itinerari mantegneschi (PDF file - 74 Kb)
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I percorsi – redatti a cura di Mirella Cisotto Nalon, Elisabetta Antoniazzi e Alessandra Zabbeo – toccano i luoghi deputati fin dal Medioevo alle funzioni pubbliche, i centri del commercio e del potere, consentendo di cogliere l’evoluzione dell’immagine della città nel momento di passaggio dal Tardogotico al Rinascimento e di ripercorre tutte le tappe del rinnovamento artistico, iniziato con l’arrivo a Padova di Donatello e di altri importanti artisti toscani. Si avrà così l’opportunità, non solo di ammirare le opere in mostra, ma anche di conoscere e approfondire i luoghi e i siti che lo stesso Mantegna ha visto e vissuto, poiché appare del tutto imprescindibile dalla produzione di un artista e dalla sua formazione, il contesto culturale e l’ambiente storico in cui egli operò. Giustizia e potere nella Padova di Mantegna - Palazzo della Ragione - Palazzo del Podestà - Loggia della Gran Guardia - Piazza dei Signori e Torre dell’Orologio I contratti sociali, le controversie, i rapporti commerciali hanno come sfondo, anche nel Quattrocento, i tribunali di Palazzo della Ragione, simbolo della struttura giuridico-sociale della città già dall’epoca comunale; qui il Mantegna registrò il contratto con Antonio Ovetari committente del ciclo di affreschi nell’omonima Cappella presso la chiesa agli Eremitani. L’itinerario inizia dal Palazzo del Podestà ricostruito dalle fondamenta nel XVI sec. e dal Salone, per proseguire nella Loggia della Gran Guardia, voluta dai veneziani come sede del Consiglio cittadino dopo l’incendio del 1420. Si conclude nell’antistante piazza dei Signori dove nel 1437 fu fatto collocare, sopra l’arco del Palazzo del Capitanio, l’orologio copia di quello inventato da Giovanni Dondi dell’Orologio per l’ingresso della Reggia Carrarese. Arti e mestieri tra Medioevo e Rinascimento - L’arte della Lana e piazzetta Garzeria - La corporazione dei fabbri: Scala dei Ferri, Chiesa S. Clemente, via dei Fabbri - I ceramisti in via Boccalerie - Le piazze: orafi, calzolai, fornai, bovari e mercanti Piazze, vie, vicoli, botteghe fanno da scenario alla vita quotidiana di Padova in cui Mantegna visse fino al 1460. Nel Rinascimento si fecero grandi concessioni alla moda e questo fatto incrementò notevolmente le attività artigianali, in particolare quelle relative all’abbigliamento e all’arredamento delle case. Il gusto del vivere portò allo sviluppo dell’attività orafa orientata alla produzione di argenteria da tavola, e della bronzistica, nata dalla lezione di Donatello. Grande incremento ebbe l’arte della ceramica rappresentata da un nucleo produttivo principale attivo nella contrada delle Boccalerie. L’itinerario è volto a far conoscere le corporazioni più attive nel Quattrocento mediante la visita ai luoghi in cui esse avevano la sede produttiva o l’attività commerciale. Si inizia perciò dalla piazzetta Garzeria, già sede dell’importante Università della Lana con le sue attività, il rettorato e le sale per le riunioni dei fratelli. Si prosegue nelle Piazze e nelle vie adiacenti, i cui toponimi fanno riferimento alle attività che vi si svolgevano e si termina nella chiesa di San Clemente con la visita agli altari di alcune corporazioni. La spiritualità rinnovata - Abbazia di S. Giustina*: il monachesimo riformato (affreschi di Giovanni Storlato - Storie di San Luca. Bernardo da Parenzo - Storie di San Benedetto) - Basilica di Sant’Antonio: l’altare di Donatello - Vescovado: architettura e decorazioni * solo su prenotazione e per gruppi con guida Padova negli anni del Mantegna conosce un rinnovamento culturale che vede i principali soggetti religiosi cittadini diventare importanti centri propulsori dai quali le varie forme artistiche traggono nuova linfa. Centri della spiritualità rinnovata in chiave umanistica sono il monastero benedettino di Santa Giustina, quello francescano di Sant’Antonio e il Vescovado. L’itinerario inizia con la visita a Santa Giustina e agli affreschi di Giovanni Storlato e Bernardo Parenzano. Per l’antica cappella di San Luca, Mantegna aveva dipinto il polittico oggi conservato nella Pinacoteca di Brera. Qui il visitatore potrà rivivere il clima di intenso rinnovamento spirituale e culturale promosso dall’abate Ludovico Barbo, sepolto nel coro vecchio della chiesa. La visita prosegue nella Basilica del Santo, dove l’arte di Donatello esprime, nelle forme rinnovate del Rinascimento toscano, la religiosità francescana e il culto di Sant’Antonio. Si conclude in Vescovado, centro di rinnovamento con i vescovi Pietro Donato, Fantino Dandolo, Jacopo Zeno e Pietro Barozzi. Alla ristrutturazione architettonica dell’edificio era seguita la costruzione della cappella privata del vescovo Barozzi ad opera di Lorenzo da Bologna con affreschi di Jacopo da Montagnana. L’assistenza ai poveri e agli ammalati - La chiesa e l’ospedale di S. Francesco Grande con la Scuola della Carità - L’altare di S. Bernardino da Siena nella Basilica di Sant’Antonio - Il Monte di Pietà: luogo di assistenza e beneficenza cittadina (solo esterno) Il Quattrocento è anche il secolo in cui, grazie alla spiritualità francescana, promossa in città anche dalla predicazione di San Bernardino da Siena, l’attenzione ai poveri e agli ammalati si concretizza in importanti iniziative di assistenza. L’itinerario inizia con la visita alla chiesa di San Francesco Grande, fatta erigere insieme all’Ospedale vecchio da Baldo de’ Bonafari e Sibilla de Cetto. Nel chiostro sono visibili tracce degli affreschi con episodi della vita di San Francesco realizzati da Francesco Squarcione in collaborazione con gli allievi. Nell’atrio della chiesa si troverebbe il sepolcro dell’artista. Il percorso prosegue alla Scuola della Carità, sede dell’omonima confraternita, impegnata ad amministrare i lasciti per l’assistenza agli infermi. Prosegue con la visita all’altare di San Bernardino da Siena al Santo, decorato dal Minello, e si conclude con la visita esterna al Monte di Pietà, la cui realizzazione, promossa dal beato Bernardino da Feltre, fu finalizzata alla difesa dei poveri contro l’usura. Il volto quattrocentesco della città* (* solo esterni) - Palazzo Angeli Bessarione (Prato della Valle, n. 1) - Palazzetto Palla Strozzi (Prato della Valle, nn. 21-22) - Palazzetto Olzignani (Pietro Lombardo – via Umberto I, n. 8) - Palazzo Da Zara (via Umberto I, n. 100) - Palazzo Scapin Belloni (via Rudena, n. 8) e edilizia minore - Palazzetto Valdezocco – Vasoin (via Altinate, n. 19) - Palazzetto Arslan (via Altinate, nn. 76-80) - Palazzetto già fondaco di Palla Strozzi (via San Martino e Solferino, n. 37) - Palazzetto Lugli (v. Tadi); vicino a Palazzo Lugli portale quattrocentesco - Casa Prosdocimi (via Belle Parti, n. 13) - Palazzetto Soprintendenza-Casa del figo (via Aquileia) - Cenni alla casa distrutta del Mantegna (quartiere Santa Lucia) L’itinerario permette di ricostruire la mappa del nuovo volto che, con misura e discrezione, la città viene assumendo nel corso del Quattrocento. In particolare nella seconda metà del secolo l’aspetto esterno degli edifici, sia per quanto riguarda la struttura architettonica che la decorazione lapidea, si trasforma, accogliendo il repertorio decorativo di gusto classicheggiante in parte derivato da influssi toscani e in parte legato ai modi di Pietro Lombardo e della sua bottega. Di tale rinnovamento se ne ha testimonianza anche nella rappresentazione delle architetture in cui Mantegna ambienta gli episodi della vita di San Cristoforo nella Cappella Ovetari. Il percorso, pertanto, offre la possibilità di richiamare alla vista strutture, motivi, decorazioni degli edifici dipinti dal maestro. Contemporanei e seguaci di Mantegna nei Musei Civici agli Eremitani – Museo d’Arte e nel Museo Diocesano - - - - - - - Jacopo Bellini (1400 – 1470 ca.) [nel percorso della mostra al Museo agli Eremitani] Jacopo da Montagnana (1440 – 1499) [Museo agli Eremitani, Museo Diocesano] Alvise Vivarini (1445 – 1505) [Museo agli Eremitani] Lazzaro Bastiani (1449 – 1512) [Museo agli Eremitani] Lorenzo Costa (1460 – 1535) [Museo agli Eremitani] Prospero da Piazzola (notizie dal 1472 al 1521) [Museo agli Eremitani] Giorgio Culinovic detto lo Schiavone (1436 c. – 1504) [nel percorso della mostra al Museo agli Eremitani] L’itinerario offre delle tracce per ricostruire aspetti della pittura veneta all’epoca di Mantegna. Al Museo d’Arte, accanto a opere già attribuite al Mantegna e successivamente restituite al loro autore, come nel caso delle tavolette di Jacopo Bellini, Lorenzo Costa e degli affreschi provenienti dalla distrutta Scuola dei Santi Marco e Sebastiano, si possono vedere interessanti prove di quegli artisti, come Jacopo da Montagnana, Alvise Vivarini, Prospero da Piazzola, Lazzaro Bastiani, sensibili sia all’influenza della pittura veneziana sia alla lezione di Mantegna. Il Museo offre l’opportunità di approfondire la conoscenza di Jacopo da Montagnana. La scultura nella Padova del Quattrocento (Musei Civici – Museo d’Arte, Chiesa degli Eremitani, Basilica di Sant’Antonio) - Pietro e Tullio Lombardo, il Dalmata, Guido Mazzoni, Minello [Museo agli Eremitani] - Baroncelli [Museo agli Eremitani e chiesa degli Eremitani] - Andrea da Firenze [Chiesa di San Pietro Apostolo] - Donatello, Bellano, Briosco, Pietro Lombardo, Pietro Lamberti, Nanni di Bartolo [Basilica di Sant’Antonio] L’itinerario è dedicato alla scultura nel momento in cui, verso la metà del Quattrocento, subisce una svolta fondamentale in chiave classicista grazie al soggiorno a Padova di importanti scultori toscani come Donatello, protagonista al Santo, e Nicolò Baroncelli. Accanto alle opere di gusto classicista della bottega veneziana dei Lombardo e dei loro seguaci, come i Minello e i De’ Fondulis, si potranno vedere interessanti esempi dell’arte di Mazzoni e Briosco, in cui il classicismo si intreccia con l’espressionismo. Per prenotazioni e informazioni sui servizi di guida turistica 049 8719255 e-mail: [email protected] Per informazioni turistiche 049 8767911 www.turismopadova.it