Rat - Provincia di Asti
Transcript
Rat - Provincia di Asti
Acque sotterranee 128 Acqua Inquadramento geologico Dal punto di vista geologico-strutturale, il territorio della Provincia di Asti appartiene a quello che viene denominato Bacino Terziario Ligure-Piemontese. Il Bacino Terziario Ligure Piemontese, sviluppatosi in una situazione geodinamica molto complessa, è stato caratterizzato, dal Paleocene al Miocene, dalla deposizione di una serie di sedimenti arenacei, marnosi ed evaporitici tipici della fase regressiva in atto. Nel Pliocene è avvenuta la definitiva chiusura del bacino con la deposizione di una formazione argillosa nel Pliocene inferiore (“Argille di Lugagnano”) e di una sabbiosa (“Sabbie di Asti”) nel Pliocene Medio. Il bacino, caratterizzato in prevalenza da rocce sedimentarie di ambiente deposizionale marino e subordinatamente da terreni di origine continentale, è ubicato al limite tra la catena alpina e quella appenninica. Dal punto di vista strutturale, la complessa evoluzione dell’area, dapprima controllata dalla fase orogenetica meso-alpina (Eocene superiore-Oligocene) e poi dall’evento neo-alpino (Oligocene superiore-Pliocene), ha portato alla formazione di una blanda sinforme con asse E-O, impostatasi a seguito della convergenza dei substrati alpino ed appenninico. Al nucleo, affiorano i sedimenti pliocenici-quaternari del Bacino di Asti e dell’Altipiano di Poirino, mentre i fianchi sono costituiti dalla Collina di Torino, dal Monferrato a N e dalle Langhe a S. Tale sinforme presenta una culminazione assiale in corrispondenza della Città di Asti, mentre affonda verso Torino e Alessandria. Nel complesso, le deformazioni sono riconducibili a blande pieghe a largo raggio come la sinclinale di Asti o a fasce di deformazione con caratteri misti, fragili-duttili (Fascia di deformazione del Torrente Traversola). Il Bacino di Asti e l’Altipiano di Poirino, entrambi facenti parte della Sinclinale di Asti, si differenziarono nel Quaternario e la scarpata che li separa, alta tra 60 e 80 m, con andamento N-S da Buttigliera a Montà e SSO-NNE da Montà a Bra, viene definita come l’espressione morfologica della “Zona di deformazione del Torrente Traversola”. Questa fascia a carattere misto duttile-fragile, di età Pleistoce medio e di tipo transpressivo, rappresen- terebbe la continuazione meridionale della Zona di Riofreddo (fascia di transizione tra Collina di Torino e Monferrato). Non è però ancora chiaro quale dei due settori risulti rialzato da questo accidente tettonico. Tutto ciò testimonierebbe come le fasi più recenti del processo cinematico che, a scala crostale, giustappone e deforma i due domini strutturali alpino ed appenninico a partire dall’Oligicene (Polino et alii, 1992) si siano propagate, con stili ed intensità diverse, anche nelle formazioni neoautoctone ed abbiano agito durante la sedimentazione dell’intera successione pliocenico-quaternaria (Carraro et alii, 1994). Ad E della scarpata, il Villafranchiano forma un cuneo che va progressivamente assottigliandosi ed è certamente limitato a nord da una faglia con direzione ONO-ESE evidenziata da Boano e Forno nella “Carta geologica dell’area tipo della successione villafranchiana” (1994) e definita come “Faglia di Cascina Fagliaverde”, che ha sollevato il settore nord-orientale, provocando la rapida scomparsa del Villafranchiano che affiora solo nei rilievi collinari più alti. All’interno dell’area di studio, come detto, sono riconoscibili i settori de: - il Basso Monferrato e la Collina di Torino (a Nord), rispettivamente ascrivibili al dominio crostale appenninico e a quello alpino, - le Langhe (a Sud), - i rilievi collinari del Bacino di Asti e l’Altipiano di Poirino (nel settore centrale), dalle caratteristiche geologiche e geomorfologiche peculiari. Monferrato Il Monferrato è un dominio complesso, caratterizzato da una frammentazione notevole in elementi autonomi. La sua successione stratigrafica è costituita da un substrato di arenarie calcaree ad affinità liguride, riferibili al Cretaceo sup. e all’Eocene medio, seguito, in discordanza, da una successione terrigena e carbonatica di età compresa tra l’Eocene superiore e il Pliocene. Dal punto di vista strutturale, l’evoluzione del Monferrato è consistita nella saldatura di blocchi prima svincolati e caratterizzati da evoluzioni indipendenti. Collina di Torino La successione sedimentaria che costituisce la Collina di Torino, ha interessato il periodo che si estende dall’Eocene superiore al Messiniano. Nel suo complesso, la formazione appare più potente e continua della successione del Monferrato ed è caratterizzata da abbondanza di facies terrigene grossolane, tipiche di ambienti marini profondi. Dal punto di vista strutturale, l’assetto geometrico della Collina di Torino è caratterizzato da anticlinali asimmetriche vergenti verso N-NO. Langhe Dalla più antica alla più recente, le formazioni geologiche che costituiscono nel territorio astigiano il dominio delle Langhe sono: - Formazione di Rocchetta marna sabbioso siltosa, grigia, grigia-nocciola, spesso divisibile in scaglie o in lamine sottili; - Formazione di Monesiglio, sabbia gialla o rossastra in banchi, con grossi noduli arenacei; - Formazione di Cortemiglia, arenaria grigia in strati da 50 cm a 4 m alternata a marna e marna argillosa grigia - Arenarie di Cassinasco, sabbia grigio-giallastra in strati e banchi da 10 a 150; - Marne di Cessole, alternanze arenaceo-marnose, con intercalazioni di calcari marnosi verso l’alto (Langhiano); - Arenarie di Serravalle, marne argillose, arenarie e sabbie in strati sottili, con rare intercalazioni conglomeratiche (Serravalliano); - Formazione di Lequio, alternanze di arenarie più o meno cementate, sabbie e marne compatte (Tortoniano – serravalliano); - Marne di Sant’Agata Fossili, marne più o meno sabbiose, grigio azzurre, con locali intercalazioni sabbioso conglomeratiche (Tortoniano). Strutturalmente, le formazioni descritte formano una monoclinale immergente verso N-NW. Bacino di Asti e Altopiano di Poirino Il Bacino di Asti è caratterizzato dall’affioramento dei sedimenti villafranchiani che raggiungono lo spessore massimo in prossimità dell’asse della sinclinale lungo la scarpata di Poirino, assottigliandosi poi verso N e verso E fino a scomparire ove iniziano ad affiorare i depositi della sottostante formazione delle “Sabbie di Asti”. Al di sotto delle “Sabbie di Asti” sono presenti, in eteropia, le “Argille di Lugagnano”, affioranti nelle parti terminali delle valli e costituenti, nel Bacino Pliocenico di Asti, il substrato impermeabile dell’acquifero astiano. Sull’Altopiano di Poirino affiorano invece i depositi villafranchiani, sormontati localmente dai depositi fluviali terrazzati post-villafranchiani e più a O dalle alluvioni antiche e recenti del Po. Le formazioni geologiche presenti, dal basso verso l’alto, sono: - Argille di Lugagnano (Pliocene inf. - medio), “Localmente, alla sommità, marne sabbiose [...], argille marno-sabbiose grigio-azzurre con intercalazioni, verso l’alto, di banchi di sabbie analoghe alle Sabbie di Asti [...]. Pliocene”. La formazione è costituita da argille siltose grigio-azzurre omogenee, prive di una evidente stratificazione. Si tratta di argille di piattaforma depositatesi a profondità non superiori a 200 m. Le Argille sovrastano in discordanza la “Formazione gessoso-solfifera”, Miocene superiore. Acqua Dal basso verso l’alto, le formazioni geologiche che costituiscono il dominio sono: Complesso Indifferenziato, alternanze di calcareniti glauconitiche, di calcari arenacei, di argille ed arenarie fogliettate (Eocene – Cretaceo); Arenarie di Ranzano, arenarie e sabbie grossolane ad elementi serpentinitici, alternate a livelli marnosi o calcareo marnosi (Eocene Sup.); Marne di Antognola, marne grigio verdastre con frattura concoide, a stratificazione mal distinta, localmente alternate a livelli sabbioso arenacei (Aquitaniano inf.); Formazione della Pietra da Cantoni, arenarie calcaree grossolane o calcari marnoso-arenacei, passanti a marne più o meno arenacee, a frattura concoide (Langhiano); Marne di Sant’Agata Fossili, marne più o meno sabbiose, grigio azzurre, con locali intercalazioni sabbioso - conglomeratiche (Tortoniano). 129 130 Acqua Nella metà superiore si intercalano sottili livelli sabbiosi, interpretati come tempestiti. Il loro passaggio alle “Sabbie di Asti” è graduale con circa 20-30 m di alternanze di strati marnoso-sabbiosi giallastri e marnoso-argillosi azzurri. Recenti studi paleoecologici sui livelli sommitali nel settore a Ovest di Asti (Scarselli, 1990) hanno evidenziato che l’abbondante contenuto fossilifero identifica la parte superiore del piano circalitorale (Ferrero & Pavia, 1994). La potenza di questa formazione, variabile da 100 a 150 m, aumenta costantemente spostandosi verso Ovest e alle argille si sostituiscono alternanze centimetriche di sabbie ed argille. - “Sabbie di Asti” (Pliocene medio), “Alternanze sabbioso-argillose (l1) (Villafranchiano Auctorum p.p.). Sabbie gialle più o meno stratificate, con livelli ghiaiosi e intercalazioni marnose, calcareniti e calciruditi [...]” (Ps) Pliocene.” Si tratta di sabbie fini limose grigio - azzurre, che in affioramento assumono un colore giallo ocra a causa dell’alterazione. Al loro interno sono presenti intercalazioni decimetriche di orizzonti arenacei o calcarenitici e livelli di sabbie medio-grossolane e ghiaie fini. Il loro spessore è generalmente inferiore ai 100 m nella parte occidentale del Bacino di Asti e aumenta verso Ovest. Da un punto di vista deposizionale, sono sedimenti di spiaggia esterna a profondità fino a 40 m. Presentano un elevato contenuto paleoecologico, caratteristico di un ambiente litorale, con resti fossili per lo più concentrati in particolari orizzonti. Nella loro porzione superiore, le “Sabbie di Asti” sono ancora francamente marine, anche se localmente sono già presenti litofacies e biofacies anticipanti l’emersione e il passaggio ai depositi continentali villafranchiani (Carraro et alii 1994). - Col termine “Villafranchiano”, viene indicato il primo ciclo di sedimentazione dei depositi continentali pliocenici-quaternari (Carraro, 1985). Al suo interno si distinguono il “Villafranchiano inferiore” (caldo), compreso nel Pliocene superiore, e il “Villafranchiano superiore” (freddo), corrispondente a parte del Pleistocene inferiore. Il Villafranchiano inferiore è costituito da sabbie grossolane con stratificazione a lamine oblique di origine lagunare deltizia, talora alternate a siltiti (tali livelli corrisponderebbero al Fossaniano di Sacco). La flora fossile attesta un clima caldo, sebbene vi fosse tendenza al raffreddamento rispetto ai periodi precedenti (Pavia, 1970). Il Villafranchiano superiore è caratterizzato da alternanze di sabbia, ghiaie ed argilla, con prevalenza verso l’alto di queste ultime. L’ambiente deposizionale è francamente continentale con clima freddo. Tra le due formazioni esiste probabilmente una lacuna, corrispondente al limite Pliocene-Pleistocene, riconosciuta nella zona di Villafranca d’Asti con il nome di “Superficie di Cascina Viarengo” (Carraro et alii, 1982). Grazie all’esecuzione di un rilevamento di dettaglio dell’area tipo di Villafranca d’Asti, eseguito da M.G. Forno e P. Boano, e alla pubblicazione “Revisione del Villafranchiano nell’area tipo di Villafranca d’Asti” a cura di F. Carraro, si è potuto chiarire la litologia e l’età di questi depositi. La successione, depositatasi in concordanza sulle formazioni marine plioceniche del Bacino di Asti, è stata divisa in due complessi, uno inferiore e uno superiore, separati da una superficie di erosione corrispondente ad un intervallo di tempo dal Pliocene medio al Pleistocene inferiore. All’interno dei due complessi sono state poi ulteriormente individuate le seguenti unità di rango inferiore: - Unità di Ferrere, costituita prevalentemente da sabbie medio-grossolane, caratterizzate da laminazione incrociata a grande scala (Pliocene medio); - Unità di San Martino, costituita da ripetute alternanze a scala metrica, decimetrica e centimetrica, di sedimenti siltosi, siltoso-argillosi e sabbiosi minuti (Pliocene medio); - Unità di Cascina Gherba, costituita da sedimenti sabbiosi e sabbioso-ghiaiosi (Pleistocene inferiore); - Unità di Maretto, costituita da silt argillosi, con intercalazioni localizzate sabbiose e sabbiosoghiaiose (Pleistocene inferiore). Depositi terrazzati post-villafranchiani prevalentemente limoso-argillosi, con subordinata frazione ghiaiosa, con spessore, sempre molto modesto, da 10 a 30 Inquadramento idrogeologico Le formazioni geologiche presenti nel settore centrale e occidentale della provincia possono essere raggruppate nei seguenti complessi idrogeologici: Complesso limoso-argilloso: si tratta dei sedimenti corrispondenti ai depositi del “Piacenziano”. Costituito da argille marnoso-sabbiose con intercalazioni verso l’alto di sedimenti più grossolani, può essere considerato come un’unità impermeabile che rappresenta il substrato del sovrastante Complesso sabbioso. Complesso sabbioso è rappresentato dai depositi prevalentemente sabbiosi del Pliocene in facies astiana e del sovrastante Villafranchiano inferiore. In realtà tale complesso è costituito da una alternanza di livelli permeabili sabbiosi, livelli semipermeabili limoso-sabbiosi e livelli impermeabili limoso argillosi. È quindi da considerarsi come un sistema acquifero di tipo multifalda, in cui i livelli acquiferi possono essere intercomunicanti attraverso setti semi-permeabili. Tale Complesso permette la formazione di una serie di orizzonti acquiferi con falda artesiana, attualmente sfruttati dai pozzi acquedottistici della zona di Cantarana-Villafranca d’Asti. Esso raggiunge uno spessore compreso tra i 150 e 200 m nella zona di Cantarana, mentre più ad Est si riduce progressivamente di spessore. Esso va progressivamente aumentando di spessore a Ovest della scarpata dell’Altipiano di Poirino, approfondendosi al disotto del sovrastante Complesso delle alternanze. Ad oriente del Fiume Po invece esso risale in corrispondenza della prosecuzione sepolta della Collina di Torino. Complesso delle alternanze (argille-ghiaie-sabbie): corrisponde al Villafranchiano Superiore e nella parte sommitale da depositi fluviali del Pleistocene medio-superiore. Esso è costituito da una alternanza di livelli impermeabili o semipermeabili limoso-argillosi e livelli permeabili ghiaioso sabbiosi. In corrispondenza dell’Altipiano di Poirino ricopre in modo continuo il Complesso sabbioso e raggiunge il suo massimo spessore (circa 100 m) in corrispondenza della parte centrale dell’Altopiano. Verso Nord esso si riduce di spessore fino a scomparire in prossimità della Collina di Torino. Sull’Altipiano di Poirino esso contiene una serie di livelli acquiferi a granulometria grossolana con falde in pressione; tali livelli diventano sempre più potenti e continui a scapito dei livelli più fini, man mano che ci si sposta verso il F. Po. Anche tale complesso è quindi da considerare come un sistema acquifero di tipo multifalda in cui i vari livelli acquiferi sono in comunicazione tra di loro attraverso setti semipermeabili. In corrispondenza della parte sommitale del complesso, in parte costituita dai depositi fluviali del Pleistocene medio-superiore, è presente anche una falda libera contenuta in livelli ghiaioso-sabbiosi. Ad Ovest della scarpata di Poirino il complesso, sollevato e smembrato dall’erosione, affiora alla sommità dei singoli rilievi collinari; in questo settore esso risulta privo di falde significative a causa della ridotta ricarica e della discontinuità dei corpi acquiferi. Nel seguito vengono presentate alcune sezioni geologiche del territorio provinciale tratte dal Quaderno 1 – Acque, propedeutico all’elaborazione del PTP della Provincia di Asti. Figura 1 – tracce delle sezioni stratigrafiche (estratto dal PTP) Acqua m sull’Altopiano con una media di circa 15 m; in questo settore i depositi fluviali terrazzati post-villafranchiani costituiscono i corpi tabulari più giovani in direzione S-N e testimoniano un drenaggio pleistocenico completamente diverso dall’attuale. Nei rilievi di Asti si rinvengono invece lembi di terrazzo sui versanti, con i termini più antichi alle quote più elevate. 131 Figura 2 – profilo schematico W –E (estratto dal PTP) 132 Acqua Figura 3 – profilo schematico N-S (estratto dal PTP) Normativa nazionale Decreto Legislativo n. 152/2006 e s.m. e i.; Decreto Legislativo n. 30/2009; Decreto Legislativo n. 152/1999 e s.m. e i. (ora abrogato). Stato della risorsa Situazione della falda superficiale al 2008 L’ARPA Piemonte gestisce, per conto della Direzione Pianificazione Risorse Idriche della Regione Piemonte, la rete di monitoraggio regionale delle acque sotterranee (RMRAS). Sull’intero territorio piemontese la rete 2008 comprende 606 punti che vengono aggiornati ogni anno: 397 sono inerenti all’acquifero superficiale e i rimanenti 209 all’acquifero profondo. Fanno parte della rete qualitativa anche 117 piezometri strumentati della Regione Piemonte. In Provincia di Asti i punti d’acqua monitorati sono in tutto 39 di cui 2 riferiti dalla falda profonda (campo pozzi di Valmaggiore), come illustrato in Figura 3. Come previsto dal protocollo analitico stabilito con la Regione Piemonte, sui campioni sono stati determinati i parametri di base ed i parametri addizionali inorganici, tra i quali i metalli pesanti, e gli inquinanti organici prioritari, in particolare i prodotti fitosanitari ed i composti organici volatili (VOC), sia clorurati che aromatici. Figura 3 – RMRAS in Provincia di Asti Per il 2008, in continuità con le modalità previste dal D. Lgs. 152/99 e s.m. e i. (ora abrogato), è stato calcolato lo stato chimico attraverso il calcolo dell’indice SCAS, che prevede 5 classi di qualità in funzione del valore medio per ogni parametro di base o addizionale, calcolato nel periodo di riferimento. La classe 4 è indice di impatto antropico rilevante con caratteristiche qualitative scadenti; per alcuni punti, nei quali alcuni parametri critici possono essere considerati di incerta attribuzione per la potenziale concomitanza di fattori antropici e naturali, è stata attribuita la classe 4-0. Tale indice non viene previsto dalle Direttive europee 2000/60/CE (WFD) e 2006/118/CE (GWD), e dal più recente D.Lgs 30/2009 che recepisce la direttiva 2006/118/ CE, e quindi non verrà più calcolato dal 2009. I macrodescrittori indispensabili per il calcolo dello SCAS fanno parte dei parametri di base e sono la conducibilità elettrica, i cloruri, il ferro, il manganese, i nitrati, i solfati e lo ione ammonio. Lo SCAS è stato calcolato su 39 punti in provincia di Asti e su 599 punti in tutta la Regione Piemonte. Negli anni il numero di punti è variato in funzione della continua evoluzione della rete e della disponibilità di accesso ad ogni campagna ai diversi punti di monitoraggio. Indice annuale 2008 La distribuzione dei punti nelle classi qualitative e le relative percentuali sono riportate in tabella 1; la classe 4-0 è stata assegnata a tutti i punti di incerta attribuzione, nei quali è possibile che i parametri critici siano di origine naturale o antropica, come nel caso del Nichel e dell’Arsenico, la cui presenza nelle acque in Piemonte è compatibile con contributi naturali associati a specifici contesti territoriali. I punti con concentrazioni superiori alla soglia della classe 4 per Ferro e Manganese sono stati assegnati alla classe 0 (presenza per cause naturali). La distribuzione in percentuale delle classi qualitative per la falda superficiale è riportata nella tabella seguente e rappresentata in figura. Il 30,6% dei punti filtranti l’acquifero superficiale ricade in classe 4, indice di una compromissione qualitativa si- Acqua Normativa di riferimento Normativa europea Direttiva n. 2000/60/CE (WFD); Direttiva n. 2006/118/CE (GWD). 133 Provincia di Asti SCAS Piemonte Classe 0 Classe 1 Classe 2 Classe 3 Classe 4 Classe 4-0 Tot. punti n. punti % punti n. punti % punti 7 19,40% 29 7,40% Classe 0 Classe 1 0 0,00% 8 2,10% Classe 2 3 8,30% 98 25,10% Classe 3 1 2,80% 83 21,30% Classe 4 11 30,60% 138 35,40% Classe 4-0 14 38,90% 34 8,70% Totale 36 100% 390 100 Tabella 1 – Distribuzione del numero di punti in falda superficiale nelle classi chimiche e relativa percentuale 19,4% 38,9% 0,0% 8,3% 2,8% 30,6% Classe 0 Classe 1 Classe 2 Classe 3 Classe 4 Classe 4-0 Figura 4 – Distribuzione percentuale del numero di punti di monitoraggio in falda superficiale nelle classi chimiche in provincia di Asti Parametri addizionali Prodotti fitosanitari Metalli Solventi clorurati alifatici 8 1 8 1 3 2 2 4 2 4 Tabella 3 – Distribuzione del numero di punti in falda superficiale relativamente ai parametri addizionali idrochimiche. Non vi sono invece punti ricadenti in classe 1 con caratteristiche qualitative pregiate. Viene di seguito specificata la distribuzione dei punti distinguendo tra i parametri di base e quelli addizionali nelle tabelle seguenti. Relativamente ai parametri di base l’attribuzione della classe 4 è essenzialmente legata alla presenza dei nitrati nelle acque. I 2 punti in falda profonda sono classificati rispettivamente in classe 2 e in classe 0. Nella figura seguente è riportata l’ubicazione dei punti con indicazione delle classi SCAS di appartenenza. gnificativa; la falda superficiale costituisce infatti il primo bersaglio della contaminazione proveniente dalle attività antropiche. La percentuale risulta abbastanza in linea con la condizione registrata in Piemonte Meno del 10% dei punti ricade invece in classe 2, indice di impatto antropico ridotto e di buone caratteristiche Classe 0 Classe 1 Classe 2 Classe 3 Classe 4 Classe 4-0 Tot. punti Parametri di base 10 5 Conducibilità Cloruri 14 36 34 2 36 4 36 3 29 Manganese 20 13 3 Ferro 3 1 6 36 32 1 Nitrati 11 14 Solfati 2 22 12 36 Ione ammonio 31 3 2 36 36 5 6 36 Acqua Tabella 2 – Distribuzione del numero di punti in falda superficiale relativamente ai parametri di base 134 Figura 5 – Ubicazione punti di monitoraggio e classi SCAS, anno 2008 Indice biennale 2007-2008 Oltre all’indice annuale è stato preso in considerazione l’indice biennale, dove lo stato chimico viene calcolato come media dei valori rilevati per i parametri di base e addizionali nei 24 mesi considerati. Nella figura 6 è riportata la distribuzione percentuale dei 2008 22% 2007 38% 2006 0% 8% 2005 5% 2004 2003 27% 2002 Classe 0 Classe 1 Classe 2 Classe 3 Classe 4 Classe 4-0 2001 Figura 6 – Distribuzione percentuale dei punti di monitoraggio, biennio 2007-2008 punti nelle classi chimiche per il biennio 2007-2008 relativamente alla falda superficiale. Rispetto agli indici calcolati sul 2008 per il biennio considerato non si evidenziano differenze significative, ma solo lievi variazioni delle percentuali di punti nelle classi. Tali variazioni possono essere determinate dalla presenza di valori prossimi al cambio di classe. Nella figura seguente è riportata l’ubicazione dei punti con indicazione delle classi SCAS di appartenenza, con riferimento al biennio 2007-2008. 0% 20% Classe 0 40% Classe 4-0 60% Classe 1 Classe 2 80% Classe 3 100% Classe 4 Figura 8 – Confronto SCAS negli anni per la falda superficiale 2008-2007 2007-2006 2006-2005 2005-2004 2004-2003 2003-2002 2002-2001 0% 20% 40% 60% Classe 0 Classe 4-0 Classe 1 Classe 2 80% Classe 3 100% Classe 4 Figura 9 – Confronto SCAS tra i bienni dal 2001-02 al 200708, falda superficiale Dati storici In figura 8 la distribuzione dei punti nelle classi qualitative del 2008 viene confrontata con i risultati degli anni dal 2001 al 2007, che costituiscono ormai una consistente serie storica della rete regionale. Riguardo alla falda superficiale, la distribuzione nel tempo dei punti nelle varie classi subisce variazioni poco si- Acqua Figura 7 – Ubicazione punti di monitoraggio e classi SCAS, biennio 2007-2008 gnificative e la percentuale di punti in classe 4 subisce variazioni limitate dovute essenzialmente al continuo aggiornamento della rete e a valori dei parametri al limite del passaggio di classe; è inoltre da tener presente che, dato il numero relativamente basso di punti, un passaggio di classe può determinare una variazione sensibile delle percentuali. Anche per la rete profonda (afferente al Complesso Sabbioso in facies astiana) si evidenzia in sostanza un mantenimento dei punti in classe 0 per la forte presenza di Manganese di origine naturale; solo nel 2008 uno dei punti d’acqua dell’acquedotto di Cantarana è stato classificato in classe 2. L’andamento nel tempo è proposto anche per i bienni. 135 Principali contaminanti Falda superficiale Le principali sostanze derivanti dall’attività antropica, causa di contaminazione della falda superficiale sono i nitrati, i prodotti fitosanitari ed i VOC (composti organici volatili). Tra i metalli il più ritrovato è risultato essere il cromo nella sua forma esavalente (in particolare 2 punti ricadono in classe 4 per la presenza di tale metallo nella sua forma ossidata). Per queste categorie di sostanze il superamento dei limiti di riferimento porta all’attribuzione della classe 4 della classificazione chimica. Nitrati La presenza di nitrati nelle acque sotterranee deriva principalmente dall’utilizzo in agricoltura di fertilizzanti minerali e dallo spandimento di liquami zootecnici, anche se, in contesti specifici e localizzati, non può essere escluso il contributo di fonti non agricole (es. fognature). Il valore di riferimento per i nitrati definito dalla normativa è pari a 50 mg/L. Tale soglia è stata mantenuta dalla Direttiva 2006/118/CE come norma di qualità ai fini della valutazione dello stato chimico delle acque sotterranee. I dati relativi ai nitrati nel 2008 evidenziano come complessivamente (falde superficiale e profonda) nel 16% circa dei punti siano stati trovati valori medi superiori a 50 mg/L (classe 4), nel restante 13% tra 25 e 50 mg/L (classe 3) e nel 71% circa valori inferiori a 25 mg/L. Il dettaglio di quanto esposto è riportato in tabella 4 in cui viene riportata la distribuzione percentuale nel complesso, e in figura 10 in cui è valutata la situazione specifica della falda superficiale, impattata dalle possibili pressioni. Nel 2008 sono stati rilevati valori medi di nitrati superiori a 25 mg/L nel 29% circa dei punti monitorati, corriClasse Numero punti % punti Classe 1 (≤ 5 mg/L) 13 34,20% Classe 2 (≤ 25 mg/L) 14 36,80% Classe 3 (≤ 50 mg/L) 5 13,20% Classe 4 (> 50 mg/L) 6 15,80% Totale 38 100,00% 136 Acqua Tabella 4 – Distribuzione del numero di punti nelle classi qualitative relativamente ai nitrati >50 (classe 4) 16,7% <=5 (classe 1) 30,6% 25-50 (classe 3) 13,9% 5-25 (classe 2) 38,9% Figura 10 – Distribuzione della percentuale di punti nelle classi qualitative nella falda superficiale spondenti al 30,6% nel caso della sola falda superficiale. In figura 11 è riportata la distribuzione territoriale dei punti della rete per l’anno 2008, suddivisa nelle classi di qualità per i nitrati. I valori di nitrati maggiori (come media dell’anno) sono stati registrati a Villanova d’Asti (con valori di poco superiori a 100 mg/L) in zona vulnerabile da nitrati a conferma delle aree individuate dal D.P.G.R. 18/10/02 n. 9/R e aggiornate con il D.P.G.R. 28/12/2007 n. 12/R. Valori superiori a 50 mg/L sono inoltre stati misurati in pozzi nel Comune di Asti in aree agricole. Relativamente alla falda profonda, entrambi i punti ricadono in classe 1 a indicazione di nessun impatto antropico in atto. In figura 12 è riportato l’andamento del fenomeno rappresentato mediante la variazione delle percentuali di Figura 11 – Distribuzione territoriale dei valori di nitrati, anno 2008 punti con concentrazioni di nitrati inferiori e maggiori di 50 mg/L. Per quanto riguarda l’evoluzione nel tempo bisogna considerare i processi di revisione della rete di monitoraggio, iniziati nel 2003, che hanno portato all’esclusione dei punti della rete iniziale risultati non adeguati e all’introduzione di piezometri. Se da un lato si può escludere un peggioramento della situazione, non si hanno evidenze certe su un effettivo miglioramento, potenzialmente influenzato dall’ottimizzazione della rete. In linea generale, negli ultimi anni il fenomeno parrebbe stabile e non si rilevano tendenze particolari. 2008 2007 2006 2005 mati dalle norme di qualità della Direttiva 2006/118/CE. Per il 2008, in continuità con le modalità previste dal D. Lgs. 152/99 (ora abrogato) adottate per gli anni passati, i valori medi annui sono stati calcolati attribuendo un valore pari a zero nel caso di dati inferiori a LCL (limite di quantificazione). Con l’applicazione futura della Direttiva il valore medio annuo verrà calcolato utilizzando per i valori inferiori a LCL la metà dell’LCL stesso. Per il 2008 il numero di punti di monitoraggio della falda superficiale in cui sono stati ritrovati residui di prodotti fitosanitari è di 9, pari a poco più della metà dei punti monitorati (17 in tutto), come riportato in tabella 5; dei 9 punti 2 risultano in classe 4 per il singolo pesticida tra cui 1 i n classe 4 anche per i prodotti fitosanitari totali. La situazione viene descritta cartograficamente in figura 13. 2004 Numero punti % punti Con residui di pr. fitosanitari 9 52,90% Senza residui di pr. fitosanitari 8 47,10% Totale 17 100,00% 2003 2002 2001 20% 40% < 50 mg/L 60% 80% 100% > 50 mg/L Figura 12 – Confronto tra le percentuali di punti con valori di nitrati superiori a 50 mg/L in falda superficiale Prodotti fitosanitari I prodotti fitosanitari sono impiegati prevalentemente in agricoltura per proteggere le colture dagli organismi nocivi, anche se devono essere considerati utilizzi non agricoli quali il diserbo di aree industriali, argini, ecc.. L’elevato numero di sostanze attive autorizzate nelle diverse colture e l’estrema variabilità delle caratteristiche chimico fisiche e del loro comportamento ambientale rendono complessa la materia. Nonostante i fenomeni di attenuazione legati alle caratteristiche delle sostanze stesse, del suolo, saturo ed insaturo, i prodotti fitosanitari possono raggiungere e contaminare le falde, in particolare quella superficiale. Il valore di riferimento per i prodotti fitosanitari definito dalla normativa è di 0.1 µg/L come valore medio annuo per le singole sostanze attive e di 0.5 µg/L come valore medio annuo per i pesticidi totali, intesi come somma delle sostanze attive riscontrate. Tali valori sono confer- Tabella 5 – Distribuzione del numero di punti con residui di prodotti fitosanitari in falda superficiale Figura 13 – Distribuzione territoriale della presenza dei prodotti fitosanitari, anno 2008 Complessivamente nel 2008 sono state riscontrate al di sopra del LCL 6 sostanze attive diverse e precisamente: ALACLOR, ATRAZINA, METOLACLOR, TERBUTILAZINA, PROCIMIDONE e DESETILTERBUTILAZINA. Acqua 0% 137 138 Acqua Composti Organici Volatili (VOC) I composti organici volatili (VOC) sono generalmente riconducibili ad attività di tipo industriale e commerciale e la loro immissione in falda può avvenire direttamente tramite pozzi perdenti (non più ammessi) o per infiltrazione riconducibile a cause accidentali o ricollegabili a scarsa manutenzione e/o vetustà delle infrastrutture. In molte situazioni, la contaminazione può essere ricondotta ad episodi del passato, per cui la contaminazione, in relazione alle caratteristiche dei composti, può essere rilevata a distanza di anni per fenomeni pregressi riconducibili a sorgenti primarie non più attive. Dal 2005 questa categoria di composti comprende, oltre ai solventi clorurati alifatici già inclusi nei protocolli analitici degli anni precedenti, anche alcuni solventi clorurati alifatici aggiuntivi, generalmente metaboliti dei primi, oltre a una serie di composti clorurati aromatici e solventi aromatici. Il valore di riferimento per i solventi clorurati alifatici definito dal D.Lgs 152/99 è di 10 µg/L come sommatoria, mentre sono indicati limiti specifici per l’1,2-dicloroetano e il cloruro di vinile (cloroetene). Altre categorie di VOC non sono espressamente contemplate pur rivestendo un’importante rilevanza ambientale, ad eccezione del benzene (solvente aromatico) per il quale esiste un limite specifico. La direttiva 2006/118/CE non indica valori soglia per questi composti che sono invece definiti a livello nazionale. Per l’anno 2008 in provincia di Asti sono stati classificati in classe 4 per la presenza di solventi organici alogenati 4 punti di cui 3 ubicati nella zona urbana di Asti e relazionabili con il sito in bonifica Arvin-IAO. Il valore massimo di sommatoria (come media dei 2 valori dell’anno) è pari a 46 g/L circa, non registrando negli ultimi 2 anni sostanziali variazioni a livello puntuale. I principali composti presenti sono: Tetracloroetilene, Tricloroetilene, 1,1-Dicloroetano, 1,1-Dicloroetene, 1,2-Dicloroetene. In figura 14 viene riportata la distribuzione territoriale dei punti relativi alla falda superficiale per l’anno 2008. Il fenomeno riscontrato nei 3 pozzi, e come detto riconducibile ad una sorgente di tipo puntuale, si innesta in un’area del Comune di Asti caratterizzata da una contaminazione diffusa di tali composti, difficilmente riconducibile a fonti specifiche. Figura 14 – Distribuzione dei punti con assenza, presenza e superamento di 10 µg/L Tale situazione di contaminazione è stata chiaramente identificata in uno studio condotto da Arpa Piemonte per il Comune di Asti nel 2003 (“Rete di Monitoraggio Comunale delle Acque Sotterranee finalizzata alla caratterizzazione della contaminazione da solventi clorurati nell’area vasta relativa al sito contaminato IAO-ARVIN”); nel seguito vengono riportate alcune elaborazioni cartografiche riferite ai solventi clorurati totali che descrivono in modo eloquente la situazione riscontrata. Tra i VOC considerati nel monitoraggio 2008 non si rileva la presenza al di sopra del LCL di solventi clorurati aromatici e di composti aromatici in nessuno dei punti monitorati. IMPLEMENTAZIONE DELLE DIRETTIVE EUROPEE 2000/60/CE (WFD) E 2006/118/CE (GWD) IN REGIONE PIEMONTE Nel corso degli 2007-2008-2009, Arpa Piemonte ha lavorato per conto della Regione all’implementazione delle direttive europee 2000/60/CE (WFD) e 2006/118/CE (GWD), quest’ultima specificatamente dedicata alle acque sotterranee, e all’adeguamento della Rete di Monitoraggio Regionale delle Acque Sotterranee (RMRAS). Il punto di partenza per le valutazioni è rappresentato dai dati provenienti dalla RMRAS; nello specifico si sono utilizzati i punti relativi alla rete 2008 con i dati disponibili del biennio 2006-2007. La verifica dell’idoneità della rete di monitoraggio regionale ai principi delle direttive europee è passata attraverso un processo complesso di valutazioni che ha richiesto la definizione degli Acquiferi (Unità di Bilancio) e dei Corpi idrici (GWB), valutando le criticità attraverso un’analisi pressioni-impatti (ove possibile) e la necessità di implementazioni di ulteriori punti. Figura 15 – Distribuzione della media dei Solventi Totali nelle 3 campagne di monitoraggio Individuazione dei GWB La definizione degli Acquiferi del Piemonte si è basata su tutta una serie di “delimitazioni” preesistenti, sia a livello geologico-idrogeologico che di tipo formale e scientifico, riconducibili ai seguenti elementi principali: - Aree Idrogeologicamente Separate - AIS (PTA) - Macroaree profonde - MP (PTA) - Complessi idrogeologici (DST, 2002). La valutazione incrociata di tutti gli elementi disponibili ha consentito la suddivisione in vari sistemi acquiferi così definiti: “Sistema Acquifero Superficiale di Pianura e dei Principali Fondovalle Alpini/Appenninici; Sistema Acquifero Profondo di Pianura e Sistemi Collinari Montani. Figura 16 – Distribuzione dei valori massimi dei Solventi Totali nelle 3 campagne di monitoraggio Acqua Nel corso di questo processo alquanto complesso, che ha visto la partecipazione ai tavoli tecnici istituiti dal MATTM, ISPRA e AdBPo, Arpa ha dato il proprio apporto propositivo grazie alle esperienze maturate nel contesto piemontese, fornendo elementi utili alla comprensione dell’impostazione europea nell’ottica della messa a punto del provvedimento nazionale. Tale provvedimento si è concretizzato con l’emanazione del D.Lgs 30/2009 che recepisce la direttiva 2006/118/CE e colma la lacuna tecnica creatasi dopo l’emanazione del D.Lgs 152/2006 e s.m. e i. (Norme in materia ambientale) che di fatto non incorporava gli strumenti necessari per l’effettiva attuazione e implementazione di quanto previsto dalle direttive comunitarie. 139 Sistema Acquifero Superficiale di Pianura AS1 Pianura Novarese, Biellese e Vercellese (Aree Idrogeologiche NO1,2 - VC1,2,3,4 - TE1,2,3,4,5,6); AS2 Piana inframorenica di Ivrea (Area Idrogeologica IV1); AS3 Pianura Torinese e Canavese (Aree idrogeologiche TO1,2,3 - TO5,6 - TE7,8) AS4 Altopiano di Poirino e Colline Astigiane (Area Idrogeologica TO8,9) AS5 Pianura Pinerolese (Area Idrogeologica TO7) AS6 Pianura Cuneese (Aree Idrogeologiche CN1,2 - TE9) AS7 Pianura Cuneese in destra Stura di Demonte (Aree Idrogeologiche CN3 - TE10,11) AS8 Pianura Alessandrina in sinistra Tanaro (Area Idrogeologica AL1) AS9 Pianura Alessandrina in destra Tanaro (Aree Idrogeologiche AL 2,3,4,5) AS10 Pianura Casalese (Area Idrogeologica AL6) Principali Fondovalle Alpini/Appenninici FTO Fondovalle Toce FS Fondovalle Sesia FDB Fondovalle Dora Baltea FDR Fondovalle Dora Riparia FTA Fondovalle Tanaro Figura 18 – Distribuzione degli acquiferi (Unità di Bilancio) di pianura superficiali e di quelli relativi ai principali fondovalle alpini/appenninici. 140 Acqua Figura 17 – Aree idrogeologiche della falda superficiale (DGR 18/10/2002 N. 9R) Sistema Acquifero Profondo di Pianura AP1 Pianura Novarese, Biellese e Vercellese (MP1) AP2 Pianura Torinese settentrionale (MP2) AP3 Pianura Cuneese Torinese meridionale ed Astigiano occidentale (MP3) AP4 Pianura Alessandrina Astigiano orientale (MP4) AP5 Pianura Casalese Tortonese (MP5) AP6 Cantarana Valmaggiore. Figura 20 – Distribuzione degli Acquiferi (Unità di Bilancio) di pianura profondi Acqua Figura 19 – Macroaree delle falde profonde 141 Sistemi Collinari e Montani AC Sistemi Acquiferi prevalentemente Carbonatici del Piemonte meridionale. CRI Sistema Cristallino Indifferenziato AG (Apparati Glaciali) Anfiteatri morenici del Verbano, d’Ivrea e di Rivoli-Avigliana. PM (Pliocene Marino) sabbie di Asti, argille di Lugagnano e depositi indifferenziati del Pliocene BTPS (Bacino Terziario Piemontese Sud) - Langhe Roero BTPN (Bacino Terziario Piemontese Nord) – Monferrato. Le caratteristiche geo-litologiche di tale unità e la mancanza di informazioni su forme di utilizzo della risorsa propendono per considerarla sterile. Sono state inoltre effettuate valutazioni di tipo qualitativo Figura 21 – Distribuzione degli acquiferi (Unità di Bilancio) collinari e montani. 142 Acqua e a carattere generale delle pressioni insistenti sui territori in esame che possono incidere sugli aspetti qualitativi e quantitativi della risorsa. Si fornisce di seguito l’elenco dei GWB preliminari identificati in funzione degli acquiferi (Unità di bilancio) da cui discendono, suddivisi per sistema di pianura superficiale e di fondovalle, per sistema di pianura profondo e dei complessi idrogeologici e geologici di appartenenza o ad essi collegati, e per sistema collinare e montano. Sistema Acquifero Superficiale di Pianura (in evidenza i GWB compresi nella Provincia di Asti) GWB-S1 Pianura Novarese, Biellese e Vercellese - caratterizzata da prevalente pressione agricola (risicoltura), che modifica notevolmente la naturale ricarica dell’acquifero e, in subordine, da una pressione industriale localizzata nei settori Novarese e Biellese; GWB-S2 Piana inframorenica di Ivrea - caratterizzata da prevalente pressione di tipo agricolo e, in subordine, industriale; GWB-S3a Pianura Torinese e Canavese tra Dora Baltea e Stura di Lanzo - caratterizzata da pressioni di tipo agricolo e industriale; GWB-S3b Pianura Torinese tra Stura di Lanzo, Po e Chisola - caratterizzata da prevalente pressione di tipo industriale e, in subordine, agricola; GWB-S4a Altopiano di Poirino in destra Banna - Rioverde - caratterizzata da scarsa produttività idrica naturale e da pressioni di tipo agricolo; GWB-S4b Pianura torinese tra Ricchiardo, Po e Banna Rioverde - caratterizzata da scarsa produttività idrica naturale e da pressioni di tipo agricolo; GWB-S5a Pianura Pinerolese tra Chisola e sistema Chisone-Pellice - caratterizzata da prevalente pressione di tipo agricolo e subordinata industriale; GWB-S5b Pianura Pinerolese tra sistema Chisone-Pellice e Po - caratterizzata da marginale impatto agricolo; GWB-S6 Pianura Cuneese - caratterizzata da prevalente pressione zootecnica e, in subordine, agricola e industriale; GWB-S7 Pianura Cuneese in destra Stura di Demonte caratterizzata da prevalente pressione zootecnica e agricola; GWB-S8 Pianura Alessandrina in sinistra Tanaro - carat- Sistema Acquifero Profondo di Pianura (in evidenza i GWB compresi nella Provincia di Asti) GWB-P1 Pianura Novarese, Biellese e Vercellese caratterizzato da prevalente pressione di tipo agricolo diffuso e subordinata industriale puntuale (settore Novarese). Si evidenzia inoltre una scarsa produttività idrica naturale ed uno scadente stato qualitativo naturale nell’area Biellese; GWB-P2 Pianura Torinese settentrionale caratterizzata da prevalente pressione di tipo industriale puntuale; GWB-P3 Pianura Cuneese Torinese meridionale ed Astigiano occidentale caratterizzata da pressione quantitativa, sporadica pressione agricola ed uno scadente stato qualitativo naturale nella zona dell’altopiano di Poirino; GWB-P4 Pianura Alessandrina Astigiano orientale caratterizzata da prevalente pressione agricola e da una mediocre produttività idrica naturale; GWB-P5 Pianura Casalese Tortonese caratterizzata da sporadico impatto agricolo; GWB-P6 Cantarana Valmaggiore caratterizzata da un significativo impatto quantitativo dovuto al sovrasfruttamento a scopo idropotabile. Principali Fondovalle Alpini/Appenninici (in evidenza i GWB compresi nella Provincia di Asti) GWB-FTO Fondovalle Toce - in fase di caratterizzazione (Progetto Regionale PRISMAS 3); GWB-FS Fondovalle Sesia - in fase di caratterizzazione (Progetto Regionale PRISMAS 3); GWB-FDB Fondovalle Dora Baltea in fase di caratterizzazione (Progetto Regionale PRISMAS 3); GWB-FDR Fondovalle Dora Riparia in fase di caratterizzazione (Progetto Regionale PRISMAS 3); GWB-FTA Fondovalle Tanaro - caratterizzato da pressioni di tipo agricolo diffuso e industriale puntuale. Sistemi Collinari e Montani (in evidenza i GWB compresi nella Provincia di Asti) AC Sistemi Acquiferi prevalentemente Carbonatici del Piemonte meridionale; CRI Sistema Cristallino Indifferenziato; AG (Apparati Glaciali) Anfiteatri morenici del Verbano, d’Ivrea e di Rivoli-Avigliana; PM (Pliocene Marino) sabbie di Asti, argille di Lugagnano e depositi indifferenziati del Pliocene; BTPS (Bacino Terziario Piemontese Sud) - Langhe Roero; BTPN (Bacino Terziario Piemontese Nord) – Monferrato. Le caratteristiche geo-litologiche di tale unità e la mancanza di informazioni su forme di utilizzo della risorsa propendono per considerarla sterile. Per quanto concerne le altre Unità di Bilancio (Acquiferi) le informazioni disponibili non permettono attualmente di configurare dei corpi idrici sotterranei ad essi collegati se non vengono prima acquisite informazioni sullo stato della risorsa disponibile/utilizzata. Figura 22 – Distribuzione dei GWB superficiali preliminari nelle aree di pianura del Piemonte Acqua terizzata da marginale impatto agricolo; GWB-S9 Pianura Alessandrina in destra Tanaro - caratterizzata da prevalente pressione agricola; GWB-S10 Pianura Casalese - caratterizzata da basso impatto antropico di tipo agricolo. 143 Figura 23 – Distribuzione dei GWB profondi preliminari nelle aree di pianura del Piemonte 144 Acqua Figura 24 – Distribuzione degli acquiferi (Unità di Bilancio) collinari e montani Caratterizzazione dei corpi idrici sotterranei La direttiva prevede che gli Stati membri effettuino una prima caratterizzazione di tutti i corpi idrici sotterranei allo scopo di valutarne gli utilizzi e appurare in che misura essi rischiano di non conseguire gli obiettivi fissati nell’art. 4 per ciascun corpo idrico sotterraneo. Ai fini di questa prima caratterizzazione, gli Stati membri possono raggruppare i corpi idrici sotterranei. Per l’analisi del rischio possono essere utilizzati i dati esistenti di tipo idrologico, geologico, pedologico, i dati relativi all’utilizzazione del suolo, degli scarichi, dei prelievi e di altro tipo. È stata quindi effettuata l’analisi delle pressioni del territorio tramite l’utilizzo di indicatori. A seguito di questa prima caratterizzazione, in conformità alla direttiva, è stato effettuato un ulteriore approfondimento per i corpi idrici, o gruppi di corpi idrici sotterranei, che siano stati definiti a rischio o probabilmente a rischio, al fine di valutare più precisamente l’entità del rischio in questione e di individuare le eventuali misure da attuare a norma dell’Art. 11. È stato quindi effettuata, in funzione della disponibilità di punti della rete, una valutazione degli impatti sulla matrice. Tale metodica più semplificata rispetto agli indirizzi normativi tiene conto del fatto che le attività propedeutiche al recepimento della direttiva erano state condotte in modo sperimentale e autonomo dalla Regione Piemonte prima dell’emanazione del decreto 30, fornendo in tal modo il supporto ai tavoli tecnici istituiti presso MATTM e ISPRA. I dati storici disponibili derivanti dalle attività di monitoraggio, uniti alle conoscenze geoscientifiche ed ambientali, hanno permesso di acquisire un livello conoscitivo/applicativo elevato sicuramente non in linea con la rimanente situazione italiana. Per questo, il provvedimento nazionale propone interpretazioni/soluzioni dell’impianto tecnico formulato dalla direttiva in un contesto più semplificato e più adatto a confrontarsi con la situazione italiana attuale. L’approccio metodologico seguito si colloca in una posizione intermedia rispetto alle indicazioni della direttiva e del D.Lgs 30/2009, dato che le elaborazioni erano già state avviate prima dell’emanazione del decreto. 11,9 R 3,9 N 3 0 R N 6,5 R 44,7 PR 2 3 R 0 N 7,3 R 20,3 R 10,4 R 0 N 3 0 R GWB-S1 68,6 R 0,3 PR 1,4 PR 5,6 N 3,1 PR 31,2 PR 1 4 R GWB-S10 61 R 0,26 PR 1,7 PR 5,7 N 2,8 PR 58,1 R 2 3 R GWB-S2 55,4 R 0,57 R 2 PR 7,5 N 1,9 N 76,8 R 3 1 R GWB-S3a 44,2 PR 0,29 PR 3 R 9 N 5,2 R 16,3 N 2 2 R GWB-S3b 30,1 PR 0,23 PR GWB-S4a 72,5 R 8,3 R 33,9 R 17,9 R 33,4 PR 3 3 R 0,19 N 2,2 PR 7,8 N 3,1 PR 37,8 PR 1 3 R GWB-S4b 84,4 GWB-S5a 77,3 R 0 N 0,9 N 3,7 N 2,2 PR 62,8 R 2 1 R R 0,11 N 1,4 PR 4,6 N 3 PR 70 R 2 2 R GWB-S5b 50,7 R 0,16 N 0,5 N 2,2 N 1,5 N 58,7 R 2 0 R GWB-S6 76,1 R 0,03 N 0,6 N 3,7 N 0,4 N 85,2 R 2 0 R GWB-S7 35,4 PR 0 N 0,7 N 4,8 N 0,8 N 49,7 PR 0 2 PR GWB-S8 86,8 R 0 N 0,3 N 3,3 N 0,9 N 56,5 R 2 0 R GWB-S9 76,6 R 0 N 2 PR 5,2 N 3,1 PR 49,6 PR 1 3 R Tabella 6 – Rischio pressioni GWB (in evidenza i GWB ricadenti in provincia di Asti) L’analisi delle pressioni indica come tutti i GWB risultino a rischio con l’eccezione del GWB-S7 (Pianura Cuneese in destra Stura di Demonte), in categoria probabilmente a rischio, e il fondovalle Dora Baltea (GWB-FDB), risultato non a rischio. Analizzando i singoli indicatori si nota come molti GWB siano a rischio, o probabilmente a rischio, relativamente alle aree agricole e al surplus di azoto, mentre le aree urbane o quelle adibite a discariche, cave, cantieri risultano poco rilevanti. Sistema acquifero collinare e montano (SACM) RISCHIO PRESSIONI R 7,4 n. indicatori Probabilmente a Rischio 23,7 n. indicatori a Rischio R PR Rischio Surplus di azoto 3,8 2,8 0 N 0,14 N 0 N 0,2 N 0 N 0,01 N 0 0 N 4,8 N 0,07 N 0,4 N 6,7 N 1,09 N 1,3 N 0 0 N 21 PR 0 N 0 N 0,8 N 0,37 N 3,4 N 0 1 N 0,1 N 0,09 N 0,1 N 0,9 N 0,21 N 0,04 N 0 0 N 26,3 PR 0,1 N 0 N 2 N 0,47 N 18,1 N 0 1 N Tabella 7 – Rischio pressioni Sistemi acquiferi collinari e montani In provincia di Asti tutti i GWB ricadono nella categoria a rischio, legato alla presenza di aree agricole, al surplus di azoto e alla presenza di siti contaminati. Tutti i sistemi acquiferi collinari e montani sono risultati non a rischio. Anche i singoli indicatori sono risultati tutti non a rischio con l’eccezione della percentuale di aree agricole per i sistemi BTPS–Langhe Roero e PMPliocene marino in categoria probabilmente a rischio. Sistema profondo Per quanto concerne le falde profonde, l’analisi delle pressioni a livello di GWB rappresenta un aspetto alquanto complesso che richiede una valutazione approfondita di vari fattori, alcuni dei quali non disponibili a scala regionale, che possono essere così sintetizzati: - entità delle pressioni che incidono sull’acquifero superficiale sovrastante; - numero di pozzi profondi e relative caratteristiche di completamento (il primo aspetto denota le pressioni di tipo quantitativo incidenti sulla risorsa e il secondo la possibilità che opere obsolete o con cementazioni precarie possano mettere in comunicazione gli acquiferi); - potenza e continuità laterale della superficie di inter- Acqua N Surplus di azoto kg/ha SACM 0 0,46 PR Rischio Siti contaminati R n. siti contaminati/100 kmq N 1 Rischio aree Urbane 1 3 % aree Urbane CLC 0 N Rischio aree Industriale e commerciale N -25 % aree Industriale e commerciale CLC 1,8 R n. indicatori a Rischio N Rischio Surplus di azoto 0 9,2 Surplus di azoto kg/ha GWB N 16,6 PR Rischio aree Urbane 3,8 R % aree Urbane CLC N 3,2 Rischio aree Discariche cave e cantieri N 0 R % aree Discariche cave e cantieri CLC 6,8 N Rischio aree Agricole GWB-FTO 0 1,03 AC acquiferi prev. carbonatici AG anfiteatri morenici BTPS Langhe Roero CRI cristallino indiff. PM Pliocene marino % aree agricole CLC R RISCHIO PRESSIONI N n. indicatori Probabilmente a Rischio 0 Rischio Siti contaminati GWB-FS GWB-FTA 63,9 n. siti contaminati/100 kmq N Rischio aree Industriale e commerciale 1,8 % aree Industriale e commerciale CLC GWB-FDR Rischio aree Discariche cave e cantieri Rischio aree Agricole GWB-FDB 10,2 PR % aree Discariche cave e cantieri CLC % aree agricole CLC GWB Analisi delle pressioni Sistema superficiale Nelle Tabelle seguenti sono riportati i valori degli indicatori calcolati per i GWB e per i sistemi acquiferi collinari e montani e la relativa categoria di rischio complessiva per le pressioni. 145 faccia tra acquifero superficiale e profondo che ne garantisce il livello di isolamento; - l’utilizzo di un metodo parametrico speditivo per la valutazione della vulnerabilità intrinseca dell’acquifero profondo rapportato a ciascun GWB. Rimandando ad una ulteriore fase di aggiornamento la valutazione del rischio sulla base delle pressioni per il sistema profondo, il rischio complessivo è stato attribuito solo sulla base dello stato verificato con i monitoraggi pregressi. Analisi dello stato Per i corpi idrici per i quali sono disponibili i dati di stato derivanti dal monitoraggio effettuato secondo il D.Lgs 152/99 e s.m. e i. è stata attribuita una categoria di rischio di non raggiungimento degli obiettivi di qualità; i punti di monitoraggio considerati sono quelli appartenenti alla rete 2008, mentre i dati utilizzati sono quelli relativi al biennio 2006/2007. La valutazione dello stato consente di confermare l’analisi del rischio effettuata sulla base delle pressioni e quindi di attribuire ad ogni punto e per tutti i GWB individuati la categoria di rischio complessiva di non raggiungimento degli obiettivi di qualità. Per la valutazione del rischio in base allo stato si è proceduto ad una categorizzazione dei singoli punti e dei GWB in tre categorie: a rischio, probabilmente a rischio e non a rischio. Inquinante Soglia intermedia Valore soglia Nitrati 25 mg/L 50 mg/L Prodotti fitosanitari 0,07 µg/L 0,1 µg/L VOC 7 µg/L 10 µg/L Cromo VI 3,5 µg/L 5 µg/L Nichel 14 µg/L 20 µg/L Piombo 7 µg/L 10 µg/L Rame 700 µg/L 1000 µg/L Zinco 2100 µg/L 3000 µg/L Tabella 8 – Valori soglia inquinanti 146 Acqua I punti con indice di stato 4, che presentano il superamento del valore soglia di almeno un parametro aggiuntivo o un valore medio di nitrati superiore a 50 mg/L, sono stati attribuiti direttamente nella categoria a rischio. Per gli altri punti è stato individuato un intervallo di concentrazioni prossime al valore soglia che implica la possibilità di superarlo. In presenza di parametri con valori compresi nell’intervallo definito il punto viene considerato probabilmente a rischio. Sono stati presi in considerazione i principali parametri che incidono sullo stato delle acque sotterranee: nitrati, prodotti fitosanitari, composti organoalogenati e metalli: CromoVI, Nichel, Piombo, Rame e Zinco. Punto a rischio Punto probabilmente a rischio Punto non a rischio dato medio almeno un inquinante > valore soglia dato medio almeno un inquinante > soglia intermedia in assenza di superamenti valori soglia Tutti gli inquinanti < alla soglia intermedia Tabella 9 – Criterio per l’attribuzione della categoria di rischio ai parametri considerati Per questi inquinanti è stata definita come soglia intermedia il 70% del valore soglia previsto dalla normativa. Per i nitrati è stato considerato un valore soglia di 25 mg/L corrispondente alla classe 3 del D.Lgs 152/99. Nella Tabella sono riportati gli intervalli definiti. Il superamento del valore soglia di almeno uno degli inquinanti considerati colloca il punto nella categoria a rischio. Se non sono presenti superamenti di valori soglia, la presenza di almeno uno degli inquinanti con valore medio superiore alla soglia intermedia colloca il punto nella categoria probabilmente a rischio. Questa categoria è stata altresì attribuita ai punti che presentavano anche solo uno dei metalli in classe 4-0 secondo il D.Lgs 152/99. Se tutti i valori medi degli inquinanti non superano la soglia intermedia, al punto in questione viene attribuita la categoria non a rischio. L’attribuzione della categoria di rischio per i vari parametri chimici considerati è quindi sintetizzata nella Tabella seguente. % area o punti in classe % area o punti in probabilmente a rischio classe a rischio Categoria di rischio GWB < 20% 0% non a rischio > 20% < 10% probabilmente a rischio > 20% > 10% a rischio Tabella 10 – Criterio di attribuzione delle categoria di rischio ai GWB Per passare dalla valutazione puntuale ad una analisi areale a livello di GWB, sono stati seguiti due criteri: 1. percentuale di punti a rischio e/o probabilmente a rischio nel GWB; 2. percentuale di area a rischio e/o probabilmente a rischio nel GWB. L’applicazione del secondo criterio prevede l’assegnazione di un’area d’influenza del punto, mediante un’interpolazione areale calcolata in ambiente GIS, ottenuta utilizzando il metodo dei poligoni di Thiessen. Una volta calcolata l’area di ciascun poligono, è stata attribuita la categoria di rischio individuata per ogni singolo punto. Sono state in seguito calcolate le percentuali di area relative alle tre categorie di rischio rispetto all’area totale del GWB. Il criterio utilizzato per la attribuzione della categoria di rischio per i GWB è riportato nella Tabella e tiene conto delle percentuali di punti a rischio e probabilmente a rischio. Sistema superficiale Nelle Figure seguenti è riportata la distribuzione territoriale dei punti per quanto riguarda i principali contaminanti (nitrati, prodotti fitosanitari e VOC). Figura 26 – Categoria di rischio puntuale, prodotti fitosanitari Acqua Figura 25 – Categoria di rischio puntuale, nitrati Secondo questa valutazione la categorizzazione del rischio dei corpi idrici ha dato i risultati riportati in Tabella. Con l’applicazione di questo criterio tutti i GWB sono risultati a rischio tranne due (FTA e S5b) Nella Tabella viene illustrata una comparazione tra le due modalità di definizione del rischio per lo stato. I risultati ottenuti mostrano una sostanziale coerenza tra i due criteri; infatti, solo nel GWB relativo alla valle Tanaro (FTA) si osservano delle discrepanze. Questo aspetto è giustificato dalle peculiari caratteristiche di questo GWB, che trattandosi tra l’altro di un fondovalle ha una densità di punti elevata e una distribuzione areale disomogenea. 147 I risultati ottenuti rilevano alcune differenze tra i criteri utilizzati con discrepanze per tre GWB che presentano una categoria di rischio migliore secondo il criterio areale (P1, P2, P5) rispetto a quello puntuale. GWB_S categoria di rischio % area categoria di rischio % punti (tramite poligoni di Thiessen) GWB-FTA probabilmente a rischio a rischio GWB-S1 a rischio a rischio GWB-S10 a rischio a rischio GWB-S2 a rischio a rischio GWB-S3a a rischio a rischio GWB-S3b a rischio a rischio GWB-S4a a rischio a rischio GWB-S4b a rischio a rischio GWB-S5a a rischio a rischio GWB-S5b probabilmente a rischio probabilmente a rischio/non a rischio GWB-S6 a rischio a rischio GWB-S7 a rischio a rischio GWB-S8 a rischio a rischio GWB-S9 a rischio a rischio Tabella 12 – Confronto tra i due criteri Figura 27 – Categoria di rischio puntuale, VOC Ai fini della valutazione del rischio sulla base dello stato e per l’attribuzione del rischio complessivo, sarà impiegata la categoria ottenuta utilizzando il criterio 2 (percentuale di area). GWB_S % punti a rischio GWB-FTA 14,3 % punti non % punti categoria di a rischio probabilmente rischio a rischio 50 35,7 a rischio GWB-S1 46,9 32,7 20,4 a rischio Tabella 11 – Percentuale di punti e categorie di rischio per GWB 148 Acqua Sistema profondo I GWB del sistema profondo di pianura sono omogeneamente distribuiti nelle tre categorie di rischio, due per ognuna. Per i GWB a rischio si è rilevato comunque una percentuale di punti critici più bassa rispetto al sistema superficiale. Nella Tabella è riportato il confronto tra i due criteri. Come osservato nel sistema superficiale, anche per questi GWB profondi, alcuni punti risultati a rischio sono raggruppati in settori dove la densità è più elevata; quindi, l’area d’influenza risulta più piccola e complessivamente meno incidente. GWB_P categoria di rischio %area categoria di rischio %punti GWB-P1 non a rischio probabilmente a rischio GWB-P2 probabilmente a rischio a rischio GWB-P3 non a rischio non a rischio GWB-P4 a rischio a rischio GWB-P5 non a rischio probabilmente a rischio GWB-P6 non a rischio non a rischio Tabella 13 – Confronto tra i due criteri Ai fini della valutazione del rischio sulla base dello stato e per l’attribuzione del rischio complessivo è stata utilizzata la categoria ottenuta con il criterio 2 (percentuale di area). Stato Pressioni A rischio Prob a rischio Non a rischio A rischio Prob a rischio Prob a rischio Prob a rischio A rischio Prob a rischio Prob a rischio Non a rischio * Prob a rischio Non a rischio A rischio Tabella 14 – Matrice di calcolo lutazione dello stato. Nella Tabella seguente sono riportati i risultati della valutazione del rischio determinata per i GWB del sistema superficiale e profondo e per i sistemi acquiferi collinari e montani. Per i GWB dei quali è disponibile una valutazione del rischio completa (sistema superficiale) si è evidenziata una situazione generalizzata di criticità con una corrispondenza tra la categoria del rischio da pressioni e quella del rischio da stato; solo 3 GWB su 14 (FTA, S5b e S7) hanno mostrato una situazione ancora non consolidata e da verificare con i futuri monitoraggi e/o con ulteriori valutazioni. Nella Tabella 15 è illustrata la valutazione del rischio complessivo, sulla base delle pressioni e dello stato per il sistema superficiale, con il dettaglio del risultato puntuale. GWB CATEGORIA CATEGORIA RISCHIO PRESSIONI RISCHIO STATO RISCHIO COMPLESSIVO GWB-FDB non a rischio n.d. non a rischio GWB-FDR a rischio n.d. a rischio GWB-FS a rischio n.d. a rischio GWB-FTA a rischio probabilmente a rischio probabilmente a rischio GWB-FTO a rischio n.d. a rischio GWB-S1 a rischio a rischio a rischio GWB-S10 a rischio a rischio a rischio GWB-S2 a rischio a rischio a rischio GWB-S3a a rischio a rischio a rischio GWB-S3b a rischio a rischio a rischio GWB-S4a a rischio a rischio a rischio GWB-S4b a rischio a rischio a rischio GWB-S5a a rischio a rischio a rischio GWB-S5b a rischio probabilmente a rischio probabilmente a rischio GWB-S6 a rischio a rischio a rischio GWB-S7 probabilmente a rischio a rischio a rischio GWB-S8 a rischio a rischio a rischio GWB-S9 a rischio a rischio a rischio GWB-P1 n.d. non a rischio non a rischio GWB-P2 n.d. probabilmente a rischio probabilmente a rischio GWB-P3 n.d. non a rischio non a rischio GWB-P4 n.d. a rischio a rischio GWB-P5 n.d. non a rischio non a rischio GWB-P6 n.d. non a rischio non a rischio AC acquiferi non a rischio prev. carbonatici n.d. non a rischio AG anfiteatri morenici non a rischio n.d. non a rischio BTPS - Langhe Roero non a rischio n.d. non a rischio CRI cristallino indiff. non a rischio n.d. non a rischio PM Pliocene marino non a rischio n.d. non a rischio Tabella 15 – Rischio complessivo Acqua Rischio complessivo La stima complessiva, che tiene conto del rischio basato sulle pressioni, integrato con la valutazione dello stato, è stata proposta per i GWB del sistema acquifero superficiale di pianura e del fondovalle Tanaro (FTA) dove sono disponibili sia i dati di pressione che di stato. Nella Tabella è riportata la matrice di calcolo per la valutazione integrata pressioni-stato. Nel caso in cui lo stato e le pressioni risultino a rischio/ probabilmente a rischio, o viceversa, prevale la categoria attribuita allo stato. Per i GWB degli altri fondovalle alpini appenninici e per i sistemi collinari e montani il rischio complessivo è stato determinato solo con la valutazione delle pressioni. Per i GWB del Sistema acquifero profondo di pianura il rischio complessivo è stato determinato solo con la va- 149 Figura 29 – Distribuzione territoriale dei punti di monitoraggio, rete superficiale Figura 28 – Valutazione del rischio complessivo 150 Acqua Adeguamento della rete di monitoraggio regionale L’attuale rete regionale qualitativa ha caratteristiche tali da renderla nel complesso coerente alle finalità delle direttiva 2000/60/CE e 2006/118/CE e a quanto indicato nel D.Lgs 30/2009. Per tale motivo la rete di monitoraggio 2009, che rappresenta il risultato dell’adeguamento alla WFD, ha mantenuto come nucleo centrale quella del 2008 ed è costituita da circa 598 punti, dei quali 391 riferiti al sistema superficiale freatico e 207 al sistema profondo confinato o semiconfinato. Fanno parte della rete 115 punti (112 del sistema superficiale e 3 di quello profondo) composti da piezometri strumentati per il monitoraggio in continuo della soggiacenza sui quali vengono altresì effettuati i prelievi per la determinazione analitiche qualitative. La rete in provincia di Asti rimane immutata. Figura 30 – Distribuzione territoriale dei punti di monitoraggio, rete profonda AdB PO AAPP AIPO APAT Autorità di bacino del fiume Po Aree Protette Agenzia Interregionale per il Po Agenzia per la Protezione dell’Ambiente e per i Servizi Tecnici ARPA Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente ATO Ambiti Territoriali Ottimali CE Comunità Europea CdF Contratto di Fiume CI Corpo Idrico CIS Common Implementation Strategy for the water Framework Directive (2000/60/EC) COM Commissione Europea DQA Direttiva Quadro Acque 2000/60/CE MATTM Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare MIPAF Ministero delle Politiche Agricole e Forestali PAC Politica Agricola Comunitaria PAI Piano per l’Assetto Idrogeologico del bacino del fiume Po PdG Piano di Gestione del distretto idrografico P/P Piani e programmi PSFF Piano Stralcio per le Fasce Fluviali PSE Piano Stralcio per il controllo dell’Eutrofizzazione PSN Piano Strategico Nazionale per lo sviluppo rurale PRSR Piano Regionale di Sviluppo Rurale PTA Piano di Tutela delle Acque RA Rapporto Ambientale RRN Rete Rurale Nazionale SACA Stato Ambientale dei corsi d’acqua ai sensi del D.lgs 152/99 SAL Stato Ambientale dei laghi ai sensi del D.lgs 152/99 SAU Superficie Agricola Utilizzata SECA Stato Ecologico dei corsi d’acqua ai sensi del D.lgs 152/99 SEL Stato Ecologico dei laghi ai sensi del D.lgs 152/99 SIC smi VAS VIncA ZPS ZSC WFD Sito di Interesse Comunitario successive modifiche ed integrazioni Valutazione Ambientale Strategica Valutazione di Incidenza Ambientale Zona di Protezione Speciale Zona Speciale di Conservazione Water Framework Directive (DQA) Acqua Acronimi e abbreviazioni 151 Riferimenti bibliografici AA.VV., IVth International Conference on RIVER RESTORATION 2008, CIRF e ECRR, ed. B. Gumiero, M. Rinaldi, B. Fokkens; AA.VV., Concorso di progettazione. Contratto di Fiume del bacino del Torrente Sangone Masterplan del Piano d’Azione. IDRA Immaginare Decidere Riqualificare Agire/ II edizione, 2008-2009 Provincia di Torino. AA.VV., Documentazione preliminare del Contratto di Fiume Agogna. AA.VV., Il Contratto di Fiume del Bacino del Torrente Sangone, 2010 Edizioni provincia di Torino, maggio 2010; AA.VV., Il Parco Lura, il riscatto di un fiume, 2008 Cadorago; AA.VV., Il fiume Po, Piemonte Parchi, le guide n.2, ed. Regione Piemonte, aprile 2009; AA.VV., La riqualificazione fluviale in Italia. Linee guida, strumenti ed esperienze per gestire i corsi d’acqua e il territorio. Collezione CIRF, 2006 Mazzani Editori, Venezia. AA.VV., Piano di Tutela delle Acque, Regione Piemonte, Direzione Ambiente, anno 2007. Centro Tematico Nazionale Acque interne e marino costiere – Caratterizzazione della fascia riparia come struttura critica del corridoio ecotonale – a cura di APPA Trento AA.VV., Riqualificazione fluviale. Numero zero/2008. CIRF. AA.VV., Riqualificazione fluviale. Numero 1/2009. CIRF. AA.VV., Riqualificazione fluviale. Numero 2/2009. CIRF. AA.VV., Stato di attuazione del PTA. Relazione al Consiglio Regionale: relazione generale. Ed. Regione Piemonte, settembre 2010; AA.VV., Stato di attuazione del PTA. Relazione al Consiglio Regionale: documento di sintesi. Ed. Regione Piemonte, settembre 2010; CIRF – La riqualificazione fluviale in Italia, 2006 Mazzanti Editori E. Custodio e R. Llamas – Idrologia sotterranea, 2005 Ed. Flaccovio 152 Acqua O. Turitto e C.G. Cirio – Mobilità planimetrica di un alveo fluviale e condizionamento imposto dall’uomo” - “L’Acqua” 2/2007 Note: lia siti odigenis aspis quunt ea volupta si volupta quiamet, odi antionet quis reptincid quatur, conseque nonsecessi tem ratuplabo. Nequid moluten dendae et faccus, testrumetur, quo dolorunt facculparum aut ad qui consenimi, ut as alibus es et iur, assimpos dunt. Obist quidelesed modia coreption nisi consend ucidenitia cusa quasinc itius, que consequam non et iusda disime molorep erumquatur? Pa sim inus, officiuntis natempos escipsum dolorib usciat asitae quiatem eicatet quiatus cientureium ilis aut res id quiscil eat in nobis et latur aditenes doluptiis mos assimpellia siti odigenis aspis quunt ea volupta si volupta quiamet, odi antionet quis reptincid quatur, conseque nonsecessi tem ratur mod quatur, officiam qui si nis veliquas ma natur, sit alibus, seritat.uis voluptius dolupta as dictotatusci aut quaspicia doluptium hic te quas sinvent expeditaquam im quatinc imodit, voluptia estotaspit et pe volestem. Nam que aut voluptur? Sedis dolores toreprovitem fugiat quia debit ut voluptur? Epra di beaquameture volupturerum susto et aliquibus alignam a enientibus sim se nem accum lant adictent estet, que niam eossita tiorest runtus acearum aristiam facitae volorerferae velles asita pligenis ad qui con et as ex enem. Temperrum cor mo ilis aliquiam, tem se peditatatam, unt, seque de elitibus, inciusc iendio voles senis nimus aliquam liqui officit atempor ehentibus, sum quibusiatem eicatet quiatus cientureium ilis aut res id quiscil eat in nobis et latur aditenes doluptiis mos assimpellia siti odigenis aspis quunt ea volupta si volupta quiamet, odi antionet quis reptincid quatur, conseque nonsecessi tem ratuplabo. Nequid moluten dendae et faccus, testrumetur, quo dolorunt facculparum aut ad qui consenimi, ut as alibus es et iur, assimpos dunt. Obist quidelesed modia coreption nisi consend ucidenitia cusa quasinc itius, que consequam non et iusda disime molorep erumquatur? Pa sim inus, officiuntis natempos escipsum dolorib usciat asitae quiatem eicatet quiatus cientureium ilis aut res id quiscil eat in nobis et latur aditenes doluptiis mos assimpellia siti odigenis aspis quunt ea volupta si volupta quiamet, odi antionet quis reptincid quatur, conseque nonsecessi tem ratur mod quatur, officiam qui si nis veliquas ma natur, sit alibus, seritat.uis voluptius dolupta as dictotatusci aut quaspicia doluptium hic te quas sin- Paesaggio spit et pe volestem. Nam que aut voluptur? Sedis dolores toreprovitem fugiat quia debit ut voluptur? Epra di beaquameture volupturerum susto et aliquibus alignam a enientibus sim se nem accum lant adictent estet, que niam eossita tiorest runtus acearum aristiam facitae volorerferae velles asita pligenis ad qui con et as ex enem. Temperrum cor mo ilis aliquiam, tem se peditatatam, unt, seque de elitibus, inciusc iendio voles senis nimus aliquam liqui officit atempor ehentibus, sum quibusiatem eicatet quiatus cientureium ilis aut res id quiscil eat in nobis et latur aditenes doluptiis mos assimpellia siti odigenis aspis quunt ea volupta si volupta quiamet, odi antionet quis reptincid quatur, conseque nonsecessi tem ratur mod quatur, officiam qui si nis veliquas ma natur, sit alibus, seritat.uis voluptius dolupta as dictotatusci aut quaspicia doluptium hic te quas sinvent expeditaquam im quatinc imodit, voluptia estotaspit et pe volestem. Nam que aut voluptuplabo. Nequid moluten dendae et faccus, testrumetur, quo dolorunt facculparum aut ad qui consenimi, ut as alibus es et iur, assimpos dunt. Obist quidelesed modia coreption nisi consend ucidenitia cusa quasinc itius, que consequam non et iusda disime molorep erumquatur? Pa sim inus, officiuntis natempos escipsum dolorib usciat asitae quiatem eicatet quiatus cientureium ilis aut res id quiscil eat in nobis et latur aditenes doluptiis mos assimpellia siti odigenis aspis quunt ea volupta si volupta quiamet, odi antionet quis reptincid quatur, conseque nonsecessi tem ratur mod quatur, officiam qui si nis veliquas ma natur, sit alibus, seritat.uis voluptius dolupta as dictotatusci aut quaspicia doluptium hic te quas sinvent expeditaquam im quatinc imodit, voluptia estotaspit et pe volestem. Nam que aut voluptur? Sedis dolores toreprovitem fugiat quia debit ut voluptur? Epra di beaquameture volupturerum susto et aliquibus alignam a enientibus sim se nem accum lant adictent estet, que niam eossita tiorest runtus acearum aristiam facitae volorerferae velles asita pligenis ad qui con et as ex enem. Temperrum cor mo ilis aliquiam, tem se peditatatam, unt, seque de elitibus, inciusc iendio voles senis nimus aliquam liqui officit atempor ehentibus, sum quibusiatem eicatet quiatus cientureium ilis aut res id quiscil eat in nobis et latur aditenes doluptiis mos assimpel- 153 R 154 Paesaggio at aliquae doluptae sit facia ditem fugiam, am niae sinciist fuga. Itas alit, cuptat modi dolectat ut et lati quae. Borro optat veliquid maximpo ssitiusaes adi ut et aliaspiet harupta tiorro tectotatio earitat emolorrovid moloreperore reium andam nem vollo dolorepudam fuga. Et re la ventius ent eveleni muscimaio tem harciis autem. Nequatu sanditae cust esed ut quia sus exceat lacerum que cus entem harum expedi ullenim usapel ex erume latae dolorissus, si acesequ amentiur rem andit peribuscias adiam con plabores quatat. Mus. Orehend igendis ni consequ amustotatur, as recae ipsumquam si repro molorio nsequi quis parum quidentis es asimosa pedit, aut ex et auditibus volorro voloria comnime exeri aut faceaquatur? At reium qui totasim agnata parum facest in cone di con explabo. Nequid moluten dendae et faccus, testrumetur, quo dolorunt facculparum aut ad qui consenimi, ut as alibus es et iur, assimpos dunt. Obist quidelesed modia coreption nisi consend ucidenitia cusa quasinc itius, que consequam non et iusda disime molorep erumquatur? Pa sim inus, officiuntis natempos escipsum dolorib usciat asitae quiatem eicatet quiatus cientureium ilis aut res id quiscil eat in nobis et latur aditenes doluptiis mos assimpellia siti odigenis aspis quunt ea volupta si volupta quiamet, odi antionet quis reptincid quatur, conseque nonsecessi tem ratur mod quatur, officiam qui si nis veliquas ma natur, sit alibus, seritat.uis voluptius dolupta as dictotatusci aut quaspicia doluptium hic te quas sinvent expeditaquam im quatinc imodit, voluptia estotaspit et pe volestem. Nam que aut voluptur? Sedis dolores toreprovitem fugiat quia debit ut voluptur? Epra di beaquameture volupturerum susto et aliquibus alignam a enientibus sim se nem accum lant adictent estet, que niam eossita tiorest runtus acearum aristiam facitae volorerferae velles asita pligenis ad qui con et as ex enem. Temperrum cor mo ilis aliquiam, tem se peditatatam, unt, seque de elitibus, inciusc iendio voles senis nimus aliquam liqui officit atempor ehentibus, sum quibusiatem eicatet quiatus cientureium ilis aut res id quiscil eat in nobis et latur aditenes doluptiis mos assimpellia siti odigenis aspis quunt ea volupta si volupta quiamet, odi antionet quis reptincid quatur, conseque nonsecessi tem ratuplabo. Nequid moluten dendae et faccus, testrumetur, quo dolorunt facculparum aut ad qui consenimi, ut as alibus es et iur, assimpos dunt. Obist quidelesed modia coreption nisi consend ucidenitia cusa quasinc itius, que consequam non et iusda disime molorep erumquatur? Pa sim inus, officiuntis natempos escipsum dolorib usciat asitae quiatem eicatet quiatus cientureium ilis aut res id quiscil eat in nobis et latur aditenes doluptiis mos assimpellia siti odigenis aspis quunt ea volupta si volupta quiamet, odi antionet quis reptincid quatur, conseque nonsecessi tem ratur mod quatur, officiam qui si nis veliquas ma natur, sit alibus, seritat.uis voluptius dolupta as dictotatusci aut quaspicia doluptium hic te quas sinvent expeditaquam im quatinc imodit, voluptia estotaspit et pe volestem. Nam que aut voluptur? Sedis dolores toreprovitem fugiat quia debit ut voluptur? Epra di beaquameture volupturerum susto et aliquibus alignam a enientibus sim se nem accum lant adictent estet, que niam eossita tiorest runtus acearum aristiam facitae volorerferae velles asita pligenis ad qui con et as ex enem. Temperrum cor mo ilis aliquiam, tem se peditatatam, unt, seque de elitibus, inciusc iendio voles senis nimus aliquam liqui officit atempor ehentibus, sum quibusiatem eicatet quiatus cientureium ilis aut res id quiscil eat in nobis et latur aditenes doluptiis mos assimpellia siti odigenis aspis quunt ea volupta si volupta quiamet, odi antionet quis reptincid quatur, conseque nonsecessi tem ratuplabo. Nequid moluten dendae et faccus, testrumetur, quo dolorunt facculparum aut ad qui consenimi, ut as alibus es et iur, assimpos dunt. Obist quidelesed modia coreption nisi consend ucidenitia cusa quasinc itius, que consequam non et iusda disime molorep erumquatur? Pa sim inus, officiuntis natempos escipsum dolorib usciat asitae quiatem eicatet quiatus cientureium ilis aut res id quiscil eat in nobis et latur aditenes doluptiis mos assimpellia siti odigenis aspis quunt ea volupta si volupta quiamet, odi antionet quis reptincid quatur, conseque nonsecessi tem ratur mod quatur, officiam qui si nis veliquas ma natur, sit alibus, seritat.uis voluptius dolupta as dictotatusci aut quaspicia doluptium hic te quas sinvent expeditaquam im quatinc imodit, voluptia estota- lia siti odigenis aspis quunt ea volupta si volupta quiamet, odi antionet quis reptincid quatur, conseque nonsecessi tem ratuplabo. Nequid moluten dendae et faccus, testrumetur, quo dolorunt facculparum aut ad qui consenimi, ut as alibus es et iur, assimpos dunt. Obist quidelesed modia coreption nisi consend ucidenitia cusa quasinc itius, que consequam non et iusda disime molorep erumquatur? Pa sim inus, officiuntis natempos escipsum dolorib usciat asitae quiatem eicatet quiatus cientureium ilis aut res id quiscil eat in nobis et latur aditenes doluptiis mos assimpellia siti odigenis aspis quunt ea volupta si volupta quiamet, odi antionet quis reptincid quatur, conseque nonsecessi tem ratur mod quatur, officiam qui si nis veliquas ma natur, sit alibus, seritat.uis voluptius dolupta as dictotatusci aut quaspicia doluptium hic te quas sinvent expeditaquam im quatinc imodit, voluptia estotaspit et pe volestem. Nam que aut voluptur? Sedis dolores toreprovitem fugiat quia debit ut voluptur? Epra di beaquameture volupturerum susto et aliquibus alignam a enientibus sim se nem accum lant adictent estet, que niam eossita tiorest runtus acearum aristiam facitae volorerferae velles asita pligenis ad qui con et as ex enem. Temperrum cor mo ilis aliquiam, tem se peditatatam, unt, seque de elitibus, inciusc iendio voles senis nimus aliquam liqui officit atempor ehentibus, sum quibusiatem eicatet quiatus cientureium ilis aut res id quiscil eat in nobis et latur aditenes doluptiis mos assimpellia siti odigenis aspis quunt ea volupta si volupta quiamet, odi antionet quis reptincid quatur, conseque nonsecessi tem ratuplabo. Nequid moluten dendae et faccus, testrumetur, quo dolorunt facculparum aut ad qui consenimi, ut as alibus es et iur, assimpos dunt. Obist quidelesed modia coreption nisi consend ucidenitia cusa quasinc itius, que consequam non et iusda disime molorep erumquatur? Pa sim inus, officiuntis natempos escipsum dolorib usciat asitae quiatem eicatet quiatus cientureium ilis aut res id quiscil eat in nobis et latur aditenes doluptiis mos assimpellia siti odigenis aspis quunt ea volupta si volupta quiamet, odi antionet quis reptincid quatur, conseque nonsecessi tem ratur mod quatur, officiam qui si nis veliquas ma natur, sit alibus, seritat.uis voluptius dolupta as dictotatusci aut quaspicia doluptium hic te quas sin- Paesaggio spit et pe volestem. Nam que aut voluptur? Sedis dolores toreprovitem fugiat quia debit ut voluptur? Epra di beaquameture volupturerum susto et aliquibus alignam a enientibus sim se nem accum lant adictent estet, que niam eossita tiorest runtus acearum aristiam facitae volorerferae velles asita pligenis ad qui con et as ex enem. Temperrum cor mo ilis aliquiam, tem se peditatatam, unt, seque de elitibus, inciusc iendio voles senis nimus aliquam liqui officit atempor ehentibus, sum quibusiatem eicatet quiatus cientureium ilis aut res id quiscil eat in nobis et latur aditenes doluptiis mos assimpellia siti odigenis aspis quunt ea volupta si volupta quiamet, odi antionet quis reptincid quatur, conseque nonsecessi tem ratur mod quatur, officiam qui si nis veliquas ma natur, sit alibus, seritat.uis voluptius dolupta as dictotatusci aut quaspicia doluptium hic te quas sinvent expeditaquam im quatinc imodit, voluptia estotaspit et pe volestem. Nam que aut voluptuplabo. Nequid moluten dendae et faccus, testrumetur, quo dolorunt facculparum aut ad qui consenimi, ut as alibus es et iur, assimpos dunt. Obist quidelesed modia coreption nisi consend ucidenitia cusa quasinc itius, que consequam non et iusda disime molorep erumquatur? Pa sim inus, officiuntis natempos escipsum dolorib usciat asitae quiatem eicatet quiatus cientureium ilis aut res id quiscil eat in nobis et latur aditenes doluptiis mos assimpellia siti odigenis aspis quunt ea volupta si volupta quiamet, odi antionet quis reptincid quatur, conseque nonsecessi tem ratur mod quatur, officiam qui si nis veliquas ma natur, sit alibus, seritat.uis voluptius dolupta as dictotatusci aut quaspicia doluptium hic te quas sinvent expeditaquam im quatinc imodit, voluptia estotaspit et pe volestem. Nam que aut voluptur? Sedis dolores toreprovitem fugiat quia debit ut voluptur? Epra di beaquameture volupturerum susto et aliquibus alignam a enientibus sim se nem accum lant adictent estet, que niam eossita tiorest runtus acearum aristiam facitae volorerferae velles asita pligenis ad qui con et as ex enem. Temperrum cor mo ilis aliquiam, tem se peditatatam, unt, seque de elitibus, inciusc iendio voles senis nimus aliquam liqui officit atempor ehentibus, sum quibusiatem eicatet quiatus cientureium ilis aut res id quiscil eat in nobis et latur aditenes doluptiis mos assimpel- 155 R 156 Paesaggio at aliquae doluptae sit facia ditem fugiam, am niae sinciist fuga. Itas alit, cuptat modi dolectat ut et lati quae. Borro optat veliquid maximpo ssitiusaes adi ut et aliaspiet harupta tiorro tectotatio earitat emolorrovid moloreperore reium andam nem vollo dolorepudam fuga. Et re la ventius ent eveleni muscimaio tem harciis autem. Nequatu sanditae cust esed ut quia sus exceat lacerum que cus entem harum expedi ullenim usapel ex erume latae dolorissus, si acesequ amentiur rem andit peribuscias adiam con plabores quatat. Mus. Orehend igendis ni consequ amustotatur, as recae ipsumquam si repro molorio nsequi quis parum quidentis es asimosa pedit, aut ex et auditibus volorro voloria comnime exeri aut faceaquatur? At reium qui totasim agnata parum facest in cone di con explabo. Nequid moluten dendae et faccus, testrumetur, quo dolorunt facculparum aut ad qui consenimi, ut as alibus es et iur, assimpos dunt. Obist quidelesed modia coreption nisi consend ucidenitia cusa quasinc itius, que consequam non et iusda disime molorep erumquatur? Pa sim inus, officiuntis natempos escipsum dolorib usciat asitae quiatem eicatet quiatus cientureium ilis aut res id quiscil eat in nobis et latur aditenes doluptiis mos assimpellia siti odigenis aspis quunt ea volupta si volupta quiamet, odi antionet quis reptincid quatur, conseque nonsecessi tem ratur mod quatur, officiam qui si nis veliquas ma natur, sit alibus, seritat.uis voluptius dolupta as dictotatusci aut quaspicia doluptium hic te quas sinvent expeditaquam im quatinc imodit, voluptia estotaspit et pe volestem. Nam que aut voluptur? Sedis dolores toreprovitem fugiat quia debit ut voluptur? Epra di beaquameture volupturerum susto et aliquibus alignam a enientibus sim se nem accum lant adictent estet, que niam eossita tiorest runtus acearum aristiam facitae volorerferae velles asita pligenis ad qui con et as ex enem. Temperrum cor mo ilis aliquiam, tem se peditatatam, unt, seque de elitibus, inciusc iendio voles senis nimus aliquam liqui officit atempor ehentibus, sum quibusiatem eicatet quiatus cientureium ilis aut res id quiscil eat in nobis et latur aditenes doluptiis mos assimpellia siti odigenis aspis quunt ea volupta si volupta quiamet, odi antionet quis reptincid quatur, conseque nonsecessi tem ratuplabo. Nequid moluten dendae et faccus, testrumetur, quo dolorunt facculparum aut ad qui consenimi, ut as alibus es et iur, assimpos dunt. Obist quidelesed modia coreption nisi consend ucidenitia cusa quasinc itius, que consequam non et iusda disime molorep erumquatur? Pa sim inus, officiuntis natempos escipsum dolorib usciat asitae quiatem eicatet quiatus cientureium ilis aut res id quiscil eat in nobis et latur aditenes doluptiis mos assimpellia siti odigenis aspis quunt ea volupta si volupta quiamet, odi antionet quis reptincid quatur, conseque nonsecessi tem ratur mod quatur, officiam qui si nis veliquas ma natur, sit alibus, seritat.uis voluptius dolupta as dictotatusci aut quaspicia doluptium hic te quas sinvent expeditaquam im quatinc imodit, voluptia estotaspit et pe volestem. Nam que aut voluptur? Sedis dolores toreprovitem fugiat quia debit ut voluptur? Epra di beaquameture volupturerum susto et aliquibus alignam a enientibus sim se nem accum lant adictent estet, que niam eossita tiorest runtus acearum aristiam facitae volorerferae velles asita pligenis ad qui con et as ex enem. Temperrum cor mo ilis aliquiam, tem se peditatatam, unt, seque de elitibus, inciusc iendio voles senis nimus aliquam liqui officit atempor ehentibus, sum quibusiatem eicatet quiatus cientureium ilis aut res id quiscil eat in nobis et latur aditenes doluptiis mos assimpellia siti odigenis aspis quunt ea volupta si volupta quiamet, odi antionet quis reptincid quatur, conseque nonsecessi tem ratuplabo. Nequid moluten dendae et faccus, testrumetur, quo dolorunt facculparum aut ad qui consenimi, ut as alibus es et iur, assimpos dunt. Obist quidelesed modia coreption nisi consend ucidenitia cusa quasinc itius, que consequam non et iusda disime molorep erumquatur? Pa sim inus, officiuntis natempos escipsum dolorib usciat asitae quiatem eicatet quiatus cientureium ilis aut res id quiscil eat in nobis et latur aditenes doluptiis mos assimpellia siti odigenis aspis quunt ea volupta si volupta quiamet, odi antionet quis reptincid quatur, conseque nonsecessi tem ratur mod quatur, officiam qui si nis veliquas ma natur, sit alibus, seritat.uis voluptius dolupta as dictotatusci aut quaspicia doluptium hic te quas sinvent expeditaquam im quatinc imodit, voluptia estota- lia siti odigenis aspis quunt ea volupta si volupta quiamet, odi antionet quis reptincid quatur, conseque nonsecessi tem ratuplabo. Nequid moluten dendae et faccus, testrumetur, quo dolorunt facculparum aut ad qui consenimi, ut as alibus es et iur, assimpos dunt. Obist quidelesed modia coreption nisi consend ucidenitia cusa quasinc itius, que consequam non et iusda disime molorep erumquatur? Pa sim inus, officiuntis natempos escipsum dolorib usciat asitae quiatem eicatet quiatus cientureium ilis aut res id quiscil eat in nobis et latur aditenes doluptiis mos assimpellia siti odigenis aspis quunt ea volupta si volupta quiamet, odi antionet quis reptincid quatur, conseque nonsecessi tem ratur mod quatur, officiam qui si nis veliquas ma natur, sit alibus, seritat.uis voluptius dolupta as dictotatusci aut quaspicia doluptium hic te quas sinvent expeditaquam im quatinc imodit, voluptia estotaspit et pe volestem. Nam que aut voluptur? Sedis dolores toreprovitem fugiat quia debit ut voluptur? Epra di beaquameture volupturerum susto et aliquibus alignam a enientibus sim se nem accum lant adictent estet, que niam eossita tiorest runtus acearum aristiam facitae volorerferae velles asita pligenis ad qui con et as ex enem. Temperrum cor mo ilis aliquiam, tem se peditatatam, unt, seque de elitibus, inciusc iendio voles senis nimus aliquam liqui officit atempor ehentibus, sum quibusiatem eicatet quiatus cientureium ilis aut res id quiscil eat in nobis et latur aditenes doluptiis mos assimpellia siti odigenis aspis quunt ea volupta si volupta quiamet, odi antionet quis reptincid quatur, conseque nonsecessi tem ratuplabo. Nequid moluten dendae et faccus, testrumetur, quo dolorunt facculparum aut ad qui consenimi, ut as alibus es et iur, assimpos dunt. Obist quidelesed modia coreption nisi consend ucidenitia cusa quasinc itius, que consequam non et iusda disime molorep erumquatur? Pa sim inus, officiuntis natempos escipsum dolorib usciat asitae quiatem eicatet quiatus cientureium ilis aut res id quiscil eat in nobis et latur aditenes doluptiis mos assimpellia siti odigenis aspis quunt ea volupta si volupta quiamet, odi antionet quis reptincid quatur, conseque nonsecessi tem ratur mod quatur, officiam qui si nis veliquas ma natur, sit alibus, seritat.uis voluptius dolupta as dictotatusci aut quaspicia doluptium hic te quas sin- Paesaggio spit et pe volestem. Nam que aut voluptur? Sedis dolores toreprovitem fugiat quia debit ut voluptur? Epra di beaquameture volupturerum susto et aliquibus alignam a enientibus sim se nem accum lant adictent estet, que niam eossita tiorest runtus acearum aristiam facitae volorerferae velles asita pligenis ad qui con et as ex enem. Temperrum cor mo ilis aliquiam, tem se peditatatam, unt, seque de elitibus, inciusc iendio voles senis nimus aliquam liqui officit atempor ehentibus, sum quibusiatem eicatet quiatus cientureium ilis aut res id quiscil eat in nobis et latur aditenes doluptiis mos assimpellia siti odigenis aspis quunt ea volupta si volupta quiamet, odi antionet quis reptincid quatur, conseque nonsecessi tem ratur mod quatur, officiam qui si nis veliquas ma natur, sit alibus, seritat.uis voluptius dolupta as dictotatusci aut quaspicia doluptium hic te quas sinvent expeditaquam im quatinc imodit, voluptia estotaspit et pe volestem. Nam que aut voluptuplabo. Nequid moluten dendae et faccus, testrumetur, quo dolorunt facculparum aut ad qui consenimi, ut as alibus es et iur, assimpos dunt. Obist quidelesed modia coreption nisi consend ucidenitia cusa quasinc itius, que consequam non et iusda disime molorep erumquatur? Pa sim inus, officiuntis natempos escipsum dolorib usciat asitae quiatem eicatet quiatus cientureium ilis aut res id quiscil eat in nobis et latur aditenes doluptiis mos assimpellia siti odigenis aspis quunt ea volupta si volupta quiamet, odi antionet quis reptincid quatur, conseque nonsecessi tem ratur mod quatur, officiam qui si nis veliquas ma natur, sit alibus, seritat.uis voluptius dolupta as dictotatusci aut quaspicia doluptium hic te quas sinvent expeditaquam im quatinc imodit, voluptia estotaspit et pe volestem. Nam que aut voluptur? Sedis dolores toreprovitem fugiat quia debit ut voluptur? Epra di beaquameture volupturerum susto et aliquibus alignam a enientibus sim se nem accum lant adictent estet, que niam eossita tiorest runtus acearum aristiam facitae volorerferae velles asita pligenis ad qui con et as ex enem. Temperrum cor mo ilis aliquiam, tem se peditatatam, unt, seque de elitibus, inciusc iendio voles senis nimus aliquam liqui officit atempor ehentibus, sum quibusiatem eicatet quiatus cientureium ilis aut res id quiscil eat in nobis et latur aditenes doluptiis mos assimpel- 157 R 158 Paesaggio at aliquae doluptae sit facia ditem fugiam, am niae sinciist fuga. Itas alit, cuptat modi dolectat ut et lati quae. Borro optat veliquid maximpo ssitiusaes adi ut et aliaspiet harupta tiorro tectotatio earitat emolorrovid moloreperore reium andam nem vollo dolorepudam fuga. Et re la ventius ent eveleni muscimaio tem harciis autem. Nequatu sanditae cust esed ut quia sus exceat lacerum que cus entem harum expedi ullenim usapel ex erume latae dolorissus, si acesequ amentiur rem andit peribuscias adiam con plabores quatat. Mus. Orehend igendis ni consequ amustotatur, as recae ipsumquam si repro molorio nsequi quis parum quidentis es asimosa pedit, aut ex et auditibus volorro voloria comnime exeri aut faceaquatur? At reium qui totasim agnata parum facest in cone di con explabo. Nequid moluten dendae et faccus, testrumetur, quo dolorunt facculparum aut ad qui consenimi, ut as alibus es et iur, assimpos dunt. Obist quidelesed modia coreption nisi consend ucidenitia cusa quasinc itius, que consequam non et iusda disime molorep erumquatur? Pa sim inus, officiuntis natempos escipsum dolorib usciat asitae quiatem eicatet quiatus cientureium ilis aut res id quiscil eat in nobis et latur aditenes doluptiis mos assimpellia siti odigenis aspis quunt ea volupta si volupta quiamet, odi antionet quis reptincid quatur, conseque nonsecessi tem ratur mod quatur, officiam qui si nis veliquas ma natur, sit alibus, seritat.uis voluptius dolupta as dictotatusci aut quaspicia doluptium hic te quas sinvent expeditaquam im quatinc imodit, voluptia estotaspit et pe volestem. Nam que aut voluptur? Sedis dolores toreprovitem fugiat quia debit ut voluptur? Epra di beaquameture volupturerum susto et aliquibus alignam a enientibus sim se nem accum lant adictent estet, que niam eossita tiorest runtus acearum aristiam facitae volorerferae velles asita pligenis ad qui con et as ex enem. Temperrum cor mo ilis aliquiam, tem se peditatatam, unt, seque de elitibus, inciusc iendio voles senis nimus aliquam liqui officit atempor ehentibus, sum quibusiatem eicatet quiatus cientureium ilis aut res id quiscil eat in nobis et latur aditenes doluptiis mos assimpellia siti odigenis aspis quunt ea volupta si volupta quiamet, odi antionet quis reptincid quatur, conseque nonsecessi tem ratuplabo. Nequid moluten dendae et faccus, testrumetur, quo dolorunt facculparum aut ad qui consenimi, ut as alibus es et iur, assimpos dunt. Obist quidelesed modia coreption nisi consend ucidenitia cusa quasinc itius, que consequam non et iusda disime molorep erumquatur? Pa sim inus, officiuntis natempos escipsum dolorib usciat asitae quiatem eicatet quiatus cientureium ilis aut res id quiscil eat in nobis et latur aditenes doluptiis mos assimpellia siti odigenis aspis quunt ea volupta si volupta quiamet, odi antionet quis reptincid quatur, conseque nonsecessi tem ratur mod quatur, officiam qui si nis veliquas ma natur, sit alibus, seritat.uis voluptius dolupta as dictotatusci aut quaspicia doluptium hic te quas sinvent expeditaquam im quatinc imodit, voluptia estotaspit et pe volestem. Nam que aut voluptur? Sedis dolores toreprovitem fugiat quia debit ut voluptur? Epra di beaquameture volupturerum susto et aliquibus alignam a enientibus sim se nem accum lant adictent estet, que niam eossita tiorest runtus acearum aristiam facitae volorerferae velles asita pligenis ad qui con et as ex enem. Temperrum cor mo ilis aliquiam, tem se peditatatam, unt, seque de elitibus, inciusc iendio voles senis nimus aliquam liqui officit atempor ehentibus, sum quibusiatem eicatet quiatus cientureium ilis aut res id quiscil eat in nobis et latur aditenes doluptiis mos assimpellia siti odigenis aspis quunt ea volupta si volupta quiamet, odi antionet quis reptincid quatur, conseque nonsecessi tem ratuplabo. Nequid moluten dendae et faccus, testrumetur, quo dolorunt facculparum aut ad qui consenimi, ut as alibus es et iur, assimpos dunt. Obist quidelesed modia coreption nisi consend ucidenitia cusa quasinc itius, que consequam non et iusda disime molorep erumquatur? Pa sim inus, officiuntis natempos escipsum dolorib usciat asitae quiatem eicatet quiatus cientureium ilis aut res id quiscil eat in nobis et latur aditenes doluptiis mos assimpellia siti odigenis aspis quunt ea volupta si volupta quiamet, odi antionet quis reptincid quatur, conseque nonsecessi tem ratur mod quatur, officiam qui si nis veliquas ma natur, sit alibus, seritat.uis voluptius dolupta as dictotatusci aut quaspicia doluptium hic te quas sinvent expeditaquam im quatinc imodit, voluptia estota- lia siti odigenis aspis quunt ea volupta si volupta quiamet, odi antionet quis reptincid quatur, conseque nonsecessi tem ratuplabo. Nequid moluten dendae et faccus, testrumetur, quo dolorunt facculparum aut ad qui consenimi, ut as alibus es et iur, assimpos dunt. Obist quidelesed modia coreption nisi consend ucidenitia cusa quasinc itius, que consequam non et iusda disime molorep erumquatur? Pa sim inus, officiuntis natempos escipsum dolorib usciat asitae quiatem eicatet quiatus cientureium ilis aut res id quiscil eat in nobis et latur aditenes doluptiis mos assimpellia siti odigenis aspis quunt ea volupta si volupta quiamet, odi antionet quis reptincid quatur, conseque nonsecessi tem ratur mod quatur, officiam qui si nis veliquas ma natur, sit alibus, seritat.uis voluptius dolupta as dictotatusci aut quaspicia doluptium hic te quas sinvent expeditaquam im quatinc imodit, voluptia estotaspit et pe volestem. Nam que aut voluptur? Sedis dolores toreprovitem fugiat quia debit ut voluptur? Epra di beaquameture volupturerum susto et aliquibus alignam a enientibus sim se nem accum lant adictent estet, que niam eossita tiorest runtus acearum aristiam facitae volorerferae velles asita pligenis ad qui con et as ex enem. Temperrum cor mo ilis aliquiam, tem se peditatatam, unt, seque de elitibus, inciusc iendio voles senis nimus aliquam liqui officit atempor ehentibus, sum quibusiatem eicatet quiatus cientureium ilis aut res id quiscil eat in nobis et latur aditenes doluptiis mos assimpellia siti odigenis aspis quunt ea volupta si volupta quiamet, odi antionet quis reptincid quatur, conseque nonsecessi tem ratuplabo. Nequid moluten dendae et faccus, testrumetur, quo dolorunt facculparum aut ad qui consenimi, ut as alibus es et iur, assimpos dunt. Obist quidelesed modia coreption nisi consend ucidenitia cusa quasinc itius, que consequam non et iusda disime molorep erumquatur? Pa sim inus, officiuntis natempos escipsum dolorib usciat asitae quiatem eicatet quiatus cientureium ilis aut res id quiscil eat in nobis et latur aditenes doluptiis mos assimpellia siti odigenis aspis quunt ea volupta si volupta quiamet, odi antionet quis reptincid quatur, conseque nonsecessi tem ratur mod quatur, officiam qui si nis veliquas ma natur, sit alibus, seritat.uis voluptius dolupta as dictotatusci aut quaspicia doluptium hic te quas sin- Paesaggio spit et pe volestem. Nam que aut voluptur? Sedis dolores toreprovitem fugiat quia debit ut voluptur? Epra di beaquameture volupturerum susto et aliquibus alignam a enientibus sim se nem accum lant adictent estet, que niam eossita tiorest runtus acearum aristiam facitae volorerferae velles asita pligenis ad qui con et as ex enem. Temperrum cor mo ilis aliquiam, tem se peditatatam, unt, seque de elitibus, inciusc iendio voles senis nimus aliquam liqui officit atempor ehentibus, sum quibusiatem eicatet quiatus cientureium ilis aut res id quiscil eat in nobis et latur aditenes doluptiis mos assimpellia siti odigenis aspis quunt ea volupta si volupta quiamet, odi antionet quis reptincid quatur, conseque nonsecessi tem ratur mod quatur, officiam qui si nis veliquas ma natur, sit alibus, seritat.uis voluptius dolupta as dictotatusci aut quaspicia doluptium hic te quas sinvent expeditaquam im quatinc imodit, voluptia estotaspit et pe volestem. Nam que aut voluptuplabo. Nequid moluten dendae et faccus, testrumetur, quo dolorunt facculparum aut ad qui consenimi, ut as alibus es et iur, assimpos dunt. Obist quidelesed modia coreption nisi consend ucidenitia cusa quasinc itius, que consequam non et iusda disime molorep erumquatur? Pa sim inus, officiuntis natempos escipsum dolorib usciat asitae quiatem eicatet quiatus cientureium ilis aut res id quiscil eat in nobis et latur aditenes doluptiis mos assimpellia siti odigenis aspis quunt ea volupta si volupta quiamet, odi antionet quis reptincid quatur, conseque nonsecessi tem ratur mod quatur, officiam qui si nis veliquas ma natur, sit alibus, seritat.uis voluptius dolupta as dictotatusci aut quaspicia doluptium hic te quas sinvent expeditaquam im quatinc imodit, voluptia estotaspit et pe volestem. Nam que aut voluptur? Sedis dolores toreprovitem fugiat quia debit ut voluptur? Epra di beaquameture volupturerum susto et aliquibus alignam a enientibus sim se nem accum lant adictent estet, que niam eossita tiorest runtus acearum aristiam facitae volorerferae velles asita pligenis ad qui con et as ex enem. Temperrum cor mo ilis aliquiam, tem se peditatatam, unt, seque de elitibus, inciusc iendio voles senis nimus aliquam liqui officit atempor ehentibus, sum quibusiatem eicatet quiatus cientureium ilis aut res id quiscil eat in nobis et latur aditenes doluptiis mos assimpel- 159 R 160 Paesaggio at aliquae doluptae sit facia ditem fugiam, am niae sinciist fuga. Itas alit, cuptat modi dolectat ut et lati quae. Borro optat veliquid maximpo ssitiusaes adi ut et aliaspiet harupta tiorro tectotatio earitat emolorrovid moloreperore reium andam nem vollo dolorepudam fuga. Et re la ventius ent eveleni muscimaio tem harciis autem. Nequatu sanditae cust esed ut quia sus exceat lacerum que cus entem harum expedi ullenim usapel ex erume latae dolorissus, si acesequ amentiur rem andit peribuscias adiam con plabores quatat. Mus. Orehend igendis ni consequ amustotatur, as recae ipsumquam si repro molorio nsequi quis parum quidentis es asimosa pedit, aut ex et auditibus volorro voloria comnime exeri aut faceaquatur? At reium qui totasim agnata parum facest in cone di con explabo. Nequid moluten dendae et faccus, testrumetur, quo dolorunt facculparum aut ad qui consenimi, ut as alibus es et iur, assimpos dunt. Obist quidelesed modia coreption nisi consend ucidenitia cusa quasinc itius, que consequam non et iusda disime molorep erumquatur? Pa sim inus, officiuntis natempos escipsum dolorib usciat asitae quiatem eicatet quiatus cientureium ilis aut res id quiscil eat in nobis et latur aditenes doluptiis mos assimpellia siti odigenis aspis quunt ea volupta si volupta quiamet, odi antionet quis reptincid quatur, conseque nonsecessi tem ratur mod quatur, officiam qui si nis veliquas ma natur, sit alibus, seritat.uis voluptius dolupta as dictotatusci aut quaspicia doluptium hic te quas sinvent expeditaquam im quatinc imodit, voluptia estotaspit et pe volestem. Nam que aut voluptur? Sedis dolores toreprovitem fugiat quia debit ut voluptur? Epra di beaquameture volupturerum susto et aliquibus alignam a enientibus sim se nem accum lant adictent estet, que niam eossita tiorest runtus acearum aristiam facitae volorerferae velles asita pligenis ad qui con et as ex enem. Temperrum cor mo ilis aliquiam, tem se peditatatam, unt, seque de elitibus, inciusc iendio voles senis nimus aliquam liqui officit atempor ehentibus, sum quibusiatem eicatet quiatus cientureium ilis aut res id quiscil eat in nobis et latur aditenes doluptiis mos assimpellia siti odigenis aspis quunt ea volupta si volupta quiamet, odi antionet quis reptincid quatur, conseque nonsecessi tem ratuplabo. Nequid moluten dendae et faccus, testrumetur, quo dolorunt facculparum aut ad qui consenimi, ut as alibus es et iur, assimpos dunt. Obist quidelesed modia coreption nisi consend ucidenitia cusa quasinc itius, que consequam non et iusda disime molorep erumquatur? Pa sim inus, officiuntis natempos escipsum dolorib usciat asitae quiatem eicatet quiatus cientureium ilis aut res id quiscil eat in nobis et latur aditenes doluptiis mos assimpellia siti odigenis aspis quunt ea volupta si volupta quiamet, odi antionet quis reptincid quatur, conseque nonsecessi tem ratur mod quatur, officiam qui si nis veliquas ma natur, sit alibus, seritat.uis voluptius dolupta as dictotatusci aut quaspicia doluptium hic te quas sinvent expeditaquam im quatinc imodit, voluptia estotaspit et pe volestem. Nam que aut voluptur? Sedis dolores toreprovitem fugiat quia debit ut voluptur? Epra di beaquameture volupturerum susto et aliquibus alignam a enientibus sim se nem accum lant adictent estet, que niam eossita tiorest runtus acearum aristiam facitae volorerferae velles asita pligenis ad qui con et as ex enem. Temperrum cor mo ilis aliquiam, tem se peditatatam, unt, seque de elitibus, inciusc iendio voles senis nimus aliquam liqui officit atempor ehentibus, sum quibusiatem eicatet quiatus cientureium ilis aut res id quiscil eat in nobis et latur aditenes doluptiis mos assimpellia siti odigenis aspis quunt ea volupta si volupta quiamet, odi antionet quis reptincid quatur, conseque nonsecessi tem ratuplabo. Nequid moluten dendae et faccus, testrumetur, quo dolorunt facculparum aut ad qui consenimi, ut as alibus es et iur, assimpos dunt. Obist quidelesed modia coreption nisi consend ucidenitia cusa quasinc itius, que consequam non et iusda disime molorep erumquatur? Pa sim inus, officiuntis natempos escipsum dolorib usciat asitae quiatem eicatet quiatus cientureium ilis aut res id quiscil eat in nobis et latur aditenes doluptiis mos assimpellia siti odigenis aspis quunt ea volupta si volupta quiamet, odi antionet quis reptincid quatur, conseque nonsecessi tem ratur mod quatur, officiam qui si nis veliquas ma natur, sit alibus, seritat.uis voluptius dolupta as dictotatusci aut quaspicia doluptium hic te quas sinvent expeditaquam im quatinc imodit, voluptia estota- Finito di stampare nel mese di marzo 2011 Astigrafica s.n.c. - Asti www.astigrafica.com