A proposito dell`ingranamento

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A proposito dell`ingranamento
A proposito dell'ingranamento
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Paul C. Racamier*
Presentazione
L'ingranamento è un concetto di natura psicoanalitica che può essere applicato alla vita psichica
individuale, familiare e gruppale. Nasce nel contesto privilegiato di osservazione cui dà vita il
duplice punto di vista dello psicoanalista: dentro e fuori la seduta, o - come dicono i navigatori
d'alto mare - in solitario e in équipe. L'ingranamento definisce quasi indistintamente il fantasma
e la messa in atto di una delle relazioni più restrittive e vincolanti che esistano. Descrive una
modalità di influenza reciproca che si presenta come un incastro del tutto privo di un mediatore
psichico elaborato.
Il termine in se stesso non è un neologismo: lo è solo per l'uso che possiamo farne. Si riferisce,
in origine, ad una nozione di meccanica, che designa Fazione di mettere in presa diretta
l'elemento di un ingranaggio con un altro; quanto all'ingranaggio, esso consiste in un insieme
meccanico costituito da almeno due ruote dentate, disposte in modo tale che il movimento
dell'una trascini con sé e metta in movimento l'altra (È chiaro che queste definizioni sono tratte
dai dizionari)12.
Molti aspetti dell'ingranamento, osservabili nel contesto originario della macchina, ma che sono
del resto piuttosto familiari, si ritrovano anche sul versante psichico del meccanismo:
- la provenienza meccanica sottolinea il carattere sia dinamico che ripetitivo dell'ingranamento,
così come noi lo concepiamo;
- l'idea di un «collegamento» completo rimanda a un grado elevato di organizzazione;
- l'esistenza di almeno due elementi in gioco (le due ruote dentate) ne definisce la dimensione
intrinsecamente interattiva;
- il fatto che gli elementi stessi vengano a formare, in stato di movimento, un insieme unico
(l'ingranaggio) fa pensare alla potenza unificante di tale «accoppiamento».
Va poi ricordato che, quando si applica il termine di ingranaggio a dei processi psicosociali, è
sempre con una connotazione di irrimediabilità: non si -aria allora che di ingranaggi fatali (in
compenso noi non intendiamo affatto Tarlare qui di ingranaggi portatori di felicità).
L'immagine e il concetto di ingranamento si sono imposti alla mia attenzione durante i miei studi
sulle schizofrenie (1978, poi '80 e '90).
Da questa ricerca emergono anche altri nuovi concetti che ci sono utili, come la seduzione
narcisistica, l'antiedipo, l'autogenerazione, la frammentazione dell'Io, l'anticonflittualità, la
relazione vacua e la paradossalità. In questa prospettiva iniziale, il concetto di ingranamento
mirava a connotare i pr,- -cessi e le relazioni di intrusione e di intreccio reciproco organizzato
dagli e ce - gli schizofrenici, fondati sull'inglobamento delle imago e sulla riduzione del-- persone
allo stato di macchine. In seguito di questo concetto è stata conferma-_ la validità, ne è stato
allargato il raggio di azione, sono arrivate precisazioni
amplificazioni necessarie, nella sua doppia dimensione clinica e familiare. Tutavia è in questa
sede e in questo momento che intende darne una trattaziolk completa (riporterò le citazioni di
alcuni miei lavori indicandone solo le date).
Descrizione
*
Psichiatra, psicoanalista - presidente dell'Institut de psychanalyse familiale et groupale
Tratto dalla rivista Gruppo, 6, 1990
In un altro senso «ingranamento» designa l'azione di guarnire con grano. Non è evidentemente l'accezione
di cui qui ci occupiamo. Si potrebbe sostenere, al contrario, che l'ingranamento, nel senso in cui noi lo
consideriamo, tende a privare la psiche individuale di grano da macinare.
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2. Il termine engrènement si traduce pressoché letteralmente in italiano: ingranamento. In inglese: gear e
meshing. La traduzione tedesca (come appare in Die Schizophrenen) è molto dinamica, per cui possiamo
aspettarci l'utilizzazione del termine Ineinandergreifen.
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1
Interazioni, 0, 1992, pp. 61-70
L'ingranamento rappresenta una forma di organizzazione psichica particolare, dotata di una
prospettiva interattiva. Si instaura tra almeno due persone. per le quali ogni cosa provata,
fantasmata, pensata, desiderata, voluta dall'un-- trova immediata risonanza nell'altra. Avviene
persino che un «fantasma» proprio dell'uno si esprima in presa diretta nell'agire dell'altro: ciò
che Fun( immagina (senza dirlo, e forse senza avere nemmeno dentro di sé lo spazio peimmaginarlo veramente) sarà direttamente messo in atto dall'altro.
Ad esempio, una persona potrebbe «pensare» ad un assassinio; l'altra. senza saperne niente, e
senza personalmente saperne il perché, aggredisce. Ch-_ potrà mai afferrare il senso recondito e
le segrete ragioni di tutto questo?
È necessario fare alcune precisazioni. Per amore di chiarezza, le faremo concentrando
l'attenzione sulle forme più compiute di ingranamento, che sono le più nette, anche se non le
uniche.
1. Questo meccanismo definisce contemporaneamente una modalità di relazione e una forma di
funzionamento psichico; l'una è strettamente collegata all'altra: questo tipo di funzionamento
non opera se non in quella relazione. e quest'ultima impone quel dato di funzionamento.
Entrambe sono caratterizzate da un doppio intreccio: tra l'intrapsichico e l'interattivo, così
come tra una persona e l'altra3.
2. L'Io di ogni protagonista è dunque massicciamente coinvolto nella relazione di ingranamento:
nello stesso tempo questa relazione porta l'impronta di una profonda dipendenza reciproca e
l'ingranamento esprime questa dipendenza e la perpetua. Vedremo più avanti di che
dipendenza si tratta e quali sono i risultati che produce.
3. Può succedere che l'ingranamento abbia una direzione: un dominatore e un sottomesso; uno
che agisce e uno che riceve l'azione (per esempio: madre e figlio); ma chi riceve l'azione
diventerà a sua volta attore.
4. I processi di ingranamento hanno perciò come caratteristica la reversibilità. ma anche
l'invertibilità: ciò che una persona fa a un'altra può riceverlo indietro da quest'ultima. E
questo vale anche per il rapporto di famiglia e individuo. L'origine stessa dell'ingranamento
appare indeterminata; diviene perciò indeterminabile, in quanto non ha più senso chiedersi
chi è il soggetto e chi è l'oggetto di una relazione «ingranata». L'ingranamento appartiene
allora, insieme alla paradossalità, a quei processi («senza origine») per i quali il problema
delle origini non si pone più (1989)4.
5. Privo di origini, ma non di forza motrice, l'ingranamento tende ad estendersi e proliferare. Il
numero base è il due, ma può moltiplicarsi, ed estendersi con estrema naturalezza alla
dimensione familiare. (Si può però presumere che espandendosi ancora più oltre finisca per
esaurirsi.)
6. Infine il processo di ingranamento, retto dal principio di ripetizione, è iterativo, e
meccanicamente invariabile: ogni modificazione sostanziale può portare a una sua
alterazione, con la possibilità che il meccanismo freni e si inceppi (ed è allora che il processo
può rivelarsi: il granello di sabbia...).
7. Infine l'ingranamento, per quanto potente, non opera mai in modo scoperto: le sue vie sono
impenetrabili; non sono necessarie comunicazioni manifeste perché un affetto passi, ad
esempio, da una ruota all'altra dell'ingranaggio; non c'è affatto bisogno di un ordine esplicito
dato da A, perché B obbedisca; commenti, associazioni e critiche sono radicalmente esclusi
dall'ingranaggio. Tra i protagonisti, così come dentro di loro, il pensiero, gli affetti, i fantasmi
sono corto-circuitati; nessun ingranamento «gira» se non contando su questo corto-circuito.
Né un vero fantasma, né una rappresentazione, né un sogno sono «ingranabili». Solo il fantasma
-non fantasma è ingranabile.
3
Sul passaggio dall'intrapsichico all'interattivo vedi i lavori del 1986 e del 1989.
È «senza origine» un fantasma, oggetto, od oggetto di pensiero, al quale non si sa a priori riconoscere
alcuna origine: è ovvio che tutto questo è intrinsecamente paradossale.
4
Interazioni, 0, 1992, pp. 61-70
Unisono
L'ingranamento può restare a lungo silente; ci accorgiamo della sua esistenza al manifestarsi
degli effetti e dopo un lungo periodo di attività sotterranea.Sia che si tratti di una coppia o di una
famiglia, sarà una sola voce a esplicitarlo per entrambi o per tutti gli altri; senza dubbio sarà
possibile scoprire chi dichiara, ma non chi lo emette5.
Dobbiamo dunque parlare di unisono, di cui bisogna valutare il carattere profondamente
fascinatorio. Come in altri tipi di unisono (che citeremo più avanti, per contrasto), i protagonisti
si scelgono (scelta obbligata: famiglie; scelta inconscia: coppie). Separarsi o solamente
allontanarsi costituirebbe per i --ombri una lacerazione, uno strappo, tanto strettamente il Sé di
ciascuno si trova vincolato, fino alle radici della sua propria esistenza, all'interno del
meccanismo.
Quanto al fatto psichico maggiore, non consiste tanto in una sorta di confusione tra registri
differenti (come l'intrapsichico e l' interattivo) e tra persone distinte. Ma distinzioni di questo
genere potrebbero d'altronde sparire senza lasciare alcuna traccia? Consiste piuttosto in una
specie di saldatura delle articolazioni topiche. Queste funzioni articolatorie, tanto all'interno della
psiche (come il preconscio), quanto nelle relazioni (come gli «spazi» di mediazione), funzioni che
potremmo definire sinovie della vita individuale e collettiva, sono congelate. Dal fantasma (defantasmato) all'agito, ci sarà appena un passo da fare: un piccolo passo, per un grande salto6.
Il vissuto dei protagonisti, oscuro, cieco, privo di ombre fantasmatiche, combina una sorta di
ottusità intima con delle intuizioni sorprendentemente giuste, perfino premonitrici. Comunque
questo senso di vacuità interna che ho recentemente descritto (1980) si alterna ad ondate
irreprimibili di trionfo megalomaniaco (ritroveremo questa sorprendente alternanza più avanti).
(Aggiungiamo ancora tra parentesi che i fenomeni di trasmissione di pensiero, che hanno così
intrigato Freud (1922) partecipano dell'íngranamento; faremo in modo di chiarirli in seguito, per
poter differenziare la massa dell'ingranamento dalle sue frange).
Cascata
Potremmo disporre per gradi le diverse configurazioni cliniche dell'ingranamento, in una sorta dì
cascata.
Cominciamo dal fantasma. Troviamo la configurazione più rappresentativa, ai confini
dell'ingranamento, nel concetto dì fantasma di pelle comune, descritto da D. Anzieu (1985).
Tuttavia, per quanto concerne l'ingranamento vero e proprio, sappiamo che viene vissuto e agito
più che rappresentato. Non viene neppure fantasmato. Ancora una volta, ci troviamo nell'ambito
di ciò che io chiamo i fantasmi-non -fantasmi (1989), che vanno ad occupare il posto o il luogo
dei fantasmi, senza però presentarne qualità e funzioni. Sappiamo bene che questo è il caso del
fantasma di autogenerazione, il primo di tutti i fantasmi-non-fantasmi, il primo scoperto, il primo
a nascere e ad estendersi, lo stesso che caratterizza ogni specie di ingranamento: un fantasma
defantasmato.
Sto parlando di generazione, ma anche l'incesto è facile a de-fantasmarsi. E anche l'incesto si
trova all'origine degli ingranamenti disposti «a cascata».
Se dunque la psiche non arriva ad ospitare un fantasma in quanto tale, esso non resterà però
lettera morta: ciò che avviene più facilmente è che si trasformi in delirio. Ed è proprio sotto
questa forma che l'ingranamento si presenta con maggior frequenza, ed è osservabile nel delirio
d'influenzamento. Questo tipo di delirio presenta tutti i tratti clinici dell'ingranamento, tranne che
per il suo oggetto complementare: un oggetto-delirio (secondo la mia stessa definizione: 1989).
D'altronde è a questa condizione che l'ingranamento si manifesta. Il meccanismo reso visibile
diviene macchina (vedi Tausk). Chi è influenzato può tentare in ogni modo dì respingere lontano
da sé, o lontano nello spazio, Vìdea che si è fatto della collocazione di questa «macchina per
influenzare», ma ciò non rende l'ingranamento meno costrittivo e vincolante. L'influenza, così
5
P. Aulagnier non conosceva il «fantasma non-fantasma», ma ha avuto il merito di descrivere certi processi
intergenerazionali di trasmissione di una «teoria» psichica, come lei la definiva (1975).
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È forse necessario sottolineare l'importanza di questo concetto di saldatura delle articolazioni topiche? Non
c'è confusione, né gioco possibile: questo è il segreto dell'ingranamento.
Interazioni, 0, 1992, pp. 61-70
come l'ingranamento da cui deriva, funziona in modo inverso anche rispetto a colui che la
esercita: chi si dichiara influenzato è a sua volta un'«influenzatore» nascosto; l'influenza va di
pari passo con l'effluenza (e anche con ciò che io chiamo la triade paranoide)7.
Se teniamo conto delle onde di choc sollevate intorno al soggetto dal suo delirio, ecco che ci
riavviciniamo al termine di «cascata» utilizzato sopra. Ma esiste anche un'altra via, molto più
diretta: è quella che va dritta dal fantasma, appena fantasmato dall'uno, all'agito che l'altro
compie; potremmo parlare di un agire psichico (1980) - il paradosso non è che apparente -.
Prendiamo una sequenza più complessa: una madre, nel momento in cui concepisce suo figlio,
ha un vissuto di incesto. Più tardi questo figlio, mosso dall'incesto defantasmato di sua madre,
deliria; peggio: è confuso. Lo prendo in cura nel mio centro. È difficile pensare che possa
liberarsi dell'ingranamento. Ciononostante ci arriverà8.
Rimane da indagare ancora sul corto-circuito psicosomatico.
Le forze in campo
Quanto ai meccanismi all'opera in questo tipo di funzionamento, noi li vedremo manifestarsi
congiuntamente.
Più che assimilare la relazione di ingranamento a una simbiosi, la collocherei nel quadro della
seduzione narcisistica (1980,1989), con cui ha stretti legami (il termine simbiosi può indurre
confusione se si applica a un processo di sofferenza; se lo applichiamo invece, con più rigore, a
una relazione d'oggetto «normale», si esce dall'ingranamento).
È proprio questa seduzione primaria, la seduzione narcisistica, che mette in moto i meccanismi
dell'ingranamento. È attraverso di essa che passano quelle comunicazioni che abbiamo a volte
chiamato da inconscio a inconscio.
Dobbiamo sottolineare qui che nulla ha a che fare così da vicino con l'ingranamento come
l'antiedipo e l'autogenerazione (1989). Se l'autogenerazione ha bisogno di un vettore, è
dell'ingranamento che si servirà: altre cinghie di trasmissione non sarebbero altrettanto adatte.
Anche i meccanismi di identificazione proiettiva e di identificazione introiettiva entrano in gioco
qui con grande potenza; descritti come sappiamo da Melanie Klein e dalla sua scuola (una sintesi
è stata presentata da Grotstein) sono queste «identificazioni» primitive - così come la loro
sorella, l'identificazione adesiva - che operano al servizio dell'ingranamento.
Quest'ultimo lavora a sua volta, con tutta la forza che possiede, per un'altra istanza, non meno
importante: la negazione. Si tratta innanzitutto della negazione della propria realtà psichica, che
è naturalmente collegata alla negazione dell'autonomia; sono principalmente questi i due tipi di
negazione che offrono le loro caratteristiche principali all'ingranamento. La loro forza spiega
come l'intimità psichica delle persone sia corto-circuitati, e la loro distinzione abolita.
In fin dei conti l'ingranamento si può considerare al servizio di una onnipotenza narcisistica. L'
alleanza costruttiva tra l' oggettuale e il narcisistico è rotta. Deconnessione? Sovvertimento dei
registri? In ogni caso l'ingranamento partecipa di una economia specifica.
Economie
Come sempre quando prevale l'onnipotenza, quella dell'ingranamento è un'economia di
sopravvivenza.
Possiamo ricorrere a un paragone che può offrirci un chiarimento per contrasto.
Due modalità di relazione ben conosciute sono quelle basate su potenti interazioni messe in
gioco all'interno di una alleanza stretta tra due persone. Una è l'unisono tra la madre e il
neonato; qui ciascuno dei partner attiva l'altro; questa alleanza, nella normalità, è vitale.
7
Questa «triade paranoide» (descritta e così chiamata nel 1976) costituisce la triade delirante
dell'ingranamento e comporta: l'influenza, che è subita; l'effluenza, che emana da sé; e la diffluenza, che
confonde le tracce.
8
Possiamo segnalare altri frutti dell'ingranamento: il delirio a due e la follia collettiva. Ma questi casi sono
così conosciuti che saranno già venuti in mente al lettore.
Interazioni, 0, 1992, pp. 61-70
L'altra si esprime nella relazione sessuale: anche in questo caso ciascuno dei partner (sempre
nella normalità) attiva l'altro, e in modo estremamente preciso e irresistibile.
Tuttavia, a differenza dell'ingranamento, questi due tipi di relazioni mobilitano tutta la psiche;
certamente si vivono nel corpo e attraverso il corpo nella sua totalità, ma centrate su zone e
attività specifiche e insostituibili. Al di là del loro scopo immediato, il soddisfacimento del
desiderio, esse hanno una prospettiva più ampia: nel primo caso è il raggiungimento
dell'autonomia da parte del bambino, nel caso invece della relazione amorosa, l'unisono funziona
da rinforzo delle singole individualità. Qui dunque i fantasmi sono viventi e l'unisono, con una
modalità specificamente ambigua, si coniuga con la distinzione degli esseri (e, di conseguenza,
delle generazioni e dei sessi).
L'ingranamento genera il contrario. Al suo sviluppo presiedono principi ben diversi dal principio di
piacere e da quello di realtà: è il principio di sopravvivenza (o di sopravvivenza e
annientamento) quello che prende il sopravvento nelle psicosi e negli stati limite.
Questo principio ha un'economia molto dispendiosa, come dispendioso è l'ingranamento;
innanzitutto deve instaurarsi, poi deve mantenersi, tanto in se stesso quanto nelle sue funzioni
difensive.
Non è allora sufficiente riconoscere l' ingranamento (che sia in una testa, o in due, o in una
famiglia). Converrà invece valutarne, se è possibile, l'economia. È forte e duratura? (Come
dimostrerebbero le descrizioni precedenti). Oppure modesta e transitoria. Infatti, ad esempio, la
trasmissione di pensiero occasionale - quella di cui si parla correntemente - è una forma di
ingranamento transitorio. Ad esempio, il padre di una paziente che un giorno mi diceva di non
aver bisogno di avere notizie su di lei, perché riteneva di sapere sempre tutto sul suo conto e di
non sbagliarsi mai, utilizzava sicuramente un altro regime di ingranamento. Questa
organizzazione psichica può restare addormentata per lungo tempo nel soggetto, o negli altri, e
attivarsi solo in circostanze critiche; ci domandiamo se poi tenda a retrocedere, o a continuare a
manifestar-si con forte intensità. Per di più è sempre importante, sia nel caso di una coppia che
di una famiglia, sapere di quale entità è l'ingranamento, e se è il solo meccanismo presente.
Sia per una persona che per una famiglia, si tratta di scoprire se l'ingranamento lascia spazio ad
altri stili, ad altre modalità di funzionamento e di relazione. Non è raro infatti che l'ingranamento
si attivi solo tra certe persone, in certi momenti, di fronte a determinate stimolazioni; altrimenti
resta latente. addormentato.
Ci preoccuperemo ora di distinguere tra le forme di ingranamento «benigne» - passeggere e
parziali -, e quelle «inveterate» - esclusive, massicce, costrittive.
Contiguità
Se l'ingranamento conosce dei gradi, conosce anche delle relazioni di vicinato.
È così che allaccia stretti rapporti con due modalità già conosciute della vita psichica, spesso
(se sappiamo metterle in evidenza) negli individui o nelle famiglie disturbate.
Una è quella del paradosso o meglio della paradossalità (1980, 1985, 1989). Anch'essa si fonda
su una mutua dipendenza e la mantiene, tende a stabilire connessioni senza origini e senza via
d'uscita.
L'ingranamento va in generale di pari passo con la paradossalità, benché appaia meno
mentalizzato.
Non meno stretti, come abbiamo visto, sono i rapporti tra l'ingranamento e le relazioni basate
sul fantasma attivo di pelle comune (1).
Non possiamo però affermare che ogni relazione d'influenza, ogni modalità di relazione, o di
interazione costrittiva si debba necessariamente riferire all'ingranamento. Le stesse
considerazioni valgono per le relazioni basate sulla identificazione mimetica, sull'identificazione
adesiva o sull'inglobamento.
I soggetti che fanno agire ad un altro (sempre una persona vicina) parti di sé; quelli che lo
utilizzano per mettere nell'altro il loro complemento fallico o narcisistico, o le loro pulsioni
inconfessate; quelli che tengono a propria disposizione questo «delegato obbligato» (ben
Interazioni, 0, 1992, pp. 61-70
descritto da E. Jacobson9); quelli che attuano l'espulsione sull'altro dei propri lutti negati e delle
depressioni rimosse (1986)10; quelli che procedono per intimidazioni paranoiche (1990) e le
famiglie che designano al loro interno un figurante predestinato (1989); costui, che si rivela alla
fine della catena, e tutti gli altri, che altro sarebbero se non adepti dell'ingranamento?
Certamente fanno parte del suo vicinato. Possiamo allora scegliere di includerli in questo
registro, ed estendere così il concetto di ingranamento fino a farvi rientrare ogni tipo di
interazione costrittiva, oppure considerarli come parte di un'area contigua, e mantenere così a
questo concetto una delimitazione più precisa.
Disingranamento
Come analisti di pazienti psicotici o di famiglie disturbate, abbiamo a che fare con processi di
ingranamento. Fino a un certo punto (e speriamo solo fino a un certo punto) ne subiamo
l'impatto e ne siamo presi; il cammino che va dall'identificazione empatica all'identificazione
«ingranante» è piuttosto scivoloso. Del resto in questo caso, come sempre quando si lavora su
patologie ad un tempo pesanti e sottili (sì, pesanti e sottili, e forse anche subdole), il vissuto di
controtransfert è oscuro, ma proprio per questo chiarificatore: ingranati ci si sente ottusi, ciechi,
tirati, spinti, distolti, manipolati; sono questi segnali da non trascurare.
Come analisti, speriamo anche che i nostri pazienti o le famiglie che sono indissolubilmente
legati, incatenati all'ingranamento, arrivino col nostro aiuto a liberarsene. Non sarà facile: essi
ne sanno poco, e abbiamo visto come l'ingranamento interrompa il corso dei fantasmi, delle
rappresentazioni e dei pensieri. Non sarà facile: ci si tengono attaccati. Abbiamo visto come
l'ingranamento comporti la negazione della autonomia e si ponga come ostacolo, resistenza al
riconoscimento delle differenze. In più, lo sappiamo, è testimone d'onnipotenza, di eternità e
sopravvivenza: rinunciarvi può voler dire scoprirsi, o perdersi.
Se passo dopo passo, pezzo dopo pezzo, con le unghie e con i denti, comincia a prodursi il
disingranamento, nella maggior parte dei casi sarà vissuto e temuto come una lacerazione;
lacerazione di pelli incollate e, nel migliore dei casi, come un disinnesto: un salto nel vuoto, una
messa in moto senza controllo.
E difatti si tratta, metaforicamente, di una sorta di disinnesto; o piuttosto, di una possibilità di
disinnesto. I pazienti, all'inizio, lo sentono come un immenso spazio vuoto: tanto è vero che
quando si esce dal peggio, il meglio comincia sempre per sembrare cattivo... Questo spazio è
neutro; è lo spazio dei discorsi senza capo né coda, del rumore senza conseguenze (imparerà
l'analista a parlare senza dire niente?). È uno di quegli spazi che si dicono «transizionali». Non è
più lo spazio di una saldatura narcisistica, ma diviene quello di una autentica mutualità (come
avrebbe detto Wynne).
A partire di qua, isole di pensiero e isole di piacere potranno cominciare ad emergere, poi a
crescere all'interno di una psiche fino a quel momento costretta a sopravvivere senza essere...
Bibliografia
(1) Anzieu D., Le moi-peau, Dunod, Paris, 1985 (tr. it. L'lo Pelle, Borla, Roma, 1987).
(2) Castoriadis-Aulagnier P., La violente de l'interprétation, Puf («Fil rouge»), Paris, 1975.
(3) Freud. S., «Reves et télépathie», Coll. Papers, VI, 1922 (tr. it. «Sogno e telepatia», in Opere di S. Freud,
vol. 9, Boringhieri, Torino, 1977).
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identificazione proiettiva, Astrolabio, Roma, 1983).
(5) Jocobson E., Psychotic Conflict and Reality, Hogarth Press, London and New York, 1967.
(6) Klein M., Heimann P., Isaacs S., Riviere J., Developments in Psychoanalysis, Hogarth Press, London,
1952.
9
Un paziente descritto da E. Jacobson faceva insidiosamente agire i suoi desideri perversi (per i quali egli
stesso provava riprovazione e che respingeva) ad un amico, che però si sforzava di rimettere sulla buona
strada.
10
Lutto e depressione si possono infatti proiettare sulle persone vicine, ma in questo caso queste ultime non
sono per nulla coscienti di ciò con cui hanno a che fare, né mai sapranno cosa fare.
Interazioni, 0, 1992, pp. 61-70
(7) Racamier P.C., «L'interprétation psychanalytique des schizophrénies», Encyclopédie Médico-chirurgicalePsychiatrie, 37291, A. 10, 12 p. in 4% 1976.
(8) Racamier P.C., «Les paradoxes des schizophrènes» (Congrès des Psychanalystes de langues romanes,
Firenze, maggio 1978), Revue francaise de psychanalyse, 42, 5-6, 1978.
(9) Racamier P.C., Les schizophrènes, Payot (Pbp), Paris, 1980, 2° Ed. 1983. Nouvelle édition augmentée,
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1983).
(10) Racamier P.C., «De l'objet non-objet», Nouvelle revue de psychanalyse, Gallimard, Paris, 21, 1980.
(11) Racamier P.C., «Ambiguité, paradoxalité», Gruppo, 1, 1985.
(12) Racamier P.C., «L'intrapsychique, l'interactif et le changement à l'adolescente et dans la psychose»
(colloque international, Paris, maggio 1984), in Psychanalyse, adolescente et psychose, ouvr. collectif.,
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(13) Racamier P.C., «De la peversion narcissique», Gruppo, 3, 1987.
(14) Racamier P.C., Antoedipe et ses destins, Apsygée, Paris, 1989 (tr. it. Antedipo e i suoi destini, Cerp,
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(15) Racamier P.C., «La paranoia revisitée», Perspectives psychiatriques, 21, 1990.
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(17) Tausk V., «Sur le genèse de la machine à influencer», 1919, tr. fr. in Oeuvres psychanalytiques
complètes, Payot, Paris, 1975 (tr. it. Sulla genesi della macchina influenzante nella schizofrenia, in Scritti
psicoanalitici, Astrolabio, Roma, 1979).
Traduzione di Alessandra Raineri
Tratto dalla rivista Gruppo,6, 1990.
Interazioni, 0, 1992, pp. 61-70