east12_Il risveglio del Sol Levante

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east12_Il risveglio del Sol Levante
Dalla lunga stagnazione degli anni ’90 alla svolta nel 2003. Dalle riforme di Koizumi ai primi passi del governo Abe. Dai rapporti con la Cina
e l’India a quelli con l’Europa e l’Italia. Corrado Molteni, docente alla
Il risveglio
del Sol Levante
GIAPPONE
di Maria Elena Viggiano
Statale di Milano e fra i maggiori esperti italiani, racconta in questa intervista esclusiva come sta cambiando la più grande economia asiatica.
Quanto alle ipotizzate relazioni preferenziali con la Cina…
a cartina geografica del Giappone appesa
al muro dietro la scrivania, i libri e i
dizionari giapponesi allineati con ordine
nella libreria. Così si presenta lo studio di
Corrado Molteni, docente alla Statale di
Milano di Cultura del Giappone, direttore
del Centro Interdipartimentale di Ricerche
sull’Asia Contemporanea e Segretario
Generale dell’Aistugia, l’Associazione
Italiana per gli Studi Giapponesi. Un profondo conoscitore del Paese del Sol Levante, di
cui segue costantemente gli sviluppi, soprattutto in campo economico.
L
della seconda metà degli anni ’80 ha provocato guasti tali che ci sono voluti più di dieci
anni per riportare il Paese sul sentiero della
crescita. Per guasti e debolezze strutturali
intendo un sistema bancario fragile, oberato
da una quantità di crediti in sofferenza così
elevata, che praticamente non era più in
grado di svolgere la sua funzione. La crisi del
sistema bancario ha determinato l’andamento dell’economia.
Qual è stato il momento più difficile?
Nel ’98 c’è stata una severa recessione
(-1,8%) e molte istituzioni finanziarie sono
A che punto è l’economia del Giappone? fallite, ma fino al 2002 l’economia giapponeDopo la lunga stagnazione degli anni ’90 se era afflitta da bassa crescita e deflazione.
e dei primi anni di questo secolo, dal 2002
In questi anni le autorità monetarie non
l’economia è in ripresa, e possiamo parlare di sono riuscite a vincere né la battaglia contro
una prolungata e solida ripresa, come testila deflazione né a risolvere i problemi del
moniato dai tassi di crescita elevati, che
sistema bancario.
oscillano intorno al 2,5%.
Dopo una crisi così lunga quando è arriCosa è accaduto in questo lungo periodo?
vata la svolta?
Per capire le ragioni della ripresa è necesIl 2003 è l’anno della svolta. In quell’ansario fare un passo indietro. Bisogna comno la Borsa di Tokyo ha toccato il punto di
prendere le cause della stagnazione degli
minimo, intorno ai 7.000 punti. Un vero e
anni ’90, un punto sul quale è in corso un
proprio crollo se si considera che oggi l’indivivace dibattito tra economisti ed esperti del ce Nikkei è intorno ai 16.500 punti, mentre
Giappone. In sintesi, la bolla speculativa
nel dicembre del 1989, al momento di massi28
GIAPPONE
ma espansione della bolla speculativa, aveva
raggiunto quasi 40.000 punti. Nel 2003 vi
era il timore di una crisi che colpisse l’intero
sistema bancario. Il governo di Koizumi, o
meglio, il ministro Takenaka Heizo, allora
unico ministro non eletto in Parlamento ma
chiamato in qualità di economista, intervenne con grande determinazione. Takenaka
costrinse le banche, molte delle quali si trovavano di fatto in una situazione di insolvenza, a ricapitalizzare, se necessario anche
con iniezioni di fondi pubblici. Dopo l’intervento di Takenaka il bilancio delle banche
ritornò in equilibrio.
Grazia Neri_Manfredo Pinzauti
Per risollevare l’economia giapponese
sono state apportate altre modifiche?
L’intervento risolutivo nei confronti del
sistema bancario è stato accompagnato da
una serie di riforme strutturali, in parte realizzate e altre semplicemente avviate. La politica di riforme strutturali ha caratterizzato i
cinque anni del governo Koizumi, iniziato
nel 2001 e terminato nel settembre 2006.
Quali sono le caratteristiche distintive
del sistema economico giapponese?
Nonostante gli interventi riformatori, il
sistema non è stato totalmente cambiato ma
mantiene caratteristiche peculiari, che hanno
radici storiche e culturali così profonde che
anche un premier riformatore convinto non
può rimuovere completamente.
Nell’economia di mercato giapponese i tratti
distintivi sono l’intervento pubblico, la centralità del sistema bancario, la presenza di
grandi gruppi integrati, un sistema di corporate governance che privilegia il management e i dipendenti.
Per esempio, l’intervento pubblico è molto
più pervasivo rispetto all’economia americana. Non esiste uno Stato imprenditore che
crea e gestisce imprese pubbliche. Ma esiste
uno Stato che ha sempre cercato di svolgere
il ruolo di guida e di indirizzo delle attività
economiche, anche del settore privato. La
burocrazia, più che i politici, hanno svolto
questa funzione. La burocrazia dei grandi
_Corrado Molteni, profondo conoscitore del Paese del Sol
Levante, è docente alla Statale di Milano di Cultura del
Giappone
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IL RISVEGLIO DEL SOL LEVANTE
Per quanto riguarda il terzo elemento
distintivo cioè i grandi gruppi integrati?
I keiretsu, soprattutto in passato, erano
un insieme di imprese unite da una fitta rete
di partecipazioni incrociate che garantivano
sia la non contendibilità delle imprese sia
l’autonomia e l’autoreferenzialità del management. Questo sistema permetteva che non
ci fosse un’azionista di riferimento e, mancando una holding finanziaria nei gruppi
giapponesi – la cui costituzione era proibita
dalla legge “antimonopolio” – mancava
all’interno del gruppo un elemento di guida
strategica. Questo ruolo era affidato in teoria
alle banche, ma le banche hanno rinunciato a
svolgerlo durante gli anni della bolla speculativa. Ne consegue che il management
godeva di una notevole autonomia rispetto
agli azionisti. Anche in questo caso vi sono
stati dei cambiamenti importanti. Oggi la
rete di partecipazioni incrociate è meno rilevante – negli anni della crisi le imprese e le
banche hanno dovuto cedere le azioni per far
quadrare i bilanci – ed è cresciuta la quota
detenuta da fondi e da investitori esteri, che
ovviamente sono più attenti ed esigenti.
E i lavoratori che ruolo hanno in questo
complesso sistema giapponese?
La gestione delle risorse umane era ed è
tuttora basata sul cosiddetto impiego a vita,
garantito però solo a una parte dei dipendenti. In verità in Giappone è sempre esistito un
mercato dualistico del lavoro con una parte
dei dipendenti fortemente tutelata e una
parte completamente priva di garanzie. La
parte meno tutelata sono le donne e i giovani che negli anni ‘90 non sono stati assunti
con un contratto a tempo indeterminato e
sono rimasti fuori dal sistema.
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Quali erano gli obiettivi delle riforme di
Koizumi?
Ridurre il ruolo dello Stato e della burocrazia, deregolamentando e privatizzando.
In particolare Koizumi si è battuto per la
privatizzazione della Posta. Il sistema
postale, che raccoglie una parte cospicua dei
risparmi dei giapponesi, è un ganglo vitale
del sistema e Koizumi ha fatto della privatizzazione delle poste il suo cavallo di batta-
_Il primo ministro giapponese Shinzo Abe con il suo
omologo cinese Wen Jiabao durante la sua visita a Pechino, la prima di un primo ministro giapponese in Cina dopo cinque anni
Grazia Neri_AFP
ministeri è sempre intervenuta, in modo discrezionale e informale, per guidare il settore
privato, per esempio orientando gli investimenti verso settori ritenuti strategici o mantenendo un forte potere di guida e di indirizzo esercitato anche attraverso il sistema bancario. Mentre in un’economia di tipo anglosassone la borsa e i mercati di capitali hanno
un ruolo centrale, in Giappone è il sistema
bancario che svolge la funzione di principale
intermediario finanziario. La situazione sta
gradualmente cambiando, ma ancora oggi la
rilevante presenza della mano pubblica e la
centralità del sistema bancario rimangono.
GIAPPONE
Stato soggetto ovviamente a tutta una serie
di vincoli e controlli da parte del mondo
politico e del Parlamento.
Si era creato dunque un clima favorevole per la ripresa congiunturale?
Le riforme di Koizumi hanno introdotto
più competizione e concorrenza anche
all’interno del sistema bancario e finanziario (mentre in passato era più importante la
stabilità del sistema rispetto alla sua efficienza). Le riforme hanno poi contribuito a
modificare la corporate governance con l’intento di ridurre l’autoreferenzialità e il potere del management. Oggi le imprese possono
scegliere tra modelli di corporate governance
Corbis
glia. Con grande difficoltà è riuscito a far
passare una legge che entrerà in vigore nel
2007, anche se il processo di privatizzazione
sarà completato, se non ci saranno reazioni
di segno contrario, nel 2017. Come dicevo,
in Giappone la Posta cura la distribuzione
della corrispondenza, ma soprattutto amministra i depositi di una parte consistente
delle famiglie giapponesi. Il 30% circa dei
depositi dei giapponesi si trova negli uffici
postali. Privatizzare le poste è un segnale
forte, in quanto le risorse finanziarie del
sistema postale sono poi gestite dalla burocrazia, che le può utilizzare con una notevole autonomia, sicuramente maggiore
rispetto alla gestione del bilancio dello
IL RISVEGLIO DEL SOL LEVANTE
di tipo tradizionale e di tipo anglosassone. La
riforma è stata approvata nel 2002. Tuttavia,
per ora sono poche le aziende che hanno
adottato il nuovo modello.
Kong e Taiwan – è oggi il primo partner
commerciale del Giappone. Abe ha dato un
segnale importante scegliendo Pechino
come destinazione del suo primo viaggio
all’estero. Va notato che è la prima volta
In definitiva quali sono stati i fattori
che accade. In passato il nuovo primo minitrainanti della ripresa?
stro si recava innanzi tutto a Washington.
Oltre alle riforme strutturali, i cui effet- Ovviamente questa scelta è stata molto
ti però si avvertono nel medio-lungo termi- apprezzata dai dirigenti cinesi. Ora dovrebne, hanno contribuito alla ripresa le ristrut- bero seguire comportamenti coerenti. In
turazioni aziendali. In questi anni le impre- particolare Abe dovrebbe sospendere le visise giapponesi hanno ridotto l’eccesso di
te al sacrario di Yasukuni (il santuario
debito, l’eccesso di capacità produttiva e
Shinto dedicato ai caduti, fra i quali 14 cril’eccesso di personale. Un intervento impor- minali di guerra condannati dal Processo di
tante quest’ultimo, ma realizzato rispettan- Tokyo nel 1948, ndr). Spero venga trovata
do l’approccio tradizionale basato sulla gra- una formula che salvi il diritto giapponese a
dualità e la non conflittualità. E oggi, supe- onorare i propri caduti, ma che non urti la
rata la crisi, si ritorna a puntare sugli inve- suscettibilità di chi è stato oggettivamente
stimenti nelle risorse umane e in ricerca e
vittima dell’espansionismo giapponese. Non
sviluppo, i due principi sui cui si fonda la
sarà facile. Abe è infatti un nazionalista
competitività delle grandi, medie e piccole
convinto, ma proprio per le sue credenziali
imprese giapponesi.
può presentare la sua decisione come la
migliore nell’interesse del Paese. Da buon
La riorganizzazione interna è l’unica
conservatore e nazionalista, il primo minicausa della crescita giapponese?
stro cercherà comunque di rivedere la
La domanda estera ovviamente è stata
Costituzione pacifista, al fine di rendere
un fattore fondamentale. Il Giappone ha
costituzionali le forze armate.
avuto e ha la possibilità di sfruttare due
grandi mercati: quello asiatico, in particolaQual è la posizione del Giappone a fronre quello della Cina e ora anche quello
te del boom economico cinese?
indiano sul quale, per inciso, punta molto
Il governo vuole assicurarsi uno sbocco e
l’attuale primo ministro Shinzo Abe, e il
un futuro in Cina, ma al tempo stesso vuole
mercato statunitense che continua ad assor- mantenere forti legami con gli Stati Uniti.
bire un quarto delle esportazioni e una
L’alleanza con gli Stati Uniti non è in disparte significativa degli investimenti giapcussione. Anzi, è stata rafforzata. Tokyo
ponesi all’estero.
vuole dialogare con Pechino, ma avendo le
spalle coperte dall’alleato americano. Può
Con la nomina di Abe quali cambiamenti darsi che un giorno la situazione cambi
possono avvenire?
radicalmente, ma questo giorno è ancora
Abe è stato un fedele alleato di Koizumi lontano. Anche la complessa situazione
– era il suo portavoce – e proviene dalla
della Corea del Nord porta a rafforzare l’asstessa corrente di partito. Quindi ci si può
se tra Washington e Tokyo.
aspettare una continuità nelle politiche economiche. Ma il nuovo premier ha saputo
Una politica estera che tende a mantecogliere intelligentemente l’occasione del
nere saldi rapporti con il resto dell’Asia
passaggio dei poteri per rettificare e correge gli Stati Uniti, ma quali sono le posigere la politica estera che percorreva una
zioni adottate nei confronti dell’Europa?
rotta di possibile collisione con la Cina.
Il Giappone ha in questo momento ottiL’aspetto più discutibile dell’azione del
mi rapporti con l’Europa, non ci sono congoverno Koizumi è stato infatti l’incapacità
di dialogare con un Paese che è di fonda_Il Giappone sta invecchiando rapidamente e il tasso di
mentale importanza per il Giappone. Come
natalità è drammaticamente in calo. Ciò costituisce un
si diceva le imprese giapponesi esportano e
punto di debolezza per l’economia del Paese, che dovrà
investono massicciamente in Cina. La
pensare a come finanziare sistema pensionistico e sanità
Grande Cina – Repubblica popolare, Hong
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Contrasto_Anzenberger
Contrasto
GIAPPONE
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Contrasto_REA
IL RISVEGLIO DEL SOL LEVANTE
Quali sono attualmente i problemi e i
punti di debolezza dell’economia giapponese?
Primo, l’invecchiamento della popolazio34
ne. Da un lato è un aspetto positivo, i giapponesi sono più longevi e le condizioni di salute
in media sono buone, ma il Paese sta invecchiando rapidamente e il tasso di natalità è
drammaticamente calato. Oggi le giovani
coppie si sposano sempre più tardi e hanno
_Uno dei punti discutibili dell’ex governo Koizumi (foto
sopra) è stata l’incapacità di dialogo con la Cina. Abe ha
invertito la rotta, conscio dell’importanza del mercato
asiatico per l’economia giapponese
Corbis
tenziosi commerciali, non ci sono grandi
problemi. Le multinazionali giapponesi, che
operano nei tre mercati principali del pianeta, sono presenti e continuano a esportare
negli Stati Uniti e in Asia, ma continuano a
investire anche in Europa. Anzi l’Europa è
la principale destinazione degli investimenti
diretti giapponesi. Purtroppo l’Italia è stata
trascurata e riceviamo solo una piccola
parte degli investimenti giapponesi. Credo
che si debba fare uno sforzo serio.
Dobbiamo dotarci degli strumenti e di una
politica seria per attrarre le imprese giapponesi nel nostro Paese. Investimenti che
significano posti di lavoro, tecnologie avanzate e risorse finanziarie. C’è la volontà, ma
bisogna tradurla in strumenti e politiche
efficaci. Per esempio, le imprese giapponesi
in Italia lamentano enormi difficoltà semplicemente per avere il permesso di soggiorno per il loro personale. Come possiamo pensare di attrarre investitori se poi
non li facciamo nemmeno entrare in Italia e
non li mettiamo in condizione di operare?
Il governo italiano dovrebbe affrontare e
risolvere questi problemi. Si devono rivedere politiche e procedure assurde che finiscono col penalizzarci, lasciando spazio ai
nostri concorrenti.
GIAPPONE
L’invecchiamento della popolazione è l’unica questione da risolvere?
L’altro problema è il debito pubblico.
Personalmente ho una posizione meno pessimista rispetto ad altri. Penso non sia tanto
un problema di un eccesso di spesa quanto di
un difetto di entrate. È infatti vero che il
Giappone ha la maglia nera del debito pubblico (180 % del Pil), anche se questa percentuale può scendere di molto calcolando il
debito con criteri diversi. Ma l’elevato debito
pubblico è dovuto anche al fatto che il
Giappone ha tenuto la pressione fiscale
molto bassa, a un livello medio pari alla
metà della pressione fiscale dei Paesi europei. L’imposta sul reddito delle persone giuridiche e delle imprese è alta, ma – come
dicevo – nel complesso la pressione fiscale è
molto bassa. Basta pensare che la tassa sui
consumi, cioè l’IVA giapponese, è ancora al
5%. Forse verrà portata al 7% l’anno prossimo e in seguito al 10%, ma rimane comunque bassa per gli standard europei. Come
dicevo, il sistema pensionistico pubblico avrà
problemi in futuro con l’invecchiamento
della popolazione, ma in questo momento ha
addirittura delle riserve cospicue. Certo per
un politico è sempre difficile aumentare le
tasse e riscrivere il contratto sociale comporta costi che molti politici non vogliono pagare. I giapponesi però sono un popolo molto
serio e diligente, che sa sacrificarsi per l’interesse pubblico.
Contrasto_REA
meno figli, uno massimo due. La popolazione
giapponese presto inizierà a ridursi e il
governo giapponese deve pensare a come
finanziare il sistema pensionistico, la sanità
pubblica e garantire i servizi necessari per
una popolazione benestante sì, ma anziana. Il
Giappone deve fare una riflessione profonda.
Molti giapponesi dicono che risolveranno la
questione con l’automazione, attrezzando le
abitazioni e le case di cura per anziani con un
numero sempre più elevato e sempre più
sofisticato di robot e di umanoidi in grado di
interagire con le persone. Ma non sarà una
soluzione facilmente realizzabile. Il problema
dell’invecchiamento è inoltre legato a un
problema di politica estera. Il mercato del
lavoro è molto chiuso e protetto. La classe
dirigente deve trovare delle soluzioni e valutare se non sia il caso di aprire il mercato del
lavoro soprattutto ai Paesi vicini. Per esempio
per molte ragazze filippine sarebbe più conveniente andare in Giappone piuttosto che
venire da noi o spostarsi a Hong Kong, regione con un grave problema di invecchiamento
della popolazione. Il Giappone è un Paese
molto ricco e quindi allettante, ma i giapponesi pongono una serie di ostacoli, per esempio richiedono buone competenze linguistiche; una richiesta giustificata per chi deve
svolgere un lavoro come quello di infermiere
specializzato, ma certamente eccessiva per
lavori più semplici per i quali basterebbero
poche conoscenze di base.