Maggio archeologico_12927_13592
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Il volto degli antichi Tra documenti archeologici e ricostruzioni sperimentali Il Maggio Archeologico di quest’anno intende esplorare il mondo antico nei suoi aspetti di fisicità e di fisiognomica. Gli uomini e le donne che ci hanno preceduto restano spesso senza volto, fantasmi di un passato di cui l’archeologia ricostruisce per lo più gli aspetti di vita materiale. Tuttavia l’interrogativo sulla fisionomia dei loro visi trova oggi il sostegno delle nuove tecnologie, che si affiancano così ai documenti archeologici, non sempre fedeli, della pittura e della scultura per restituirci reali figure di antenati. giovedì 9 maggio 2013, ore 21.00 – Sala Curò, p.zza Cittadella, 9 I “ritratti del Fayum”: il fascino dei volti e degli sguardi Edda Bresciani (già Università degli Studi di Pisa) Letture a cura di Claudia Fredella Edda Bresciani Lucchese, è Professore Emerito di Egittologia dell’Università di Pisa, Socia dell’Accademia Nazionale dei Lincei e dell’Académie des Inscriptions et Belles-Lettres. Presso Einaudi sono usciti i suoi volumi “Letteratura e poesia dell’antico Egitto”. Cultura e società attraverso i testi” (1999/2007) e “La porta dei sogni. Interpreti e sognatori nell’Egitto antico” (2205); nella collana i Meridiani Mondadori, ha curato “I Testi religiosi dell’antico Egitto” (2001); per Paideia, “Il Mito dell’Occhio del Sole. I dialoghi filosofici tra la Gatta Etiopica e il Piccolo Cinocefalo” (1992). Gli articoli usciti in varie riviste specializzate e in volumi sono alcune centinaia. Ha diretto esplorazioni archeologiche in siti prestigiosi egiziani, e dal 1978 dirige gli scavi nel Fayum, a Khelua, Kom e Medinet Madi, dell’Università di Pisa. Ha la direzione scientifica del Progetto di Cooperazione del nostro Ministero degli Esteri a Medinet Madi, che ha appena realizzato in Egitto, a Medinet Madi, il primo “parco archeologico” con Visitor Centre, inaugurato nel 2010. I “ritratti del Fayum”: il fascino dei volti e degli sguardi Ci sono arrivati circa 600 ritratti funebri, indicati convenzionalmente come “ritratti del Fayum” dal nome della regione dalle cui necropoli proviene la maggior parte di essi. Sono ritratti di uomo, di donna, di ragazzi, che possiamo chiamare realistici, dipinti sia su tavolette di legno sia su tela, che venivano posti all’altezza del viso della mummia inseriti tra le bende, dalle quali emergono come da una finestra, a guardare dall’aldilà verso il mondo dei viventi. Il loro sguardo ci fissa con intensità toccante; i volti sono raramente frontali, per lo più di trequarti. Gli anonimi pittori autori dei ritratti funebri, che continuano la tradizione artistica alessandrina, sono stati attivi a Menfi (Saqqara, necropoli menfita), nel Fayum (Hawara, Mazguna, Illahun, el Rabayat e Gerza – necropoli di Filadelfia), a El Hibeh e ad Antinoe (Medio Egitto), a Panopoli , Licopoli e Tebe (Alto Egitto), a Marina (Delta). Queste opere pittoriche di grande valore artistico ed archeologico, risalgono all’epoca romana (fine I sec. A.C.- metà III sec. D.C.). I “ritratti del Fayum” mostrano affinità di stile con le tele funerarie all’incirca coeve. La tecnica utilizzata è l’encausto oppure la tempera. L’effetto realistico era accentuato dalla foglia d’oro applicata per corone e gioielli. I “ritratti” hanno lo scopo di testimoniare l’aspetto del defunto e della defunta ancora in vita; sopra ritratti e mummie, conservati in vari Musei e collezioni, sono state eseguite indagini con strumentazione moderna (TAC) che ha mostrato una corrispondenza tra le fattezze del defunto e il tratto dipinto. Claudia fredella Claudia Fredella: si è laureata nel 1998 in Lettere Classiche con indirizzo archeologico presso l’Università degli Studi di Milano. È stata tutor di metodologia dello scavo archeologico presso la stessa Università; è responsabile dei Servizi Educativi del Parco Archeologico del Forcello di Bagnolo San Vito (MN). Ha seguito corsi di Dizione e Recitazione presso il Centro Teatro Attivo di Milano, di predoppiaggio e di speakeraggio e seminari di teatro comico, di Video-acting e di Fiction. Ha recitato con la compagnia Milli&Cavilli diretta da Milena Hirsh; è stata insegnante di Dizione e Recitazione e Responsabile Clienti nella formazione aziendale. giovedì 16 maggio 2013, ore 21.00 – Sala Roma del Museo Archeologico Ötzi, l’uomo venuto dal ghiaccio Albert Zink (Eurac Research, Bolzano) Le ultime ore di Ötzi (filmato tratto da L’uomo ritrovato di Chiara Cetorelli per RAI3) Albert Zink Direttore Scientifico dell’Istituto per le Mummie e l’ Iceman dell’Eurac EURAC research di Bolzano, si occupa di antropologia molecolare, nanotecnologie, paleopatologia, paleoepidemiologia e di studi forensi. È noto per aver studiato l’uomo del Similanun, Ötzi, la mummia di Tutankhamon e recentemente per le indagini svolte su Ramses III. Laureato in Biologia presso l’Università di Monaco, con specializzazione in Paolopatologia. Dottore di Ricerca in Paoleopatologia presso l’Istituto di Antropologia e Genetica umana dell’Università di Monaco. Continua le sue ricerche nel campo della paleopatologia, con un post-dottorato do ricerca incentrato sull’identificazione delle alterazioni patologiche nelle mummie dell’Antico Egitto, attraverso l’estrazione e lo studio del DNA. Ha lavorato presso l’Università di Monaco dal 2002 al 2004, come assistente della divisione di Paleopatologia. Dal 2004 al 2007 è stato ricercatore presso il Department of Earth and Environmental Sciences, AG Nanobiomed (group Prof. Dr. W.M. Heckl). Partecipa a missioni archeologiche, in particolare in Egitto. Ha pubblicato numerosissimi articoli su riviste scientifiche, e ha scritto libri sulle mummie e sugli studi ad esse applicati, tra cui ad esempio Die Welt der Mumien: Von Ötzi bis Lenin. Ha partecipato a convegni internazionali e tiene conferenze in tutto il mondo. Collabora con le trasmissioni televisive italiane ed estere, ha girato documentari anche per il National Geographic. Adora la montagna ed il flamenco. Ötzi, l’uomo venuto dal ghiaccio Il 19 settembre sulle Alpi Venoste, sul ghiacciaio del Similaun, ad oltre 3.000 metri s.l.m., al confine fra l'Italia, la Val Senales in Alto Adige e l'Austria, avvenne un ritrovamento eccezionale: il corpo di un uomo vissuto 5000 anni fa. Ötzi, noto anche come mummia del Similaun, è un uomo databile all’Età del Rame, tra il 3300 e il 3200 a.C., in un momento di transizione tra il Neolitico e l'Età del bronzo,oggi conservato presso il Museo Archeologico dell'Alto Adige di Bolzano. È il corpo umano più antico al mondo conservato nel ghiaccio! Fin dal suo ritrovamento è emersa l’unicità del reperto e la necessità di studiarlo. La mummia è al centro di un grande progetto di ricerca condotto dall’'Eurac di Bolzano l'Institute for Mummies and the Iceman (Istituto per le Mummie e l'Iceman), tra cui spiccano le analisi sul DNA mitocondriale. Ötzi ha così fornito moltissime informazioni: il suo ultimo pasto a base di carne di cereali, carne di stambecco, probabilmente cotta, la presenza di tatuaggi, l'appartenenza al gruppo sanguigno 0, la predisposizione a malattie cardiovascolari, l'intolleranza al lattosio, la presenza della malattia di Lyme… Di Ötzi è stata fatta una ricostruzione completa del corpo e del volto. La prima ricostruzione è stata fatta 14 anni fa ed una seconda a vent’anni dalla scoperta. Quest’ultima, che si è avvalsa dei recenti metodi ricostruttivi della medicina forense, è particolarmente viva ed emozionante. La conferenza racconterà l’esperienza unica ed eccezionale dello studioso che ha compiuto le ricerche sulla mummia e che ancora oggi indaga con un nuovo progetto incentrato sullo stomaco e porterà gli ascoltatori a guardare negli occhi un uomo vissuto 5000 anni prima di noi. giovedì 23 maggio 2013, ore 21.00 – Sala Curò, p.zza Cittadella, 9 Ankhpakhered, il volto di una mummia Sabina Malgora (castello del Buonconsiglio, sezione Egizia, Trento) Sabina Malgora Archeologa ed egittologa. Curatrice della sezione egizia del Castello del Buonconsiglio di Trento. Direttore del Mummy Project di Milano, centro di ricerche, finalizzato allo studio delle mummie umane e di animali attraverso analisi effettuate con le più moderne tecniche di indagine medica ed investigativa. Laureata in lettere classiche con indirizzo archeologico presso l’Università di Bologna, ha conseguito il diploma di “Archeologo” presso la Scuola di Specializzazione della medesima Università. Dottore di Ricerca presso l’Istituto Orientale di Napoli. Membro della missione archeologica Joint Mission nel Sultano d’Oman, diretta dal prof. Maurizio Tosi. Membro della Missione Archeologica Italiana a Luxor, diretta dal prof. Francesco Tiradritti, con incarico di studio dei reperti organici. Ha ideato, curato e diretto la mostra “Ur Sunu Grandi dottori dell’Antico Egitto”, collaborato alla mostra “Egitto mai visto” di Trento. Segue l’organizzazione di progetti, eventi culturali e mostre, conferenze e documentari. Ha pubblicato articoli su numerose riviste scientifiche e ha partecipato a convegni internazionali. Collabora con le riviste Archeo, Archeologia Viva e Ancient Egypt, oltre che con le trasmissioni televisive SuperQuark di Piero Angela (RAI 1), Ulisse (RAI 2) e Mistero (Italia 1), realizzando documentari. Ankhpakhered, il volto di una mummia mummia Dalla campagna napoleonica in poi le mummie sono sempre state al centro dell’attenzione, considerate oggetti curiosi da acquistare per i collezionisti ottocenteschi, curative così da essere polverizzate per curare dal raffreddore all’impotenza, sbendate per recuperare oggetti preziosi, bruciate come combustibile…studiate ed indagate con vere e proprie autopsie fino ad arrivare alle ricerche antropologiche più avanzate con raggi X e TAC. Oggi le moderne tecniche di indagine medica ed investigativa del MUMMY PROJECT di Milano rivelano le preziose informazioni custodite dalle mummie e ne svelano i misteri, senza in alcun modo intaccare questi corpi che le sapienti mani dei sacerdoti hanno consegnato all’eternità. La conferenza è incentrata sul case of study della misteriosa mummia conservata nel sarcofago del sacerdote Ankhpakhered. Grazie alle ricerche condotte, sarà possibile ricostruire la carta d’identità di questo enigmatico individuo fino a toccare con mano il suo volto, che sarà presentato a coloro che interverranno. giovedì 30 maggio 2013, ore 21.00 – Sala Curò, p.zza Cittadella, 9 Antichi volti al Museo Archeologico. Visita guidata Mariavincenza Corea (Centro Didattico-culturale Museo Archeologico, Bergamo) MariaVincenza Corea Laureata in lettere classiche, con indirizzo in archeologia classica, si è occupata di ritrattistica augustea. Dal 1988 al 1993 ha collaborato con il Museo Archeologico di Bergamo nella digitalizzazione dell’inventario delle collezioni. Dal 1993 è docente di ruolo di lettere nei licei scientifici cittadini. Dal 1993 è operatrice del Centro Didattico del Museo Archeologico di Bergamo. Antichi volti al Museo Archeologico. Visita guidata La ritrattistica romana, soprattutto di età repubblicana, permette di riconoscere i tratti fisiognomici del personaggio rappresentato, che assume così una sua precisa identità fisica. La storia del ritratto romano, i suoi caratteri si modificano nel corso del tempo, assumendo valenze simboliche e recependo le mode che via via si succedono. Tra conferenza e visita guidata, la tematica del ritratto romano sarà illustrata analizzando alcune opere esposte al Museo. La serata è a cura del Centro Didattico-culturale del Museo Archeologico.