XXVII CO FERE ZA ITALIA A DI SCIE ZE REGIO ALI MIGRAZIONI E
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XXVII CO FERE ZA ITALIA A DI SCIE ZE REGIO ALI MIGRAZIONI E
XXVII COFEREZA ITALIAA DI SCIEZE REGIOALI MIGRAZIONI E SVILUPPO di Maria COLUCCI e Annunziata PALERMO Dipartimento di Pianificazione Territoriale Facoltà di Ingegneria - Università della Calabria Ponte Pietro Bucci - 87036 Rende (CS) Tel. 0984.496758, Fax 0984.496759 mail: [email protected] SOMMARIO Le migrazioni costituiscono una straordinaria ed indispensabile risorsa in termini sviluppo, di crescita economica e culturale. In tale contesto si inserisce l’Operazione Quadro Regionale City to City, che fa parte del Programma di Iniziativa Comunitaria Interreg IIIC Sud. Nello specifico, il Progetto Pilota RE.LA.TE. - Regional Territorial Laboratories, pone particolare attenzione alla creazione di nuovi approcci alle politiche economiche ed alle opportunità di sviluppo e integrazione risultanti dai movimenti finanziari, indotti dai flussi migratori, così come dalla forza lavoro. Il Progetto Pilota, attuato nelle quattro aree di intervento di Valencia (Spagna), Palermo (Italia), Crotone (Italia) e Villa San Giovanni (Italia), ha l’obiettivo specifico della creazione di una Rete di Laboratori Territoriali di progettazione negoziata, intesi come il contesto nel quale tutti i soggetti interessati - amministratori pubblici, comunità locali e comunità di immigrati, operatori economici, ecc. - partecipano attivamente alla progettazione dello spazio urbano, definendo principi, criteri, linee guida e strumenti orientati alla rigenerazione urbana, economica e sociale. Nella presente trattazione sono illustrati i primi risultati sperimentali inerenti il Laboratorio Territoriale di Crotone. Lavoro svolto in parti uguali da entrambi gli autori ITRODUZIOE el corso degli anni si è assistito al passaggio da una visione economicistica dello sviluppo, che ne misurava i livelli solo attraverso i valori della crescita del reddito e del prodotto interno lordo, ad una nuova visione in cui lo sviluppo diventa “sociale”, connesso ad una serie di variabili collettive, come istruzione, sanità, diritti civili e politici, tutela delle minoranze, essenziali nel processo ormai acquisito della “sostenibilità”. Il concetto di sviluppo sostenibile è, pertanto, indubbiamente connesso alle problematiche inerenti il progresso economico, ma risulta altresì indissolubilmente legato alle dinamiche sociali. I processi migratori sono stati componente essenziale e decisiva nella storia della nostra società, sia come fenomeno destrutturante, in riferimento alle aree di partenza, sia come fattore di trasformazione delle aree di nuovo insediamento. Le analisi sociologiche condotte negli ultimi anni hanno sottolineato la connessione tra immigrazioni, riorganizzazione economico-produttiva, trasformazione delle aree urbane e rurali, e quindi sviluppo. Molte di queste connessioni hanno prodotto fasi significative nella storia delle città; la nascita di quartieri, le esperienze di partecipazione e di decentramento possono essere considerate come significativi effetti dei processi di inurbamento avvenuti nei decenni passati. Sotto la pressione dei flussi migratori tutte le aggregazioni urbane tendono a ricostruire una propria identità, ricomponendo al proprio interno un nuovo equilibrio ed un nuovo ordine, dove il rapporto tra popolazione autoctona e straniera gioca un ruolo fondamentale. Paesi e organizzazioni internazionali guardano sempre più alle migrazioni come a un fenomeno in grado di produrre un impatto positivo sostanziale sullo sviluppo. Tuttavia, il punto di partenza deve essere rappresentato dall’attuazione di appropriate politiche di integrazione. Governare i processi migratori significa non accettarli come dato di fatto, bensì affrontarli come un fenomeno complesso, di cui è necessario massimizzare l’impatto positivo e ridurre quello negativo. La posta in gioco è altissima e comprende, tra gli altri fattori, la sicurezza, il benessere ed i diritti umani fondamentali, non solo dei migranti ma delle società coinvolte nel loro complesso. In questo processo, sono innanzitutto necessarie politiche migratorie eque e sostenibili, che medino efficacemente gli interessi, i diritti e le paure delle popolazioni coinvolte. L’obiettivo è la valorizzazione del ruolo primario degli individui, insieme ai fabbisogni di cui sono portatori, da considerare come attori delle politiche e come risorse fondamentali delle stesse. Il punto centrale è che le questioni dell’integrazione e dell’intercultura non possono limitarsi ad essere trattate in programmi, iniziative ed azioni specifiche e isolate; esse devono permeare l’intera politica a scala comunale, intercomunale e territoriale, attraverso la pianificazione fisica e quella sociale. Vista la cogenza di tali tematiche, il Laboratorio di Pianificazione Territoriale dell’omonimo Dipartimento dell’Università della Calabria, ha voluto, quindi, far parte di una Operazione Quadro Regionale di cui è capofila la Regione Calabria, in riferimento allo sviluppo di nuovi approcci riguardanti le politiche migratorie in un mondo in continuo cambiamento, e sul quale verte la trattazione del contributo in esame. 1. REALTÀ URBAE A COFROTO SUL TEMA DELL’ITERCULTURALITÀ: IL PROGETTO CITY TO CITY Le politiche migratorie rappresentano uno degli argomenti di importanza prioritaria nell’agenda economica e politica dell’Unione Europea, dal momento che le migrazioni costituiscono non solo un fattore chiave delle relazioni economiche e sociali, ma anche un elemento di opposizione e di tensione nelle relazioni internazionali. In tale contesto si inserisce l’Operazione Quadro Regionale City to City, che fa parte del Programma di Iniziativa Comunitaria Interreg IIIC Sud. L’OQR sopra citata, avviata nell’ottobre 2006 e la cui conclusione si prevede nel luglio del 2008, pone particolare attenzione alla creazione di nuovi approcci alle politiche economiche ed alle opportunità di sviluppo e integrazione risultanti dai movimenti finanziari così come dalla forza lavoro, ed è attuata da un gruppo di autorità regionali o istituzioni equivalenti che hanno lo scopo di scambiarsi esperienza su metodologie e attività basate su progetti La partnership è costituita da Regione Calabria (capofila), Veneto Lavoro (Italia), Sicilia (Italia), Municipalità di Valencia (Spagna), Federazione delle Autorità Locali Valenciane (Spagna), London Borough of Enfield (Regno Unito), TuTech Innovation GmbH (Germania), Livani (Latuania), Turunç (Turchia), West Sweden (Svezia), Cambridgeshire County Council (Regno Unito). Il modello strategico scelto è basato sull’idea di “cittadinanza comunitaria”, ovvero sulla convinzione che in un contesto europeo debbano essere riconosciuti tutti gli specifici modelli di aggregazione di diversi gruppi provenienti da vari contesti etnici. Il più ovvio di questi modelli organizzativi consiste nell’ospitare questi gruppi, il più semplice consiste nel creare una cittadinanza multiculturale con comunità che vivono in armonia nel loro nuovo ambiente. L’obiettivo generale è quello di massimizzare le opportunità di integrazione fra cittadini europei così come tra europei e cittadini di paesi terzi, attraverso la promozione di reti di comunicazione tra comunità di immigrati, che possono essere “reti lunghe” come i legami tra le comunità e i loro paesi di origine, o “reti corte” come i legami tra le varie comunità all’interno dei loro nuovi paesi di residenza. Gli obiettivi specifici risultano essere: − l’attuazione di buone pratiche nello sviluppo di servizi integrati e interventi che supportino i meccanismi di inclusione delle comunità multietniche, il miglioramento dei diritti civili e la − cittadinanza per le comunità di immigrati; lo sviluppo di reti tra paesi ospiti e paesi di origine, attraverso l’utilizzo di modelli multiculturali; − la creazione di un servizio on-line che curi gli aspetti chiave delle attività dei partners e gli interessi dei soggetti target; − lo sviluppo di partnership interregionali, di metodologie di lavoro comuni e di iniziative di − assistenza tecnica che potranno essere estese in altre regioni e adattate ai nuovi scenari; la realizzazione di un centro di ricerche multi-disciplinare di natura internazionale al fine di facilitare il trasferimento di conoscenza e lo sviluppo di nuovi approcci alla coesione comunitaria, presso gli Uffici di Bruxelles della Regione Calabria - partner capofila del progetto - e che si avvarrà dei contributi di tutti i partners. Per quanto concerne gli impatti positivi previsti sul territorio, è interessante evidenziare gli incentivi alla discussione e allo scambio tra regioni europee riguardo le politiche migratorie, il consolidamento di positivi approcci alle politiche migratorie nelle regioni partners, lo sviluppo di solide basi di cooperazione sostenibile Nord-Sud e Ovest-Est, nonché la diffusione e promozione di reti di integrazione transnazionale come modello di buone pratiche. Le iniziative implementate durante il progetto, sono suddivise in Studi e Analisi (inerenti gli stili di vita e lo spazio urbano, l’integrazione economica, la cittadinanza, la diversità interculturale e la coesistenza), Progetti Pilota (afferenti a tre sotto-programmi: Sviluppo di attività economiche, Pari opportunità e lotta alla discriminazione, Cultura urbana multietnica e suo radicamento nel territorio), e Centro Ricerche (finalizzato alla condivisione di conoscenze, buone pratiche e servizi basati sull’approccio tecnologico). Nello specifico, per quanto concerne i Progetti Pilota, è necessario approfondire i tre sottoprogrammi sopra menzionati. L’aera tematica relativa allo sviluppo di attività economiche è orientata al supporto delle attività economiche di iniziativa dei cittadini immigrati nei paesi in cui si sono stabiliti, tramite microcredito, benefici e aiuti, formazione. Più nel dettaglio, si vuole promuovere il coinvolgimento degli operatori dei paesi di origine, offrire agli immigrati la possibilità di svolgere il ruolo di mediatori culturali - soprattutto nei settori del turismo internazionale e delle esportazioni - migliorare i trasferimenti legali di rimesse economiche e promuovere progetti basati sull’uso di trasferimenti di denaro per favorire lo sviluppo nei paesi d’origine. In questa area tematica rientrano i progetti pilota BPR - Business Promotion Rainbow e MIDIT Migrants Development and Integration Tools. Il primo mira a sostenere le attività imprenditoriali e lo sviluppo di imprese d’iniziativa degli immigrati nei paesi di origine ed ospiti, sviluppando le conoscenze e le capacità dei potenziali imprenditori immigrati, sperimentando nuove iniziative e dimostrandone i diretti effetti economici positivi, nonché rafforzando la rete di collegamenti tra l’ospite ed il paese di origine. Il secondo, invece, punta a fornire informazioni, supporto e mediazione per l’integrazione degli immigrati nel mercato del lavoro, attraverso il potenziamento delle abilità e delle competenze degli stessi, i contatti con le PMI ed una piattaforma multi-lingua e multi-canale che fornisce servizi innovatori ad immigrati e operatori. L’aera tematica relativa alle pari opportunità e lotta alla discriminazione é orientata ad organizzare, soprattutto presso le comunità femminili, iniziative per facilitare una migliore distribuzione dei carichi di lavoro in ambito domestico, come asili nido o servizi di consulenza familiare, favorire le relazioni con le comunità dei paesi di origine, perseguire la lotta contro la prostituzione e ogni forma di costrizione personale, ed agevolare la fruizione dei servizi sociosanitari, la scolarizzazione dei bambini, la creazione di sistemi che permettano la produzione e la fruizione e la vendita di prodotti propri. In questa area tematica rientrano i progetti pilota InsO - Inside/Outside: Empowering and including migrant women and families e EASY - Equal Access to Social Services Yes. Il primo si interessa, prioritariamente, di sostenere l’integrazione delle donne immigrate ed aumentare le loro opportunità. I territori interessati dal progetto presentano caratteristiche demografiche e socio-economiche simili, così come gli ostacoli all’integrazione; si tratta di aree urbane di grandi città che presentano zone molto ricche accanto ad altre estremamente povere, interessate da notevoli flussi migratori. Il progetto, pertanto, mira a favorire l’accesso alle informazioni e ai servizi pubblici e privati per le donne immigrate e le loro famiglie, migliorare il funzionamento congiunto tra i servizi pubblici e le organizzazioni non governative per soddisfare le loro esigenze, nonché rilevare l’impatto di tali miglioramenti ai servizi sulle donne e sulle famiglie. Mentre il secondo si basa sulla promozione dell’integrazione degli immigrati nelle società europee e sul miglioramento del loro accesso ai sistemi pubblici di protezione sociale. Le attività principali vertono sulla mediazione sociale ed interculturale e sull’offerta di servizi socio-sanitari, in cui la figura del mediatore è decisamente importante per l’integrazione degli immigrati. L’aera tematica relativa alla cultura urbana multietnica e suo radicamento nel territorio è indirizzata a realizzare attività che, attraverso l’utilizzo di reti esistenti, favoriscano la partecipazione delle comunità di immigrati alla vita culturale attraverso il cinema, gli spettacoli, la musica; si mira al rispetto delle diversità culturali, specialmente nei percorsi educativi, a promuovere modelli di auto-rappresentazione delle condizioni di vita in Europa, per facilitare politiche di integrazione e intercedere presso le istituzioni locali, a creare centri di prima accoglienza dedicati a coloro che cercano asilo, rifugio o casa e a prevedere punti informativi sulle offerte di lavoro a livello locale, nonchè al coordinamento con altre istituzioni locali per stimolare azioni concrete negli spazi urbani di maggiore concentrazione di immigrati. In questa area tematica rientra il progetto pilota RE.LA.TE. - Territorial Regional Laboratories, il cui fine ultimo è quello di generare gli strumenti per la progettazione urbana e l’integrazione socio-culturale, favorendo le relazioni e le diversità interculturali. Il progetto affronta le tematiche inerenti i flussi migratori nel contesto euro-mediterraneo, con lo scopo di definire nuovi modelli nell’ambito della progettazione urbana, indirizzando le azioni sulle unità e sui distretti esistenti, mediante l’uso di nuove metodologie di partecipazione mirate all’acquisizione della consapevolezza dei propri diritti da parte delle comunità di immigrati. 2. RE.LA.TE.: TERRITORIAL REGIOAL LABORATORIES Il progetto pilota RE.LA.TE. - Regional Territorial Laboratories contribuisce alla realizzazione di strumenti e metodi per definire nuovi scenari della città “multietnica”. La Partnership è così composta: DAACM - Università Mediterranea di Reggio Calabria (leader partner), Italia; Associazione Eurokom, Italia; Associazione Valenciana per l’aiuto ai Rifugiati (AVAR), Spagna; Comitato Permanente Partenariato Euromediterraneo dei Poteri Locali e Regionali (COPPEM), Italia; Comune di Villa San Giovanni, Italia; Comune di Crotone, Italia; Comune di Palermo, Italia; Centro di Ricerche Economiche e Sociali per il Meridione (CRESM), Italia; Mancomunidad la serranía, Spagna; Movimiento contra la intolerancia (MCI), Spagna; Psicologos Sin Fronteras, Spagna; Unione degli assessorati alle politiche socio-sanitarie e del lavoro d’Italia, Italia; Dipartimento di Pianificazione Territoriale (rappresentato dal Laboratorio di Pianificazione Territoriale) - Università della Calabria, Italia. Il progetto pilota viene attuato in quattro aree di intervento - Valencia (Spagna), Palermo (Italia), Crotone (Italia) e Villa San Giovanni (Italia) - e le attività, svolte con l’accordo e la collaborazione di tutti i partners, ciascuno secondo le proprie specifiche competenze, hanno l’obiettivo specifico della creazione di una Rete di Laboratori Territoriali di progettazione negoziata, intesi come il contesto nel quale tutti i soggetti interessati - amministratori pubblici, comunità locali e comunità di immigrati, operatori economici, ecc. - partecipano attivamente alla progettazione dello spazio urbano, definendo principi, linee guida ed interventi finalizzati alla riqualificazione urbana, economica e sociale. Il progetto contribuisce, dunque, alla realizzazione di strumenti per la costruzione di una “città etica” promuovendo: − l’applicazione di regole di civile coesistenza ispirate al rispetto delle differenze e al riconoscimento del loro valore, al fine di rinsaldare i legami culturali tra i popoli, dilatare l’area del benessere alle regioni periferiche e sviluppare occasioni di incontro, dettate anche da comuni e legittimi interessi; − nell’ambito dei processi di pianificazione urbana, i temi del rapporto tra le culture nel rispetto delle differenze, del recupero dell’identità semantica degli spazi urbani, delle nuove centralità urbane secondo la teoria dell’aggregazione interetnica, dei diritti della cittadinanza e dei doveri della coesistenza, del ruolo delle imprese per il superamento delle barriere culturali, del ruolo delle istituzioni per l’accoglienza; − processi di pianificazione negoziata e modelli di partecipazione nell’organizzazione dello spazio urbano. Il progetto prevede 5 Unità, ciascuna delle quali fa riferimento ad un aspetto specifico del progetto stesso. L’Unità 1 - Coordinamento ed organizzazione, il cui partner responsabile è il DAACM dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, prevede la gestione di una Cabina di Regia che, mediante il coinvolgimento e la continua interazione con tutti i partners, deve garantire il rispetto delle tempistiche e delle azioni previste dal progetto. L’Unità 2 - Sensibilizzazione e comunicazione, il cui partner responsabile è il COPPEM di Palermo, prevede la realizzazione di attività di sensibilizzazione e di animazione territoriale nei luoghi di incontro tra le diverse comunità - ad esempio parrocchie, campi di accoglienza, partiti locali, scuole, centri sociali di aggregazione - finalizzate a favorire la reale integrazione tra le parti, nonché la divulgazione degli obiettivi, della metodologia e dei risultati attesi dal progetto pilota in ognuna delle 4 aree di indagine. L’Unità 3 - Sviluppo di modelli di partecipazione, il cui partner responsabile è l’AVAR di Valencia, è incentrata sulla ricerca e sperimentazione di strumenti e metodi innovativi di pianificazione partecipata nell’ambito delle aree di intervento individuate dal progetto. L’obiettivo consiste nel provare a definire un modello di pianificazione e progettazione partecipata dello spazio urbano interattivo e plurale, in grado di favorire l’aggregazione e la cooperazione dei diversi attori coinvolti nelle trasformazioni urbane, come cittadini e rappresentanti delle comunità locali, migranti, enti pubblici e privati. Il punto di partenza consiste nello studio delle buone prassi di pianificazione partecipata, quali: − Easw (European Awarness Scenario Workshop, adottata dalla Commissione europea nel 1994 per promuovere dibattiti pubblici e garantire la partecipazione alla pianificazione sostenibile); − Strategic Choice (un processo ciclico interattivo nel quale gli attori locali - tecnici e politici partecipano a sessioni di lavoro per decidere in condizioni di incertezza, di urgenza, di carenza di risorse e di conflitti di interesse); − Appreciative Inquiry (approccio col quale si leggono i processi di cambiamento che interessano le organizzazioni e le comunità attraverso le motivazioni e le impressioni dei − diversi attori); Visioning (metodo che permette la costruzione di scenari futuri o prefigurazione degli scenari che gli abitanti vorrebbero vedere realizzati). Il progetto prevede la costituzione di gruppi di studio, che lavorano in autonomia, secondo le specificità dell’area in cui operano, in modo da valutare il modello più appropriato da applicare all’area di progetto. Contemporaneamente, sono previsti seminari di lavoro congiunto tra i partners volti allo scambio di informazioni, alla diffusione delle buone prassi di partecipazione sperimentate e alla verifica dei presupposti di ripetibilità delle esperienze prodotte, perseguendo l’obiettivo di allargare la base sociale su cui si costruisce il progetto della città “multietnica”, attraverso il coinvolgimento delle amministrazioni e di tutti gli attori locali, cittadini e migranti. L’Unità 4 - Laboratori territoriali, i cui partners responsabili sono Mancomunidad La Serrania di Valencia - per quanto concerne la componente sociologica - ed il Dipartimento di Pianificazione Territoriale dell’Università della Calabria - per quanto concerne gli aspetti urbanistici, ha l’obiettivo di promuovere nuove esperienze di pianificazione urbanistica, basata su processi di partecipazione in grado di coinvolgere la comunità locale e i diversi gruppi di immigrati presenti sul territorio, per la costruzione di spazi sociali ed urbani integrati e rispettosi delle diversità. La base di partenza è l’attivazione dei 4 Laboratori Territoriali, uno per ogni area di progetto Valencia (Spagna), Palermo (Italia), Crotone (Italia) e Villa San Giovanni (Italia) - in cui svolgere attività di ricerca e progettazione sul campo attraverso work group di professionisti che, insieme alle comunità interessate, definiscono i comparti urbani su cui intervenire e, in base alle problematiche e alle potenzialità emerse, valutano le modalità con cui operare. Le azioni dei laboratori, con l’obiettivo di favorire l’integrazione degli immigrati sia in contesti urbani che rurali, consistono, tra l’altro, nel rilevamento del degrado edilizio che caratterizza gli spazi occupati dagli immigrati - con particolare riferimento ai luoghi della residenza, del lavoro, della formazione, del commercio e dello svago - e nella definizione delle modalità d’intervento per il miglioramento della qualità urbana e della vita. In altri termini, si mira a realizzare uno strumento di progettazione - quale il Laboratorio Territoriale - in grado di produrre proposte progettuali di riqualificazione urbana attraverso percorsi partecipati, principi fondamentali e linee guida per la pianificazione della città “multietnica” e l’integrazione socio-culturale. Tali risultati dovranno essere trasferibili anche in contesti diversi da quelli in cui sono stati sperimentati, purché presentino caratteristiche simili, sia in relazione all’assetto urbano ed ambientale che al fenomeno migratorio. L’Unità 5 - Elaborazione dei prodotti e diffusione dei risultati, il cui partner responsabile è il Dipartimento di Pianificazione Territoriale dell’Università della Calabria, prevede la costituzione di un focus group transnazionale, che ha il compito di fornire il quadro conoscitivo delle dinamiche e dei fattori che favoriscono o ostacolano i processi di integrazione degli immigrati nei contesti territoriali del progetto, nonché realizzare strumenti a supporto dello sviluppo di una città “multietnica”, in grado di favorire la condivisione dello spazio urbano, inteso quale luogo dell’abitare e del vivere sociale, tra soggetti culturalmente differenti. Nello specifico, l’Unità 5 prevede la realizzazione dei prodotti finali del progetto pilota: − l’Handbook RE.LA.TE per costruire i nuovi scenari urbani della città “multietnica”, una guida di facile fruizione destinata a tecnici, esperti, attori locali ed istituzioni competenti, che contiene osservazioni sul fenomeno della multiculturalità urbana nelle aree di progetto, buone prassi e linee guida per la pianificazione partecipata multicultural-oriented sia in contesti urbani che rurali − la Carta europea dei servizi multicultural-oriented, avente standards europei, che descrive i bisogni di integrazione, i principi fondamentali su cui basare i servizi sia per gli immigrati cha per i cittadini residenti al fine di favorire processi di integrazione attraverso la garanzia del “diritto al rispetto della differenza”, gli indicatori di valutazione, nonché le azioni per rafforzare e diffondere il concetto di cittadinanza attiva presso gli immigrati. 3. IL LABORATORIO TERRITORIALE DI CROTOE Il laboratorio di Crotone nasce come laboratorio urbano per poi allargare il campo di intervento al livello provinciale, mediante stipula di un protocollo di intesa tra il Comune di Crotone e i Comuni di: Cirò Marina, Cutro, Isola Capo Rizzuto, Rocca di Neto e Strongoli. A livello territoriale, infatti, sono carenti iniziative volte all’integrazione dei cittadini stranieri che vi risiedono che discutano e propongano soluzioni su aspetti interessanti quali: il collocamento nel mondo del lavoro e l’incontro domanda-offerta di lavoro, la formazione e la riqualificazione professionale degli adulti, l’apertura di sportelli di informazione e di consulenza, il sostegno e la protezione dei minori stranieri non accompagnati. Infatti, facendo riferimento al dato relativo agli stranieri residenti, al 31 dicembre 2005, emerge un valore rilevante, ai fini dell’indagine, non tanto a livello comunale, dove si può parlare più che altro di popolazione fluttuante, ma a livello provinciale, in riferimento a cui l’1,7% (2.991 unità) della popolazione residente è straniera. Tale popolazione è distribuita in maniera eterogenea, con un picco, appunto, nei comuni di Crotone (34,4%), Isola Capo Rizzuto (15,3%) e Cirò Marina (13,7%). L’8,3% degli stranieri è localizzato a Cutro, comunque seguito, per popolazione straniera da Cotronei, Melissa, Strongoli e Rocca di Neto. Gli altri comuni presentano, invece, una presenza straniera inferiore al 2% o quasi nulla (Pallagorio, San Nicola dell’Alto, Umbriatico).Tuttavia il comune con maggiore densità di stranieri è Isola Capo Rizzuto (3,92), seguito da Cirò Marina e Melissa (2,44), Cutro (1,97) e Cotronei (1,60). Il comune di Crotone segue con una densità di stranieri di 1,50, ossia ogni 100 cittadini residenti 1,50 proviene da oltre confine; chiude, invece, la lista dei comuni per densità demografica di stranieri San Nicola dell’Alto, dove ogni 100 persone residenti solo lo 0,19 è straniero. 3.1 I soggetti coinvolti nella gestione del laboratorio La gestione dell’indagine sulla condizione degli immigrati è stata affidata dal Comune di Crotone, supervisionato per quanto concerne gli studi sociologici dalla Mancomunidad La Serrania, mentre per quanto concerne gli studi urbanistici dal dipartimento di Pianificazione Territoriale dell’Università della Calabria, alla Caritas Diocesana di Crotone, che ha analizzato i dati quantitativi inerenti la situazione degli immigrati, nonché, mediante attività di partecipazione attiva all’interno del laboratorio, i loro stili di vita, il loro grado di integrazione, i loro pensieri, i loro atteggiamenti nei confronti della città, della popolazione e del lavoro. I soggetti interessati direttamente e indirettamente dalle suddette attività sono i seguenti, in relazione ai quali vengono evidenziati i servizi specifici agli immigrati. − Comune di Crotone: si occupa in primis della realizzazione del progetto sugli immigrati, che consiste nella realizzazione di un centro denominato CACEC “Centro Accoglienza Cittadini Extra-Comunitari“, volto alla valorizzazione e allo sviluppo di competenze per gli immigrati. Il progetto, pertanto, intende realizzare azioni capaci di favorire l’inserimento socio-culturale di soggetti a rischio di esclusione sociale quali gli immigrati; intervenire per superare problemi anche individuali di integrazione; collegare in una Rete stabile di partenariato locale soggetti coinvolti a diverso titolo nel processo di integrazione di cittadini stranieri; prevedere servizi di sostegno, informazione e orientamento collegati in forma integrata; fornire assistenza medica e culturale. − Provincia di Crotone: studia il fenomeno delle immigrazioni attraverso l’attività dell’Osservatorio sulle Politiche Sociali, servizio istituito per rispondere a esigenze più generali, ma che sta rivolgendo sempre più attenzione all’immigrazione; si occupa dell’avvio del progetto “Sakan”, uno sportello informativo per gli immigrati che vivono nel territorio − crotonese. PROCIV Crotone e PROCIV-ARCI di Isola Capo Rizzuto: fornisce servizio di protezione civile e antincendio presso il CPA di S. Anna, assistenza in occasione dell’emergenza rappresentata dagli sbarchi, prima accoglienza ai clandestini nel campo profughi S. Anna, con servizio medico, alloggiamento in abitazioni messe a disposizione dalle autorità competenti e distribuzione pasti; gestisce, in collaborazione con il Comune di Isola Capo Rizzuto (Progetto Fer), alcuni servizi di seconda accoglienza per richiedenti asilo politico presso il centro servizi di S. Anna. − Prefettura: gestisce il Centro di Prima Accoglienza di S.Anna; eroga sussidi economici per il sostentamento dei richiedenti asilo; coordina lo Sportello Unico per l’Immigrazione del Consiglio Territoriale per l’Immigrazione della Provincia di Crotone; si occupa della richiesta di nulla-osta per il ricongiungimento familiare e del rilascio del nulla-osta per lavoro subordinato e del relativo permesso di soggiorno. − Questura: si occupa delle procedure previste dalla legge in merito alla identificazione dei profughi e al successivo iter relativo alla presentazione di domanda per il riconoscimento dello status di rifugiato; gestisce lo Sportello Unico per l´Immigrazione, a cui vengono inviate le istanze sia per il permesso che per la carta di soggiorno. − Camera di Commercio di Crotone: cura i rapporti e le indicazioni specifiche sull’utenza immigrata svolti ogni anno attraverso il Rapporto Polos o altri documenti predisposti − dall’Ufficio Studi; eroga agli immigrati gli stessi servizi previsti per le altre imprese e ditte. Centro per l’impiego di Crotone: studia l’incrocio domanda/offerta di lavoro relativamente all’utenza immigrata, mediante ricerca presso le banche dati e lo Sportello Unico per l’immigrazione; gestisce le schede professionali dei lavoratori; inserisce i nominativi nell’elenco anagrafico telematico, in collegamento con le Agenzie private. − Inps di Crotone: indaga sul lavoro non regolare, sia per lavoratori immigrati che autoctoni e relativi alle collaboratrici domestiche non italiane; eroga informazioni tramite il sito internet su due temi principali, inerenti l'inserimento nel mercato del lavoro, tenendo presenti la nuova normativa sull'immigrazione e sulla condizione dello straniero, l'ingresso di nuovi Paesi nell'Unione Europea e la recente riforma del mercato del lavoro; si occupa delle tutele assistenziali e previdenziali previste per i lavoratori stranieri per l'occupazione, la pensione, la famiglia, la salute, in base ai principi della territorialità dell'obbligo assicurativo e della parità di trattamento rispetto ai lavoratori italiani. − ASL ;. 5 di Crotone: offre assistenza ai cittadini italiani emigrati all’estero, agli stranieri inseriti in nuclei familiari italiani, ai cittadini stranieri extra-comunitari con copertura assicurativa, ai cittadini stranieri senza copertura sanitaria, ai clandestini e irregolari, nonché − fornisce assistenza sanitaria presso il CPA di S. Anna. Associazione Misericordie: gestisce 2 case di accoglienza per immigrati ad Isola Capo Rizzuto, con la capienza rispettivamente di 15 posti (donne/ragazze) e 10 posti (uomini). − CARITAS Diocesana Crotone - Santa Severina: offre servizi di assistenza legale, sostegno socio-psicologico, assistenza a rifugiati e richiedenti asilo, accoglienza di 13 profughi e perseguitati politici, già finanziato dalla CEI con l’utilizzo di fondi dell’8 per mille; svolge presso il CPA corsi di alfabetizzazione per l’utenza immigrata; elabora il Dossier statistico sull’immigrazione Caritas/Migrantes. − COOP. AGORA’ KROTO; O;LUS: offre assistenza ai rifugiati e ai richiedenti asilo, anche mediante lo Sportello Sakan, da poco attivato in collaborazione con la Provincia e la Regione, eroga servizi inerenti la consulenza e l’orientamento legale e sociale, le attività informative e formative (depliant, incontri e campagna stampa), i corsi brevi di lingua italiana, l’utilizzo di postazioni Internet, l’assistenza nella preparazione della documentazione relativa sia alle richiesta del primo permesso di soggiorno, del ricongiungimento familiare, della Carta di − Soggiorno e della cittadinanza, che al rinnovo del permesso di soggiorno e ai ricorsi amministrativi e giudiziari. Croce Rossa Italiana: si occupa della gestione del Centro di identificazione e di prima accoglienza di S. Anna, curando l’organizzazione generale dei servizi, la distribuzione del vitto, degli indumenti e dei prodotti per l’igiene personale; eroga assistenza sociale e di prima accoglienza per il CPA, assistenza legale per i casi di ricongiungimento familiare, assistenza ai minori, accompagnamento e assistenza ai soggetti bisognosi di cure mediche; coadiuva, in situazioni di emergenza la Misericordia nel trasporto in autolettiga, presso il CPA. − Consorzio pubblico CO.PRO.S.S.: si occupa dell’attuazione del Progetto Safira “Programma di assistenza e integrazione per donne vittime della tratta”. Questo progetto ha previsto la realizzazione di un “Centro residenziale di accoglienza per donne vittime di abuso”, ubicato nel comune di Cirò Marina, il cui obiettivo principale è quello di sottrarre alle condizioni di sfruttamento sessuale donne, anche minori, vittime della tratta, per le quali è previsto un programma di assistenza, protezione ed integrazione sociale, nel rispetto delle loro tradizioni − culturali, linguistiche e religiose. Cooperativa sociale Onlus CO.RI.S.S.: gestisce un Centro di accoglienza temporanea “Domus”, situato nel Comune di Melissa. Il Centro nasce nel 2002 in convenzione con l’Amministrazione Provinciale di Crotone, offre un servizio per soggetti in povertà estrema (nuclei familiari che versano in disagiate condizioni economiche, donne in difficoltà, minori/adolescenti fragili, profughi), attivandosi nel tentativo di superare la parzialità e la separazione tra momento di prevenzione, cura, riduzione del danno e recupero. − A;OLF( Associazione ;azionale oltre le Frontiere) – CISL: eroga servizi inerenti le attività di informazione ed assistenza agli immigrati, realizzando corsi di formazione professionale con l’alfabetizzazione e formazione sui diritti e le azioni di tutela degli immigrati, nonché svolge attività di mediazione domanda-offerta di lavoro. − CGIL: organizza periodicamente corsi di lingua italiana, incontri formativi con immigrati su nuove disposizione legislative, corsi di cultura generale ed informatica, offrendo, inoltre, il servizio di consulenza ed assistenza in ambito legale, oltre che di assistenza contrattuale. − CSIL: si occupa di offrire assistenza nelle pratiche di regolarizzazione, nei permessi di soggiorno, nell’inserimento degli immigrati nel contesto scolastico, nei contratti delle colf immigrate, tutelando i diritti degli immigrati stessi e dando loro anche indicazioni ed informazioni di tipo sanitario. Inoltre, ha realizzato con cadenza periodica corsi di alfabetizzazione ed attività di formazione professionale rivolta all’utenza immigrata sui temi della mediazione culturale, dell’incontro domanda-offerta di lavoro, prestando altresì consulenza contrattuale ed organizzando corsi per mediatore culturale, nonché un corso per − addetto al telelavoro, utilizzando lo IAL Cisl. UIL: eroga servizi specifici all’utenza immigrata inerenti i diritti e doveri dei cittadini stranieri in Italia, le ricerche e/o offerte di lavoro, i diritti e doveri dei lavoratori delle diverse categorie, il contatto con altri stranieri e loro associazioni, il problema famiglia. 3.2 I dati quantitativi preliminari Per come riportato nella Tabella 1, la maggior parte della popolazione straniera residente (63%) proviene da Paesi europei, in particolare dalla zona centro-orientale del continente. Il 24% arriva, invece, dall’Africa, e, in larga predominanza, dai Paesi situati nella zona settentrionale. Il 10% degli straneri residenti alla data delle indagini, si muove dall’Asia, soprattutto centro-meridionale ed orientale. È partito, infine, dall’America per risiedere a Crotone, solo il 2 % degli stranieri. Sempre alla stessa data, non risultavano stranieri provenienti dal continente oceanico. Tabella 1 Provenienza per continenti della popolazione straniera nella Provincia di Crotone Europa Africa Asia America Oceania Totale 1894 728 287 82 0 2991 63% 24% 10% 3% 0% 100% Fonte: Elaborazione Osservatorio Politiche Sociali su dati comunali 32.12.2005 Inoltre, il numero di stranieri che risiede nella provincia proviene (si veda Grafico1) per il maggiore numero dal Marocco (583 unità), seguito dall’Ucraina (570 unità), dall’Albania (237 unità), dalla Polonia (181 unità), dalla Serbia (150 unità), dalla Cina (128 unità), dalla Russia (128 unità). Totale Femmine 1200 Mas chi 1000 800 600 400 200 0 M aro cco Ucraina A lb ania Po lo nia Romania Serb ia e M ont enegro Cina Rep. Pop o lare Russia Fed erazio ne Germania Grafico 1 Nazionalità a maggiore flusso di provenienza Facendo riferimento ai comuni che hanno sottoscritto il protocollo di intesa, sono state eseguite delle analisi puntuali per ciascuno di essi inerenti i cittadini stranieri iscritti in anagrafe al 31 dicembre 2006 per sesso, cittadinanza e classe di età; alcuni dei suddetti dati sono di seguito riportati nella Tabella 2 . Tabella 2 Cittadini stranieri per classi di età Comune di Crotone Classi di età Maschi Femmine 0-18 121 110 19-36 172 258 37-55 162 277 56-80 24 7 479 652 Totale 1.131 Comune di Cirò Marina Classe di età Maschi Femmine 0-18 60 57 19-36 71 91 37-55 50 62 56-80 11 9 192 219 Totale 411 Comune di Cutro Classe di età Maschi Femmine 0-18 29 26 19-36 47 43 37-55 50 41 56-80 5 9 131 119 Totale 250 Comune di Isola Capo Rizzuto Classe di età Maschi Femmine 0-18 50 37 19-50 197 169 56-80 45 24 Comune di Rocca di eto Classe di età Maschi Femmine 0-18 7 5 19-36 12 15 37-55 15 13 56-80 3 2 37 35 Totale 72 Comune di Strongoli Classe di età Maschi Femmine 0-18 11 7 19-36 15 27 37-55 20 23 56-80 3 2 49 59 Totale 180 299 Totale 230 522 Interessante è anche il numero totale di stranieri iscritti al Centro per l’impiego di Crotone e Cirò Marina, pari a 702 unità. Nel CPI di Crotone sono iscritte 594 unità di cui 342 maschi e 252 femmine, mentre nel CPI di Cirò Marina gli iscritti scendono a 108 con la presenza di 38 maschi e 70 femmine. Di questi il 3% è in possesso di una laurea, lo 0,8% di un attestato di qualifica, il 4% di un diploma di scuola media superiore, il 29% è in possesso della licenza elementare media, mentre il 10% non è in possesso di alcun titolo. Alla crescita del tessuto economico della provincia hanno contribuito, inoltre, anche gli imprenditori extracomunitari, il cui numero è aumentato con continuità negli ultimi anni. Il numero delle imprese di extracomunitari è salito, infatti, dalle 368 registrate a fine 2004 alle 415 di fine 2005 con un tasso di sviluppo del 12,8%, ben superiore al tasso medio registrato nella provincia pari al 1,5%. Il tasso di sviluppo (12,8%) è inferiore alla media nazionale (15,4%), ma superiore alla media regionale (10,2%), segno che la provincia rappresenta un’area a maggiore attrattività di nuove imprese di proprietà di immigrati, rispetto ad altre province calabresi. Negli ultimi 5 anni gli imprenditori individuali extra-Ue nella nostra provincia sono raddoppiati, con un saldo attivo di 208 imprese e un tasso di sviluppo che ha raggiunto il picco assoluto nel 2002 con un tasso medio di crescita del 20,7% nei dodici mesi. La crescita dell’imprenditoria di origine extra-comunitaria, seppure in decelerazione negli anni 2003-2004, ha fatto registrare una nuova impennata nell’anno 2005 e costituisce un vero motore di crescita soprattutto relativamente alle imprese individuali. L’incidenza delle imprese extracomunitarie sul totale delle imprese registrate è pari al 2,4%. Così come per gli anni passati, aumenta il numero di immigrati che tra i settori di attività sceglie il commercio. Infatti, sul totale delle imprese avviate da soggetti extraxcomunitari, ben il 62,2% (lo scorso anno era il 61%) rientra nel settore del commercio al dettaglio, cui si dovrà aggiungere un 2% operante nel commercio all’ingrosso. Tuttavia, presenze extracomunitarie sono rilevate anche nell’agricoltura con il 5% (lo scorso anno era il 4,8 %) e nelle costruzioni 4,3% (lo scorso anno era il 4 %), così come in misura prossima all’1-2% anche in altri settori quali ricezione turistica, attività ricreative, culturali e sportive, sanità e altri servizi sociali. Significativa anche la presenza di imprese non classificate che costituiscono l’8,2% del totale. In merito al profilo dell’imprenditore extracomunitario, è da rilevare un aumento, rispetto agli anni precedenti, della percentuale di imprese avviate da soggetti con età inferiore ai 30 anni (20% sul totale), anche se la maggioranza delle imprese extracomunitarie (63,2%) è capeggiata da soggetti adulti con età compresa tra 30 e 49 anni; solo il restante 15,1% delle imprese fa riferimento ad extracomunitari ultracinquantenni. Inoltre, l’84% delle imprese ha come titolare o socio lo stesso extra-comunitario, mentre per il 13,3% delle imprese questi detiene la carica di amministratore; per il restante 2,7% l’extracomunitario detiene altre cariche. Qualche cenno va inoltre riservato alla provenienza geografica degli imprenditori extracomunitari ed alla relativa preferenza di settore d’attività (si veda a tal proposito la Tabella 3). Tabella 3 Suddivisione imprese per attività economiche e classe di età imprenditoriale SEZIOI E DIVISIOI DI ATTIVITA' ECOOMICA A 01 Agricoltura, caccia e relativi servizi A 02 Silvicoltura e utilizzazione aree forestali TOTALE < 30 anni 30-49 anni >= 50 anni Titolare/ Socio Amministratore Altre cariche 3 11 5 18 1 0 19 0 0 0 0 0 0 0 PERSOE Extra Comunitari B 05 Pesca, piscicoltura e servizi connessi 0 1 0 0 1 0 1 CB14 Altre industrie estrattive 0 0 0 0 0 0 0 DA15 Industrie alimentari e delle bevande 2 1 2 3 2 0 5 DB17 Industrie tessili 0 0 1 1 0 0 1 DB18 Confez. articoli vestiario -prep. pellicce 0 1 0 1 0 0 1 DC19 Prep. e concia cuoio -fabbr. articoli viaggio 0 0 0 0 0 0 0 DD20 Industria del legno, esclusi mobili fabbr. in paglia 1 2 1 3 1 0 4 DE21 Fabbric. pasta - carta, carta e prod. di carta 0 0 0 0 0 0 0 2 0 0 2 0 0 2 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 1 0 1 DI26 Fabbric. prodotti lavoraz. min. non metallif. 1 4 0 3 2 0 5 DJ27 Produzione di metalli e loro leghe 0 0 0 0 0 0 0 DJ28 Fabbric. e lav. prod. metallo, escl. macchine 1 1 0 1 1 0 2 DK29 Fabbric. macchine ed appar. mecc., installazione 0 0 1 0 1 0 1 DL30 Fabbric. macchine per uff., elaboratori 0 0 0 0 0 0 0 DL31 Fabbric.di macchine ed appar. elettr. n.c.a. 0 0 0 0 0 0 0 DL32 Fabbric. appar. radiotel. e app. per comunicazione 0 0 0 0 0 0 0 DL33 Fabbric. appar. medicali, precis., strumenti ottici 0 2 0 1 0 1 2 DM34 Fabbric. autoveicoli, rimorchi e semirimorchi 0 0 0 0 0 0 0 DM35 Fabbric. di altri mezzi di trasporto 0 0 0 0 0 0 0 DN36 Fabbric. mobili - altre industrie manifatturiere 0 1 0 1 0 0 1 DN37 Recupero e preparaz. per il riciclaggio 0 0 0 0 0 0 0 E 40 Produz. energia elettr., gas, acqua calda 0 1 0 0 1 0 1 DE22 Editoria, stampa e riprod. supp. registrati DG24 Fabbric. prodotti chimici e fibre sintetiche DH25 Fabbric. artic. in gomma e mat. plastiche E 41 Raccolta, depurazione e distrib.acqua 0 0 0 0 0 0 0 F 45 Costruzioni 3 14 1 16 2 0 18 G 50 Comm. manut. e rip. autov. e motocicli 1 5 0 3 2 1 6 G 51 Comm. ingr. e interm. del comm. escl. autov. 1 6 2 8 0 1 9 G 52 Comm. dett. escl. autov - rip.beni pers. 64 149 45 255 3 0 258 H 55 Alberghi e ristoranti 1 9 0 9 0 1 10 I 60 Trasporti terrestri - trasp. mediante condotta 0 1 0 0 0 1 1 I 63 Attività ausiliarie dei trasp. - ag. viaggi 0 0 0 0 0 0 0 I 64 Poste e telecomunicazioni 0 2 0 0 2 0 2 J 65 Interm. mon. e finanz. (escl. assic. e fondi p.) 0 0 0 0 0 0 0 J 67 Attività ausil. intermediazione finanziaria 0 1 0 1 0 0 1 K 70 Attività immobiliari 0 1 1 1 0 1 2 K 71 Noleggio macc. e attrezz. senza operat. 0 0 0 0 0 0 0 K 72 Informatica e attività connesse 1 2 0 1 2 0 3 K 73 Ricerca e sviluppo 0 0 1 0 1 0 1 K 74 Altre attività professionali e imprendit. 0 2 0 0 2 0 2 M 80 Istruzione 0 3 0 2 1 0 3 N 85 Sanita' e altri servizi sociali 0 5 1 4 2 0 6 0 1 0 0 1 0 1 O 92 Attività ricreative, culturali sportive 1 5 0 3 1 2 6 O 93 Altre attività dei servizi 0 6 0 6 0 0 6 O 90 Smaltim. rifiuti solidi, acque scarico e sim. X Imprese non classificate 6 26 2 6 25 3 34 TOTALE 89 263 63 349 55 11 415 Fonte: Infocamere - Unioncamere, Movimprese, 2005 La provenienza degli imprenditori extracomunitari è varia, con una concentrazione di soggetti provenienti dall’Africa settentrionale che, con il 41,2%, è l’area che più contribuisce ad alimentare le fila di questa imprenditoria. Il 20,5% degli imprenditori proviene da altri Paesi europei, ad eccezione di Albania, Turchia e Romania, aree da cui provengono rispettivamente l’1,4%, l’1,7% e lo 0,5% degli imprenditori stranieri. Significative anche le percentuali vicine al 10% per imprenditori provenienti dall’America settentrionale e dalla Cina (rispettivamente 9,6% e 9,2%). 3.3 I primi dati qualitativi inerenti le esigenze degli interessi deboli L’indagine è stata realizzata intervistando un campione rappresentativo della popolazione straniera residente, composto da 100 soggetti scelti nei sei Comuni aderenti al protocollo di intesa e che presentano una popolazione complessiva di stranieri residenti pari a 2.494 unità (al 31/12/2006). I destinatari di questa indagine non sono solo le istituzioni locali che nel loro processo di crescita ed integrazione con una realtà, quella straniera in forte evoluzione, devono promuovere Progetti diretti all’integrazione dei cittadini stranieri residenti in Italia, ma anche gli stessi cittadini stranieri i quali devono avviare un’azione più ampia, volta al rilancio dell'attività dei Consigli Territoriali per l’Immigrazione. Il piano di campionamento costruito per ottenere la rappresentatività statistica degli stranieri a livello territoriale è stato messo a punto utilizzando le seguenti variabili di stratificazione: Sesso, Titolo di Studio, Religione, Paese di nascita (si rimanda a tal proposito alla Tabella 4). L’indagine si è svolta utilizzando lo strumento tecnico dei questionari strutturati, formulati con domande chiuse a risposte multiple e domande aperte. La dinamica dell’intervista prevedeva la somministrazione del questionario direttamente da parte di tre intervistatori presso Parrocchie, Centri di Ascolto e Associazioni Giovanili della Provincia di Crotone, con una durata di circa un’ora. L’affidabilità delle rilevazioni è stata garantita da accurati controlli di qualità e di veridicità sulle interviste svolte. Tabella 4 Caratteristiche del campione SESSO PAESE DI ASCITA RELIGIOE TITOLO DI STUDIO M F ITALIA ESTERO CATTOLICA MUSULMANA LAUREA DIPLOMA LICENZA MEDIA NO RISP. 60 40 10 90 60 40 10 30 40 20 Secondo i dati del campione, il 60% degli stranieri è arrivata in Italia per lavoro, il 20% per ricongiungersi con i propri familiari, il 10% per cambiare vita e il 10% per fuggire dal proprio paese, inoltre il 40% degli stranieri è venuto direttamente in Italia, mentre il 60% è stato in altri paesi prima di arrivare nel nostro. Tra i paesi di transito troviamo la Libia (35%), la Francia (8%), la Germania (7%), la Spagna e la Grecia (5%). É emerso, ulteriormente, che al momento dell’arrivo in Italia il 45% degli stranieri non conosce la lingua italiana, mentre solo il 5% la conosce perfettamente, con un successivo aumento al 90% legato alla permanenza. L’80% degli intervistati, inoltre, dichiara di essere arrivato con amici e conoscenti e solo il 20% con familiari e parenti, giustificando il forte processo di ricongiungimento familiare che avviene dopo l’arrivo in Italia. Tra i problemi più ingenti è emerso quello relativo alla disponibilità di una casa salubre e dignitosa, e i dati raccolti in merito a tale tematica hanno evidenziato che il 40% abita in buone condizioni, il 30% in ottime e solo il 10% non trova adeguate le proprie abitazioni. Inoltre sono emersi gli ulteriori dati: − il 5% abita in quartieri ed il 95% in alloggi o case in affitto, mostrando come nel territorio preso in esame, a prescindere dalla popolazione Rom, non esistano casi di ghettizzazione − come nei grossi centri urbani; il 55% condivide l’appartamento con più di 3 persone, il 25% con 3 persone, il 15% con 2 persone ed il 5% con una sola persona; − il 70% del campione vive con persone della stessa nazionalità, mentre il 30% con persone di diverse etnie. Altra domanda posta è quella inerente la conoscenza di centri di informazione per gli stranieri, a cui l’80% ha risposto positivamente e solo il 20% negativamente, mentre per quanto riguarda il settore dell’associazionismo a favore dei diritti degli stranieri, gli intervistati sottolineano con decisione come siano poche le Associazioni che si occupano del problema dell’integrazione degli stranieri, infatti solo il 5% ha risposto positivamente, mentre 55% negativamente ed il 45% non ha saputo dare alcuna risposta in merito. Per contro, è interessante constatare come il 90% dei soggetti, pur non partecipando attivamente alla definizione di politiche di sviluppo per il territorio, organizzandosi in associazioni, afferma di difendere la propria identità culturale e di credere fortemente di contribuire all’arricchimento culturale del nostro paese. Secondo quanto espresso nel questionario di rilevazione, inoltre, il 50% degli intervistati passa il tempo libero a casa, il 30% in locali pubblici ed il 20% in sale internet, sottolineando la totale assenza di strutture specifiche per donne e consultori familiari per stranieri. Per quanto concerne il mercato del lavoro, invece, suddiviso in mercato di lavoro autonomo sottoforma di impresa e mercato di lavoro dipendente, che ha registrato un aumento del tasso di sviluppo delle imprese extracomunitarie del 12,8%, ben superiore a quello provinciale del 1,5%, i dati registrati sono molto vicini alle proiezioni offerte dal CPI della provincia di Crotone e dalla camera di commercio, infatti il 70% degli intervistati dichiara di essere occupato, mentre il 30% afferma il contrario. Il 57% afferma di lavorare principalmente nel settore del commercio e dei servizi, mentre il 29% nel settore dell’industria ed il 14% nel settore agricolo, facendo emergere la diffusa occupazione nel lavoro autonomo. Per quanto riguarda la retribuzione, la cui distribuzione viene rappresentata nel Grafico 2, il 30% la ritiene adeguata, mentre il restante afferma il contrario. 30 % AFFITTO 15% SPESA 55% FAMIGLIA 0 10 20 30 40 50 60 Grafico 2 Distribuzione della retribuzione COCLUSIOE Quanto detto conduce a una serie di filoni di ricerca e di azione: 1. Promuovere una dimensione inter-comunale della pianificazione sociale e fisica del territorio, in cui la partecipazione della popolazione residente immigrata abbia pari dignità di quella autoctona. 2. Ripensare gli strumenti urbanistici esistenti per implementare tali politiche o proporne di nuovi, qualora quelli esistenti non rispondano più alle esigenze attuali. 3. Rivedere le prassi e gli elementi in cui sono articolati gli strumenti urbanistici - vigenti o previsti dalla normativa - alla luce delle politiche dell’integrazione, mettendo in luce i possibili e non ancora esplorati settori in cui la tematica può operare, affiancando in particolare alla pianificazione fisica quella sociale, e affiancando anche la dimensione della sicurezza. Per la realizzazione dei suddetti intenti, è prevista una fase preliminare che prevede la definizione di criteri utili all’implementazione dei processi partecipati, nonché la redazione di una Carta dei Servizi, la quale, prendendo a riferimento la normativa in materia presente sul territorio nazionale (Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 27 gennaio 1994, e intitolata: Principi sulla erogazione dei servizi pubblici) per la Carta dei Servizi in Italia, si occupa soprattutto dell’organizzazione interna, della regolamentazione e della comunicazione (con il pubblicocliente) dei servizi erogati da un determinato ente pubblico o impresa privata. La Carta dei Servizi fissa obiettivi, risultati e standard qualitativi dell’ente erogatore, inoltre fissa la possibilità del consumatore/utente di rivalersi nel caso in cui tali standard non siano raggiunti. Assume, quindi la forma di un “contratto” tra ente e utente. In un certo senso la Carta dei Servizi prima ha una funzione organizzativa interna (funzione regolativa del processo produttivo) in quanto impone un fine, le regole, la routine ed i metodi per raggiungere tale fine. In seconda battuta rende possibile (attraverso la sua pubblicizzazionecondivisione con il pubblico) una maggiore partecipazione del consumatore-pubblico-cittadino alla gestione dei servizi. In quanto “pubblica” la “Carta dei Servizi” vincola l’erogatore dei servizi ad obiettivi precisi e riconosce specifici diritti dell’utente/consumatore. La Carta dei Servizi, definisce lo standard a cui i servizi devono attenersi e le possibili azioni di verifica e richiesta di risarcimento da parte dei cittadini-utenti. La normativa prevede alcuni obiettivi di fondo nello stilare le singole carte dei servizi che ciascun ente deve redigere. I servizi erogati devono seguire alcune regole precise: − standard di qualità (tecnico-organizzativa) della sua erogazione; − conoscibilità e verificabilità di questo standard; − − controllo da parte degli utenti sulla applicazione dello standard; principio di giustizia nella erogazione dei servizi; garantire il risarcimento del danno derivante dalla eventuale inosservanza dello standard; − garantire una evoluzione migliorativa dello standard basata su verifiche di gradimento da − parte degli utenti ed ottenuta attraverso la negoziazione amministratori/servizi. La Carta dei Servizi specifica per stranieri, parte dal concetto di fenomeno migratorio regolare, che si manifesta in almeno tre diverse forme, che richiedono politiche differenziate. Si tratta di lavoratori stranieri o di rifugiati, richiedenti asilo e protezione temporanea per motivi umanitari o, infine, di ricongiungimenti familiari. La Carta dei Servizi rappresenta uno strumento di informazione sui servizi presenti sul territorio della Provincia/Regione/Comune a sostegno di tutti gli immigrati presenti. Dunque, le finalità della Carta dei Servizi, sono così riassumibili: − Promuovere relazioni con i cittadini stranieri ispirate a collaborazione, trasparenza e miglioramento dei servizi; − Agevolare i cittadini stranieri e aiutarli ad utilizzare nel modo migliore i servizi esistenti; − Favorire un’accoglienza rispettosa dei diritti degli immigrati e delle loro famiglie nei contesti di arrivo; − Promuovere il benessere sociale, individuale e collettivo dei cittadini, e dei cittadini stranieri in particolare, cercando di coinvolgere e attivare tutte le istituzioni e le risorse presenti sul territorio; − Offrire supporto e orientamento ai cittadini immigrati e richiedenti asilo, aiuti in casi di necessità, facilitazione nell'utilizzare i servizi del territorio, cercando di rimuovere eventuali − forme di discriminazione; Sensibilizzare operatori, cittadini e istituzioni sul tema dell’immigrazione e dell’asilo, creando conoscenza reciproca, occasioni di incontro e scambi fra persone di diversa provenienza e cultura; − Consentire ai cittadini stranieri di conoscere i servizi ed utilizzarli per poter esercitare consapevolmente diritti e doveri, e promuovere le necessarie iniziative di miglioramento. La Carta dei Servizi può, infine, fornire informazioni e supporti orientativi su: consulenza legale, mediazione linguistico-culturale, sostegno alle associazioni di immigrati, progetti per favorire le relazioni interculturali, approfondimenti sull’immigrazione e sulle culture migranti, interventi specifici rivolti ai richiedenti asilo e rifugiati, informazioni su diritti e doveri di cittadinanza, su come entrare e rimanere in Italia in regola (permessi di soggiorno, visti d’ingresso, ricongiungimenti familiari, normativa, etc), accedere ai servizi sociali, sanitari e scolastici (consultori, inserimenti scolastici, attività ricreative, asili, etc), accedere ai servizi di prima accoglienza (mense, docce, dormitori, etc) ed ai servizi per la formazione e il lavoro. Bibliografia Brunori L., Di Bernardino C., Piroddi E. (2002) Scenari per l'Europa delle Città, Franco Angeli, Milano. Crippa M.A., Galliani P.F., Piva A. (1997) Cultura e socializzazione nelle città europee del terzo millennio, Franco Angeli, Milano. Innocenti R., Ristori S., Ventura F. (2005) Mutamenti del territorio e innovazioni negli strumenti urbanistici. Atti dell'VIII conferenza della Società Italiana degli Urbanisti, Franco Angeli, Milano. Sandercock L. (2004) Verso cosmopolis. Città multiculturali e pianificazione urbana, Dedalo, Bari. AA.VV., (2005) Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes - XV Rapporto, Nuova Anterem, Roma Developing New Approaches to Migration Policies (The Project, The Resource Centre, Pilot Project), http://www.interregc2c.net ABSTRACT Migrations constitute an extraordinary and indispensable resource in terms of development and economic and cultural growth. The regional operation Framework City to City is inserted in this context, which is part of the Community Initiative Programme Interreg IIIC South. Specifically, the Pilot Project RE.LA.TE. - Regional Territorial Laboratories, pays special attention to the creation of new approaches to economic policies and to the development and integration opportunities resulting from financial movements, induced by migratory flows, and in the same way to the labour force. The Pilot Project, actuated in the four action areas of Valencia (Spain), Palermo (Italy), Crotone (Italy) and Villa San Giovanni (Italy), has the specific objective of the creation of a Network of Territorial Laboratories for negotiated planning, understood as the context in which all the subjects involved - public administrators, local communities and immigrant communities, economic operators, etc. – participate actively in town planning, defining principles, criteria, guidelines and tools aimed at economic and social urban regeneration. This treatise illustrates the first experimental results regarding the Territorial Laboratory of Crotone.