Undici anni di “Olio Capitale” per promuovere l`extravergine nel

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Undici anni di “Olio Capitale” per promuovere l`extravergine nel
Undici
anni
di
“Olio
Capitale”
per
promuovere
l’extravergine nel mondo
Dal 4 al 7 marzo 2017, alla Stazione Marittima di Trieste si
svolge l’undicesima edizione di “Olio Capitale”, la rassegna
internazionale degli oli extravergini delle aree del
Mediterraneo.
Sono qualche centinaio le etichette presenti provenienti da
produttori di Puglia, Sicilia, Calabria, Toscana, Lazio,
Campania, Basilicata, Liguria, Umbria, Molise, Abruzzo,
Marche, Emilia Romagna, Trentino Alto Adige, Veneto, Friuli
Venezia Giulia, oltre che da Croazia e Grecia.
Particolarmente significativo, con le tragedie che hanno
colpito quelle terre, è il ritorno degli espositori
dall’Umbria e dall’Abruzzo, che conta ben 14 espositori.
A Olio Capitale aumentano di
anno in anno i visitatori
professionali, giornalisti e
buyer provenienti non solo dalle
Nazioni europee, come Regno
Unito,
Germania,
Austria,
Svezia, Danimarca, Francia,
Olanda, Svizzera, Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca,
Slovacchia, e dal Mondo: Giappone, Stati Uniti, Cina, Egitto,
Turchia, e Corea.
Tra i visitatori stranieri è forte l’interesse dimostrato per
la manifestazione da parte del pubblico austriaco e tedesco.
In particolare dalla Carinzia hanno prenotato la loro presenza
a Olio Capitale di Trieste i proprietari e gli chef di 13
importanti ristoranti carinziani per degustazioni e incontri
con i produttori di olio.
Tali partecipazioni sono interpretate dagli organizzatori come
attenzione di un vasto pubblico di consumatori fuori dal
nostro territorio nazionale per quello che è considerato il
principe dell’alimentazione mediterranea: l’olio d’oliva
extravergine.
Olio che in Italia è una delle eccellenze più tutelate e più
ambite nel mercato olivicolo, tanto che è soggetto a
concorrenza e imitazioni. Fortunatamente, le forze dell’ordine
preposte a scovare le truffe alimentari sono sempre all’opera,
grazie anche alle segnalazioni dei consumatori.
A questo merito, nel suo intervento all’inaugurazione di Olio
Capitale, il sindaco di Trieste Roberto Dipiazza ha osservato
che “il nostro Paese ha una legislazione ferrea
sull’alimentare, ma dovremmo raccontare meglio la nostre
eccellenze. L’Italia è una nazione meravigliosa ma dovremmo
fare come i Francesi e commercializzare di più i nostri
prodotti perché produciamo cose ottime, ma serve il coraggio
di mettere in piedi una rete per la loro promozione. Infine,
dobbiamo ricordarci che promuovere l’agricoltura vuol dire
mantenere anche il nostro paesaggio”.
Nel Friuli Venezia Giulia l’olivicoltura è presente su un
territorio di 250 ettari circa, distribuiti da Pordenone,
Udine e Gorizia (ossia da Sacile a San Floriano del Collio),
con uliveti situati in fascia collinare, fino alla provincia
di Trieste, particolarmente nelle
pendici carsiche da Duino-Aurisina a
a San Dorligo della Valle, ai
confini con l’Istria.
La produzione di olio extravergine
di oliva della Provincia di Trieste
vanta
l’eccellenza
dell’olio
extravergine di oliva Tergeste DOP.
Maura Sacher
APIMELL,
mostra
dell’apicoltura
mercato
A Piacenza si sta concludendo la 34^ edizione di APIMELL la
mostra mercato di apicoltura, dei prodotti, delle attrezzature
e tecnologie apistiche (3-5 marzo 2017) a cui hanno aderito
118 espositori di cui 21 esteri.
La mostra mercato, patrocinata dal Ministero delle Politiche
Agricole e dalla Regione Emilia Romagna, è organizzata da
Piacenza Expo e promosso da EPBA (European Professional
Beekeepers Association), Bee Life European Beekeeping
Coordination, UNAAPI, AAPI e CONAPI.
L’evento costituisce l’appuntamento annuale per gli operatori
ed i tecnici del settore, come per i ricercatori e gli amanti
del miele. La vetrina espositiva è completata con i prodotti
dell’alveare per usi cosmetici, alimentari e curativi.
Intenso come sempre il programma dell’appuntamento annuale di
APIMELL, con convegni, seminari e workshop organizzati dalle
associazioni nazionali di categoria. Quest’anno la novità di
rilievo è la presenza del forum ‘Beecome’, il Congresso degli
apicoltori europei che dopo le precedenti edizioni svoltesi in
Francia, Belgio, Germania e Svezia, approda a Piacenza.
Il settore dell’apicoltura in Italia conta
oltre un milione di alveari. Secondo il
Mipaaf, il valore stimato dei prodotti
dell’apicoltura italiana (miele, cera,
propoli, polline, pappa reale, veleno
d’api) ammonta a 150-170 milioni di euro.
La produzione di circa l’80 per cento
delle 264 specie coltivate nell’Unione
europea dipende direttamente dagli insetti impollinatori, per
la maggior parte api, e secondo le stime, il valore monetario
annuo globale dell’impollinazione ammonta a miliardi di
dollari.
È scientificamente provato che le
api, soprattutto quelle allevate,
svolgono un ruolo importante
nell’impollinazione di una vasta
gamma di colture e piante
selvatiche. E da più parti viene
sollevato l’allarme per la
rarefazione delle api, con
segnalazioni di morie, anche
anomale, ma spesso attribuite all’inquinamento ambientale.
Le ultime edizioni di APIMELL hanno confermato il ruolo di
primo piano che la mostra mercato svolge per gli oltre 28.000
visitatori provenienti da 18 paesi esteri.
Apimell 2017 si caratterizza per l’innovazione, la qualità dei
materiali, e l’ecosostenibiltà dei prodotti in esposizione:
un’occasione per professionisti di adeguare le proprie
strutture alle ultime novità che consentono un risparmio nei
costi ed una migliore gestione dell’alveare.
Maura Sacher
Bacalà alla
francobollo
Vicentina
in
Per la prima volta in Italia un francobollo viene dedicato ad
una ricetta. È un’iniziativa di Poste Italiane, che ha dato
corso ad una serie tematica rappresentativa delle “Eccellenze
del sistema produttivo ed economico”, d’intesa con il
Ministero dello Sviluppo economico. Le emissioni per il 2017
sono in tutto 31, selezionate tra 500 proposte.
Dopo una complessa istruttoria aperta dalla Venerabile
Confraternita del Bacalà alla Vicentina, il francobollo
destinato al piatto di bacalà è stato inserito nel programma
di emissione delle valori postali per l’anno 2017 e l’uscita
ufficiale avverrà il 1° marzo 2017, data che coincide con il
trentesimo anniversario della fondazione della Confraternita,
nata nel 1987 per difendere la ricetta originaria del
tradizionale piatto tipico del Veneto, e promuoverla nel
mondo.
Il francobollo raffigura una fumante pentola di terracotta con
il bacalà alla vicentina, affiancata da alcuni pezzi di
stoccafisso e una forma di polenta gialla di mais. Il valore è
di 95 centesimi di euro, tariffa di posta ordinaria.
Il francobollo è accolto con grande soddisfazione dalla
Confraternita e da tutti gli estimatori del bacalà perché
rappresenta un altro riconoscimento al valore di un’eccellenza
gastronomica del territorio che, oltre a caratterizzare la
tradizione locale, ha assunto nel tempo notorietà nazionale ed
internazionale. Infatti, fin dal 2009 il Bacalà alla Vicentina
è inserito tra “i cinque alimenti della tradizione italiana”
nel circuito EuroFIR (European Food Information Resource –
Report n.6).
Nel giorno di emissione, soprattutto i collezionisti, potranno
contare sull’annullo speciale del francobollo che sarà
eseguito eccezionalmente non solo nell’ufficio delle Poste
Centrali di Vicenza, in piazza Garibaldi, ma anche all’ufficio
postale di Sandrigo, che sarà aperto per l’occasione fino alle
20.
Questo centro è, infatti, diventato negli anni la “capitale”
del Bacalà alla Vicentina, grazie ad una Festa frequentata
annualmente da decine di migliaia di persone appassionate del
piatto.
Un secondo annullo speciale è previsto durante la Festa del
Bacalà alla Vicentina, in programma il prossimo settembre.
Negli uffici postali indicati, il 1° marzo sarà possibile
acquistare non solo il francobollo, bensì anche il Bollettino
con la storia del Bacalà alla Vicentina, la cartolina a tema e
anche un folder con cartoline e francobollo.
L’emissione del francobollo è solo il primo di un calendario
di iniziative e manifestazioni per celebrare il 30esimo
anniversario di fondazione della Confraternita.
Maura Sacher
Come la FIC si fa conoscere
nel mondo
Sono stati recentemente presentati i risultati della prima
“Settimana della cucina italiana nel mondo – The Extraordinary
Italian Taste”, promossa dal Governo italiano e attuata dai
Ministeri degli Esteri, delle Politiche Agricole,
dell’Istruzione e dello Sviluppo Economico, con il contributo
fattivo della FIC-Federazione Italiana Cuochi.
Per l’iniziativa di promozione della cucina italiana e dei
prodotti Made in Italy, che ha coinvolto la rete estera della
Farnesina lo scorso novembre, sono stati realizzati
complessivamente 1.395 eventi in 108 Paesi esteri, per più di
un centinaio di eventi che hanno toccato l’Australia e la
Cina.
Gli eventi hanno riguardato 21 concorsi e premiazioni, 234
conferenze, dibattiti sulla tradizione culinaria italiana,
seminari tecnico scientifici o accademici, 412 degustazioni e
cene a tema, 364 proiezioni di film, documentari,
rappresentazioni teatrali, concerti, mostre di design, arte e
fotografia, legati al cibo e alla cucina italiana, e inoltre
187 tra cooking show, corsi di cucina e masterclass.
Infine, 59 attività di comunicazione (pubblicazioni, attività
formativa, social network, conferenze stampa e 118 eventi
promozionali con i ristoranti italiani locali.
Al tavolo di confronto – insieme ai rappresentanti dei
Ministeri, enti istituzionali come ICE, Conferenza StatoRegioni, Assocamere, ma anche attori come Alitalia, UniVerde,
Associazione Italiana Sommelier, Gambero Rosso, le più
importanti associazioni legate al vino ed alcune università ed
istituti di cultura, tanto per citarne alcuni – sono stati
comunicati gli straordinari risultati di questa prima
edizione, annunciando che la seconda edizione dell’iniziativa
sarà ancora più ricca di contenuti ed eventi che
coinvolgeranno nell’azione di promozione oltre alla nostra
cucina anche un altro importante prodotto italiano come il
vino. Il tavolo di lavoro e la presentazione della seconda
edizione targata 2017, sarà convocato nei prossimi mesi.
«Il nostro obiettivo per la seconda edizione – hanno
dichiarato i dirigenti FIC – sarà un più capillare
coinvolgimento delle nostre associazioni regionali e dei
nostri territori per contribuire alla realizzazione di un
numero ancora maggiore di eventi, nonché la preparazione di
programmi più strutturati ed integrati che prevedano la
sinergia con enti e ambasciate dei Paesi esteri, ma anche il
coinvolgimento, insieme agli chef, di tante realtà
istituzionali e culturali nell’azione di diffusione dei valori
del nostro Paese».
Maura Sacher
Callipo fa 104 anni
C’erano una volta prosperose aziende italiane, tutte di casa,
ma non si era nell’epoca del 2.0 né del 4.0, né erano
all’orizzonte imprese straniere così amanti dei nostri
prodotti nazionali da accaparrarsi a man bassa quote azionarie
o abbuffarsi di industrie per poi mandare a spasso i
lavoratori.
Poche ditte hanno resistito alle tentazioni, e la calabrese
Callipo è una di queste, sempre fedele allo spirito delle sue
origini, pur adeguandosi alle moderne leggi del mercato.
Tra pochi giorni festeggerà i 104 anni, essendo stata fondata
il 14 gennaio 1913, l’azienda Giacinto Callipo di Pizzo,
provincia di Vibo Valentia, leader nella produzione di tonno e
conserve ittiche di alta qualità, oggi guidata da Filippo
Callipo, che rappresenta la quarta generazione della famiglia,
affiancato dal figlio Giacinto, quinta generazione.
Il territorio di Pizzo (già noto con l’aggiunta di ‘Calabro’),
borgo di 9 mila abitanti sulla costa tirrenica della Calabria,
arroccato su di un promontorio al centro del Golfo di
Sant’Eufemia, conserva tracce di una plurisecolare attività di
pesca, specialmente al tonno. Sono lontani i tempi in cui i
tonni, nel mese di maggio giugno, raggiungevano a milioni le
spiagge del golfo, ora la cattura si fa in alto mare, con le
“tonnare volanti”, sia a causa dell’impoverimento delle acque
dovute alla pesca intensiva sia per le limitazioni imposte
dalla Comunità Europea.
La Giacinto Callipo Conserve Alimentari SpA, saldamente legata
all’antica tradizione artigianale della lavorazione del pesce
pelagico, ha resistito, ancorata al territorio e alla Calabria
e impegnata a favorirne l’occupazione e lo sviluppo, vantando
il suo vero punto di forza nella lavorazione del tonno,
effettuata completamente in Italia.
La monda e l’invasettamento del
tonno vengono da sempre eseguiti
a mano dalle maestranze, tutte
donne, che con cura e dedizione
selezionano i tranci migliori.
“Solo mantenendo la nostra
produzione completamente in
Italia
possiamo
garantire
manodopera altamente specializzata, rigidi controlli lungo
tutto la filiera, alti standard di sicurezza ed igiene”,
sostengono i portavoce dell’azienda.
Lo stabilimento, dal 1988 dislocato nella vicina Maierato, si
estende su una superficie circa 34.000 mq, impiega oltre 190
dipendenti ed ha una capacità produttiva annua di circa 15.000
tonnellate. La Callipo vende in Italia il 92% della
produzione, mentre il restante viene commercializzato in
Austria, Francia, Inghilterra, Germania, Canada, Australia,
Stati Uniti e Giappone.
Una lavorazione 100% italiana e, in aggiunta, il vero segreto
della qualità dei prodotti Callipo è la lavorazione,
effettuata completamente in loco: dalla cottura a vapore alla
pulitura e alla selezione dei tranci migliori, fino al
confezionamento ancora manuale per i formati più pregiati come
i filetti di tonno in vaso di vetro.
Maura Sacher
Il Patriarca dei viticoltori
se ne è andato
Livio Felluga, che in Friuli e non soltanto in questa terra di
vini nobili è considerato il Patriarca della viticoltura ed è
stato identificato un pioniere della migliore tradizione
enoica italiana, dopo una vita lunga dedicata al vino e alle
viti, ora non c’è più.
Si è spento a 102 anni il 23 dicembre, in sordina, come senza
rumori ha condotto la sua attività in mezzo al vino e alle
viti, ha trasmesso ai figli Maurizio, Elda, Andrea e Filippo
il suo amore per la terra, per la tradizione e per la qualità.
A Livio Felluga viene riconosciuto il
grande merito di aver riportato a
nuova vita la collina dell’Abbazia di
Rosazzo, che da secoli racchiude
tutta la storia e la cultura enoica
del Collio goriziano, lui istriano di
nascita, di famiglia di contadini di
Isola d’Istria con spaccio di vini Refosco e Malvasia fino a
Vienna, esule ante litteram (nel 1929) sull’isola di Grado, e
ragazzo in bicicletta per l’occasione in “braghe lunghe”
mandato fino in Carnia a proporre la vendita dei vini della
famiglia.
Con la sua parlata intrisa di espressioni istro-venete, a
sancire l’appartenenza alla terra d’origine e di seconda
patria, ha sempre ricordato le origini da famiglia contadina e
con orgoglio la lungimiranza, o intuizione strategica, che lo
spinse nel 1956 ad acquistare i primi 23 ettari sulle colline
di Rosazzo poi diventati 155 ettari su un’estensione sui Colli
Orientali del Friuli.
Di lui sappiamo tutto, perché è tutto contenuto nelle
annotazioni biografiche pubblicate nel sito dell’Azienda
(http://www.liviofelluga.it/), inclusa una lunga, esclusiva,
intervista di Elena Commessatti al 92enne Livio, inserita nel
libro «50 anni di carta geografica. Storia di un viaggio
intorno» (2006, Gaspari Editore).
Noi, di Livio Felluga, ne abbiamo
celebrato il traguardo dei 100 anni e
abbiamo dato spazio anche alle
iniziative riguardo al ‘Vigne Museum’,
che concludevano i festeggiamenti
durati un anno.
Ci pare giusto oggi commemorare la sua scomparsa, che ci è
sembrata alquanto immeritatamente ignorata dai media
nazionali.
Maura Sacher
Singapore vince il Palermo
Street Food Fest
Premiati laksa pork belly di Madame Shen Tan, il pane con la
milza di Nino u’ ballerino e le tigelle e crescentine del
Chiosco ai Pini.
Conclusa la prima edizione del Palermo Street Food Fest si
tirano le somme sui cibi preferiti dal pubblico. I visitatori,
circa 350 mila, hanno degustato le migliori proposte del cibo
di strada da tutto il mondo durante i momenti di
intrattenimento e, dopo aver degustato diverse specialità
tradizionali e innovative, hanno votato il piatto preferito
nel concorso online “Vota & Vinci”.
Il cibo di strada più votato dai visitatori é un piatto
internazionale, direttamente dalla cucina di Singapore. A
incantare il pubblico il sapore speziato del Laksa roasted
pork belly di Madam Shen Tan, una specialità di Singapore che
ha letteralmente sbancato al Palermo Street Food Fest. Madame
Shen Tan è uno dei più noti Chef di Singapore che ha lasciato
il suo lavoro in azienda per inseguire la passione della
cucina. Pluripremiata per i suoi accostamenti culinari
originali, dal 2015 fa parte di DiscoveryTravel & Living
Channel con il programma “My Taste of Hong Kong”.
Non da meno uno dei must della tradizione palermitana: il pane
con la milza, secondo subito dopo Singapore. A prepararlo una
delle eccellenze della città Ninu u’ ballerinu, conosciuto non
solo a Palermo per il suo street food e per la sua specialità
di intrattenitore. Con Nino u ballerino, infatti, il pane con
la milza ha tutto un altro sapore, il segreto è la danza che
con passione Nino inscena durante la preparazione davanti al
pubblico: milza, polmone, formaggio, cotti e guarniti ballando
a ritmo di musica.
Al terzo posto un classico della cucina emiliana: tigelle e
crescentine proposte con salumi tipici da Daniele Musiani del
Chiosco ai Pini a Bologna. Daniele e Vincenza, proprietari del
Chiosco ai Pini, hanno sempre fatto una vita tra fabbriche e
magazzini di frutta e verdura, fino a quando 25 anni fa hanno
deciso di dare una svolta alla loro vita appassionandosi al
mondo della ristorazione e da un chioschetto hanno avviato un
ristorante a Borgo Panigale dove servono esclusivamente la
tigella, pane caratteristico dell’Appennino modenese e la
crescentina, prodotto tipico dell’Emilia, che si sposano
perfettamente con prosciutto crudo e squaquerone o altri
salumi.
L’evento è stato organizzato con il patrocinio dell’Università
degli studi di Palermo e il corso di Studi in Scienze e
Tecnologie
Agrarie,
Confindustria,
Confesercenti,
Federalberghi, Confartigianato, CNA, LegaCoop, Casa Artigiani,
Libera Terra, ITIMED Associazione Culturale Itinerari del
Mediterraneo, IDIMED Istituto per la Promozione e
Valorizzazione della Dieta Mediterranea.
A Venezia
LovEat
il
primo
Salone
LovEat 2016 è il primo Salone delle eccellenze agroalimentari
ed enogastronomiche italiane e internazionali e del turismo
esperienziale e si tiene a Venezia.
LovEat è in programma al Pala Expo di Venezia dal 2 al 4
dicembre 2016.
È un sogno di Cesare Busetto, ideatore e direttore di LovEat,
che si realizza. Busetto, veneziano, consulente aziendale e
amministratore in diverse società legate alla comunicazione,
al marketing e agli eventi fieristici, nonché il Coordinatore
dei Consorzi di produttori a qualità verificata e nuovo
presidente del Comitato di indirizzo e coordinamento delle
sedi territoriali di Assimpresa del Veneto.
Il senso di
LovEat è tutto racchiuso nelle sue parole “Era il mio sogno
portare per la prima volta nella mia città una fiera che
riunisse le eccellenze
venete,
italiane
e
internazionali, quelle di
nicchia, quelle che fanno
la differenza, e il
turismo
esperienziale,
che è a tutti gli effetti
una nuova e importante
opportunità di business soprattutto per i piccoli e medi
produttori legati al proprio territorio e agli agriturismi che
fanno dell’eccellenza il proprio fiore all’occhiello. Una
bella scommessa che ha coinvolto dei partner eccezionali anche
e soprattutto per l’originalità del progetto”.
Ed è proprio il connubio tra i prodotti realizzati o coltivati
a conduzione quasi familiare. con la possibilità di conoscere
cibo e tradizioni della nostra terra grazie al turismo
esperienziale, l’originalità che differenzia LovEat da tutte
le altre manifestazioni sul tema.
Il Salone delle eccellenze agroalimentari ed enogastronomiche,
legato principalmente a prodotti e produttori del Veneto e
italiani, è aperto a 360° al mondo. Realizzarlo a Venezia ha
il suo significato simbolico, un omaggio alla Venezia antica
città mercantile, fulcro di scambi commerciali tra l’Oriente e
l’Occidente, una fiera a cielo aperto. “Loveat a Venezia
chiude il cerchio tra storia, innovazione e cooperazione
internazionale: in un’ideale Via del Cibo che unisce tutte le
eccellenze italiane e internazionali”, fino alla Cina che sarà
presente, il Catai di Marco Polo.
LovEat 2016, con i suoi oltre 250 spazi espositivi, seminari
specializzati, workshop, show cooking, vuole esprimere alla
massima potenza la relazione tra le eccellenze del food &
beverage e il “turismo esperienziale”, perché «tutto comincia
da un assaggio, finendo per diventar cultura»”.
L’intenzione degli organizzatori è che LovEat sia un Salone
accessibile a tutti, pertanto i visitatori potranno accedervi
al prezzo di 8 euro a biglietto, ridotto a 3 euro fino a 15
anni, gratis per i bambini fino ai 10 anni.
Maura Sacher
L’Antica Pasticceria Corsino
presenta il nuovo catalogo
Da cinque generazioni rappresenta una vera istituzione
nell’arte dolciaria siciliana. Oggi nei propri prodotti
vengono esaltate le virtù nutraceutiche degli ingredienti che
li compongono.
L’Antica Pasticceria Corsino di Palazzolo Acreide (Sr) è una
blasonata realtà dolciaria siciliana che da cinque generazioni
sa ben coniugare tradizione e innovazione, storia e modernità,
come testimoniato dal nuovo catalogo web presentato in
anteprima alla stampa. Un catalogo con una veste grafica
elegante e accattivante in cui la storia di famiglia si
intreccia con la tradizione dolciaria siciliana ma anche con
aspetti di moderna nutrizione.
“Il nostro intento – spiega Carla Corsino, che nell’azienda di
famiglia cura la comunicazione – era quello di valorizzare la
nostra storia familiare che, dal punto di vista dolciario,
inizia con Suor Chiara, zia del nostro trisavolo Salvatore
Corsino. Tutti i produttori dicono di rifarsi alla tradizione,
noi non ne abbiamo bisogno perché noi siamo la tradizione”.
Infatti, la storia della famiglia Corsino inizia, alla fine
dell’Ottocento e continua attraverso le generazioni. Oggi
l’azienda ha il volto giovane e sorridente di Vincenzo Monaco,
diventato star televisiva grazie alla vittoria del talent di
RaiUno “Dolci dopo il Tiggì”. Nel catalogo vengono presentati
sia i dolci tradizionali, le paste di mandorla, i torroni, i
“facciuna”, la “pignoccata” e molti altri sia le nuove
creazioni come le spalmabili al pistacchio, alla mandorla,
prodotti che incontrano il gusto contemporaneo ma
rigorosamente tradizionali negli ingredienti usati che sono
quasi tutti a km zero e le preparazioni gluten-free.
Sempre più numerose sono le persone che soffrono di celiachia
o di intolleranza al glutine e quindi l’azienda si è
preoccupata ed occupata di offrire loro un po’ di dolcezza
all’insegna del “togliamo il glutine ma non togliamo il
gusto”. La vera novità è che di ciascun prodotto vengono
esaltate le virtù nutraceutiche degli ingredienti che lo
compongono.
“Abbiamo puntato sull’aspetto nutraceutico dei nostri dolci.
In un’epoca in cui il dolce viene spesso demonizzato –
prosegue Carla Corsino – in rapporto alla linea e alla salute
noi abbiamo voluto, al contrario, dimostrare come il dolce
costituisca un alimento che può entrare nella dieta quotidiana
purché non si esageri e si scelgano i dolci giusti. I nostri
dolci sono il buono che fa bene perché preparati con materie
prime di ottima qualità e ricchi di preziose sostanze dalle
riconosciute virtù”.
La redazione dei testi del catalogo è stata affidata a
un’esperta di storia della gastronomia perché le proprietà
terapeutiche degli ingredienti usati erano note e decantate
sin dalle epoche più antiche. Oggi la scienza conferma ciò che
tanti autori classici avevano già scritto: a titolo di
esempio, Plinio narra le virtù del miele degli Iblei,
Ildegarda di Bingen consigliava l’uso della mandorla, Avicenna
decantava i pistacchi e Galeno i pinoli.
La lettura dei testi del catalogo offre interessanti spunti di
conoscenza e approfondimento della storia del gusto ma anche
della storia della medicina e dimostra, ancora una volta ed
inequivocabilmente, che il cibo è cultura. La Pasticceria
Corsino propone così in un modo diverso e originale il proprio
brand.
“Corsino è un nome noto, non ci interessa – ha concluso Carla
Corsino – la pubblicità tradizionale. Il nostro scopo è un
altro: vogliamo narrare la storia familiare, vogliamo
raccontare il nostro territorio e, allo stesso tempo, l’arte
dolciaria acrense. Siamo convinti che oggi lo storytelling sia
molto più persuasivo di qualunque slogan cui il pubblico si è
ormai più che assuefatto. E crediamo che questo catalogo sia
capace di comunicare efficacemente chi siamo, cosa facciamo e
come lo facciamo”.
Le
stelle
della
Michelin 2017
Rossa
Presentata a Parma la nuova guida dei ristoranti d’Italia.
Sono
343
i
ristoranti
stellati
e
12
regioni
italiane
illuminate da un nuovo firmamento. Con 33 novità tra i
ristoranti di qualità, l’Italia si conferma la seconda
selezione più ricca al mondo.
Presentata a Parma la 62° edizione della Guida Rossa Michelin
Italia. Confermati gli otto ristoranti a 3 stelle, ristoranti
cui vale un viaggio: Piazza Duomo ad Alba; Da Vittorio a
Brusaporto; Dal Pescatore a Canneto Sull’Oglio; Reale a Castel
di Sangro; Enoteca Pinchiorri a Firenze; Osteria Francescana a
Modena; La Pergola a Roma e Le Calandre a Rubano.
Con 33 novità tra i ristoranti di qualità, l’Italia si
conferma la seconda selezione più ricca al mondo. Per
l’edizione 2017 sono cinque i nuovi ristoranti 2 stelle, 28 le
new entry 1 stella, 9 le stelle confermate con cambio chef e
260 i nuovi Bib Gourmand.
Sono 41 invece i ristoranti che meritano una deviazione, e
quindi le 2 stelle Michelin. Tra questi, 5 novità di cui una
conferma: Danì Maison, Terra, Locanda Margon, Seta, Enrico
Bartolini. Infine, 294 i ristoranti 1 stella, di cui 28
novità.
Il panorama stellato della Guida Michelin 2017 si configura
così: 294 ristoranti 1 stella Michelin; 41 ristoranti 2 stelle
Michelin e otto ristoranti 3 stelle Michelin, per un totale di
343 ristoranti stellati.
All’Emilia Romagna il primato, con 33 ristoranti “Bib
Gourmand”, segue a pari merito il Piemonte con 29
e la
Lombardia 29. Anche in questa edizione spiccano molti giovani
talenti, ai quali viene assegnata per la prima volta l’ambita
stella.
Tra le 33 novità, infatti, 10 chef hanno un’età inferiore ai
35 anni. Mentre tra i nove ristoranti che confermano la stella
con cambio chef cinque hanno meno di 30 anni.
(https://guida.michelin.it/magazine/la-selezione/guida-micheli
n-italia-le-nuove-1-e-2-stelle-michelin-2017)