8. confidare nella bontà di dio (abacuc)

Transcript

8. confidare nella bontà di dio (abacuc)
sds 2013_Itrim_Sds 3T_09 17/10/12 15.40 Pagina 167
sabato 18 maggio
Preghiamo per: Densing James (Cr)
Meditazione del mattino: Salmo 19:1-4
18 - 24 maggio
8. CONFIDARE NELLA BONTÀ DI DIO
(ABACUC)
Letture: Ebrei 1:11-17; 2:2-4; 11:1-13; Galati 3:11: Abacuc 3; Filippesi 4:11
«Poiché la conoscenza della gloria del SIGNORE riempirà la terra come le acque
coprono il fondo del mare» Abacuc 2:14
Pensiero chiave
Non sempre possiamo comprendere il perché di certe tragedie; abbiamo
però la possibilità di confidare nel Signore a prescindere.
Dopo aver predicato a proposito della costante presenza divina anche nelle
avversità, un pastore venne affrontato da una donna in lacrime che gli chiese: «Pastore, dov’era Dio il giorno in cui è morto il mio unico figlio?».
Scorgendo su quel volto una profonda angoscia, il pastore rimase in silenzio
e poi rispose: «Era nello stesso luogo in cui si trovava il giorno in cui il suo
unico Figlio è morto per salvarci dalla morte eterna».
Come noi, Abacuc è stato testimone di ingiustizia, violenza e malvagità. La
cosa peggiore è che Dio pareva silente in mezzo a tutto ciò, nonostante avesse chiesto ad Abacuc di confidare nelle sue promesse. Il profeta non ha vissuto abbastanza a lungo da poter godere dell’adempimento di quelle promesse, ma ha imparato a confidarvi. Il suo libro inizia con una rimostranza
nei confronti di Dio, ma termina con uno dei più bei canti biblici.
Analogamente ad Abacuc, anche noi siamo chiamati ad attendere fiduciosi il
tempo in cui «la conoscenza della gloria del SIGNORE riempirà la terra come
le acque coprono il fondo del mare».
8
18 - 24 maggio
sds 2013_Itrim_Sds 3T_09 17/10/12 15.40 Pagina 168
domenica 19 maggio
Preghiamo per: Fantoni Giovanni (E)
PROFETA PERPLESSO
Meditazione del mattino: Isaia 61:3
Leggere Abacuc 1. Quali sono le domande che il profeta rivolge a Dio? Pur vivendo una situazione diversa dalla nostra, non capita anche a noi di porre lo
stesso tipo di quesiti?
Abacuc è un caso unico tra i profeti perché non ha parlato al popolo da parte di Dio, piuttosto, si è rivolto a Dio per parlargli del popolo. Il profeta inizia la propria lotta interiore volta a comprendere i propositi divini con un
grido che esprime perplessità: «Fino a quando, o Signore?». Una domanda
che nella Bibbia è una tipica espressione di un lamento (Sal 13:1; Ger 12:4).
Testimonia l’esistenza di una situazione di crisi dalla quale colui che parla
cerca di essere affrancato. La crisi che spinge Abacuc a chiedere aiuto è rappresentata dalla violenza che permeava la società dell’epoca. Il termine originale ebraico per «violenza» è hamas, utilizzato sei volte nel libro di
Abacuc, con un’accezione che rimanda ad atti di offesa, fisica e morale, inflitta ad altri (Gn 6:11).
Da profeta, Abacuc sa bene quanto Dio ami la giustizia e odi l’oppressione, per questo vuole capire come mai il Signore permette che l’ingiustizia
prosegua. Ovunque si volti, nota violenza e infrazione della legge, e avverte
la sensazione che i malvagi trionfino sui giusti. I potenti fanno un cattivo uso
della giustizia, come accadeva ai tempi di Amos (Am 2:6-8) e come spesso
succede anche oggi.
La risposta di Dio rivela i suoi progetti futuri. Il Signore si sarebbe servito
dell’esercito babilonese per punire il popolo. L’annuncio sorprende il profeta, il quale non anticipa il futuro ricorso divino a una potenza così spietata
allo scopo di disciplinare Giuda. Al v. 8, la cavalleria babilonese viene paragonata al leopardo, al lupo e all’aquila, tre predatori che in virtù della loro
forza e velocità causano la morte violenta delle loro prede.
La cruda arroganza di Babilonia non riconosce alcuna responsabilità, non
cerca alcun pentimento e non offre possibilità di scampo. Essa viola l’assetto basilare della vita creata. Ad Abacuc viene detto che l’esercito babilonese
verrà usato come «bastone della [mia] punizione» (Is 10:5). La pena si sarebbe abbattuta nel corso della vita di Abacuc (Ab 1:5). La situazione complessiva solleva domande ancora più difficili relative alla giustizia divina.
Come facciamo a confidare nella bontà e nella giustizia divine quando il mondo
ci appare così carico di malvagità e ingiustizie? Qual è la nostra unica risorsa?
168
sds 2013_Itrim_Sds 3T_09 17/10/12 15.40 Pagina 169
VIVERE PER FEDE
Preghiamo per: Chiesa di Catania
lunedì 20 maggio
Meditazione del mattino: Marco 4:31,32
In Abacuc 1:12-17, la risposta del Signore alle domande del profeta solleva un
dubbio persino più sconcertante: può un Dio giusto servirsi di persone malvagie per punirne altre che comunque lo sono meno?
La domanda che Abacuc pone al versetto 17 riguarda la giustizia divina. Il
profeta è confuso, non solo a motivo della degenerazione del suo popolo, ma
anche per la certezza che il suo paese sarebbe stato giudicato da un’altra nazione, ancora peggiore da un punto di vista etico. Il profeta è ben consapevole dei peccati di Giuda ma, secondo qualsiasi parametro, il suo popolo, in
particolare i giusti presenti al suo interno, non può essere considerato alla
stessa stregua dei pagani babilonesi.
Leggere Abacuc 2:2-4. Quale speranza possiamo intravvedere?
Quello appena letto è uno dei brani più significativi della Scrittura. Il versetto 4, in particolare, esprime la vera essenza del Vangelo, il fondamento di
quel passo che verosimilmente ha dato l’avvio alla Riforma protestante.
Mediante la fede in Gesù Cristo, noi riceviamo e veniamo accreditati della
giustizia divina, la quale diventa nostra. è ciò che noi definiamo «giustificazione per fede».
Il versetto 4 è una sintesi del piano della salvezza e dell’insegnamento biblico
a proposito della giustificazione per fede. Gli autori neotestamentari come si
sono serviti di questo passo? Romani 1:17; Galati 3:11; Ebrei 10:38
In mezzo a questo scenario fatto di turbamento e dubbi sul male, distinguiamo la giustizia e la salvezza. Abacuc 2:4 presenta uno stridente contrasto tra
il fedele e l’orgoglioso. Il comportamento di ogni singolo gruppo ne determina la sorte: l’arrogante fallirà, mentre il giusto vivrà per fede. Il significato originale di questo vocabolo ebraico (’emuna) si esprime meglio con i termini «fedeltà», «costanza» e «affidabilità». Il giusto che vive per fede non
sarà salvato grazie alle sue opere, ma queste dimostreranno che egli vive per
fede e che a quella persona viene promessa la vita eterna.
169
sds 2013_Itrim_Sds 3T_09 17/10/12 15.40 Pagina 170
martedì 21 maggio
Preghiamo per: Anziani di Potenza
LA TERRÀ SARÀ RIEMPITA
Meditazione del mattino: Proverbi 30:24,25
La risposta di Dio alla domanda del profeta in Abacuc 1:17, come vediamo
dal capitolo 2, continua sotto forma di canto che deride l’oppressore orgoglioso. Cinque calamità (Ab 2:6,9,12,15,19) annunciano che la sorte di
Babilonia è segnata. La punizione che si abbatterà sul nemico si baserà sul
principio «occhio per occhio».
Il male inflitto dai malvagi alle loro vittime sarà loro restituito. Raccoglieranno
ciò che hanno seminato, perché Dio non può essere deriso da esseri umani pieni
d’orgoglio (Gal 6:7). A differenza dell’oppressore, che alla fine sarà giudicato da
Dio, il giusto ottiene la promessa della vita eterna in Cristo, a prescindere da
quello che gli è accaduto nella sua esistenza terrena. Descrivendo il rimanente fedele alla fine dei tempi, il libro dell’Apocalisse parla di «costanza dei
santi» (Ap 14:12). I giusti persistono nell’attesa dell’intervento divino, anche
se dovessero attendere il ritorno di Cristo per esserne testimoni.
Leggere Ebrei 11:1-13. Quale aiuto possiamo ricevere da questi versetti nel momento in cui ci confrontiamo con gli stessi dubbi che hanno tormentato
Abacuc?
La risposta definitiva di Dio alle domande di Abacuc è stata l’assicurazione
della sua presenza continua. Confidare nella presenza e nel giudizio del
Signore a scapito delle apparenze, ecco il messaggio del libro di Abacuc, ma
anche di tutta la rivelazione biblica. La fede profetica significa fiducia nel
Signore e nel suo carattere immutabile. «La fede che sosteneva Abacuc e tutti i giusti, in quell’epoca di profonda angoscia, è la stessa fede che sostiene
oggi il popolo di Dio. Nei momenti più difficili, nelle circostanze più scoraggianti, il cristiano può contare su colui che è la fonte di ogni luce e di ogni
potenza. Mediante la fede in Dio, la speranza e il coraggio possono essere
rinnovati giorno dopo giorno» - PK, pp. 386,387 [201].
170
sds 2013_Itrim_Sds 3T_09 17/10/12 15.40 Pagina 171
RICORDARE LA FAMA DI DIO
Preghiamo per: Desti Brancatelli Davide (U)
mercoledì 22 maggio
Meditazione del mattino: Proverbi 30:26
Leggere Abacuc 3. Cosa fa il profeta e perché è così importante, considerando
le complesse circostanze e le difficili domande con le quali è alle prese?
Abacuc dimostra di accettare le vie di Dio con una preghiera messa in musica (Ab 3:19). Pienamente consapevole della potenza divina, chiede al Signore
di ricordarsi della sua pietà quando il giudizio comincerà. Il profeta, con riverenza, richiama i grandi interventi compiuti da Dio nel passato e lo prega
affinché porti in quel momento la redenzione. Abacuc sembra sospeso tra le
epoche. Con un occhio ripercorre gli eventi dell’Esodo, mentre con l’altro
guarda in avanti al giorno del Signore. Auspica una manifestazione della potenza divina nella sua attuale situazione.
L’inno del capitolo 3 descrive poeticamente la liberazione di Israele dalla
schiavitù egizia, grazie all’intervento di Dio. Quello che è successo al tempo
dell’Esodo è un’anticipazione di ciò che avverrà nel gran giorno del giudizio.
A tal riguardo, i devoti non dovrebbero mostrare segni di ansia, ma attendere, perseverare e rallegrarsi nella speranza che appartiene loro.
L’inno è anche una celebrazione della potenza, della gloria e della natura vittoriosa di Dio. Il Signore viene descritto come sovrano assoluto di tutta la terra.
La rivelazione della sua gloria è paragonabile allo splendore della luce (Ab 3:4).
Dio giudica le nazioni che opprimono e contemporaneamente garantisce
la redenzione del suo popolo con i suoi «carri vittoriosi» (v. 8). La potenza
di Dio non è sempre visibile in superficie, ma la persona di fede sa che egli
c’è a prescindere.
Abacuc ci invita ad attendere ansiosi la salvezza del Signore, quando egli
ristabilirà la sua giustizia sulla terra e riempirà il mondo della sua gloria.
Cantando lodi a Dio, i suoi fedeli si incoraggiano a vicenda (Ef 5:19,20 Col
3:16) per meditare sui suoi interventi passati e coltivare la speranza del glorioso futuro. L’esempio stesso di Abacuc dimostra come una persona possa
perseverare vivendo in base a una visione.
Il modo in cui il Signore è intervenuto in passato nella tua esistenza, ti aiuta a
confidare in lui e nella sua bontà, nonostante le difficoltà immediate? Perché
è importante guardare al futuro eterno che ci attende?
171
sds 2013_Itrim_Sds 3T_09 17/10/12 15.40 Pagina 172
giovedì 23 maggio
Preghiamo per: Divisione Sud-Asiatica
DIO È LA NOSTRA FORZA
Meditazione del mattino: Proverbi 30:27
«Infatti il fico non fiorirà, non ci sarà più frutto nelle vigne; il prodotto dell’ulivo
verrà meno, i campi non daranno più cibo… ma io mi rallegrerò nel SIGNORE, esulterò nel Dio della mia salvezza. DIO, il Signore, è la mia forza; egli renderà i miei
piedi come quelli delle cerve e mi farà camminare sulle alture» (Ab 3:17-19). Quali
elementi positivi è possibile riscontrare in questo atteggiamento del profeta?
Come li possiamo coltivare personalmente? Cfr. Filippesi 4:11
Le parole finali del libro di Abacuc (3:16-19) esprimono la reazione del profeta di fronte alla rivelazione della potenza e della bontà di Dio. Una fresca
rivisitazione degli interventi risolutori da parte del Signore fa scoccare in
Abacuc la scintilla del coraggio mentre attende l’attacco nemico. La sua paura lo agita nel più profondo del suo essere, aspettando che il giudizio divino
si abbatta sulla sua nazione. L’invasione potrebbe determinare la devastazione dei fichi e degli ulivi, beni così preziosi per la Palestina, e anche di frumento, vigne e bestiame, altrettanto indispensabili. Ma la solida fede del
profeta non viene intaccata perché egli ha ricevuto una visione del Signore
vivente. Basandosi sulle proprie esperienze passate, Abacuc sa dell’assoluta
fedeltà di Dio ed è per questo motivo che si rimette ai suoi propositi presenti (3:16-19). A dispetto delle circostanze alquanto avverse e di una situazione apparentemente senza via d’uscita, il profeta è determinato a confidare
nel Signore e nella sua bontà. Così attende fiducioso, anche se non vi è alcun
segno immediato di salvezza. Abacuc è un profeta che mediante il dialogo,
l’ironia e un canto di lode ha istruito i fedeli di ogni epoca a sviluppare una
fede più profonda nel redentore. Con il suo personale esempio, incoraggia la
persona devota a colloquiare con Dio, a mettere alla prova la lealtà verso di
lui nei momenti difficili, a far crescere la speranza nel Signore e a lodarlo.
Il libro termina con un’attitudine alla fede meravigliosamente espressa:
anche se la vita può essere molto dura, è possibile trovare gioia e forza in
Dio. Il messaggio sottinteso del suo libro sottolinea la necessità di attendere
pazientemente la salvezza in un periodo di oppressione del quale pare non
vedere la fine. Il tema dell’attesa è dominante nello scritto del profeta. Non
dovrebbe avere un significato particolare per noi avventisti il cui nome dichiara espressamente la fede in quel Gesù che sta per tornare?
172
sds 2013_Itrim_Sds 3T_09 17/10/12 15.40 Pagina 173
APPROFONDIMENTO
Preghiamo per: Di Liso Vincenza (Cr)
venerdì 24 maggio
Meditazione del mattino: Proverbi 30:28
Tramonto del sole: ore 20,27
Leggete i commenti a seguire e provate a capire insieme in che modo possono aiutarci a comprendere meglio i messaggi di Abacuc.
«Esiste una risposta alla domanda di Abacuc. Che non si esplicita sotto forma di pensiero, ma di eventi. La risposta di Dio ci sarà, ma non può essere
pronunciata con le parole. La risposta arriverà di sicuro; è vero, nel frattempo è difficile sopportare l’attesa; il giusto è inorridito da ciò che vede. Per lui,
c’è la grande risposta: “Il giusto vivrà per fede”. Una risposta che si esprime
non in termini concettuali ma di esistenza. La fede profetica significa confidare in lui, alla cui presenza la quiete è una forma di comprensione» Abraham J. Heschel, The Prophets, p. 143.
«Dobbiamo apprezzare e sviluppare quella fede manifestata dai profeti e
dagli apostoli, quella fede che si appropria delle promesse divine e aspetta la
liberazione nel momento e nel modo scelti da Dio stesso. Le profezie si
adempiranno in occasione del glorioso ritorno del nostro Signore e
Salvatore, Gesù Cristo, come Re dei re e Signore dei signori. L’attesa può
sembrare interminabile, lo spirito può essere oppresso dalle difficoltà; coloro nei quali avevamo riposto la nostra fiducia possono tradirci ma, insieme
al profeta che si sforzò di riaccendere la speranza di Giuda nei momenti più
oscuri dell’apostasia, dobbiamo affermare: “Il Signore è nel suo tempio santo; tutta la terra faccia silenzio in sua presenza!” (Ab 2:20)» - PK, pp.
387,388 [201].
Domande per la condivisione
1. Riassumere il dialogo tra Abacuc e Dio. Qual è la principale lamentela del
profeta? Dio come risponde?
2. È possibile che, agli occhi di Dio, porsi delle domande e avere addirittura
dubbi onesti rappresentino un atteggiamento più accettabile di convinzioni
superficiali?
3. I primi avventisti erano convinti che Gesù Cristo sarebbe tornato mentre
erano in vita e che avrebbero visto l’adempimento delle sue meravigliose promesse. Come conservare la fede pur appartenendo a una nuova generazione
che ancora aspetta la venuta in gloria di Cristo?
173

Documenti analoghi

Abacuc - Cristo tra noi

Abacuc - Cristo tra noi tutti i sensi insegnano che bisogna stare molto attenti a quello che la C.E.I. o qualche altro organo più o meno ufficiale della chiesa di Roma afferma. Per questo il commento suona molto storto al...

Dettagli

sofonia, naum e abacuc

sofonia, naum e abacuc Certo, il popolo di Giuda era peccatore, ma Dio era abbastanza potente da porre rimedio alla situazione; allora perchè non interveniva ? Questo modo di affrontare il problema era del tutto nuovo ne...

Dettagli

1527 ABACUC

1527 ABACUC [11]Poi muta corso il vento: passa e paga il fio. Questa la potenza del mio Dio! Secondo lamento del profeta: le esazioni dell'oppressore [12]Non sei tu fin da principio, Signore, il mio Dio, il mi...

Dettagli