l`adolescenza - Comune di Campodoro
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l`adolescenza - Comune di Campodoro
Ex scuole Elementari di Bevadoro Giovedì 24 Novembre 2011 ore 21 L’ADOLESCENZA: “Il disagio giovanile interpretato. La droga. Il problema dell’alcool. Tra diagnosi e terapia" Relatore: Prof. Roberto Zonta Il tema di questa sera riguarda il disagio, ma per poter affrontare correttamente questo argomento, che naturalmente preoccupa, occorre che impostiamo due idee su questa età della vita, che è straordinaria; straordinaria nel senso di “fuori dall’ordinario”. Io lavoro spesso con gli adolescenti, anche perché in realtà oggi stanno vivendo situazioni che a volte diventano troppo problematiche, ma io voglio vedere la cosa con assoluto ottimismo: perché le risorse che hanno sono indubbiamente notevoli. Chi fa la mia professione cerca di individuare i momenti della crescita dei nostri bambini che di solito si suddivide in “infanzia” 0/6 anni, a sua volta suddivisa in “ prima infanzia” e “seconda infanzia”. Con la prima infanzia arriviamo all’incirca a 3 anni, dove ci sarà l’aver vissuto in famiglia e l’asilo nido. Arriva poi l’“adolescenza”, intendiamo la fascia 3/7 anni di età. La chiamiamo “età dell’oro” o “fanciullezza”, e portiamo i nostri bambini alla scuola elementare. Si suddivide la “pre-adolescenza” (10/11 anni) e l’“adolescenza” a partire dai 12/13 e finisce a 18 anni; adesso è una situazione delicata dato che si hanno molti disagi. Per comprendere di più il disagio dei giovani bisogna percorrere l’analisi della loro vita prima e dopo, nelle fasi diverse della loro esistenza. E parlo in particolare della realtà sessuale dei nostri ragazzi. Quando parliamo di sesso solitamente intendiamo quella “roba lì!”. Ma la sessualità è un'altra cosa, e si manifesta e matura attraverso tappe e secondo forme diverse; la prima forma di sessualità la troviamo nel primo anno di vita, che è normalmente concentrata nella zona orale. Quindi gli impulsi parziali del bambino si concentrano lì, che poi, è il tempo dell’allattamento, che ha una vera e propria valenza sessuale. Lasceremo mai nella nostra vita la modalità sessuale di tipo orale? E’ impossibile. Ad esempio fumare la sigaretta che valenza ha? E’ un piacere che riporta alla prima forma di sessualità di noi uomini. Mangiare di gusto un piatto di pastasciutta è un atto sessuale di tipo orale. In seguito dal 2/3 anno la sessualità si concentra sulla zona anale, rimanendo comunque presente la modalità orale. Quando il bambino fa le sue “cosette” prova un enorme piacere fisico, dato che le sue feci nel passaggio sollecitano le mucose anali. Poi aggiungiamoci anche la mamma che gli dice, dopo aver fatto le “cosette”, “ma che bravo che sei stato”! Dunque il bambino vive anche questa componente sessuale affettiva. Nemmeno questa funzione viene persa con il tempo. E poi arriva la sessualità genitale come la intendiamo solitamente, e la prima forma di sessualità genitale la troviamo “qua”. La sessualità genitale in questo caso si dice per impulsi parziali, cioè quando il bambino comincia a manifestare curiosità per le cose riguardanti il sesso. E cominciano a fare le domande “drammatiche”: ma io come sono nato? Insomma il bambino, scoperte le zone genitali, comincia a sollecitare queste zone; e le madri vengono da me dicendomi che il loro bambino è perverso! Invece è una cosa assolutamente normale. Quando il bambino e la bambina provano interesse per questi impulsi genitali, allora cominceranno ad innamorarsi. La prima forma di innamoramento, come la si intende normalmente, avviene nell’adolescenza. Ed è il fenomeno che noi chiamiamo “edipo”. Vuol dire che il bambino maschio, scoperto il suo orientamento, si innamorerà di una persona che rispecchierà la mamma. Questa cosa segna un modulo mentale per tutta la vita. Tutti i sogni di questi bambini, analizzati, portano a questo desiderio enorme. Poi, quando. guardano la televisione, guardano esplicitamente segnali che parlano di sesso. E qui abbiamo degli scenari incredibili. Su questo argomento c’è un interesse enorme da parte del bambino. E naturalmente non dimentichiamo che la bambina si innamorerà di una persona che rispecchia il padre. Ad un certo punto questo interesse sessuale durante la fanciullezza sembra sparire; quasi che la natura preparasse il salto. Quando si entra nella preadolescenza questi impulsi si ripresentano, ma in maniera totale questa volta. A che età ci siamo innamorati la prima volta? Attorno ai 13/14 anni! Ad esempio la mia si chiamava Luisa, ed io avevo 13 anni, ed il ricordo che ho è che non ho mai avuto il coraggio di parlarle un attimo. E adesso cercheremo di vedere il motivo. Allora c’è un ritorno dell’Edipo, ma il passaggio non è così semplice, perché quando i nostri bimbi, già segnalano atti secondo l’oggetto d’amore primario, che è o il papà o la mamma a seconda del sesso, e quando si presentano “qua” gli impulsi totali, si innamoreranno di nuovo. Un innamoramento potentissimo, questa volta inconscio, che loro non riescono ad accettare, perché questa volta si tratta di impulsi totali….di conseguenza c’è il pericolo dell’incesto. Quando l’adolescente attacca il proprio genitore verbalmente, la sera quando la discussione è passata, verranno in cerca loro della mamma o il papà, perché hanno bisogno del “rifornimento affettivo”. E noi genitori dobbiamo darglielo questo rifornimento, ma senza esagerare. Ad esempio sedendoci sul ciglio del letto e parlando della giornata appena passata. Ci sono ragazzi (soprattutto maschi) che arrivati “qua” e rendendosi conto che è tempo di “andare“, non ce la fanno; allora attenzione quando il ragazzino comincia a ritirarsi anche fisicamente, quasi a non voler crescere nemmeno…..li vedi sempre pallidi, chiusi in sè stessi e un po’ astemici/depressi. E sono sempre alla ricerca di questo contenitore affettivo che loro desiderano assolutamente, è una regressione che deve essere guardata con attenzione; perché è giusto che loro “vadano” come si dice! Allora cara mamma e papà, quando loro “attaccano” è chiaro che noi continuiamo a fare i genitori e diciamo quello che pensiamo, in senso educativo, ma riflettiamo anche sul fatto che comunque è un atto d’amore, che tradotto in altri termini, vuol dire “sono innamorato di te” ma non posso più averti come quando ero bambino e quindi mi devo staccare. E questo innamoramento comincia a spostarsi con un forte senso di adeguatezza, e questo fatto accentua i loro stati un po’ depressivi. Ricordiamo che quando il bambino torna da scuola e va in camera ad ascoltare musica a tutto volume, è un atto d’amore, dato che la musica gli ricorda il suono del cuore che sentiva quando era nella pancia della mamma. E lasciamo stare la frase “al mio tempo” perché le stesse cose, le facevi anche te caro papà e te cara mamma, naturalmente con sonorità dettate dal tempo. Insomma quella musica diventa una ipercompensazione. Come reagiscono al distacco dall’onnipotente, ma diventando onnipotenti loro. E quando si arriva a questo punto, che è inevitabile, loro sono convinti di sapere tutto e di non sbagliare mai. E pensano che noi genitori siamo antichi. Ma dobbiamo renderci conto che in qualche modo hanno bisogno dell’onnipotenza. Perché senza l’assoluto non possiamo vivere. Questa fase si chiama Narcisismo, cioè il ragazzo si assegna questo ruolo di onnipotenza. Con tutto il delirio di onnipotenza che ne consege, con il rischio dell’alcol e della droga; che l’onnipotenza ti porta a credere che a te non faranno mai male. Noi che sappiamo che in questa età hanno proprio bisogno di essere onnipotenti, non riusciamo a capire che potremo vivere davvero bene questo momento magico se gli daremo valori onnipotenti. Questo è ciò che la natura prescrive per la vita affettiva. Cosa diciamo ai ragazzi di questo potenziale d’amore che hanno dentro; e come deve essere usato? Chiediamoci se la natura spinge nel senso di una curiosità a conoscere da onnipotenti senza limiti. Allora, i nostri ragazzi se si sentono amati daranno il 100% su ogni cosa che faranno, dallo studio allo sport. Ricevendo amore non solo dai genitori, ma anche, ad esempio, dai loro professori. I professori sono molto importanti, dato che devono essere bravi a trasmettere la passione, che è un elemento estremamente importante dell’apprendimento. I nostri ragazzi hanno un estremo bisogno di modelli onnipotenti; parliamo di etica, sempre nel codice del padre; ultimamente si sente più spesso dire “non ci sono più i valori tra i giovani”; ma noi genitori insegniamo questi valori? Perché se non insegnamo loro questi valori, come pretendiamo che li apprendano da soli. Dire ad un ragazzo che in questa società bisogna “farsi furbi”, equivale ad ammazzarlo. I ragazzi hanno bisogno di essere “mitici” perché sono pienamente dentro fino al collo al narcisismo. E loro si confrontano solo con i “miti”. Dunque è compito di noi genitori consegnare loro dei miti giusti, e non premettere che se gli scelgano da soli; dato che è molto facile che incappino in miti sbagliati. Quando si nevrotizza uno solo di questi moduli mentali, che corrisponde a questi progetti naturali, si nevrotizza tutta la personalità. Noi dobbiamo crescere i nostri ragazzi generosi, altruisti, disponibili; pronti naturalmente anche al sacrificio. Allora gli assoluti naturali come amore, cultura, l’etica, la generosità devono essere insegnati, altrimenti la figura onnipotente la cercheranno altrove. Insomma o i valori veri o altrimenti i ragazzi dirotteranno verso gli idoli, cioè i falsi assoluti. Al giorno d’oggi è sempre più diffuso il prendere come riferimento modelli totalmente sbagliati e pensare solo ed esclusivamente al divertimento. Come quando ricevo telefonate da madri che mi dicono che il figlio sedicenne è tornato alle sei della mattina a casa. Questi sono casi comuni, dove i valori sono venuti a mancare. Noi genitori pensiamo che i nostri ragazzi non debbano faticare! care mamme, facciamo fare fatica ai nostri figli, così diventeranno autonomi e impareranno ad usare la propria testa. Così saprà dare alle cose i giusti valori. Ma questo funziona se ci sono modelli; e al giorno d’oggi questi modelli devono essere potenti. Qui allora, torniamo al discorso della coppia vera, in cui si vede l’affetto vero. Vincenzo, prima, al limite della commozione, ha dato un esempio di impegno sociale che automaticamente diventa espressione di vita sana, genuina e giusta da vivere. Insomma, questi modelli devono portare alla scissione in maniera il meno crudele possibile. Oggi vediamo che l’invasione idolatrica, nella vita dei nostri adolescenti, è massiccia; soprattutto nei centri urbani. Lavorare sulle famiglie al giorno d’oggi è indispensabile. Dobbiamo ritrovare uno stile di vita, soprattutto nella famiglia, “giusto”, sia per noi, ma in maggior modo per i nostri figli. Cosa importantissima, bisogna controllare i gruppi che i nostri figli frequentano; perché sono determinanti quanto riguarda il loro comportamento. Il narcisismo primario e secondario, che interessa il soggetto singolo, quando avviene questa scissione, viene trasportato nel gruppo, e il gruppo vive un narcisismo di gruppo; che è meta individuale e va oltre l’individuo. Per cui questo gruppo si comporterà narcisisticamente secondo un delirio di onnipotenza, e sono gruppi che possono durare nel tempo. Vi ricordate anni fa il ragazzo Veronese che ha ucciso i genitori (Pietro Maso) insieme a dei suoi amici! L’ha fatto semplicemente perché il padre non gli dava i soldi. In seguito non ha avuto sensi di colpa. La cosa sconcertante, è che nel periodo che è stato in prigione, riceveva centinaia di lettere da ragazzi che l’avevano eletto a “mito”. Questo per dire del bisogno di onnipotenza che questi ragazzi hanno. I ragazzi devono ricevere messaggi giusti, ma a patto che ricevano il messaggio da persone “mitiche”. Dunque bisogna sollecitare questi “miti” a dire o decantare messaggi giusti ed istruttivi. Ma sfortunatamente il più delle volte non è così, o meglio non avviene. Dobbiamo ritrovare la nostra società educante, con testa e con consapevolezza.