CEE nuovo porto sicuro dell`autunno 2015

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CEE nuovo porto sicuro dell`autunno 2015
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COMUNICATO STAMPA
CEE nuovo porto sicuro dell'autunno 2015
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Economie della sottoregione CEE-UE1 sostenute dalla decisa ripresa nell'area
euro (AE), con i mercati finanziari protetti da bilance commerciali solide e
politiche prudenti
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Le variazioni marginali delle valute e dei prezzi in CEE-UE, rispetto ad altri
Mercati Emergenti (ME), durante la recente turbolenza, hanno trasformato la
regione in un "porto sicuro" per chi investe in questi mercati.

La perdurante volatilità comporta rischi che variano molto da paese a paese,
ma l'outlook macroeconomico globale rimane favorevole per la CEE e la
regione, nonostante l‘eterogeneità, pare meglio posizionata della maggior parte
degli altri ME per affrontare potenziali periodi di difficoltà.
Il rapporto trimestrale "CEE Quarterly" pubblicato da UniCredit per il quarto trimestre 2015
rileva un'impennata della volatilità nel terzo trimestre innescata dal clima di incertezza
riguardo il previsto rialzo dei tassi da parte della Fed esasperato dalle crescenti
preoccupazioni di un "hard landing" in Cina. In questo contesto, gli asset dei ME hanno
sofferto a causa del deprezzamento delle valute, dell'aumento vertiginoso dei prezzi di bond
e azioni e dell'indebolimento delle prospettive di crescita. Nella CEE, il difficile contesto
esterno ha amplificato la crescente divergenza all'interno della regione. Le due più grandi
economie regionali, la Russia e la Turchia, hanno registrato performance negative, mentre le
altre hanno gestito l'ultimo scossone del mercato uscendone perlopiù incolumi.
La solidità della CEE-UE
La crescita nella CEE-UE è proseguita a passo svelto nel secondo trimestre e gli indicatori di
breve termine lasciano pensare che la tendenza proseguirà anche nel terzo trimestre. Ci
aspettiamo che il PIL reale cresca del 2-3,5% per tutto quest'anno, leggermente al di sopra
del potenziale. Se la crescita è stata inizialmente trainata dalle esportazioni grazie alla
ripresa nell'UE, adesso è la domanda interna a svolgere un ruolo fondamentale. Il calo della
disoccupazione, la crescita salariale più solida e l'inflazione ai minimi storici hanno favorito i
consumi, mentre l'aumento dell’utilizzo dei fondi UE ha favorito gli investimenti. Nel
frattempo, la bilancia commerciale dei paesi è forte: la crescita dell'export resta solida,
sebbene al di sotto dell'impressionante passo tenuto nel 1Q15, e le partite correnti in surplus
o quasi in pareggio. Numerosi i finanziamenti esterni che sostengono le valute e la
percezione della solidità creditizia.
“Trovandosi in una condizione di ridotta esposizione diretta nei confronti della Cina e in
vantaggio sul versante del prezzo delle commodity - ha spiegato Lubomir Mitov, Chief CEE
Economist di Unicredit -, la CEE-UE viene vista sempre di più come un porto sicuro fra i ME”.
Per quanto riguarda gli altri paesi della regione, la Turchia non è riuscita a trarre
adeguatamente vantaggio dagli sviluppi positivi nell'UE, dal calo del prezzo del petrolio o
dell'eccesso di liquidità globale.
La Russia è quella che ha risentito maggiormente dell'inversione del ciclo delle materie
prime. Poiché petrolio e gas naturale rappresentato il 75% delle esportazioni e assicurano
quasi la metà delle entrate statali, la nuova flessione dei prezzi del petrolio iniziata a luglio ha
impattato in modo significativo l’economia, già indebolita dalle sanzioni. Nel secondo
trimestre 2015 l'Ucraina, interessata da una crisi finanziaria e geopolitica senza precedenti,
sembra essersi avviata, almeno dal punto di vista economico, verso la ripresa. Il PIL reale, la
produzione industriale e le vendite al dettaglio si sono stabilizzate durante l'estate o hanno
mostrato i primi segnali di crescita, sia pure partendo da un livello molto basso.
La Croazia e la Serbia sono uscite dalla recessione grazie alla ripresa dell'Area Euro, anche
se la crescita di entrambe sarà quest'anno inferiore all'1% a causa della ridotta quota di
esportazione verso l’area Diversamente dalla CEE-UE, la domanda interna è ancora lontana
dal recupero, ostacolata da squilibri macroeconomici che hanno influenzato la fiducia e
condizionato le scelte politiche.
Outlook: sempre più divergente
Le previsioni di crescita sono viste sempre più divergente per le sottoregioni CEE. Le nostre
proiezioni nel breve periodo sono basate sulle ipotesi di un'altra lieve accelerazione nella
crescita di EA e USA, una stabilizzazione dei prezzi delle commodity nel 2016 con una
potenziale crescita moderata, un "soft landing" in Cina e un percorso graduale di rialzi dei
tassi della Fed. La BCE continuerà probabilmente il programma di QE come inizialmente
pianificato.
“Sulla base di queste ipotesi - spiega Lubomir Mitov - il contesto globale per la CEE
dovrebbe risultare positivo. Tuttavia, l'outlook è ampiamente diverso nelle differenti
sottoregioni e rispecchia la diversità in termini di fragilità macroeconomica, integrazione con
l'UE, politiche e stato delle riforme. A partire da questi criteri, la CEE-UE è nella posizione
migliore per beneficiare del contesto globale favorevole.
Il prossimo anno la crescita della CEE-UE dovrebbe restare solida, ancora al di sopra del
potenziale. Un lieve rallentamento può essere previsto nei paesi che hanno fatto maggiore
affidamento sui fondi UE per gli investimenti, con un prevedibile calo di utilizzo durante la
transizione fra i due bilanci UE dappertutto, salvo che in Polonia. Tuttavia, il rallentamento
negli investimenti finanziati dall'UE dovrebbe essere compensato, per la maggior parte, dal
rafforzamento dei consumi, dalla
difficoltà di reperire nuova forza lavoro che dovrebbe
portare a una crescita salariale più ampia. Con una crescita ben equilibrata, le bilance
commerciali
dovrebbero rimanere stabili. Data la preponderanza dei flussi relativi agli
investimenti diretti esteri e la solidità dei fondamentali, i rischi per i finanziamenti esterni sono
veramente minimi se non nulli.
In buona sostanza, la regione CEE, malgrado la sua eterogeneità, sembra posizionata
meglio della maggior parte degli altri grandi ME per affrontare potenziali momenti di difficoltà.
1
CEE-UE sono i nuovi membri dell'UE nell'Europa Centrale, compresi alcuni dei paesi che sono entrati nell'UE
nel 2004 e nel 2007, cioè Bulgaria, Repubblica Ceca, Ungheria, Polonia, Romania e Slovacchia. La Croazia viene
considerata a parte.
Milano, 25 settembre 2015
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UniCredit
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distribuito in 50 Paesi, 17 dei quali con una banca commerciale radicata sul territorio. Il Gruppo opera
attraverso circa 8.200 sportelli e oltre 146.000 dipendenti, servendo oltre 32 milioni di clienti, con attivi
per 875 miliardi di Euro; è una delle banche più solide d’Europa, con un CETier1 di 10,84% pro-forma
(Fully loaded secondo Basilea 3, incluso il deal Pioneer).
Nell’Europa Centro Orientale, UniCredit è l’indiscusso leader di mercato, con oltre 3.400 filiali e attivi
pari a 209 miliardi di Euro.
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Repubblica Ceca, Germania, Italia, Polonia, Romania, Russia, Serbia, Slovacchia, Slovenia, Turchia,
Ucraina e Ungheria.
Per maggiori informazioni www.unicreditgroup.eu/it - 30 giugno 2015