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L'EVENTO/3 La prima volta non si scorda mai
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Giovedì 11 Marzo 2010
L'EVENTO/3
A Sicilia en Primeur oltre ai big anche illustri esordienti:
D’Alessandro, Centopassi e Rocca d’Api. Il racconto del
loro debutto
La prima volta
non si scorda mai
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Sul palcoscenico di Sicilia en Primeur assieme ai big anche illustri esordienti. Neo
iscritte ad Assovini, ma già da tempo facenti parte del comparto vinicolo d’eccellenza,
sono tre le cantine che hanno debuttato in anteprima. Parliamo di D’Alessandro,
Centopassi e Rocca d’Api. Alcune giovanissime, altre veterane della scena. Dall’Etna ad
Agrigento passando per l’areale di Palermo, la loro performance ha presentato un
panorama che gode di ottima salute, dal punto di vista della qualità e degli investimenti.
Ciascuna ha dato un assaggio di filosofie diverse però tutte rigorosamente orientate alla
valorizzazione del terroir. C’è quella della cantina D’Alessandro che, in controtendenza
e con coraggio imprenditoriale in soli tre anni dalla sua nascita, ha consolidato un suo
mercato estero prima ancora di avere la cantina. Una visione moderna, focalizzata
esclusivamente sull’identificazione territoriale. “Se il vino ha dietro un progetto di qualità
e di territorio allora è vincente. È questo il connubio che traina”, sostiene Giacomo
d’Alessandro, titolare dell’azienda. “Il territorio è inscindibile dalla produzione. Ciò che
rende grande un’azienda è l’appartenenza al territorio, perché le consente di essere
riconosciuta, distinguibile, diversa rispetto a quelle provenienti da altri territori”. E
l’estero sembrerebbe pronto ad accogliere il territorio come brand, secondo quanto
evidenziano i numeri che ha fatto fino ad ora l’azienda, su 75.000 bottiglie il 40%
destinato ai paesi d’oltralpe. Alla manifestazione in anteprima la cantina ha presentato il
Nero d’Avola e l’Inzolia, entrambi Igt in purezza, esclusivamente da uve raccolte a
mano. Sul territorio punta anche la cooperativa Centopassi che coltiva su territori
confiscati alla mafia. I vini presentati alla manifestazione sono stati i primi in assoluto
fatti in cantina: i bland Grillo–Chardonnay ed il Nero d’Avola-Syrah. L’azienda, nata nel
2005, possiede sei ettari sparsi in un raggio di 60 km nella zona dell’alto Belice
Corleonese. “Produciamo in biologico, ci siamo voluti preparare bene per potere essere
presenti qui assieme ai grandi del vino ed incontrare le aspettative dei giornalisti”, dice
Francesco Galante, responsabile alla comunicazione. “Abbiamo fatto interventi, studiato
le caratteristiche del terreno e reimpiantato vigneti – dice -. Per noi il territorio è il valore
assoluto, il biologico e la natura sono il nostro presupposto. Fare vini che siano
espressione del territorio ci permette di stare nel mercato”. Un’azienda decisa a fare
impresa. “Non vogliamo essere un’azienda da sostenere. Il valore sociale è relativo per
gli obiettivi che ci prefiggiamo”, afferma Galante. Chi da sempre ha fatto del territorio il
proprio marchio è la cantina Etna Rocca d’Api. La sua storia inizia nel 1958. “Mi fa
piacere essere entrato a far parte di Assovini. Sicilia en Primeur è una vetrina
importante”, dice Salvatore Castorina. L’azienda produce in biologico l’etna doc rosso e
bianco e vanta la consulenza dell’enologo Giorgio Grai. All’estero ha trovato il suo
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mercato, tanto da esportare il 70% della produzione. Un successo dovuto alla forte
caratterizzazione e unicità del territorio vulcanico, come spiega il responsabile per
l’estero Mario Stancanelli: “Proprio perché particolari, complessi, questi vini sono
facilmente apprezzati negli altri paesi. Hanno un’identità talmente forte che non può
esser confusa”. In anteprima hanno presentato Le Moire Rosso e Bianco ’09. “Non
potevo non essere che d’accordo con questa modalità di degustazione alla cieca
proposta da Assovini, perché consente di stimolare la fantasia per interpretare il
territorio – dice Castorina - Ho notato anche che c’è molta attenzione e curiosità”.
Manuela Laiacona
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