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Spedizione in abbonamento postale Roma, conto corrente postale n. 649004 Copia € 1,00 Copia arretrata € 2,00 L’OSSERVATORE ROMANO GIORNALE QUOTIDIANO Unicuique suum Anno CLII n. 67 (46.013) POLITICO RELIGIOSO Non praevalebunt Città del Vaticano martedì-mercoledì 20-21 marzo 2012 . All’Angelus Benedetto XVI chiede preghiere per il prossimo viaggio e ringrazia degli auguri per il suo onomastico Il cardinale Bertone sulla visita del Papa in Messico Un grande atto d’amore Verso Messico e Cuba Appello perché sia garantito a tutti l’accesso all’acqua e si trovi soluzione ai problemi del lavoro Il Papa ha chiesto ai fedeli di accompagnarlo spiritualmente in Messico e a Cuba, dove si recherà dal 23 al 29 marzo. Lo ha fatto all’Angelus di domenica 18, in piazza San Pietro, affidando l’imminente viaggio «all’intercessione della Beata Vergine Maria, tanto amata e venerata in questi due Paesi che mi accingo a visitare». La preghiera mariana alla vigilia della solennità di san Giuseppe ha offerto al Pontefice anche l’occasione per ringraziare degli auguri ricevuti per il suo onomastico. Per la ricorrenza sono giunti a Benedetto numerosissimi messaggi augurali da parte di rappresentanti pontifici nel mondo, cardinali, vescovi e conferenze episcopali. La «gratitudine» e «l’affetto profondo di tutte le Chiese che sono in Italia» sono stati espressi in un telegramma augurale a firma del cardi- XVI Un grande atto d’amore. Così il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato, definisce la scelta di Benedetto XVI di visitare il Messico dal 23 al 26 marzo prossimi. In un’intervista concessa a Valentina Alazraki dell’emittente messicana Televisa e al quotidiano «El Sol de México», riportata integralmente dalla Radio Vaticana, il segretario di Stato ritiene che il Papa possa in questi giorni rilanciare appelli contro la violenza, a favore della vita, per la promozione della famiglia. Benedetto XVI, spiega il cardinale, conosce bene la situazione del Messico, «un Paese attraversato da problemi e da sfide formidabili, soprattutto le sfide della violenza, le sfide della corruzione, del narcotraffico, che esigono l’impegno di tutti, l’impegno di tutte le istanze religiose, civili, sociali per superare questa fase e per rifondare il Messico sui valori cristiani, che sono nel dna del popolo messicano: i valori della pacifica convivenza, della fraternità, della solidarietà e dell’onestà». Per questo il Papa reca con sé «un messaggio di incoraggiamento» e, aggiunge, lo porta «soprattutto ai giovani perché non si lascino scoraggiare, perché non si lascino catturare da facili mire, da facili orizzonti magari di guadagno e di arrivismo, ma si sentano impegnati a costruire una società solidale, una società onesta, una società dove ciascuno abbia il proprio posto, il proprio riconoscimento. Un mes- nale Angelo Bagnasco e del vescovo Mariano Crociata, rispettivamente presidente e segretario generale della Conferenza episcopale italiana. Particolarmente significativi gli auguri delle più alte autorità civili dell’Italia. Quelli del presidente del Consiglio, Mario Monti, sono stati rivolti al Papa nel corso di un colloquio telefonico diretto, molto cordiale, che ha avuto luogo tra lo studio di Palazzo Chigi e l’appartamento pontificio. Da parte sua Benedetto XVI ha contraccambiato con espressioni augurali per il premier italiano, che proprio il 19 marzo ha festeggiato il suo compleanno. Un messaggio è giunto al Pontefice anche dal presidente della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano. «La ricorrenza di San Giuseppe — scrive il capo dello Stato — è cara alla nazione italiana, che vi riconosce un’amata figura paterna e un alto riferimento all’istituto famigliare. In questo spirito La prego di accogliere, Santità, l’augurio più sincero di benessere e di serenità». Al termine dell’Angelus, il Papa ha lanciato un appello alla comunità internazionale perché sia garantito a tutti «un accesso equo, sicuro e adeguato all’acqua». Dal Pontefice anche un pensiero ai lavoratori dell’Alcoa di Portovesme, in Sardegna, con l’auspicio che «la loro difficile situazione, come altre simili, possa avere un’adeguata soluzione». Fedeli messicani in piazza San Pietro per la recita dell’Angelus di domenica 18 marzo PAGINA 8 Tolosa blindata dopo l’uccisione di un insegnante, i suoi due figli e un’altra bambina La Francia sconvolta dalla strage nella scuola ebraica TOLOSA, 20. La Francia è sconvolta dalla strage avvenuta ieri nella scuola ebraica Ozar Hatorah a Tolosa, dove un uomo, arrivato e fuggito a bordo di uno scooter, ha ucciso un professore di religione, il trentenne franco-israeliano Jonathan Sandler, i suoi due figli Ariel e Gabriel, rispettivamente di cinque e quattro anni, e Myriam Monsonego, di sette, figlia del direttore e rabbino dell’istituto, Yaacov Monsonego, anch’egli franco-israeliano. Un ragazzo di 17 anni è in gravi condizioni in ospedale. Le salme sono state traslate oggi in Israele per la sepoltura. In precedenza, questa mattina, migliaia di Il cordoglio del Pontefice per la morte di Shenouda III Servitore fedele della causa dell’unità dei cristiani I funerali del patriarca celebrati martedì mattina al Cairo nella cattedrale di San Marco (Afp) y(7HA3J1*QSSKKM( +$!"!%!?!= Il cordoglio di Benedetto XVI per la morte del patriarca della Chiesa Copta Ortodossa Shenouda III avvenuta sabato 17 marzo, è stato espresso nel telegramma che pubblichiamo in una nostra traduzione italiana. Apprendendo con tristezza della dipartita verso Dio, nostro Padre comune, di Sua Santità Shenouda III, Patriarca di Alessandria e della Predicazione di San Marco, tengo a esprimere ai membri del Santo Sinodo, ai sacerdoti e ai fedeli di tutto il Patriarcato i miei più vivi sentimenti di compassione fraterna. Ricordo con gratitudine il suo impegno per l’Unità dei Cristiani, la sua memorabile visita al mio predecessore Papa Paolo VI e la loro firma, il 10 maggio 1973 a Roma, della Dichiarazione comune di Fede nell’Incarnazione del Figlio di Dio, come pure il suo incontro al Cairo con Papa Giovanni Paolo II nel corso del Grande Giubileo dell’Incarnazione, il 24 febbraio 2000. Posso dire quanto tutta la Chiesa cattolica condivida la sofferenza che provano i Copti ortodossi, e quanto preghi con fervore, chiedendo a Colui che è la risurrezione e la vita di accogliere presso di Lui il suo fedele servitore. Che il Dio di ogni misericordia lo riceva nella sua gioia, nella sua pace e nella sua luce. BENEDETTO PP. XVI PAGINA 6 persone si erano recate a rendere omaggio alle salme nella camera ardente allestita nel Campidoglio di Tolosa. Oggi in tutte le scuole di Francia si è osservato un minuto di silenzio in omaggio alle vittime. Il presidente Nicolas Sarkozy è intervenuto alla cerimonia in una scuola nel centro di Parigi, dopo essersi recato ieri a Tolosa, sul luogo del delitto, dove in precedenza erano giunti il ministro dell’Interno, Claude Gueant, e poi il leader socialista François Hollande, candidato alle prossime elezioni presidenziali. Il centrista François Bayrou è andato direttamente nella sinagoga di Parigi, dove in serata si è tenuta una cerimonia alla quale hanno partecipato anche Sarkozy e Hollande, seguita da una marcia silenziosa di condanna dell’antisemitismo e di solidarietà con le vittime. La campagna elettorale è stata interrotta ieri e oggi. Messaggi di cordoglio, di sdegno e di condanna sono arrivati da tutto il mondo. La pista privilegiata dagli investigatori è quella dei gruppi neonazisti. La pistola usata dall’assassino, come ha confermato la perizia balistica, è la stessa con la quale la scorsa settimana erano stati uccisi tre militari di origine maghrebina e ne Cruenti attentati in molte città dell’Iraq BAGHDAD, 20. Sono 43 i morti accertati e oltre 198 i feriti nei diversi attentati che hanno insanguinato questa mattina varie città dell’Iraq. Le conseguenze più gravi ci sono state a Kerbala, dove sono morte almeno 13 persone, e a Kirkuk, dove un’autobomba esplosa vicino al quartier generale della polizia ha causato 7 morti e 30 feriti. Un’altra autobomba guidata da un attentatore suicida è esplosa vicino al ministero degli Esteri a Baghdad, uccidendo tre persone e ferendone 21. Esplosioni si sono verificate anche a Hilla, Baiji, Samarra, Tuz Khurmato, Daquq e Dhuluiya. saggio di amore e di grande incoraggiamento e quindi di ottimismo». Sulla scia dell’esperienza maturata in diverse occasioni d’incontro con la realtà messicana il cardinale Bertone definisce la fede del popolo di questa grande Nazione «solida, non superficiale. E da questo punto di vista credo che ancora adesso la fede non si sia affievolita, anzi: proprio di fronte ai problemi e alle sfide, c’è bisogno di un maggior radicamento nella fede e c’è bisogno di un aiuto dall’Alto e quindi di maggiore preghiera, ma anche di maggiore impegno personale. E credo che la Chiesa, nella sua struttura organizzativa, nei suoi pastori, nelle sue organizzazioni sociali e capillari, lavori in questa direzione». Il cardinale sottolinea poi che i rapporti tra Messico e Santa Sede sono in positiva evoluzione, soprattutto considerando le tensioni che hanno caratterizzato il secolo scorso. «Il popolo — ha ricordato il segretario di Stato — sentiva la Chiesa come “cosa sua”, come anima del popolo, però politicamente, civilmente e strutturalmente c’era una contrapposizione, una tensione. Vent’anni fa si sono ristabiliti i rapporti diplomatici: questo è un segnale di rilevanza pubblica della Chiesa come tale. È un riconoscimento della funzione universale svolta dalla Chiesa e dalla Santa Sede. Si pensi anche allo sviluppo che ha avuto il Messico nella comunità internazionale, non solo nel Caribe e nell’America Latina, ma nella comunità internazionale, tra i Venti, per dire. È significativo dunque che questi rapporti siano saldi e fruttuosi». Quanto all’immediato il porporato ricorda che attualmente in Messico si sta discutendo e votando una legge sulla libertà religiosa. E su questo punto il segretario di Stato conclude: «Se resiste il diritto alla libertà religiosa, anche gli altri diritti sono tutelati e protetti. Se cade il diritto alla libertà religiosa — questo diritto basilare, fondamentale — anche gli altri diritti vacillano». Presentato il documento di sintesi a conclusione dell’itinerario voluto da Benedetto XVI Risultati e prospettive della visita apostolica in Irlanda PAGINA 7 Una madre conforta il figlio davanti a una scuola di Parigi (Reuters) era stato ferito un quarto in due agguati, uno sempre a Tolosa e l’altro nella vicina Montauban. Questo spinge gli inquirenti a sospettare tre ex paracadutisti, di simpatie neonaziste, cacciati dal reggimento di Tolosa nel 2008. Gli investigatori stanno studiando le immagini registrate dalla videoca- mera di sorveglianza nel cortile della scuola. Si vede l’uomo arrivare a bordo di uno scooter — bianco, ma con la stessa targa di quello nero (rubato) usato per uccidere i militari — estrarre una pistola calibro 9 e sparare alle vittime, prima di risalire sullo scooter e allontanarsi. Nella giornata mondiale per la poesia Parole da mangiare spesso OLIVIER-THOMAS VENARD A PAGINA 5 NOSTRE INFORMAZIONI Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale dell’Arcidiocesi di Montréal (Canada) presentata da Sua Eminenza Reverendissima il Cardinale Jean-Claude Turcotte in conformità al canone 401 § 1 del Codice di Diritto Canonico. Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della Diocesi di Rockford (Stati Uniti d’America), presentata da Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Thomas G. Doran, in conformità al canone 401 § 1 del Codice di Diritto Canonico. Provviste di Chiese Il Santo Padre ha nominato Arcivescovo di Baltimore (Stati Uniti d’America) Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor William Edward Lori, finora Vescovo di Bridgeport. Il Santo Padre ha nominato Arcivescovo Metropolita di Montréal (Canada) Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Christian Lépine, finora Vescovo titolare di Zabi e Ausiliare di Montréal. Il Santo Padre ha nominato Vescovo di Rockford (Stati Uniti d’America) il Reverendissimo Monsignore David J. Malloy, del clero dell’Arcidiocesi di Milwaukee, finora Parroco della «Saint Francis de Sales Parish» a Lake Geneva. Il Santo Padre ha nominato Vescovo di Pensacola-Tallahassee (Stati Uniti d’America) il Reverendo Gregory L. Parkes, del clero della Diocesi di Orlando, finora Vicario Generale, Cancelliere per gli Affari Canonici e Parroco della «Corpus Christi Parish» a Celebration. L’OSSERVATORE ROMANO pagina 2 martedì-mercoledì 20-21 marzo 2012 Bruxelles studia norme più stringenti su conto correnti e autoregolazione Intervento della Santa Sede Stretta europea sulla trasparenza bancaria Il fondamentale diritto alla casa BRUXELLES, 20. Per risarcire i cittadini Ue di ciò che hanno pagato a causa della crisi provocata dalla finanza, la Commissione Ue punta nel 2012 alla protezione dei consumatori e prepara un giro di vite su costi e comportamenti poco trasparenti delle banche. Nello specifico, le regole di Bruxelles in arrivo a breve, forse già il mese prossimo, intendono rendere più facile passare da una banca all’altra, avere accesso a un conto di base e leggere i costi connessi al proprio conto, spesso nascosti in voci inintellegibili dell’estratto conto. La sterzata verso i consumatori Ue «che hanno perso fiducia nel settore bancario» è pilotata dal commissario Ue al Mercato interno, Michel Barnier. «Deluso» dall’incapacità e dalla «cattiva volontà» delle banche di autoregolarsi, Barnier ha deciso di intervenire a garanzia dei cittadini che trovano «troppo complicato» passare da una banca all’altra, che hanno difficoltà a orientarsi nelle voci del loro estratto conto e che, spesso, non hanno accesso a un conto bancario di base. Barnier aveva già sollevato la questione con le banche, mesi fa, e aveva chiesto loro una sorta di autoregolamentazione. Gli istituti avevano quindi preso degli impegni che però per Bruxelles non sono sufficienti. «Visto che l’autoregolamentazione non funziona, vogliamo regolare» Pubblichiamo l’intervento svolto dall’arcivescovo Silvano M. Tomasi, osservatore permanente della Santa Sede presso l’ufficio delle Nazioni Unite e Istituzioni Specializzate a Ginevra, durante la XIX sessione ordinaria del Consiglio dei diritti dell’uomo Il commissario europeo al Mercato interno Michel Barnier (Afp) ha detto Barnier, spiegando che «gli impegni assunti dalle banche Ue non hanno permesso di agevolare la mobilità da una banca all’altra». Quella che il commissario chiama «l’opacità» delle banche «impedisce ai consumatori di scegliere ciò che preferiscono». Una difficoltà che si sperimenta soprattutto cambiando banca, e quindi «a volte si resta scoraggiati quando si vuole cambiare istituto». Non è una questione di Contrazione del pil greco prevista per il 2012 ATENE, 20. La Grecia sarà in recessione per il quinto anno consecutivo. Nel 2012, infatti, l’economia si contrarrà del 4,5 per cento mentre il recupero inizierà nel 2013. La previsione della Banca centrale greca è contenuta nella relazione annuale sulla politica monetaria. Il pil greco ha subito una contrazione del 6,9 per cento lo scorso anno, mentre la disoccupazione ha raggiunto il 17,7 per cento in media su base annua e la Banca Centrale prevede che salirà ulteriormente fino al 19 per cento entro il 2013. Intanto, sul piano politico, Evangelos Venizelos si è dimesso dall’incarico di ministro delle Finanze dopo essere stato eletto nuovo leader del partito socialista Pasok. Venizelos ha presentato le sue dimissioni al presidente Karolos Papoulias. Oggi il premier Papademos dovrebbe annunciare il nuovo titolare del dicastero dell’economia. Geithner chiede un firewall europeo più potente WASHINGTON, 20. La strada delle riforme in Europa è ancora «lunga e difficile»: il vecchio continente dovrebbe mettere in piedi difese più forti contro la crisi. Lo ha detto ieri il segretario al Tesoro americano, Timothy Geithner, sottolineando che gli Stati Uniti non hanno intenzione di chiedere un rafforzamento delle difese del Fondo monetario internazionale (Fmi), che ha le necessarie risorse finanziarie. «la crescita economica — ha messo in evidenza Geithner — potrebbe essere debole per diverso tempo». Dunque, all’Europa serve una soluzione forte e immediata, il che significa rafforzare il futuro fondo salva-Stati. Intanto, il Tesoro americano ha venduto i suoi 250 miliardi di dollari di titoli di Fannie Mae e Freddie Mac, i due colossi del credito nel settore immobiliare. L’operazione si è chiusa con un profitto di 25 miliardi di dollari. L’OSSERVATORE ROMANO GIORNALE QUOTIDIANO Unicuique suum POLITICO RELIGIOSO Non praevalebunt malafede, secondo il commissario, ma di «mancanza di buona volontà, perché abbiamo a che fare con enti che hanno cattive abitudini per quanto riguarda la trasparenza». Barnier ha calato la lente di Bruxelles anche sullo Shadow banking (sistema bancario parallelo), che oggi rappresenta una quota pari al trenta per cento del sistema finanziario complessivo. Signora Presidente, Vorrei iniziare ringraziando la signora Raquel Rolnik, Relatrice speciale su L’alloggio adeguato come componente del diritto a uno standard di vita adeguato e del diritto alla non discriminazione a questo riguardo (A/HRC/53), per il rapporto presentato al Consiglio, incentrato sul diritto delle donne a un alloggio adeguato. Il Rapporto giustamente sottolinea i progressi e gli sviluppi legali avvenuti in diversi Paesi, volti ad agevolare la piena realizzazione di questo diritto da parte delle donne. Inoltre il Rapporto esprime preoccupazione per le scappatoie e le situazioni socio-culturali che in alcune regioni continuano a impedire alle donne di godere pienamente del diritto a un alloggio adeguato, relative al loro status di madri, mogli, vedove, orfane o al pari trattamento con gli uomini nella distribuzione dei beni di famiglia, della terra e delle proprietà in generale. Pertanto, la tutela legale del diritto della donna a un’abitazione adeguata interessa tutti noi ed esige ora L’elezione al primo scrutinio con 991 voti a favore sui 1.232 espressi Joachim Gauck presidente della Repubblica Federale di Germania BERLINO, 20. Il presidente della Repubblica Federale di Germania Joachim Gauck, si è insediato oggi nella residenza del castello di Bellevue, a Berlino. Qui è previsto l’incontro con il precedessore dimissionario, Christian Wulff, e con il presidente del Bundesrat, Horst Seehofer, che ha ricoperto la funzione presidenziale nel periodo di transizione. Gauck è stato eletto presidente della Repubblica al primo scrutinio con 991 voti a favore sui 1.232 espressi. Alla candidata della Linke, Beate Klarsfeld, sono andati 126 voti, tre in più di quelli del partito che l’ha candidata. Il numero di astensioni è stato di 108. «Una cosa posso promettere: con tutte le mie forze e con tutto il mio cuore dico sì alla responsabilità che mi avete trasmesso» ha dichiarato Gauck nel discorso pronunciato davanti all’assemblea nel Reichstag al momento dell’elezione. Il presidente della Commissione Ue, José Manuel Durão Barroso, e il presidente del Parlamento Ue, Martin Schulz, hanno espresso le loro più sincere congratulazioni a Gauck. «La sua elezione avviene in un momento di cambiamenti storici in Europa» si legge nel messaggio inviato a Gauck da Barroso a nome dell’intero collegio della Commissione Ue. Il presidente della Repubblica Federale di Germania (Reuters) Svolta a Cupertino primo dividendo da 17 anni CUPERTINO, 20. Apple, per la prima volta in 17 anni, distribuirà un dividendo ai propri azionisti. A partire dal quarto trimestre dell’anno fiscale 2012, che si apre il primo luglio, la casa di Cupertino pagherà 2,65 dollari per azione: un annuncio atteso, che giunge al termine di un «week end record» per il nuovo iPad, le cui vendite hanno raggiunto quota tre milioni di esemplari da venerdì 16 marzo giorno del suo lancio. Risultati che hanno fatto letteralmente volare i titoli Apple ai massimi di tutti i tempi a 604,82 dollari per azione, dopo aver chiuso per la prima volta sopra i seicen- to dollari. La decisione del dividendo segna l’avvio per Cupertino dell’era di Tim Cook che, in netta controtendenza rispetto a Steve Jobs, ha deciso di premiare gli azionisti per la prima volta dal 1995. Una mossa che, insieme all’inatteso via libera a un piano di buy back da dieci miliardi di dollari, consente ad Apple di usare parte della sua imponente liquidità, ovvero 97,6 miliardi di dollari. Una cifra sufficiente — riporta il «Wall Street Journal» — a comprare, se volesse, colossi quali Netflix, Research in Motion, T-Mobile e Twitter. GIOVANNI MARIA VIAN don Sergio Pellini S.D.B. Carlo Di Cicco Segreteria di redazione direttore responsabile vicedirettore 00120 Città del Vaticano [email protected] Antonio Chilà http://www.osservatoreromano.va TIPO GRAFIA VATICANA EDITRICE «L’OSSERVATORE ROMANO» Piero Di Domenicantonio redattore capo redattore capo grafico direttore generale telefono 06 698 83461, 06 698 84442 fax 06 698 83675 [email protected] Gaetano Vallini segretario di redazione misure specifiche, perché in molti luoghi, per diverse ragioni, le donne sono a capo della famiglia, hanno la responsabilità unica dell’educazione, della crescita e del mantenimento dei loro figli. Questa situazione è ancora più drammatica quando alla carenza di un alloggio adeguato si aggiungono fattori quali la povertà e la disoccupazione, che a loro volta costringono molte donne a migrare e a lasciare i loro figli non solo senza casa, ma anche affidati ad altri. Promuovere il diritto delle donne a un alloggio adeguato è anche un modo per combattere la discriminazione contro le donne (cfr. Convenzione sull’Eliminazione di ogni Forma di Discriminazione della Donna, art. 14, 2h) e la violenza domestica. Nella maggior parte dei casi sono le donne e i bambini a essere più colpiti da queste piaghe. In molti contesti, sia la donna sia i suoi figli sono costretti a sopportare trattamenti inumani solo per la mancanza di una casa in cui vivere ed essere protetti. Signora Presidente, La Santa Sede è convinta che «una casa è molto di più di un semplice tetto, e che là dove l’uomo realizza e vive la sua vita, anche costruisce la sua più profonda identità e le sue relazioni con gli altri» (Giovanni Paolo II, Lettera al Cardinale Roger Etchegaray, presidente della Pontificia Commissione Iustitia et Il Belgio ricorda le vittime dell’incidente stradale BRUXELLES, 20. Il Belgio rende omaggio alle nove vittime dell’incidente avvenuto martedì scorso in cui sono morte ventotto persone. Nella camera ardente, allestita all’interno della sede del Comune di Lovanio, sono state poste le foto delle vittime (sette bambini e due adulti) e mazzi di fiori bianchi. La camera ardente resterà aperta fino a mercoledì sera, quando una fiaccolata accompagnerà le foto fino alla vicina chiesa di San Pietro, dove il giorno seguente saranno celebrati i funerali. Intanto, si è appreso che mercoledì prossimo anche il premier olandese Mark Rutte, il principe d’Orange WillemAlexander e la principessa d’Olanda Maxima parteciperanno alla cerimonia in ricordo delle 17 vittime (15 bambini e due adulti) originarie di Lommel. Uno dei tre bambini ancora in gravi condizioni nell’ospedale di Losanna è uscito dal coma. È la piccola Andrea, 11 anni, gravemente ferita e tenuta per un certo tempo in coma artificiale a causa del trauma cranico subito. Andrea ha potuto fare ritorno in Belgio: un aereo-ambulanza l’ha trasportata da Berna a Bruxelles. Il viaggio si è poi concluso all’ospedale universitario di Lovanio, dove in un apposito reparto sono già ricoverati 14 bambini rimasti feriti nell’incidente. Internet quinta potenza economica mondiale NEW YORK, 20. Se fosse un Paese, nel 2016 Internet sarebbe la quinta potenza economica mondiale. Davanti ci sarebbero solo Stati Uniti, Cina, Giappone e India. Questo il risultato di uno studio svolto da un’azienda di consulenza globale, la Boston Consulting Group: tra quattro anni ci saranno tre miliardi di internauti, oltre un miliardo in più di quelli del 2010, il che farebbe della rete una potenza economica da quattro miliardi e duecento milioni di dollari. Il balzo in avanti di internet è dovuto a due fattori principali: la rete a portata di telefonino e i social network. Servizio vaticano: [email protected] Servizio internazionale: [email protected] Servizio culturale: [email protected] Servizio religioso: [email protected] Servizio fotografico: telefono 06 698 84797, fax 06 698 84998 [email protected] www.photo.va Secondo la ricerca — durata tre anni e che ha coinvolto una cinquantina di Paesi — nel G20 è la Gran Bretagna quello che deve riconoscere a internet il maggiore contributo per la sua crescita economica. Nel 2016, la rete rappresenterà il 12,4 per cento del suo prodotto interno lordo, meglio della Corea del Sud con l’otto per cento e degli altri 26 Paesi della Ue messi assieme (5,7). La Gran Bretagna fa meglio anche degli Stati Uniti con il 5,4 per cento, del Canada con il 3,6 e della Francia con il 3,4. In Asia, inoltre, l’uso della rete continua a espandersi. Tariffe di abbonamento Vaticano e Italia: semestrale € 99; annuale € 198 Europa: € 410; $ 605 Africa, Asia, America Latina: € 450; $ 665 America Nord, Oceania: € 500; $ 740 Ufficio diffusione: telefono 06 698 99470, fax 06 698 82818, [email protected] Ufficio abbonamenti (dalle 8 alle 15.30): telefono 06 698 99480, fax 06 698 85164, [email protected] Necrologie: telefono 06 698 83461, fax 06 698 83675 Pax, 8 dicembre 1987). Pertanto ha sempre indicato il tema dell’alloggio tra le sue sollecitudini. La mia delegazione ribadisce quindi il principio generale del diritto all’alloggio per tutti quale diritto umano fondamentale (cfr. Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, art. 25, 1; Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali, art. 11, 1; Convenzione sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione razziale, art. 5 e III; prima Conferenza delle Nazioni Unite sugli insediamenti urbani [Habitat 1], Vancouver 1976; seconda Conferenza delle Nazioni Unite sugli insediamenti urbani [Habitat 2], Istanbul 1996) e, a tale riguardo, chiede più protezione e garanzie legali per le donne durante la gravidanza e la maternità, affinché possano godere del pieno diritto a un alloggio adeguato. Questa esigenza rispecchia il fatto che in tali circostanze sia la madre sia il neonato sono esposti a una maggiore vulnerabilità e quindi esigono particolare assistenza (cfr. Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, art. 25, 2). In modo analogo, questa Delegazione conviene che quando lo Stato sviluppa programmi di costruzione, distribuzione e assegnazione di abitazioni occorre dare priorità alle donne con figli e alle famiglie in cui il padre è lontano per lavoro. Raccomanda inoltre che, al momento di costruire questi alloggi, lo Stato fornisca i servizi sociali di base come l’assistenza sanitaria, l’educazione, l’acqua potabile e un ambiente sano, per permettere alle donne e ai loro figli una vita normale (cfr. Convenzione sui diritti del fanciullo, art 27, 1 e 3). Infine, la mia Delegazione esorta tutti i responsabili e le persone impegnate nella ricerca di una soluzione del problema abitativo in generale, e degli alloggi adeguati per le donne in particolare, a «offrire il loro contributo per mettere in atto delle politiche adeguate a far fronte alle situazioni di più urgente necessità e a rimuovere gli ostacoli che impediscono di trovare le modalità concrete, economiche, giuridiche e sociali, atte a determinare condizioni più favorevoli alla soluzione di questi problemi» (Giovanni Paolo II, Lettera al Cardinale Roger Etchegaray, presidente della Pontificia Commissione Iustitia et Pax, 8 dicembre 1987). Deutsche Börse fa ricorso contro il veto europeo FRANCOFORTE, 20. Deutsche Börse, società che gestisce la borsa tedesca di Francoforte, ha deciso di fare ricorso legale presso la Corte di giustizia europea contro il veto posto dalla Commissione europea al processo di fusione con Nyse Euronext. Lo ha reso noto ieri la stessa compagnia tedesca. Diversi aspetti della decisione Ue — stando al parere della compagnia espresso in un comunicato citato dalla stampa — «sarebbero scorretti», e dunque l’intera questione andrebbe rivista. Secondo l’agenzia Dpa, che aveva anticipato la notizia, Deutsche Börse non sarebbe comunque interessata a riprendere la fusione in caso di giudizio a lei favorevole. In ballo ci sarebbero però ingenti rimborsi per i danni subiti. A poco meno di sette settimane dallo stop espresso dalla commissione, il consiglio di vigilanza di Deutsche Börse ha spiegato di aver individuato diversi errori tra le motivazioni che hanno indotto il veto. Il «no» di Bruxelles era arrivato all’inizio di febbraio, motivato con la posizione quasi monopolistica che la nuova mega-compagnia avrebbe assunto. Nel dettaglio, l’Unione europea si era opposta all’operazione, del valore di 9 miliardi di dollari, in quanto avrebbe creato un operatore monopolista nel campo del trading dei derivati. Concessionaria di pubblicità Il Sole 24 Ore S.p.A System Comunicazione Pubblicitaria Gianni Vallardi, direttore generale Romano Ruosi, vice direttore generale Sede legale Via Monte Rosa, 91 - 20149 Milano telefono 02 30221/3003, fax 02 30223214 [email protected] Aziende promotrici della diffusione de «L’Osservatore Romano» Intesa San Paolo Ospedale Pediatrico Bambino Gesù Banca Carige Società Cattolica di Assicurazione Credito Valtellinese Assicurazioni Generali S.p.A. L’OSSERVATORE ROMANO martedì-mercoledì 20-21 marzo 2012 pagina 3 Nuovo appello dell’Onu per la fine delle violenze e l’avvio del dialogo Nonostante i passi in avanti nella riunione a Cotonou Siria senza pace L’Unione africana non sblocca lo stallo istituzionale Gli scontri si estendono ai quartieri residenziali di Damasco DAMASCO, 20. La crisi siriana ha raggiunto un livello «inaccettabile e intollerabile»: questo il messaggio lanciato dal segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, dopo un incontro a Bogor, in Indonesia, con il presidente indonesiano Susilo Bambang Yudhoyono. «La situazione in Siria è divenuta la questione più preoccupante per la comunità internazionale» ha sottolineato il capo del Palazzo di Vetro. Le Nazioni Unite hanno rinnovato l’appello al Governo di Damasco affinché consenta l’arrivo di aiuti umanitari nelle zone devastate dai combattimenti tra forze governative e ribelli e ha esortato la comunità internazionale a chiedere la fine delle violenze. «Non c’è tempo da perdere — ha detto Ban Ki-moon — un minuto o un’ora di ritardo vogliono dire altre vittime». Secondo i dati dell’Onu, in Siria da metà marzo dello scorso anno sono morte almeno ottomila persone. Sul piano diplomatico, il Consiglio di Sicurezza resta diviso sulla strategia da seguire. È ancora allo studio una bozza di risoluzione. Russia e Cina hanno posto il veto a due precedenti bozze di risoluzioni di condanna del Governo Assad per violazioni dei diritti umani. Lega Araba e Nazioni Unite hanno chiesto il cessate il fuoco. Il ministro degli Esteri russo, Serghiei Lavrov, ha dichiarato oggi che Mosca è pronta a sostenere una dichiarazione del Consiglio di sicurezza a condizione che questa non contenga alcun tipo di ultimatum al Governo di Assad. Sul terreno, ieri, gli scontri si sono concentrati a Damasco, in diversi quartieri residenziali della città, nel giorno in cui sono giunte nella capitale due diverse missioni di rappresentanti internazionali con l’obiettivo di arrivare a una tregua. Una missione politica, composta dai cinque emissari di Kofi Annan, inviato speciale dell’Onu e della Lega Araba, e una missione umanitaria, con funzionari dell’Alto consiglio per i diritti umani di Ginevra e dell’O rganizzazione della cooperazione islamica. Entrambe le delegazioni saranno ascoltate dalle autorità di Damasco per valutare le possibilità di mettere fine alle violenze e portare soccorsi alle regioni più colpite dalla repressione e dalla conseguente rivolta. I combattimenti a Damasco sono avvenuti — secondo i testimoni — dalla mezzanotte e fino alle prime luci del giorno nel quartiere nord- Bombardamenti a Homs (Reuters) occidentale di Mezze, non lontano dall’autostrada. In quel quartiere abitano numerosi esponenti delle forze di sicurezza del regime. Secondo alcune testimonianze riportate dai media, le azioni sarebbero da attribuire a gruppi di ribelli che volevano lanciare un attacco dimostrativo contro una sede locale dell’intelligence. Intanto nelle aree periferiche del Paese le truppe governative hanno lanciato un’operazione a Deir Ez- zor. Gli attivisti dei Comitati di coordinamento locali hanno riferito ieri dell’uccisione di ventisei persone in varie regioni del Paese. L’agenzia ufficiale Sana parla di tredici civili morti nella regione di Homs: le autorità di Damasco attribuiscono la responsabilità delle violenze a non meglio identificati gruppi di terroristi armati. Il tutto all’indomani di un’esplosione — «attentato terroristico» per i media ufficiali — che ad Aleppo ha ucciso due persone. PORTO-NOVO, 20. Nonostante primi passi in avanti riferiti dalla stampa africana, non ha avuto esito chiaro la riunione tenuta durante il fine settimana a Cotonou, in Benin, per bloccare lo stallo politico e istituzionale dell’Unione africana, dopo la mancata elezione del presidente, del vice presidente e dei membri della Commissione, al vertice dello scorso gennaio a Addis Abeba. L’incontro è stato il primo del gruppo di lavoro formato dai capi di Stato e di Governo di otto Paesi (Algeria, Angola, Benin, Ciad, Costa d’Avorio, Etiopia, Gabon e Sud Africa) incaricato di valutare il blocco istituzionale e di trovare possibili soluzioni per garantire il successo del prossimo vertice che si terrà a luglio a Lilongwe, in Malawi. L’incontro è stato a porte chiuse, ma la stampa africana, ha riferito di un cauto ottimismo espresso dal presidente del Benin, Thomas Boni Yayi, che ha la presidenza di turno dell’Unione africana, dopo questa prima riunione. Il ministro degli esteri beninese, Nassirou Arifari Bako, si è invece limitato a comunicare che «le consultazioni cominciate a Cotonou proseguiranno tra i membri del comitato, in particolare tra Gabon e Sudafrica», annunciando che «i risultati saranno presentati in occasione di una prossima riunione» da tenersi in un luogo e a una data da destinarsi. LOMÉ, 20. Contro il fenomeno del Land Grabbing, l’accaparramento delle terre agricole da parte di Paesi stranieri, si è tenuto a Lomé, la capitale del Togo, un primo forum nazionale, con la partecipazione di rappresentanti delle forze politiche, della società civile e dei contadini. I partecipanti hanno sottoscritto un documento nel quale si chiede al Parlamento e al Governo del presidente Faure Gnassingbé Eyadéma, di «attuare con urgenza provvedimenti a tutela del patrimonio fondiario e culturale delle comunità locali», oltre a politiche aspecifiche di «promozione dell’agricoltura familiare per garantire la sovranità alimentare». Nel caso del Togo, molto simile a quello di altri Paesi del continente, il degrado della qualità dei terreni, il limitato potere d’acquisto delle popolazioni rurali, l’ignoranza del diritto sulla proprietà fondiaria, ma anche l’accesso limitato delle donne alla proprietà, «espongono i locali alla svendita delle proprie terre, con pesanti conseguenze sugli equilibri culturali, sociali, economici e ambientali», come si legge nelle conclusioni del forum a Lomé. Attacco terroristico nel sud dello Yemen SAN’A, 20. Uomini armati appartenenti al Movimento sudista secessionista dello Yemen hanno fatto irruzione oggi in un avamposto dell’esercito nella provincia meridionale di Al Dhalea, uccidendo tre soldati e ferendone altri due. Lo ha reso noto una fonte della sicurezza locale all’agenzia di stampa Xinhua. Quattro uomini armati sono entrati nell’avamposto della 35ª Brigata armata dell’esercito che si trova all’ingresso principale tra la città portuale di Aden e la provincia di Al Dhalea, uccidendo almeno tre soldati e ferendone due, ha specificato la fonte. «I feriti — ha aggiunto — sono in condizioni critiche». Nonostante il passaggio dei poteri dopo l’uscita di scena del presi- TEHERAN, 20. L’Iran non si piegherà con l’ultima tornata di sanzioni imposte dall’Occidente. È il messaggio arrivato dalla guida suprema iraniana, l’ayatollah Ali Khamenei, in occasione del Nowruz, il capodanno persiano — una tradizione antica di almeno tre millenni che coincide con l’equinozio di primavera — che ricorre oggi. Il Nowruz si celebra anche in Azerbaigian, India, Pakistan, Kyrgyzstan, Turchia e Uzbekistan. «Dobbiamo accettare le difficoltà e le sfide, ma non dobbiamo cedere alle pressioni occidentali», ha detto Khamenei in un discorso televisivo. L’Iran è sottoposto a sanzioni decise dall’Onu per il suo programma nucleare. Durante il suo discorso Khamenei ha ribadito che Teheran non intende scendere a compromessi per quanto riguarda l’arricchimento dell’uranio. A suo avviso, inoltre, le «pressioni» occidentali su Teheran rendono necessario un aumento della «produzione nazionale» per ridurre la dipendenza dell’Iran dai Paesi stranieri. «Dichiaro — ha detto — il nuovo anno come quello della produzione nazionale e del sostegno agli investimenti locali. Il successo in questi campi significherà la fine di tutti i complotti contro di noi». dente Ali Abdullah Saleh — che ha guidato il Paese per 33 anni — la tensione resta alta nello Yemen soprattutto nel sud dove si è intensificata l’offensiva dei miliziani legati ai terroristi di Al Qaeda. Sono state rafforzate le misure di sicurezza a Taez, la città dello Yemen teatro domenica dell’omicidio, rivendicato da Al Qaeda, di Joel Shrum, un cittadino statunitense insegnante di lingue. Lo riferisce l’agenzia d’informazione Saba, secondo cui il capo della commissione sicurezza di Taez ha imposto il divieto di girare armati per la città e ridotto l’orario di circolazione delle moto. Secondo una ricostruzione dell’omicidio del cittadino statunitense, infatti, i killer si sarebbero avvicinati alla vittima in sella a una moto nel quartiere di Sena. L’attentato è stato rivendicato dall’ala yemenita di Al Qaeda che nei giorni scorsi hanno rapito una cittadina svizzera a Al Hodeida, sulla costa yemenita del Mar Rosso. Fonti della sicurezza yemenita hanno precisato che la donna è stata rapita nella provincia di Shabwa. In un primo momento si riteneva che la cittadina svizzera Selafia Ibrahardert, fosse stata rapita da un gruppo di miliziani tribali di Shabwa per chiedere in cambio della sua liberazione la scarcerazione di due esponenti tribali locali. «La cittadina svizzera rapita martedì scorso ad Al Hodeida, nella parte occidentale dello Yemen, è nelle mani dei terroristi di Al Qaeda», ha invece annunciato il ministro dell’Interno dello Yemen, Abdul Kader Qahtan, citato dalla televisione satellitare Al Arabiya. Il luogo di un attentato a San’a (Ansa) L’opposizione nel Bahrein pronta al dialogo MANAMA, 20. Il principale gruppo di opposizione sciita in Bahrein si è detto pronto a dialogare con la dinastia sunnita Al Kalifa, per porre fine alla crisi politica in atto da oltre un anno nel Paese. Il gruppo chiede la liberazione dei detenuti politici e un referendum popolare per sancire l’esito del dialogo. Lo hanno reso noto le cinque associazioni guidate da Al Wefaq, precisando che entrambi le parti si devono accordare in anticipo sulla tempistica, sull’agenda e sui meccanismi della trattativa, che deve partire dalle proposte del re del Bahrein, Hamad Ben Issa Al Khalifa, del marzo 2011. Al dialogo, ha fatto sapere il movimento Al Wifaq, dovranno partecipare i leader dell’opposizione imprigionati in seguito agli scontri di piazza del febbraio 2011. Nel quadro dell’intesa sulla moratoria nucleare Pyongyang apre alle ispezioni dell’Aiea PYONGYANG, 20. La Corea del Nord ha invitato l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) a inviare i suoi ispettori nel Paese. L’iniziativa del regime comunista di Pypongyang il cui piano è stato anticipato ieri proprio dall’Aiea, punta alla attuazione dell’accordo concluso di recente con gli Stati Uniti, basato sulla moratoria delle attività nucleari e di test balistici in cambio di aiuti alimentari. La pro- Nella corsa alla nomination Romney vince a Porto Rico Attesa per il voto repubblicano in Illinois Sostenitori di Rick Santorum a Dixon, Illinois (Afp) Gli osservatori si dividono sulle valutazioni. Alcuni mostrano un relativo ottimismo su soluzioni politiche e giuridiche, in grado di «farci uscire dall’impasse e proiettare fuori un’altra immagine più positiva dell’Unione africana», come scrive il quotidiano ivoriano «Le Patriote». Secondo altri, invece, la divisione, soprattutto tra Paesi anglofoni e francofoni, rimane profonda, il che non lascia ben presagire per il vertice di Lilongwe. Iniziative in Togo per arginare l’accaparramento delle terre Rafforzata la sicurezza a Taez dopo l’assassinio di un insegnante statunitense Festeggiato in Iran il capodanno persiano WASHINGTON, 20. Archiviata con il trionfo di Mitt Romney la parentesi caraibica a Porto Rico — l’ex governatore del Massachusets ha ottenuto l’80 per cento dei voti conquistando tutti i 23 delegati in palio — la corsa per la nomination repubblicana si è trasferita in Illinois dove oggi Romney punta a battere nuovamente il suo principale antagonista Rick Santorum. Staccati nettamente nei sondaggi gli altri due candidati, Newt Gingrich e Ron Paul. Romney ha chiesto ancora una volta aiuto alla moglie Ann che ha trascorso il fine settimana girando in lungo e in largo lo Stato di Barack Obama per convincere elettori ed elettrici che suo marito è l’unico che potrà sconfiggere il presidente in carica il prossimo novembre. La signora Romney Alla riunione era presente anche il presidente uscente della Commissione, il gabonese Jean Ping. Per ora non è chiaro se Ping, che non è stato confermato a gennaio, si ricandiderà a luglio. Il Governo sudafricano e la Comunità di sviluppo dei Paesi dell’Africa australe hanno invece confermato che rimane in lizza la loro candidata, la sudafricana Nkosazana Dlamini-Zuma, che in gennaio non ha ottenuto i voti sufficienti. ha parlato a un incontro con la comunità di Vernon Hills e all’incontro erano presenti numerosi esponenti del ceto medio, sempre più preoccupato per l’aumento dei prezzi a cominciare da quello della benzina. Santorum cerca invece di spostare il baricentro della consultazione insistendo che «questa competizione elettorale si gioca sui valori, sulla libertà, non sull’economia». Tutti i sondaggi danno comunque Romney saldamente al comando. Public Policy Polling, l’ex governatore del Massachusetts è in testa con il 45 per cento dei consensi, davanti a Rick Santorum, con il 30. Molto più staccati, Newt Gingrich con il 12 per cento e Ron Paul con il 10 per cento. posta è stata fatta lunedì notte a Pechino dal capo negoziatore nordcoreano sul nucleare, Ri Yong Ho, nelle immagini trasmesse dalla televisione sudcoreana Kbs. Intanto, la Corea del Nord ha stanziato una cifra di 2 miliardi di dollari, pari a un terzo del suo bilancio annuale, per celebrare il 15 aprile il centenario della nascita del fondatore della Nazione, il presidente Kim Il Sung. In aggiunta, scrive il quotidiano sudcoreano «Chosun Ilbo» citando una fonte del Governo di Seoul, ci sono gli 850 milioni di dollari del razzo a tre stadi che, nei piani ufficializzati dal regime comunista di Pyongyang, dovrà spedire in orbita un satellite nel periodo designato del 1216 aprile. L’iniziativa nordcoreana — condannata da numerosi Paesi — ha fatto crescere la tensione nella regione: il Giappone ha fatto sapere di valutare misure per intercettare il satellite di Pyongyang. La fonte, citata dalla testata sudcoreana, ha osservato che le risorse messe in campo sono sufficienti ad acquistare 4,75 milioni di tonnellate di riso in base ai prezzi dei cereali correnti di 600 dollari a tonnellata, in una fase in cui il regime preme per gli aiuti alimentari internazionali. La Corea del Nord, considerando gli elementi raccolti, avrebbe invitato a Pyongyang i rappresentanti provenienti da 48 Paesi in occasione del centenario. Un funzionario del ministero dell’Unificazione sudcoreano, inoltre, ha riferito che la Corea del Nord ha speso tra i 300 e gli 800 milioni dollari nella ricorrenza dei 5 o 10 anni dei festeggiamenti del 15 aprile, quando ammontano a 1,15 miliardi di dollari i ricavi della vendita di antracite e altre risorse naturali alla Cina nel 2011. Un diplomatico di uno Stato ex sovietico, invece, ha detto che la Corea del Nord «ha invitato circa 100 rappresentanti del nostro Paese» e si è offerto di pagare il loro biglietto aereo e alloggio. Ballottaggio a Timor Orientale DILI, 20. Il presidente di Timor Orientale, José Ramos-Horta, vincitore del Nobel per la pace nel 1996, ha ammesso ieri la sconfitta nella sua corsa alla rielezione per un secondo mandato, complimentandosi con i due rivali che si affronteranno nel ballottaggio. Con l’84 per cento dei voi scrutinati, sono in testa nelle presidenziali Francisco Gutierres del principale partito d’opposizione Fretilin e l’ex capo dell’esercito José Maria de Vasconcelos (Taur Matan Ruak). La giornata elettorale si è svolta sostanzialmente nella calma per le terze elezioni presidenziali nel Paese nei suoi dieci anni di indipendenza dall’Indonesia. L’OSSERVATORE ROMANO pagina 4 martedì-mercoledì 20-21 marzo 2012 Il libro dello Zohar e il misticismo ebraico medievale Oltre le porte del più ineffabile mistero Esce questa settimana il volume Lo Zohar, alle origini della mistica ebraica di Maurice-Ruben Hayoun (Milano, Jaca Book, 2012, pagine 342, euro 34). Ne anticipiamo la prefazione. di PATRIZIO ALBORGHETTI l libro dello Zohar può essere considerato come «un grande compendio ebraico di misticismo, mitologia e insegnamento esoterico» (...) o «la più alta espressione letteraria ebraica nel medioevo». I versetti biblici, scritti in lingua ebraica, che nella loro struttura consonantica, con una semplice diversa vocalizzazione, si prestano assai bene a una molteplice lettura e spiegazione, ricevettero dai movimenti di questo periodo una penetrazione e un’interpretazione mai conosciute. Se già i maestri d’Israele, nei loro commenti, avevano sfruttato le possibili molteplici letture esegetiche, fu la letteratura mistica a indagare i sensi più profondi della Scrittura, in particolare il senso letterale (peshat), il senso allegorico (remez), il senso omiletico (derash) e il senso misterico (sod), che dei quattro fu quello privilegiato. Naturalmente l’autore non pretende di dire nulla che non sia già contenuto nel testo biblico: la sua interpretazione non vuole essere un’opera di fantasia; essa si propone solo di portare alla luce ciò che già si ritrova nel passo preso in considerazione. Possiamo trovare le linee fondamentali del suo lavoro nella Parashah di WaYeyev (Genesi, 37, 1-40, 23) dove, commentando il secondo versetto del salmo 127, scrive: «Vieni a vedere quanto sono preziose le parole della Torah, poiché ogni singola parola contiene misteri soprannaturali e santi. Come è stato detto, I quando il Santo benedetto diede la Torah a Israele, vi mise tutti i misteri santi, soprannaturali – tutti nella Torah, tutti trasmessi a Israele quando ricevette la Torah sul monte Sinai». Lo stesso termine qabbalah, non significa altro che ricezione, ossia accoglimento della vera fede di Israele: il mistico non si pone al di fuori della tradizione del suo popolo, ma ne vuole essere il vero continuatore. Appoggiandosi ai versetti della Torah — lo Zohar è propriamente un Pur con un linguaggio originale e un intento differente la visione ebraica non è poi in fondo così lontana dalla tradizione neoplatonica commento mistico ai primi cinque libri della Bibbia — l’autore vuole trasmettere la sua lettura del mondo, una lettura riguardante realtà impronunciabili, come la stessa vita intima di Dio e il ruolo del credente, a sua volta chiamato a partecipare, sotto l’azione esercitata dal Signore nel mondo, alla restaurazione di una frattura originaria. Esattamente per assolvere un tale compito, egli ricorre a un linguaggio diverso da quello solitamente utilizzato per significare tutte le realtà appartenenti alla sua vita quotidiana: egli deve ricorrere a immagini che siano in grado di tradurre un’esperienza altrimenti indicibile. È allora il contenuto del messaggio a modellare e a plasmare il linguaggio; la parola si deve sforzare di assumere un nuovo valore e di dire quello che trascende la dicibilità. Arthur Green osserva che fu probabilmente il divieto del secondo comandamento, il quale proibisce la rappresentazione delle cose celesti, se non mediante la parola, a rendere estremamente ricca l’immaginazione letteraria, e per questo «lo Zohar potrebbe essere visto come l’opera più grande dell’iconografia medievale ebraica»: le immense opere frutto del simbolismo medievale, dalle cattedrali alle raffigurazioni pittoriche, presero dunque forma, nell’ebraismo, in questa grande opera del XIII secolo. Oltre all’interdizione delle immagini vi era poi il limite stesso legato a questa esperienza straordinaria; essa infatti per sua natura non era estesa a ogni soggetto; l’esperienza del mistico, almeno nelle sue penetrazioni più profonde, era riservata ad alcune persone eccezionali, e queste, oltre alla difficoltà di tradurre in un linguaggio comprensibile a tutti quello che avevano sperimentato, dovevano poi rapportarsi al divieto di rendere manifesto, se non con le dovute attenzioni, la materia della visione. Già nel trattato mishnico di Hagigah 2, 1 troviamo la seguente limitazione: «Non si indagheranno le unioni illegali davanti a tre persone, ma‘aveh berešith (l’opera della creazione) davanti a due, e ma‘aveh merkhavah (l’opera del carro) davanti a una persona, a meno che questa sia saggia e in grado di comprendere da sé». L’opera della creazione — ossia il primo capitolo della Genesi — e l’opera del carro — la visione del carro divino del primo libro di Ezechiele, oggetto di una dottrina tesa a indagare i misteri nascosti durante il periodo del secondo tempio — venivano guardati con estremo sospetto dall’autore della Mishnah: «Il redattore della Mishnà, il patriarca Giuda “il santo”... fece tutto quanto era in suo potere per squalificare il materiale relativo alla Merkavà, all’angelogia e a cose del genere». Così il mistico, sia per la sostanza della sua esperienza sia per le proibizioni, prestò sempre molta attenzione a manifestare il suo messaggio, e generalmente, quando lo rivelò, lo ricoprì con linguaggio metafisico o lo ascrisse ad autori dell’antichità, attribuendogli così l’autorità di un maestro della tradizione. Fu così che l’autore dello Zohar, Moshe di Leon (1250-1305), decise di attribuire il suo testo a èhim‘on bar Yoha’y, secondo la tradizione discepolo di rabbi ‘Aqiva, un tannah del II secolo, utilizzando per lo più la lingua aramaica e ricreando i paesaggi palestinesi. Il libro, se da un lato indaga i misteri della vita intima di Dio, inoltrandosi in speculazioni temerarie, dall’altro vuole fornire al credente le chiavi per dischiudere quelle porte che possono portare alla contemplazione dell’ineffabile; vuole cioè fare in modo che ogni persona possa, attraverso un processo di meditazione, penetrare il mondo superiore, il mondo della vita intima del divino. Fu probabilmente anche la reazione alla sempre più pressante indagine svolta dal pensiero ebraico alla luce della filosofia aristotelica, con l’eccessivo peso attribuito alla razionalità, che portò l’autore a preservare la semplice fede popolare, fornendo a tutti mezzi per poter continuare a vivere la propria tradizione; a differenza della filosofia che sembrava riservata a spiriti intellettualmente eletti. D’altra parte, il libro dello Zohar, pur con un linguaggio e un intento differenti, non sembra così lontano dalla tradizione neoplatonica, che – pur variamente interpretata – con la sua teoria della processione evita una netta frattura tra il principio e la realtà da esso proveniente; e perciò permette una riflessione sulla totalità: pensiamo al mondo come teofania alla base del manifesto del sim- L'albero delle sefirot del cabalista Avraham Cohen de Herrera (inizio XVII secolo, dalla copertina del volume) bolismo medievale, in teologia, in filosofia e nelle arti figurative. Così nello Zohar, Libro dello splendore, è come se il mondo fosse irradiato della luce divina, come se dappertutto risplendesse la luce del primo principio. Naturalmente questa visione rimane critica per una tradizione come quella ebraica, che, se da un lato vede Dio presente nel mondo, dall’altro afferma l’assoluta trascendenza del creatore rispetto alla creatura. Maurice-Ruben Hayoun, in questo suo libro, mostra la ricchezza di questa grande opera della tradizione mistica ebraica, e lo fa sottolineandone sia la bellezza sia la capacità che ha di toccare, di appassionare e di trascinare gli animi, così da edificarli e formarli. Se già nella sua analisi del testo, fatta con competenza e precisione, Come il «Mosè» di Michelangelo è nato nella Cappella Sistina Davanti a quel volto che ha visto Dio di TIMOTHY VERD ON Il Deuteronomio, dopo aver narrato la morte del santo legislatore, afferma semplicemente che «non è più sorto in Israele un profeta come Mosè, che il Signore conosceva faccia a faccia» (Deuteronomio, 34, 10). Ecco il personaggio che Michelangelo scolpì per la tomba di Giuliano della Rovere, eletto Papa nel 1503 col nome di Giulio II: la tomba originalmente intesa per la basilica di San Pietro ma che, dopo la morte del Pontefice, fu ripensata per la chiesa romana di San Pietro in Vincoli. Per entrare nell’argomento è sufficiente ricordare che il Mosè è parte di una tomba papale del primo Cinquecento. Rientra cioè nella serie di fastose sepolture pontificie che ha inizio nel secondo Quattrocento, di cui la più magnifica era forse la tomba di Sisto IV, modellato e gettato in bronzo da Antonio Pollaiuolo per l’interno della vecchia San Pietro e oggi nel tesoro della Basilica. Sisto IV, Francesco della Rovere, era lo zio di Giuliano, e il ruolo chiave del cardinale nipote lo associa anche con gli ambiziosi progetti architettonici e decorativi del Papa, tra cui la costruzione nelle forme attuali della “cappella magna” del palazzo, nota appunto come la Sistina. All’interno della nuova cappella di rappresentanza, Sisto IV fe- Lezione a San Pietro in Vincoli Nel testo qui pubblicato anticipiamo stralci di uno degli interventi dell’incontro «La tomba di Giulio II e la ricostruzione di San Pietro», organizzato dalla diocesi di Roma, che si tiene a San Pietro in Vincoli nella serata di martedì 20 marzo. Si tratta del terzo appuntamento di cinque programmati per celebrare i cinquecento anni della volta della Sistina e della Stanza della Segnatura in Vaticano. ce dipingere un doppio ciclo di affreschi, con scene della vita di Cristo sulla parete nord e di fronte, sulla parete sud, episodi della vita di Mosè. Sisto IV, che si trovava a dover affrontare le pretese dei conciliaristi, che si opponevano all’assolutezza dell’autorità attribuita al Successore di Pietro, aveva scritto un trattato intitolato Moises vir Dei in cui, attraverso il legislatore antico, evidenziava il metodo prescelto da Dio per guidare il suo popolo: quello cioè di affidare ad alcuni uomini da lui preparati l’autorità propria, l’autorità divina. E il tema del potere, associato all’antico legislatore visto come typus veterotestamentario di Cristo, sarà una componente del Mosè che Michelangelo scolpirà per il nipote di Sisto IV. Tra le ambizioni di Sisto IV, come dei Papi suoi immediati predecessori, c’era probabilmente anche quella di intraprendere la ricostru- zione della fatiscente basilica vaticana, all’epoca vecchia quasi 1.200 anni. Sarà il nipote, Giulio II, ad avviare questo progetto nel 1506, dandone commissione a Donato Bramante. La tomba immaginata dal Papa insieme a Michelangelo nel 1505 doveva occupare l’abside della vecchia basilica, iniziata da Niccolò V alla metà del Quattrocento, ma il progetto di rifare interamente San Pietro portò a un primo ripensamento in cui la sepoltura sarebbe sorta nel titanico nuovo edificio progettato dal Bramante. L’associazione del monumento con la basilica nelle prime fasi va tenuta presente, se vogliamo capire le dimensioni del tutto nuove, grandissime, della tomba nonché la sua ricchezza plastica, altrettanto nuova. Si trattava di una struttura libera su tutti e quattro i lati, a tre ripiani, con un loculo interno al livello inferiore, in cui sarebbe andato il sar- dominanti della volta rimangono plastici, scultorei e tridimensionali, perché il pittore pensava sempre al monumento scultoreo della tomba di Giulio II. Il dramma umano che in Raffaello verrà espresso dalla coralità del movimento, e in Bramante dalla progressione di spazi e volumi, in Michelangelo è concentrato nei sublimi, eroici corpi “scolpiti” nella volta della cappella papale. Obbligato a dipingere le storie bibliche, Michelangelo perfeziona uno stile in cui il corpo umano diventa esso stesso istoria, “racconto” tridimensionale che coinvolge (anche corporeamente) chi lo guarda. Ciò significa però che le statue finalmente scolpite per la tomba, a partire dal 1513, rispecchiano l’esperienza della volta della Sistina, e lo stesso Mosè non fa che realizzare in marmo un’idea nata, sì, per la scultura ma elaborata nella pittura. La straordinaria libertà con cui, negli affreschi degli anni 1508-1512 Michelangelo esplora le possibilità di movimento corporeo, in base a studi non solo approfonditi ma, viene da dire, trasfigurati, dei capolavori antichi visibili in Vaticano, darà una forza espressiva altrimenti inimmaginabile alle sculture che realizzerà per la tomba a partire dal 1513. Questo processo ha particolare importanza per il Mosè, la più importante delle figure della tomba scolpite. L’indimenticabile volto del «profeta (...) che il Signore conosceva faccia a faccia» nasce, nella In pittura e in scultura l’artista volta della Sistina, come il volto del perfeziona uno stile in cui il corpo umano Dio che nessun uodiventa esso stesso «istoria» mo può vedere e reracconto tridimensionale che coinvolge star vivo: nasce cioè nella “terribilità” di Yahweh. Ecco, il volta: al posto delle titaniche statue volto del Mosè michelangelesco riprogettate per gli angoli del primo flette l’intima conoscenza che traripiano della tomba, Michelangelo sforma l’uomo in Dio. Infatti, dice dipinge Profeti e Sibille in affresco; il libro dell’Esodo che, anche se al posto dei Prigioni di marmo, si- non aveva visto con i suoi occhi tua Ignudi dipinti agli angoli delle tutta la gloria di Dio, quando scese scene narrative. dal Monte Sinai «la pelle del suo Questo mutamento di program- viso era diventata raggiante, poiché ma spiega l’impatto della volta, la aveva conversato con Lui» (Esodo, forza travolgente dell’insieme e del- 34, 29). Dopo aver immaginato le singole figure. Michelangelo, an- (nella Sistina) il volto divino, nel che se dipingeva, pensava in scul- Mosè Michelangelo immagina il tura. Cioè, nonostante i toni solari volto umano reso raggiante dall’ine le sfumature cromatiche i valori timo contatto con la divinità. cofago del Pontefice. Figure di Prigioni al livello inferiore, e di grandi personaggi biblici o allegorici al primo ripiano, preparavano la piattaforma sommitale con l’effigie di Giulio II posto nel sepolcro da due angeli. Il progetto formulato nel 1505 verrà come confermato dalla riscoperta, nel gennaio del 1506 e presente Michelangelo, della più celebre delle opere antiche allora credute perse: il Laocoonte. Buonarroti, che già nel Davide ultimato due anni prima aveva rivelato la passione e la capacità per il nudo maschile, ora aggiunge l’ulteriore dimensione della lotta fisica, psicologica e spirituale. In termini puramente visivi, è impressionante la capacità di Michelangelo di tradurre in eloquenti forme attuali le lezioni dei massimi capolavori antichi allora visibili a Roma. L’onirica visione della tomba da realizzare come gigantesco trofeo brulicante di eroiche figure in posizioni di suprema tensione era ispirata anche da queste opere ellenistiche. Ma prima di cominciare il lavoro sulla tomba, Michelangelo fu obbligato controvoglia a realizzare un altro dei progetti del Papa: l’ultimazione della decorazione ad affresco della cappella fatta costruire dal suo zio. Ed ecco allora che le componenti di architettura e scultura che il Buonarroti aveva appena elaborato per la tomba vengono tradotte nell’illusione pittorica della prende in esame tutti i possibili influssi — frutto delle varie tradizioni, esegetiche o filosofiche — la sua ricerca si estende poi ad analizzare l’altra grande corrente del periodo, che ebbe una così grande importanza per l’ebraismo medievale, ossia l’averroismo. Vengono poi affrontati temi specifici riguardanti lo Zohar, quali: “L’universo del divino”, “Creazione o emanazione?”, “L’anima umana nell’universo dello Zohar”, “La Torah e i comandamenti”, “La rifondazione dell’ebraismo” e “Prospettive”. Specialmente significative, e gustose, nel commento di Hayoun ci sono apparse le pagine dedicate all’analisi degli influssi esercitati da questa tradizione sui momenti fondamentali della vita e della liturgia dell’ebraismo. Maestro della medievistica È morto Ovidio Capitani È morto a Bologna nella notte tra il 17 e il 18 marzo lo storico medievista Ovidio Capitani. Era nato al Cairo ottantadue anni fa il 1° gennaio 1930. Membro dell’Accademia dei Lincei e per anni docente all’ateneo bolognese, Capitani è stato «uno dei membri più rappresentativi dell’Alma Mater» come ha sottolineato il rettore dell’università di Bologna, Ivano Dionigi. «Dire Capitani — ha spiegato — significa dire un maestro della medievistica, un umanista di razza, un docente che ha formato generazioni di allievi». Presidente onorario della Fondazione Centro italiano studi dell’alto medioevo di Spoleto e presidente del Centro studi sulla spiritualità medievale di Todi, Capitani lascia una produzione bibliografica immensa. Fu collaboratore, tra l’altro, di varie opere dell’Istituto dell’Enciclopedia Italiana Treccani con contributi per il Dizionario biografico degli italiani, l’Enciclopedia dei Papi, l’Enciclopedia federiciana. E, in anni lontani, fu anche collaboratore del nostro giornale. martedì-mercoledì 20-21 marzo 2012 L’OSSERVATORE ROMANO pagina 5 Il 21 marzo è la giornata mondiale della poesia Steve Jobs nella biografia di Walter Isaacson Parole da mangiare spesso Davvero è stato il nuovo Newton? Chi legge la Scrittura deve lasciarsi catturare dalle immagini e non avere fretta di attraversarle La leggenda vuole che il fondana «alla terra, con un dovere da gia il libro» (cfr. Apocalisse, 10; Eze- na» nella tempesta (Salmi, 29 4-5), di GIULIA GALEOTTI cercare, e la realtà rugosa da strin- chiele, 3). o muggisce negli abissi. Ma resta tore della Apple abbia rincorso per Da quando si è manifestata, voce visibile e nuova come l’auroarlare è sempre ricono- gere» (Addio, Una stagione all’inferFinalmente ora sappiamo perché il anni e poi convinto il riottoso questa capacità di produrre la pre- ra. Di solito è una voce molto attescere un’assenza. Forse no, Arthur Rimbaud). nostro ipod non ha il bottone di Isaacson a scrivergli la sua biograLa poesia è grande quando am- senza attraverso la parola, questa nuata, voce consumata dai millenperché spesso è una doaccensione e spegnimento (mancan- fia, promettendogli di non volere in manda, un interrogativo, mira la possibilità che ha la mente parola sostanziale incanta i poeti. ni. Più spesso è la voce dell’amore za che comunque, continua a con- alcun modo controllarne il contenue talvolta un lamento, la di “diventare tutte le cose”, senza Ai tempi della fede l’hanno cantata tradito, e quindi perseguito, a morvincerci poco). Lo abbiamo scoper- to (promessa mantenuta, sempre mia parola testimonia un vuoto desiderare che si riduca a una cosa in inni magnifici. E persino quan- morare questa parola sconvolgente: to grazie allo Steve Jobs di Walter stando alla leggenda). nell’essere, una distanza tra ciò che in particolare, senza rammaricarsi do la fiducia nel Creatore è sem- «Con i tuoi peccati tu hai fatto di Isaacson (Milano, Monè e ciò che vorrei, tra me e l’altro, del fatto che per fare ciò occorre brata loro tanto difficile, e il loro me uno schiavo» (cfr. Isaia, 43, dadori, 2011, euro 20, pa«Aveva la capacità di assorbire distanza vissuta come una sofferen- passare per la deviazione delle pa- battesimo una schiavitù, e il figlio gine 656), il che fa sì che dell’uomo un usurpatore delle za, se non altro quella dello sforzo role. sia valsa la pena di leggeinformazioni Le Scritture risuonano Questa poesia va verso «la verità energie, sono stati «incapaci di dida compiere per darle voce. Poco re le oltre seicentocinDi fiutare il vento e intuire o tanto, la parola testimonia «un che è il sospeso del nostro parlare menticare le promesse di Gesù» quanta pagine della «unicon una voce inaudita e visibile (Yves Bonnefoy): questa certo grado di pressione ca biografia autorizzata ciò che si celava all’orizzonte» Rivestono di parole parola poi hanno creduto dell’emozione al di là del del fondatore di Apple», Ma è questa l’essenza di un genio? di doverla sostituire con quale lasciarla inespressa la voce che si ode contemplando uscita poco dopo la morla poesia. è doloroso» (Philippe te del protagonista, con la bellezza del mondo Una poesia da stregone Jaccottet). In realtà, i punti basilari della un tempismo che ha avuto quasi che s’immergerebbe «nel Alla parola umana cristraordinaria storia di Steve Jobs del miracoloso. fondo dell’ignoto per trovellata di assenza il grido 24). È il Dio che creò «l’uomo a «In finale, ha cambiato la real- erano già noti a tutti. E lo erano alvare il nuovo» (Charles dell’animale talvolta si sua immagine; a immagine di Dio tà», scriveva il 6 ottobre scorso meno dal 12 giugno 2005 quando il Baudelaire), che ricondurpresenta come un oriz«The Economist» nel suo obituary, nostro tenne il commencement adrebbe la parola a quello lo creò» (Genesi, 1, 27); l’ha fatto zonte insuperabile o coil giorno dopo la scomparsa di Ste- dress, il discorso augurale per i neostato di pienezza che fa poco meno di un Dio; di gloria e me una nostalgia insordi essa un’azione, che ri- di onore lo ha coronato (cfr. Salmi, montabile. La poesia svive Jobs, morto di cancro a 56 anni. laureati, alla prestigiosissima uni8, 6). Il Dio che, stavolta, si è unifonderebbe con le proprie luppa la nostalgia orfica Il saluto del settimanale inglese era versità statunitense di Stanford. «Il forze una nuova alleanza to all’uomo nei vincoli inesauribili iscritta nella facoltà di in perfetta linea con i media mon- vostro dovere è non accontentarvi e di ognuno con il tutto. della coscienza e della verità. Il Paparlare: essa capta, sogna, diali, che hanno dedicato all’uomo pensare l’impossibile. Stay hungry. Una poesia anticristica, dre che ragiona nel cosmo, che spera e ricorda l’armonia in dolcevita nero fiumi di inchiostro Stay foolish» è il motto ormai entrache lo voglia o meno, mormora alla nostra anima, che di tutti gli esseri. Ramincensante. Che Steve Jobs abbia to nel nostro dna. Nel celebre diun’«alchimia del verbo» parla nelle Scritture, non è un’aumendatrice della parola, lasciato un segno nel quotidiano di scorso delle tre «storie», infatti, (Arthur Rimbaud), in ri- torità inflessibile, ma un’enorme la poesia diviene la lingua intere generazioni, è fuor di dub- Jobs (rivelando un’incredibile capavalità diretta con il verbo. bontà che cerca di accarezzarci veramente materna, legata cità scenica e narrativa) racI più lucidi hanno saputo senza impaurirci. Il Dio che ci paral mio spazio, al mio corcontava la sua vita, dall’abinterrompere molto presto la fin dall’inizio, e che non ha mai po, ai miei sensi, totalbandono subito alla nascita questa sterile hybris; han- smesso di parlarci, pur sapendo in mente consolatrice. Il alle ultime vicissitudini meno capito che la Visitazio- quale strumento di menzogna, di poeta cerca una lingua, diche. Con l’appello al conne del Verbo ha già avuto violenza e di morte noi avevamo che sia «dell’anima per necting the dots, ci colpì già luogo, una sola volta, una trasformato la parola che ci aveva l’anima, riassumendo tutallora la sua capacità di vivolta per tutte, che l’in- donato. Il Dio che, dal momento to, profumi, suoni, colori, canto ha preso anima e in cui accetta di parlare con gli uoe del pensiero afferrando vere gli eventi nel lungo pecorpo. Hanno avuto la mini, si condanna a morte. Il Dio il linguaggio e dilatanriodo, di ragionare in vista grazia di scoprire il gran- che non ha più un volto d’uomo: dolo». Il miracolo «di di un progetto più ampio Miniatura raffigurante Ezechiele che ingoia il rotolo delle Scritture de segreto, la cosa nuova, una prosa musicale senza (Jobs, come noto, venne li«C’è nei suoi occhi chiusi qualcosa rannicchiata nel cuore ritmo e senza rima, molto cenziato dalla Apple, l’aziendi distruttore. Come un colpo di flessibile e molto netta per adattar- personale, sempre troppo limitato, della Parola, nella poesia contenuda cioè che lui stesso aveva spada in pieno cuore che provoca si ai movimenti lirici dell’anima, il riconoscimento che esiste un ta nelle parole della Scrittura, pascreato, un colpo che avrebbe la morte, porta la coscienza. Qualall’ondulare della fantasia» (Char- mondo al di là, un mondo che lo sate di bocca in bocca nel corso gettato chiunque nello sconcosa di così terribile e di così bello les Baudelaire). trascende» (Yves Bonnefoy). Ebbe- dei millenni. forto più cupo). Ma l’uomo non produce la sua ne, esistono in questo mondo di Al tempo dei massacri di milioni che l’unico modo per sfuggirgli è Amante del bello-essenparola come l’albero il suo frutto, cose esteriori singoli oggetti, allo di persone, dell’eugenismo genera- l’adorazione» (Paul Claudel). ziale, delle forme pure e puQuello che alcuni poeti benedetinevitabilmente, per il solo fatto stesso tempo inerti e pieni di vita, lizzato, della predazione globalizlite, del minimal esasperato, che accoglie l’acqua, la terra e la fatti di segni neri tratteggiati su zata, del pianeta minacciato, dei ti oggi testimoniano, è che, lungi lo Steve Jobs che esce dalla luce. Abitata da una coscienza, la pelli di animali, su canne o su al- desolanti bilanci delle religioni, il dall’essere la tomba della poesia, la penna di Isaacson (dopo, lo parola umana non esprime l’essere beri morti ma che si accendono di Dio vivente, che parla e che fa par- sua Parola porta nuovo combustisi ricorda per inciso, le bioin modo immediato nella sua pie- un fuoco intelligibile non appena lare, è infine spogliato delle ma- bile al suo fuoco. O meglio: porta grafie di Benjamin Franklin nezza. Ci sarà sempre il gioco (jeu) delle mani li srotolano o li aprono schere troppo umane, non s’impo- un nuovo fuoco che essa non e Einstein) è un uomo egotie l’io (je) tra la parola e ciò che è. e una coscienza vi si applica, e che ne più attraverso le grida degli uo- avrebbe mai potuto immaginare. bio. Basti ricordare (ma l’elenco è co, maniacale, intrattabile, ingestiCerto, questo “io” invidia «la sorte ardono senza ardere del fuoco del mini. È solo molto raramente la Non c’è bisogno di volare: basta solo parziale) che ha rivoluzionato bile, con un senso di superiorità radei più vili animali che possono significato. Questi rovi ardenti so- voce «che schianta i cedri, che tuo- venire a riscaldarsi accanto a essa. inabissarsi in uno stupido sonno» no i libri. Fra questi, ben stipati e l’home computer, il nostro modo di dicato sin dall’infanzia, affetto da (De profundis clamavi, Charles Bau- traboccanti nelle loro copertine e consumare la musica, la nozione di disturbi alimentari e da un compordelaire). Ma per l’uomo, sognare nel loro «taglio verde intenso» telefono cellulare, la frontiera del tamento non sempre socialmente l’integrità dell’animale non può es- (Arthur Rimbaud) sugli scaffali di tablet computing, il design degli og- accettabile (da giovane, fu confinaÈ morto il fondatore e presidente del Sir sere che una tappa: è per la devia- mogano dove il mondo li esibisce e getti che accompagnano le nostre to al turno di notte semplicemente zione della sua coscienza che deve li chiude, ci sono questi libri delle giornate, il superamento del singolo perché non si lavava). Ha scritto passare. I più grandi poeti l’hanno Scritture, questi Bìblia così ben Sue Halpern su «The New York computer nella gestione dei contecapito: non esiste magia del verbo riuniti da essere chiamati Bibbia. Review of Books» che Jobs «era un nuti. «Intelligente Jobs? — si chiede prepotente, un simulatore, un tace la parola non può da sola riconAperte per essere lette, le ScritWalter Isaacson nel poderoso volu- cagno, un padre fannullone, un maciliare tutte le cose. ture iniziano a risuonare con una me — No, non in modo ecceziona- nipolatore, e ogni tanto era molto Quando rinuncia all’impossibile voce inaudita e visibile, rivestono Al crepuscolo di sabato 17 marzo è morto a Fara Novarese, in le. Piuttosto un genio». E, aggiun- affettuoso», giudizio che trova eco fusione diretta con il cosmo e tor- di parole la voce che si ode conPiemonte, monsignor Giuseppe Cacciami, socio fondatore della ge poco più avanti l’ex capo redat- nelle 191 pagine del «dossier Steve templando la bellezza del mondo. Federazione italiana settimanali cattolici che diresse tra il 1981 e tore della rivista «Time», «come un Jobs», compilato da agenti dell’FBI «Il giorno al giorno ne affida il il 1986. Dalla sua dedizione appassionata per la stampa locale pioniere, Jobs aveva la capacità di nel 1991. Sulla base di interviste ad messaggio e la notte alla notte ne cattolica, nel 1989 nacque il Servizio informazione religiosa (Sir), assorbire informazioni, fiutare il amici, vicini e parenti, il documento affida notizia. Non è il linguaggio del quale Cacciami fu a lungo presidente. La sua curiosità per la vento e intuire ciò che si celava che il «New York Magazine» ha e non sono parole, di cui non si comunicazione esprimeva anzitutto l’urgenza di comunicare il all’orizzonte» (concetti poi ribaditi definito «molto più divertente della oda il suono» (Salmi, 19, 3-5). FanVangelo. E da uomo di comunicazione Cacciami fu prete fino in in un articolo su «The New York sua biografia ufficiale» descriveva il no udire una voce paterna che fondo. Era nato a Grignasco (Novara) il 5 settembre 1924 e fu mette ordine, che decide, che sfida, Times»: Jobs come il genio emble- creatore della Apple come «drogaordinato sacerdote nel 1947. In seguito ha ricoperto importanti che chiede una risposta. La ricezioma dell’“advantage” statunitense). to, disonesto e manipolatore», nonincarichi nell’Union Catholique Internationale de la Presse ne tradizionale delle Scritture, che Assorbire, fiutare, intuire: è questa ché tirchio con i familiari. Sue Hal(Ucip) e come membro del Forum permanente della Conferenza pern va oltre: Jobs si considerava chiamiamo lectio divina, dà al linepiscopale italiana per il Progetto culturale. l’essenza di un genio? un artista (e tale lo considera il suo guaggio una priorità che oggi biografo), «ma la designazione di In occasione della Giornata mantiene solo tra i poeti. Accolte qualcuno come artista (il caso vale mondiale della poesia (istituita con devozione, le Scritture suscitaanche per il genio) è elastica e dall’Unesco nel 1999 e celebrata no e conservano la «preoccupazioognuno può invocarla per sé o per per la prima volta il 21 marzo Il Cortile dei Gentili il 29 e il 30 marzo a Palermo ne poetica» (Claude Estéban). Si altri. Non v’è dubbio che i prodotti dell’anno successivo), tratta di essere presi, anziché di che Steve Jobs ha molto brillanteanticipiamo stralci del testo che prendere, di ascoltare anziché di mente ideato erano bellissimi ed padre Olivier-Thomas Venard parlare. Nel corso della lectio e deleleganti, ma erano — in finale — dei pronuncerà il 22 marzo presso la meditatio, il mio occhio ascolta. «Io la comunione, a maggio, non la posso fare»; derà a Palermo il 29 e il 30 marzo. La due giorni, prodotti. Gli artisti ambiscono a lala Pontificia Università Sulla pagina sacra dove il mio cuo«Perché non hai i soldi per la festa?»; «No, per- dedicata al tema «Cultura della legalità e società sciare al mondo qualcosa di imperiGregoriana. All’incontro, re appicca il fuoco del senso ai raché domani devo andare di nuovo a rubare»; multireligiosa» è stata presentata martedì nella Satura bellezza, mentre le ditte pro«Parole et poésie» — parte del moscelli dei segni che raccoglie (lemonsignor Carmelo Cuttitta, vescovo ausiliare e la Stampa della Santa Sede dal direttore, padre duttrici di elettronica ambiscono a ciclo di conferenze dedicato a gere), il linguaggio si dispiega nel vicario generale dell’arcidiocesi di Palermo, ha ci- Federico Lombardi, insieme al cardinale Gianfranimmettere sul mercato modelli, aufilosofia e teologia «La scintilla suo stato “intransitivo”. Non ritato questo rapido scambio di battute tra un bam- co Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio delspicandosi che il pubblico li sostidella parola, tra parole in manda subito a un al di là di sé bino del quartiere Brancaccio e don Pino Puglisi, la Cultura, a monsignor Antonino Raspanti, vetuisca l’anno seguente». frantumi» organizzato dal del quale non è stato che la condi cui è stato testimone a fine anni Ottanta, per scovo di Acireale e coordinatore dell’incontro di Qualcosa di solido, però, nelle Centre culturel Saint-Louis de trofigura, ma invita a dimorare nelfar capire quanto a fondo la ferita della criminali- Palermo, a padre Laurent Mazas, direttore esecutipagine di Isaacson c’è. Chi, infatti, France di Roma — parteciperà le parole. tà organizzata può colpire la vita di un popolo, vo del Cortile dei Gentili, a monsignor Carmelo ne esce veramente bene sono le peranche il poeta Jean-Pierre È in quanto opere di linguaggio non risparmiando neanche l’infanzia. Ampio spaCuttitta, allievo di don Puglisi e suo figlio spirisone più vicine a Steve Jobs; i geniLemaire. Padre Olivier-Thomas che le Scritture veicolano la Parola zio sarà dato ai bambini e al dialogo tra cultura, tuale, e a Giusto Sciacchitano, sostituto procuratori adottivi, la moglie, i figli, la Venard, domenicano, insegna di Dio. Lo capiscono solo coloro educazione e narrazione del reale (con il contribu- tore nazionale dell’Antimafia italiana. sorella naturale. A riprova che un all’École Biblique et che accettano di affrontare il testo to di Stefano D’Avenia e Stas’ Gawronski) nella «All’inizio avevamo pensato a due eventi l’anno ambiente familiare solido, maturo e Archéologique Française di come corpo, d’immergersi nella tappa siciliana del Cortile dei Gentili che appro- — ha spiegato padre Mazas — ma le richieste concapace di accogliere senza opprimeGerusalemme dal 2007. lingua. Vale a dire che la Parola di tinuano a aumentare: a maggio saremo a re, è lo scenario necessario per cerLa sovrapposizione, nel Dio si fa udire nelle Scritture nella Barcellona, a settembre a Stoccolma, a care di aiutare una personalità calendario, del primo giorno di misura in cui la si legge come si ottobre ad Assisi, a novembre a Coimbra. “complessa”. primavera con la festa mondiale legge la poesia. Non si lascia mai Il Cortile è sempre più presente anche in Sarebbe troppo facile richiamare della poesia non è casuale: ridurre a una semplice intenzione: lo scandalo denunciato dal quotiRete; è possibile seguire in streaming gli l’Unesco riconosce «Una parola ha detto Dio, due ne diano di Jill Abramson sulle precaall’espressione poetica un ruolo ho udite» (Salmi 62, 12). Il lettore incontri, ma anche contribuire con propri rie condizioni di lavoro negli stabiprivilegiato e ha voluto dedicare bendisposto si lascia catturare dalle articoli e video al dibattito: a Palermo, ad limenti che, fuori dagli Stati Uniti, la giornata all’incontro tra le parole e dal mondo che proiettano, esempio, le domande ai relatori arriveranproducono dispositivi Apple (dove diverse forme della creatività; piuttosto che cercare di attraverno tramite Google+». E ha detto il cardisarebbero impiegati anche tredicentra le diverse forme di sarle. nale Ravasi: «In Messico un filosofo non ni), per minare l’icona Jobs. Anche espressione, infatti, ogni società Le Scritture stesse invitano il letcredente ha avviato un “cortile” lungo un perché non ve n’è bisogno: le seiumana guarda all’antichissimo tore a percorrerle come un univeranno, e stiamo lavorando alle prossime cento pagine di Isaacson infatti, fistatuto dell’arte poetica come a so. C’incantano con la bellezza tappe». L’appuntamento di Palermo, ha niscono un po’ per allontanare il un luogo fondante della formale ed eterogenea del loro detto il cardinale, «è in un certo modo il memoria, base di tutte le altre lettore da Steve Jobs. Dallo Steve linguaggio. È un po’ come il parilancio del grido di Giovanni Paolo II ad forme della creatività letteraria e Jobs-genio non sappiamo: dallo lazzo di Dame Tartine, fatto di paLa cattedrale di Palermo artistica. role che si mangiano: «Va e manAgrigento contro la mafia». (silvia guidi) Steve Jobs-mito sicuramente sì. di OLIVIER-THOMAS VENARD P Don Giuseppe Cacciami tra Vangelo e comunicazione Scintille nascoste in un vocabolario in frantumi Un portico della narrazione e del diritto L’OSSERVATORE ROMANO pagina 6 martedì-mercoledì 20-21 marzo 2012 I funerali celebrati nella cattedrale copta ortodossa di San Marco a Il Cairo Dolore e commozione per la morte del patriarca Shenouda IL CAIRO, 20. Dolore e cordoglio stanno segnando in queste ore la vita dell’Egitto per la morte del patriarca della Chiesa copta ortodossa Shenouda III avvenuta sabato 17 marzo. Oggi, nella cattedrale di San Marco, in un clima di profonda commozione — è stato proclamato il lutto nazionale — sono stati celebrati i funerali del patriarca deceduto all’età di 88 anni. Numerosi i leader presenti e i rappresentanti di Governi e istituzioni civili e religiose di vari Paesi, tra cui anche una delegazione vaticana. Le esequie si sono aperte con una orazione funebre dal patriaca della Chiesa ortodossa di Etiopia, Abuna Paulos. Il feretro di Shenouda è stato collocato dentro una bara chiusa all’interno della chiesa dopo che per due giorni era stato mostrato alla vista dei fedeli. Intanto, messaggi di partecipazione al dolore della comunità cristiana sono giunti da tutto il mondo tra cui quello significativo di Papa Benedetto XVI, il cui testo pubblichiamo in prima pagina. Nel fine settimana incessante è stato il flusso dei fedeli che si sono recati nella cattedrale di San Marco per rendere omaggio alla salma del patriarca, esposta con i paramenti sacri. Il corpo di Shenouda III, in una bara scoperta con la tiara d’oro sul capo, dopo i funerali è stato quindi trasportato in aereo militare per essere sepolto nel monastero di San Bishoi, a un centinaio di chilometri dal Cairo nella regione del delta del Nilo. Le condizioni di salute del capo della comunità copta ortodossa negli ultimi tempi erano peggiorate. In passato il patriarca era stato sottoposto a cure mediche all’estero. Il vescovo Pachomious ha assunto le funzioni di guida della comunità per due mesi, fino a quando non verrà eletto il nuovo patriarca. Shenouda venne eletto 117° patriarca della Chiesa copta ortodossa nel novembre 1971, in rappresentanza dei cristiani egiziani che costituiscono il 10 per cento di una popolazione di 80 milioni di persone. I copti rappresentano la comunità cristiana più popolosa del Medio Oriente. Appartengono al Patriarcato di Alessandria d’Egitto che fa parte, assieme alle Chiese siro-ortodossa, siroortodossa d’India, armena, etiope ed eritrea, alle Chiese pre-calcedonesi o ortodosso-orientali. La Chiesa copta fu fondata in Egitto nel primo secolo dall’apostolo Marco. Particolarmente intenso è stato l’impegno del patriarca Shenouda per promuovere il dialogo. In particolare, risaltano due momenti: l’incontro avvenuto a Roma con Papa Paolo VI e la firma, il 10 maggio 1973, della Dichiarazione comune di fede nell’incarnazione del Figlio di Dio; e quello con Giovanni Paolo II il 24 febbraio del 2000, nel corso di un visita del Papa in Egitto. Come accennato, vari sono i messaggi che stanno giungendo in omaggio della testimonianza lasciata dal capo della comunità copta ortodossa. «Una figura importante per i cristiani di Oriente»: così il patriarca di Gerusalemme dei Latini, Fouad Twal, ricorda Shenouda III. In un messaggio di condoglianze diretto ieri alla comunità copta ortodossa Twal, a nome dell’intero Patriarcato latino, ha scritto che Shenouda III «ha condotto la sua missione cristiana con ferma fiducia e profonda fede in mezzo ad un turbinio di avvenimenti che hanno segnato il mondo arabo e quello intero. Accompagnandolo con le nostre preghiere ri- cordiamo tutti i suoi immensi servigi alla sua Chiesa, al suo Paese e a tutti i cristiani del Medio Oriente». Al lutto si uniscono anche i vescovi europei, in un messaggio del cardinale arcivescovo di Esztergom-Budapest, Péter Erdő. Il presidente del Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa (Ccee) scrive: «Con la sua persona il mondo cristiano ha perso uno dei suoi leader più eccellenti ed esemplari». Il ricordo «della sua visita lo scorso anno a Budapest, i suoi saggi insegnamenti e la sua determinazione esemplare — prosegue ancora il cardinale — vivono ancora nei nostri cuori. Mentre affidia- mo la sua anima a Dio, condividiamo il dolore dei suoi fedeli e «preghiamo con amore per tutta la comunità cristiana egiziana. Chiediamo al Signore della storia di sostenere l‘intera comunità dei credenti in Cristo con la Sua Provvidenza». Il cardinale Erdő sottolinea anche che «grazie al patriarca Shenouda, sono state stabilite relazioni fraterne ed ecumeniche tra la Chiesa cattolica ungherese e la Chiesa copta-ortodossa. Rimanendo fedele alla sua eredità spirituale abbiamo intenzione di mantenere questo prezioso rapporto di amicizia di fraternità e solidarietà cristiane». III Al «Santo Sinodo della Chiesa copta» è inoltre indirizzato il messaggio del Patriarca di Mosca e di tutta la Russia, Cirillo. «Ho appreso con profondo dolore la triste notizia della morte di Sua Santità il Patriarca Shenouda III, che per oltre quarant’anni con zelo ha svolto il ministero di primate della Chiesa copta». L’intero mondo cristiano «ha subito una grande perdita, col trapasso di questo insigne teologo e predicatore ispirato che per tanti anni è stato a capo della sua Chiesa in un momento di grandi persecuzioni. I meriti del defunto primate, sia nei riguardi della Chiesa copta che di tutto il mondo cristiano, possono essere a giusto titolo definiti grandi». Dal Patriarcato di Mosca si pone in luce fra l’altro «la sua instancabile opera per l’edificazione della vita della Chiesa della diaspora copta, la lotta per i diritti delle minoranze cristiane in Egitto, la sincera volontà di comprensione reciproca con le altre Chiese cristiane, le numerose opere teologiche, i sermoni hanno dato al primate della Chiesa copta una meritata autorevolezza in tutto il mondo». Noi — si osserva — «apprezziamo le opere del compianto Patriarca Shenouda III. Ricordando con amore e affetto fraterno il nostro ultimo incontro durante la mia visita in Egitto nel mese di aprile 2010, testimonio del rispetto sincero e sentito del defunto verso la Chiesa ortodossa russa. A sua volta, la nostra Chiesa ha sempre e costantemente sostenuto e sostiene i cristiani egiziani che sono sistematicamente sottoposti a persecuzioni, e riconosce con rispetto il contributo della Chiesa L’incontro di Shenouda III con Paolo copta nella preservazione del monachesimo egiziano tradizionale e della cultura spirituale». Il Patriarca Cirillo conclude: «Sono convinto della necessità di continuare la nostra collaborazione per raggiungere la pace e la giustizia in Medio Oriente e in tutto il mondo, tutelare i diritti dei cristiani nei luoghi in cui essi sono perseguitati. Il Signore Misericordioso conceda il riposo all’anima del suo servo, il santissimo Patriarca Shenouda». Espressioni di partecipazione al lutto della comunità cristiana sono venute dal presidente del Parlamento egiziano Katatni, dal primo ministro Kamal El Ganzouri, dall’imam di Al Azhar, Sheikh Ahmmed El Tayeb. A queste aggiungono anche le parole dei rappresentanti di istituzioni europee e governi. Il presidente della Commissione Europea, Josè Manuel Barroso, ha ricordato l’impegno costante nella lotta per la libertà religiosa. Così anche ha fatto il VI il 6 maggio 1973 ministro italiano degli Affari Esteri, Giulio Terzi di Sant’Agata: «Shenouda III ha sempre lavorato per promuovere un clima di dialogo e fruttuosa convivenza tra le comunità religiose egiziane». Ricordando che in occasione della sua visita al Cairo non gli fu possibile incontrare il Patriarca per le sue precarie condizioni di salute, il titolare della Farnesina si è riferito al Patriarca come a una «guida spirituale per la comunità dei credenti copti e al tempo stesso eminente figura di riferimento sul piano di valori universalmente condivisi quali la fratellanza e la misericordia». E conclude: «Oltre che ispiratore di importanti iniziative sul dialogo interreligioso, Sua Santità Shenouda III è stato un grande amico dell’Italia e ha di certo contribuito, con il suo alto magistero e la testimonianza di fede, ad avvicinare ancor più i nostri Paesi e i nostri popoli». Secondo un rapporto pubblicato dall’O idce Aumenta in Europa l’intolleranza verso i cristiani ROMA, 20. «I vescovi in Europa sono particolarmente attenti a queste manifestazioni di discriminazione e d’intolleranza religiosa che confermano quanto alcuni valori e diritti fondamentali della nostra Europa siano lungi dall’essere una realtà acquisita». Lo ha detto monsignor András Veres, vescovo di Szombathely (Ungheria), a commento del Rapporto 2011 dell’O sservatorio sull’intolleranza e sulla discriminazione religiosa in Europa (Oidce). Un dossier dedicato, in particolare, ai casi di intolleranza e discriminazione religiosa dei cristiani in Europa. «Credere in Dio — ha sottolineato il presule, che è anche incaricato dal Consiglio delle Conferenze episcopali europee (Ccee) a seguire le attività dell’Oidce — non deve essere percepito come una colpa o un segno di debolezza. Vivere e testimoniare il proprio credo religioso nel rispetto della libertà e sensibilità altrui non potrà che essere di beneficio per tutti, credenti o non, cristiani o non». Secondo il rapporto, in Europa si registrano sempre più casi d’intolleranza e di discriminazione contro i cristiani. Allo stesso tempo, il crescente interesse dei media ha dato voce all’anonima sofferenza di casi di persone che sempre più acquisiscono una rilevanza internazionale. Le statistiche mostrano l’ampiezza del problema: il 74 per cento degli interpellati in un sondaggio effettuato nel Regno Unito affermano che c’è più discriminazione negativa contro i cristiani che contro le per- Le religioni per il dialogo in Francia PARIGI, 20. Istruzione, occupazione, crescita, povertà, coesione nazionale, ambiente, finanza, promozione della pace. Queste le priorità suggerite dalla Conferenza dei responsabili di culto in Francia (Crcf) che il futuro presidente dovrà mettere in agenda per il futuro del Paese. La richiesta dei leader religiosi giunge a poche settimane dalle elezioni presidenziali in programma il 22 aprile. La Crcf, della quale fanno parte cattolici, protestanti, ortodossi, ebrei, musulmani e buddisti, in una dichiarazione ha sottolineato la propria contrarietà «sull’uso strumentale della religione nel dibattito democratico» e ha espresso solidarietà con le comunità ebraiche e musulmane, in merito alle polemiche dei giorni scorsi sul rituale della macellazione in Francia. «La Crcf — si legge nella dichiarazione — non intende al momento tornare alle polemiche relative alle pratiche rituali concordate e riconosciute nel nostro Paese, ma quando sarà il momento — sottolineano i leader religiosi — proporremo una riflessione più ampia e approfondita sul significato di alcune pratiche religiose nella nostra società e saremo pronti ad ascoltare, a confrontarci con lo scopo di contribuire insieme alla coesione della società nel rispetto di tutte le correnti di pensiero». sone di altre fedi. L’84 per cento del crescente vandalismo in Francia è diretto contro i luoghi di culto cristiani. In Scozia, il 95 per cento della violenza a sfondo religioso ha come obiettivo i cristiani. «Il rapporto — sottolinea monsignor Veres — vuole essere un invito per tutti i cristiani che abbiano sperimentato una forma di discriminazione o d’intolleranza per la loro appartenenza confessionale a uscire dall’anonimato e a farsi coraggio: credere in Dio non deve essere percepito come una colpa o un segno di debolezza. I vescovi d’Europa si sentono solidali con quanti non vedono i propri diritti rispettati e ricordano che la libertà religiosa è un bene prezioso che va custodito così da continuare a essere un pilastro della pace del nostro continente». Gli incidenti d’intolleranza e discriminazione contro i cristiani sono suddivisi dall’Osservatorio in diverse categorie: libertà di religione, libertà di espressione, libertà di coscienza, politiche discriminatorie, esclusione dei cristiani dalla vita politica e sociale, repressione dei simboli religiosi, insulto, diffamazione e stereotipi negativi, incidenti per odio, vandalismi e dissacrazione e, da ultimo, crimini di odio contro singoli individui. Nel rapporto vengono annoverati casi clamorosi come la denuncia per «crimini contro l’umanità» del maggio 2011 contro il Pontefice a motivo della dottrina della Chiesa cattolica in materia di morale sessuale, oppure la campagna all’università di Granada per rimuovere dall’ateneo la facoltà di teologia, vista come violazione dei principi costituzionali spagnoli di laicità e neutralità. Numerosi i casi riportati dalla Germania in cui emerge una forte limitazione alla libertà di associazioni confessionali di svolgere attività anti-abortive. In Inghilterra, a Jersey, i postini si sono rifiutati di distribuire nelle case cd contenenti registrazioni del Vangelo di san Marco. Episodi d’intimidazione si sono registrati verso professionisti che facevano obiezione di coscienza su temi come aborto ed eutanasia. Come il caso di una farmacia di Berlino assalita dai vandali perché il titolare non ha venduto la «pillola del giorno dopo», perché cattolico. Esistono — si legge nel dossier — casi di esclusione dei cristiani dalla vita sociale e pubblica (come il tentativo in Spagna di sopprimere cappellanie e altri luoghi di culto dagli atenei). Infine, sono numerosissimi i riferimenti a episodi di «vandalismo e dissacrazione di chiese, luoghi di culto e oggetti sacri» in Austria, Germania, Spagna e, soprattutto, Francia. Il rapporto ricorda anche l’aggressione ai giovani cattolici durante la Giornata mondiale della gioventù a Madrid. Il documento è l’unica indagine esauriente esistente riguardo alla situazione dei cristiani in Europa. L’Osservatorio è membro della piattaforma per i diritti fondamentali dell’agenzia Ue e lavora in stretta collaborazione con l’O rganizzazione per lo sviluppo e la cooperazione in Europa. Lutti nell’episcopato Monsignor Ante Iurić, arcivescovo emerito di Split-Makarska (Croazia), è morto a causa di un infarto alle 3 del mattino di martedì 20 marzo nel seminario Redemptoris Mater di Pola. Il compianto presule era nato a Vranjic, arcidiocesi di SplitMakarska, il 17 maggio 1922, ed era stato ordinato sacerdote il 18 maggio 1947, dopo aver compiuto gli studi teologici a Zagabria. Il 10 settembre 1988 era stato eletto alla sede arcivescovile di Split-Makarska e il successivo 16 ottobre aveva ricevuto l’ordinazione episcopale. Il 17 giugno 2000 aveva rinunciato al governo pastorale dell’arcidiocesi per ritirarsi presso il seminario neocatecumenale istriano, dove prestava il servizio di padre spirituale. Le esequie si celebrano sabato prossimo, 24 marzo, nella concattedrale di San Pietro in Spalato. Monsignor Anárghyros Printesis, vescovo titolare di Grazianopoli, esarca apostolico emerito per i cattolici di rito bizantino residenti in Grecia, è morto alle ore 6 di domenica mattina, 18 marzo, nella sede ateniese dell’esarcato. Il compianto presule era nato in Vari il 16 agosto 1937 ed era stato ordinato sacerdote il 10 dicembre 1961. Eletto alla sede titolare di Grazianopoli e nominato esarca per i cattolici di rito bizantino residenti in Grecia il 28 giugno 1975, aveva ricevuto l’ordinazione episcopale il successivo 6 agosto. Dopo trentatré anni, il 23 aprile 2008 aveva rinunciato al governo pastorale dell’esarcato. Il rito funebre si celebra mercoledì pomeriggio, 21 marzo, nella cattedrale dell’esarcato in Atene. Poi la salma viene tumulata nel cimitero cattolico della capitale greca. L’OSSERVATORE ROMANO martedì-mercoledì 20-21 marzo 2012 Presentato il documento di sintesi a conclusione dell’itinerario voluto da Benedetto pagina 7 XVI Risultati e prospettive della visita apostolica in Irlanda Il senso di sgomento espresso da Benedetto XVI nella Lettera ai Cattolici d’Irlanda di fronte al terribile fenomeno dell’abuso sui minori e la vicinanza che il Pontefice ha più volte manifestato alle persone vittime di tali atti peccaminosi e criminali compiuti da sacerdoti o religiosi, sono stati rinnovati dalla Santa Sede attraverso un documento reso noto oggi, martedì 20 marzo, a conclusione della visita apostolica nel Paese. La sintesi complessiva, con i risultati e le prospettive evidenziate dalla visita apostolica, è stata presentata alla stampa al Saint Patrick’s College di Maynooth, in Irlanda. Indetta personalmente dal Papa per «affrontare adeguatamente la situazione determinata dalla tragiche vicende degli abusi sessuali compiuti da sacerdoti e religiosi nei riguardi dei minori», la visita era cominciata nell’autunno 2010 e la sua prima fase era terminata nel giugno 2011. I rapporti dei visitatori erano stati poi consegnati ai competenti dicasteri della Santa Sede. L’attuale documento riporta una sintesi dei risultati emersi dalle visite alle quattro arcidiocesi metropolitane di Armagh, Dublino, Cashel and Emly e Tuam, a una trentina di istituti religiosi e a cinque seminari: Saint Patrick’s College di Maynooth, Pontificio Collegio Irlandese in Roma, Saint Malachy College di Belfast, All Hallows College di Dublino e Milltown Institute of Tehology and Philosphy di Dublino. Approvato dai dicasteri che hanno condotto la visita, il documento contiene anche indicazioni della Santa Sede, che si aggiungono a quelle fatte pervenire dai singoli dicasteri ai responsabili delle entità visitate. Vi si ribadisce che la visita ha avuto un carattere pastorale e che essa, se da una parte ha attestato la gravità delle mancanze che hanno dato luogo nel passato a una insufficiente comprensione e reazione, persino da parte dei vesco- vi e dei superiori religiosi, dall’altra ha consentito di rilevare con chiarezza come a partire dagli anni Novanta del secolo scorso siano stati compiuti decisivi passi in avanti, che hanno portato a una maggiore consapevolezza del problema e a profondi cambiamenti nel modo di affrontarlo. Per questo, nel raccomandare che vescovi e superiori religiosi continuino nell’impegno di accoglienza e assistenza alle vittime di abusi, il documento annuncia anche che la Santa Sede e l’episcopato irlandese hanno già iniziato una riflessione comune circa l’attuale configurazione delle diocesi, in vista di rendere le strutture territoriali meglio idonee a rispondere all’odierna missione della Chiesa in Irlanda. Tra gli auspici espressi, c’è poi quello che le linee guida enunciate nel documento Safeguarding Children del 2008 (punto di arrivo di precedenti documenti) vengano ulteriormente aggiornate sulla base delle indicazioni pubblicate dalla Congregazione per la Dottrina della Fede il 3 maggio 2011, e periodicamente riviste. Tali linee guida, che si sono rivelate uno strumento efficace per gestire le denunce di abuso e per accrescere la sensibilità dell’intera comunità cristiana in materia di tutela dei minori, prevedono tra l’altro un capillare coinvolgimento dei fedeli e delle strutture ecclesiastiche nel lavoro di prevenzione e formazione; una stretta collaborazione con le autorità civili nella tempestiva segnalazione delle accuse; il costante rimando alla Congregazione per la Dottrina della Fede, per quanto è di sua competenza. Il documento accenna inoltre al lavoro, profondo e di vasta portata, svolto dal National Board for Safeguarding Children, rivelatosi particolarmente utile per la verifica, da esso avviata, dell’applicazione delle linee guida nelle singole diocesi e negli istituti religiosi. Da qui la raccoman- dazione che tale processo di verifica copra il più rapidamente possibile tutte le diocesi e gli istituti religiosi, e possa ripetersi con regolarità. Infine vescovi e superiori religiosi, in collaborazione con il National Board, sono chiamati sviluppare a partire dal documento Interim guidance, di recente pubblicazione, una normativa per trattare i casi di sacerdoti o religiosi verso cui siano state avanzate accuse, ma nei confronti dei quali il pubblico ministero abbia deciso di non procedere. Di contro dovranno essere stabilite norme per facilitare il ritorno nel ministero di sacerdoti falsamente accusati e per offrire adeguata attenzione pastorale ai preti o religiosi che siano stati ritenuti colpevoli di abusi su minori. Per quanto riguarda la realtà specifica dei seminari, sebbene la visita abbia permesso di apprezzare l’impegno dei formatori e dei seminaristi e l’attenzione data alla formazione intellettuale, umana e spirituale, e sebbene in tali strutture siano in vigore delle chiare norme di tutela dei minori, con un’ampia comprensione di tutto ciò che il tema implica nella vita della Chiesa, si mira a migliorare la qualità della formazione. Per questo è stato raccomandato, tra l’altro, di curare che essa sia ispirata a un’autentica identità sacerdotale; di rafforzare la responsabilità dei vescovi nella gestione dei seminari; di introdurre criteri di ammissione più coerenti; di assicurare che i seminaristi risiedano in edifici loro riservati; di includere anche nel percorso accademico una profonda formazione nelle materie di tutela dei minori. Quanto agli istituti religiosi irlandesi, ciascuno è invitato a predisporre un programma triennale di approfondimento del carisma fondativo e delle rispettive fonti, sviluppando mezzi adeguati per rivitalizzare le singole comunità negli aspetti della preghiera, della vita in comune e della missione apostolica. Inoltre gli istituti sono invitati a sviluppare un’apertura pastorale verso quanti soffrono le conseguenze di abusi. In un’ottica più ampia, la visita apostolica ha rilevato come le dolorose vicende degli ultimi anni abbiano aperto molte ferite nell’intera comunità cattolica irlandese. Di contro, però, è emersa anche la permanente vitalità della fede del popolo. Tra i segni di speranza, si segnalano la dedizione con cui molti vescovi, sacerdoti e religiosi vivono la propria vocazione, la vicinanza umana e spirituale che molti di loro hanno avvertito da parte dei fedeli in un tempo di crisi, la profonda fede di molti uomini e donne e un vasto coinvolgimento di sacerdoti, religiosi e laici nel dare vita alle strutture di tutela dei minori. In tale contesto, nel documento viene rivolto un appello alla comunione ecclesiale: tra i vescovi, tra essi e il successore di Pietro, tra vescovi e sacerdoti, tra pastori e laici, tra strutture diocesane e comunità di vita consacrata. Infine il documento indica alcune priorità pastorali che potranno guidare il rinnovamento della Chiesa in Irlanda, come la formazione nei contenuti della fede, la valorizzazione dell’impegno dei laici, il ruolo degli insegnanti di religione, l’apertura al contributo dei movimenti e delle associazioni, la fedeltà agli insegnamenti del magistero. In tale contesto l’imminente Congresso eucaristico internazionale, in programma a Dublino dal 10 al 17 giugno prossimi, costituirà certamente una tappa importante nel processo di rinnovamento, così come lo sarà la successiva missione nazionale, che si spera possa offrire a tutti i membri della comunità ecclesiale una proficua opportunità per la preghiera e la riflessione comune sui contenuti della fede cristiana, in armonia con le aspettative di Benedetto XVI per l’imminente Anno della fede. Relazione del vescovo Mariano Crociata all’Università Cattolica del Sacro Cuore I luoghi dell’educazione cristiana MILANO, 20. «La Chiesa, che da sempre riserva all’educazione un’attenzione privilegiata, ha a questo proposito elaborato nei secoli una concezione educativa di grande respiro. Essa è stata messa in opera attraverso modalità adeguate e affidabili, come quelle che si ritrovano nei vari luoghi in cui la comunità cristiana si mostra comunità educante: le parrocchie, il mondo dell’associazionismo, la dimensione dell’insegnamento scolastico e di quello universitario». Lo ha sottolineato, oggi a Milano, il vescovo Mariano Crociata, segretario generale della Conferenza episcopale italiana (Cei) nella relazione introduttiva al convegno nazionale «Comunità cristiana, associazionismo, università. Luoghi dell’educazione». L’incontro, promosso dall’Azione cattolica italiana e dalla Università Cattolica del Sacro Cuore in vista dell’ottantottesima giornata dell’ateneo, fissato per il prossimo 22 aprile, ha inteso riflettere e approfondire questioni relative all’educazione, all’interno del decennio pastorale che la Chiesa italiana ha dedicato a questo tema; altresì ha voluto «costituire una prima occasione per favorire, con rinnovato vigore, la piena collaborazione tra l’Azione cattolica e l’Università cattolica». Educare, come afferma Benedetto XVI, significa anzitutto — ha detto monsignor Crociata — «formare le nuove generazioni, perché sappiano entrare in rapporto con il mondo, forti di una memoria significativa che non è solo occasionale, ma accresciuta dal linguaggio di Dio che troviamo nella natura e nella Rivelazione, di un patrimonio interiore condiviso, della vera sapienza che, mentre riconosce il fine trascendente della vita, orienta il pensiero, gli affetti, il giudizio». A questa concezione, dunque, è necessario fare riferimento: tanto più oggi, «se si vuole evitare che l’educazione si trasformi in un insieme di tecniche finalizzate semplicemente a trasmettere un “saper fare” o ad alcune ricette pratiche di convivenza». È la comunità cristiana, anzitutto, a rivelarsi un vero e opportuno luogo dell’educazione. Secondo monsignor Crociata, allora, «va ulteriormente rilanciata l’alleanza educativa che deve collegare tutti i luoghi e tutte le forme dell’educazione». Il convegno — ha evidenziato il segretario generale della Cei — può ben essere conside- rato come espressione della volontà di confermare e rilanciare un’alleanza già solida. Bisogna raccogliere tale intendimento ricordando che il legame tra l’Università Cattolica del Sacro Cuore — l’università dei cattolici italiani — l’Azione cattolica e il tessuto delle diocesi e delle parrocchie d’Italia, affonda le sue radici nella storia del nostro Paese, almeno dai primi decenni del secolo scorso». A tal fine c’è bisogno innanzitutto di una tensione spirituale, che deve essere inseparabilmente personale ed ecclesiale, protesa verso quella «misura alta della vita cristiana ordina- ria» che è la santità: «questa devono cercare e hanno il compito primario di promuovere ciascun fedele e tutte le istituzioni e aggregazioni ecclesiali». In particolare e da questo punto di vista, la vocazione dell’Azione cattolica «può racchiudersi nella missione di coltivare un cristianesimo ordinario accessibile a tutti, capace di coniugare santità e vita quotidiana nel servizio ecclesiale e nelle molteplici forme di presenza sociale. Alle comunità ecclesiali è chiesto di cercare e coltivare un senso di fede e una appartenenza di crescente consapevolezza e maturità culturale». All’università cattolica — ha concluso monsignor Crociata — è affidato il compito di servire i cattolici italiani in un una offerta di personale e di strumenti culturali che facciano crescere nelle nostre comunità e aggregazioni fedeli consapevoli e attrezzati, presenze ecclesiali motivate e convinte nel loro servizio alla comunità cristiana, laici credenti capaci di sviluppare una azione sociale luminosa e di portare in ogni ambito di vita un contributo al bene comune, a partire dal senso della identità e dignità della persona umana nel concerto della vita associata». Nella solennità di san Giuseppe il cardinale Bagnasco ha parlato al mondo del lavoro Il cuore di Genova GENOVA, 20. «La diocesi di Genova ha una lunga storia di presenza rispettosa e di rapporto virtuoso con il lavoro nelle alterne vicende che molti di noi ricordano». Lo ha sottolineato l’arcivescovo metropolita di Genova e presidente della Conferenza episcopale italiana (Cei), cardinale Angelo Bagnasco, nell’omelia pronunciata, nel pomeriggio di ieri, lunedì 19, nella cattedrale di San Lorenzo in occasione della tradizionale messa per il mondo del lavoro che la Chiesa genovese celebra nella solennità di san Giuseppe. La Chiesa — ha evidenziato il porporato — non ha interessi, né privilegi da rivendicare: desidera solo servire nel nome del Vangelo, sorgente di salvezza e garanzia di umanità. «Non abbiamo soluzioni tecniche da proporre ma offriamo un’umile presenza che, mentre indica il cielo, guarda alla terra perché diventi casa più sicura e famiglia più vera. Vorremmo che la nostra parola raggiungesse oggi non solo l’orecchio attento di ciascuno, ma anche la mente e il cuore; e potesse ispirare prospettive e propositi giusti per la nostra città». «In un’ora invasa da scenari inediti e difficili sfide» e in un tempo «in cui le certezze di sempre sembrano messe in discussione e l’orizzonte appare poco chiaro», per superare la crisi economica è necessario — ha affermato il cardinale — «un orizzonte vero, non delle parole che si ripetono inconcludenti», servono «certezze, non promesse, perché i tempi stringono e le ristrettezze diventano sempre più pesanti sulle spalle delle famiglie». Il cardinale parla ufficialmente alla sua Genova, ma lo sguardo e il cuore del pastore abbracciano il mondo del lavoro in generale. Per superare la crisi la città ha bisogno di «coesione», che è il risultato di «fiducia, sincerità e coraggio». La città «deve dismettere interessi individualistici o di parte e la sonnolenta inerzia» insieme con «vecchi modi di pensare e vecchi costumi che, mentre cercano di mantenere se stessi, affossano Genova e con lei i suoi figli». Non bisogna poi dimenticare — ha ricordato — che «per creare futuro dobbiamo mettere in conto anche eventuali disagi temporanei, ma è la visione d’insieme, non il proprio particolare che deve ispirare e sostenere». Infatti, «se è più importante che l’altro non faccia bella figura, non abbia successo, non meriti plauso per il coraggio e l’intraprendenza, allora la città si spegne», ha affermato il cardinale aggiungendo: «Se si perdono tempo e forze per ostacolare gli altri nel bene, perché non abbiano merito, perché siamo noi a dover brillare, a occupare la scena, allora la città si deprime. Se si gode nel cogliere le ombre altrui o addirittura si manovra per crearne ad arte, allora la città si mortifica ed è umiliata. Se non si smette di guardare ogni novità con sospetto, come se ogni iniziativa dovesse nascondere chissà quale speculazione indebita, e se ogni intrapresa deve affrontare l’esasperante corsa a ostacoli dei no pregiudiziali, dei silenzi tattici, allora la città diventa invivibile e gli investimenti trasmigrano verso lidi più accoglienti e collaborativi. Se ogni progetto di sviluppo deve attendere tempi irragionevoli e affrontare maglie snervanti quanto ingiustificate, o consensi apparenti e resistenze reali in nome di alternative ipotetiche, pretestuose o tardive, allora la città perde opportunità concrete di lavoro». Il cardinale ha puntualizzato, inoltre, che qualunque ristrutturazione aziendale senza che vi sia un adeguato piano di ampliamento del lavoro non porta da nessuna parte. Secondo il cardinale Bagnasco «la difficoltà più grave», non è «la ristrettezza delle risorse», quanto piuttosto vi potrebbero essere «altre ristrettezze» che portano «a frenare fino allo sfinimento». «Lo status quo — ha concluso — non giova certamente ai lavoratori e alle famiglie». Infatti «è meglio fare piuttosto che parlare, ed è necessario pensare e fare insieme lealmente, senza primazie meschine e irresponsabili. Lo esige la città, lo chiedono i più esposti, giovani e famiglie». Incipit del Vangelo di Matteo in una pagina miniata del Book of Kells (secolo IX) Nomine episcopali Le nomine di oggi riguardano gli Stati Uniti d’America e il Canada. William Edward Lori arcivescovo di Baltimore (Stati Uniti d’America) Nato a Louisville, Kentucky, il 6 maggio 1951, ha frequentato la scuola primaria della parrocchia di Our Lady of Perpetual Help in New Albany, Indiana, e quella secondaria nel seminario di Saint Mary’s, Kentucky, e il collegio del seminario di Saint Pius X in Erlanger, Kentucky. Dal 1973 al 1977 ha studiato teologia nel Mount Saint Mary’s seminary in Emmitsburg, Maryland. Ordinato sacerdote il 14 maggio 1977 per l’arcidiocesi di Washington, è stato alunno della facoltà di teologia dell’Università cattolica della capitale statunitense, dove nel 1982 ha ottenuto la laurea in teologia. È stato: vice-parroco nella Saint Joseph parish in Landover, nel Maryland (1977-1982); direttore dell’ufficio ecumenico dell’arcidiocesi e professore aggiunto presso l’Università cattolica di Washington (1982-1984); segretario personale e consigliere teologico del cardinale James Hickey (19841994); cancelliere, moderatore della curia e vicario generale dell’arcidiocesi di Washington (1994-2001); membro del consiglio presbiterale e del collegio dei consultori. Nominato vescovo titolare di Bulla e ausiliare di Washington il 28 febbraio 1995, ha ricevuto l’ordinazione episcopale il successivo 20 aprile. Trasferito alla sede residenziale di Bridgeport, Connecticut, il 23 gennaio 2001, ha preso possesso il successivo 19 marzo. In seno alla Conferenza episcopale degli Stati Uniti è presidente dell’Ad hoc Committee for religious liberty e membro del Committee on doctrine e del Committee on pro-life activities. È presidente del Board of trustees della Sacred Heart University a Fairfield, (Connecticut e, dal 2005, è national supreme chaplain dei Cavalieri di Colombo. Christian Lépine arcivescovo di Montréal (Canada) Nato il 18 settembre 1951 a Montréal, prima di entrare nel seminario maggiore ha studiato al Collège militaire royal de St-Jean e all’Ecole polytechnique de Montréal. Ordinato sacerdote il 7 settembre 1983 e ha svolto il ministero pastorale come vice parroco. Dal 1986 al 1998 ha studiato presso la Pontificia Università Gregoriana, ottenendo la licenza in teologia dogmatica. Ha svolto molteplici incarichi sia come vicario parrocchiale sia come parroco. Inoltre, è stato segretario del cardinale Turcotte dal 1996 al 1998, anno in cui ha preso servizio presso la Segreteria di Stato e, successivamente, presso la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti. Dal 2001 al 2006 è stato membro dell’équipe dei formatori al semina- rio maggiore di Montréal, per poi divenire parroco di Notre-Damedes-Champs e Purification-de-laBienheureuse-Vierge-Marie. L’11 luglio 2011 è stato nominato vescovo titolare di Zabi e ausiliare di Montréal. Ha ricevuto l’ordinazione il successivo 10 settembre. David J. Malloy vescovo di Rockford (Stati Uniti d’America) Nato il 3 febbraio 1956 a Milwaukee (Wisconsin), ha conseguito il baccellierato in biologia pressa la Marquette university (1978). Dopo aver completato un anno di teologia presso il Saint Francis de Sales seminary a Milwaukee, ha compiuto gli studi teologici presso il Collegio Americano del Nord e la Pontificia Università Gregoriana (1979-1982). In seguito ha ottenuto la licenza in teologia dogmatica, sempre alla Gregoriana (1982-1984). Più tardi è entrato nella Pontificia Accademia Ecclesiastica e ha ottenuto la licenza in diritto canonico presso l’Angelicum (1986-1988) e il dottorato alla Gregoriana (1988-1990). Ordinato sacerdote il 1° luglio 1983 per l’arcidiocesi di Milwaukee, è stato vicario parrocchiale della Saint John Nepomuk a Racine (19841986). Nel servizio diplomatico, è stato segretario presso le nunziature apostoliche in Pakistan (19901994), in Siria (1995), presso l’O rganizzazione delle Nazioni Unite (1995-1998) ed è stato officiale della Prefettura della Casa Pontificia (1998-2001). Tornato in patria, è stato vice segretario generale della Conferenza episcopale nazionale (2001-2006) e poi segretario generale della stessa (2006-2011). Fino a oggi è stato parroco della Saint Francis de Sales parish a Lake Geneva nell’arcidiocesi di Milwaukee. Gregory L. Parkes vescovo di Pensacola-Tallahassee (Stati Uniti d’America) Nato il 2 aprile 1964 a Mineola, New York, nella diocesi di Rockville Centre, ha studiato finanza presso la Florida State university a Tallahassee e ha lavorato nel settore bancario (1986-1993). Ha frequentato il Saint Vincent de Paul regional seminary a Boynton Beach (1993-1995) e poi, come seminarista del Pontificio Collegio Americano del Nord, presso la Pontificia Università Gregoriana (1995-1998), dove ha anche ottenuto la licenza in diritto canonico (1998-2000). Ordinato sacerdote il 26 giugno 1999 per la diocesi di Orlando, è stato vicario parrocchiale della Holy Family parish (19992005) e segretario generale del primo Sinodo diocesano (2005-2007). Fino a oggi era: dal 2005, parroco della Corpus Christi parish a Celebration e cancelliere per gli affari canonici; dal 2009, vicario generale del vescovo di Orlando. L’OSSERVATORE ROMANO pagina 8 martedì-mercoledì 20-21 marzo 2012 All’Angelus il Papa chiede preghiere per il prossimo viaggio Verso Messico e Cuba L’invito a pregare per il viaggio in Messico e a Cuba, in programma dal 23 al 29 marzo, è stato rivolto dal Papa ai fedeli durante l’Angelus di domenica 18, in piazza San Pietro. Cari fratelli e sorelle! Nel nostro itinerario verso la Pasqua, siamo giunti alla quarta domenica di Quaresima. È un cammino con Gesù attraverso il «deserto», cioè un tempo in cui ascoltare maggiormente la voce di Dio e anche smascherare le tentazioni che parlano dentro di noi. All’orizzonte di questo deserto si profila la Croce. Gesù sa che essa è il culmine della sua missione: in effetti, la Croce di Cristo è il vertice dell’amore, che ci dona la salvezza. Lo dice Lui stesso nel Vangelo di oggi: «Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna» (Gv 3, 1415). Il riferimento è all’episodio in cui, durante l’esodo dall’Egitto, gli ebrei furono attaccati da serpenti velenosi, e molti morirono; allora Dio comandò a Mosè di fare un serpente di bronzo e metterlo sopra un’asta: se uno veniva morso dai serpenti, guardando il serpente di bronzo, veniva guarito (cfr. Nm 21, 4-9). Anche Gesù sarà innalzato sulla Croce, perché chiunque è in pericolo di morte a causa del peccato, rivolgendosi con fede a Lui, che è morto per noi, sia salvato. «Dio infatti — scrive san Giovanni — non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui» (Gv 3, 17). Commenta sant’Agostino: «Il medico, per quanto dipende da lui, viene per guarire il malato. Se uno non sta alle prescrizioni del medico, si rovina da solo. Il Salvatore è venuto nel mondo... Se tu non vuoi essere salvato da lui, ti giudicherai da te stesso» (Sul Vangelo di Giovanni, 12, 12: PL 35, 1190). Dunque, se infinito è l’amore misericordioso di Dio, che è arrivato al punto di dare il suo unico Figlio in riscatto della nostra vita, grande è anche la nostra responsabilità: ciascuno, infatti, deve riconoscere di essere malato, per poter essere guarito; ciascuno deve confessare il proprio peccato, perché il perdono di Dio, già donato sulla Croce, possa avere effetto nel suo cuore e nella sua vita. Scrive ancora sant’Agostino: «Dio condanna i tuoi peccati; e se anche tu li condanni, ti unisci a Dio... Quando comincia a dispiacerti ciò che hai fatto, allora cominciano le tue opere buone, perché condanni le tue opere cattive. Le opere buone cominciano con il riconoscimento delle opere cattive» (ibid., 13: PL 35, 1191). A volte l’uomo ama più le tenebre che la luce, perché è attaccato ai suoi peccati. Ma è solo aprendosi alla luce, è solo confessando sinceramente le proprie colpe a Dio, che si trova la vera pace e la vera gioia. È importante allora accostarsi con regolarità al Sacramento della Penitenza, in particolare in Quaresima, per ricevere il perdono del Signore e intensificare il nostro cammino di conversione. Cari amici, domani celebreremo la festa solenne di san Giuseppe. Ringrazio di cuore tutti coloro che avranno per me un ricordo nella preghiera, nel giorno del mio onomastico. In particolare, vi chiedo di pregare per il viaggio apostolico in Messico e Cuba, che compirò a partire da venerdì prossimo. Affidiamolo all’intercessione della Beata Vergine Maria, tanto amata e venerata in questi due Paesi che mi accingo a visitare. queste iniziative contribuiscano a garantire per tutti un accesso equo, sicuro e adeguato all’acqua, promuovendo così i diritti alla vita e alla nutrizione di ogni essere umano e un uso responsabile e solidale dei beni della terra, a beneficio delle generazioni presenti e future. sung in Jesus Christus zu unseren Mitmenschen bringen. An diesem Freitag darf ich selber als Pilger der Hoffnung nach Mexiko und Kuba aufbrechen, und ich bitte euch, diese Apostolische Reise mit eurem Gebet zu begleiten. Der Herr schenke euch allen seine Gnade. Que ce temps du Carême, chers pèlerins francophones, nous donne de recentrer toute notre vie sur le Christ, qui a pris sur Lui nos souffrances et nos peines. Je Lui confie la douleur des parents belges qui, à cause de l’accident tragique en Suisse, ont perdu leur enfant, et celle de ceux qui se sont vus privés d’un proche. Je les assure de ma proximité et de ma prière. Demain, nous célèbrerons la fête de Saint-Joseph: puisse le Seigneur, par l’intercession de mon saint patron de baptême, me donner la force de confirmer mes frères et sœurs dans la foi! Comme Saint Joseph, ne craignez pas de prendre Marie chez vous, qu’elle vous montre son Fils, le Christ notre Sauveur! Que Dieu vous bénisse! Saludo a los peregrinos de lengua española, en particular al grupo del Pontificio Colegio Mexicano, de Roma, así como a los fieles provenientes de Tarragona, Ferrol y Madrid, y los exhorto a dirigir su mirada a Jesucristo, que levantado como estandarte en medio del mundo, es causa de salvación para el género humano. Al mismo tiempo, suplico oraciones por mi próximo Viaje apostólico a México y Cuba, donde tendré la dicha de ir dentro de unos días para confirmar en la fe a los cristianos de esas amadas naciones y de toda Latinoamérica. Invito a todos a acompañarme con su cercanía espiritual, para que en esta visita pastoral se cosechen abundantes frutos de vida cristiana y renovación eclesial, que contribuyan al auténtico progreso de esos pueblos. Encomiendo esta peregrinación a la Santísima Virgen María, que en aquellas benditas tierras recibe los nombres entrañables de Guadalupe y la Caridad. Feliz Domingo. Dopo la preghiera mariana, il Papa ha rivolto parole di saluto in diverse lingue ai gruppi presenti. Herzlich heiße ich alle deutschsprachigen Brüder und Schwestern willkommen, besonders die Pilger aus Bocholt. Am heutigen vierten Fastensonntag, dem Sonntag Lætare, strahlt schon etwas von der österlichen Freude auf. So sagt uns der heilige Paulus in der zweiten Lesung: «Gott hat uns mit Christus auferweckt und uns zusammen mit ihm einen Platz im Himmel gegeben» (Eph 2,6). In dieser Zuversicht wollen wir die Botschaft der Erlö- Cari fratelli e sorelle, Ieri si è concluso, a Marsiglia, il VI Forum mondiale dell’acqua, e giovedì prossimo si celebrerà la Giornata mondiale dell’acqua, che quest’anno sottolinea il fondamentale legame di tale preziosa e limitata risorsa con la sicurezza alimentare. Auspico che I greet the English-speaking pilgrims and visitors present for today’s Angelus. This Sunday, we reach the mid-way point of our Lenten journey. As we continue on our way, we keep our eyes fixed upon our goal, when we will accompany our Lord on the path to Calvary, so as to rise with him to new life. May Christ, the light of the world, shine upon you and fill you with his blessings! Srdačno pozdravljam i blagoslivljam hrvatske hodočasnike, a osobito nastavnike i učenike Gimnazije i strukovne škole Jurja Dobrile iz Pazina. Dragi prijatelji, nebeski Otac, bogat milosrđem, dao nam je svoga Sina da Ga slijedimo i da se spasimo. Ne bojte se ljubiti Ga i vjerovati Mu! Hvaljen Isus i Marija! [Saluto di cuore e benedico tutti i pellegrini Croati, particolarmente i professori e gli studenti del Ginnasio e della Scuola d’avviamento professionale Juraj Dobrila di Pazin. Cari amici, il Padre celeste, ricco di misericordia, ci ha dato Suo Figlio affinché Lo seguiamo e ci salviamo. Non abbiate paura di amarLo e di credere in Lui! Siano lodati Gesù e Maria!] S láskou pozdravujem slovenských pútnikov, osobitne z Farnosti svätého Michala v Stanči a z Úpora. Bratia a sestry, Pôstne obdobie nás pobáda, aby sme uznali v Ježišovi Kristovi našu najväčšiu nádej. Pozývam vás, aby ste boli vo svete vernými svedkami jeho Radostnej zvesti o vykúpení. Zo srdca vás žehnám. Sláva Isusu Christu! [Saluto con affetto i pellegrini slovacchi, particolarmente quelli provenienti dalla Parrocchia di San Michele di Stanča e di Úpor. Fratelli e sorelle, il Tempo della Quaresima ci esorta a riconoscere Gesù Cristo come nostra suprema speranza. Vi invito ad essere nel mondo testimoni fedeli della Buona Novella della redenzione. Di cuore vi benedico. Sia lodato Gesù Cristo!] Serdeczne pozdrowienie kieruję do wszystkich Polaków. Słowa łączności przekazuję uczestnikom Zjazdu Gnieźnieńskiego, obradującym w historycznej stolicy Polski. Niech będzie on dla Europy przypomnieniem o jej chrześcijańskich korzeniach i o potrzebie budowania społeczeństwa obywatelskiego w oparciu o wartości ewangeliczne. Owoce Zjazdu zawierzam św. Józefowi, Patronowi Kościoła powszech- nego, i św. Wojciechowi, Patronowi Polski. Proszę wszystkich o modlitwę w intencji mojej podróży do Meksyku i na Kubę. Życzę wam dobrej niedzieli i z serca błogosławię. [Rivolgo il mio cordiale saluto a tutti i Polacchi. Esprimo la mia vicinanza ai partecipanti al Convegno che si sta svolgendo a Gniezno, storica capitale della Polonia. Il suddetto Convegno sia per l’Europa memoria delle sue radici cristiane e della necessità di costruire una società civile fondandosi sui valori evangelici. Affido i frutti del Convegno a San Giuseppe, Patrono della Chiesa Universale, e a Sant’Adalberto, Patrono della Polonia. A tutti chiedo la preghiera per il mio viaggio in Messico e a Cuba. Vi auguro una buona domenica e vi benedico di cuore.] Saluto infine con affetto i pellegrini di lingua italiana, in particolare i fedeli provenienti da Assisi, Piacenza, Porto Azzurro e dalla diocesi di Concordia-Pordenone, e i cresimandi del Vicariato Mugello Est. Saluto i lavoratori dell’Alcoa di Portovesme, assicurando ad essi e alle rispettive famiglie la mia preghiera e la mia vicinanza ed auspicando che la loro difficile situazione, come altre simili, possa avere un’adeguata soluzione. A tutti auguro una buona domenica e una buona settimana.