti programmati a pagamento sono in calo.
Il Consiglio d'amministrazione, per altro, lacerato dalla decennale lotta tra i soci,
non è nella condizione per difficoltà economiche, mancanza di motivazioni personali, pressioni delle banche, incertezza sulle prospettive di programmare il benché
minimo rilancio dell'orchestra. La stessa programmazione tra difficoltà è garantita
con vistose pezze, sino a giugno 2006.
In questo quadro desolante il consiglio d'amministrazione serve la solita ricetta in
tempi di crisi: i lavoratori rinuncino ad alcune mensilità di stipendio per salvare il
posto di lavoro e il futuro nella speranza che ad aprile cambi qualcosa con la liberazione nazionale da questo Governo, il cui Ministro (Bottiglione) dopo aver ripetutamente minacciato le dimissioni se ci fossero stati i tagli alla cultura, è precipitosamente sparito per vergogna dalla scena. Senza un intervento adeguato delle
istituzioni Regione, Provincia, Comune l'orchestra chiude!
In tempi in cui, grazie all'impegno del sindaco e della Giunta, l'auditorium è destinato a passare dalla sfera delle intenzioni a quella della realizzazione, la chiusura della nostra prestigiosa orchestra sarebbe, oltre al danno, la beffa.
La situazione è grave e il tempo stringe.
Bisogna resistere, resistere, ed ancora resistere.
Serve nell'immediato un finanziamento che riduca l'indebitamento bancario e
garantisca il regolare svolgimento della programmazione concertistica.
Ma non basta. Bisogna approvare le necessarie modifiche societarie, eleggere un
nuovo Consiglio di amministrazione che permetta l'effettivo rilancio dell'orchestra
attraverso impegni e programmi che diano prospettive di efficace valorizzazione
del lavoro e delle stagioni concertistiche, definire l'allargamento della compagine
societaria ai privati riorganizzando la produzione e il rapporto con il territorio.
I lavoratori e le loro rappresentanze come sempre faranno la loro parte, con
responsabilità verso la città ed il loro pubblico.
Ci aspettiamo che gli enti pubblici locali dimostrino quella capacità e concretezza
che manca colpevolmente al Governo.
Infine, lasciano l'amaro in bocca, tutti i vacui discorsi, sull'importanza per il turismo
italiano, per la produzione di ricchezza, benessere, e occupazione quando si
tagliano tutte le programmazioni culturali del paese penalizzando l'elevazione
sociale del nostro popolo, e pure i flussi turistici internazionali verso l'Italia. Il taglio
dei 100.000 precari della pubblica amministrazione, stabilito dalla legge finanziaria 2006, lascerà a breve chiusi tutti i principali siti museali ed espositivi di un grande paese amministrato da un piccolo Governo.
Vogliamo sperare che quest'appello sia assunto con grande responsabilità dalle
istituzioni, dalle fondazioni bancarie, dai privati per garantire un futuro dignitoso
alla prestigiosa orchestra da Camera di Padova e del Veneto.
La CGIL sarà al fianco di coloro che eviteranno l'ennesima vergogna a questo
paese, alla nostra cultura, alla società tutta, alla civiltà e al progresso che non si
misura solo con il conto in banca.
Ilario Simonaggio, Segretario generale CGIL di Padova
La settimana della CGIL
17 febbraio
Mestre - Centro Culturale S. Maria delle Grazie - ore 17
Apertura della campagna referendaria per il NO alla controriforma della Costituzione:
incontro su “La Costituzione e il lavoro”, con Bruno Trentin, europarlamentare, Sergio
Chiloiro Segretario generale CGIL Venezia, Emilio Rosini, Comitato per la difesa della
Costituzione, Roberto Tonini Associazione per il Centenario della CGIL.
27 febbraio
Vicenza - Hotel Victoria dalle 9.30 alle 17.00
"La comunicazione efficace nella contrattazione della formazione" è il titolo di un
seminario organizzato da Agform del Veneto nell'ambito delle iniziative promosse dal
FSE 2005, ob. 3, DGR 4202 del 22.12.04, cod. prog. 01 "una comunità di pratica di
facilitatori territoriali della formazione continua".
Due gli appuntamenti: a Vicenza il 27 febbraio dalle 9.30 alle 17.00 (Hotel Victoria Strada Padana verso Padova n. 52) e a Mestre il 6 marzo, dalle 9.30 alle 17.00
(sede CGIL Regionale, in Via Peschiera, 5).
VENETOLAVORO
giovedì 16 febbraio 2006
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ZUCCHERIFICI
FATTO L'ACCORDO SI APRE UNA FASE DELICATISSIMA
Montagner: "il sindacato ha scelto il lavoro invece che l'assistenzialismo e per questo si sente titolato a chiedere alle aziende, agli enti locali ed alla Regione di lavorare affinchè la riconversione di
Porto Viro sia volano di un nuovo sviluppo nel Delta"
Volgere la crisi saccarifera in occasione di
nuovo sviluppo: se Pontelongo dovrà
diventare tra i più avanzati e competitivi
stabilimenti europei, la riconversione di
Porto Viro dovrà fungere da volano per l'
insediamento di nuove specializzazioni
nel basso Polesine dando lavoro ad almeno 500 giovani. Questa la sfida che la Flai
Cgil ha lanciato all'indomani dell'accordo
quadro raggiunto l' 8 febbraio, al termine
di 72 ore pressoché ininterrotte di trattativa sulle ricadute del taglio drastico delle
produzioni deciso da OCM zuccheri.
"Quella assunta in sede europea - dice il
Segretario Generale della Flai del Veneto,
Roberto Montagner - è stata una scelta
nefasta che il Governo italiano si è limitato a guardare e che ci ha costretto a fare i
conti con il taglio del 50% della produzione bieticola e la chiusura di 13 stabilimenti saccariferi su 19. L'accordo raggiunto l'
8 febbraio definisce gli zuccherifici che
continueranno la produzione (nel Veneto
Pontelongo) ed individua per gli altri (tra
cui porto Viro) una riconversione produttiva.
L'intesa è conseguente alla nostra determinazione a voler difendere il lavoro invece che adagiarci su qualche ammortizzatore in più, ben sapendo che la fase che
oggi si apre è oltremodo delicata e va
gestita con grande attenzione e determinazione.
Italia Zuccheri è impegnata a potenziare il
sito di Pontelongo attraverso investimenti
in nuove tecnologie; per quanto ci riguarda queste dovranno necessariamente
dare prospettive di lungo respiro.
Per Porto Viro è prevista la riconversione
a bio etanolo (un combustibile pulito ricavato da cereali) per un investimento tra i
120 ed i 150 milioni di euro da realizzarsi
in 40 mesi. Questa operazione garantirà il
lavoro a 50 degli attuali occupati oltre che
alle attività indotte. Per quanto ci riguarda,
alla fine della fase di transizione si saranno dovute costruire le condizioni affinché
nessuno - stagionali compresi - resti
abbandonato senza prospettive.
Già l'accordo sancisce l' "opzione zero"
(nessuno sulla strada) attraverso l'attivazione di più strumenti: dalla mobilità verso
gli stabilimenti saccariferi attivi, all' accompagnamento alla pensione dei lavoratori
più anziani, alla realizzazione di percorsi
formativi per coloro che saranno rioccupati negli stabilimenti riconvertiti. La garanzia
del reddito sarà data dalla cassa integrazione per tre anni cui possono seguire altri
due anni di mobilità. La cassa integrazione, così come è fatto in occasione della
prima crisi avicola, sarà estesa anche agli
stagionali ed agli avventizi - altrimenti privi
di qualsiasi ammortizzatore - così da riconoscere il lavoro anche della parte più
debole ed esposta, fatta soprattutto di
donne e di giovani che si costruiscono un
reddito sommando periodi lavorativi in attività diverse nel corso dell'anno. E' importantissimo in una realtà come Porto Viro,
situata nel cuore del Delta del Po, che presenta una sofferenza occupazionale,
soprattutto nel manifatturiero, quasi doppia rispetto alla media provinciale.
L' abbandono dell' attività saccarifera rappresenta un duro colpo per l'area ed è per
questo che il progetto di riconversione va
legato ad un' idea di rilancio, su basi
nuove, dell'area deltizia, a vocazione agro
industriale e turistica. Il bio - etanolo può
essere, ad esempio, utilizzato per lo sviluppo delle coltivazioni in serra oltre che
per altre attività che richiedono riscaldamento a bassi costi. Il Delta, tra le zone
più ricche d'acqua d'Italia, può davvero
pensare di sviluppare una specializzazione in colture di serra ponendosi quale
punto di eccellenza a livello europeo,
avvalendosi dell'Università e dei centri di
ricerca della Provincia e contando sul
sostegno di Enti quali Veneto Agricoltura.
Su questo terreno, che è quello della concertazione dello sviluppo possibile, vogliamo sfidare, oltre che le imprese, anche la
politica e le istituzioni, a partire dalla
Regione.
Ci sarà poi bisogno di un primo accordo di
filiera con i produttori poiché lo stabilimento dovrà essere alimentato con 50.000
ettari di cereali.
Definita questa prima cornice, dovremo
trasportare tutto a livello regionale con il
coinvolgimento del Comune, della
Provincia, ma soprattutto richiedendo un
ruolo di regia e di garanzia da parte della
Regione, non solo perché la riconversione
sia davvero praticata, ma anche per creare quelle ricadute positive che dovranno
andare oltre lo stesso stabilimento e imprimere un nuovo rilancio del Delta.
Da parte sua il Governo dovrà mantenere
gli impegni attraverso la defiscalizzazione
del bio etanolo in modo da rendere questa
fonte energetica altamente competitiva
anche sul piano dei costi.
I lavoratori ed il loro sindacato hanno fatto
fino in fondo la propria parte, pur in una
situazione estremamente critica. Noi non
dimentichiamo che la revisione dell'OCM
è passata a livello europeo anche con l'avallo del Governo italiano e che il
Ministero dell'Agricoltura, nel definire i
bacini produttivi ha penalizzato oltre modo
la nostra regione, nonostante la sua alta
vocazione bieticola.
Non possiamo nemmeno dimenticare che
PORTO VIRO
Abitanti 14. 449 - pressoché invariata da anni
Addetti a fine 2004
3.755
diff. su 2003
di cui manifatturiero
1.114
diff su 2003
-5,6%
-9,0%
COMPRENSORIO BASSO POLESINE: I 9 COMUNI DEL DELTA
Addetti a fine 2004
di cui manifatturiero
Abitanti 73.293
17.327
4.861
diff. su 2003
diff su 2003
-6,2%
-9,1%
PROVINCIA DI ROVIGO
Abitanti 244.618
Addetti a fine 2004
57.983
diff. su 2003
di cui manifatturiero
22.289
diff su 2003
l tasso di disoccupazione al 2004
6,3 (media veneta 4,2)
Ci sono però alcune condizioni da attivare
nell'immediato.
Intanto l'accordo quadro dovrà essere
recepito dai Ministeri dell'Agricoltura, del
Lavoro e dell'Industria.
E' un passaggio importante soprattutto se
deve rappresentare, come noi vogliamo,
un'opportunità di nuovo sviluppo e non
una misura una tantum tesa a tamponare
un disastro annunciato anche dall'inerzia
del Governo.
In secondo luogo occorre che il progetto
presentatoci da Italia Zuccheri abbia la
certificazione di fattibilità da parte dell'ISA,
quindi dovremo entrare nel merito del
piano di riconversione.
-4,9%
-5,0%
questa vicenda ha visto l'elargizione di fior
di incentivi ai produttori (64% del guadagno e la possibilità di attivare da subito
altre colture) ed alle industrie (750 euro
per ogni tonnellata non prodotta) mentre
nulla è stato dato ai lavoratori.
Le nostre lotte e la nostra scelta si sono
tuttavia fortemente indirizzate verso il
lavoro e non nella richiesta di assistenzialismo anche per noi.
Ecco perché ci sentiamo ora titolati a chiedere alle aziende massimo coinvolgimento nel piano di attuazione della riconversione ed alla Regione Veneto di assumere un ruolo davvero da protagonista. Su
questo non abbiamo smobilitato".
VENETOLAVORO
giovedì 16 febbraio 2006
ANCHE GLI "AUTUNNI CALDI" NELL'OROSCOPO DELLA CGIL
In esclusiva per Veneto Lavoro, il quadro astrale della CGIL ne rivela i tratti caratteristici: dalla
vocazione a grande organizzazione di massa, ad una straordinaria longevità e capacità di cogliere i cambiamenti
La CGIL nasce sotto il segno della
Bilancia (gruppo, associazione, giustizia,
diritti).
Il Sole è posizionato nella 7° Casa (unione, matrimonio) nella Vergine (segno di
Terra: dipendenza, lavoro; i frutti si raccolgono in autunno).
Già questi primi elementi indicano una
vocazione naturale, un' energia vitale che
deve esprimersi nella moltitudine, nella
gente, tra la gente: con i piedi per terra ma
anche con la capacità di uso della forza
(gli scioperi, le mobilitazioni, le manifestazioni) data da Marte, posizionato proprio
sulla cuspide della 7° Casa (Discendente).
E' qui che possiamo leggere la vitalità e
l'impulso propri della mission di sindacato,
condizionato dalla riflessione e dalla logica.
La dominante del tema natale è dato quindi, dall'asse Saturno (sulla cuspide
dell'Ascendente, 1° casa) e Marte: una
linea di comunicazione che tiene sempre
in contatto l'Organizzazione, cioè il suo
gruppo dirigente (Saturno) e le masse dei
lavoratori e dei pensionati (Marte); una
connesione stretta tra la sapienza-riflesione del grande vecchio (Saturno) e il conflitto-mobilitazione voluti dalla base
(Marte). Tale opposizione (quasi 180
gradi) tra i due pianeti rappresenta il dualismo perenne della CGIL. Questo binomio può rappresentare anche una debolezza, il tallone di Achille? La Luna (la
folla, l'umore, il cambiamento, le donne)
nel segno dei Pesci, presente anch'essa
nella 1° Casa, dà un'impronta di sentimento e di sensibilità alla rudezza di
Saturno e quindi all'Io dell'Organizzazione.
Infine c'è l'aspetto di congiunzione GioveNettuno (pianeti lenti) in 5° casa (rappresenta i figli, il teatro, ecc.). Ne deriva un'
amplificazione (Giove) dell'idealità (Nettuno) che si trasmette ai lavoratori: il proselitismo è un dato certo che sarà garantito dal grande palcoscenico del mondo del
lavoro ancora a lungo.
Quali prospettive?
La sensibilità di genere (il femminile) è
quindi una risorsa ed un carattere insisto
nella stessa indole della CGIL e quindi la
presenza femminile in tutte le istanze è
una sorta di obbligo "naturale".
La Luna, per sua natura, può condizionare e pertanto occorre una riflessione più
attenta sul concetto di autonomia. E' però
più facile l'influenza della CGIL sugli altri
(ad esempio i partiti), che non il contrario:
questo aspetto planetario può essere una
forza in più.
Viceversa, il condizionamento dagli altri
può emergere dal trigono della Luna con
Venere nello Scorpione, addirittura in 8°
Casa: una debolezza subdola ed occulta
cui fare sempre attenzione.
La CGIL fa bene a celebrare il suo congresso a marzo: beneficerà del transito
del Sole sul Saturno di nascita; ci saranno
utili contributi al dibattito.
Il periodo febbraio-marzo è sempre indicato per la riflessione, l'elaborazione, la
messa a punto delle piattaforme, così
come, di conseguenza, il periodo settembre-ottobre è quello della mobilitazione,
del conflitto, delle manifestazioni perché il
Sole (l'energia primaria) transita in quei
mesi sui tre pianeti di nascita (Marte, Sole
e Mercurio).
Nel medio periodo la CGIL dovrà rapportarsi al passaggio di Urano sul suo
Ascendente, su Saturno e sulla Luna. Il
nuovo, il tecnologico, il moderno imporranno una svolta: i cambiamenti continui
del mondo del lavoro e della produzione
delle merci, da un lato, ed il mutato e globalizzato mercato, dall'altro, modificheranno il Sindacato.
La CGIL però non subirà passivamente
tali cambiamenti dovuti al transito di Urano
(pericolo di inquinamento). Gli aspetti
negativi dei mutamenti non avranno effetti
sulla sua corazza dura e resistente:
Saturno (la roccia) in 1° casa rappresenta
proprio l'elisir di lunga durata.
Oroscopo di Hireus
PRIMO CONGRESSO DELLA C.G.D.L.
Milano, 29-30 settembre - 1 ottobre 1906
Se la Cgil nasce sotto una buona stella, il congresso che l'ha istituita è stato travagliatissimo, contrassegnato da scissioni ed
un dibattito al calor bianco tra le varie anime che si sono confrontate.
Ne troviamo una cronaca in "La Confederazione Generale del Lavoro", curato da Luciana Marchetti per le Edizioni Avanti! 1962, della cui segnalazione si ringrazia Roberto Tonini, Presidente dell' Associazione per il centenario della CGIL del Veneto
Il Congresso (sono rappresentate circa 700 sezioni di C.d.L. per
200.000 iscritti) si apre con una schermaglia provocata dalla proposta di Suzzani - respinta dall'assemblea - che vorrebbe concedere il diritto di voto a tutti i rappresentanti delle singole organizzazioni, invece che ad uno solo per ciascuna di esse. Si fanno poi
alcune proposte per voti di saluto ai lavoratori russi, alle donne di
Intra in sciopero, alle vittime politiche.
Nella seconda giornata la discussione entra nel vivo sulla pregiudiziale Di Falco nella quale si chiede che tutte le deliberazioni del
Congresso siano sottoposte ad un referendum fra le sezioni, non
essendo rappresentate molte importanti organizzazioni.
Alla proposta di appello nominale sulla pregiudiziale Di Falco,
avanzata dalla minoranza, la maggioranza risponde con l'accusa
di ostruzionismo; quindi si decide di far precedere la votazione
dalla relazione della commissione per la verifica dei poteri. A
nome della maggioranza della commissione stessa Biestra rende
noto che è stato deciso di convalidare i mandati del S.F. (18.000
voti), del Riscatto Ferroviario (15.000 voti), della Federazione
delle Leghe Braccianti di Ravenna (8.900 voti), della Lega
Fonditori Metalli di Milano (1.600 voti), della Lega Lombarda
Muratori (9.000 voti) e della Federazione Postelegrafica (15.000
voti), quantunque non abbiano seguito la procedura d'obbligo.
Essendo infatti organizzati in modo particolare, la maggioranza
ha considerato questi gruppi come aventi diritto non ad una rappresentanza collettiva, ma in quanto sezioni.
Suzzani manifesta invece in proposito il punto di vista della minoranza. Poiché il comitato ordinatore aveva deciso che la votazione dovesse avvenire per Leghe e sezioni e non per Camere e
Federazioni, la minoranza aveva insistito per l'applicazione di
questo principio, secondo il quale i voti spettanti alle suddette
organizzazioni dovevano essere ripartiti tra i delegati presenti,
non essendo per esempio ammissibile che un solo individuo
potesse rappresentare tutta la Federazione Postelegrafica.
Nella seduta pomeridiana del 30 settembre prende la parola Verzi
per la relazione morale. Egli ricorda come sia sorta l'idea della
costituzione della CGdL.: quando cioè le organizzazioni proletarie
uscite dalla fase embrionale per assumere uno spiccato carattere
di classe, si costituirono in C.d.L. per opporsi alle organizzazioni
VENETOLAVORO
giovedì 16 febbraio 2006
dei capitalisti che andavano sempre più potenziandosi. Senonché
a suo parere, in fatto di lotta di classe, esiste ancora nel proletariato italiano la più grande confusione e le vittorie ottenute in questa o in quella fabbrica non sono vere e proprie vittorie. Infatti,
malgrado i salari siano andati gradatamente aumentando dal
1860 in poi, nessun vantaggio ne è venuto agli operai essendo
aumentate anche le spese e tendendo il capitalista a togliere con
la destra ciò che ha concesso con la sinistra. Esiste cioè un concetto semplicistico della lotta di classe, per il quale si guarda troppo alla lotta nell'ambito della fabbrica trascurando di battere il
sistema capitalistico nel suo complesso.
Per creare una forte organizzazione di classe è necessario in
primo luogo eliminare i dissidi esistenti tra le C.d.L. e le
Federazioni nazionali. Inoltre non bisogna limitare i mezzi di difesa e di attacco delle classi lavoratrici a questi soli organismi,
bensì completarli, l'organizzazione operaia dovendo monopolizzare il lavoro come i capitalisti monopolizzano la produzione. Se
l'organizzazione di classe riuscirà a raggiungere quest'ultimo
obiettivo non vi sarà più l'esigenza di ricorrere agli scioperi, avendo essa forza bastante per imporre la propria volontà. L'oratore si
sofferma poi sulla necessità di evitare che le discordie tra i Partiti
politici e le tendenze si proiettino in seno all'organizzazione di
classe (per cui è necessario eliminare dall'organizzazione proletaria qualsiasi agitazione politica che non sia la vera politica di
classe) e sulla necessità per i rappresentanti dei lavoratori di
strappare al Parlamento tutte quelle riforme necessarie all'esistenza della classe lavoratrice stessa.
"Noi crediamo di aver adempiuto al nostro dovere presentando un
progetto pratico di Confederazione nazionale di lavoro - conclude
- Confutate il nostro progetto, discutetelo e fate pure delle modificazioni, ma fate in modo che la nuova organizzazione che stiamo per far sorgere sia sottratta all'influenza dei Partiti, poichè solo
allora il proletariato non perturbato da intestine lotte fratricide,
potrà marciare sicuro e fiero alla vittoria, ben meritato frutto delle
sue fatiche".
Sulla relazione interviene Branconi che auspica l'accantonamento delle piccole conquiste per affrontare la battaglia finale contro il
capitalismo e accenna all' esigenza di precisare le attribuzioni
spettanti alla CGdL e alle CdL. Ai riformisti dà atto delle loro
buone intenzioni che non evitano però di commettere errori anche
involontari; Straneo, rappresentante dei fabbri ferrai, si dice contrario all'organizzazione proposta che creerà, a suo parere, una
burocrazia simile a quella borghese: il comitato avrà mansioni
politiche ed assorbirà le Federazioni ponendole in contrasto con
la Confederazione; Lazzari si sofferma sulla necessità che la
nuova Confederazione costituisca una unione ed una forza e attribuisce i dissidi tra Federazioni e C.d.L. a personalismi e pettegolezzi di persone che si combattono non per la causa del proletariato ma per fare prevalere la loro autorità e le loro opinioni;
D'Aragona attribuisce i mancati benefici della legislazione sociale
al fatto che la classe lavoratrice non ha potuto intervenire vantaggiosamente nella lotta elettorale per appoggiare i candidati propri
contro quelli della borghesia.
"Perché la Federazione sia forte - dice - vogliamo che in essa
possano entrare tutti gli operai, qualunque sia la loro fede politica
e religiosa, e quindi la nostra organizzazione dovrà fare della politica non di Partito, ma della politica operaia e proletaria"; Rappa
fa rilevare come maggioranza e minoranza siano d'accordo sul
principio della costituzione della Federazione e come il dissidio
consista soltanto nella tattica; propone anche che nelle elezioni
comunali e provinciali siano appoggiati i candidati scelti in seno
alla Confederazione; Quaglino riafferma i concetti espressi da
D'Aragona sulla legislazione sociale e propone che Branconi presenti subito il suo controprogetto per vedere se esistano possibilità di intesa tra le correnti; nel caso contrario, un accordo di principio durerà soltanto poche ore e al momento della discussione
dello Statuto si manifesteranno nuovamente le divergenze.
Con 114.533 voti contro 53.250, viene approvato un documento
proposto da Reina che recita:
"Il Congresso riconosciuto che solo con un organismo centrale che
agisca sulla direttiva di una propria politica di classe, potranno le
organizzazioni operaie arrivare all'intero conseguimento del loro
programma di rivendicazioni, mercé quella multiforme e quotidiana azione che valendosi di tutti i mezzi che sono a disposizione dei
lavoratori, valga ad elevare gradualmente le condizioni materiali e
morali del proletariato, preparandolo così a reggere i destini della
società futura; d'accordo con gli scopi prefissi dagli organizzatori
del Congresso e coll' ordine di idee del relatore, dichiara senz'altro
costituita la C.G.d.L.; e passando alla discussione generale dello
Statuto, delibera di procedere contemporaneamente questa sera,
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alla votazione per appello nominale
degli o.d.g. e contemporaneamente
sulla pregiudiziale, rimandando a
domani la nomina delle cariche sociali, delegando la commissione per la
verifica dei poteri a fungere da seggio
scrutatore"
È inoltre respinta la proposta di referendum.
All'apertura dell'ultima giornata dei lavori i sindacalisti, in una
riunione separata, decidono di abbandonare il Congresso e incaricano Guarino di leggere la seguente dichiarazione:
"I rappresentanti che non partecipano più al Congresso, ad evitare
false interpretazioni del loro logico e rigido atteggiamento e ad eliminare erronee supposizioni, dichiarano che essi non intendono
affatto di costituire un nuovo organismo che faccia da contro-altare alla Confederazione costituita da alcuni organizzatori indipendentemente dalla volontà non ancora manifestata dalla grande
maggioranza delle organizzazioni proletarie.
Essi non possono commettere lo stesso errore di codesti organizzatori e non si permettono perciò di prendere iniziative prima che i
lavoratori non si pronunciano direttamente in seguito ad un referendum che inevitabilmente dovrà dall'una o dall'altra parte essere
indetto.
I rappresentanti ritengono che sia necessario però informare gli
interessati di quanto è avvenuto al Congresso di Milano e delle
ragioni che militano a favore di coloro che vogliono essere esecutori e non dirigenti del volere dei lavoratori.
Deliberano perciò di diffondere nelle masse operaie uno stampato
il quale, oltre che queste informazioni, contenga anche uno schema
di Statuto al quale dovrebbe essere ispirata una Confederazione
schiettamente proletaria.
I rappresentanti hanno fiducia che i lavoratori ispirandosi ai criteri del loro interesse di classe al di fuori degli intrighi di politici
sapranno costituirsi la vera organizzazione che potrà unire tutti gli
sfruttati per la grande battaglia delle rivendicazioni proletarie ".
Rinaldo Rigola, primo segretario della CGIL
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giovedì 16 febbraio 2006
Dopo una serie di dichiarazioni, viene
discusso lo Statuto, così proposto:
COSTITUZIONE
Art. 1. È costituita in Italia la
Confederazione Generale del Lavoro.
Art. 2. La Confederazione è costituita da tutte le organizzazioni aderenti alle Federazioni nazionali di mestiere ed alle locali Camere del
Lavoro. Potranno far parte della Confederazione anche le organizzazioni autonome, le quali comprovino all'atto dell'inscrizione che non esiste la Federazione nazionale di mestiere, né la Camera del Lavoro ove
esse hanno sede, purché si uniformino alle prescrizioni del presente
Statuto ed a quanto verrà deliberato dai Congressi e dai referendum.
SCOPI
Art. 3. La Confederazione curerà:
a) la direzione generale assoluta del movimento proletario, industriale e
contadino al disopra di qualsiasi distinzione Politica;
b) la diretta trasmissione ai delegati del proletariato nei consessi rappresentativi delle riforme sociali e dei conseguenti provvedimenti
amministrativi reclamati dai Congressi Proletari;
c) di secondare disciplinare e coordinare ogni iniziativa dei lavoratori
in materia legislativa e condurre vigorosamente le agitazioni intese a
rafforzare l'azione dei delegati del proletariato nei pubblici poteri per
strappare allo Stato, alle Province e ai Comuni, quelle leggi e quei
provvedimenti richiesti e chiaramente voluti dalla massa lavoratrice;
d) di integrare il movimento di resistenza con lo stringere i rapporti e
prendere iniziative d'accordo con le Federazioni delle Cooperative e
delle Mutue;
e) di prendere le necessarie ed opportune intese con i Partiti che nel
campo politico esercitano la tutela degli interessi dei lavoratori, perché ogni attrito parziale fra capitale e lavoro venga definito secondo
giustizia ed ogni movimento generale, determinato dalle acutizzazioni della lotta di classe, venga indirizzato a scopi pratici;
f) di risolvere i conflitti che eventualmente avessero a sorgere fra i vari
enti nelle organizzazioni di mestiere, adottando a tal uopo a garanzia
dei contendenti norme di procedura fissa vagliate e sanzionate per
referendum fra le Sezioni;
g) di rendere intensa e permanente la propaganda in mezzo alle classi
lavoratrici per sospingerle verso il loro miglioramento economico,
morale e intellettuale;
h) di stabilire e disciplinare i rapporti di solidarietà fra le varie organizzazioni di mestiere nel campo della resistenza, sviluppando maggiormente il concetto della solidarietà nazionale o internazionale
nella classe operaia;
i) di compilare le statistiche sulle forze e sulle attività delle organizzazioni, sugli scioperi, sul numero dei disorganizzati rilevando cause e
ragioni della disorganizzazione, sulla eventuale approssimativa per-
VENETOLAVORO
centuale di crumiraggio locale, regionale o nazionale in occasione di
conflitti, ecc. ecc.;
l) di esercitare la necessaria azione di controllo e di sprone verso
l'Ufficio del Lavoro per l'applicazione e l'osservanza scrupolosa delle
leggi sociali;
m) di abilitare in conclusione la massa proletaria direttamente e per
mezzo dei suoi organi rappresentativi a muoversi al disopra di ogni
Partito o scuola pel conseguimento intero del suo programma di
rivendicazioni.
Altri capitoli riguardano direzione e amministrazione, la cassa
centrale, il giornale, norme generali.
La minoranza aveva invece presentato un altro testo e si apre la
discussione.
A proposito dell'articolo 3, Ciminaghi propone di togliere la parola
"assoluta" dal comma a) e fa notare come le disposizioni del
comma b) siano in contrasto con alcuni articoli dello Statuto della
Federazione Tipografica che impedisce qualsiasi presa di posizione politica. Calda replica che se lo Statuto della Federazione
Tipografica impedisce la politica socialista, repubblicana o anarchica, non vieta la politica proletaria, "e la politica proletaria, che
è politica di classe, conduce a fare la lotta di classe". Ferrari ribadisce che l'affermazione di Ciminaghi si riferisce soltanto alla
Sezione di Milano della Federazione del Libro, la quale invece al
Congresso di Bologna ha precisato che le Sezioni sono autonome e possono fare quella politica che meglio risponda alla tutela
degli interessi di classe. Lo stesso Ferrari presenta a proposito
delle cooperative il seguente o.d.g:
" Sui rapporti fra leghe, mutue e cooperative il Congresso: riconosciuto che la lega (organo specifico di combattimento della classe
operaia) e la mutua (complemento necessario di tale organo) non
hanno e non possono avere carattere di commercialità, carattere
che è invece insito nelle cooperative, afferma la necessità di evitare che dall' alea commerciale abbiano a subire i colpi le due prime
forme di previdenza.
Prende poi la parola Lazzari il quale propone la sostituzione della
parola "azione" a "scopi", l'omissione della parola "assoluta" e la
sostituzione di "unificazione" a "direzione" nel comma a), nonché
la pura e semplice eliminazione dei commi e) ed l), quest' ultimo
perché l'Ufficio del Lavoro fa il gioco del padronato, cercando di
togliere al movimento operaio il suo carattere di classe.
Interviene Cabrini che difende il concetto di "direzione". Il
Comitato della Confederazione non può infatti avere un compito
di semplice unificazione, perché in questo caso si toglie alla
Confederazione un attributo fondamentale. Il Comitato deve essere l'espressione delle forze della maggioranza. Poiché infatti il
proletariato tende a sostituire l'interesse generale al tornaconto
delle singole categorie, è necessaria una certa disciplina. Dice poi
che la questione della partecipazione dei lavoratori deve essere
esaminata con una certa prudenza e che in nessun caso la
Confederazione può essere impegnata in alcuna agitazione politica elettorale, a sostenere un comitato contro un altro. Quanto al
Consiglio Superiore del Lavoro, - prosegue - esso va perfezionato in modo che la Confederazione possa mandarvi i propri rappresentanti. Così si avrà una duplice azione: quella delle masse
che avanzano le proprie rivendicazioni e quelle dei loro rappresentanti che cercheranno di tradurle in legge.
Vergnanini dice di non condividere l'o.d.g. Ferrari sulla cooperazione perché l'emancipazione dei lavoratori è possibile non soltanto attraverso scioperi ed agitazioni ma anche facendo penetrare direttamente la massa "nella città borghese". Da qui il bisogno assoluto di provvedere all'integrazione della resistenza con la
cooperazione, facendo delle cooperative di classe. "Quando queste saranno in grado di ben funzionare noi saremo allora i soli e
veri padroni della maestranza; noi la potremo togliere ai grandi
“la speranza è nell'opera.
io sono un cinico a cui rimane
per la sua fede questo al di là.
io sono un cinico che ha fede in quel che fa".
E' cosa poco nota, ma Vincenzo Cardarelli, uno dei maggiori poeti del '900 italiano, tra i tanti lavori fatti in gioventù,
fu impiegato nella segreteria della Federazione metallurgica
di Roma, città cui era approdato appena diciassettenne
dalla provincia toscana.
VENETOLAVORO
giovedì 16 febbraio 2006
stabilimenti, ed in tal modo
(...) dare un gran colpo al
capitalismo organizzato".
Ferrari si dichiara d'accordo in
linea
di
massima
con
Vergnanini affermando però la
necessità che le cooperative
non assorbano i fondi della
resistenza. Quaglino sostiene
invece che la cooperazione
debba assorbirne una parte e
cita i casi di agitazioni e scioperi in cui per accrescere la
capacità di resistenza dei
lavoratori è stato necessario
ad esempio distribuire dei
buoni-sconto presso le cooperative di consumo.
In conclusione Verzi dichiara
di accettare la sostituzione
della parola "scopi" con "azione", l'omissione della parola
"assoluta" del comma a),
ferma restando la parola "direzione", la modifica al comma
e) nel senso di prendere le
necessarie ed opportune intese con quei Partiti che nel
campo politico accettano la
difesa degli Interessi dei lavoratori, perchè ogni attrito tra
capitale e lavoro venga risolto
nel senso più favorevole alla
classe lavoratrice, gli emendamenti Vergnanini al comma
a) e al comma d). L'articolo 3
viene quindi approvato dopo
che Ferrari ha ritirato il proprio
o.d.g. Ciminaghi propone che
i
dirigenti
della
Confederazione siano dei veri
e propri operai. Quale sede
della C.G.d.L. viene scelta
all'unanimità Torino.
Zirardini propone che la quota
di iscrizione venga ridotta al
minimo specialmente per i
lavoratori della terra a cui le
condizioni economiche non
permettono sacrifici troppo
gravosi. Contrario alla proposta si dichiara Ricciotti per il
quale delle quote troppo
basse paralizzerebbero l'organizzazione fin dall'inizio.
Calda suggerisce quote di 5
centesimi per i lavoratori dei
campi e di 10 centesimi per gli
altri, Garfagnini propone per
le donne la stessa tariffa minima dei lavoratori della terra.
Viene poi dato al giornale il
titolo La Confederazione del
Lavoro, chiamandone alla
direzione Rigola e Cabrini.
Successivamente Rigola deplora che non si sia potuto
affrontare il tema dell' organizzazione nell' Italia Meridionale,
esprimendo il parere che si
debba dare mandato al
Comitato di studiare la questione per ragioni di vita della
Confederazione.
Infine, approvato un o.d.g. per
l'abolizione del lavoro notturno dei panettieri, i congressisti
si salutano intonando alcune
strofe dell'Inno dei Lavoratori.l
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VINO E SINDACATO
Dal VI congresso della Fisac di Venezia ci arriva il contributo di un agro - bancario (ossia
un agronomo che lavora per una banca) che ci conduce, attraverso un viaggio eno-sindacale, alla scoperta delle caratteristiche che accomunano alcuni tra i più noti vini
nostrani con la missione di sindacalista.
Nella primavera scorsa avevo ricevuto mandato
ad organizzare un corso di assaggio e degustazione di vini ed oli che avrebbe dovuto svolgersi in tre giornate. Purtroppo non ci sono riuscito,
fermato da un incidente stradale accadutomi
proprio mentre mi accingevo a trascorrere una
giornata nel vicino Friuli, presso l'Università, con
due vecchi compagni di facoltà, il professor
Roberto Zironi docente di Enologia ed il prof.
Lanfranco Conte, e successivamente, nella sua
cantina, con Maurizio Felluga, figlio di Livio, con
il quale ho iniziato le prime lotte studentesche
nel lontano 1967.
Promettendovi che sarà mia cura farmi perdonare in futuro questa mancata promessa, proverò intanto a coniugare vino e sindacato!
Essere sindacalisti significa innanzitutto essere
coerenti e perseveranti. Voglio citare Domenico
De Masi ed il suo prezioso volume "Ozio creativo": "La creatività è una pozione fatta di più elementi: consci e inconsci, emotivi e razionali. E'
una mistura di fantasia e concretezza. Per ottenerla, in un gruppo, sia esso un team, un' azienda o una nazione, ci vogliono diversi fattori:
clima di entusiasmo, motivazione individuale,
missione condivisa, leadership appassionante,
carismatica".
Questa creatività noi l'abbiamo, dobbiamo solo
lavorare!
Oggi celebriamo il VI Congresso Provinciale
della Fisac nella splendida Villa Giustinian,
dimora del Doge Veneziano, ospiti di Ornella
Molon che, con i suoi vini e la sua ospitalità, renderà più gradevole questa nostra fatica congressuale.
La Villa, restaurata nel XVII secolo, è sita in
Campo di Pietra, paese che poggia le sue fondamenta su una lingua di terra pietrosa particolarmente vocata alla produzione di vino di qualità.
La storia del Veneto è intrisa di viticoltura già a
partire dall'Età del Bronzo ma, all'inizio del
novecento, una delle tante pestilenze che nei
secoli travagliavano la vita nelle campagne, la
fillossera, distrusse la maggior parte dei vigneti.
Rimasero un vita quelli che noi conosciamo con
nomi più familiari e gradevoli quali fragolino,
bacò, e clintòn (gli americani) che non sono colpiti dalla fillossera.
Più tardi si imparò ad innestare le viti risolvendo
così il problema di quella patologia ed i vitigni
europei ripresero a diffondersi nel Veneto: prevalentemente i francesi (pinot, cabernet) ma
anche gli autoctoni nella parte occidentale della
regione e soprattutto quelli autoctoni (prosecco
e raboso) assieme al tocai nella parte orientale.
Il nostro percorso congressuale sarà pertanto
squisitamente segnato da questi vini.
Nel presentarli non inizierò dai bianchi ma dal
Raboso, perché il Raboso è senz'altro il nostro
vino e non solo perché, come scriveva il mio
capo quando ho iniziato a fare l'agronomo in
banca, "viene considerato molto digestivo ed
ideale compagno dei cibi più pesanti" ma anche
perché, quello prodotto dalla nostra ospite è
considerato il vitigno autoctono per eccellenza
nella zona del Piave. Il vino, bevuto giovane,
rispecchia le caratteristiche peculiari dell'uva di
origine: acidità elevata e sentori fruttati di marasca e ribes…ne risulta quindi un vino morbido,
moderatamente alcolico, di buon corpo, leggermente acidulo e dissetante. Servito ad una tem-
peratura di 12-14° C è un ottimo compagno, sia
di grigliate di salumi, che di brindisi con gli amici.
Il Raboso è però soprattutto il nostro vino perché viene prodotto con uva Rabosa il cui nome
sembra derivare dal termine dialettale "rabiosa",
con cui si indicava un grappolo poco gradevole.
E' questo appellativo che lo rende il nostro vino.
Ricorda la rabbia dei lavoratori che assistono
impotenti alla demolizione di un sistema bancario che non è più il loro, che li costringe a ritmi e
carichi di lavoro inusuali nel nostro mondo, che
ne demolisce la dignità adibendoli a ruoli che
non sanno svolgere senza dargli adeguata preparazione e scaricando pertanto su di loro
responsabilità che dovrebbero accollarsi altri
che, per inciso, vengono maggiormente remunerati, che li mette gli uni contro gli altri in aberranti competizioni di vendita di prodotti sempre
improponibili.
Soprattutto è però la rabbia che dovremo saper
infondere nei prossimi anni ai nostri segretari
RSA perché sono finiti i tempi in cui con le
aziende bancarie si trovano facilmente accordi!
Questo obbiettivo si può ottenere con un solo
sistema: corsi di formazione specifici per gli
RSA, i veterani ed i più giovani, perché imparino
come si fa il Rappresentante Sindacale nella
banca di oggi, perché imparino a modulare la
rabbia che attraverso di loro deve inondare le
scrivanie dei piani nobili delle banche.
Il Prosecco: una vite vigorosa che dà un bel
vino, semplice particolarmente apprezzato
come spumante. Si presenta con colore paglierino scarico e spuma fine, delicata e persistente. E' un classico aperitivo, ma ben si accompagna a delicate ouverture di pesce. Servire in
bicchieri "flute" a 6-8° C.
Anche per noi sarà l' ouverture: servito per un
brindisi iniziale in questo pranzo del VI congresso, darà il via al percorso dei prossimi quattro
anni.
In questa breve descrizione dobbiamo riuscire a
trovare la leggerezza e perlage persistente che
devono essere sempre le caratteristiche fondamentali dei dirigenti sindacali che crescono tra
di noi, sostenuti da una vite vigorosa: il sindacato in cui operano.
Perché non può che essere caratterizzato da
quelle virtù un dirigente che abbia la pretesa di
cimentarsi alla pari con i demenziali piani industriali dei banchieri.
Come il Prosecco, spiccate capacità diuretiche
deve avere il dirigente sindacale per eliminare al
più presto i bocconi amari che dovrà mandar giù
se la nostra organizzazione non si affretterà a
far sì che i dirigenti sindacali abbiano un nuovo
diverso approccio alle problematiche della contrattazione.
Solo una specifica preparazione può preparare
in tal senso i dirigenti sindacali veneziani.
Il Tocai è vino di un bel colore giallo tenue, con
leggeri riflessi dorati; si presenta con il classico
profumo di mandorla e sfumature floreali. Di
sapore asciutto, ha un ottimo equilibrio che lo
rende vellutato, meritandosi l'appellativo di
"principe degli antipasti".
Quello che gli esperti definiscono retrogusto di
mandorla amara, che è tipico di questo vino, ci
richiama all'amaro che sentiamo (o dovremmo
sentire) in bocca quando ci avventuriamo nelle
storie che hanno travagliato e tuttora travagliano
Segue in ultima pagina
8
FIRMATO IL CONTRATTO
PER I LAVORATORI DI REGIONI ED
AUTONOMIE LOCALI
Dopo oltre 24 mesi di una trattativa dura e difficile, le tante iniziative di lotta e mobilitazione nazionale e territoriale, quattro scioperi generali, è stata finalmente sottoscritta l'ipotesi di Contratto
Nazionale - biennio economico 2004-2005 - di circa 600.000 lavoratrici e lavoratori del Comparto Regioni - Autonomie Locali.
"E' stato raggiunto - sostengono le Segreterie di categoria - un
importante risultato che isola quella parte del Paese che ha finora ostacolato il rinnovo contrattuale per mettere in discussione il
Contratto nazionale ed attaccare il lavoro pubblico.
Il sistema delle Autonomie Locali assicura il 70% del welfare del
Paese ed è stato in questi anni sottoposto ad un pesante attacco
attraverso i crescenti tagli nel trasferimento delle risorse".
Sotto il profilo economico l'ipotesi di contratto sottoscritta, è
coerente con gli obiettivi che ci eravamo dati all'avvio della stagione contrattuale.
L'aumento medio complessivo realizzato è di euro 102.00. Deriva
dall'incremento (90 euro medi) della retribuzione tabellare che
consente la tutela del potere d'acquisto; risorse aggiuntive certe
nella misura dello 0,5% del monte salari da destinare alla contrattazione di secondo livello ed incrementabili in relazione alle effettive condizioni di bilancio (12 euro medie).
E' inoltre sancito il rispetto delle decorrenze stabilite in tutti i CCNL
del P.I. sottoscritti fino ad oggi e si è provveduto ad attualizzare ed
integrare alcune discipline di carattere economico preesistenti.
"Una valutazione positiva dell'accordo" è espressa dalle
Segreterie venete di categoria: "tra risorse nazionali e risorse
aggiuntive, ad integrazione di fondi, poste in essere dagli Enti dicono- si è chiuso un accordo coerente con le politiche e le quantità economiche perseguite in questa tornata contrattuale dai
CCNL del Pubblico Impiego, anche in termini perequativi, con gli
altri comparti.
Il testo dell'ipotesi di CCNL 2004-2005 dovrà essere ora sottoposto ad un approfondito dibattito con tutti i lavoratori per la verifica
e l'approvazione, in maniera ampia e capillare.
La consultazione dovrà concludersi entro la metà di marzo e successivamente si terrà una riunione nazionale per la sintesi finale.
Per il futuro - conclude il sindacato riferendosi alla difficoltà con
cui il Governo ha trascinato questa vicenda - non sarà più sopportabile subire un ritardo di oltre 24 mesi per rinnovare il
Contratto Nazionale.
L'impegno per dare certezza ai tempi della contrattazione dovrà
essere nel futuro una priorità".
giovedì 16 febbraio 2006
VENETOLAVORO
braccianti
LA MEMORIA CHE RESTA
Sabato 18 febbraio 2006 - ore 21.15
Teatro Duse - Piazzetta Eleonora Duse, Asolo (TV)
di e con
Enrico Messina, Micaela Sapienza
Liberamente ispirato
al volume di Rinaldi e
Sombrero sulle storie
bracciantili del basso
tavoliere, "Braccianti"
viaggia nel passato,
nella fatica di quando
si lavorava "da sole a
sole"… fino a squarci
odierni, a quei nuovi
braccianti "a colori",
venuti dalla miseria di
altre parti del mondo.
Nello spazio vuoto
del
palcoscenico
poche sedie e, sul
fondo, un grande velo
bianco dove sono
proiettate immagini
che prendono vita dai
gesti degli interpreti:
volti, mani, stalle,
strade, campi, vigne,
povere stanze dove il
ritratto di Giuseppe Di
Vittorio, l'uomo che fece della lotta contadina il proprio credo,
affianca una grande icona di Cristo.
E la terra, quella terra che inghiotte e prosciuga le forze, torna
nelle voci, nei racconti, nelle parole dei testimoni di allora.
Un paesaggio umano dal quale emergono gli attori, che da narratori si trasformano in dettagli, in elementi che evocano l'emozione di un mondo, ad aprire la porta della riflessione su
quello che siamo, sul passato che ci portiamo denso o negato
dentro. Lo spettacolo è presentato grazie al sostegno della Cgil
di Treviso in occasione del Centenario Cgil.
Al termine si terrà un incontro con gli artisti, i rappresentanti
della Cgil di Treviso e di Istresco per ricostruire assieme alcune esperienze di lotte operaie e contadine nell'area dell'asolano e del montebellunese.
Per informazioni e prenotazioni: tel. 0423/951317
VINO E SINDACATO - segue dalla pagina precedente
il sistema bancario italiano; quando ci rendiamo conto che la battaglia della FISAC volta ad ottenere l'applicazione di concetti per
noi basilari quali innovazione dei prodotti e dei processi produttivi, di ricerca e di sviluppo di nuovi mercati ha sortito quali unici
effetti una crescita dimensionale delle aziende bancarie, che personalmente ritengo abnorme ed ingiustificata, nelle quali lavorano
un numero sempre minore di bancari a tempo indeterminato ed
un numero spaventosamente crescente di bancari a tempo determinato, precari, promotori finanziari… In questo contesto si è sviluppato un ambiente in cui le banche, abbandonato, come si dice,
il loro core business, quello semplice ed elementare di raccogliere il risparmio per finanziare le imprese nella loro attività caratteristica, si sono lanciate in un piratesco progetto che consiste nel
vendere servizi spesso inutili quanto dannosi, agli utenti
Ed ecco la terza richiesta al gruppo dirigente: farsi parte diligente
affinché la Fisac si faccia promotrice di un progetto di risanamento e ricostruzione del sistema bancario italiano che veda le aziende finanziarie nuovamente al fianco dei cittadini, in una serena e
corretta valutazione delle loro esigenze.
Per ottundere l'amaro che da questo filosofeggiare ci deriva, passiamo al Bianco di Ornella.
La scheda tecnica recita così: vino dal colore giallo oro, denso
con profumi che ricordano l'uva passa e la frutta candita. Gusto
dolce, equilibrato nel corpo, di ottima piacevolezza. E' un vino da
meditazione; si abbina a pasticceria secca. Ottimo con il patè di
cacciagione e formaggi erborinati. Servire a 8-10° C in piccoli bicchieri di cristallo a gambo lungo.
In esso la forza del Verduzzo in vendemmia tardiva, i profumi
intensi ed al tempo delicati di Sauvignon e Traminer non possono
Mi torna ancora alla mente Domenico Masi: "Tuttora, nei templi
laici come nei templi religiosi - banche, centri direzionali, borse la donna può metter piede soprattutto come addetta alle pulizie,
come segretaria, come impiegata di medio e basso livello. Così lo
spazio sacro dei maschi è salvo ed essi possono occuparlo mattina e sera, anche l'orario contrattuale di lavoro, anche quando
non vi sono motivi di urgenza o quando lo straordinario non è
retribuito. L'importante è rientrare a casa il più tardi possibile per
non "abbassarsi" ad accudire i figli e a sbrigare le faccende domestiche".
In quel mondo ignobilmente votato alla vendita ed alla competizione nella vendita che è il mondo bancario di oggi non è facile
per le donne essere dirigenti sindacali Fisac o semplicemente
iscritte.
Vorrei chiudere con un ultimo, caldo invito al quadro dirigente
della Fisac di Venezia: lavoriamo, di qui al prossimo congresso,
tutti insieme, senza pregiudizi perché chi siederà a questa platea,
donna o uomo che sia, venga prescelto dai lavoratori per la sua
alta preparazione, per la dedizione ed anche per l'attaccamento a
questa organizzazione: alla Fisac che è l'unico sindacato che cresce pur in presenza di una riduzione del numero dei bancari a
tempo indeterminato, e della CGIL, l'unico sindacato che riesce a
raccogliere cinque milioni di firme ed a portare in piazza tre milioni di persone!
Giulio Maria Miglio