classe Laser Standard - Federazione Italiana Vela
Transcript
classe Laser Standard - Federazione Italiana Vela
I t a l i a n L A S E R S a i l i n g T e a m S T A N D A R D I t a l i a n S a i l i n g T e a m LASER STANDARD • IL PUNTO CON IL TECNICO ALP ALPAGUT Progettato nel 1971 dall’americano Bruce Kirby, il Laser è la deriva più diffusa e famosa al mondo, anche al di fuori dell’ambito strettamente velico. Lungo poco più di 4 metri, per circa 60 chili di peso, è un monotipo essenziale nell’attrezzatura e dotato unicamente di randa, per una sola persona d’equipaggio. Diventato, nella sua versione Standard, classe olimpica per uomini a partire dall’edizione 1996 dei Giochi, quella disputata ad Atlanta (le regate a Savannah), nel 2008, ai Giochi di Pechino, ha fatto la sua prima apparizione olimpica anche nella versione Radial (che rispetto allo Standard ha una vela più piccola di circa il 15 per cento con un taglio radiale e la parte inferiore dell’albero più corta), in sostituzione dell’Europa come singolo olimpico femminile. In entrambe le versioni, è una barca strettamente one design (peso, dimensioni, vele e attrezzatura identiche per tutti), perfetta per far emergere le qualità sia fisiche che tattiche del timoniere, nonché la sua capacità di messa a punto del mezzo a seconda delle condizioni. Una buona carriera da atleta nella classe Laser Standard, culminata nella partecipazione alle Olimpiadi di Atlanta 1996 in rappresentanza della sua nazione, la Turchia, Alp Alpagut, nato a Istambul l’8 gennaio 1974, è il Tecnico della classe da un anno. E non nasconde la sua soddisfazione nel ripercorrere il lavoro portato avanti finora, uno stato d’animo che trova una sponda concreta e oggettiva nei risultati ottenuti quest’anno dai ragazzi della squadra, un gruppo tra l’altro dall’età media molto bassa. “Quest’anno abbiamo lavorato bene, sono contento di come sono andati gli allenamenti tra Cagliari, Miami e Palma. Il primo obiettivo era creare un gruppo, in cui ognuno potesse spingere l’altro verso l’alto, e adesso abbiamo cinque ragazzi forti, simili come livello ma dalle caratteristiche diverse. E’ un bel gruppo, solido, giovane, e tutti hanno capito che in questa fase della campagna olimpica bisogna fare un lavoro di squadra. I risultati sono la diretta conseguenza di questa crescita collettiva”. Risultati che hanno riguardato tutti gli azzurri, con picchi raggiunti agli Europei di Spalato, conclusi da Francesco Marrai al quarto posto e da Giovanni Coccoluto al sesto, e al Test event di Rio de Janeiro, che lo stesso Marrai ha terminato sesto, dopo aver vinto la Medal. Magari è stato utile anche godere della presenza del fuoriclasse brasiliano Robert Scheidt durante gli allenamenti sul Garda. “Robert è sempre un ospite benvenuto”, sorride Alp, “è contento lui e siamo contenti noi che abbiamo il privilegio di allenarci con lui. Questo inverno sono venuti anche la squadra inglese e il portoghese Lima, con gli atleti bravi intorno si cresce. E poi anche noi siamo diventati interessanti per gli altri, perché ci sono nazioni che hanno uno, massimo due ragazzi bravi e poi dietro il vuoto, mentre noi abbiamo un gruppo buono come velocità in tutti i suoi elementi. Possiamo e dobbiamo migliorare ancora molto, ma stiamo andando verso la direzione giusta”. In una classe, oltretutto, molto difficile e dal livello medio alto, dove nelle regate che con- tano - Europei, Mondiali e World Cup - i papabili per il podio sono almeno una dozzina. “Il Laser è senza dubbio una classe difficile, tutte le regate, anche quelle apparentemente più facili, alla fine non lo sono mai. Questo deve essere una spinta a lavorare di più e meglio, e i ragazzi l’hanno capito. Durante l’inverno abbiamo portato avanti un lavoro importante, da tutti i punti di vista. Quello che mi preme sottolineare però è l’aspetto mentale su cui abbiamo lavorato: intervenire sulla testa dei ragazzi è una delle cose più importanti e il risultato è che adesso sono tutti più costanti, regolari e convinti. Bisogna capire che ci sono momenti in cui non serve prendere dei rischi, ad esempio se sei veloce con vento leggero. Bisogna pensare, ragionare: a volte è più giusto essere conservativi, a volte no, devo essere in grado di prendere le decisioni giuste al momento giusto”. Aspetto mentale a parte e fermo restando che ognuno, tra i cinque ragazzi che scenderanno in acqua a Santander - i tre convocati Marrai, Coccoluto e Alessio Spadoni, più Enrico Strazzera e Marco Gallo, che hanno partecipato all’ultimo raduno a Campione del Garda - ha le sue peculiarità, c’è qualcosa che li unisce e in cui devono tutti migliorare? “Le condizioni di vento forte e soprattutto di mare grosso. Sono quelle a cui siamo meno abituati e per l’anno prossimo dovremo pensare a un posto che abbia queste caratteristiche per organizzare una sessione di allenamento. Da questo punto di vista, andare a Santander prima dei Mondiali è stato molto utile, anche perché lì troveremo 8 campi di regata, anche abbastanza diversi tra loro, e in tutti la corrente e le onde sono da studiare con molta attenzione, cosa che abbiamo fatto con analisi e misurazioni quotidiane”. Santander, Mondiali: difficile parlare di favoriti in un classe come il Laser Standard. “Scheidt, Burton, Stipanovic, Thompson, Maloney, Bernaz, Van Schaardenburg... i più forti li conosciamo, ma nel Laser ci sono 20 timonieri che possono vincere, compresi i nostri. Il livello medio è davvero molto, ma molto alto. Il nostro obiettivo è qualificare la nazione, anche perché sarà una battaglia durissima, ma abbiamo le carte in regola per fare bene. Il Mondiale dell’anno scorso lo abbiamo chiuso con tre italiani nei primi 22. Speriamo di ripeterci”. I t a l i a n S a i l i n g T e a m LASER STANDARD • GLI AZZURRI DELLA SQUADRA NAZIONALE Francesco Marrai • 205243 Nato a Pisa il 4 gennaio 1993, iscritto alla Facoltà di Ingegneria Nautica, tesserato per le Fiamme Gialle. Risultati 2013: Campione Italiano assoluto e Under 21, terzo al Mondiale Under 21, secondo all’Europeo Under 21, 21mo al Mondiale. Risultati 2014: 15mo all’ISAF World Cup di Miami, 16mo all’ISAF World Cup di Palma, quarto all’Europeo, settimo all’EUROSAF di Kiel, sesto all’Aquece Rio Test Event. Luogo preferito per allenarsi? Livorno, casa mia, e Cagliari, dove mi sono trovato molto bene sia come logistica che come condizioni meteo. Campo di regata preferito? Palma di Maiorca. Ultimamente ho scoperto Rio de Janeiro, mi è piaciuto molto. Il ricordo più bello legato alla vela? La trasferta a Buzios, in Brasile, per il Mondiale ISAF Youth, nel 2009: è stata la prima come nazionale, fuori dall’Italia, organizzata benissimo e in un bel posto. Il ricordo peggiore legato alla vela? Non ne ho di particolarmente negativi. Forse il CICO di Scarlino, tre anni fa. Un po’ la sfortuna, un po’ che non ero molto preparato e un po’ che nella nostra batteria capitava sempre Robert Scheidt e quindi si partiva dal secondo posto, alla fine sono finito fuori dal podio. Altri sport praticati? Da ragazzino giocavo a basket e quando ho tempo, con gli amici, gioco ancora. Recentemente mi sono appassionato di bicicletta e di tennis. Passioni extra sportive? Viaggiare. Sono nato nomade, ho iniziato fin da piccolo, quando mi mettevano su un aereo per andare ad Auckland dove il mio babbo lavorava nel team Luna Rossa. Musica preferita? Ascolto un po’ tutto, ma sono nato con la musica degli Anni ’80. Ed è quella che preferisco. Libri? Open, la biografia di André Agassi. Film? Ultimamente Una Notte da leoni e Lo Hobbit. “Una volta Gianni Galli, il mio storico allenatore, mi ha detto che sono un vero testardo, perché voglio fare sempre come mi pare. Credo che abbia proprio ragione. A parte questo, mi ritengo una persona seria, se devo fare una cosa la faccio bene, e penso di avere la testa sulle spalle. Cerco di seguire gli insegnamenti della mia famiglia, che sono educazione e rispetto per gli altri. Le mie condizioni meteo ideali sono 14 nodi di maestrale e onda morbida, la classica termica della costa toscana. Al contrario di quello che possa sembrare, cerco sempre di trovare il modo per fare le cose nel modo meno faticoso, quindi la poppa è l’andatura che mi viene meglio e che preferisco. Si fatica di meno rispetto alla bolina e poi richiede molta abilità nella conduzione. Il mio obiettivo principale? La corsa è lunga, guardare troppo in là rischia di toglierti la concentrazione e non voglio distrarmi dal cammino che mi aspetta. Quello che voglio è riuscire ad arrivare nei primi dieci nelle regate importanti, che non vuol dire vincere sempre, o arrivare sul podio, ma restare lì, tra i migliori. A quel livello, poi, una volta si vince, un’altra arrivi ottavo, dipende dai momenti e dalle situazioni. Questa continuità mi permetterebbe di qualificarmi per le Olimpiadi e andare lì a giocarmela. I Giochi sono un sogno, la regata più importate a cui si possa aspirare: partecipare sarebbe una grande emozione, ma nel mio caso andrei per tentare di portare a casa una medaglia”. Giovanni Coccoluto • 188953 Nato a Trieste il 5 agosto 1993, diploma di Scuola superiore, tesserato per le Fiamme Gialle. Risultati 2013: ottavo ai Giochi del Mediterraneo, terzo al Campionato Italiano, primo nel circuito Europa Cup. Risultati 2014: sesto all’ISAF World Cup di Miami, 23mo all’ISAF World Cup di Palma, sesto all’Europeo. Luogo preferito per allenarsi? Mi alleno bene a casa, a Trieste. Ma anche Santander è il top. Campo di regata preferito? Sono indeciso tra Miami e La Rochelle. Quindi entrambi. Il ricordo più bello legato alla vela? Aver vinto il secondo Mondiale Laser Radial a La Rochelle, all’ultimo giorno: un’emozione grande. Il ricordo peggiore legato alla vela? Ne ho due. Il primo è quando ho perso il Mondiale ISAF, sempre in Radial, nel 2011, in Croazia: un ricordo brutto, che però mi ha fatto crescere molto. E poi quando quest’anno sono arrivato al Mondiale Laser non al massimo della forma e non sono riuscito ad entrare in Gold. Ero molto arrabbiato. Altri sport praticati? Ciclismo da strada, una grande passione. E poi mi piace molto sciare. Passioni extra sportive? Mi manca il tempo, già trovare spazi per la bici e lo sci è difficile. Musica preferita? Gli U2 su tutti. Libri? Non sono un gran lettore. Quando ero più piccolo mi piacevano molto i libri di Harry Potter. Film? Il Gladiatore, non mi stanco mai di vederlo. “Sono riservato e discreto, inizialmente resto sempre un po’ sulle mie, poi però mi apro. Sono un tipo tranquillo, o meglio, quando c’è da arrabbiarmi mi arrabbio, ma non sono un agitato. Mi piace la compagnia, nella squadra olimpica siamo un bel gruppo, sto bene con loro. Le condizioni che mi divertono di più sono con onda formata e vento forte, ma quelle in cui vado meglio e che alla fine preferisco sono vento leggero e molto oscillante, magari proveniente da terra. Sto lavorando per migliorare con più vento, perché nel nostro sport bisogna essere allround, andare bene in tutte le condizioni, mantenendo ovviamente intatte le proprie caratteristiche. Le regate durano una settimana, si possono incontrare condizioni molto diverse e bisogna saperle sfruttare al meglio. Bolina o poppa? Nelle mie condizioni vado molto bene di bolina, proprio a livello di tattica, e comunque mi sono sempre definito più da bolina che da poppa. Quest’anno avevo due obiettivi: il primo era l’Europeo, il secondo il Mondiale, per qualificare la nazione. Adesso non penso ad altro. L’Olimpiade? Ho sempre guardato ad obiettivi vicini, fin da quando andavo in Optimist. Una volta passato al Laser Standard, ho iniziato a pensarci. E ho preso piena coscienza della loro importanza, che è pazzesca. Guardare i Giochi in tv è un’emozione enorme, partecipare credo sia qualcosa di molto speciale”. I t a l i a n LASER STANDARD • GLI AZZURRI DELLA SQUADRA NAZIONALE Alessio Spadoni • 199697 Nato a Trieste il 14 gennaio 1988, diploma di Scuola superiore, tesserato per il Circolo Canottieri Aniene. Risultati 2013: quarto ai Giochi del Mediterraneo, secondo al Campionato Italiano. Risultati 2014: 18mo all’ISAF World Cup di Hyeres, quarto alla Garda Trentino Olympic Week, ottavo all’EUROSAF di Kiel, 16mo all’Europeo, terzo alla Split Olympic Week. Luogo preferito per allenarsi? Trieste e Torbole, sul Garda. Campo di regata preferito? Sempre Torbole. E poi Loano e Scarlino. Il ricordo più bello legato alla vela? Il titolo Italiano conquistato nel 2012, a Follonica: non mi aspettavo di vincere, è stata una sorpresa. Il ricordo peggiore legato alla vela? I giochi del Mediterraneo dell’anno scorso: potevo conquistare una medaglia, ho finito quarto. Ed è un risultato che mi ha fatto star male per parecchio. Altri sport praticati? Ne ho praticati tanti, dalla kick boxing al calcio. Ultimamente vado pazzo per la mountain bike. Passioni extra sportive? Tutte le mie passioni sono legate allo sport, dalle gite in bici alle uscite in barca. Musica preferita? Le hit del momento. Libri? Leggo molte biografie sportive, recentemente quelle di Lance Armstrong e Rafa Nadal. Film? Mi piace molto Quentin Tarantino come regista. “Dopo parecchi anni ho capito chi sono: una persona molto istintiva e altrettanto determinata. Cerco e voglio sempre raggiungere i traguardi che mi pongo, costi quel che costi. E questo riguarda tutta la mia vita, non solo lo sport. Non mi piace perdere tempo e sono competitivo, fin troppo: anche in allenamento sono aggressivo e a volte può diventare un problema. Vado sempre al massimo, insomma, sono dinamico e pur cercando di scaricarmi con lo sport, non sempre funziona. Le condizioni ideali? 25 nodi di vento, molto oscillante e rafficato. Mi piace andare forte, e sono le condizioni in cui vado meglio. In allenamento sono veloce in tutte le andature, mentre in regata, con meno vento, perdo sicurezza, non riesco a esprimermi come potrei. Ci vuole più pazienza e io non ne ho molta. L’obiettivo è andare ai Giochi ed entrare nella Medal. Non mi interessa partecipare, non mi basta. Meglio vada qualcun altro e torni con una medaglia, piuttosto che vada io e faccia ventesimo. Sono 15mo nel Ranking, mi manca poco per essere con i migliori e per il prossimo anno spero di essere meno incostante come prestazioni. In classe come Laser è difficile, ma è il mio obiettivo. Ai Giochi penso da poco: mi sono sempre concentrato solo sull’andare in barca, poi recentemente ho capito cosa volevo fare, ed è vincere una medaglia olimpica”. LASER STANDARD • GLI ALTRI ITALIANI IN REGATA Enrico Strazzera • 206675 Marco Gallo • 196685 Nato a Cagliari il 17 ottobre 1988, diploma di Scuola superiore, iscritto all’Università alla Facoltà di Farmacia, tesserato per lo Yacht Club Cagliari. Nato a Salerno il 13 giugno 1985, diploma di Liceo scientifico, tesserato per le Fiamme Gialle. Risultati 2013: quarto al Campionato Italiano. Risultati 2014: 33mo all’ISAF World Cup di Palma, 22mo alla Garda Trentino Olympic Week. Risultati 2013: quinto al Campionato Italiano, secondo alla Gran Canaria Olympic Week, terzo all’EUROSAF di La Rochelle, 14mo al Mondiale, ottavo all’ISAF World Cup di Miami, 19mo all’ISAF World Cup di Palma. Risultati 2014: 33mo all’ISAF World Cup di Palma, 27mo alla Garda Trentino Olympic Week. S a i l i n g T e a m