documento

Transcript

documento
Giovedi della seconda settimana
Al Mattutino
Dopo la prima sticologia kathìsmata apostolikà e theotokìon del tono della settimana. Dopo la seconda sticologia quanto segue.
C
Tono 3. Attonito di fronte alla bellezza.
risto, la vite, vi produsse come grappoli stupendi stillanti sulla terra mosto salvifico, o apostoli teofori; vi prego dunque di liberarmi
dall’ebbrezza dei piaceri, donando alla mia anima
rivi di compunzione nel divino giorno del digiuno,
affinchè sia salvato e ottenga la vita.
Theotokìon, stessa melodia.
Richiamando alla mente la smisurata ricchezza
della tua compassione e l’invincibile forza del tuo
potere, sono accorso sotto la tua protezione. Stretto
dalla tribolazione, paurosamente smarrito, dal profondo del cuore esclamo tra le lacrime: Vergine Madre di Dio, aiutami, o sola protezione del mondo.
Dopo la terza sticologìa, kathìsmata. Dello Studita.
Tono pl. 2. Signore, stava presso la tua tomba.
S
ignore, siici propizio in questo tempo divino e
concedici di far di continuo sgorgare per te lacrime dal cuore per lavare le brutture dell’anima e far
fiorire le sante virtù, affinchè, così digiunando ti riusciamo graditi com’è degno; e concedici di vedere
tutti la tua venerabilissima passione, per le preghiere dei tuoi apostoli, salvatori del mondo: gloria a te.
Theotokìon. Stesso tono.
Aprici la porta della compassione.
Riversa copiosamente in noi, o pura, la fonte della compassione, o pura e venerabile Vergine Madre,
1
Genitrice di Dio e donaci la remissione delle colpe:
tu sei infatti nostra avvocata e nostro divino rifugio.
Il canone dai minei e questi dal triodion nel loro
ordine. Recitiamo anche l’ode quarta.
E
Triodion. Poema di Giuseppe.
Ode 4. Tono 3. Forse contro i fiumi.
stinguendo l’ebbrezza dei piaceri nocivi
all’anima, beviamo col digiuno la bevanda della
compunzione.
Digiuna, anima dal cibo dell’incontinenza, deliziati dei beni della contemplazione per ottenere la
mensa celeste.
Carboni ardenti del fuoco immateriale, bruciate la
materia delle mie passioni, o divini apostoli del Salvatore.
Theotokìon. Tu che prestasti la carne a Cristo, pura
Vergine Genitrice di Dio, uccidi le passioni della
mia carne.
Un altro. Poema di Teodoro.
Tono pl. 2. Ha udito il profeta
dodici apostoli, Pietro, Paolo, Giacomo e Giovanni, Andrea, Bartolomeo, Filippo, Tommaso,
Matteo e Taddeo, con Simone e Giuda, fate suppliche a Cristo per la nostra salvezza.
Calate prodigiosamente nel mare della vita le reti
delle dottrine, misticamente catturaste le genti, oltre
ai centocinquantatre pesci di un tempo, per presentarle, o santi apostoli, al Signore.
Gloria.
Figlio e Spirito dal Padre, come dal sole luce e raggio glorifico: l’uno per generazione, perciò generato,
l’altro per processione, perciò procedente: Trinità divina senza principio, adorata da ogni creatura.
O
2
E ora. Theotokìon.
Vergine che partorisce un bambino e conserva la
castità, tale o venerabile, apparisti generando il Dio e
uomo, unica persona nelle due nature; il tuo prodigio, Vergine Madre, stupisce ogni udito e pensiero.
Gloria a te, Dio nostro, gloria a te.
Voi siete luce del mondo, come vi disse Cristo,
per lo splendore della verbo; pregate dunque, o apostoli, perché giungiamo con animo grande al termine dello stadio della continenza e adoriamo la sua
risurrezione.
Irmòs. Ha udito il profeta della tua venuta, o Signore e ha avuto timore, ha udito che nascerai dalla
Vergine e ti mostrerai agli uomini e diceva: Ho udito il tuo annunzio e ho avuto timore; gloria alla tua
potenza.
Ode 8. Colui che nella fiamma.
cciso da molti peccati, trascino in questa esistenza un’anima morta; perciò abbiate compassione di me con le vostre preghiere vivificanti, o
divini veggenti, discepoli del Salvatore.
Accerchiato dalla foschia del peccato, mi sono
davvero avvinato all’ade; perciò illuminatemi col
sole della gloria, voi, che siete mistici raggi, o divini
veggenti.
Contieniti e salvati dalle passioni, misera anima;
l’astinenza dai cibi, infatti, non è digiuno gradito per
quanti supplicano rettamente, se non c’è correzione
degli errori.
Theotokìon. Roveto arso dal fuoco ti previde Mosè,
Madre di Dio Vergine; spegni dunque le fornaci delle
passioni, strappaci dal fuoco della geenna e salvaci.
U
3
C
Un altro irmòs. Colui che gli eserciti dei cieli.
ome da Giacobbe le dodici tribù, così da te, o
Cristo, i dodici apostoli apparvero nel mondo:
grazie ad essi ogni fedele è stato rigenerato con il
verbo per inneggiare a te nei secoli.
Sommergendo misticamente i carri del faraone
spirituale come nel Mar Rosso, guidaste, o apostoli,
alla terra della divina conoscenza il popolo di Dio
inneggiante nei secoli.
Benediciamo il Padre, il Figlio e lo Spirito santo.
Venero un unico Dio secondo l’essenza, celebro
distintamente tre ipòstasi, distinte, ma non d’altra
natura, perché unica è la Divinità e nei tre è il potere: Padre, Figlio e Spirito divino.
E ora. Theotokìon.
Procedendo dal tuo grembo luminoso, come sposo dal talamo, Cristo rifulse, grande luce per quanti
sono nella tenebra; sfolgorando infatti come sole di
giustizia, illuminò il mondo, o pura.
Gloria a te, Dio nostro, gloria a te.
Iniziati di Cristo e partecipi del suo trono, che
sempre fervidamente pregate per noi peccatori, anche ora supplicatelo per noi, affinchè trascorriamo
con purezza l’intero digiuno.
Lodiamo, benediciamo e adoriamo il Signore.
Irmòs. Colui che gli eserciti dei cieli glorificano, di
fronte al quale tremano i cherubini e i serafini, lui
celebri tutto ciò che respira e ogni creatura, lui benedica e sovresalti per tutti i secoli.
D
Ode 9. Sul monte Sinai.
ivenuti fiumi, o apostoli, della fonte intellettuale e sgorgando la acqua viva con cuore pu4
ro, i rivi del mio peccato prosciugate con le vostre
preghiere e guidatemi sulle vie della salvezza.
La tempesta del peccato flagella la mia povera anima: mettimi alla tua destra come Pietro, o nocchiero, non mi copra l’abisso dell’ignoranza,; che
non diventi cibo per il mostro che rovina le anime, o
Cristo misericordiosissimo.
Il coro degli apostoli ti implora, Gesù re
dell’universo, ti supplicano le schiere degli angeli
per la moltitudine delle tue compassioni, concedi al
tuo popolo liberazione dai mali, correzione di vita e
familiarità col tuo regno.
Theotokìon. Verginità e parto stavano insieme, sopra natura, in te, o arca della venerabile santificazione, Vergine Madre pura; perciò con fede a te grido: santificami tutto, liberami tutto da ogni energia
di passioni che mi tribolano.
Un altro irmòs. Di una concezione senza seme.
N
el mondo come esseri senza carne e nella carne
come angeli, portando in cuore il Verbo soltanto, attiraste le genti all’unica fede di Cristo, dimostrando stolti sapienti e retori con la vostra scienza, o apostoli beatissimi.
O Pietro, pietra e fondamento della fede, Paolo,
araldo e maestro delle genti e voi, figli di Zebedeo,
con gli altri otto, pregate con fervore Cristo perché
possiamo terminare con forza il periodo del digiuno.
Gloria.
Unico Padre dell’unico Figlio Unigenito e unica
luce, riflesso dell’unica luce e tu che unicamente sei
l’unico santo Spirito dell’unico Dio, essendo veramente Signore dal Signore, Triade, santa Monade,
salva me, che la tua divinità proclamo.
5
E ora. Theotokìon.
Il prodigio del tuo parto mi sbalordisce, o purissima: e come dunque concepisci e senza seme,
l’inafferrabile? Dimmi, come resti vergine dopo aver
quale madre generato? Accogliendo con fede ciò che
è oltre natura, adora ciò che è stato generato: poiché
egli può quanto vuole.
Gloria a te, Dio nostro, gloria a te.
Uscendo per la potenza dello Spirito contro re e
capi, senza lasciarvi spaventare da nulla, né da fuoco né da spada, sbaragliaste ogni inganno e salvate
gli uomini, perché siete condottieri del Signore, o
apostoli beatissimi.
Irmòs. Di una concezione senza seme, incomprensibile il parto, di una madre senza sposo, senza corruzione la gravidanza: la nascita di Dio, infatti, rinnova le nature; per questo, da tutte le generazioni,
come Madre sposa di Dio, noi con retta fede ti magnifichiamo.
Fotagoghikòn del tono.
Agli apòstica delle lodi
il seguente idiòmelon 2 volte. Tono pl. 4
L’
agone del digiuno è occasione di penitenza e
ci procura l’eterna vita se apriamo le mani alla
beneficenza: nulla infatti salva l’anima quanto il dare a chi ha bisogno; l’elemosina congiunta al digiuno
libera l’uomo dalla morte. Abbracciamo dunque
questa virtù che non ha pari perché basta a salvare
le nostre anime (2).
Martyrikòn. Indossata valorosamente la corazza
della fede e armandovi del segno della croce, vi rivelaste vigorosi guerrieri, coraggiosamente avete resistito ai tiranni e calpestato al suolo l’inganno del
6
diavolo; vincitori, avete ottenuto le corone: pregate
sempre per noi, per la salvezza delle nostre anime.
Gloria. E ora. Theotokìon. Stesso tono.
Accorro sotto la tua protezione, Vergine santa,
Madre di Dio: so che otterrò la salvezza, perché, o
pura, tu puoi aiutarmi.
A Terza-Sesta
R
Tropario della profezia. Tono 1.
ialzaci, Signore, dalla caduta; ci siamo allontanati da te, facci tornare, nel tuo amore per
l’uomo, o Dio, tu che mantieni i confini della terra.
Prokìmenon. Tono pl. 2.
Ho cercato il Signore e mi ha esaudito.
Stico. Benedirò il Signore in ogni tempo.
Lettura della profezia di Isaia (6, 1-12)
anno della morte del re Ozia, vidi il Signore
assise su un trono eccelso ed elevato e la casa
era piena della sua gloria. Intorno a lui stavano serafini con sei ali ciascuno: con due si coprivano il volto, con due si coprivano i piedi e con due volavano.
E gridavano l’uno all’altro dicendo: Santo, santo,
santo, il Signore sabaoth, piena è tutta la terra della
sua gloria. E si sollevò l’architrave della porta per la
voce del loro grido e la casa si riempì di fumo. E io
dissi: Me infelice! Sono preso da compunzione perché io che sono uomo, che ho labbra impure e vivo
in mezzo a un popolo dalle labbra impure, ho visto
con i miei occhi il Re, il Signore sabaoth. E fu mandato a me uno dei serafini con in mano un carbone
ardente che aveva preso con le molle dall’altare.
Toccò la mia bocca e disse: Ecco, questo ha toccato le
tue labbra, toglierà le tue iniquità e ti purificherà dai
L’
7
tuoi peccati. E udii la voce del Signore che diceva:
Chi manderò? E chi andrà a questo popolo? E io dissi: Eccomi, manda me. E disse: Va’ e di’ a questo
popolo: Con le orecchie udrete e non comprenderete, guarderete, ma non vedrete. Perché il cuore
di questo popolo si è appesantito e a fatica hanno
udito con le orecchie e hanno chiuso gli occhi per
non vedere con gli occhi e non udire con le orecchie
e col cuore comprendere, per convertirsi, in modo
che io li guarisca. E dissi: Fino a quando, Signore?
Rispose: Finché le città siano rese deserte, perché
non vi saranno abitanti e le case, perché non vi saranno uomini e la terra sia lasciata deserta. Dopo ciò
Dio allontanerà gli uomini e si moltiplicheranno
quelli che saranno stati lasciati sulla terra.
Prokìmenon. Tono pl. 2.
Risvegliati, Signore e attendi al mio giudizio.
Stico. Giudica, Signore quelli che mi fanno ingiustizia, combatti quelli che mi combattono.
Giovedi della seconda settimana
Al Vespro
Dopo la solita sticologia. Al Signore, a te ho gridato
sostiamo allo stico 6 e cantiamo questi 3 prosòmia dal
triodion e 3 dal mineo.
Stichirà prosòmia. Poema di Giuseppe.
Tono 4. Hai dato come segno.
ol fianco trafitto e appeso all’albero della croce,
sgorgasti la vita per me ucciso dal frutto
dell’albero, che avevo mangiato per la malizia del serpente. Io dunque ti glorifico, o Cristo e imploro la tua
compassione: Fa’ che possa adorare la tua passione e
C
8
la tua risurrezione, dopo aver compiuto con compunzione la corsa del digiuno.
Cacciasti dal paradiso il primo uomo creato, che
dall’albero raccolse dolore; ma, confitto come uomo
al legno della croce, o Salvatore, di nuovo ve lo introducesti, perciò a te grido: O Redentore, liberami
dai miei dolori, purificandomi col digiuno, col pentimento e le lacrime, o Gesù più che buono, Salvatore delle nostre anime.
Un altro. Poema di Teodoro.
Tono pl. 1. Signore, al tempo del profeta Mosè.
Signore, noi celebriamo la tua croce vivificante: essa
fiorì la vita nel mondo, uccidendo la morte e noi ora te
la presentiamo a intercedere per noi: rafforza in questi
giorni santi noi che digiuniamo, donaci il vigore contro le passioni e il trofeo della pace, per l’abbondanza
della tua misericordia, o amico degli uomini.
E 3 dal mineo.
Gloria. E ora. Theotokìon.
Prokìmenon. della sera. Tono 4.
Signore, nel cielo è la tua misericordia
Stico. La tua giustizia come i monti di Dio.
Lettura del libro della Genesi (5,1-24).
è il libro della genesi degli uomini, nel
Q uesto
giorno in cui Dio fece Adamo; a immagine di
Dio lo fece: maschio e femmina li fece, li benedisse e
li chiamò Adamo, il giorno in cui li fece. Adamo visse
duecentotrenta anni e generò un figlio secondo la sua
figura e la sua immagine e lo chiamò Set. I giorni che
Adamo visse dopo aver generato Set furono settecento anni e generò figli e figlie. E tutti i giorni della vita
di Adamo furono novecentotrenta anni, poi morì. Set
9
visse duecentocinque anni, poi generò Enos. Dopo
aver generato Enos, Set visse settecentosette anni e
generò figli e figlie. E tutti i giorni della vita di Set furono novecentododici anni, poi morì. Enos visse centonovant’anni, poi generò Cainan. Dopo aver generato Cainan, Enos visse settecen-toquindici anni e generò figli e figlie. Tutti i giorni della vita di Enos furono novecentocinque anni, poi morì. Cainan visse
centosettant’anni, poi generò Maleleil. Dopo aver generato Maleleil, Cainan visse settecentoquaranta anni
e generò figli e figlie. Tutti i giorni della vita di Cainan furono novecentodieci, poi morì. Maleleil visse
centosessantacinque anni, poi generò Iared. Dopo
aver generato Iared, Maleleil visse settecentotrenta
anni e generò figli e figlie. Tutti i giorni della vita di
Malaleil furono ottocen-tonovantacinque, poi morì.
Iared visse centosessantadue anni, poi generò Enoch.
Dopo aver generato Enoch, Iared visse ottocento anni
e generò figli e figlie. Tutti i giorni della vita di Iared
furono novecentosessantadue anni, poi morì. Enoch
visse centosessantacinque anni, poi generò Matusala.
Enoch visse gradito a Dio, dopo aver generato Matusala, per duecento anni e generò figli e figlie. Tutti i
giorni della vita di Enoch furono trecentosessantacinque. Ed Enoch fu gradito a Dio e non lo si trovò
più perché Dio lo aveva portato via.
Prokìmenon. Tono pl. 2.
Sopporta e attendi il Signore, custodisci la sua via.
Stico. Non emulare i malvagi.
Lettura del libro dei Proverbi (6,3-20).
a’, o figlio, ciò che ti comando e ti salverai: perché a causa del tuo amico sei finito nelle mani di
malvagi. Non venir meno, ma stimola anche l’amico
F
10
per il quale ti sei fatto garante. Non dare sonno ai
tuoi occhi né riposo alle tue palpebre, per salvarti
come gazzella dai lacci e come uccello dalla trappola. Vai dalla formica, o pigro e imitala, vedendo le
sue vie e diventa più saggio di lei. Essa infatti non
ha campi, né alcuno che la costringa e neppure è sotto padrone, eppure d’estate si prepara il cibo e alla
mietitura fa grandi provviste. Oppure vai dall’ape e
vedi quanto è laboriosa e che eccellente lavoro essa
fa: delle sue fatiche si giovano re e popolani per la
salute; essa, è desiderata e onorata da tutti; benché
sia debole di forze, ha progredito per aver onorato
la sapienza. Fino a quando, o pigro, te ne starai
sdraiato? Quando ti alzerai dal sonno? Un po’ dormi, un po’ ti siedi, un po’ sonnecchi, un po’ stai con
le mani incrociate sul petto e poi, come malvagio
viandante, viene a te la povertà e l’indigenza come
veloce corriere. Ma se sei laborioso, la tua messe
verrà come una sorgente e l’indigenza si ritirerà come un corriere da poco. Un uomo stolto e iniquo
andrà per strade non buone; egli ammicca con gli
occhi, fa segni col piede, darà indicazioni con cenni
delle dita: da un cuore pervertito nasce il male; chi è
tale solleva continuamente agitazioni nella città.
Perciò la sua rovina arriva improvvisa, recisione e
distruzione senza rimedio, perché costui gode di
tutto ciò che il Signore odia: sarà distrutto per
l’impurità dell’anima. Occhio da insolente, lingua
ingiusta, mani che versano il sangue del giusto, cuore che architetta piani malvagi e piedi che si affrettano a compiere il male! Il testimone ingiusto accende falsità ed emette giudizi in mezzo ai fratelli! Figlio, custodisci le leggi di tuo padre e non rifiutare i
precetti di tua madre.
11
P
Agli apòstica questo idiòmelon 2 volte. Tono pl. 1.
er non aver digiunato, secondo il comando del
Creatore, dall’albero della conoscenza, i primi
creati raccolsero la morte che viene dalla disubbidienza e furono estraniati dall’albero della vita e
dal paradiso di delizie. Digiuniamo dunque, o fedeli, dai cibi corruttibili e dalle passioni distruttrici,
per cogliere la vita dalla croce divina e tornare, col
buon ladrone, all’antica patria, ricevendo da Cristo
Dio la grande misericordia (2).
Martyrikòn. Disprezzata ogni cosa terrena e affrontati con coraggio i tormenti, non mancaste le beate speranze, ma ereditaste il regno dei cicli, o martiri illustrissimi; poiché dunque avete confidenza col
Dio amico degli uomini, chiedete per il mondo la
pace e per le nostre anime la grande misericordia.
Gloria. E ora. Stavrotheotokìon.
Stesso tono. Salve, tu che sei veramente.
Vedendo l’agnella il proprio agnello affrettarsi
verso il macello, prontamente lo seguiva gridando:
Dove vai, Figlio mio dolcissimo? Per chi, o Cristo,
fai risoluto, o paziente, questa veloce corsa, o Gesù
desideratissimo, senza peccato, o misericordiosissimo Signore? Dona una parola alla tua serva, Figlio
mio amatissimo: non trascurarmi, o compassionevole, tacendo con me che ti ho partorito, o Dio compassionevolissimo, che doni al mondo la grande misericordia.
12