Vasi del gruppo (( Praxias - Biblioteca Consorziale di Viterbo
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Vasi del gruppo (( Praxias - Biblioteca Consorziale di Viterbo
TESORI DELb"CHEOU3GIA VZTERBESE Vasi del gruppo (( Praxias in una tomba di Vulci 11 29 aprile 193 1 fu rinvenuta a VuJci, nella necropoli del190steria,da Raniero M e n g d , una tomba a camera, di pianta quasi rettangolate con la parete di fondo ad andamento circolare. La tom'ba, la quarantacinquesim scavata da Mengarelli in quella necropoli, presentava all'interno degli oggetti del corredo per lo più mescolati a terriccio e rovinati er cause della caduta di gran parre deIh volta. t1 corredo era costituito da vasi attici a &re rosse (.una gluux ed uno rkypbas-glaux databili tra il1 460 ed 11 440 a. C,circa), da vasi etruschi FI figure rmse, di cui diremo in seguito, e da oggetti di bronzo: una oino. choe del tipo Schnabclkanne, databile agli inizi del V sec. a. C,, una statuina i n bronzo di Sileno danzante, databile allo stesso p e r i d o , e tre spccchi non decorati. Oggetto ddla nostra attenzione: sono i due vasi etruschi n figure rosse suddipinse: una anfora (in\. Il Beaziey attribuisce questi due vasi al ai gruppo Praxias e, gruppo da lui ddnito in maniera generica comc comprendcnre la maggior parte d 8 vasi sopradipinti del V secolo. In seguito agli studi successivi all'operra deI BeazIey, il gruppo s si è andato man mano circoscrivendo coprattritto per l'awimenco considerevole dei vasi in considerazione, che ha permesso Ia formulazione di gruppi e sottogruppi in base a precise caratteristiche tecniche e di stile. Specialmente gli studi della Laviosa ( 3 ) e quello dello Szilagyi ( 4 ) hanno 63546) ed una hydria-kalplx Iinv. 635373, entrambe in buono stato di conservazione. L'anfora, a collo continuo (alta cm. 33, di aqilla rosata), presenta su di una faccia una figura femminile - che in altezza si estende anche sulla spalla del vaso aiara, indossante un cbitone. Ha le braccia a l l q a t e C con le mani tiene i lembi di un manto che passa dietro i fianchi. E' in corsa verso destra, la testa rivoltata indietro. Hs le ali ai piedi. Questi poggiano su di una linea di base che gira tutta intorno al vaso. La f k r a . identificata come Nike ( 1 ), è sottdineata dal graffito. In B un efebo in groppa ad un cavallo dal'le zampe molto bnghe e sottili. I1 corpo d d cavaliere c la testa del cnvrillo sono ~afiguratisnEIa cpsUa del vaso. E1 cavallo porta una u phalera >z al colla ed è gradiente versa destrn. II cavaliere tiene il cavaIIn con Ta sinistra ed ha una IancEa nella destra. L'bydrtn-kulpts (alta cm. 29, di argilla rosata rappresenta una figura di efebo coperto in parte da un manto e volto a destra, con il braccia sinistra proteso, E' in atto di comunicare con un altra personaggio ama rnantato, col braccio destro proteso in svanti. Tra di loro 6 un a1,bberello stilizzato. Le figure sono rese in maniera trascurata e sano rozzamente sottolineate da1 grafhto. Tutto il wsto t diointo in nero. tranne l'or10 e il brda del ~ i d rie sparmiati. La parte superiore delle figure si estende sulla spalla (2). L I Necioppoli Ostwla: Idrla Museo dl Villa Giulia, inu, 63548 - Vuld, Tomba 45. 27 viduarne all'interno le varie mani e di operare vari collegamenti tra i diversi .perci. Le caratteristiche di questo gruppo, nel quale inseriamo i nostri vasi, sono Ie seguenti: I vasi hanno un fondo a vernice nera tendente al rosso brune, sulls quale sono dipinte le figvre in rosso. I contorni delle fipre non sono inusi, mentre Io sono i particolari interni. E' frequente l'uso della swradipintura per delimitare le capigliature e sottolineare i bordi dei parineggi, La decorazione accessoria è scusa. Per quanto riguarda lo stile, si nota che i capeIli terminano con trattini vesticali intorno al volto; questo malo di rendere le acconciame ci riporta aiio stile di Euphronios. I panneggi trattati a larghe pieghe ricordano quelli di Douris e di Kleophrades. Evidenti sono, cmmque, i richiami: alla precedente produzione c e r d c a etmrsca ed f prodotti greci di stile severo, nonché alla pittura parictale di fine V I - inizi V secolo, Bisogna inoltre aggiungere chc stilisticmente non fiembrano moho migliori dei vasi dei a Httore di Praxias i ~ 1, 8 cui attività non oltrepassa la metà del V secolo a. C. Perci6 potremmo collocare il gruppo Dmgendorfl tra il 470 ed jl 440 a. C. (1) j . D. BEAZLEY,Etr~scan Vase Painting, Qxford 1947 (cit. EVP), p. 196. n. 16. (LI IDEM, cit., p. 198, n. 49. ( 3 ) C. LAVIOSA, a Su alcuni vasi etruschi somadipinti h, BA, XLLII, 1958, pp. 293-308; Tnm, #Vasi etruschi m vrdipinti II B, BA, XLV, 1960, pp. 297-312. sottolinearo le significative di£freaizc di stile all'inteme del gruppo Praxias. Si può dunque affermare che nel a gruppo ip si possona distinguere varie mani di pittori, oltre che vari mdeiii nella ceramica attica, confermandosi &e la produzione ha avuto m a notevole durata e pzr 10 meno due - se non tre centri di fabbricazione localizzati a Vukci, Chiusi e forse anche ad Owieto. . - AIIO stato attuale ddle nostre conoscenze possiamo attribuire al gruppo Praxiar venti anfore a pr&o continuo ($}, venticinque +re a collo distinto (61, dieci stamnai (71, sei crateri a colonnctte (81, dieci hydriai (91, cinque oinochom ( l o ) , cinque kyafhoi ( I l ) , una pelikc (12) t vari frammenti (13), Tra questi vasi s m stati finora individuati tre gruppi: 1) G m p p del Pittore di Praxias (14): 2 ) Gnrppo D r a g e d o d 115); 33 Gruppo del Pittore di Jahn (16). Ddle caratteristiche presentate da ciascun gruppo possibile mllocare i nostri due vasi nerambito deI smndo, mmso insieme per la prima volta dal Dragendorfl (17) dal q a I e prende nome, E' stato in seguito preso in esame dalla SziIagyi (18), il quale, sottoIineando la non ornogeneith del gmppo, lo accetta SOIO come ipotesi di lavoro e, aggiungendo nuovi pezzi a quelli già analizzati dal Dragendorff, cerca di indici sembra 14) J. Gy. SZILAGYI, n Zur Pnaxias Gnppc p, Atcb. Pol., XIV, 1973, pp. 95-214. ( 5 ) delle quali sedici glB in EÈrP, pp. 195-196 e quatr r u aggiunre da Sdagyi a p. 98. ( h ) EVI', pp. 196.197; SSILAGYI, pp. 97-98. (7) EVP, p. 197; SZILAGYI,p. 99. ( 8 ) EVP, pp. 197.198; SZILAGYI, p. 99; inoltre un cratere nel Musm di Tarquinia, inv. n, R.C. 6877. (9) EVP, pp. 197.198; Szr~acur,p. 99 e I'hydria al Museo di Firenze, inv. n. 91612. 110) EVP, p. 198. { ll) W P , p. 198; S Z I L A ~p. I , 100 e 103. (12) EVP, p. 196. ( 1 3 ) EVP, p. 198; S ~ L A G Y p. J , 103. (14) kVP, pp. 193-196, nn. 12, 13, 14, 15, ( 1 5 ) EVP, pp. 193.198, nn. 47, 27, 28, 52, 51, 57, 32, 49, 30, 33, 43, 11, 98, 35, 10, 6 , 36, 37, 55, 7, 20, 41, 56, 8,28. Inoltre: SZILAGYI, p. 100 a, b; p. 99 srarnnos a; p. 98 anfore a coilo a, r, d; p, 103 fr. a; p. 103 kyathos C. Museo arch. di Firenze, inv. 91612; Museo di Villa Giulia, inv. 63546. Coliezione V. Massimo: hydria (M.T. A M ~ RELLI, in AC, V, 1953. pp. 252-53 e Mostra dell'Attt c della Civilth Etrusca, Milano, 1955, p. 134, n. 4761 ColIczione V. Massimo; kynthos (M. T. AMORELLI, In AC, V. 1953, pp. 233-2541. (16) EVP, ifn. 2, 1 , 4, 3, 5 , 58; SZILAGYI, P. 98, Pnfora b; p. 100,kvathos b; p. 98, anfore C, d; p. 103, frammento ~b. ( 17) II. DRAGEN~ORFF, a Amphra s m g n Sals in Fscibug im Breisgaii P, Jdl, 1943, pp. 331-359 [in particolare pp. 347-349 3. (18) I . Gy. S ~ L A ~cit., I , pp. 105-111.