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PROVINCIA DI UDINE
NOTIZIE PER LA STAMPA
----------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 31 gennaio 2017
Rilanciare il movimento autonomista per difendere il Friuli e la specialità
regionale
Dibattito a palazzo Belgrado per celebrare i 70 anni del Movimento popolare friulano
per l’autonomia regionale
Uno slancio verso una nuova stagione autonomista partendo dalle basi del Movimento
popolare friulano fondato 70 anni fa. La strada è stata indicata nel corso del dibattito
organizzato dalla Provincia di Udine e moderato dal giornalista del Messaggero Veneto
Michele Meloni Tessitori, per ricordare la nascita del Mpf nel gennaio del 1947,
anniversario celebrato insieme al professor Gianfranco D’Aronco, protagonista di quella
stagione autonomista che portò al riconoscimento della Regione Friuli-Venezia Giulia tra
le regioni speciali nella Carta Costituzionale. “Un risultato importante anche se non
quello tanto desiderato ma che comunque ha impedito al Friuli di essere assorbito dal
Veneto – ha esordito il presidente della Provincia di Udine Pietro Fontanini presentando
gli ospiti, da Gianfranco D’Aronco, all’ex ministro Giorgio Santuz, a Roberto Dominici,
già assessore regionale alla ricostruzione, personalità che hanno fatto la storia del Friuli.
Ricordando quella battaglia – ha aggiunto Fontanini - che ha coagulato tante persone e
tutti i territori del Friuli storico vorremmo avviare una riflessione sul futuro della
specialità del Fvg. Un dibattito doveroso perché si sta dimenticando troppo rapidamente
il motivo per cui siamo una regione a statuto speciale. Ci preme la salvaguardia di
questa regione che vorremmo sempre più autonoma e sempre più speciale”. Proprio il
professor D’Aronco ha ripercorso i momenti, gli atti e le istanze avanzate dal Movimento
popolare friulano per dare dignità al Friuli. “Alla fine del 1945 Tiziano Tessitori, durante
il congresso della Filologica lanciò l’idea di inserire nella Carta Costituzionale la regione
Friuli – ha ricordato D’Aronco - per ottenere la più ampia autonomia amministrativa. A
sostegno di quell’azione parlamentare, costituimmo un movimento che si radicò sul
territorio e dialogò con altre realtà analoghe costituite in altre regioni. Il movimento
intervenne per richiedere l’attivazione a Udine di una sezione della Corte d’Appello,
l’installazione di un impianto sul colle del Castello per ricevere una seconda rete della
Rai, un concorso di insegnanti della provincia di Udine, brevi corsi di cultura legati al
territorio, l’istituzione a Udine di una Università, l’Ente Friuli del Mondo. Oggi siamo qua
a parlare ancora della Specialità. E io rimango sempre della mia stessa idea”.
“Rimettere in piedi un movimento sarebbe una cosa interessante” ha rilevato Giorgio
Santuz, ex ministro ricordando gli anni in cui la Dc, di cui era esponente e che era
partito di maggioranza relativa al Governo, dovette gestire i difficili equilibri tra Udine e
Trieste inerenti, in particolare, la decisione di fissare nella città giuliana il capoluogo
della regione. “Accetto tutte le critiche che D’Aronco ha fatto al mio partito sul tema
dell’autonomia nella raccolta dei trimestrali “Opinioni personali”, non era una cosa
molto semplice” ha riconosciuto Santuz affermando, in tema di specialità, che “quando
leggo di macroregione, penso che la nostra autonomia sia a rischio. C’è una nuova spinta
centralista da parte del Governo a prendersi in carico le decisioni più importanti in capo
alle regioni”. Dello stesso avviso anche il direttore dell’Arlef William Cisilino. “Oggi va di
moda il centralismo perché si crede garantisca più efficienza. Siamo sicuri che portare
funzioni da Udine e Trieste a Roma consenta di migliorare le performance? Per
esperienza direi di no, viste le difficoltà che si evidenziano nella gestione
dell’emergenza terremoto”. Un maggiore impegno per difendere l’autonomia della
Regione è stato invocato anche dall’ex assessore regionale alla ricostruzione Roberto
Dominici che ne anche delineato le modalità: una regione che eserciti fino in fondo la
sua competenza legislativa per dare le soluzioni migliori alle problematiche del
territorio, che applichi il decentramento amministrativo delegando le funzioni agli enti
locali che, vicini ai problemi, possono affrontarli con più tranquillità. Esemplare in
questo senso l’esperienza della ricostruzione in Friuli dopo il sisma del ’76. Dominici ha
anche rilanciato l’idea di creare due realtà amministrative, Trieste e il Friuli coagulando
in quest’area, oltre ai territori della provincia di Udine, le aree più friulanofone delle
province di Pordenone e Gorizia. Idea originaria del movimento, quella di dare maggiore
dignità al Friuli, e da tempo auspicata anche dal presidente Fontanini. Presente
all’incontro anche il sindaco di Udine Furio Honsell che, nell’apprezzare l’iniziativa della
Provincia di Udine con il coinvolgimento del professor D’Aronco, ha ricordato, tra le
figure importanti dell’autonomismo friulano, anche il professor Marzio Strassoldo,
scomparso il 5 gennaio scorso.