a strasburgo per cambiare radicalmente la
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a strasburgo per cambiare radicalmente la
AGENZIA DELLA CGIL VENETO VENETOLAVORO fondata da Marco Masi Agenzia della CGIL del Veneto Anno XV n. 4 del 16 febbraio 2006 Dir. resp. Simonetta Pento Aut. Trib. di VE n. 1190 del 15.5.95 Redazione via Peschiera 5 30174 Mestre VE [email protected] - Stampa CPSS Mestre Venezia A STRASBURGO PER CAMBIARE RADICALMENTE LA BOLKESTEIN "L'Europa deve fare il possibile per diventare portatrice di progresso sociale e per far arrestare il processo di una insensata deregulation, se vuole che il suo progetto goda del sostegno da parte dei cittadini". Lo scrive la Ces al Parlamento europeo in occasione dell' avvio della discussione in aula sulla direttiva "Bolkestein", una proposta che, se votata, permetterebbe a qualsiasi società erogatrice di servizi di spostarsi liberamente in tutto il mercato europeo rispettando solo le leggi del paese dove è registrata (principio del paese d'origine). Alcuni miglioramenti apportati in Commissione rispetto al testo iniziale non sono infatti sufficienti a scongiurare tale pericolo e la Direttiva continua a suscitare allarme nel sindacato europeo. La CES chiede ulteriori e significative modifiche e a sostegno delle richieste sindacali si è svolta il 14 febbraio una manifestazione a Strasburgo. CGIL CISL UIL, che hanno aderito a nome dei lavoratori italiani, ricordano di aver "sostenuto la costruzione del mercato interno europeo a condizione che venisse potenziata la dimensione sociale europea e promossa la contrattazione e l'autonomia delle parti sociali". Per questo "pur ritenendo che sia giusto perseguire, anche per il settore dei servizi, la possibilità di prestazione nell'intera area UE", CGIL CISL UIL dichiarano che "la direttiva proposta lede gravemente il carattere qualitativo dell'integrazione dei mercati europei e sposta l'asse di costruzione del mercato interno dei servizi su una competitività basata solo sui costi". In particolare, gli elementi contenuti nel testo della direttiva che trovano dissenziente il sindacato riguardano: l I servizi di interesse generale, economici e non, non debbono far parte del campo di applicazione della direttiva; l non è accettabile che per i servizi a carattere esclusivamente economico non ci siano norme quadro che stabiliscano le garanzie che devono essere assicurate nella prestazione dei servizi stessi; l non è accettabile che un'impresa - di servizi o altro - possa sottrarsi al rispetto delle norme in vigore nel paese dove opera o sia oggetto di controlli e supervisioni ridotte o limitate; l non è accettabile che resti affermato il PdO; l non è accettabile che comparti di servizi delicati e sensibili come quelli delle agenzie di lavoro interinale e dei servizi privati di sicurezza siano coperti da questa direttiva e non, invece, da direttive specifiche rispettose delle esigenze dei destinatari e delle leggi dei paesi dove il servizio è prestato; l deve essere garantito esplicitamente e formalmente che il diritto del lavoro del paese di prestazione e la normativa in vigore sul distacco dei lavoratori non possono essere lesi da alcuna norma relativa alla prestazione dei servizi. Su questi obiettivi, CGIL CISL UIL insieme con tutti i sindacati europei che hanno sostenuto la giornata di lotta del 14 febbraio, invitano i lavoratori italiani a tener viva la mobilitazione per un mercato dei servizi rispettoso della dimensione sociale europea e dei diritti del lavoro, dei cittadini e dei consumatori. CONTRO LA CULTURA DELL' IGNORANZA LA PROTESTA CONTINUA Lunedì manifestazione nazionale al “Regio” di Torino e mercoledì al Conservatorio di Padova concerto in mutande Il Fondo Unico per lo Spettacolo, istituito nel 1985, nella sua impostazione dinamica, oggi, se rivalutato del solo indice ISTAT. ammonterebbe a circa 800 milioni di Euro. Questa finanziaria ne prevede appena 300. A questi tagli si aggiungeranno, con la decurtazione di risorse destinate agli Enti Locali, gli effetti negativi sulla produzione culturale locale, soprattutto in una regione come la nostra, unica ad avere sul territorio 2 Fondazioni lirico/sinfoniche (l'Arena e la Fenice), una realtà significativa come l'orchestra da camera di Padova e del Veneto e molteplici compagnie teatrali e musicali. L'effetto immediato sarà una diffusa chiusura di attività di spettacolo (circa cinquemila Aziende) con la conseguente perdita a livello nazionale di oltre sessantamila posti di lavoro in un settore privo di ammortizzatori sociali. Mentre quelle poche imprese che potranno ancora produrre saranno messe nelle condizioni di non poter pagare i contributi sociali e assistenziali per cui verrà meno, a medio termine, la garanzia per le pensioni attuali per le quali dovrà intervenire direttamente, prima o poi, lo Stato. Uno scenario socialmente e culturalmente drammatico. I numeri e l'impostazione politica di questa Finanziaria ci dicono che questo Governo, nei fatti e nelle scelte, non assume la cultura come elemento identitario e strategico per la crescita sociale ed economica del Paese, accentuando così un processo involutivo e destrutturante in tutte le articolazioni settoriali (cinema-musica-prosadanza). La Cultura italiana è il fondamento della nostra civiltà, è il soggetto della nostra identità storica e della nostra arte, amata e ricercata da tutto il mondo, nonché un diritto di cittadinanza ed elemento strategico di sviluppo economico. Segue a pag. 2 giovedì 16 febbraio 2006 CONTRO LA CULTURA DELL' IGNORANZA LA PROTESTA CONTINUA - segue dalla prima pagina Con un taglio netto di 164 milioni di Euro e con l'eliminazione delle quote del Lotto, il settore dello Spettacolo sta subendo un impoverimento improvviso e non previsto di circa il 40% delle risorse destinate dal Fondo Unico dello Spettacolo. Un taglio devastante senza precedenti. In addizionale, con le impostazioni delle leggi di bilancio in questa legislatura che di fatto hanno inibito i trasferimenti agli Enti locali, il Settore ha subito un ulteriore taglio valutabile nell'ordine del 20% sulle risorse che le Regioni, le Province e i Comuni destinano alla cultura e alle iniziative di Spettacolo a livello decentrato. I tagli prospettati nella situazione già difficile, non potendo contenere oltremodo i costi interni dei settori, provocheranno una drastica riduzione dell'offerta di spettacoli al pubblico; si metterà in serio pericolo l'esistenza di molte attività produttive/commerciali e non solo il posto di lavoro dei dipendenti, molti dei quali rischiano di essere trasformati in lavoratori "invisibili". Contro questa "cultura dell' ignoranza" e con lo scopo di coinvolgere tutti i cittadini, il mondo dello spettacolo, compatto in tutte le sue componenti, si è mobilitato con una serie di iniziative, a partire dallo Sciopero generale con manifestazione a Roma del 14 ottobre, allo sciopero con concerto organizzato simultaneamente i tutti i teatri italiani il 25 novembre in occasione dello sciopero generale proclamato dalle confederazioni contro la Finanziaria approvata recentemente. Il prossimo appuntamento sarà a Torino il 20 febbraio con una Manifestazione Nazionale presso il Teatro Regio per chiedere che ci sia un serio interevento riformatore che in sintesi preveda: l la definizione dello spettacolo quale area di investimento, e non di spesa, con adeguata copertura finanziaria che garantisca certezza e stabilità di risorse; l il recupero del valore reale del Fondo Unico dello Spettacolo, agganciato a parametri rivalutativi certi, per poi procedere ad una sua compiuta riforma; l l'individuazione di nuove logiche e meccanismi di finanziamento, anche armonizzando e coordinando gli interventi dei diversi livelli istituzionali; l la definizione di una legge sulle attività di tutti i lavoratori dello spettacolo (artisti, tecnici, maestranze) che disciplini la loro formazione, l'accesso al lavoro, la natura giuridica dei rapporti di lavoro, il diritto alla contrattazione collettiva ed agli ammortizzatori sociali; l la dotazione per il settore di un sistema di incentivi fiscali che possano anche favorire l'apporto degli investimenti privati nello spettacolo; l la definizione di un sistema di interventi riguardanti la promozione del pubblico, la formazione e l'aggiornamento professionale degli operatori, le nuove strutture e le nuove tecnologie. A sostegno di questi obiettivi, si ritiene prioritaria la collaborazione e l'intervento delle Istituzioni, Regioni, Province e Comuni con la logica che investire in cultura non è uno spreco e la battaglia avviata prende forza anche dalle recenti dichiarazioni del Capo dello Stato affinché " .. venga riattribuito alla Cultura l' insostituibile ruolo dell'identità storica, artistica e sociale di una Nazione, elemento primario e insostituibile di progresso, naturale misuratore del grado di civiltà di un popolo, alla quale tutti i cittadini debbono per diritto naturale accedere". Giuseppe Di Girolamo Coordinatore Regionale SLC Veneto VENETOLAVORO STIPENDI TAGLIATI ALL'ORCHESTRA DI PADOVA? Il Governo dei tagli, ha ridotto di circa un terzo il finanziamento del Fondo Unico dello spettacolo dal 2006, scaricando i problemi dei conti pubblici, sempre più fuori controllo, sul sistema delle autonomie locali e sui capitoli di spesa per sociale, ambiente, cultura, sport, trasporti e servizi. Il taglio del contributo, per l'orchestra da Camera di Padova e del Veneto è di 418.000 euro. Di fronte a quest'emergenza non sono sufficienti, anche se indispensabili alla sopravvivenza, atti di mecenatismo e la ricerca di sponsorizzazioni degli eventi. La crisi economica morde e quindi sponsorizzazioni, filantropia e i concerti programmati a pagamento sono in calo. Il Consiglio d'amministrazione, per altro, lacerato dalla decennale lotta tra i soci, non è nella condizione per difficoltà economiche, mancanza di motivazioni personali, pressioni delle banche, incertezza sulle prospettive di programmare il benché minimo rilancio dell'orchestra. La stessa programmazione tra difficoltà è garantita con vistose pezze, sino a giugno 2006. In questo quadro desolante il consiglio d'amministrazione serve la solita ricetta in tempi di crisi: i lavoratori rinuncino ad alcune mensilità di stipendio per salvare il posto di lavoro e il futuro nella speranza che ad aprile cambi qualcosa con la liberazione nazionale da questo Governo, il cui Ministro (Bottiglione) dopo aver ripetutamente minacciato le dimissioni se ci fossero stati i tagli alla cultura, è precipitosamente sparito per vergogna dalla scena. Senza un intervento adeguato delle istituzioni Regione, Provincia, Comune l'orchestra chiude! In tempi in cui, grazie all'impegno del sindaco e della Giunta, l'auditorium è destinato a passare dalla sfera delle intenzioni a quella della realizzazione, la chiusura della nostra prestigiosa orchestra sarebbe, oltre al danno, la beffa. La situazione è grave e il tempo stringe. Bisogna resistere, resistere, ed ancora resistere. Serve nell'immediato un finanziamento che riduca l'indebitamento bancario e garantisca il regolare svolgimento della programmazione concertistica. Ma non basta. Bisogna approvare le necessarie modifiche societarie, eleggere un nuovo Consiglio di amministrazione che permetta l'effettivo rilancio dell'orchestra attraverso impegni e programmi che diano prospettive di efficace valorizzazione del lavoro e delle stagioni concertistiche, definire l'allargamento della compagine societaria ai privati riorganizzando la produzione e il rapporto con il territorio. I lavoratori e le loro rappresentanze come sempre faranno la loro parte, con responsabilità verso la città ed il loro pubblico. Ci aspettiamo che gli enti pubblici locali dimostrino quella capacità e concretezza che manca colpevolmente al Governo. Infine, lasciano l'amaro in bocca, tutti i vacui discorsi, sull'importanza per il turismo italiano, per la produzione di ricchezza, benessere, e occupazione quando si tagliano tutte le programmazioni culturali del paese penalizzando l'elevazione sociale del nostro popolo, e pure i flussi turistici internazionali verso l'Italia. Il taglio dei 100.000 precari della pubblica amministrazione, stabilito dalla legge finanziaria 2006, lascerà a breve chiusi tutti i principali siti museali ed espositivi di un grande paese amministrato da un piccolo Governo. Vogliamo sperare che quest'appello sia assunto con grande responsabilità dalle istituzioni, dalle fondazioni bancarie, dai privati per garantire un futuro dignitoso alla prestigiosa orchestra da Camera di Padova e del Veneto. La CGIL sarà al fianco di coloro che eviteranno l'ennesima vergogna a questo paese, alla nostra cultura, alla società tutta, alla civiltà e al progresso che non si misura solo con il conto in banca. Ilario Simonaggio, Segretario generale CGIL di Padova La settimana della CGIL 17 febbraio Mestre - Centro Culturale S. Maria delle Grazie - ore 17 Apertura della campagna referendaria per il NO alla controriforma della Costituzione: incontro su “La Costituzione e il lavoro”, con Bruno Trentin, europarlamentare, Sergio Chiloiro Segretario generale CGIL Venezia, Emilio Rosini, Comitato per la difesa della Costituzione, Roberto Tonini Associazione per il Centenario della CGIL. 27 febbraio Vicenza - Hotel Victoria dalle 9.30 alle 17.00 "La comunicazione efficace nella contrattazione della formazione" è il titolo di un seminario organizzato da Agform del Veneto nell'ambito delle iniziative promosse dal FSE 2005, ob. 3, DGR 4202 del 22.12.04, cod. prog. 01 "una comunità di pratica di facilitatori territoriali della formazione continua". Due gli appuntamenti: a Vicenza il 27 febbraio dalle 9.30 alle 17.00 (Hotel Victoria Strada Padana verso Padova n. 52) e a Mestre il 6 marzo, dalle 9.30 alle 17.00 (sede CGIL Regionale, in Via Peschiera, 5). VENETOLAVORO giovedì 16 febbraio 2006 3 ZUCCHERIFICI FATTO L'ACCORDO SI APRE UNA FASE DELICATISSIMA Montagner: "il sindacato ha scelto il lavoro invece che l'assistenzialismo e per questo si sente titolato a chiedere alle aziende, agli enti locali ed alla Regione di lavorare affinchè la riconversione di Porto Viro sia volano di un nuovo sviluppo nel Delta" Volgere la crisi saccarifera in occasione di nuovo sviluppo: se Pontelongo dovrà diventare tra i più avanzati e competitivi stabilimenti europei, la riconversione di Porto Viro dovrà fungere da volano per l' insediamento di nuove specializzazioni nel basso Polesine dando lavoro ad almeno 500 giovani. Questa la sfida che la Flai Cgil ha lanciato all'indomani dell'accordo quadro raggiunto l' 8 febbraio, al termine di 72 ore pressoché ininterrotte di trattativa sulle ricadute del taglio drastico delle produzioni deciso da OCM zuccheri. "Quella assunta in sede europea - dice il Segretario Generale della Flai del Veneto, Roberto Montagner - è stata una scelta nefasta che il Governo italiano si è limitato a guardare e che ci ha costretto a fare i conti con il taglio del 50% della produzione bieticola e la chiusura di 13 stabilimenti saccariferi su 19. L'accordo raggiunto l' 8 febbraio definisce gli zuccherifici che continueranno la produzione (nel Veneto Pontelongo) ed individua per gli altri (tra cui porto Viro) una riconversione produttiva. L'intesa è conseguente alla nostra determinazione a voler difendere il lavoro invece che adagiarci su qualche ammortizzatore in più, ben sapendo che la fase che oggi si apre è oltremodo delicata e va gestita con grande attenzione e determinazione. Italia Zuccheri è impegnata a potenziare il sito di Pontelongo attraverso investimenti in nuove tecnologie; per quanto ci riguarda queste dovranno necessariamente dare prospettive di lungo respiro. Per Porto Viro è prevista la riconversione a bio etanolo (un combustibile pulito ricavato da cereali) per un investimento tra i 120 ed i 150 milioni di euro da realizzarsi in 40 mesi. Questa operazione garantirà il lavoro a 50 degli attuali occupati oltre che alle attività indotte. Per quanto ci riguarda, alla fine della fase di transizione si saranno dovute costruire le condizioni affinché nessuno - stagionali compresi - resti abbandonato senza prospettive. Già l'accordo sancisce l' "opzione zero" (nessuno sulla strada) attraverso l'attivazione di più strumenti: dalla mobilità verso gli stabilimenti saccariferi attivi, all' accompagnamento alla pensione dei lavoratori più anziani, alla realizzazione di percorsi formativi per coloro che saranno rioccupati negli stabilimenti riconvertiti. La garanzia del reddito sarà data dalla cassa integrazione per tre anni cui possono seguire altri due anni di mobilità. La cassa integrazione, così come è fatto in occasione della prima crisi avicola, sarà estesa anche agli stagionali ed agli avventizi - altrimenti privi di qualsiasi ammortizzatore - così da riconoscere il lavoro anche della parte più debole ed esposta, fatta soprattutto di donne e di giovani che si costruiscono un reddito sommando periodi lavorativi in attività diverse nel corso dell'anno. E' importantissimo in una realtà come Porto Viro, situata nel cuore del Delta del Po, che presenta una sofferenza occupazionale, soprattutto nel manifatturiero, quasi doppia rispetto alla media provinciale. L' abbandono dell' attività saccarifera rappresenta un duro colpo per l'area ed è per questo che il progetto di riconversione va legato ad un' idea di rilancio, su basi nuove, dell'area deltizia, a vocazione agro industriale e turistica. Il bio - etanolo può essere, ad esempio, utilizzato per lo sviluppo delle coltivazioni in serra oltre che per altre attività che richiedono riscaldamento a bassi costi. Il Delta, tra le zone più ricche d'acqua d'Italia, può davvero pensare di sviluppare una specializzazione in colture di serra ponendosi quale punto di eccellenza a livello europeo, avvalendosi dell'Università e dei centri di ricerca della Provincia e contando sul sostegno di Enti quali Veneto Agricoltura. Su questo terreno, che è quello della concertazione dello sviluppo possibile, vogliamo sfidare, oltre che le imprese, anche la politica e le istituzioni, a partire dalla Regione. Ci sarà poi bisogno di un primo accordo di filiera con i produttori poiché lo stabilimento dovrà essere alimentato con 50.000 ettari di cereali. Definita questa prima cornice, dovremo trasportare tutto a livello regionale con il coinvolgimento del Comune, della Provincia, ma soprattutto richiedendo un ruolo di regia e di garanzia da parte della Regione, non solo perché la riconversione sia davvero praticata, ma anche per creare quelle ricadute positive che dovranno andare oltre lo stesso stabilimento e imprimere un nuovo rilancio del Delta. Da parte sua il Governo dovrà mantenere gli impegni attraverso la defiscalizzazione del bio etanolo in modo da rendere questa fonte energetica altamente competitiva anche sul piano dei costi. I lavoratori ed il loro sindacato hanno fatto fino in fondo la propria parte, pur in una situazione estremamente critica. Noi non dimentichiamo che la revisione dell'OCM è passata a livello europeo anche con l'avallo del Governo italiano e che il Ministero dell'Agricoltura, nel definire i bacini produttivi ha penalizzato oltre modo la nostra regione, nonostante la sua alta vocazione bieticola. Non possiamo nemmeno dimenticare che PORTO VIRO Abitanti 14. 449 - pressoché invariata da anni Addetti a fine 2004 3.755 diff. su 2003 di cui manifatturiero 1.114 diff su 2003 -5,6% -9,0% COMPRENSORIO BASSO POLESINE: I 9 COMUNI DEL DELTA Addetti a fine 2004 di cui manifatturiero Abitanti 73.293 17.327 4.861 diff. su 2003 diff su 2003 -6,2% -9,1% PROVINCIA DI ROVIGO Abitanti 244.618 Addetti a fine 2004 57.983 diff. su 2003 di cui manifatturiero 22.289 diff su 2003 l tasso di disoccupazione al 2004 6,3 (media veneta 4,2) Ci sono però alcune condizioni da attivare nell'immediato. Intanto l'accordo quadro dovrà essere recepito dai Ministeri dell'Agricoltura, del Lavoro e dell'Industria. E' un passaggio importante soprattutto se deve rappresentare, come noi vogliamo, un'opportunità di nuovo sviluppo e non una misura una tantum tesa a tamponare un disastro annunciato anche dall'inerzia del Governo. In secondo luogo occorre che il progetto presentatoci da Italia Zuccheri abbia la certificazione di fattibilità da parte dell'ISA, quindi dovremo entrare nel merito del piano di riconversione. -4,9% -5,0% questa vicenda ha visto l'elargizione di fior di incentivi ai produttori (64% del guadagno e la possibilità di attivare da subito altre colture) ed alle industrie (750 euro per ogni tonnellata non prodotta) mentre nulla è stato dato ai lavoratori. Le nostre lotte e la nostra scelta si sono tuttavia fortemente indirizzate verso il lavoro e non nella richiesta di assistenzialismo anche per noi. Ecco perché ci sentiamo ora titolati a chiedere alle aziende massimo coinvolgimento nel piano di attuazione della riconversione ed alla Regione Veneto di assumere un ruolo davvero da protagonista. Su questo non abbiamo smobilitato". VENETOLAVORO giovedì 16 febbraio 2006 ANCHE GLI "AUTUNNI CALDI" NELL'OROSCOPO DELLA CGIL In esclusiva per Veneto Lavoro, il quadro astrale della CGIL ne rivela i tratti caratteristici: dalla vocazione a grande organizzazione di massa, ad una straordinaria longevità e capacità di cogliere i cambiamenti La CGIL nasce sotto il segno della Bilancia (gruppo, associazione, giustizia, diritti). Il Sole è posizionato nella 7° Casa (unione, matrimonio) nella Vergine (segno di Terra: dipendenza, lavoro; i frutti si raccolgono in autunno). Già questi primi elementi indicano una vocazione naturale, un' energia vitale che deve esprimersi nella moltitudine, nella gente, tra la gente: con i piedi per terra ma anche con la capacità di uso della forza (gli scioperi, le mobilitazioni, le manifestazioni) data da Marte, posizionato proprio sulla cuspide della 7° Casa (Discendente). E' qui che possiamo leggere la vitalità e l'impulso propri della mission di sindacato, condizionato dalla riflessione e dalla logica. La dominante del tema natale è dato quindi, dall'asse Saturno (sulla cuspide dell'Ascendente, 1° casa) e Marte: una linea di comunicazione che tiene sempre in contatto l'Organizzazione, cioè il suo gruppo dirigente (Saturno) e le masse dei lavoratori e dei pensionati (Marte); una connesione stretta tra la sapienza-riflesione del grande vecchio (Saturno) e il conflitto-mobilitazione voluti dalla base (Marte). Tale opposizione (quasi 180 gradi) tra i due pianeti rappresenta il dualismo perenne della CGIL. Questo binomio può rappresentare anche una debolezza, il tallone di Achille? La Luna (la folla, l'umore, il cambiamento, le donne) nel segno dei Pesci, presente anch'essa nella 1° Casa, dà un'impronta di sentimento e di sensibilità alla rudezza di Saturno e quindi all'Io dell'Organizzazione. Infine c'è l'aspetto di congiunzione GioveNettuno (pianeti lenti) in 5° casa (rappresenta i figli, il teatro, ecc.). Ne deriva un' amplificazione (Giove) dell'idealità (Nettuno) che si trasmette ai lavoratori: il proselitismo è un dato certo che sarà garantito dal grande palcoscenico del mondo del lavoro ancora a lungo. Quali prospettive? La sensibilità di genere (il femminile) è quindi una risorsa ed un carattere insisto nella stessa indole della CGIL e quindi la presenza femminile in tutte le istanze è una sorta di obbligo "naturale". La Luna, per sua natura, può condizionare e pertanto occorre una riflessione più attenta sul concetto di autonomia. E' però più facile l'influenza della CGIL sugli altri (ad esempio i partiti), che non il contrario: questo aspetto planetario può essere una forza in più. Viceversa, il condizionamento dagli altri può emergere dal trigono della Luna con Venere nello Scorpione, addirittura in 8° Casa: una debolezza subdola ed occulta cui fare sempre attenzione. La CGIL fa bene a celebrare il suo congresso a marzo: beneficerà del transito del Sole sul Saturno di nascita; ci saranno utili contributi al dibattito. Il periodo febbraio-marzo è sempre indicato per la riflessione, l'elaborazione, la messa a punto delle piattaforme, così come, di conseguenza, il periodo settembre-ottobre è quello della mobilitazione, del conflitto, delle manifestazioni perché il Sole (l'energia primaria) transita in quei mesi sui tre pianeti di nascita (Marte, Sole e Mercurio). Nel medio periodo la CGIL dovrà rapportarsi al passaggio di Urano sul suo Ascendente, su Saturno e sulla Luna. Il nuovo, il tecnologico, il moderno imporranno una svolta: i cambiamenti continui del mondo del lavoro e della produzione delle merci, da un lato, ed il mutato e globalizzato mercato, dall'altro, modificheranno il Sindacato. La CGIL però non subirà passivamente tali cambiamenti dovuti al transito di Urano (pericolo di inquinamento). Gli aspetti negativi dei mutamenti non avranno effetti sulla sua corazza dura e resistente: Saturno (la roccia) in 1° casa rappresenta proprio l'elisir di lunga durata. Oroscopo di Hireus PRIMO CONGRESSO DELLA C.G.D.L. Milano, 29-30 settembre - 1 ottobre 1906 Se la Cgil nasce sotto una buona stella, il congresso che l'ha istituita è stato travagliatissimo, contrassegnato da scissioni ed un dibattito al calor bianco tra le varie anime che si sono confrontate. Ne troviamo una cronaca in "La Confederazione Generale del Lavoro", curato da Luciana Marchetti per le Edizioni Avanti! 1962, della cui segnalazione si ringrazia Roberto Tonini, Presidente dell' Associazione per il centenario della CGIL del Veneto Il Congresso (sono rappresentate circa 700 sezioni di C.d.L. per 200.000 iscritti) si apre con una schermaglia provocata dalla proposta di Suzzani - respinta dall'assemblea - che vorrebbe concedere il diritto di voto a tutti i rappresentanti delle singole organizzazioni, invece che ad uno solo per ciascuna di esse. Si fanno poi alcune proposte per voti di saluto ai lavoratori russi, alle donne di Intra in sciopero, alle vittime politiche. Nella seconda giornata la discussione entra nel vivo sulla pregiudiziale Di Falco nella quale si chiede che tutte le deliberazioni del Congresso siano sottoposte ad un referendum fra le sezioni, non essendo rappresentate molte importanti organizzazioni. Alla proposta di appello nominale sulla pregiudiziale Di Falco, avanzata dalla minoranza, la maggioranza risponde con l'accusa di ostruzionismo; quindi si decide di far precedere la votazione dalla relazione della commissione per la verifica dei poteri. A nome della maggioranza della commissione stessa Biestra rende noto che è stato deciso di convalidare i mandati del S.F. (18.000 voti), del Riscatto Ferroviario (15.000 voti), della Federazione delle Leghe Braccianti di Ravenna (8.900 voti), della Lega Fonditori Metalli di Milano (1.600 voti), della Lega Lombarda Muratori (9.000 voti) e della Federazione Postelegrafica (15.000 voti), quantunque non abbiano seguito la procedura d'obbligo. Essendo infatti organizzati in modo particolare, la maggioranza ha considerato questi gruppi come aventi diritto non ad una rappresentanza collettiva, ma in quanto sezioni. Suzzani manifesta invece in proposito il punto di vista della minoranza. Poiché il comitato ordinatore aveva deciso che la votazione dovesse avvenire per Leghe e sezioni e non per Camere e Federazioni, la minoranza aveva insistito per l'applicazione di questo principio, secondo il quale i voti spettanti alle suddette organizzazioni dovevano essere ripartiti tra i delegati presenti, non essendo per esempio ammissibile che un solo individuo potesse rappresentare tutta la Federazione Postelegrafica. Nella seduta pomeridiana del 30 settembre prende la parola Verzi per la relazione morale. Egli ricorda come sia sorta l'idea della costituzione della CGdL.: quando cioè le organizzazioni proletarie uscite dalla fase embrionale per assumere uno spiccato carattere di classe, si costituirono in C.d.L. per opporsi alle organizzazioni VENETOLAVORO giovedì 16 febbraio 2006 dei capitalisti che andavano sempre più potenziandosi. Senonché a suo parere, in fatto di lotta di classe, esiste ancora nel proletariato italiano la più grande confusione e le vittorie ottenute in questa o in quella fabbrica non sono vere e proprie vittorie. Infatti, malgrado i salari siano andati gradatamente aumentando dal 1860 in poi, nessun vantaggio ne è venuto agli operai essendo aumentate anche le spese e tendendo il capitalista a togliere con la destra ciò che ha concesso con la sinistra. Esiste cioè un concetto semplicistico della lotta di classe, per il quale si guarda troppo alla lotta nell'ambito della fabbrica trascurando di battere il sistema capitalistico nel suo complesso. Per creare una forte organizzazione di classe è necessario in primo luogo eliminare i dissidi esistenti tra le C.d.L. e le Federazioni nazionali. Inoltre non bisogna limitare i mezzi di difesa e di attacco delle classi lavoratrici a questi soli organismi, bensì completarli, l'organizzazione operaia dovendo monopolizzare il lavoro come i capitalisti monopolizzano la produzione. Se l'organizzazione di classe riuscirà a raggiungere quest'ultimo obiettivo non vi sarà più l'esigenza di ricorrere agli scioperi, avendo essa forza bastante per imporre la propria volontà. L'oratore si sofferma poi sulla necessità di evitare che le discordie tra i Partiti politici e le tendenze si proiettino in seno all'organizzazione di classe (per cui è necessario eliminare dall'organizzazione proletaria qualsiasi agitazione politica che non sia la vera politica di classe) e sulla necessità per i rappresentanti dei lavoratori di strappare al Parlamento tutte quelle riforme necessarie all'esistenza della classe lavoratrice stessa. "Noi crediamo di aver adempiuto al nostro dovere presentando un progetto pratico di Confederazione nazionale di lavoro - conclude - Confutate il nostro progetto, discutetelo e fate pure delle modificazioni, ma fate in modo che la nuova organizzazione che stiamo per far sorgere sia sottratta all'influenza dei Partiti, poichè solo allora il proletariato non perturbato da intestine lotte fratricide, potrà marciare sicuro e fiero alla vittoria, ben meritato frutto delle sue fatiche". Sulla relazione interviene Branconi che auspica l'accantonamento delle piccole conquiste per affrontare la battaglia finale contro il capitalismo e accenna all' esigenza di precisare le attribuzioni spettanti alla CGdL e alle CdL. Ai riformisti dà atto delle loro buone intenzioni che non evitano però di commettere errori anche involontari; Straneo, rappresentante dei fabbri ferrai, si dice contrario all'organizzazione proposta che creerà, a suo parere, una burocrazia simile a quella borghese: il comitato avrà mansioni politiche ed assorbirà le Federazioni ponendole in contrasto con la Confederazione; Lazzari si sofferma sulla necessità che la nuova Confederazione costituisca una unione ed una forza e attribuisce i dissidi tra Federazioni e C.d.L. a personalismi e pettegolezzi di persone che si combattono non per la causa del proletariato ma per fare prevalere la loro autorità e le loro opinioni; D'Aragona attribuisce i mancati benefici della legislazione sociale al fatto che la classe lavoratrice non ha potuto intervenire vantaggiosamente nella lotta elettorale per appoggiare i candidati propri contro quelli della borghesia. "Perché la Federazione sia forte - dice - vogliamo che in essa possano entrare tutti gli operai, qualunque sia la loro fede politica e religiosa, e quindi la nostra organizzazione dovrà fare della politica non di Partito, ma della politica operaia e proletaria"; Rappa fa rilevare come maggioranza e minoranza siano d'accordo sul principio della costituzione della Federazione e come il dissidio consista soltanto nella tattica; propone anche che nelle elezioni comunali e provinciali siano appoggiati i candidati scelti in seno alla Confederazione; Quaglino riafferma i concetti espressi da D'Aragona sulla legislazione sociale e propone che Branconi presenti subito il suo controprogetto per vedere se esistano possibilità di intesa tra le correnti; nel caso contrario, un accordo di principio durerà soltanto poche ore e al momento della discussione dello Statuto si manifesteranno nuovamente le divergenze. Con 114.533 voti contro 53.250, viene approvato un documento proposto da Reina che recita: "Il Congresso riconosciuto che solo con un organismo centrale che agisca sulla direttiva di una propria politica di classe, potranno le organizzazioni operaie arrivare all'intero conseguimento del loro programma di rivendicazioni, mercé quella multiforme e quotidiana azione che valendosi di tutti i mezzi che sono a disposizione dei lavoratori, valga ad elevare gradualmente le condizioni materiali e morali del proletariato, preparandolo così a reggere i destini della società futura; d'accordo con gli scopi prefissi dagli organizzatori del Congresso e coll' ordine di idee del relatore, dichiara senz'altro costituita la C.G.d.L.; e passando alla discussione generale dello Statuto, delibera di procedere contemporaneamente questa sera, 5 alla votazione per appello nominale degli o.d.g. e contemporaneamente sulla pregiudiziale, rimandando a domani la nomina delle cariche sociali, delegando la commissione per la verifica dei poteri a fungere da seggio scrutatore" È inoltre respinta la proposta di referendum. All'apertura dell'ultima giornata dei lavori i sindacalisti, in una riunione separata, decidono di abbandonare il Congresso e incaricano Guarino di leggere la seguente dichiarazione: "I rappresentanti che non partecipano più al Congresso, ad evitare false interpretazioni del loro logico e rigido atteggiamento e ad eliminare erronee supposizioni, dichiarano che essi non intendono affatto di costituire un nuovo organismo che faccia da contro-altare alla Confederazione costituita da alcuni organizzatori indipendentemente dalla volontà non ancora manifestata dalla grande maggioranza delle organizzazioni proletarie. Essi non possono commettere lo stesso errore di codesti organizzatori e non si permettono perciò di prendere iniziative prima che i lavoratori non si pronunciano direttamente in seguito ad un referendum che inevitabilmente dovrà dall'una o dall'altra parte essere indetto. I rappresentanti ritengono che sia necessario però informare gli interessati di quanto è avvenuto al Congresso di Milano e delle ragioni che militano a favore di coloro che vogliono essere esecutori e non dirigenti del volere dei lavoratori. Deliberano perciò di diffondere nelle masse operaie uno stampato il quale, oltre che queste informazioni, contenga anche uno schema di Statuto al quale dovrebbe essere ispirata una Confederazione schiettamente proletaria. I rappresentanti hanno fiducia che i lavoratori ispirandosi ai criteri del loro interesse di classe al di fuori degli intrighi di politici sapranno costituirsi la vera organizzazione che potrà unire tutti gli sfruttati per la grande battaglia delle rivendicazioni proletarie ". Rinaldo Rigola, primo segretario della CGIL 6 giovedì 16 febbraio 2006 Dopo una serie di dichiarazioni, viene discusso lo Statuto, così proposto: COSTITUZIONE Art. 1. È costituita in Italia la Confederazione Generale del Lavoro. Art. 2. La Confederazione è costituita da tutte le organizzazioni aderenti alle Federazioni nazionali di mestiere ed alle locali Camere del Lavoro. Potranno far parte della Confederazione anche le organizzazioni autonome, le quali comprovino all'atto dell'inscrizione che non esiste la Federazione nazionale di mestiere, né la Camera del Lavoro ove esse hanno sede, purché si uniformino alle prescrizioni del presente Statuto ed a quanto verrà deliberato dai Congressi e dai referendum. SCOPI Art. 3. La Confederazione curerà: a) la direzione generale assoluta del movimento proletario, industriale e contadino al disopra di qualsiasi distinzione Politica; b) la diretta trasmissione ai delegati del proletariato nei consessi rappresentativi delle riforme sociali e dei conseguenti provvedimenti amministrativi reclamati dai Congressi Proletari; c) di secondare disciplinare e coordinare ogni iniziativa dei lavoratori in materia legislativa e condurre vigorosamente le agitazioni intese a rafforzare l'azione dei delegati del proletariato nei pubblici poteri per strappare allo Stato, alle Province e ai Comuni, quelle leggi e quei provvedimenti richiesti e chiaramente voluti dalla massa lavoratrice; d) di integrare il movimento di resistenza con lo stringere i rapporti e prendere iniziative d'accordo con le Federazioni delle Cooperative e delle Mutue; e) di prendere le necessarie ed opportune intese con i Partiti che nel campo politico esercitano la tutela degli interessi dei lavoratori, perché ogni attrito parziale fra capitale e lavoro venga definito secondo giustizia ed ogni movimento generale, determinato dalle acutizzazioni della lotta di classe, venga indirizzato a scopi pratici; f) di risolvere i conflitti che eventualmente avessero a sorgere fra i vari enti nelle organizzazioni di mestiere, adottando a tal uopo a garanzia dei contendenti norme di procedura fissa vagliate e sanzionate per referendum fra le Sezioni; g) di rendere intensa e permanente la propaganda in mezzo alle classi lavoratrici per sospingerle verso il loro miglioramento economico, morale e intellettuale; h) di stabilire e disciplinare i rapporti di solidarietà fra le varie organizzazioni di mestiere nel campo della resistenza, sviluppando maggiormente il concetto della solidarietà nazionale o internazionale nella classe operaia; i) di compilare le statistiche sulle forze e sulle attività delle organizzazioni, sugli scioperi, sul numero dei disorganizzati rilevando cause e ragioni della disorganizzazione, sulla eventuale approssimativa per- VENETOLAVORO centuale di crumiraggio locale, regionale o nazionale in occasione di conflitti, ecc. ecc.; l) di esercitare la necessaria azione di controllo e di sprone verso l'Ufficio del Lavoro per l'applicazione e l'osservanza scrupolosa delle leggi sociali; m) di abilitare in conclusione la massa proletaria direttamente e per mezzo dei suoi organi rappresentativi a muoversi al disopra di ogni Partito o scuola pel conseguimento intero del suo programma di rivendicazioni. Altri capitoli riguardano direzione e amministrazione, la cassa centrale, il giornale, norme generali. La minoranza aveva invece presentato un altro testo e si apre la discussione. A proposito dell'articolo 3, Ciminaghi propone di togliere la parola "assoluta" dal comma a) e fa notare come le disposizioni del comma b) siano in contrasto con alcuni articoli dello Statuto della Federazione Tipografica che impedisce qualsiasi presa di posizione politica. Calda replica che se lo Statuto della Federazione Tipografica impedisce la politica socialista, repubblicana o anarchica, non vieta la politica proletaria, "e la politica proletaria, che è politica di classe, conduce a fare la lotta di classe". Ferrari ribadisce che l'affermazione di Ciminaghi si riferisce soltanto alla Sezione di Milano della Federazione del Libro, la quale invece al Congresso di Bologna ha precisato che le Sezioni sono autonome e possono fare quella politica che meglio risponda alla tutela degli interessi di classe. Lo stesso Ferrari presenta a proposito delle cooperative il seguente o.d.g: " Sui rapporti fra leghe, mutue e cooperative il Congresso: riconosciuto che la lega (organo specifico di combattimento della classe operaia) e la mutua (complemento necessario di tale organo) non hanno e non possono avere carattere di commercialità, carattere che è invece insito nelle cooperative, afferma la necessità di evitare che dall' alea commerciale abbiano a subire i colpi le due prime forme di previdenza. Prende poi la parola Lazzari il quale propone la sostituzione della parola "azione" a "scopi", l'omissione della parola "assoluta" e la sostituzione di "unificazione" a "direzione" nel comma a), nonché la pura e semplice eliminazione dei commi e) ed l), quest' ultimo perché l'Ufficio del Lavoro fa il gioco del padronato, cercando di togliere al movimento operaio il suo carattere di classe. Interviene Cabrini che difende il concetto di "direzione". Il Comitato della Confederazione non può infatti avere un compito di semplice unificazione, perché in questo caso si toglie alla Confederazione un attributo fondamentale. Il Comitato deve essere l'espressione delle forze della maggioranza. Poiché infatti il proletariato tende a sostituire l'interesse generale al tornaconto delle singole categorie, è necessaria una certa disciplina. Dice poi che la questione della partecipazione dei lavoratori deve essere esaminata con una certa prudenza e che in nessun caso la Confederazione può essere impegnata in alcuna agitazione politica elettorale, a sostenere un comitato contro un altro. Quanto al Consiglio Superiore del Lavoro, - prosegue - esso va perfezionato in modo che la Confederazione possa mandarvi i propri rappresentanti. Così si avrà una duplice azione: quella delle masse che avanzano le proprie rivendicazioni e quelle dei loro rappresentanti che cercheranno di tradurle in legge. Vergnanini dice di non condividere l'o.d.g. Ferrari sulla cooperazione perché l'emancipazione dei lavoratori è possibile non soltanto attraverso scioperi ed agitazioni ma anche facendo penetrare direttamente la massa "nella città borghese". Da qui il bisogno assoluto di provvedere all'integrazione della resistenza con la cooperazione, facendo delle cooperative di classe. "Quando queste saranno in grado di ben funzionare noi saremo allora i soli e veri padroni della maestranza; noi la potremo togliere ai grandi “la speranza è nell'opera. io sono un cinico a cui rimane per la sua fede questo al di là. io sono un cinico che ha fede in quel che fa". E' cosa poco nota, ma Vincenzo Cardarelli, uno dei maggiori poeti del '900 italiano, tra i tanti lavori fatti in gioventù, fu impiegato nella segreteria della Federazione metallurgica di Roma, città cui era approdato appena diciassettenne dalla provincia toscana. VENETOLAVORO giovedì 16 febbraio 2006 stabilimenti, ed in tal modo (...) dare un gran colpo al capitalismo organizzato". Ferrari si dichiara d'accordo in linea di massima con Vergnanini affermando però la necessità che le cooperative non assorbano i fondi della resistenza. Quaglino sostiene invece che la cooperazione debba assorbirne una parte e cita i casi di agitazioni e scioperi in cui per accrescere la capacità di resistenza dei lavoratori è stato necessario ad esempio distribuire dei buoni-sconto presso le cooperative di consumo. In conclusione Verzi dichiara di accettare la sostituzione della parola "scopi" con "azione", l'omissione della parola "assoluta" del comma a), ferma restando la parola "direzione", la modifica al comma e) nel senso di prendere le necessarie ed opportune intese con quei Partiti che nel campo politico accettano la difesa degli Interessi dei lavoratori, perchè ogni attrito tra capitale e lavoro venga risolto nel senso più favorevole alla classe lavoratrice, gli emendamenti Vergnanini al comma a) e al comma d). L'articolo 3 viene quindi approvato dopo che Ferrari ha ritirato il proprio o.d.g. Ciminaghi propone che i dirigenti della Confederazione siano dei veri e propri operai. Quale sede della C.G.d.L. viene scelta all'unanimità Torino. Zirardini propone che la quota di iscrizione venga ridotta al minimo specialmente per i lavoratori della terra a cui le condizioni economiche non permettono sacrifici troppo gravosi. Contrario alla proposta si dichiara Ricciotti per il quale delle quote troppo basse paralizzerebbero l'organizzazione fin dall'inizio. Calda suggerisce quote di 5 centesimi per i lavoratori dei campi e di 10 centesimi per gli altri, Garfagnini propone per le donne la stessa tariffa minima dei lavoratori della terra. Viene poi dato al giornale il titolo La Confederazione del Lavoro, chiamandone alla direzione Rigola e Cabrini. Successivamente Rigola deplora che non si sia potuto affrontare il tema dell' organizzazione nell' Italia Meridionale, esprimendo il parere che si debba dare mandato al Comitato di studiare la questione per ragioni di vita della Confederazione. Infine, approvato un o.d.g. per l'abolizione del lavoro notturno dei panettieri, i congressisti si salutano intonando alcune strofe dell'Inno dei Lavoratori.l 7 VINO E SINDACATO Dal VI congresso della Fisac di Venezia ci arriva il contributo di un agro - bancario (ossia un agronomo che lavora per una banca) che ci conduce, attraverso un viaggio eno-sindacale, alla scoperta delle caratteristiche che accomunano alcuni tra i più noti vini nostrani con la missione di sindacalista. Nella primavera scorsa avevo ricevuto mandato ad organizzare un corso di assaggio e degustazione di vini ed oli che avrebbe dovuto svolgersi in tre giornate. Purtroppo non ci sono riuscito, fermato da un incidente stradale accadutomi proprio mentre mi accingevo a trascorrere una giornata nel vicino Friuli, presso l'Università, con due vecchi compagni di facoltà, il professor Roberto Zironi docente di Enologia ed il prof. Lanfranco Conte, e successivamente, nella sua cantina, con Maurizio Felluga, figlio di Livio, con il quale ho iniziato le prime lotte studentesche nel lontano 1967. Promettendovi che sarà mia cura farmi perdonare in futuro questa mancata promessa, proverò intanto a coniugare vino e sindacato! Essere sindacalisti significa innanzitutto essere coerenti e perseveranti. Voglio citare Domenico De Masi ed il suo prezioso volume "Ozio creativo": "La creatività è una pozione fatta di più elementi: consci e inconsci, emotivi e razionali. E' una mistura di fantasia e concretezza. Per ottenerla, in un gruppo, sia esso un team, un' azienda o una nazione, ci vogliono diversi fattori: clima di entusiasmo, motivazione individuale, missione condivisa, leadership appassionante, carismatica". Questa creatività noi l'abbiamo, dobbiamo solo lavorare! Oggi celebriamo il VI Congresso Provinciale della Fisac nella splendida Villa Giustinian, dimora del Doge Veneziano, ospiti di Ornella Molon che, con i suoi vini e la sua ospitalità, renderà più gradevole questa nostra fatica congressuale. La Villa, restaurata nel XVII secolo, è sita in Campo di Pietra, paese che poggia le sue fondamenta su una lingua di terra pietrosa particolarmente vocata alla produzione di vino di qualità. La storia del Veneto è intrisa di viticoltura già a partire dall'Età del Bronzo ma, all'inizio del novecento, una delle tante pestilenze che nei secoli travagliavano la vita nelle campagne, la fillossera, distrusse la maggior parte dei vigneti. Rimasero un vita quelli che noi conosciamo con nomi più familiari e gradevoli quali fragolino, bacò, e clintòn (gli americani) che non sono colpiti dalla fillossera. Più tardi si imparò ad innestare le viti risolvendo così il problema di quella patologia ed i vitigni europei ripresero a diffondersi nel Veneto: prevalentemente i francesi (pinot, cabernet) ma anche gli autoctoni nella parte occidentale della regione e soprattutto quelli autoctoni (prosecco e raboso) assieme al tocai nella parte orientale. Il nostro percorso congressuale sarà pertanto squisitamente segnato da questi vini. Nel presentarli non inizierò dai bianchi ma dal Raboso, perché il Raboso è senz'altro il nostro vino e non solo perché, come scriveva il mio capo quando ho iniziato a fare l'agronomo in banca, "viene considerato molto digestivo ed ideale compagno dei cibi più pesanti" ma anche perché, quello prodotto dalla nostra ospite è considerato il vitigno autoctono per eccellenza nella zona del Piave. Il vino, bevuto giovane, rispecchia le caratteristiche peculiari dell'uva di origine: acidità elevata e sentori fruttati di marasca e ribes…ne risulta quindi un vino morbido, moderatamente alcolico, di buon corpo, leggermente acidulo e dissetante. Servito ad una tem- peratura di 12-14° C è un ottimo compagno, sia di grigliate di salumi, che di brindisi con gli amici. Il Raboso è però soprattutto il nostro vino perché viene prodotto con uva Rabosa il cui nome sembra derivare dal termine dialettale "rabiosa", con cui si indicava un grappolo poco gradevole. E' questo appellativo che lo rende il nostro vino. Ricorda la rabbia dei lavoratori che assistono impotenti alla demolizione di un sistema bancario che non è più il loro, che li costringe a ritmi e carichi di lavoro inusuali nel nostro mondo, che ne demolisce la dignità adibendoli a ruoli che non sanno svolgere senza dargli adeguata preparazione e scaricando pertanto su di loro responsabilità che dovrebbero accollarsi altri che, per inciso, vengono maggiormente remunerati, che li mette gli uni contro gli altri in aberranti competizioni di vendita di prodotti sempre improponibili. Soprattutto è però la rabbia che dovremo saper infondere nei prossimi anni ai nostri segretari RSA perché sono finiti i tempi in cui con le aziende bancarie si trovano facilmente accordi! Questo obbiettivo si può ottenere con un solo sistema: corsi di formazione specifici per gli RSA, i veterani ed i più giovani, perché imparino come si fa il Rappresentante Sindacale nella banca di oggi, perché imparino a modulare la rabbia che attraverso di loro deve inondare le scrivanie dei piani nobili delle banche. Il Prosecco: una vite vigorosa che dà un bel vino, semplice particolarmente apprezzato come spumante. Si presenta con colore paglierino scarico e spuma fine, delicata e persistente. E' un classico aperitivo, ma ben si accompagna a delicate ouverture di pesce. Servire in bicchieri "flute" a 6-8° C. Anche per noi sarà l' ouverture: servito per un brindisi iniziale in questo pranzo del VI congresso, darà il via al percorso dei prossimi quattro anni. In questa breve descrizione dobbiamo riuscire a trovare la leggerezza e perlage persistente che devono essere sempre le caratteristiche fondamentali dei dirigenti sindacali che crescono tra di noi, sostenuti da una vite vigorosa: il sindacato in cui operano. Perché non può che essere caratterizzato da quelle virtù un dirigente che abbia la pretesa di cimentarsi alla pari con i demenziali piani industriali dei banchieri. Come il Prosecco, spiccate capacità diuretiche deve avere il dirigente sindacale per eliminare al più presto i bocconi amari che dovrà mandar giù se la nostra organizzazione non si affretterà a far sì che i dirigenti sindacali abbiano un nuovo diverso approccio alle problematiche della contrattazione. Solo una specifica preparazione può preparare in tal senso i dirigenti sindacali veneziani. Il Tocai è vino di un bel colore giallo tenue, con leggeri riflessi dorati; si presenta con il classico profumo di mandorla e sfumature floreali. Di sapore asciutto, ha un ottimo equilibrio che lo rende vellutato, meritandosi l'appellativo di "principe degli antipasti". Quello che gli esperti definiscono retrogusto di mandorla amara, che è tipico di questo vino, ci richiama all'amaro che sentiamo (o dovremmo sentire) in bocca quando ci avventuriamo nelle storie che hanno travagliato e tuttora travagliano Segue in ultima pagina 8 FIRMATO IL CONTRATTO PER I LAVORATORI DI REGIONI ED AUTONOMIE LOCALI Dopo oltre 24 mesi di una trattativa dura e difficile, le tante iniziative di lotta e mobilitazione nazionale e territoriale, quattro scioperi generali, è stata finalmente sottoscritta l'ipotesi di Contratto Nazionale - biennio economico 2004-2005 - di circa 600.000 lavoratrici e lavoratori del Comparto Regioni - Autonomie Locali. "E' stato raggiunto - sostengono le Segreterie di categoria - un importante risultato che isola quella parte del Paese che ha finora ostacolato il rinnovo contrattuale per mettere in discussione il Contratto nazionale ed attaccare il lavoro pubblico. Il sistema delle Autonomie Locali assicura il 70% del welfare del Paese ed è stato in questi anni sottoposto ad un pesante attacco attraverso i crescenti tagli nel trasferimento delle risorse". Sotto il profilo economico l'ipotesi di contratto sottoscritta, è coerente con gli obiettivi che ci eravamo dati all'avvio della stagione contrattuale. L'aumento medio complessivo realizzato è di euro 102.00. Deriva dall'incremento (90 euro medi) della retribuzione tabellare che consente la tutela del potere d'acquisto; risorse aggiuntive certe nella misura dello 0,5% del monte salari da destinare alla contrattazione di secondo livello ed incrementabili in relazione alle effettive condizioni di bilancio (12 euro medie). E' inoltre sancito il rispetto delle decorrenze stabilite in tutti i CCNL del P.I. sottoscritti fino ad oggi e si è provveduto ad attualizzare ed integrare alcune discipline di carattere economico preesistenti. "Una valutazione positiva dell'accordo" è espressa dalle Segreterie venete di categoria: "tra risorse nazionali e risorse aggiuntive, ad integrazione di fondi, poste in essere dagli Enti dicono- si è chiuso un accordo coerente con le politiche e le quantità economiche perseguite in questa tornata contrattuale dai CCNL del Pubblico Impiego, anche in termini perequativi, con gli altri comparti. Il testo dell'ipotesi di CCNL 2004-2005 dovrà essere ora sottoposto ad un approfondito dibattito con tutti i lavoratori per la verifica e l'approvazione, in maniera ampia e capillare. La consultazione dovrà concludersi entro la metà di marzo e successivamente si terrà una riunione nazionale per la sintesi finale. Per il futuro - conclude il sindacato riferendosi alla difficoltà con cui il Governo ha trascinato questa vicenda - non sarà più sopportabile subire un ritardo di oltre 24 mesi per rinnovare il Contratto Nazionale. L'impegno per dare certezza ai tempi della contrattazione dovrà essere nel futuro una priorità". giovedì 16 febbraio 2006 VENETOLAVORO braccianti LA MEMORIA CHE RESTA Sabato 18 febbraio 2006 - ore 21.15 Teatro Duse - Piazzetta Eleonora Duse, Asolo (TV) di e con Enrico Messina, Micaela Sapienza Liberamente ispirato al volume di Rinaldi e Sombrero sulle storie bracciantili del basso tavoliere, "Braccianti" viaggia nel passato, nella fatica di quando si lavorava "da sole a sole"… fino a squarci odierni, a quei nuovi braccianti "a colori", venuti dalla miseria di altre parti del mondo. Nello spazio vuoto del palcoscenico poche sedie e, sul fondo, un grande velo bianco dove sono proiettate immagini che prendono vita dai gesti degli interpreti: volti, mani, stalle, strade, campi, vigne, povere stanze dove il ritratto di Giuseppe Di Vittorio, l'uomo che fece della lotta contadina il proprio credo, affianca una grande icona di Cristo. E la terra, quella terra che inghiotte e prosciuga le forze, torna nelle voci, nei racconti, nelle parole dei testimoni di allora. Un paesaggio umano dal quale emergono gli attori, che da narratori si trasformano in dettagli, in elementi che evocano l'emozione di un mondo, ad aprire la porta della riflessione su quello che siamo, sul passato che ci portiamo denso o negato dentro. Lo spettacolo è presentato grazie al sostegno della Cgil di Treviso in occasione del Centenario Cgil. Al termine si terrà un incontro con gli artisti, i rappresentanti della Cgil di Treviso e di Istresco per ricostruire assieme alcune esperienze di lotte operaie e contadine nell'area dell'asolano e del montebellunese. Per informazioni e prenotazioni: tel. 0423/951317 VINO E SINDACATO - segue dalla pagina precedente il sistema bancario italiano; quando ci rendiamo conto che la battaglia della FISAC volta ad ottenere l'applicazione di concetti per noi basilari quali innovazione dei prodotti e dei processi produttivi, di ricerca e di sviluppo di nuovi mercati ha sortito quali unici effetti una crescita dimensionale delle aziende bancarie, che personalmente ritengo abnorme ed ingiustificata, nelle quali lavorano un numero sempre minore di bancari a tempo indeterminato ed un numero spaventosamente crescente di bancari a tempo determinato, precari, promotori finanziari… In questo contesto si è sviluppato un ambiente in cui le banche, abbandonato, come si dice, il loro core business, quello semplice ed elementare di raccogliere il risparmio per finanziare le imprese nella loro attività caratteristica, si sono lanciate in un piratesco progetto che consiste nel vendere servizi spesso inutili quanto dannosi, agli utenti Ed ecco la terza richiesta al gruppo dirigente: farsi parte diligente affinché la Fisac si faccia promotrice di un progetto di risanamento e ricostruzione del sistema bancario italiano che veda le aziende finanziarie nuovamente al fianco dei cittadini, in una serena e corretta valutazione delle loro esigenze. Per ottundere l'amaro che da questo filosofeggiare ci deriva, passiamo al Bianco di Ornella. La scheda tecnica recita così: vino dal colore giallo oro, denso con profumi che ricordano l'uva passa e la frutta candita. Gusto dolce, equilibrato nel corpo, di ottima piacevolezza. E' un vino da meditazione; si abbina a pasticceria secca. Ottimo con il patè di cacciagione e formaggi erborinati. Servire a 8-10° C in piccoli bicchieri di cristallo a gambo lungo. In esso la forza del Verduzzo in vendemmia tardiva, i profumi intensi ed al tempo delicati di Sauvignon e Traminer non possono Mi torna ancora alla mente Domenico Masi: "Tuttora, nei templi laici come nei templi religiosi - banche, centri direzionali, borse la donna può metter piede soprattutto come addetta alle pulizie, come segretaria, come impiegata di medio e basso livello. Così lo spazio sacro dei maschi è salvo ed essi possono occuparlo mattina e sera, anche l'orario contrattuale di lavoro, anche quando non vi sono motivi di urgenza o quando lo straordinario non è retribuito. L'importante è rientrare a casa il più tardi possibile per non "abbassarsi" ad accudire i figli e a sbrigare le faccende domestiche". In quel mondo ignobilmente votato alla vendita ed alla competizione nella vendita che è il mondo bancario di oggi non è facile per le donne essere dirigenti sindacali Fisac o semplicemente iscritte. Vorrei chiudere con un ultimo, caldo invito al quadro dirigente della Fisac di Venezia: lavoriamo, di qui al prossimo congresso, tutti insieme, senza pregiudizi perché chi siederà a questa platea, donna o uomo che sia, venga prescelto dai lavoratori per la sua alta preparazione, per la dedizione ed anche per l'attaccamento a questa organizzazione: alla Fisac che è l'unico sindacato che cresce pur in presenza di una riduzione del numero dei bancari a tempo indeterminato, e della CGIL, l'unico sindacato che riesce a raccogliere cinque milioni di firme ed a portare in piazza tre milioni di persone! Giulio Maria Miglio