Interrogative indirette

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Interrogative indirette
PROPOSIZIONI INTERROGATIVE INDIRETTE
A
Interrogative indirette semplici
INTRODUTTORI: avverbi, pronomi e aggettivi interrogativi: gli
stessi che introducono le proposizioni
interrogative dirette (vedi scheda
apposita);
particelle: num, -ne = se
nonne = se non
an = se non (dopo espressioni di
dubbio)
an non = se (dopo espressioni di
dubbio).
MODO DEL VERBO: congiuntivo secondo le norme della consecutio
temporum.
Sono proposizioni subordinate completive che esprimono una domanda in
forma indiretta; pertanto non hanno il punto interrogativo.
Esse si possono riconoscere da tre fattori fondamentali:
1) hanno il verbo al congiuntivo rigorosamente regolato sulle norme
della consecutio temporum con la sola eccezione dell'imperfetto
dubitativo e potenziale (che non potrebbero altrimenti essere
riconosciuti);
2) dipendono da espressioni che implicano una domanda, un dubbio,
una curiosità etc.., e che possono essere costituite da verbi (dico, non
dico, nescio, scio, interrogo, quaero, dubito, cogito, etc..), da
sostantivi (cogitatio, quaestio, dubium, etc..), da aggettivi (dubius,
incertus, nescius, etc..);
3) sono introdotte da avverbi, pronomi, aggettivi o particelle
interrogativi.
Es.: dic mihi quid acturus sis = dimmi che cosa farai.
Es.: Epaminondas quaesivit num salvus esset clipeus = Epaminonda chiese
lo scudo fosse salvo.
Es.: harum sententiarum quae sit veri simillima magna quaestio est =
grande è la discussione (su) quale di queste opinioni sia la più simile
al vero.
Es.: diu incertus fuit quonam modo aciem instrueret = rimase a lungo
incerto su come schierare l'esercito.
B
Interrogative indirette disgiuntive
Sono costituite da due o più membri così introdotti:
primo membro:
secondo membro (e tutti gli altri membri):
utrum
-ne (-n)
-ne (-n)
an
an
an
-ne
-ne
Se il secondo membro è costituito semplicemente da "o no" lo si esprime
con necne.
Es.: utrum sit aureum poculum an crystallinum, nihil refert = nulla importa
se la tazza sia d'oro o di cristallo.
Es.: nox incertos victi victoresne essent diremit = la notte li separò, incerti
se fossero vinti o vincitori.
Es.: dic mihi isne sit quem quaero, necne = dimmi se egli sia o no colui che
cerco.
CONSIGLI PRATICI DI TRADUZIONE:
Come puoi facilmente dedurre dagli esempi riportati, le proposizioni
interrogative indirette mantengono anche in italiano il congiuntivo
esattamente come in latino (eccetto pochi casi, generalmente in
dipendenza da imperativi, dopo i quali si usa l'indicativo dello stesso
tempo: es.: dic mihi quid ei dixeris = dimmi che cosa gli hai detto).
Dovrai però fare attenzione a quei casi in cui le due lingue non
coincidono, e cioè:
1) quando nell'interrogativa indiretta l'azione è posteriore a quella della
reggente: in latino si trovano le forme perifrastiche -urus sim, -urus
essem; in italiano invece si usano l'indicativo futuro o il condizionale
passato a seconda del tempo della reggente.
Es.: ex te quaero quid acturus sis = ti chiedo che cosa farai;
ex te quaerebam quid acturus esses = ti chiedevo che cosa avresti
fatto;
2) quando nell'interrogativa indiretta disgiuntiva latina manca
l'introduttore nel primo membro: in latino si sottintende, ma in
italiano bisogna sempre esprimerlo con "se";
3) quando nell'interrogativa indiretta latina si trova un congiuntivo
imperfetto in dipendenza da un presente: si tratta in tal caso di un
congiuntivo dubitativo o potenziale del passato, che in italiano si
traduce con il condizionale passato.
Es.: ex te quaero quid facerem = ti chiedo che cosa avrei dovuto fare
(congiuntivo dubitativo).
N.B.:
Da espressioni di dubbio o di incertezza (nescio, dubito, dubium est, haud
scio, incertum est, etc..) dipendono anche le proposizioni interrogative
indirette dubitative.
Esse sono introdotte dalle particelle:
an = se non (quando si suppone una risposta probabilmente
affermativa = "forse sì");
an non = se (quando si suppone una risposta probabilmente negativa =
"forse no");
-ne, num (quando il dubbio è totale).
Es.: dubito an hoc verum sit = sono in dubbio se ciò non sia vero (= forse è
vero);
Es.: dubito an non hoc verum sit = sono in dubbio se ciò sia vero (= forse
non è vero);
Es.: dubito num hoc verum sit = sono in dubbio se ciò sia vero (= non lo so
proprio).