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Precious
Venerdì 09 Marzo 2012
I ragazzi stanno bene
Venerdì 16 Marzo 2012
Mare dentro
Venerdì 23 Marzo 2012
La pecora nera
Venerdì 30 Marzo 2012
Possibilità di abbonarsi alla rassegna a soli 10€
CHE BELLA
GIORNATA
Il materiale della serata da domani su:
www.noidivilla.it
di Gennaro Nunziante
con Checco Zalone, Nabiha Akkari
ITALIA - 2011 - 97’
TRAMA
Checco, security di una discoteca della Brianza, sogna di fare il
carabiniere ma viene respinto al colloquio. Grazie alla
raccomandazione di uno zio presso il vescovo di Milano, si
ritrova a lavorare come addetto alla sicurezza del Duomo. Qui
conosce Farah, una ragazza araba che si finge studentessa di
architettura per avvicinare la Madonnina, ai piedi della quale
medita in realtà di depositare una bomba per vendicare
l'uccisione
della
sua
famiglia.
Checco
abbocca
immediatamente all'amo di Farah, ma quel che la ragazza non
può immaginare è che la maggior minaccia per il prossimo e
per il patrimonio artistico italiano è rappresentata da Checco
stesso: un esplosivo connubio di ignoranza e beata, razzista
ingenuità.
L'Islam è intollerante verso le altre religioni;
L'islam è una religione che offende le donne;
L'Islam costringe le donne ad indossare il velo o il burqa;
Nei Paesi islamici non c'è democrazia;
I musulmani son terroristi.
GIUDIZIO E PREGIUDIZIO
Sbagliamo nell’affermare quanto sopra? Stiamo cadendo in facili
pregiudizi?
Il discorso sarebbe ampio e le argomentazioni diffuse, se si volesse
dibattere su ognuno dei punti sopra elencati.
Potremmo dire che è difficile riassumere in poche frasi una grande
cultura quale è quella islamica, possiamo obiettare anche difetti alla
nostra società (è giusto esportare la nostra democrazia con la guerra?),
possiamo dibattere sul ruolo della donna da noi, possiamo imputare alla
nostra religione fatti ugualmente violenti del passato...
La cosa più importante, forse, è che la riflessione, il dibattito sia
permeato da un’onestà intellettuale che ci permetta di costruire il
nostro giudizio in modo obiettivo e scevro da preconcetti, i quali
conducano a conclusioni banali, affrettate e lontane, non dalla realtà,
ma dal nostro reale e formato pensiero.
Solo al termine di un ragionamento libero, onesto potremmo arrivare
alle conclusioni sopra elencate (o ad altre completamente opposte) e
argomentarle con convinzione senza temere il giudizio del nostro
interlocutore.
Fortunatamente, come ci ha spiegato Stefano nella presentazione della
rassegna, siamo UGUALI e DIVERSI allo tempo stesso.
La diversità di pensiero non deve spaventarci, un pregiudizio anche se
diffuso e condiviso dovrebbe invece farci molta più paura.
“Ma abitate in Islam?”
“No mamma non è araba... Lei è francese di Madre Bina”
SORRIDERE AMARAMENTE
PER RIFLETTERE
“Tu studi vero? - Si. - Eh non serve a un cazzo qui!”
Il personaggio di Checco è sicuramente “un esplosivo connubio di
ignoranza e beata, razzista ingenuità” che estremizza e amplifica
comportamenti, difetti, usanze, pregiudizi diffusi tra di noi.
Possiamo quindi riderne semplicemente, godere delle gag di
quell’assurdo e lontano personaggio, ma possiamo anche riflettere
su quanto ci sia, in ognuno di noi, del Checco cinematografico.
Fortunatamente nessuno di noi cadrà nei divertenti equivoci della
Madre Bina o dell’abitare in Islam (al massimo ci siamo dilettati con
le vignette in diretta in un tg nazionale), ma è probabile che tutti
abbiamo pensato ad una delle seguenti affermazioni:
Riflessione fuori tema ma obbligata:
Cosa dire dell’Italia rappresentata nel film? E’ frutto di un luogo comune
sbagliato? Il meritevole ha speranza di veder riconosciuta la propria
capacità? Serve studiare?
E poi un’ultima provocazione, che scaturisce dall’amara parodia della
società italiana.
Sono i giovani la causa dei mali dell’Italia? Sono loro i bamboccioni, gli
sfigati, i mammoni, gli affezionati al monotono posto fisso che hanno
portato il nostro paese alla crisi economica e di valori nella quale siamo
immersi?
È giusto dare ai giovani l’onere di costruirsi il proprio futuro in modo
onesto e responsabile, ma, forse, è eccessivo attribuire loro i malanni
della nostra società.