Particolarità nell`utilizzo di TLV per il quarzo nella lavorazione del
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Particolarità nell`utilizzo di TLV per il quarzo nella lavorazione del
PARTICOLARITÀ NELL’ UTILIZZO DI TLV PER IL QUARZO NELLA LAVORAZIONE DEL PORFIDO Azelio De Santa1, Riccardo Radam2, Angelo Berri3, Antonio Massola3 (1) (2) (3) Progetto Salute S.r.l. - Trento Libero Professionista - Trento Fondazione “S.Maugeri” - Pavia L’estrazione e la successiva lavorazione del porfido, praticate nella Provincia di Trento già da alcuni decenni, costituiscono la principale attività produttiva della valle di Cembra e danno occupazione (diretta o indotta) a circa 2000 lavoratori. La cernita e sfaldatura del materiale è eseguita sotto tettoie aperte ai lati in prossimità della zona di estrazione, con il solo ausilio di utensili manuali (martello e mazza). Il materiale selezionato viene quindi trasportato altrove e sottoposto a spaccatura con trance idrauliche per la produzione di cubetti, piastrelle, cordoli, ecc.. Una quota minoritaria del materiale è destinata al taglio (a lama rotante). La silice cristallina (quarzo) è presente nel porfido in percentuali variabili dal 5 al 30 % e si libera piuttosto facilmente nel corso delle lavorazioni di spacco manuale e meccanico. Negli anni che vanno dal 1995 al 1999, circa 1500 lavoratori del settore sono stati sottoposti ad indagine per la valutazione dei livelli di esposizione a polveri e quarzo con campionamenti di tipo personale della frazione respirabile. Lo scopo dell’indagine è stato quello di valutare il rischio professionale di contrarre patologie respiratorie legate all’inalazione di polveri e quarzo. Non è stato volutamente preso in considerazione il rischio cancerogeno che recentemente è stato attribuito dalla IARC alla silice cristallina. La distribuzione dei valori di esposizione a quarzo è di tipo Log-Normale (cfr. figura 1), con media aritmetica 0,080 mg/mc e media geometrica 0,060 mg/mc. Il 24% circa dei valori (cfr. tabella 1) supera il limite TLV-TWA fissato dall’ACGIH (1986) pari a 0,1 mg/mc. In considerazione del fatto che la silicosi è caratterizzata da un lungo “periodo di latenza”, assume particolare rilevanza l’osservazione che l’organizzazione produttiva e le modalità operative attuali non si discostano in modo significativo da quelle degli ultimi 20 - 25 anni. Non è possibile il confronto fra i livelli di esposizione attuali e quelli di allora, ma è molto probabile che l’esposizione a quarzo si sia ridotta, tra l’altro, per la diffusione dei sistemi di bagnatura del materiale e dei piazzali, per l’asfaltatura di questi ultimi, per il progressivo potenziamento degli impianti di aspirazione delle polveri e per il risultato dell’opera di informazione e formazione sui rischi per la salute sia nei confronti dei lavoratori sia dei datori di lavoro. Nonostante che una quota non trascurabile di lavoratori abbia (verosimilmente già da alcuni decenni) un’esposizione a quarzo superiore al TLV-TWA proposto da ACGIH, abbiamo assistito all’azzeramento dei nuovi casi di silicosi fra i lavoratori negli ultimi dieci anni. Non è stato possibile avere in tempo utile informazioni “ufficiali” dettagliate da parte dell’INAIL sui casi di silicosi in ex lavoratori del settore, ma sappiamo che il loro numero ha subito una fortissima riduzione (93 casi indennizzati nel decennio 1980-89 contro i 14 nel decennio 1990-99) e che i soli due casi indennizzati dall’Istituto negli ultimi due anni (199899) in Provincia di Trento sono costituiti da lavoratori del porfido che tuttavia avevano cessato l’esposizione ben prima degli anni ’80. E’ verosimile ritenere che molti, se non tutti i casi indennizzati nell’ultimo decennio abbiano subito esposizioni a quarzo molto superiori a quelle attuali per lavorazioni praticate negli anni ’50 e 60 ma che sono state dismesse definitivamente all’inizio degli anni ’70 (mine a fornello, produzione manuale di cubetti, ecc.). A questo proposito è opportuno segnalare incongruità dell’utilizzo della data di diagnosi di silicosi (o di eventuale riconoscimento INAIL) al fine di supportare qualsiasi considerazione sulla persistenza del rischio di silicosi nelle lavorazioni. Queste considerazioni impongono, a nostro avviso, una riflessione sull’applicazione del limite di riferimento abitualmente adottato nella valutazione del rischio di silicosi (TLV-TWA A.C.G.I.H.). In particolare, appare opportuno evidenziare alcune caratteristiche peculiari dell’organizzazione del lavoro del settore che consigliano tale approccio problematico: 1) durante la giornata lavorativa sono osservate pause formali (solitamente di 20-30 minuti al mattino e di 15-20 minuti al pomeriggio). La pausa pranzo (che in genere è di un’ora) non rientra nell’orario di lavoro, ma abitualmente gli operatori lasciano il cantiere in anticipo anche di qualche decina di minuti per recarsi a domicilio o in mensa. In particolare nei mesi più freddi (febbraio-aprile, ottobre-novembre), i tempi destinati alle pause sono spesso dilatati dagli stessi lavoratori, poiché, una volta raggiunto il minimo produttivo giornaliero previsto per contratto, non esiste un rigido controllo del tempo lavorativo. Quindi, anche sulla base di quanto riferito dai lavoratori stessi, la durata media dell’effettiva attività lavorativa quotidiana non supera le 6,5 ÷ 7 ore. 2) per motivi climatici, a partire dai primi giorni di dicembre e fino alla prima metà di febbraio, le lavorazioni sono sospese. I lavoratori godono comunque di ulteriori quattro settimane di ferie o permessi. Per la maggior parte delle lavorazioni che si svolgono all’aperto, nelle giornate di forte vento, di pioggia insistente o in caso di neve, l’attività è temporaneamente sospesa e riprende il primo giorno di ristabilimento di condizioni atmosferiche favorevoli. Tenendo conto di ciò, il numero di giornate effettivamente lavorate nel corso dell’anno può variare da 170 a 180 giorni nel caso delle lavorazioni svolte all’aperto, con un massimo di 210 giorni nel caso di una parte degli addetti alle “terze lavorazioni” (=segantini) che sono svolte in locali chiusi. Da quanto sopra esposto, si può ritenere che la maggior parte dei lavoratori del porfido lavori un numero di giorni pari a circa il 75% rispetto al lavoratore dell’industria o dell’artigianato. Nella tabella II° sono riportati i dati relativi alla media delle ore retribuite ed una stima delle ore lavorate per le varie mansioni nel corso del 1999 su un campione (rappresentativo del settore) di circa 170 lavoratori ed un confronto con la media delle ore lavorate usualmente in ambito industriale da parte del personale produttivo (circa 1650 ore/anno). La stima delle ore lavorate è stata effettuata tenendo conto delle pause formali ed informali dell’attività lavorativa come sopra descritte (ore lavorate = ore retribuite/8x7). In considerazione delle citate peculiarità organizzative del settore, dei risultati del monitoraggio ambientale e dell’incidenza nulla della silicosi fra i lavoratori negli ultimi dieci anni, è lecito ritenere che il TLV-TWA per il quarzo fissato nel 1986 dall’ACGIH sia esuberantemente protettivo nei confronti del rischio di contrarre la silicosi. Ai fini della valutazione del rischio silicosi nel settore dell’estrazione e lavorazione del porfido, proponiamo perciò l’utilizzo un valore di riferimento rapportato alle ore effettivamente lavorate che, per le mansioni più rappresentative (manovale, cubettista, piastrellista), è vicino all’attuale limite di riferimento adottato in Germania per l’esposizione professionale a quarzo (= 0,150 mg/mc). Tabella I°: dati di esposizione personale a quarzo suddivisi per anno (tutte le mansioni) Anno n° dati <=0,100 mg/mc 1995 288 203 70,5% 1996 221 150 67,9% 1997 298 241 80,9% 1998 343 274 79,9% 1999 373 291 78,0% Totale 1523 1159 76,1% Tabella II°: media della ore retribuite ed una stima delle ore lavorate per le varie mansioni nel corso del 1999 su un campione di circa 170 lavoratori ed un confronto con la media delle ore lavorate usualmente in ambito industriale per il personale produttivo (circa 1650 ore/anno). N. Lavoratori Media ore retribuite Media ore lavorate (stima) % ore rispetto industria valori di rif. ponderat o Cubettista/piastrell. 95 1346 1177 71 0.141 Manovale 50 1297 1134 69 0.145 Segantino (all’aperto) 14 1426 1247 76 0.131 Segantino (capannone) 11 1723 1723 105 Scalpellino 3 1396 1221 74 Mansione 0.135