ABUSIVISMO PUGLIA CENTOMILA CASE FANTASMA

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ABUSIVISMO PUGLIA CENTOMILA CASE FANTASMA
ABUSIVISMO PUGLIA
7 giugno
CENTOMILA CASE FANTASMA SEGNALATE
Sono tanti, illeciti e ricercati: sono gli immobili cosiddetti fantasma. Da Foggia a Taranto, da Bari a
Lecce, passando per Brindisi, sono poco meno di centomila (per l'esattezza 92.586) i fabbricati non
dichiarati al catasto. Proprietà di quanti non si sono messi in regola per evadere le tasse, e non
pagare eventuali modifiche. A rivelare il boom di case invisibili è l'Agenzia delle Entrate. Nei dati
pubblicati dagli 007 del Fisco balza agli occhi la situazione della provincia di Taranto, in particolare
i 4.726 immobili di Martina Franca che non sono stati mai registrati. Grazie alle foto aeree i
funzionari dell'Agenzia delle Entrate hanno scovato migliaia di "furbetti", scoprendo abusi e
irregolarità. Le immagini sono state poi supportate da controlli sul campo e verifiche incrociate. È il
caso, ad esempio, di Andria, che conquista la maglia nera nelle province della Puglia settentrionale.
Qui nella città più popolosa della Bat, sono 2.238 i fabbricati sconosciuti al Fisco. Di poco inferiore
al dato andriese, quello riscontrato a Monopoli, nel sud est barese, dove ci sono 2.161 case
irregolari. Molte di queste si trovano sulla costa e non è escluso che si tratti di alloggi per vacanza e
abitazioni che vengono affittate d'estate ai turisti. Va meglio invece a Bari dove i proprietari di case
sono stati più diligenti rispetto allo scorso anno. Da 1.100 sono infatti passati a 962, gli immobili
abusivi. Sta dunque funzionando il protocollo anti evasione firmato nel 2011 a Palazzo di città,
finalizzato soprattutto all'individuazione dei fabbricati invisibili. L'accordo prevede l'allineamento
dei dati catastali presenti nelle banche dati di Comune e Agenzia del territorio che consente,
attraverso un continuo confronto delle informazioni, di individuare e chiedere la regolarizzazione
dei fabbricati non dichiarati. Sorprendono invece i numeri di un comune di media grandezza come
Conversano con 1530 complessi edilizi non in regola. Passando alla provincia di Brindisi, il primato
degli illeciti spetta ad Ostuni con 1871 fabbricati abusivi. Nella città bianca, meta gettonata dal
turismo internazionale, l'agenzia delle Entrate ha scovato quasi duemila cittadini fuorilegge, che
non avrebbero mai adempiuto ad alcun onere fiscale. Stessa situazione a Brindisi con 1865
complessi edilizi "in nero". Nel Foggiano è Cerignola in testa alla classifica con più case fantasma,
2.184, seguita da Foggia con altre 1604. Nella mappatura della Puglia fornita dai funzionari statali
la provincia di Lecce (dove il dato più alto è quello del capoluogo con 1.604 case fantasma) spicca
il dato di Porto Cesareo, dove sono solo due le case ignote al Fisco: nella capitale dell'abusivismo
sembrerebbe un paradosso. Chi non si mette in regola rischia di essere sanzionato pesantemente. Le
multe possono arrivare a centinaia di migliaia di euro a seconda dell'entità dell'abuso.
12 ottobre
CASE FANTASMA
Case fantasma che assumono un’identità e una rendita, scovate dalle fotografie aeree incrociate con
le mappe catastali, inchiodate infine con i sopralluoghi. Sono, piuttosto erano, 101.373 e per molto
tempo hanno sottratto alle casse dei Comuni circa 61 milioni di euro (per la precisione 60 milioni
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961 mila). Disseminate in tutta la Puglia, ma in particolare nella provincia di Bari, in misura minore
in quella tarantina e brindisina. Le ha finalmente censite l’Agenzia delle entrate, al termine di
un’intensa fase di controllo, studio e attività amministrativa, che non ha risparmiato mezzi e
approfondimenti. Con una chance in più, l’ultima per i recalcitranti proprietari: quella cioè di
accatastare volontariamente i fabbricati non censiti (ma scoperti con l’operazione “case fantasma”,
presentando gli atti di aggiornamento del Catasto e, ovviamente, associando a ciascuno la relativa
rendita definitiva). E i numeri hanno dato ragione all’Agenzia: due su tre sono stati dichiarati entro
la data di chiusura dell’attività di accertamento, portando alla luce una rendita di 40 milioni di euro.
Quanto, invece, a quelli i cui proprietari risultano ancora anonimi, gli uffici hanno attribuito una
rendita presunta, calcolata sulla base di parametri precisi. Tirando le somme, la distribuzione delle
case sconosciute al Fisco vede al primo posto la provincia di Bari, con 27.942 unità immobiliari alle
quali è stata attribuita una rendita di quasi 23 milioni di euro (22 milioni 896 mila). Segue quella di
Foggia, dove sono stati scoperti 27.114 immobili, con un valore di rendita catastale di 16 milioni di
euro. A ruota Lecce, dove le 23.611 unità valgono 9 milioni 794 mila euro, Brindisi con 11.973
immobili per 7 milioni di euro e Taranto, con 10.733 “case fantasma”, la cui rendita è stimata sui 5
milioni 300 mila euro. «Un’operazione molto importante - l’ha definita l’assessore regionale
all’assetto del territorio, che finalmente fa luce in questa zona oscura, opaca del patrimonio
immobiliare». E che, a suo parere, evidenzia anche un altro aspetto: «È probabile che quelli non
venuti alla luce siano casi di abusivismo edilizio Sia sotto il profilo fiscale che quello
dell’abusivismo, è ora di fare finalmente chiarezza. Un Paese iniquo è un Paese che allontana i
cittadini dalle istituzioni». Del resto, secondo l’assessore, le istituzioni sono ormai servite da
strumenti adeguati: «Con le tecnologie informatiche e telematiche si possono fare incroci molto
efficaci, come Regione Puglia abbiamo già l’incrocio delle banche dati catastali con la nostra
cartografia aerofotogrammetica. Un elemento molto importante, ritengo, per tutti quelli che si
vogliono nascondere ». Quel che serve, dunque, è «l’impegno di tutti - dice - Se ciascuno facesse il
proprio dovere in questo Paese staremmo molto meglio, a cominciare dal privato cittadino e
ovviamente, a maggior ragione, chi ha la responsabilità di Governo ». Più prudente il presidente
dell’Anci Puglia, il senatore Luigi Perrone: «Devono darci un elenco, e da quello vedremo quali
sono i Comuni interessati per poi procedere. Dobbiamo verificare i dati dell’Agenzia delle entrate.
Sicuramente ci attiveremo, lo faremo con una riunione, non prima però di aver analizzato il dato
scorporato per ciascun Comune. Di certo, quei milioni di euro non dichiarati sono un grosso
danno».