01-2010 Kenya - Ai.Bi. Amici dei Bambini
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01-2010 Kenya - Ai.Bi. Amici dei Bambini
Nr.1 –Gennaio/Febbraio 2010 Newsletter di aggiornamento sui progetti di Amici dei Bambini in Kenya “Karibuni” è una parola della lingua ufficiale del Kenia, il kiswahili, che significa “benvenuti” e che viene ripetuta all’infinito ai turisti e agli stranieri che arrivano nel Paese. La Newsletter è stata pensata per tenere aggiornati tutti i sostenitori dei progetti di Amici dei Bambini in Kenia. Si tratta di un nuovo servizio che abbiamo denominato SOL (Sostegno On Line). L’idea è quella di trasmettere via e-mail le notizie relative all’andamento del progetto “Occhi di Speranza” e non solo: cercheremo di fornire ai nostri lettori informazioni sulla cultura e le tradizioni di questo paese africano. Se l’idea vi interessa basta che comunichiate il vostro e-mail all’indirizzo di posta elettronica del nostro ufficio di Mezzano: [email protected] affinché possiate ricevere direttamente i prossimi numeri del notiziario. La newsletter è comunque disponibile anche sul sito Internet di Amici dei Bambini, all’indirizzo www.aibi.it nelle pagine dedicate ai nostri progetti in Kenia. Indice: 1. Elisa Kidané. Canto alle donne 2. Il lavoro di strada 3. Insieme per l’educazione con i bambini del Brydges Centre 4. Kigulu Centre: vivere nella baraccopoli più grande dell’Africa 5. Kenya Network of care-leavers: la nascita pag. 2 pag. 3 pag. 3 pag. 4 pag. 5 1. Elisa Kidané. Canto alle donne Vorremmo iniziare con voi questo anno nuovo con una poesia di Elisa Kidané, una poetessa eritrea, missionaria comboniana dal 1980 da sempre in prima linea per difendere i diritti dei più fragili e il valore della donna in Africa. Una poesia dedicata a questo continente e che non necessita di ulteriori commenti. Africa… E un viso macilento di bimbo stremato da fame e dolore appare a tutto tondo sugli schermi di mezzo mondo. Africa… E notizie di morte ingolfano la ragnatela della rete telematica. Africa… E immagini cruente riempiono pagine di riviste altrimenti vacue. La storia dell’Africa che resiste e inventa e sogna e lavora, viene annullata da fatti e misfatti che consolidano l’idea strumentale di un’Africa da ricolonizzare. Ma esiste, si esiste l’Africa di Uomini e Donne che ignorati dai più, tenacemente inventano l’altra Africa dell’impegno della resistenza fatta di sangue e sudore. Sta emergendo: silenziosa come le sue savane. Tenace come i suoi uomini. Stupenda come i suoi cieli stellati. Coraggiosa come le sue donne; e contro ogni malsana previsione continuano a generarLe vita e scrivere pagine inedite di Storia di un’altra Africa. 2. Il lavoro di strada Con questo articolo vogliamo spiegarmi meglio il lavoro che il personale di Kwetu Home of Peace fa con i bambini che vivono nelle strade di Nairobi. E’ molto importante il ruolo degli educatori di strada che sono i primi che entrano in contatto con i bambini di strada e si conquistano la loro fiducia. Il lavoro di strada permette di identificare i ragazzi che verranno accolti nel centro. Gli operatori di Kwetu visitano regolarmente le loro ‘basi’ in strada, ovvero i luoghi dove i ragazzi di strada sono 2 soliti vivere e rifugiarsi. Il personale di Kwetu si presenta, parla di Kwetu Home of Peace, dei servizi e delle possibilità che offrono ma anche degli impegni che devono aspettarsi quando arrivano al centro. Questo aiuta a stabilire i contatti e sviluppare il rapporto con i ragazzi anche prima che vengano accolti al centro. A parte i ragazzi, anche le ragazze sono identificate e sono indirizzate agli istituti e alle reti che offrono servizi alle ragazze. Il lavoro di strada è una strategia efficace che ha offerto un’opportunità per raggiungere i ragazzi in strada e conquistare la loro fiducia. Il personale di Kwetu incontra almeno tre volte i ragazzi identificati ad essere accolti al centro e fissa con loro degli appuntamenti in strada per valutare il loro impegno. Se i ragazzi si presentano e dimostrano interesse e volontà a essere accolti al centro, il personale del centro chiede di incontrare le loro famiglie e di visitare le loro case per stabilire i contatti e presentare il programma di riabilitazione. Kwetu ha infatti da poco iniziato un programma che prevede visite alle case dei ragazzi prima di iscriverli nel programma di riabilitazione, questo per sensibilizzare entrambi, il bambino e il famigliare, sugli obiettivi di Kwetu e l’impegno nel processo di riabilitazione e di reintegrazione. 3. Insieme per l’educazione con i bambini del Brydges Centre In questo numero vi presentiamo un nuovo istituto del Kenya con cui inizieremo la nostra collaborazione a marzo di quest’anno. Il centro è nato nel 1995 ed oggi l’associazione gestisce sei strutture, tre delle quali si trovano a Ngong, una cittadina a venti chilomentri da Nairobi dove si svolgerà il nostro progetto. Amici dei Bambini inizierà a lavorare nel Brydges C - Elpaso Centre che accoglie 15 bambini da zero a sei anni sia maschi che femmine. La maggior parte di questi bambini sono orfani e provengono da tutto il Kenya. L’associazione si preoccupa di offrire ai bambini supporto psicologico, educazione, alimentazione, vestiti e curare la loro salute. Quando i bambini compiono sei anni vengono iscritti nelle scuole pubbliche adiacenti al centro, ma l’associazione non riesce a pagare per la loro educazione prescolare. Abbiamo così deciso insieme al centro di avviare un progetto per promuovere il diritto di questi bambini all’educazione prescolare e al gioco. Al momento il centro aveva allestito una struttura in lamiera per l’asilo. Per aiutarli ad offrire un servizio migliore abbiamo deciso di aiutare il centro ad allestire due classi di educazione prescolare e uno spazio giochi. Li aiuteremo anche per pagare lo stipendio degli insegnanti e dell’educatore responsabile dell’area gioco. Alle attività partecipano tutti i bambini e siamo sicuri che attraverso quest’attività i bambini si potranno preparare meglio alla scuola e attraverso il gioco e le uscite esterne potranno superare alcune difficoltà psicologiche e relazionali. Dai prossimi numeri troverete quindi informazioni anche su questo centro. 4. Kigulu Centre: vivere nella baraccopoli più grande dell’Africa 3 Kibera è lo slum più grande in tutta l’Africa ed ha una popolazione di circa 1 milione di abitanti. Il nome “Kibera” deriva dalla parola kibra, una parola Nubian che significa “foresta" o "giungla". E’ attraversata dai binari del treno che portano a Mombasa e Kisumu ed è una concentrazione immensa di baracche di fango e di ferro e lamiera. Immaginate un bambino che vive in una situazione del genere. A Kibera non ci sono strade la gente si muove a piedi in mezzo alle baracche, la fogna è a cielo aperto, i bambini giocano proprio lì a piedi scalzi in mezzo a quell’acqua stagnate e nauseante come i nostri bambini che giocano nella sabbia. Ma tante persone nate e cresciute a Kibera la amano e vogliono migliorare le condizioni di vita di questi bambini. L’associazione Kigulu HIV/AIDS ORPHANAGE HOUSE (KIHA) è nata nel 2006 dalla volontà di alcuni giovani che vivono a Kibera e che hanno voluto dedicarsi alla cura dei bambini. Hanno, infatti, aperto un centro per accogliere i bambini orfani, malati di AIDS, figli di donne single HIV positive o che vivono in condizioni vulnerabili. Kigulu sta attraversando una fase molto critica perché sono stati sfrattati dall’immobile adibito a centro comunitario che avevano: l’associazione, infatti, a fine 2009 dovrà lasciare il vecchio centro, ed i bambini beneficiari rischiano di trovarsi senza accesso alle cure da questi fornite. Grazie al sostegno offerto dalla comunità dello slum di Kibera, l’associazione ha trovato un terreno e grazie a donazioni di privati ha costruito il nuovo centro che accoglierà circa 70 bambini e a cui offriranno educazione e un pasto al giorno. La costruzione ha bisogno di essere ultimata perché mancano porte e finestre e le rifiniture per poter accogliere questi bambini. Amici dei Bambini ha deciso di aiutare Kigulu e spera che entro la fine di febbraio i bambini possano ricominciare a frequentare la scuola, perché questi bambini ora girovagano per lo slum giocando nella fogna, rischiano di essere maltrattati e a volte vanno a dormire senza aver mangiato. La nostra idea è di fare di più per questo centro di lavorare con loro per promuovere l’educazione di questi bambini e fare una campagna di sensibilizzazione sull’HIV/AIDS. 5. Kenya Network of care-leavers: la nascita Il 30 di gennaio ci siamo ritrovati con il gruppo di giovani ragazzi che hanno vissuto in istituto per il nostro solito incontro mensile, ma questa volta è stato un’incontro un po’ particolare perché avevamo deciso di dedicarlo alla costituzione ufficiale del gruppo e alle elezioni dei membri che andranno a comporre il comitato direttivo. All’incontro erano presenti circa 25 giorni e abbiamo chiesto le loro candidature spontanee per le elezioni. Inizialmente abbiamo spiegato loro che fossero consapevoli dell’impegno che la candidatura comportava. Sotto la guida di Stephen i giovani hanno elencato alcune delle caratteristiche che dovevano avere i membri tra cui la serietà, devozione alla causa, obiettività, trasparenza, esperienza, capacità, etc. Le posizioni aperte erano cinque: Presidente, Vice Presidente, Tesoriere, Segretario, Vice Segretario. Si sono candidati una decina di ragazzi e poi ad ognuno abbiamo consegnato un pezzo di carta su cui dovevamo esprimere le proprie 4 preferenze. Lo spoglio è stato emozionante ma i risultati sono stati chiari e accettati con entusiasmo da tutti. Sono stati cosi eletti Stephen come Presidente, Jeremiah come Vice Presidente, Joyce come Segretaria, Winnie come Vice Segretaria e Jymna come Tesoriere. Eravamo molto felici di sapere che anche due ragazze sono state scelte visto che il gruppo conta solo 4 o 5 ragazze. I membri eletti si sono presentati e hanno confermato il loro impegno per i giovani ex istituzionalizzati in Kenya e i bambini che ancora vivono in istituto. Dopo di che abbiamo stabilito le attività principali per il 2010 su cui vi terremo aggiornati anche nei prossimi mesi. Il gruppo sarà registrato come un gruppo di mutuo aiuto e speriamo che l’esito sia positivo. La redazione di “Amici dei Bambini” in Kenia: Elena Magoni (volontaria espatriata) Amici dei Bambini Kenia, P.O. Box 100782-00101 Jamia Posta, Nairobi, KENIA E-mail: [email protected] 5