obiettivi emersi durante la fase di consultazione delle imprese e di

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obiettivi emersi durante la fase di consultazione delle imprese e di
PROGRAMMA : RETE INNOVATIVA REGIONALE PER LA
BIOECONOMIA
OBIETTIVI EMERSI DURANTE LA FASE DI CONSULTAZIONE DELLE IMPRESE
E DI ALTRI STAKEHOLDERS NEL CORSO DELLA PRIMAVERA 2016
OBIETTIVO DELLA RETE:
La rete innovativa regionale per la bioeconomia ha l’obiettivo di interessarsi ed
impegnarsi attivamente per favorire lo sviluppo dei settori legati alla bioeconomia, in
primis quelli cui appartengono i componenti della rete. Questi riguardano tre dei quattro
ambiti della specializzazione intelligente messa a punto dalla Regione Veneto1: Smart
Agrifood, Sustainable Living, Smart Manifacturing.
Fare rete significa collaborare al fine di sviluppare un sistema di comunicazione
e di gestione operativo. La Creazione di un forte network infatti permetterà di
mettere a fattor comune determinati aspetti cruciali, che non sarebbero alla
portata dei singoli, favorendo così l’ulteriore sviluppo del settore e l’avvio di un
progetto ben definito.
La rete avrà inoltre il compito di raccogliere dai soggetti che vi partecipano, ma anche
dal territorio, informazioni e dati che attestino le varie problematiche burocratiche, al
fine di presentare un documento completo, dettagliato e sufficientemente motivato alla
Regione per cercare di innescare un processo di semplificazione normativa e soprattutto
di riduzione del peso degli iter amministrativi.
La Missione della rete innovativa di imprese per la bioeconomia è anche quella di
definire un forte brand e di rendere molto ben riconoscibile una strategia
commerciale, promozionale e di marketing che permetta lo sviluppo e la
conoscenza dell’Ecosistema Bio Veneto.
Questo brand sarà la chiave di volta per aprirsi a nuovi canali commerciali, a partenariati
in Italia e all’estero – grazie alla creazione di un marchio a forte richiamo.
Una volta sviluppato il brand Ecosistema Bio Veneto, si valuteranno insieme a tutte le
aziende e gli stakeholders parte della rete i nuovi approcci e le tecnologie legati
alle strategie organizzative, di R&I, commerciali (es. e-commerce, social
media marketing, creazione di communities di clienti/co-sviluppatori di nuovi
prodotti/servizi, …).
1
http://www.regione.veneto.it/web/attivita-produttive/Smart-Specialisation-Strategy
La forza della rete consiste nella capacità interna di sopperire alle esigenze di supporti
tecnici, formativi ed informativi legati non solo al mercato ed alle strategie commerciali,
ma anche alle tecnologie innovative (enabling technologies).
FUNZIONE DELLA RETE:
La funzione della rete è infatti anche quella di creare un sistema di
approvvigionamento coordinato di materie prime tra attori della stessa filiera e
con filiere affini, anche per evitare competizione tra i diversi usi delle
medesime.
I settori in questione sono: : bioplastiche, biomateriali, biomateriali per l’edilizia,
biocombustibili, biomasse, nutraceutica, agroalimentare, materiali legnosi2.
I membri della rete potranno contribuire da un lato ad animare e sostenere
sul territorio l’incontro tra i diversi attori della filiera e dall’altro aumentare la
professionalità e le competenza degli stessi, organizzando percorsi mirati di
formazione e di consulenza.
Tra i primi membri ad aver dato adesione alla rete, il Centro Consorzi di Sedico, il Parco
Galileo – Matech, ANAB si sono offerti di organizzare percorsi formativi dedicati; l’istituto
di ricerca CREA di Rovigo si è offerto di supportare attraverso percorsi di ricerca e
innovazione i progetti che si attiveranno. Ciascun membro potrà quindi usufruire del
supporto di questi ed altri attori nell’approfondimento di tematiche inerenti il proprio
settore o volte allo sviluppo di attività progettuali legate alla rete.
Si rende necessario ormai ragionare in termini di ciclo di vita dei prodotti e
degli impatti economici ed ambientali ed anche questo passaggio richiede tempo e
fatica, motivo per cui molto spesso i progetti vengono abbandonati sul nascere, non
vengono portati a termine per troppo dispendio di energie o vengono sviluppati senza
avere basi solide, per cui inevitabilmente hanno vita breve. È necessario iniziare
l’imprenditoria veneta ad un tipo di economia circolare ed a prendere in
considerazione la riduzione degli impatti complessivi in una logica di ciclo di
vita. L’attività di sensibilizzazione sul tema e la disponibilità a mettere eventualmente a
disposizione delle aziende del territorio il fablab del Centro Consorzi di Sedico per lo
studio e/o l’approfondimento di alcune idee innovative sarà un incentivo per uno
sviluppo veloce di nuovi attori che entreranno a far parte della rete.
L’innovazione passerà anche da una maggiore e migliore interazione con il mondo
della scuola e della ricerca, a partire dall’adesione delle imprese della rete al
registro nazionale dell’alternanza scuola-lavoro, strumento indispensabile per
contribuire al superamento di alcuni limiti propri delle aziende regionali (ad esempio il
difficile passaggio generazionale, i limiti dimensionali, la scarsa managerializzazione, la
non facile interazione con l’ICT).
2
Sono quindi inclusi canapa, olio e farina di canapa per produzione di alimenti, orzo-birra, erbe
officinali, settore caseario, prodotti e scarti di origine vegetale, fibre vegetali, lana, combustibili, bioedilizia
ecc..
A livello universitario le imprese aderenti alla rete parteciperanno ai bandi regionali per
la concessione di assegni di ricerca imprese-università con progetti orientati
all’innovazione sostenibile di prodotto e processo, fino all’integrazione delle reti/filiere su
più versanti e la creazione di relazioni sempre più qualificanti con consumatori, cittadini,
stakeholders ed istituzioni.
STRUTTURA DELLA RETE:
La rete è innovativa in quanto intende sviluppare filiere a cascata a partire
dalla produzione primaria di basi polifunzionali (es. canapa, lana, legno, biomasse,
alghe ecc.), con particolare attenzione alle necessità di sviluppo degli “snodi” della filiera
cui fanno riferimento attori diversi e non sempre in rapporto tra loro (es. settore caseario
- nutraceutica) attraverso partecipazione a progetti di ricerca, innovazione e
sviluppo (open innovation) in forma coordinata, e di volta in volta sui canali di
finanziamento ritenuti più opportuni e premianti (regionale, nazionale, comunitario).
ELEMENTI DI FORZA DELLA RETE:
La rete permette un continuo e serrato confronto con gli attori appartenenti
al mondo dei settori convenzionali (settore primario ma non solo) per spingerli a
riconvertire porzioni crescenti delle loro produzioni (es. commodities a scarso
valore aggiunto come il mais o altre colture erbacee) all’insegna della
diversificazione, del valore e della sostenibilità. Gli Enti Accreditati per la
formazione continua che hanno una sensibilità particolare per le aggregazioni, le filiere
corte e la sostenibilità ambientale contribuiranno ad innescare un processo di
cambiamento concettuale arrivando a dei risultati concreti, organizzando dei
percorsi di accompagnamento e di sostegno per le aziende nel processo di
conversione al biologico o nell’adozione di pratiche sostenibili e nella
diversificazione colturale.
PROGRAMMA DELLA RETE:
1) La rete intende risolvere un problema cruciale che è stato rilevato, ovvero
la messa a sistema dell’incontro domanda-offerta.
Vogliamo evitare che aziende industriali sensibili all’origine della materia prima (spesso
per assecondare la richiesta del mercato, talvolta per indirizzarla) non trovino un
interlocutore in grado di coordinare la richiesta di materia prima sul territorio, ma solo
singole aziende (relativamente piccole) in grado di fornire loro dei quantitativi una
tantum. Il concetto di rete espresso da alcune imprese interessate va ben oltre un
semplice rapporto tra aziende, essendo limitante focalizzarsi solo sui risultati. Si deve
partire dalla responsabilità e dagli interessi della rete e dal fatto di ricercare la massima
compattezza possibile per raggiungere gli obiettivi. Ci si focalizzerà su ambiente,
valorizzazione dei terreni - in base alle loro caratteristiche e alle colture più vocate - e
delle materie prime e soprattutto su una visione sociale, ed avendo sempre in mente
una prospettiva di economia circolare.
2) La rete intende fare in modo che il mondo dell’industria non si rivolga più
solamente a filiere tracciate e sostenibili fuori regione e spesso in altri Stati: è
necessario infatti organizzare un sistema di rete in grado di assicurare la
continuità di fornitura per quanto possibile all’interno dei confini regionali,
considerando tuttavia che un bacino naturale per lo sviluppo bioeconomico potrebbe
essere l’intera pianura padana.
Per iniziare a sopperire a questi limiti verranno organizzati “Spazi dedicati” all’incontro
dei diversi attori della filiera per sostenere la messa a sistema della domanda-offerta sul
territorio.
Gli enti accreditati ed i soggetti che verranno ritenuti maggiormente indicati a svolgere
un ruolo di “Punto di contatto”, tramite le loro reti di contatti cui trasmettere
comunicazioni e divulgare informazioni, potranno contribuire a sviluppare e potenziare il
network.
3) La rete intende inoltre affrontare un problema cruciale - primo ostacolo da
superare per favorire la crescita economica e soprattutto lo sviluppo sostenibile della
bioeconomia - ovvero il fattore culturale: andrà fatto un grande sforzo per favorire
logiche di confronto e coesione, anzitutto fra i soggetti partecipanti alla rete,
ma anche all’interno delle singole comunità locali e fra le stesse comunità
locali.
O.V.A.T Campagnari, azienda che da vent’anni recupera materiali tessili di varia natura
(lana, iuta ecc) e che fornisce materiale anche alla bioedilizia - focalizzata sull’economia
circolare e l’utilizzo di materie che non derivano da fonti fossili - si è offerta di portare la
propria esperienza nel reperire materie prime da sottoprodotti tessili ed avviare azioni di
promozione e sensibilizzazione sulla bioeconomia.
Al momento infatti la bioeconomia è un ambito presidiato da poche imprese e la sua
crescita senza un tessuto economico consapevole non sarebbe possibile.
Il prezzo di un bene è uno degli indicatori della sostenibilità, oltre che in molti casi il
fattore che può decidere della sopravvivenza di interi comparti: per questo si suggerisce
di pensare alla formulazione di un prezziario regionale dei biomateriali.
4) La condivisione delle varie problematiche, dei limiti da superare e la cooperazione da
parte di tutti i membri della rete, permetteranno lo studio e la messa a punto di
proposte circa nuove politiche, sistemi di incentivazione ed accesso ai mercati
finanziari, una riflessione strutturata (living lab) per la creazione di nuove
condizioni al contorno socio-economiche e politico-istituzionali, facendo in
modo che la bioeconomia possa svilupparsi e si dispieghi completamente liberando il
proprio potenziale in modo sostenibile.
5) Per far crescere il settore della bioeconomia e quindi le filiere, si rende
necessario uno sviluppo coordinato di startup e di joint ventures tra diversi attori
interessati a dare forza ad una serie di nuclei propulsivi “trasversali” in grado di far
crescere le diverse filiere.
Il Centro Consorzi di Sedico ha messo a disposizione la propria esperienza nello sviluppo
di start-up in coordinamento con la Camera di Commercio di Belluno e con alcuni studi
professionali. Saranno comunque messi a disposizione dei soci della rete e dei
soggetti che desiderano aderire, i contatti relativi al servizio nuova impresa
disponibili presso le CCIAA del Veneto nonché una lista di incubatori per
l’avvio delle stesse.
6) Il nuovo assetto organizzativo in filiere comporterà dei cambiamenti nei
sistemi produttivi cui saranno potenzialmente associati dei costi ma cui
corrisponderà altresì la conquista di nuove posizioni di mercato grazie alla
collaborazione trasversale tra settori che prima non comunicavano e ora
decidono di fare sistema.
7) La rete fornirà supporto organizzativo: i produttori primari dovranno dotarsi di
impianti, attrezzature, sistemi informatici, magazzini di stoccaggio ed in vista di tale
cambiamento si rende necessario pensare ad un sistema di supporto e collaborazione
interno alla rete, a sistemi di finanziamento, condivisione dei costi e noleggio dei mezzi
di produzione per i quali sarà necessario individuare delle fonti di finanziamento
dedicate, oltre al PSR che favorisce le aziende più strutturate, ma non agevola il piccolo
produttore che - ad esempio in zona montana - è spesso troppo piccolo per accedere a
contributi e fatica pur organizzandosi in filiera.
I Capitoli del POR utili alla RIR (l’asse 1 “Ricerca sviluppo e innovazione”; il 3
“Competitività dei sistemi produttivi”; e il 4 “Sostenibilità energetica e qualità
ambientale”) potrebbero essere tra gli strumenti per lo sviluppo della bioeconomia in
Veneto.
Analogamente, le opportunità su bandi europei per il trasferimento tecnologico,
l’innovazione e lo sviluppo economico saranno regolarmente monitorate in vista della
partecipazione alle call più rispondenti alle esigenze della rete.
8) Un altro dei punti cardine del programma della rete innovativa per la
bioeconomia, su cui verrà posta grande attenzione, sarà la logistica sostenibile e la
razionalità nell’utilizzo delle risorse (es. noleggio a lunga scadenza), il packaging,
la dematerializzazione di prodotti ed imballaggi e formule di vendita
alternative per recuperare e minimizzare il consumo dei materiali.
La rete potrà avvalersi, tra gli altri, di percorsi formativi ed informativi erogati dal Centro
Consorzi di Sedico, per garantire ai soggetti della rete una formazione continua ed
aggiornata durante tutto il percorso di crescita e sviluppo della stessa.
Inoltre le competenze proprie di ciascun soggetto partecipante potranno
essere messe a frutto nei confronti degli stakeholders e di altri utenti, ovvero
cittadini o consumatori. In particolare l’esperienza di aziende del settore delle
bioplastiche compostabili (EcoZema, altre) porteranno la loro esperienza sul campo
fornendo informazioni ed esempi pratici. Inoltre la presenza di aziende produttrici di
materie prime naturali e rinnovabili di origine vegetale permetterà la crescita di
collaborazioni e l’instaurarsi di una nuova “fornace” di idee e prodotti da sviluppare
insieme e da proporre sul mercato.
9) Lo sviluppo delle attività della rete e l’attuazione dei progetti saranno la
testimonianza del fatto che la condivisione delle idee fa crescere le aziende
stesse, la bioeconomia e l’economia regionale.
10) Il Lavoro della rete sarà volto ad aumentare le possibilità e la
conoscenza: è necessario infatti aumentare la consapevolezza, anche a
beneficio dei cittadini-consumatori, delle istituzioni, delle associazioni e delle
altre forme organizzative, per dare impulso e spinta agli stili di vita
sostenibili.
La rete organizzerà dei momenti in-formativi mirati o aperti al pubblico, in collaborazione
con soggetti portatori di interessi diffusi. La promozione dei prodotti e dei risultati
raggiunti saranno parte integrante del brand per lo sviluppo della
bioeconomia.
La promozione su social network/communities per la creazione di NUOVI
consumatori svilupperà una nuova generazione di clienti che parteciperanno
maggiormente al processo di ricerca, sviluppo e innovazione: innovazione
sociale e innovazione tecnologica procederanno così di pari passo.
11) Una volta avviata la rete, i membri che vi appartengono inizieranno a studiare e
porre in atto attività di promozione ed informazione, a complemento delle attività di
carattere operativo che verranno poste in essere.
SPUNTI PER IL PROGRAMMA DI LAVORO :
- Incentivare gli agricoltori a fare in modo che nella rotazione agronomica biologica sia
inserita la canapa, per due ragioni: compete con le infestanti e permette di ottenere
prodotti biologici riducendo il rischio di perdita della produzione.
- Senza la lavorazione della materia prima ed il recupero da parte dell’azienda agricola di
parte del valore aggiunto derivante dalla trasformazione stessa è difficile rendere
ecosostenibile la coltura. La canapa ad esempio può essere impiegata nel settore tessile,
edilizio, nutraceutico, alimentare: avviare un primo impianto industriale per la
lavorazione di tutti i prodotti della canapa in loco sarebbe un trampolino di lancio per la
coltura “naturalmente Bio”.
- Il settore agroalimentare è di una certa rilevanza in quanto i cibi “bio”, che stanno
prendendo sempre più piede, dovrebbero diventare la prima scelta; si tratta comunque
di un settore ancora in espansione, pur avendo già conquistato notevoli quote di
mercato. Allargando la produzione di alimenti bio, non si coinvolgerebbe solo la
categoria di prodotti dietetici, ma si andrebbe incontro ad una necessità sempre più
diffusa da parte di persone intolleranti o allergiche (es. produzione di derivati dal siero
del latte, che ad oggi viene in gran parte trattato come rifiuto e che potrebbe invece
essere un alimento adatto per gli intolleranti al lattosio, oltre ad avere numerose altre
proprietà dietetiche e funzionali): va in questa direzione anche l’importante lavoro fatto
da Unioncamere, Regione Veneto e le categorie produttive e confluito recentemente in
uno standard per l’etichettatura dei prodotti alimentari (Food Label Check) finalizzato ad
incrementare il livello informativo e il grado di consapevolezza del consumatore sui cibi,
ai sensi del Regolamento UE 1169/2011.
Il mondo delle trasformazioni alimentari - insieme a quello vegetale e marino/acquatico è tra le principali fonti rinnovabili alla base della bioeconomia (es. scarti di lavorazione o
prodotti agricoli invenduti che potrebbero venire utilizzati, riducendo gli sprechi e
creando nuovi prodotti nonché nuove fette di mercato.)
La Fattoria didattica Colti in Campo – Agricola Villa Buzzati – intende contribuire a
potenziare le micro realtà, che sono fondamentali per la permanenza abitativa di alcune
piccole realtà e per i servizi ecosistemici. Le proposte a riguardo per il settore sono:
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aumentare la redditività grazie a nuovi prodotti con target di mercato diversi
recuperare efficienza integrando i processi e la logistica dei vari prodottiproduttori.
nuovi modelli cooperativi che preservino e restituiscano parte del valore
aggiunto a chi ha un ruolo chiave (il contadino) e che tuttavia, essendo
l’anello iniziale della catena è spesso penalizzato e poco considerato.
Anche Cereal Docks, azienda italiana che opera sul mercato nazionale dal 1983 ed è
partner consolidato del settore primario nella lavorazione e trasformazione di materie
prime agricole, si pone come mission quella di essere un anello di congiunzione tra il
mondo dell'agricoltura ed il mondo dell'industria. Essendo il principale gruppo
industriale italiano attivo nella trasformazione di cereali (grano e mais) e
semi oleosi (soia, colza, girasole) per usi alimentari, industriali, tecnici e nella
produzione di biocarburanti, porterà l’esperienza di anni di attività grazie alla stretta
collaborazione con il settore primario.
- Il settore dell’edilizia, in crisi oramai da anni, sta riconvertendosi anche nella bioedilizia
e mettendo a punto nuovi sistemi di costruzione, con l’utilizzo di nuovi materiali
rinnovabili, oltre naturalmente al legno. Aziende specializzate che, nonostante la crisi,
stanno lentamente crescendo e portando sul mercato nuovi prodotti intendono fare rete
al fine di emergere definitivamente facendo crescere il settore e portando le loro
esperienze, conoscenze e produzioni.
Le Aziende del Consorzio Filiera Legno Veneto e Ligna Construct e Bauer Technology
intendono condividere le oro expertises nell’impiego del legno per portare l’attenzione
sulla necessità di provocare un vero cambio di paradigma nel settore.