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sottometto a una griglia, mi arrendo all'impaginazione, mi comporto da autore letterario anche agendo nel multiverso virtuale. I should say the duo does more or less the same as I do-woops: it's exactly the other way around: you might have noticed in fact that I am mimicking their creative attitude in my writing. Actually they don't just disappear into the matrix, although the technological plusvalue of their language could enable them to vanish in thin air followed by a glimmering cloud of bytes. Dovrei dire che il duo fa proprio come me - ops: è esattamente il contrario: vi sarete resi conto infatti che nello scrivere sto mimando il loro modo creativo. Effettivamente loro non spariscono nella matrix, anche se il plusvalore tecnologico del loro linguaggio potrebbe permetter loro di svanir nell'aria inseguiti da scintillanti nuvolette di bytes. And yet, no: they keep inhabiting the world of appearances, they keep reworking our phenomenic experiences altering the gamut of our passionate belief in things and feelings. E invece no: continuano ad abitare il nostro mondo di apparenze, rilavorando le nostre esperienze fenomeniche ed alterando l'apertura della nostra fede nelle cose e nei sentimenti. The Elastic group's work definition might range from multimedial installations, to philosophical devices, they construct conceptual playgrounds, multilayered situations, psycho-drama settings. At times humourous, at times sensual, always dense and light. Their artpieces - luckily - trespass every given disciplinary boundary. La definizione delIe opere del gruppo Elastic spazia dalle installazioni multimediali, a dispositivi filosofici, costruiscono parchi gioco concettuali, situazioni multistrato, scenografie psicodrammatiche. A volte divertenti, a volte sensuali, sempre lievi e dense. I loro lavori trasgrediscono - fortunatamente - i confini di ogni data disciplina. Both baroque and minimal: somehow all the different atmospheres are merged and conjure to the healthy activity of redefining art. And of ourselves as onlookers. Sia barocchi che minimali: tutte le diverse atmosfere vengono fatte comunque convergere, contribuendo ad una salutare attività di ridefinizione dell'arte. E di noi stessi come spettatori. I used an installation of theirs to explain to some students the power of context. Depending on which audio track you would choose in a set of five (using different headphones) you might interpret an abstract video pattern as five different situations, of course all of them time-based. Mi sono perfino servito di una loro installazione per spiegare ad un gruppo di studenti i poteri della contestualizzazione. A seconda di quale delle cinque colonne sonore scieglievate (usando diverse cuffie) mutava la vostra interpretazione di una sequenza video completamente astratta. Nessuna interpretazione statica, naturalmente. Music, sound, noise, timing, composition, wit, form, structure, interaction, perception. Add media, stir: serve ice cold or hot according to conceptual preferences. Musica, suono, rumore, temporizzazione, intelligenza, formalità, struttura, interazione, percezione. Aggiungere media, agitare: servire gelato o torrido a seconda delle preferenze concettuali. Pause - flow - action - blank - examination - setup - reaction - pause... da capo Pausa - flusso - azione - spazio - revisione - assestamento - reazione - pausa... da capo This data set isn't but an introduction for their website. Perhaps in the end I should mention they are amongst my favourite... nah, too obvious! Questa stringa di dati non è che un'introduzione per il loro sito. E forse alla fine dovrei accennare al fatto che sono fra i miei preferiti... nah, troppo scontato! Augusto Pieroni VIDEO/SOUND INSTALLATIONS AND LIVE INSTALLATIONS VIDEO PERFORMANCES PUBLIC ART AND SITE SPECIFIC TEXTS BIO/VIDEOGRAPHY CONTACT www.elasticgroup.com SHOP ELASTIC GAME VIRTUAL GALLERY NEW PROJECTS VIDEO MACHINES EXPERIMENTAL VIDEOS HTTP://WWW.ELASTICGROUP.COM Elastic Group of Artistic Research più che un nome è una dichiarazione di appartenenza. Elastic vuol dire prima di tutto un modo di fare che allude al concetto di poiesis, ovvero l’arte della creazione e l’abilità di dare forma ad un’idea attraverso differenti vesti linguistiche. In questo senso la poetica si risolve nell’atto stesso del “fare”, e l’opera d’arte ha origine dalla sintesi tra forma e contenuto. Questo avviene nella trasposizione di un’idea in un video, in una performance o in un’installazione multimediale: opere che hanno origine da una commistione di generi e linguaggi diversi, che sia l’uso delle più sofisticate tecnologie digitali o la presenza, virtuale e/o fisica, di performer abituali, come nel caso di Eva Gerd Petersen, la giovane videocreatura danese che più volte ha prestato volto e corpo per performance dal vivo e in video. A questo si aggiunga una componente progettuale di estremo interesse divenuto un elemento costante del linguaggio artistico di Alexandro Ladaga e Silvia Manteiga. Fin dall’inizio del loro sodalizio artistico gli Elastic hanno intrecciato due diverse inclinazioni estetiche: da un lato una tendenza dichiaratamente filosofica, dall’altra una spiccata qualità visuale, entrambe ricondotte in un’unica attività teorica di dialogo con lo spazio e lo spettatore. Una costante attività di sperimentazione che ha dato l’opportunità di realizzare delle collaborazioni con architetti, designer e musicisti di diversi paesi. Da queste fruttuose ibridazioni hanno avuto origine diversi orientamenti espressivi, che possono essere suddivisi in tre filoni fondamentali: le video performances, le video machines e le video/sound installations, nati per essere esposti sia in luoghi istituzionali sia in situazioni espositive di public art. Comune a tutti gli indirizzi espressivi è la volontà di far interagire l’opera col pubblico, farne in un certo senso oggetto di “consumo”, e in questo gli Elastic non hanno timore di portare le loro opere in strada, in situazioni aperte, sperimentando nuove possibili interazioni con lo spazio architettonico. Tra queste va ricordata la video installazione site specific Eye/I recorder Zap Simulacra (Firenze, 2001) in cui il rapporto tra opera e spettatore veniva capovolto perché in questo caso era l’opera che “fruiva” del pubblico, osservato da una serie di occhi semoventi che disposti intorno ad uno spazio aperto racchiudevano lo spettatore al centro di una cavea ideale, dunque al centro dell’attenzione. Un’altra ironica invenzione degli Elastic sono le video machines, improbabili congegni metallici composti da elementi di riciclo collegati a video proiezioni in grado di suscitare l’interesse dello spettatore con la semplicità di un marchingegno dalla curiosa struttura elementare realizzato da Mario Carta, un sapiente fabbro che da anni ormai trasforma i sogni (degli Elastic) in realtà. Parallelo Elastico Visuale Scritto links: www.extrart.it www.exibart.com www.cultframe.com www.temaceleste.com www.flashartonline.com www.citicord.uniroma1.it/saggio/ www.undo.net www.euroscreen21.de www.architecture.it www.rhizome.org www.videoformes.com www.labiennaledivenezia.net www.autonomeforme.it www.movingimage.us www.eyebeam.org www.kunstonline.dk www.noemalab.com www.fototensioni.net www.noise.architects.tool.it ELASTIC Group of Artistic Research SONY BOSE Laura Barreca 2003© ELASTIC Group of Artistic Research. All rights reserved What if I wrote something that changed your idea of what you are doing while reading? Che succederebbe se scrivessi qualcosa che cambiasse la vostra idea di cosa stiate leggendo, proprio mentre state leggendo? What if my text appeared in front of you as both a product of authorship and of philosophical investigation? Che succederebbe se il mio testo vi apparisse come un prodotto autoriale e insieme come una domanda filosofica? What if all that you knew about your cognitive attitudes proved unreliable because of what I provided in my writing? Che succederebbe se tutto quel che sapete delle vostre abitudini cognitive si dimostrasse inaffidabile a causa di quel che ho messo nel mio scritto? What if the unilinear flow of my writing woved a whole texture of intertwined possibilities and marked a field parallel realities? Che succederebbe se il flusso unilineare del mio scritto creasse una tessitura di possibilità intrecciate e marcasse un territorio di realtà parallele? What if the technical devices of my criticism were under scrutiny while putting under siege the safest of the reader's notions? Che succederebbe se i dispositivi tecnici della mia critica fossero posti sotto indagine ma proprio mentre essi pongono sotto assedio le più inattaccabili nozioni del lettore? What if I were able to convey a new awareness in my public by the rhythm of my writing, the way I choose adjectives or my peculiar drive toward certain kinds of verb? Che succederebbe se riuscissi a fornire nuove consapevolezze al mio pubblico col solo ritmo della mia scrittura, il modo di scegliere gli aggettivi, la mia passione per certi verbi? What if my style used a grin as a pointed finger, a smirk as a visual concept, a hiccup as a choreography? Che succederebbe se col mio stile usassi un mezzo sorriso come un dito puntato, una smorfia come una nozione visiva, un singhiozzo come una coreografia? Couldn't I claim to have expanded the range of what critical writing is in itself? Wouldn't it be different then? Wouldn't it be more elastic? Non avrei diritto a dire di aver espanso ciò che la scrittura critica è in sé? Non sarebbe diversa? Non sarebbe più elastica? If I were to describe the Elastic duo's artistic work ideas such as these would easily come to my mind, and I would surely ask my reader questions such as these. Dovendo descrivere il lavoro artistico del duo Elastic, idee simili mi verrebbero facilmente e porrei ai miei lettori domande del genere. I am here as a sequence of bits: I'm entitled to decide what color, what size, what font face, what position in the grid of the web page my text should be given. I could really be multilinear and yet I submit myself to a grid, I surrender to editing, I behave as a litterary author while acting in the multiverse of virtuality. Sono qui in forma di sequenza di bit: posso decidere di che colore, dimensione, carattere e posizione nella griglia debba essere il mio testo. Potrei davvero essere multilineare e invece mi [email protected] Il mondo della possibilità Il corpo è diventato fluido. Catturato e filtrato dalla videocamera si è trasformato in luce, frammentato in pixel, convertito alla malleabilità della sua nuova condizione digitale. Le videocreature che popolano il pianeta Elastic(o) fluttuano in un altrove aldilà dell’universo-mondo. Si muovono nel buio, il tempo è scandito da ALEXANDRO LADAGA&SILVIA MANTEIGA nervosi ticchettii di orologio, i movimenti somigliano alle coreografie di un balletto meccanico surrealista. Eppure conservano tracce di una passata umanità: il loro aspetto, il modo di abitare lo spazio, le movenze. La tecnologia le ha catturate e rese vive e solo la tecnologia ne svela la presenza, costringendole ad abitare le brume verdastre delle riprese ad infrarossi. Il loro mondo non è né vicino né lontano, semplicemente, talvolta, si manifesta. Il più delle volte siamo meri spettatori del loro apparire –persino curiosi voyeur- ma spesso il confine tra le due realtà si fa labile e i mondi arrivano a toccarsi. Gli Elastic si fanno sciamani di questa cerimonia di incontro: confondono il reale con l’immaginato, sovrappongono la volatilità e i movimenti sincopati delle videocreature con l’immobilità e la materialità dei corpi reali. Ma cosa è davvero reale e cosa è solo immagine, apparenza fugace, simulacro? E la linea di demarcazione tra mente e corpo, tra vita e sogno, tra realtà e desiderio, esiste davvero? Nelle opere degli Elastic a volte vediamo solo la superficie dei corpi, che si deforma in fantasmagoriche anamorfosi digitali. Oppure vediamo solo la psiche e ne cavalchiamo gli stati mentali grazie al muoversi di forme astratte e liquide sullo schermo. La realtà virtuale, divenuta ormai poco più che uno stereotipo, è un altro bersaglio della loro riflessione demistificante. Nelle installazioni interattive, gli Elastic mischiano le carte in tavola, minano le nostre certezze, mascherano la realtà da ricostruzione digitale e costringono il mondo digitale a mimare la realtà. Se facciamo bene attenzione potremmo arrivare a scoprire il vero significato della virtualità. Ricordando che il suo compito non è simulare, né tantomeno illudere il nostro debole occhio con riproduzioni esatte del mondo visibile. La vera magia del virtuale è la sua capacità di farci accedere allo sconfinato, imprevedibile mondo della possibilità. Valentina Tanni w e b m a s t e r N o i s e A r c h i t e c t s N P.zza del Popolo Roma Padiglione Italia, La Biennale di Venezia N The Spanish Institute, New York SPARK Contemporary Art Space, Syracuse, New York N G A M E First Art Kit EW Urban Performance + New York P.zza XXIV Maggio, Milano N MUVIM Museo, Valencia PAN Museum, Emmerich, Germania 4 Elements EW N VIDEO WORLD American Museum of Moving Image, New York Maus Habitos, Porto BAUHAUS, Weimar, Germania EW 4 Elements E SHOP N Stefano Bruno Claudia Carbone Roberta Mossetto Claus Orso P.zzale delle Cascine, Firenze ELASTIC GAMES VIRTUAL GALLERY EW 4 Elements N EW EW NEW PROJECTS VIDEO MACHINES EXPERIMENTAL VIDEOS VIDEO/SOUND INSTALLATIONS VIDEO PERFORMANCES AND LIVE INSTALLATIONS PUBLIC ART AND SITE SPECIFIC TEXTS CONTACT BIO/VIDEOGRAPHY HTTP://WWW.ELASTICGROUP.COM L A S T I C Group of Artistic Research O V E R EW E L A S T I C Group of Artistic Research XXS-XS-S-M-L-XL-XXL MOUSE PAD Thanks to: Lorena Benatti, Next Exit, Distillerie Clandestine, Laura Vellucci & Giovanni Pellicciotta, Antonino Saggio, Istituto Italiano di Cultura di Lisbona, Né Barros, Davide Rocchi, Eva Gerd Petersen, Luigi Toto, Stefano Evangelisti, Francesca Giordani, Giuseppe D’Ascenzi, Nicola Carlo Ladaga, Valeria Castellani, Mario Savini, Orith & Maurizio De Bonis, Lorenzo Taiuti, Milovan Farronato, Lara Nicoli, Bruno Di Marino, Massimiliano Tonelli, Mario Carta, Cristina D’Alessandro & Vito De Vittoria.