Trattamenti autunnali Meglio dopo la raccolta

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Trattamenti autunnali Meglio dopo la raccolta
Difesa APPUNTI DI STAGIONE
Trattamenti autunnali
Meglio dopo la raccolta
In autunno sono diverse le condizioni che favoriscono lo sviluppo di patogeni fungini
e batterici. Ma è meglio programmare eventuali interventi fitoiatrici dopo il distacco
delle drupe al fine di rispettare i tempi senza oltrepassare la maturazione ottimale
DI
SANDRO NARDI ­ GIULIANO STIMILLI
Assam – Servizio fitosanitario regionale - Ancona
a scelta di una corretta epoca di
raccolta delle olive è pratica agronomica ormai consolidata per la
produzione di oli di qualità. Questo ha
comportato in molti areali di produzione
olivicola un anticipo della data di raccolta
e molitura delle drupe, così da mantenere
il giusto equilibrio tra grado di inolizione
e intensità di polifenoli e componenti aromatici che caratterizzano ogni singola varietà. A fine novembre quindi le operazioni di raccolta sono già concluse nella maggior parte dei comprensori produttivi
italiani.
A fine autunno-inizio inverno è opportuno programmare eventuali interventi fitoiatrici post raccolta, mentre è
in genere preferibile evitare trattamenti
prima della raccolta per la difficoltà di
rispettare gli intervalli di sicurezza dei
prodotti impiegati (tempi di carenza) e
di evitare che la distribuzione di prodotti fitosanitari interferisca con l’epoca
ottimale di raccolta.
Nel periodo autunnale, come noto, si
possono verificare condizioni favorevoli allo sviluppo di patogeni fungini è
batterici, nei confronti dei quali può essere necessario eseguire specifici interventi in campo.
L
Occhio di pavone
I conidi del fungo Spilocaea oleagina
germinano fino a temperature di circa 8
°C e si avvantaggiano della presenza di
condizioni di elevata umidità relativa e
bagnatura fogliare. Le infezioni avvengono mediante penetrazione all’interno
delle foglie di olivo e sviluppo sotto
cuticolare che determina, alcuni mesi
più tardi, la comparsa dei caratteristici
12•OlivoeOlio n. 11-12/2012
Rogna dell’olivo e risposta varietale
Cultivar tolleranti
Cultivar suscettibili
Ascolana dura
Frantoio
Coratina
Moraiolo
Cellina di Nardò
Nocellara del Belice
Dolce Agogia
Ogliarola di Lecce
Leccino
S. Agostino
Maurino
Pendolino
San Felice
Fonte: L. Tosi, A. Zazzerini 2005
sintomi di occhio di pavone (foto 1). In
questa fase, in concomitanza delle operazioni di raccolta, avvengono quindi
due differenti fenomeni: le manifestazioni di malattia causate dalle infezioni
di tarda estate e l’inizio di nuovi processi infettivi il cui esito sarà visibile solo a
primavera.
Per le varietà più suscettibili è opportuno eseguire il test della diagnosi precoce, per poi ripeterlo alla fine dell’inverno. Un campione di 200 foglie prelevate a caso viene immerso in una
soluzione di soda (NaOH) o potassa
(KOH) a caldo per alcuni minuti e successivamente si osserva la comparsa di
macchie scure che indicano la presenza
del patogeno. Se il grado di infezione in
atto nel campo è pari al 30-40% di foglie
con sintomi, si consiglia di valutare
l’esecuzione di uno specifico trattamento; per varietà particolarmente suscettibili la soglia d’intervento scende al 1520%. Gli interventi fitoiatrici si effettuano, mediante irrorazione di sali di
rame sulla vegetazione, solo a raccolta
avvenuta.
5 Foto 1 - Sintomi provocati da infezioni
di occhio di pavone (foto G. Stimilli).
Difesa
5 Foto 2 - Grave attacco di rogna dell’olivo su branca principali. La malattia si manifesta dopo mesi dalla penetrazione (foto G. Stimilli).
Le operazioni di raccolta, in particolare
quelle con scuotitori meccanici, la potatura anticipata, così come eventi meteorologici di particolare intensità, che possono verificarsi negli ultimi mesi dell’anno, causano lesioni e ferite alle
piante di olivo.
Rogna dell’olivo
Se al momento del trauma la temperatura
è superiore a 5 °C e si verificano condizioni di bagnatura della vegetazione, si possono instaurare attacchi di rogna dell’oli-
vo causata dal batterio Pseudomonas
syringae subsp. Savastanoi.
Anche se la presenza del patogeno è
stata osservata durante tutto l’arco dell’anno sulla superficie fogliare, tuttavia
è con l’acqua che si diffondono gli ammassi di cellule batteriche (zooglee) che
fuoriescono dalle fessurazioni di tubercoli maturi. Il processo infettivo ha un
decorso piuttosto lungo e la malattia si
manifesta dopo alcuni mesi dalla penetrazione del batterio nei tessuti vegetali.
Le diverse varietà di olivo, a seconda
5 Foto 3 - Drupa infestata da larva di mosca (foto G. Stimilli).
della suscettibilità alla malattia, evidenziano la presenza di tubercoli su tronco,
rami, rametti, peduncoli e foglie (foto 2)
e l’intensità dell’attacco varia notevolmente in funzione della cultivar (vedi
tab.). L’asportazione dei tubercoli durante le operazioni di potatura riduce
notevolmente il potenziale d’inoculo
presente nell’oliveto. Trattamenti con
prodotti fitosanitari a base di rame (poltiglia bordolese o ossicloruro) sono in
grado di ostacolare la penetrazione del
patogeno attraverso le lesioni, se effet-
5 Foto 4 - Erosioni di drupe e foglie da margaronia (foto S. Nardi).
n. 11-12/2012 OlivoeOlio•13
Difesa
5 Foto 5 - Rametto infestato da larve di moscerino suggiscorza che
crea disseccamenti dall’estate a fine anno (foto G. Stimilli).
tuati dopo la potatura o il verificarsi di
un evento meteorologico traumatico.
Interventi con sali di rame eseguiti a
fine anno hanno efficacia collaterale anche nei confronti delle infezioni tardive
di cercosporiosi, dei funghi agenti di
fumaggine e di marciumi causati da Camarosporium dalmaticum.
La lebbra
Infine, le drupe in prossimità della raccolta possono essere colpite e da Colletotrichum gloeosporioides, agente di
lebbra. Quest’ultima malattia, diffusa
prevalentemente nelle regioni meridionali, si manifesta, a partire da inizio
invaiatura, con tacche depresse di tessuto marcescente e, nei casi più gravi, con
il deperimento delle olive che cadono a
terra. Frequentemente, dopo la raccolta,
si osserva la formazione delle mummie,
olive infette che rimangono sulla pianta
e costituiscono una fonte d’inoculo per
l’anno successivo.
Mosca
Per quanto riguarda i fitofagi, gli interventi autunnali sono principalmente rivolti al contenimento delle infestazioni
di Bactrocera oleae, comunemente detta mosca dell’olivo. Le generazioni di
questo fitofago si susseguono a carico
dei frutti fino a quando le temperature
restano miti. Sono necessari 16-17 °C
nella fase di ovideposizione. Le infesta14•OlivoeOlio n. 11-12/2012
5 Foto 6 - Presenza di rosure nei fori d’ingresso di rodilegno
giallo. Intervenire con la tecnica dell’uncinatura (foto S. Nardi).
zioni tardive non hanno in genere l’intensità e la dannosità di quelle che si
verificano nel mese di settembre e di
ottobre; possono però influire sulla qualità dell’olio (foto 3). In tali situazioni è
consigliabile raccogliere quanto prima
possibile e lavorare tempestivamente il
prodotto evitando così di effettuare interventi con prodotti fitosanitari a ridosso della raccolta. Una sosta anche di
solo 24-48 ore in attesa della molitura
può peggiorare considerevolmente la
qualità dell’olio soprattutto se le drupe
sono ammassate e in condizioni di aerazione non adeguata.
Margaronia
Nei giovani impianti, anche a fine autunno, si possono osservare infestazioni di
margaronia (Palpita unionalis). Gli stadi
larvali del fitofago infestano gli apici vegetativi nutrendosi del parenchima fogliare. In una prima fase le erosioni rispettano l’epidermide superiore della foglia, successivamente si osserva
l’asportazione dell’intero lembo. Le larve
s’imbozzolano in nidi sericei costruiti
con ciò che resta dei germogli infestati
che disseccano. A volte le erosioni hanno
riguardato la polpa delle drupe (foto 4).
L’adulto di margaronia è una farfalla
di medie dimensioni, di colore bianco
che è possibile osservare nelle trappole
innescate con specifico feromone sessuale. Il ciclo biologico si articola in
diverse generazioni che si susseguono
durante la stagione vegetativa dell’olivo
e proseguono anche in inverno nelle zone a clima particolarmente mite. Si possono così determinare da 4-5 a 8-9 generazioni in un anno. L’inverno è affrontato come larva o come crisalide.
Le giovani piante di olivo, con un
elevato numero di germogli compromessi dagli attacchi di margaronia, possono manifestare ritardi nello sviluppo
vegetativo, sia in vivaio sia in campo. Se
la popolazione del fitofago assume dimensioni tali da causare danni evidenti,
è consigliabile irrorare la vegetazione
con prodotti fitosanitari a base di Bacillus thuringiensis var. kurstaki in presenza di giovani larve in piena attività trofica, evitando le giornate più fredde perché le basse temperature rallentano il
loro bioritmo e quindi la loro voracità.
Disseccamenti della vegetazione riscontrabili dall’estate fino a fine anno
possono essere causati dalle larve di Moscerino suggiscorza (Resseliella oleisuga) (foto 5), oppure, se insistono su
branche più grandi, da attacchi di rodilegno giallo (Zeuzera pyrina). L’asportazione con la potatura delle parti disseccate costituisce pratica di rimonda della
vegetazione ed è un utile mezzo ausiliario di lotta. In presenza di rodilegno giallo (foto 6) intervenire con la tecnica
dell’uncinatura, sempre efficace per il
controllo di questa avversità.
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