progetto assistenza domiciliare Alzheimer1
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progetto assistenza domiciliare Alzheimer1
ASSISTENZA DOMICILIARE PER MALATI DI ALZHEIMER Il preoccupante aumento delle famiglie che si rivolgono ai Servizi Sociali perché in grande difficoltà nella gestione dei propri cari affetti da Morbo di Alzheimer o demenza in generale, è la motivazione alla base dell’elaborazione del presente progetto. La demenza è una malattia che si manifesta indiscriminatamente in qualsiasi tipo di soggetto, non c’è quindi prevenzione possibile e purtroppo a tutt’oggi non vi è nemmeno cura, ma il soggetto più colpito è senz’altro la famiglia. Il malato perde progressivamente la coscienza di se stesso e del mondo attorno a sè, la capacità critica, l’astrazione, la memoria in generale, ma soprattutto il ricordo di come eseguire anche le più piccole azioni che richiedono sequenze ordinate. Sono pertanto pazienti che vanno costantemente “sorvegliati”, ma senza costrizioni e invadenza altrimenti reagiscono difendendosi come meglio possono, per ciò spesso diventano aggressivi . In famiglia non si riconosce più il proprio coniuge, padre o madre ammalati, perché diventano qualcuno di diverso, con un carattere spesso opposto, a volte volgare, imbarazzante, asociale, altre volte chiuso in se stesso, inaccessibile. La relazione viene quindi profondamente compromessa con reazioni spesso violente, abbandoni “di fatto” e comportamenti determinati da sensi di colpa e di impotenza. I Servizi sono in grado di offrire poche risorse a tale complessità di bisogni, le stesse strutture residenziali in generale sono in difficoltà nel gestire tali ospiti, per i quali sono richiesti personale competente, ambienti e attività adeguati. Nel tentativo di affrontare il problema si propone l’attivazione di : - progetti individualizzati di riabilitazione e rieducazione cognitiva domiciliare. Perché partire dall’assistenza domiciliare ai malati di Alzheimer o demenza senile? Perché è in particolare la domiciliarità l’ambito di competenza dove i Servizi sono chiamati ad attivarsi. Il domicilio è inoltre lo spazio privilegiato dove il malato si sente tutto sommato più a suo agio , è quindi da qui che si può partire per migliorare la sua qualità di vita . Si è anche osservato che le famiglie di questi malati faticano ad uscire all’esterno : si vergognano dei propri cari e dei loro “strani” comportamenti, si ritiene quindi importante entrare in queste case per potersi affiancare ai familiari, renderli più competenti e forti nel sostenere il carico assistenziale e aiutarli ad inserirsi nella rete di servizi/risorse che sta nascendo. Il progetto che proponiamo intende offrire ai familiari strumenti efficaci per entrare in relazione con il malato di Alzheimer supportandolo nelle sue abilità residue, stimolandolo appropriatamente con tecniche riabilitative già sperimentate con successo in altre Regioni italiane, arrivando ad attivare piccole soluzioni quotidiane utili a recuperare una “vita sociale”, necessaria per la lunga durata della malattia. Tutto ciò allo scopo di migliorare la qualità di vita sia della persona ammalata che della persona che assiste in uno scambio comunicativo ancora dotato di un senso condivisibile. Preoccuparsi della qualità di vita dei malati di Alzheimer significa sapere prendersi cura attivamente di persone proponendo loro degli interventi riabilitativi, complementari e sinergici (rispetto ai farmaci), mirati ai vari aspetti cognitivo, funzionale, comportamentale e affettivo. E’ ormai dimostrato che il sostegno unicamente farmacologico ha scarse possibilità di riuscita, mentre attraverso stimoli opportuni si può apportare un cambiamento nell’atteggiamento e nei vissuti del malato sfruttandone le potenzialità creative ed emozionali. L’arte e la musica, ad esempio, possono offrire al malato una possibilità di socializzazione, di rilassamento, di stimolo della memoria e di conservazione delle capacità residue. Questo approccio olistico al malato di Alzheimer rappresenta di certo una innovatività, considerato che ancora così spesso un malato è visto solo nell’ottica della sua malattia. Innovatività del progetto: L’assistenza domiciliare, finora, si è occupata per lo più della cura dell’igiene personale delle persone non autosufficienti, quindi di supporto alle famiglie nel momento del bagno, della vestizione, del pasto. Per il tempo libero si è intervenuti, solitamente, con delle passeggiate all’aperto per dare un sollievo momentaneo al familiare. Con questo progetto il domicilio è il luogo dove malato e familiare, guidati dall’educatore interagiscono sulla base di un progetto d’intervento individualizzato di riabilitazione e rieducazione, un po’ come accade dopo una frattura e il fisiatra prescrive un progetto riabilitativo per il fisioterapista da eseguire con il paziente con l’obiettivo di recuperare una buona mobilità L’innovatività di questo progetto consiste inoltre nel rendere protagonista il familiare, coinvolgerlo nell’intervento e quindi non più un semplice osservatore, ma attore protagonista. In questo modo l’ammalato non sarà un “peso morto”, ma verrà coinvolto attivamente nella propria riabilitazione. Il familiare apprenderà da Educatori Professionali, formati e preparati, tecniche di comunicazione e di stimolazione efficaci per migliorare il rapporto con il proprio caro e recuperare piccole autonomie da spendere nella quotidianità. Questo, inoltre, permetterà una migliore accettazione della malattia, allontanando definitivamente l’idea “di quello che non c’è più”, riscoprendo “quello che c’è ancora” e da cui partire per instaurare una nuova relazione. Attività e risultati attesi per il familiare Riteniamo che, grazie all’attività proposta, i partecipanti possano essere in grado di: - migliorare la qualità di vita della propria famiglia :diminuire i conflitti, creare maggiori spazi/momenti di condivisione, diversificare con attività e iniziative le giornate, uscire di più da casa; - costruire una relazione più umana con il proprio ammalato; - gestire disturbi comportamentali che, altro non sono, che errate interpretazioni della realtà circostante. Attività e risultati attesi per l’ammalato Nei confronti degli ammalati l’assistenza domiciliare riabilitativa servirà per: - stimolare le abilità cognitive residue del malato con tecniche appropriate, allontanando il più possibile il momento della perdita completa di autonomia; - utilizzare tecniche espressive quali la musica e l’arte come stimoli rieducativi che offrono un solido ponte comunicativo ; - utilizzare la terapia della reminiscenza attraverso il materiale fotografico per favorire l’espressione verbale ed emotiva; - agire su aspetti relazionali e sociali per favorire il benessere del malato e della sua famiglia. Nello specifico, l’assistenza domiciliare utilizzerà le seguenti tecniche: • stimolazione cognitiva specifica: - memory training: volto a favorire l’apprendimento o il mantenimento di informazioni mediante tecniche che forniscono un supporto cognitivo al processo di immagazzinamento dell’informazione e al suo recupero; prevede sequenze di azioni mutuate dalla vita quotidiana, come ad esempio vestirsi, lavarsi, preparare il caffè o semplici pietanze, riordinare, curare delle piante, scrivere, piegare indumenti,.. che vengono poi fatte eseguire dal malato ed in seguito fatte rievocare verbalmente e in modo gestuale (neuroni a specchio). - stimolazione dell’attenzione mediante stimoli visivi ed acustici ritenuti pregnanti per il soggetto. • stimolazione aspecifica: - terapia occupazionale: utilizzando diverse attività ed occupazioni (attività domestiche, espressive, artistiche) ci si propone di potenziare e stimolare le abilità residue, nonché di favorire l’autostima ed aumentare il senso i soddisfazione personale. In diversi studi è già stata dimostrata l’efficacia della terapia occupazionale sul tono dell’umore, sulla socializzazione, e sul piano cognitivo e funzionale. - validation therapy: con l’ascolto empatico ed il contatto si cerca di conoscere il punto di vista del malato creando un rapporto emotivo valido che riduce l’ansia e lo stress. - gentle care: è un sistema protesico di assistenza alle demenze studiato per cambiare l'esperienza che i malati, le famiglie e gli assistenti hanno di una malattia degenerativa, come la malattia di Alzheimer. - musicoterapia: il canale sonoro e l’uso della musica (sia in modo attivo che passivo) stimola funzioni residue e ricordi autobiografici. Sembra avere un effetto anche sui disturbi comportamentali, riducendo in particolare l’agitazione e, in alcuni casi, favorendo pure il linguaggio. • la comunicazione con il malato di Alzheimer: la capacità di esprimersi con parole e frasi ben costruite gradualmente si perde. Proprio in questa circostanza è importante saper comunicare con chi non sa più parlare. Gesti, carezze, mimica, vicinanza sono strumenti preziosi per mantenere il contatto, ma il loro uso deve essere compreso e interpretato. Questa l’ultima frontiera della cura e della terapia non farmacologica già sperimentata con successo dal Dott. Zanetti presso il Fatebenefratelli di Brescia. Il miglioramento in generale della qualità della vita per le famiglie con malati di Alzheimer o demenza è lo scopo del progetto, nello specifico le nostre finalità sono: § Offrire un aiuto ed un sostegno alla persona con un intervento a mediazione verbale e non verbale. § Promozione di nuovi modelli culturali di assistenza. § Riduzione dei comportamenti disfunzionali del malato mediante l'ausilio di specifiche strategie relazionali ed occupazionali da parte dell’educatore specificamente formato sul campo. § Offrire un aiuto concreto ai familiari affinchè possano vivere più serenamente la malattia, ed all'ospite di non subire lo sradicamento dal proprio contesto familiare e dal proprio quartiere, allontanando il più possibile il momento dell'istituzionalizzazione. § Permettere ai familiari di imparare, sperimentare e provare tutte le tecniche di stimolazione e relazione per meglio lavorare con i malati di Alzheimer. Realizzazione progetto I Servizi Sociali del Comune di Bussolengo, sulla base dei bisogni rilevati nel proprio territorio, hanno elaborato il seguente progetto in collaborazione con la Cooperativa Sociale “L’Officina AIAS” di Verona, individuata come partner in quanto specializzata e con esperienza nei confronti dei malati di Alzheimer e demenza e in possesso delle figure professionali necessarie all’attuazione del progetto stesso. Parte operativa Il Servizio Sociale di Base del Comune di Bussolengo segnalerà la famiglia, potenziale destinataria del servizio, all’educatrice responsabile del progetto, Greta Zuccher, che durante una visita domiciliare conoscerà la famiglia e valuterà quali sono le esigenze del care-giver (familiare di riferimento che ha in carico il malato), oltre alle capacità residue dell’ammalato. Ipotizzerà, quindi, un programma di intervento da sottoporre all’Educatore Professionale, che andrà a domicilio in giornate e orari concordati con la famiglia. L’Educatore Professionale lavorerà a casa, insegnando al familiare quali sono sia le attività che si possono fare con il proprio caro, sia quale può essere la modalità corretta di comunicazione con l’ammalato stesso. Il lavoro prosegue e si conclude osservando il familiare stesso che mette in pratica l’insegnamento dell’Educatore, verificando e correggendo l’apprendimento stesso. E’ stato ipotizzato per ciascuna famiglia un pacchetto di n.12 ore complessive di assistenza domiciliare riabilitativa e rieducativa, svolta a casa con l’educatore, oltre a n.4 ore di valutazione iniziale e verifica di ciascun progetto individualizzato. Costi Un intervento individualizzato per famiglia è così composto: - 4 ore prima valutazione e supervisione del caso € 120,00 - 12 ore di attività domiciliare dell’Educatore Professionale € 350,00 - Materiale didattico € 30,00 ---------------------TOT € 500,00 IVA 10% € 50,00 TOT. € 550,00 Numero famiglie beneficiarie nell’arco di un anno stimato in 40 unità : - costo complessivo stimato degli interventi individualizzati per un anno € 22.000,00 IVA inclusa Considerato che l’ambito operativo del progetto è il territorio, si valuta opportuno dotare il progetto stesso di un mezzo di trasporto dedicato che dia la possibilità all’educatore anche di organizzare, nell’ambito degli interventi individualizzati, uscite con il malato insieme al/ai familiari : - acquisto di una automobile utilitaria mod. FIAT PANDA 1.2 Dynamic GPL vedi preventivo allegato € 10.200,00 Costo complessivo del progetto : - € 22.000,00 (progetti individualizzati) - € 10,200,00 (acquisto auto) --------------------------------------------------TOT. € 32.200,00 Gli interventi di cui sopra saranno finanziati con il contributo assegnato e in parte con fondi comunali. Cordiali saluti. Assistente Sociale Area Anziani Comune di Bussolengo Silvana Monchera Educatore Professionale Cooperativa Sociale L’Officina AIAS Zuccher Greta