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La Kinita 2012 la Kinita 2013 La Redazione del giornale augura a tutti i Brizi Buon Onomastico Numero unico in occasione della Festa di S. Brizio a cura dell’Associazione “Amici della Kinita” a www.kinita-calimera.it [email protected] 4 Edizione - (Seconda Serie) Euro 3,50 FUNTANA DE MARTANU E PILUNE DE CALIMERA Finalmente è stata trovata Un grazie sincero va ohimè del tutto sicuro e non a torto La fontana felice e di fretta una soluzione adeguata al direttore urbanistico di Tekne’ ai primi gradini attende tosto dal canalone acqua già getta per la piazza violentata al quale è concesso di galleggiare Gianni Palma che di tutto lui fa per rinfrescare tutti i bagnanti già sedotta e bidonata, nell’adiacente “pilune” da realizzare, e gode del dono dell’ubiquità. come pure tutti quanti gli astanti, grande idea adesso c’è appena di fronte al Municipio In lista d’attesa c’è Vito Capuccino questa bella e dolce visione e ci viene da TEKNE’ facendo salvo ogni principio un po’ incazzato per l’amico “Grillino” viene osservata dalla popolazione che ha ritenuto cosa sana con il Sindaco Pippi Rosato vuole fare un tuffo solo a candela che sotto i portici de la Rina di premiare la fontana, ben disteso e assai rilassato. uscendo di chiesa e facendo preghiera. attende il gelato, a chi tocca prima. con insieme Piazza Assunta E’ previsto anche un trampolino In fila giunge l’opposizione Questa Calimera del 3° millennio di Martano paese di punta dove si tuffa Palano poverino tutta pronta alla balneazione vive segnata da oltre un decennio dal quale Calimera discese mentre resta in trepida attesa con l’asciugamani e il secchetto da una gravissima arretratezza dopo secoli che da esso dipese. chi programma dei lavori la spesa, attende il turno prima del getto. con un futuro senza alcuna certezza! Pag. 2 La Kinita 2012 Ferramenta - Colori - Scaffalature Utensileria - Hobbistica Sistema tintometrico di Montinaro Antonio U N I N V I AT O I N PA R A D I S O Una scampanellata in tarda mattinata, puntuale, ogni giorno. Non c’era bisogno di porsi domande. Era Alfredo! Ci raccontava gli ultimi fatti accaduti in paese, intendendo per paese anche l’Italia. Sempre informato, lui, e noi ad ascoltare, ma improvvisamente si dileguava con un sorriso sornione, veloce come un razzo, così come era arrivato. Aveva fretta, doveva completare la spesa per la sua Lina, che da lì a poco sarebbe tornata da Scuola. Già sin da allora si intravedevano le prime avvisaglie di quella grande passione per la notizia, che si sarebbe concretizzata in seguito. Ma noi non ce ne accorgevamo ancora. Era solo un gran simpaticone che amava dialogare piacevolmente, che amava fare scherzi, che amava giocare come un bambino con tutto, col mare, con la vita, senza mai prendersi gioco di nessuno. Veniva da un piccolo paese a pochi chilometri dal nostro e qui aveva scelto di vivere senza tuttavia dimenticare la sua Zollino e le persone care. Per alcuni era un forestiero, un fastidioso forestiero, che voleva ficcare il naso in questioni di interesse pubblico, che voleva sapere troppo, che voleva scoprire nei più angusti meandri di una realtà provinciale quei meccanismi sottili che inchiodavano un’intera comunità in un vicolo cieco. Cosa voleva quel forestiero che si occupava di un paese che non era il suo? Ben presto, però, quel forestiero si inserì alla grande nella nostra collettività, di cui imparò a conoscere e capire molto bene pregi e difetti più di quanti vi erano nati e vissuti. Molte vicende vennero raccontate, spiegate e commentate sul “Ponte”, un giornale locale di cui assunse la direzione e sul quale cominciarono a far capolino giovani penne calimeresi. Non si trattava solo di un giornale legato angustamente al territorio, ma per l’elevato impegno culturale quel giornale annoverò il favore della critica di noti intellettuali e fu adeguatamente collocato in varie biblioteche italiane. Poi per Alfredo arrivò il “Quotidiano” di Lecce, che aprì le porte alla sua grande passione per la notizia. Lavorava di notte, inizialmente, ma con amore ed entusiasmo e, poi, su su in quel percorso fino a ricoprire ruoli di elevata responsabilità, anche perché portava lustro al giornale. Gli volevano bene i suoi colleghi e lo stimavano per le sue qualità umane e professionali. Nel frattempo Alfredo studiava, studiava, fino a conseguire una laurea e superare il concorso nazionale per giornalismo, senza dire nulla a nessuno, perché la sua umiltà gli impediva ogni forma di ostentazione. Una penna decisa la sua, fredda e asciutta, ma forbita, una pennaccia, che unita ad una grande libertà intellettuale gli consentiva di giungere al nocciolo della questione per coglierne la verità e raccontarla senza mezzi termini. Una penna leale, la sua, che non risparmiava neanche i suoi migliori amici, perché l’onestà professionale costituiva il principio di ogni cosa in un essere che aveva fatto della rettitudine l’unica ragione di vita. Il pugno battutto sul tavolo era l’espressione più eclatante del “così è, piaccia o no”. Ma un’apparente corteccia dura nascondeva nelle sue pieghe più profonde una bontà inesauribile, una generosità rara verso la famiglia, in primo luogo, e verso gli amici, i veri amici: qualità ereditate dalla madre e dal padre, che ben si coniugavano in un’anima bella, qual era la sua. Ed in nome di quel “così è”, ha raccontato Calimera come periferia dell’Italia, ha raccontato un quarantennio di storia e costume calimeresi, ha dipinto personaggi grandi e piccoli, giovani e vecchi, burattini e burattinai che hanno animato la nostra comunità, ha indicato attese e speranze, sogni e amarezze della nostra gente, in perfetta buona fede e con l’obiettività che ben si addice ad una persona onesta. E quando la sua buona fede è stata strumentalizzata per fini diversi, Alfredo ha pensato bene di lasciarci il suo testamento morale, raccontandoci in un libro la verità dei fatti, col cuore di un uomo ferito dalla cattiveria di qualcuno. E’ stato tutto questo Alfredo Ancora! Ha dominato la piazza di Calimera con la sua vitalità sprizzante e la sua grinta, ma se ne è andato in fretta ed in silenzio, senza dirci nulla, senza farci un’intervista per un pezzo nell’aldilà. Lo cerchiamo ancora, in Piazza del Sole, o per la via del mare, in bicicletta, veloce come un razzo! Starà forse vagliando qualche bella idea per un nuovo giornale in Paradiso? di Maria Roca Montinaro AL NOSTRO PAPÀ... Da piccole, eravamo contente degli articoli che ti riguardavano sulla Kinita, perché per noi voleva dire che “eri famoso”. Poi crescendo abbiamo capito e ridevamo delle foto e delle frasi su di te, di tutto quello che combinavi con i tuoi “compagni di merende”. Vogliamo continuare la tradizione e quest’anno che tu non ci sei più, un posto sulla Kinita te lo sei meritato ancora e te lo dedichiamo noi!!! Francesca e Laura Via Roma, 48 • CALIMERA (Le) Tel. 0832.873277 Fax 0832.875031 BRIZIO MONTINARO UN EROE SUO MALGRADO Talvolta si preferisce tacere, è più comodo, in altri casi dimenticare, noi preferiamo cercare la verità perché la conoscenza può darci un po’ di pace. Ci troviamo tra l’8 settembre e il 12 ottobre del ’43, l’Italia ha da poco firmato l’armistizio e, per i tedeschi, da alleata è diventata nemica. In quel periodo migliaia di soldati italiani furono deportati in Germania e messi a disposizione del plenipotenziario tedesco. Tanti di loro non sono mai tornati a casa, ma chi ce l’ha fatta ha trovato una strada difficile da percorrere, tra l’indifferenza degli altri e la propria voglia di non dimenticare. Papà era uno di loro che ha cercato di raccontare sempre, ogni giorno, soprattutto da anziano, perché aveva percepito la nostra perplessità a credergli, tale era l’assurdità di “quel dramma”. Il tempo non aveva cancellato il ricordo allora, come oggi è ancora vivo in noi. Quando ci pensiamo, nonostante il passare degli anni, e quando ci prende il rammarico di non aver “indagato” abbastanza, è inevitabile riprendere quelle vecchie foto e quelle lettere “censurate” per risalire ad una storia scritta da lui e da migliaia di soldati. A lui bastava essere creduto, continuando a custodire in silenzio il suo vissuto drammatico. Per il resto viveva una vita semplice, umile, amandola, soprattutto nelle piccole gioie che essa poteva offrirgli e nel rispetto degli altri. Capiva dalla voce se eravamo preoccupate o stanche, da una carezza chi fossimo, con la certezza che una stretta di mano la sera gli avrebbe assicurato qualsiasi aiuto. Non chiedeva mai niente a nessuno, ma, talvolta, bisogna aspettare che il corso degli eventi lavori per noi e poi l’aiuto arriva quando si è persa la speranza di trovarlo. E così Brizio Montinaro il 2 giugno 2013 è stato insignito di una Croce al Merito di guerra per internamento in Germania e di due Medaglie commemorative del periodo bellico 1940–’43 e 1943–’45. Non un’elegante Sala Consiliare per una solennità che ben si addice ad avvenimenti importanti, qual è il ricordo di un “piccolo grande uomo” che, sicuramente, ha gioito da lassù, ma una breve e significativa cerimonia, organizzata dalla Prefettura di Lecce, ha sottolineato il contributo di tanti italiani coinvolti e travolti da una guerra dissennata. Erano presenti autorità istituzionali e militari, parenti di sopravvissuti e di coloro che non hanno mai fatto ritorno. di Tonia e Maria Roca Montinaro FUSION CAFE’ APERITIVI - COCKTAIL Piazza Caduti, 2 - CALIMERA - Tel. 320.1434875 IN RICORDO DI PINA GIAMMARRUCO Carissima comare Pina, ti scrivo una lettera che purtroppo non posso spedirti ma, per me, è un modo per sentirti sempre vicina... Avevo circa sette anni quando, in una sera d’inverno, ci hai salutato per andare...in America! Eravamo tutti riuniti in casa tua, in quel cortile di via Montinari che oggi non c’è più e dove anch’io abitavo, a pochi passi dalla Piazza. Ricordo ancora, come se fosse ieri, la tua mamma, la comare Mimma, che tornando dal portone con le braccia sul petto urlava: “Ho perduto una figlia!”...No, non ti aveva persa, andavi oltreoceano per incontrare il tuo grande amore, il meraviglioso Guy, che avevi conosciuto poco tempo prima....Bei tempi, comare Pina, quelli trascorsi nel cortile di via Montinari: eravamo un’unica famiglia, io ero più piccola di te e dei tuoi fratelli, ma tutti voi rappresentavate un punto di riferimento nella mia infanzia. Ti ricordo seduta nella sartoria insieme ai tanti “discibuli”, mentre ascoltavate le indicazioni del carissimo compare Gigi, sarto d’eccellenza!..e dopo un’intera giornata trascorsa tra aghi, spilli e pantaloni da “mettere in prova”, finalmente arrivava la sera e uscivi contenta con tua sorella per andare alla bottega della Violetta (la cara e dolce Violetta) e vedere passare i giovanotti...io, a volte, trovavo il modo per intrufolarmi nei vostri discorsi, ascoltare i commenti sulla serata e tu, sempre con il sorriso, mi raccontavi.... Quanti anni trascorsi insieme! Quanti episodi di vita sincera e genuina che abbiamo condiviso!..... potrò mai dimenticare le vigilie di Natale trascorse tutti insieme davanti al presepe pieno di pupi a cui noi avevamo dato dei nomignoli e tutto incorniciato di arance e manderini profumatissimi?..........Poi, è arrivato il grande amore; tu, ferma e risoluta, ci annunciavi che avresti preso l’aereo (a quei tempi!) e che non dovevamo stare in ansia perché lì c’era lui ad aspettarti felice... Poco tempo dopo, è arrivata la tua foto con l’abito da sposa (mia madre la guardava e piangeva).... i tuoi meravigliosi figli Roberto e Paolo e tanti nipoti, il tuo orgoglio di nonna con le loro foto sempre a portata di mano nella borsa.... Qualche mese fa, però, te ne sei andata per sempre ma hai preso di nuovo l’ultimo aereo per ritornare alla tua tanto amata Calimera, accanto ai tuoi genitori! Ho pianto tanto, cara comare Pina, ti sei portata una parte della mia vita.... per me non basterà semplicemente voltare pagina, né premere sul tasto “cancella” per rimuovere dal cuore tutti i momenti vissuti insieme...Il tempo certamente riempirà le pagine vuote, ma tenere stretto il diario delle emozioni che mi hai regalato sarà un modo bellissimo di riviverle per sempre!!! Con affetto profondo Gabriella Tommasi ottica optometria contattologia CALIMERA - via Roma, 14 Tel. 0832.873284 - [email protected] Pag. 3 La Kinita 2012 Laurea Ad Aprile u.s., presso l’Università degli Studi del Salento, si è laureato con 100 e Lode, Andrea Lefons, discutendo la tesi in storia Contemporanea dal titolo: “Memorie autobiografiche. L’esperienza bellica di Vincenzo De Salvo sopravvissuto all’eccidio di Cefalonia”; Relatrice Chiar.ma Prof. ssa Rosanna BASSO, Correlatore Prof. Antonio FINO. Il bellissimo lavoro di Andrea parte dalle memorie di Vincenzo De Salvo, nonno materno di Ugento e dalle tante memorie di uomini e donne dimenticati dalla storia, ma che hanno fatto la storia. Gli auguri sinceri di mamma e papà e di tutta la Redazione della Kinita, per un prospero avvenire ricco di soddisfazioni e significati. Laurea Il 25 marzo 2013, presso l’Università del Salento, corso di laurea in comunicazione linguistica interculturale, discutendo la tesi “Iconografia della Malinche. Viaggio attraverso le immagini della conquista”, relatore Chiar.ma Prof. ssa Antonella De Laurentiis, si è brillantemente laureata Melania Montinari. Quello che sei, lo hai guadagnato e conquistato passo dopo passo non dandoti mai per vinta. Per questo ti auguriamo “che tu possa sempre avere il vento in poppa, che il sole ti risplenda in viso e che il vento del destino ti porti in alto a danzare con le stelle”. Da Mamma, Selena e Papà. LA SPEDIZIONE DELLA BRIGATA DEL GRILLO Li risultati elettorali de l’ultime votazioni hannu datu a Calimera nu scenariu d’emozioni de lu Rosariu Corlianò “ca pai panta mpi ce mbrò” faticandu quasiogne ura pe le pucce d’Altamura. Sulla nave mutu orgogliosu nc’ete lu Noia pensierosu se davveru volea restare su la barca a navigare pe nu datu sconcertante de tutti mai pensatu de mille voti alli Grillini ca sutta bancu …. hannu votatu! Ncete puru sorte mia lu Presidente de la Farmacia Paolo Licci lu nominatu de lu Capuccinu sponsorizzatu Cusì pronta la brigata l’ancora prestu ha tirata cusì cumincia la navigazione pe la giusta direzione. E cusì sta situazione tutta nova pe Calimera ha determinatu la decisione de salpare de la scogliera, All’appellu de la brigata rispunde Saccomannu ogni fiata mbrazzatu alli mattuni de cementu alla VIBROBLOCK stae cuntentu. Ma du ventu disgraziatu prestu prestu ia giratu e portau sorte mia la Brigata all’Albania, a na brigata de Grillini cu se mbarcane tapini allu portu de Mesciu Ditta navigandu sulu a vista Mbarcatu stae lu Muscogiuri tra li grillini duri duri cu na facce sempre ntostata pe ogni minima cazzata li grillini tutti ncazzati stiane pacci e disperati e spettara pe na simana cu torna, ntorna la tramuntana! tutt’attornu allu Salentu poi da Gallipoli a Messina risalendu lu Mar Tirrenu pe rrivare a OSTIA prima! Ca lu Sandru Picciurillu lu suscettu de lu Grillu su internet ha rilasciatu …. e perciò stae castigatu, Cu lli porta a destinazione senza nuddhra distrazione, percè forsi pe st’invernu tocca se cangia lu governu. Sulla nave fatta apposta la Brigata saliu composta de l’Antoniu Spedicatu cu la Rina mparentatu tuttu triste sulla scogliera percè ha tornare a Calimera perdendu così la vota bbona cu vascia rittu a Roma ladrona! Poi a Calimera s’ha puru votare cu certe alleanze e senza mbrojare, ma imu stare ‘ncoti tutti pe unu cu no rimanimu ‘ntorna a disciunu! RUSSO MARMI CERAMICHE Via Europa, 111 - CALIMERA (Le) - 0832.875105 Pag. 4 La Kinita 2012 TABACCHERIA CUBANO Articoli da Regalo e per Fumatori - Giochi Cartoleria Copisteria e Sevizio fax - Riscossione Bollette POINT Piazza del Sole, 5 - CALIMERA - Tel./fax 0832.873805 CALIMERA PRIMA DI CALIMERA Potremmo, in estrema sintesi, denominare così l’area archeologico-naturalistica di San Biagio. Si tratta di un’area a cavallo dei feudi di Calimera, Melendugno e Carpignano, appena lambita dal territorio di Martano. La presenza del grande bosco di lecci, delle strade, della stazione di posta (ad duodecimum, a dodici miglia dalla precedente) sulla strada Traiana-calabra che collegava Lecce ad Otranto, oltre che dell’acqua, giustificavano il toponimo di kalòs meros (la parte buona, dove andare a lavorare), probabile denominazione originale di Calimera. Eravamo in epoca tardo-antica, l’impero romano era quasi al tramonto e l’area di cui parliamo era una località di transito frequentata intensamente, come si deduce dai reperti ritrovati sempre casualmente. Al centro dell’area, una chiesa semiipogea nasceva in epoca bizantina e costituiva un punto di incontro, di aggregazione per gente che viveva in campagna, per essere vicina al posto di lavoro. Attorno al luogo di culto ci si ritrovava per scambiare prodotti, accogliere mercanti con le loro mercanzie, festeggiare insieme i cambi di stagione o il completamento di un ciclo di lavori agricoli (mietitura, raccolta delle olive o dell’uva, coltivata nell’area fino al XX secolo). Spesso i casali medievali avevano questa limitatissima dimensione, quindi bastava che crollasse una chiesa o la casa del custode, perché si considerasse scomparso il casale (per questo appare credibile la notizia riportata ripetutamente nei testi di storia del Salento in cui si scrive di circa 250 casali scomparsi). Quando gli insediamenti abitativi perdettero la caratteristica di una diffusione capillare nel territorio perché si preferiva abitare in un choriò (paese), San Biagio perdette un poco di rilevanza, il luogo di culto venne sconsacrato per evitare sacrilegi da parte di eventuali malintenzionati. Ridiventava luogo sacro solo in occasione di riti religiosi, quando il sacerdote che veniva a celebrare la S. Messa si portava appresso una lastra di pietra benedetta (“altare portatile”) che inseriva nell’apposito foro rettangolare al centro dell’altare. Nel Settecento la chiesa è stata sottoposta ad un ultimo consistente intervento di ristrutturazione e l’antico manufatto semiipogeo venne inglobato in una nuova costruzione che lo avvolse amorevolmente come un vestito, quasi a difenderlo. L’antico vano di purificazione che precede il vero e proprio luogo di culto serviva per lavare l’anima prima di attraversare la soglia del luogo sacro, come recita un’iscrizione latina posta tra i due ambienti: Ingredere limina purus, MDCCLVIII (Superare la soglia puro, 1758). Nell’Ottocento, la chiesa, ormai quasi inutilizzata, venne trasformata in pertinenza della masseria poco distante e come fienile si trova registrata al catasto. Restava la tradizione della festa di San Biagio, con i fedeli che giungevano a piedi nella masseria, non solo da Calimera, ma anche da Melendugno e dalle masserie sparse nei dintorni. Nasceva in quel periodo l’usanza di abbinare nella devozione a San Biagio la richiesta di protezione non solo della gola, ma anche dei carbonai (craunari) che intanto si moltiplicavano come numero per l’esigenza di disboscare molti ettari di bosco da assegnare in quote ai contadini. Dopo la metà del secolo scorso, la struttura edilizia ormai pericolante, che aveva perduto gran parte della copertura a tegole, venne di fatto abbandonata ed avanzava rapidamente il degrado. Alla fine degli anni Ottanta del secolo scorso, il neonato circolo culturale Ghetonìa prendeva a cuore l’importante testimonianza della storia locale e, effettuato il rilievo grafico e fotografico, interessava la Soprintendenza ai Beni Artistici e Storici di Puglia con la proposta articolata di apposizione del vincolo di tutela. Con D.M. del 18.9.1991, venne quindi apposto dal Ministero dei Beni Culturali il vincolo di tutela ai sensi della L. 1089/39 e segg. A cura di Ghetonìa fu elaborato il progetto di consolidamento e restauro del monumento a firma dell’arch. Emilio Trenta; Sopr.ai Beni Ambientali, ASL e Comune di Melendugno approvarono il progetto. In accordo con l’allora proprietario Corradino Colaci, che aveva intanto concesso in comodato d’uso il manufatto al circolo culturale, vennero effettuati i primi interventi d’urgenza: la pulizia dell’area e della chiesa, il riposizionamento di conci che si erano sfilati, col tempo, dalla volta e dai contrafforti e, soprattutto, la realizzazione di una struttura di protezione temporanea dell’edificio ormai senza tetto, per evitare che le piogge lo facessero crollare. E’ stato molto impegnativo per Ghetonìa, anche economicamente, perché nessun Ente ha mosso un dito, sebbene ripetutamente sollecitato, per offrire il sostegno a cui era tenuto per un bene di grande rilevanza storico-artistica, tutelato dallo Stato e fruibile, per la stessa legge di tutela, da parte dei cittadini. Eppure proprio con quell’obiettivo era stata chiesta ed ottenuta una riunione tra le Amministrazioni di Calimera, Melendugno, Carpignano, Provincia di Lecce, la Soprintendenza ai Beni Culturali, l’Università. Dopo l’incontro si sarebbe dovuta stipulare un convenzione apposita per la tutela dell’area archeologico-naturalistica che non si è mai avuta. Intanto il tempo passava e neppure una sottoscrizione popolare, avviata assieme alla parrocchia di S. Brizio, diede frutti. La popolazione di Calimera ha sempre partecipato alla breve festa tenuta ogni anno presso l’antica masseria, ma l’obolo della questua durante la Messa non copriva neppure le spese per le locandine e le citronelle accese per la festa. La Pro Loco, che aveva chiesto ed aveva subito ottenuto di partecipare all’organizzazione della manifestazione, se ne disinteressava dopo alcune edizioni. Neanche l’inserimento del progetto di recupero del monumento nel programma PRUSST della Provincia dava esiti positivi e intanto la struttura protettiva realizzata con tanta fatica da Ghetonìa cominciava a mostrare i segni del tempo. Intanto la proprietà cambiava, il dr. Emanuele Gabrieli Tommasi subentrava a Corradino Colaci che aveva chiesto a Ghetonìa, al momento della vendita della proprietà, la rescissione del contratto di comodato d’uso. Per l’area intorno iniziava una nuova vita. Grazie all’intraprendenza ed alla capacità del nuovo proprietario venivano ristrutturate profondamente la masseria nuova e quella vecchia, nascevano l’allevamento di bufale, il caseificio, la masseria didattica, forme di sperimentazione in agricoltura. Per la chiesa niente di nuovo, se non l’attenzione prestata al trovare soluzioni per evitare danni ai visitatori della chiesa e la disponibilità ad intervenire espressa dal dr. Gabrieli Tommasi. Quest’anno finalmente si è aperta la strada per un possibile intervento: la Regione Puglia ha emanato un bando finalizzato al sostegno regionale al recupero di beni di interesse storico ed artistico, soprattutto se provvisti di vincoli di tutela. La proprietà, sollecitata da Ghetonìa, si è attivata con solerzia ed ha presentato un progetto di intervento nell’area comprendente il consolidamento statico e la copertura della chiesa semiipogea, elaborato dall’arch. Luigi Castrignanò. La proposta è stata accettata dalla Regione. Adesso il progetto seguirà il suo iter e speriamo di poter presto ammirare, magari già per la prossima festa di S. Biagio, il 3 febbraio, l’inizio di una nuova vita per la chiesa, tassello fondamentale della storia del paese dei craunari. Silvano Palamà ACCESSORI E RICAMBI AUTO di antonio Saracino saracino Qualità e Professionalità nel Lavoro Via EUropa, Z.I. - CALIMERA - Cell. 320.7424014 TROFEO VIP 2013 Anche quest’anno “illustri paparazzi” calimeresi ci hanno inviato alcune foto di Kalimeriti ce Kalimerite “immortalati” con personaggi famosi della politica, dello sport, della canzone, della cultura e della mondanità mediatica... e noi volentieri pubblichiamo. Kekka e Giacomo con il buon Fabio di Striscia Giulio, Francesco e Jacopo con Kevin Lescot Elisa Palumbo con Filippo Inzaghi Andrea e Danilo con Francesco Toldo Alberto Bonatesta con Devis Mangia Claudio con Benvenuti e Meneghin Federico Milanese con il Ministro Bray Brizio Maggiore con Paolo Di Canio Lorenzo Muscogiuri con Dimitri e Conte Enrico Mattei con Antonio Conte Pag. 5 La Kinita 2012 L’OROSCOPO DELL A KINITA ARIETE Se ne va? No. Si dà da fare? Nemmeno. Per lui esistono solo le inaugurazioni e le medagliette da appuntarsi sul petto. Non importa che ogni giorno, qualcuno gli ricordi quanto Calimera sia caduta in basso, superata in meriti e iniziative anche dal villaggetto del Burundi orientale. L’importante è farsi la passeggiata al mattino in piazza, volando a due metri da terra, con una prosopopea tipo a dire: Io so io, e voi chi cazzo siete? Se siete del suo stesso segno, datevi una mossa. I tempi stringono, e rischiate di farvi ricordare dai posteri come il punto più infimo della storia del paese. TORO Il nostro comandante era il buon Luigi Torello. Poi sui nostri cieli, è passata la meteora Paladina da Surbo, ingaggiata in comproprietà dal direttore sportivo Giuseppe Rosato. Come tutte le comete però, anche questa è sparita subito dalla vista. Ora a Calimera c’è il comandante Cretì che, con la stessa scioltezza di Chuck Norris, schiva le malelingue e i detrattori senza farsi scappare nemmeno una mosca da sotto il naso. Certo non sarà come l’eroe di Vernole, quel tripudio di grinta, coraggio e forza fisica, meglio conosciuto come Bud Palano, ma ai calimeresi, suffragati dal consiglio di Sole, Luna e Nettuno, basta e avanza. Aaaa, se solo fosse aiutato da chi dovrebbe stare per strada a dirigere il traffico e invece, preferisce scartabellare i fogli dei giornali, fra una partita a Tetris e un’altra, e fra una sagra del Cuturusciu e una festa della Granara. Perché lui non può indossare la divisa. Questione di onore. GEMELLI Mister x è lui. Dovrebbe gestire la cultura calimerese, ma preferisce camminare, correre e andare in palestra per dimagrire. Chi lo ha mai visto in un museo, ad una manifestazione pubblica, ad una festa, alzi la mano. Pare che stia utilizzando un alterego dal passato sportivo per muoversi nei meandri calimeresi. Nel frattempo, Calimera, una volta faro culturale per i Comuni griki e non solo, sprofonda nell’abisso dell’ignoranza. Di lui ricorderemo soltanto, la splendida iniziativa di quest’anno per commemorare l’eroe calimerese, lui sì davvero, Antonio Montinaro, caduto nella strage di Capaci: una bella riunione per spiegare la Tares, la nuova tassa sulla spazzatura. Grazie davvero! CANCRO Farfugliano, sclerano, blaterano, e non fanno mai e dico mai una proposta costruttiva. Hanno imparato tutto quanto dal guru nazionale del movimento 5 balle e lo dimostrano giorno dopo giorno. Anche se, dopo essersi costituiti, a distanza di pochi mesi, sono già in via di estinzione. D’altronde, fra napoletani, leccesi, destroidi, sinistrorsi, brune, bionde, trovare un’idea comune non è facile. Anche se mandano in esplorazione sulla rete il loro Sallusti, Alessandro Pizzica, non fanno mai quadrato su nulla. D’altronde, se unu è tundu, non po’ morire........ LEONE La Parigi – Dakar ci fa un baffo. I piloti dovrebbero mollare i classici itinerari alpini e desertici e provare qui i loro pneumatici: vorrei vederli all’opera con le gimkane obbligatorie di una qualsiasi strada calimerese. Fra una Fossa delle Marianne e un buco nero, rischierebbero di finire inghiottiti con tutta l’automobile. L’importante però è che in piazza, ogni anno, si faccia il dispendioso premio Teknè alla miglior opera urbanistica...Mi viene da piangere, ma la verità è che facciamo ridere. VERGINE Nessuno potrebbe fare meglio di lui. Dalle rinomate università inglesi è piombato come manager in una fiorente azienda calimerese. Snocciola calcoli, ma soprattutto barzellette, come pochi altri. Una di queste è l’esenzione Irpef per le fasce deboli della popolazione. Grazie assessore Montinaro... peccato che le fasce deboli fossero già esentate per legge dal pagamento. Ve ne dico un’altra: una mattina Montinaro si è alzato, e fra un cappuccino e una brioche ha deciso di alzare al massimo le aliquote Imu. Poi un altro giorno, come in un Amleto tutto calimerese, ha cominciato a fare la battaglia contro sé stesso, per l’abbassamento dell’Imu. Servirebbe, credo, il buon vecchio Freud per capirne almeno qualcosina... BILANCIA Il cielo vi sostiene alla grande: siete nati sotto il segno di Luigi Zappune. Questi sono gli anni vostri: pensate a Lui che, pluritrombato a Calimera, è stato promosso a Palazzo dei Celestini dove ora gestisce il gabinetto. Non vedo ruolo migliore per uno come lui. Sicuramente in Provincia avranno avuto modo di apprezzarne le infinite qualità. La speranza è che rimanga lì per sempre, o almeno lontano dagli interessi calimeresi. Meglio per lui, che guadagna circa 100mila euro annui, ma sicuramente ottimo anche per noi. Donato, Donato, Donato così carino così educato, finalmente si è sposato! Neanche a farlo apposta, ha fatto bomboniere senza confetto ma con la supposta! Auguri dalla Kinita Laurea Presso l’Università degli studi di Milano, Gabriele Negro, ha conseguito la laurea in Medicina e Chirurgia con 110 e lode discutendo la tesi dal titolo: “Occlusioni croniche totali: Ruolo di risonanza magnetica da stress e test cardiopolmonare” relatore dott. Alessandro Lualdi. Congratulazioni al neo dottore! Ed ora si parte con la specialistica in cardiologia presso l’ospedale cardiologico “Monzino” di Milano. Mamma, papà e le sorelle Elena ed Aurora formulano i migliori auguri per i risultati conseguiti e per un futuro ricco di soddisfazioni personali e professionali. SCORPIONE Questo è il segno della stella Bernarda della costellazione Cuggiò. Dopo aver abbagliato con la sua lucentezza in ordine: prima il centrosinistra calimerese, poi il centrodestra, a seconda di chi più offriva in suo onore, ora, come la stella cometa di Betlemme, si è fermata sull’aula consiliare di Palazzo Carafa. Ma il tempo stringe, e nel capoluogo non se la fila nessuno. Vuoi vedere che prima delle prossime elezioni amministrative, vedremo la sua scia luminosa sbucare nuovamente da dietro le Serre di Martignano? Chi se lo carica stavolta? Alla Snai l’evento è già quotato. SAGITTARIO La Luna punta la sua luce verso di voi. Illuminati da una così ancestrale e magica forza, magari potrete trovare le energie mentali e fisiche, per arrivare alle prossime elezioni al meglio: pensare di vedere ancora al governo di Calimera l’armata Brancaleone, è come lasciare guidare un pullman di bambini sulle montagne ad un povero cieco. Mancano due anni, ma siamo già in ritardo sul tabellino di marcia: progetti e iniziative non se ne vedono. C’è da dire, che sarebbe potuto andare anche peggio: pensate se tutti i partiti confluissero sul candidato richiestissimo, il colonnello Carmelo Palanen. Barba e capelli rasati per tutti, e un rinforzo alle parti basse, per non farle cedere alla gravità, ad ogni comizio. CAPRICORNO Se il Texas dei fratelli Cohen “non è un paese per vecchi”, Calimera dei Rosato brothers non è un paese per giovani. Ed è un peccato visto che fino a poco tempo fa, avevamo un gruppo di ragazzi che sembrava volesse darsi una mossa per Calimera, ma anche PAV I M E N T I RIVESTIMENTI M AT E R I A L I D A COSTRUZIONE C A RTO N G E S S O CALIMERA (Le) Via Francia - Zona Industriale Tel. 0832 873455 - Cell. 329.4094585 per loro stessi. E così, vai con i balletti in piazza, i flash mob, la rivista fashion diretta dalla volenterosa Valeria Marsella, che però, dopo stenti e fatiche, si è fermata soltanto al numero zero. Sembrava fosse amore e invece era un calesse. Il gruppo giovanile Essenza Giovani, stancatosi della routine di paese, ha preferito trasferirsi nella metropoli leccese, candidata a capitale della Cultura 2019. Bye bye ragazzi Calimera è...senza giovani. ACQUARIO Che culo! Siete nati sotto lo stesso segno di Gaetano Coppone. Assessore a fave e foje, all’Urbanistica e allo Sport. A tutto e niente. Il paese cade a pezzi, ma l’importante è che il Calimera ha vinto il campionato amatori e il Milan ha comprato Balotelli. Ma che c’azzecca Coppone con la politica, direbbe il buon Di Pietro? Dovremmo chiederlo a tutti i presentatori degli appuntamenti dell’estate calimerese che prima di ogni concerto, balletto, rappresentazione teatrale, ringraziano l’assessore allo Sport. A proposito, ma il nostro mister X lo sa? PESCI E’ muto come un pesce rosso. Non parla. Mai. Eppure, o forse proprio per questo, fa il vicesindaco. Chi è andato a seguire un Consiglio comunale qualche volta in questi 8 anni lo sa: lui sta lì, fermo come un soprammobile, muove la testa in orizzontale o in verticale a seconda di quello che gli suggeriscono. L’igiene ambientale è compito suo. Abbiamo detto tutto. Micronido Marameo L’ALBERO DELLE ALBICOCCHE Gabriele: in giardino noi avriamo unarbrero di ambricocche! Nicole: ma ela pure l’albero dell’autunno di quando cadevano le foglie, no? Alice: e poi all’ivvenno era tutto nudo di freddo e di vento! Ludovico:eh si! Poeino! Cantiamo... peffarelambelo? Zia: poi è arrivata la...? Matilde: la Befana! Ho sbaiato, la primavera con i fiorellini bianchi. Nicole: ehi ! Ragazzi! Come è fatto il fiore? Dicetemielo a me! Nicola: i petali tutti in giro, il pittillo e la gamba! Chiara: no! Il gambo e le foglie! Hai tapito? Filippo: hai menticato il... piluncolo. Nicole: peduncolo devi dire! In italiano no in inglese! Ludovico:poi saliamo all’albero e le pendiamo! Nicola: pure sull’albero delle mbrunelle! Però sono veddi !No allancioni! Alice: le apiamo e buttiamo il ...nozzolo! Gabriele: perché non sono maturite! Pag. 6 La Kinita 2012 ASSICURAZIONI - INVESTIMENTI FONDI PENSIONE - FIDEJUSSIONI ASSICURAZIONI DOTT. GIOVANNI MATTEI Agente Generale Via Roma, 21 - Calimera (Le) - Tel. Fax 0832.873279 I LIBRI DELLA KINITA CHI FONDO’ LA COLONIA CALIMERESE A ROCA? “Nato a Calimera nel 1849 e laureatosi a Napoli in giurisprudenza, esordì giovanissimo militando nel giornalismo con attiva collaborazione nel “Fanfulla” e nel “Messaggero” di cui fu tra i fondatori. Entrato nella Amministrazione dello Stato, raggiunse, nell’allora Ministero dell’Agricoltura, Industria e Commercio, l’alto grado di Direttore Generale dell’Agricoltura, in cui lasciò orma durevole, avendo quasi da solo ispirato la legislazione del Demanio e sul patrimonio forestale”. Ma la figura di Francesco Colaci, detto DON CHICCO, diventa famosa a Calimera, dopo il 1914, quando fu collocato in pensione per raggiunti limiti di età. Infatti fu lo scopritore della costa salentina che va da Roca fino ad Otranto. Gran camminatore attivo e conoscitore del territorio, scoprì l’esistenza e fece notare subito l’importanza di Roca Vecchia e il significativo castello costruito nel XIV secolo dagli Aragonesi. Questo castello, di cui restavano tracce impressionati all’inizio del 900, aveva coperto e messo in ombra le precedenti civiltà messapica, greca, romana che in questo sito si erano succedute nel corso dei secoli. Pur non essendo archeologo attirò l’attenzione degli archeologi del tempo, che per la prima volta dopo millenni di abbandono, si dedicarono ad una sistematica campagna di scavi, riportando alla luce l’abitato messapico, le tracce evidenti della colonizzazione greca ed il porto romano dell’epoca dell’Imperatore Adriano. Fu così scoperta la strada che congiungeva Roca al capoluogo Lecce”. Per effetto di questi scavi, la baia che si apre di fronte al piccolo santuario storicamente meta di pellegrinaggi dei paesi vicini (Calimera, Melendugno, Vernole e Borgagne), diventò un religioso approdo delle fantasie marinare dei calimeresi, costretti a vivere nell’entroterra, ma sempre desiderosi di avere un posticino sul mare da dove sognare un ritorno ideale alle origini elleniche. Don Chicco esaudì queste aspirazioni sacrosante dei calimeresi. Infatti si fece cedere dallo Stato una ampia fascia di demanio, dove investì i cospicui proventi della sua attività coloniale, costruendo un “ampio villino” a picco sul mare dal quale scendeva nella pittoresca conca che da lui prese nome. Inoltre costruì una fila di abitazioni che avrebbero dovuto servire ai pescatori, sei in tutto che ancora oggi costituiscono le prime abitazioni di Roca; edificò inoltre un ampio locale adibito a stalla diurna per i cavalli che quotidianamente trasportavano merci e passeggeri da Calimera a Roca. La fantasia di Don Chicco particolarmente prolifica progettò anche un porto che venne ricavato scavando nella mor- bida roccia tufacea circostante; oggi conosciuto meglio come “Portu de Mesciu Ditta”. Come se non bastasse immaginò anche la costruzione di una rete ferroviaria Sud-Est con relativa Stazione che collegasse Roca, a nord – ovest con Lecce e a sud – est con Otranto. Per raccontare nei particolari l’attività, l’impegno e i progetti di Don Chicco, di cui i calimeresi non hanno serbato ricorso, occorrerebbe una pubblicazione ad hoc e non certo un semplice riferimento sulla Kinita. Questo riferimento però potrebbe essere utile per stimolare una ricerca tra giovani e meno giovani ,per scrivere tante pagine sui calimeresi del XX secolo. Infine se Roca dispone di una larga piazza oggi ben sistemata, ciò si deve anche al nostro Don Chicco Colaci, diversamente sull’area avrebbero edificato tante altre case, tanto da compromettere una parte della bellezza di Roca. Rocco Aprile P.S. per ulteriori informazioni su Francesco Colaci consultare il libro “CALIMERA e i suoi traudia” di Giannino Aprile. Onoranze Funebri La bella estate La miglior vita Un altare per la madre Desaparecida Storia della mia gente L’uomo del mare L’ultimo comunista Una stagione di felicità inattesa Lo spacciatore di carne La musica è un tutto Miele Il flagello della svastica Ho sognato la cioccolata per anni La bambina con gli occhi di cielo DAL LIBRO: LEVAGLI con Massimo Floris con Maurizio Campanelli con Renato Colaci con Katia De Santis con Franco Murghì con Ezio Stompo con Paolo Dimitri con Marco Tommasi con Riccardo Patai con Vincenzo Tommasi con Michele Lefons e Melania con Aldo posteggiatore con Andrea Bar Vittoria con Silvia Naizza IL FIASCO storie di caccia e di pesca... di Massimo Meroni. Edito a Firenze nel 1994 SAN FRANCESCO: Anni fa decisi di fare un viaggio in Puglia: partii con la macchina, la ragazza e il fucile. Erano i primi anni che mi dedicavo a seguire Diana, e devo ammettere che non mi considerava granchè. Andammo dopo Lecce, in un bel paesino dai muri bianchi che, anche per il dialetto, tanto ricorda la Grecia. Conoscevamo qui dei ragazzi, compagni di università a Firenze, e la sera a cena esposi loro la mia intenzione di andare a caccia l’indomani. Erano i primi di novembre e sapevo (per sentito dire) che era il magico momento del passo dei tordi. Gli amici pugliesi mi presentarono un loro paesano, Brizio, “Papa Donau” di soprannome, il quale diceva fosse il miglior cacciatore della zona. Con una gentilezza tipica del sud il suddetto mi portò subito di notte a sentire i tordi cantare nei meravigliosi uliveti che circondavano il paese. Io al massimo, potevo riconoscere il suono di un’ambulanza da quello della polizia e tutti quei repentini suoni notturni non mi dicevano niente. Lui, distingueva i bottacci dai sasselli, i maschi dalle femmine, persino quelli arrivati da poco da quelli ormai stanziali da tempo, quasi li chiamava per nome. Tornammo a casa ed io, preoccupatissimo, andai a letto. Non ci fu verso di dormire e, quando alle quattro quel gentile cacciatore mi venne a prendere, avevo due occhi che sembravo “Zombie 3, la rivincita” e due bellissime pesche melba sotto. Arrivati tra stretti sentieri confinati da perfetti muri di pietra, in un’antichissima oliveta dagli enormi alberi, lui mi pose in un posto e mi disse la direzione da cui dovevano arrivare i tordi e dopo le raccomandazioni del caso, si allontanò. Mancavano ancora due ore all’alba: feci dieci volte pipì, fumai venticinque sigarette e, teso come una balestra, caricai il fucile e mi misi all’aspetto della beccaccia. La beccaccia non arrivò, ma arrivò bensì un amico di Brizio, senza fucile, che si mise al mio fianco per raccattarmi i tordi. Era quasi l’alba, mi avverti un “Attento!” dell’amico dell’amico e uno di quei Mig 29 mi passò a trenta centimetri dalla testa senza che avessi avuto la benchè minima possibilità di alzare il fucile. Arrivata l’alba, arrivarono davvero anche i tordi, me ne passarono a tiro una trentina, io scaricai i 90 colpi di cui il mio automatico era capace e devo ammettere di non aver raccattato piuma. L’amico vicino a me, per non mortificarmi ulteriormente, era intervenuto ad ogni mia padella con frasi del tipo “Troppo alto!” o “Questo era troppo coperto!”. Verso le nove torna Papa Donau, aveva allo strozzino trentasei tordi tordi e subito mi chiese: “Allora, com’è andata?”. Io ribattei che non avevo dormito, che non riuscivo a vederli in tempo e altre amenità che volevano Emmedue Abbigliamento e Intimo uomo donna bambino Via G. Bosco, 3 - Calimera (Le) Tel. 0832.875372 solo sdrammatizzare il mio vuoto carniere. Poi ammisi che non sparavo da molto tempo e, rivolgendomi al suo amico, chiesi: “Non sparo bene, vero?”. Lui mi guardò, guardò Brizio e, stringendo la bocca e alzando gli occhi al cielo, senza proferire parola, dondolò lievemente la testa in una sorda, definitiva condanna. Il resto della mattina consisteva nella caccia di richiamo all’attesa. Mi ero portato tutto ciò che il mercato nazionale e internazionale poteva offrire in fatto di richiami: apparecchi sofisticati e costosissimi, stampi, ultrasuoni e zimbelli più o meno ammessi dalla legislazione. Qui mi sentivo forte e, anche se la mira non era proprio quella di Davy Crockett, pensai con conforto che avrei tirato io alla totalità degli animali che fossero transitati in zona, grazie alla stereofonia dei miei richiami che avrebbero surclassato il piccolo ridicolo fischietto da cinquecento lire che Brizio teneva fra i denti. Questa volta non si mise lontano da me, era circa a sessanta metri e a me venne naturale pensare che lui, povero disgraziato, non avrebbe tirato nemmeno ad un uccello. Di tordi ne giunsero parecchi: arrivavano a uno, due per volta e, come per magia, richiamati da un predicatore, ignoravano i miei richiami e si buttavano sulle canne del fucile vicino. Brizio fischiava a bocca e li faceva scendere da altezze sorprendenti, sparando in continuazione. Presi tutta la mia roba, la misi in un sacchetto (da gettare) e, avvicinatomi a lui, gli dissi: “Allora San Francesco, quanti pezzi?”. HONORIS CAUSA In Novembre presso la Pontificia Università “dei Papi” di Vanze-Strudà si è laureato con il massimo dei voti in Scienze Forestali Settore Ambrakki e Sepali, Brizio Lefons, discutendo la tesi in Ornitologia dal titolo “Il Tordo nell’inconscio collettivo,storia d’ amore di fungi e di zzanguni nella Grecìa Salentina”. Al neo dottore gli auguri sinceri della Redazione per un futuro ricco di mbasuni e spase in quel che furono gli antichi e gloriosi boschi di Calimera. Pag. 7 La Kinita 2012 SCUOLA DELL’INFANZIA DI CALIMERA Nell’anno scolastico 2012/2013 nella Scuola dell’Infanzia di Calimera, è stato realizzato il Progetto Lettura dal titolo: “Suoni e ritmi dello stare insieme: musica e armonia”. L’approccio al mondo sonoro è stato un’avventura necessaria e insostituibile, affinché la proposta educativa scolastica potesse risultare completa ed efficace nell’accompagnare il bambino alla scoperta e alla costruzione della propria identità. I bambini hanno imparato la musica attraverso tutto ciò che alla musica è inerente: gesto, movimento, danza, vocalità, strumento musicale, drammatizzazione e performance. A seconda delle pratiche musicali svolte, le tre dimensioni fondamentali: senso-motoria, simbolica, gioco di regole, hanno assunto diversa importanza e ciascun atto musicale le ha contenute tutte. Le insegnanti hanno condotto i bambini a vivere le tre dimensioni del gioco musicale ponendo sempre il piacere del fare musica sia come motivazione che come obiettivo, lasciando grande spazio alla sperimentazione e alla creatività di ciascuno. Ogni energia musicale è stata segno di vita. La musica percepita ha fatto vibrare, battere, respirare, muoversi, entrare in relazione. La musica si è sentita come un essere che in vari modi e forme, si è rapportata con il bambino per invitarlo alla tras-formazione, alla alter-azione e alla anim-azione. Le Unità di Apprendimento sono state: - Canta, suona, gioca, balla e ricorda con me - Canti, musica e armonia per la natura che si trasforma: è autunno - E’ Natale: musica e armonia di oggi e di ieri - Canti, musica e armonia per la natura che si trasforma: è inverno - Stiamo insieme a suon di allegria: è Carnevale - Canti, musica e armonia per la natura che si trasforma: è primavera - Suoni e ritmi dello stare insieme: Recital di fine anno Il Recital di fine anno è stato una testimonianza del percorso didattico realizzato nel 2012/2013, delle emozioni che hanno provato i nostri bambini; è stato una testimonianza del Progetto Lettura che ha accompagnato insegnanti e bambini alla scoperta del meraviglioso mondo della musica e dei suoni. E’ doveroso sottolineare l’impegno, la fatica e la collaborazione di tutti coloro che permettono la realizzazione di questi importanti momenti che aumentano e intensificano il caldo clima di relazione. UCCI, UCCI, UCCI MO VI TOCCA ALLU ‘NFUCACIUCCI... L’erosione ca nc’è stata lungo tutto il litorale, mancu Roca ha sparagnata: ha sfundatu lu “Canale”, mieru friscu poi nzurfava la magnifica sbafata, na chitarra ca sonava e passava la sciurnata. la politica prevale quandu è tiempu d’elezioni e diventa lu Canale sede de consultazioni, Gli episodi chiù piccanti l’avventore del Canale, li canusce tutti quanti molto prima del giornale: Ed ognunu face e cunta ognu sorta de illazione sullu Sindacu, la Giunta Maggioranza ed Opposizione. e se tene ben segnata la vacanza cullu zitu per saper se a giusta data aggia o menu parturitu; Mo’ la mitica scogliera se non vene puntellata, ni la smunta tutta intera l’erosione ormai avanzata, postu amenu e de cultura, ca riporta alla memoria fra lu mare e la natura Calimera e la sua storia. Lu settore ca a stu “Postu” chiùi n’ha datu esaltazione sempre è statu ad ogni costu quiddhru dell’informazione! in ricordu de n’espertu de immersioni marinare ca portava allu scopertu li tesori de lu mare. na carusa ca s’ha spinta cullu zitu a na vacanza, già se sape ca stae incinta puru se non tene panza mortadella mprovolata, cozze e rizzi llattumati, minunceddhre pe’ insalata, sarginischi zzuccarrati, delusioni, tradimenti, clandestine relazioni suntu spessu gli argomenti de vivaci discussioni; Già lu nome s’ha ispiratu alla “Gens “calimerita e pe’ quistu s’ha chiamatu lu Canale de lu “Mita”, Ogni tantu a menzadìa lu Canale diventava na simpatica osteria e cantandu se mangiava: LA MAMMA BEDDHA Tengu na mamma beddha, ma beddha veramente quando patrema la guarda se annebbia la mente, la bacia, la mbrazza e me dice “tenimu na beddhazza”, ma ieu ca su lu fiju l’amu chiui de ogni auddha cosa e sapiti percè? Percé la mamma mia stae sempre nnanzi a mie e ieu li voiju bene quandu me mbrazza, ma puru quandu pija la mazza! E la sira quandu me porta allu jettu me dae sempre nu bacettu! mentre dormu me sonnu l’angiolettu ca me chiede se voju qualche cosa, ma jeu li rispundu grazie, no! Tegnu la mamma mia ca ete la chiu beddha de lu mundu. Mamma mia. li sondaggi programmati, le azzardate previsioni, dannu già li risultati prima delle votazioni. Proponendu soluzioni ai problemi del paese cu sapute riflessioni sulle tasse e sulle spese. costringendu fra li crucci e lu versu de lu raiu, lu trapassu a “Nfucaciucci” de ombrelloni e sedie a sdraiu! UNA STORIA VERA C’era una volta un tipo affascinante... di ragazzine attorno gli ronzavano tante. Lui le ignorava o le mandava via perchè aveva occhi solo per la mamma mia. Mamma all’inizio faceva la scontrosa ma poi gli disse si... e si vesti’ da sposa. Felice di ricevere l’anello dal giovanotto piu’ bravo e più bello. C’era una volta... e ancora ci sarà... ma adesso sono io l’amore di papà! Pag. 8 La Kinita 2012 Vignetta di Eleonora Luceri LA PESCA MIRACOLOSA DE LU “NARDUCCIU PAPADUNAU” Puntualmente, comu tutte le matine, lu “Narducciu Papadunau” se preparava cu vascia a mare cu pesca, però comu sempre era nu rebus. Dicia intra de quiddhru: a dru vau osci? Alle occhiate o alli purpi? Mise a motu e partiu, ma alla strada stu dubbiu non li levava de capu. Quandu rivau a a mare, vitte ca era calmu comu oiu e disse: osci è propriu sciurnata de purpi! Fuscendu comu na faina, pijau lu piede de gaddrina, conzau la purpara e cuminciau la pesca. Ma dopu doi ure de prova e riprova, lu Narducciu ancora non ia pijatu nienti e sempre intra de quiddhru pensava: osci non è sciurnata, la corrente è fiacca e quai me pare ca sta perdimu sulu tiempu. Ma quandu stia cu coja tuttu cu se ne vacia, cu la cuta de l’occhiu vitte na punta de scoju ca paria bona e sempre intra de quiddhru pensava: mo fazzu l’urtima calata e poi chiudu tuttu e me nde vau. Ma appena calau la zampa de gaddhrina, nu purpu gigante cuminciau cu se mova annanzi tuttu incuriusitu. Ah fessa, finalmente t’aggiu vistu, pensava sempre tra quiddhru e quiddru e cuminciara cu li brillane l’occhi mentre lu immaginava intra lu stanatu cu le patate. E movi de quai e movi de dhrai a nu certu puntu lu purpu ‘ziccau. Finalmente li tanti sacrifici de la sciurnata sta veniane ripagati. Lu purpu era grossu e tirava ma lu Narducciu non era de menu e tirava puru quiddhru. Castima chiui, castima menu, a nu certu puntu pensau: “o intra o fore”, e tirau cu tutta la forza ca tenia. Ma probabilmente mancu lu purpu era fessa e pare ca fice lu stessu ragionamentu: “o intra o fore”, e tirau forte puru quiddhu e lu futtiu intra a mare. In conclusione, lu Narducci nostru vessiu tuttu ‘ncazzatu e menzu bagnatu e rivolgendosi allu purpu a voce alta li disse: “sta fiata t’ha sciutu bona, ma alla prossima su cazzi toi. L’Angolo della Poesia di Marcella Palumbo SIAMO UGUALI Siamo Down perchè? Diversamente abili perchè? Ci guardate e dite: “poverini” perchè? Aprite gli occhi, stateci vicini, siamo uguali, guardateci dentro, vedrete i nostri sogni, i nostri desideri, le nostre delusioni, i nostri rimpianti. Lo vedete? Siamo uguali! SAN BRIZIO Suonano le campane della Chiesa, è la festa di San Brizio. Tanta gente per la strada, è festa! La banda suona, le luci splendono in tanti colori. Gente che va, gente che viene, gente seduta al bar, noccioline, gelati, spumoni, risate, grida, gran confusione. E’ festa! La banda suona, suona il Bolero! La festa è finita, posso dormire. All’improvviso rumori di sedie, tavoli, bottiglie, grida e così via. Sono le tre, San Brizio mio, falli finire! Così finalmente posso dormire. ANTONIO CORLIANO’... UN POETA GRIKO di Franco Corlianò Nozze d’Argento per Antonio e Patrizia Quando tutto è cominciato, solo un gioco vi è sembrato, tu Patrizia, poco più che ragazzina, ti preparavi a fare la mammina, Antonio nella 127 blu ti portava, ma alla fede al dito lui pensava. I genitori, felici ma preoccupati, vi mettevano in guardia dai “guai” inaspettati, ai quali per poter rimediare, un matrimonio in fretta si è dovuto organizzare. Cosi, giovani e inesperti vi siete improvvisati, a coniugi e genitori assai affiatati. Dopo 6 mesi un bel bimbo è arrivato, ma per il secondo avete tirato un bel pò il fiato. Infatti, vi siete voluti prima “ndifriscare”, e dopo dieci anni un altro bel bebè programmare. Siete una famiglia meravigliosa, avete due bei maschi, vi manca forse qualcosa...? Per la femminuccia potete ancora provare, se avete bisogno di aiuto ci possiamo organizzare... Fra alti e bassi, pianti e risate, ora alle nozze d’argento convolate, È un bel traguardo, una meta importante, Patrizia è emozionata, Antonio è tutto pimpante. Nell’arco della vita, questa tappa è assai gradita, è se anche 25 anni sono passati, non disperate, il conto non torna, perchè voi siete in splendida forma. Ora con lo spumante insieme vogliamo brindare, e a queste nozze festeggiare. Siamo tutti qui presenti, per farvi di persona i complimenti. I nostri auguri prendete al volo, che ve li facciamo il coro. AUGURI!!! Gli amici LE COSE CHE BRILLANO Le scarpette russe de lu Lino Pesce La porno - Ape de lu Renatu Colapacciu L’Agenzia viaggi de lu Briziu Gomminu Li modi garbati de lu Enzo Garrapa La presenza-assenza de lu Sindacu Rosato Lu corsu de lingua rumena de lu Martinu Marra Le prediche... a bassa voce de lu N. Papadunàu La caccia vegetariana de lu Gaetaninu Speranza L’arte oratoria de lu Vito Bergamo Li surgi randagi de via Garibaldi Lu bandu de lu Carmelu Pirichìcchi Li saluti affettuosi de lu Vito Bruno Lu catering - pezzetti & company de la Mimma Lu serpente mangia-ove de lu Luigi Surdèddha L’agricoltura “fai da te” de l’Antonio Silio La pausa sigaretta de lu Luigi Postinu Le Informazioni Mortuarie de lu Raffaele Pizzallì La saggezza popolare dell’ex vigile Luigi Gemma La ristrutturazione della casa de lu Brizio Senzacasa; La coltivazione bio-biologica di Maurizio Campanelli; Ci siamo conosciuti il 29 luglio dell’anno scorso, in occasione della festa di San Brizio, ma è come se ci conoscessimo da sempre, abbiamo anche lo stesso cognome e lo stesso amore per la poesia, per la lingua e la cultura grika. Di Antonio mi aveva parlato molto bene il compianto Cesare Campanelli e, ad essere sincero, mi aveva molto incuriosito la notizia di questa comunità calimerese a Brindisi: Cesare Campanelli, Giannino Aprile, dott. Michelino Laporta, Antonio Corlianò e tanti altri... tutti calimeresi, tutti legati da un filo di sana nostalgia al loro paesello! Il nostro primo incontro è stato decisamente emozionante per entrambi, sono quelle cose inspiegabili della vita. Oggi è un rapporto di amicizia del quale vado molto orgoglioso, non solo perché scrive bellissime poesie in griko, ma perché è una persona speciale: le sue opere e la sua personalità di uomo molto colto e nel contempo molto umile mi hanno subito affascinato. Primo di tre figli di genitori calimeresi con il griko stampato nel cuore e nell’anima, Antonio Corlianò nasce il 3 gennaio 1948 a Brindisi, dove vive esercitando la professione di medico chirurgo presso la ASL e, pertanto, sin da bambino, Brindisi e Calimera gli si avvicendano come le due più tipiche stagioni meteo: “Scimòna” (Inverno) e “Kalocèri” (Estate). Sicché d’inverno egli vive a Brindisi mentre d’estate (insieme al fratello Luigi) raggiunge le zie materne a Calimera in quella via Costantini, dove esse negli anni ’50 conducono un qualificato laboratorio di ricamo. Calimera, quindi, costituisce per Antonio Corlianò la culla ancestrale del mito, il sogno d’un tempo afferrato e mai perduto, sempre presente nel cuore soprattutto per la sua storia e, in particolare, per il suo griko millenario, vero e indiscusso fermento genetico nel DNA dei suoi cittadini nel mondo. Tanto, infatti, è bastato a lui per mai dimenticare il griko trasmessogli dalla madre, Giuseppina (Pippi) Maggiore e dal padre Brizio, rinomato costruttore edile in Brindisi sino agli anni ’90 (fratello di Vito e del tassista Cosimino, da pochi anni pure loro venuti a mancare). Antonio Corlianò è sicuramente un personaggio. Uno straordinario personaggio poliedrico con quello strabiliante bagaglio di ricordi di tempi andati che (forse) mai più torneranno, di cultura, di civiltà, che andrebbe addirittura scritta con l’iniziale maiuscola, stante i tempi. Molto ci sarebbe da dire su Antonio Corlianò, ma per ora limitiamoci a conoscerlo e a leggere questa sua poesia in cui ci trascina con sé nei suoi gorghi emozionali, spingendoci a percepire attraverso i suoi stessi sensi suoni, immagini, volumi, atmosfere, sensazioni descritte dai suoi versi. MU ‘PE ENA FIURO … “Ste torì? Iu ime ‘vò: kundu e agàpi, rodinò. Ce, drosimèno, steo na se dò pos tèlise is pu m’èkotze atto klàro miristò. Mìnonta mes ta fìddha, ìcha pesànonta ston vrài jatì è’ na tzèri, esù ka meletà, ka evò lustrèo ena kòmma tu pornò ce oli me kuntèune: “Pedì tu n’Ijo”, tosso na su po’ … Ma, sàtti èrkete ‘o màvro skotinò, straònno ta pètala ce, ssadìa ssadìa, atti zoì klìnno sti kardìa olo ‘o krifò: èzisa poddhì tosso jà mìan emèra tosso jà mìan ora.” Pag. 9 La Kinita 2012 ABBIGLIAMENTO BAMBINI Piazza del Sole, 19-22 - CALIMERA - Tel. 0832.872167 EVENTI DI BENEFICENZA PER IL SORRISO DI UN BAMBINO Cari sostenitori, cari amici, cari genitori, da ormai quasi sei anni mi sono pregiato di ricoprire il ruolo di Presidente della nostra Associazione che, se pur piccola, possiede un grande potenziale. Riconosco di essere soddisfatto del percorso fatto insieme a voi in questi anni durante i quali si è lavorato sodo, puntando alla trasparenza, all’onestà e soprattutto all’umiltà . Il mio e il vostro impegno hanno avuto un percorso a dir poco generoso. L’entusiasmo profuso, ha fatto si d’essere persone vicine a chi veramente aveva e ne ha tuttora bisogno. Ringrazio perciò tutti i volontari, tutti coloro che operano in questo senso, senza i quali oggi l’Associazione non esisterebbe. Ma il mio impegno lo voglio condividere con persone che come me hanno voluto dare un pò del loro tempo, per dare un senso a questa avventura. Grazie di cuore a Donato Castrignanò, Luigi Gemma, Vito Perrone, Cristina Calogiuri, Mirella Dimitri, Loredana Marsella, Romualdo Letizia, Igor De Luca e ai nostri giovani, Matteo, Kevin, Antonio, Marco, Luigi, e all’instancabile nostro ideatore Massimo Gemma. Un grazie di cuore anche al nostro regista Marcello Mazzei. Un pensiero d’affetto a tutti gli sponsor che ogni anno ci supportano per dare speranza e qualità al nostro progetto. Ringrazio tutti i “ganci”, tutti gli amici che ho incontrato durante questa presidenza per averci aiutato a far sorridere i nostri bambini, a realizzare i loro sogni, a regalare loro un istante di normalità, di allegria, di emozione, di gioia. Infine ringrazio tutti i bambini e tutti i ragazzi che ho consciuto, che mi hanno insegnanto tutto quello che oggi conosco di loro. Qual è l’obiettivo della nostra associazione. Regalare attimi di normalità, in un momento della vita che sembra assurdo dover attraversare. Ma quel momento farà parte per sempre dei nostri ricordi e mi piace pensare che di esso non rimarrà solo l’assurdo, il dolore, la paura, ma il calore almeno di un sorriso, un normale sorriso, spesso faticosamente conquistato quando si è uno di noi. Auguro a tutti momenti di amore e di solidarietà. Tutti insieme solo e soltanto per un sorriso di un Bambino. SANT’ANTONI, SANT’ANTONI PICCA E FILU SU LI BBONI... Tanta gente de la 167 da Calimera era considerata “pecura nera” percè alle case pegli popolari non abitavane amici e cumpari Cusì ogni annu de Sant’Antoni sciane d’accordu li fiacchi e li boni e faciane grande festa rionale senza cu penzane …. a ci chiu vale! Ma da tempu a sta parte pe la “questua” se cumbatte cu la parrocchia interessata a ritirare “l’offerta versata”, ma povera gente mutu operosa ca faticava senza mai posa mentre alli villini de Calimera puru nu fessa facìa carriera. Lu Comitatu dellu rione cu na grande soa devozione pensava alla cura de la chiesetta facia tuttu, senza gnenti se spetta. forsi pe quistu grave motivu addhu nu sacciuu ve dicu ca la sira de Sant’Antoni dopu la missa sparara li fochi…. Ma sti cristiani tutti uniti senza sordi ma decente vestiti decisera insieme na bella fìata di fare na chiesa tutta giustata, Però da anni a quista parte s’annu cangiate mutu le carte cusì lu Comitatu feste patronali volia cu face puru quiddhe rionali, Pe ci la guantiera ia pigghiare: “dammela quai no me tirare lassa stare quai le offerte pe curare la chiesa sei giurni su sette”! a Sant’Antoni “lu Padovanu” cu le offerte de ogni cristianu e cu la fatica de tutti quanti pe pagare tuttu a rate e a contanti! perciò la festa s’è spompata puru la focara nu nc’è stata senza balli e senza mancu soni stesera fiacchi puru li vagnoni. Mo speriamo ca a Gerusalemme addhai ca se vae lemme lemme cu aggia avutu giustu confortu su ci ae ragione e ci ae tortu, Nu vecchiu Sindacu fu interessatu e na zona vicina ia prestu trovatu e cusì d’accordu cu Don Salvatore lu progettu fice “l’ingegnere direttore”. Moi sulu misse pe devozione venenu fatte pe ogni occasione, sia pe la festa de Sant’Antoni sia pe l’addhe commemorazioni! senò tocca a PAPA FRANCISCU grande pontefice mai così vistu cu trova na benevola soluzione cu l’OTRANTINA benedizione! Il Presidente Antonio De Luca STAZIONE DI SERVIZIO TOTAL ERG STAZIONE RIFORNIMENTO CARBURANTI, LUBRIFICANTI E GPL SERVIZIO AUTOMATICO 24H SI EFFETTUANO CAMBI D’OLIO Via Europa - CALIMERA - Tel. 0832.873017 Pag. 10 La Kinita 2012 MODALITÀ SELF SERVICE 24 ORE SU 24 ISPOSIZIONE OSTRA COMPLETA D DA OGGI LAVAGGIO AUTO INTERNO/ESTERNO TRAMITE OPERATORE A V VENERDI I AL DALLE ORE 8:30 ALLE 12:30 DAL LUNED lavaggio interno/esterno auto MODALITÀ AUTOMATICA lavaggio esterno auto in soli 5 minuti A VOSTRA DISPOSIZIONE L’ESPERIENZA DECENNALE DEL NOSTRO PERSONALE MULTICAR SERVICE s.r.l. - autolavaggio e centro revisioni auto e ciclomotori Via Spagna, 16 - CALIMERA (Le) - tel. 0832.874034 - mail: [email protected] L’ALBUM FOTOGRAFICO DELLA KINITA Caro Ivan Stompo auguri de tutti quanti ma non la potivi scegliere de qua nnanti? Tra lu Fabio e lu Miminu ci ete lu fustu e ci lu fustinu? Il povero Francesco Picicco, cambia volto e mestiere e si ripropone “Vu cumprà”... Lu Briziu e lu Nzinu fannu na lotta ogni fiata ca mangiane na pagnotta!! Con questa tifoseria super blasonata per la serie A... è già iniziata la scalata! Sono il re della radio e me ne vanto e se mi travesto sono uno schianto! Stu postu ete propriu divinu... se lu “cumpagni” cu ddoi taniche de vinu!! I lavori della Tap sono cominciati da Torre dell’Orso: addetti alla buca da sx Luigi Marra, Andrea Aprile, mesciu Stefano Palano, Gabriele Quarta, Gigi Gaetani, Lorenzo Quarta e Mauro Pesciolino Gabrieli. Alle spalle il capomastro. Dei pescatori son la bandiera e bevo vino da mane a sera!! Veniamo toste da Calimera... siamo per Voi “le Sorelle Bandiera” Brizio Rescio è il Presidente delle feste per tutta la gente, de Calimera e de li paesi vicini sia per gli adulti che per i bambini. Ma quando a sera è ormai stressato lava i piatti tutto d’un fiato, e allora la Sandra, lo vuole premiare e lo porta fuori a ballare. Sbrigati cammello, alzati e cammina che dobbiamo andare dalla Luigina A Calimera pare ca dormu, ma quandu vau a Trieste... me trasformu! Con questo fisico da atleta quasi quasi sospendo la dieta!! Pag. 11 La Kinita 2012 Sono Elton John di Roca marina son sempre stato bello, ora più di prima!! Fabio, viti cu piji la misura bona se nò a casa poi l’Anna te le sona Avvocato Russo: da noto “Principe del Foro” a grande esperto nello “scucciare” il pomodoro I SUPERBRAVI MATTEO BONATESTA Ha superato l’esame di Stato di Terza Media presso l’Istituto Comprensivo Statale di Calimera con la votazione finale di 10 e lode. Preseguirà i suoi studi al Liceo Scietifico Statale “Leonardo da Vinci” di Maglie. Coppia 1ª classificata: Carlo e Federica, pe la ricetta ove cu la muddhrica, ia statu meju purpu cu li sponzali e cu vinciti senza brogli elettorali!! ROBERTA APRILE si è diplomata con il voto di 100/100 presso il Liceo Scientifico Leonardo Da Vinci di Maglie indirizzo PNI. In futuro vorrebbe frequentare la facoltà di Medicina e Chirurgia. SARA PALUMBO anni 23 - Laurea specialistica magistrale in “Discipline Musicali - Pianoforte solistico” con votazione 110 e lode su 110 conseguita presso il Conservatorio di Musica “L. Cherubini” di Firenze. Attualmente Accademia di Imola con la pianista di fama internazionale Jun Ju e Pinerolo con il M° Andrea Lucchesini. Prossimamente su RAI 3 nel noto programma “CHI L’HA VISTO”, sarà resa pubblica la ricerca del nostro concittadino Giusppe Aprile. Per l’occasione sintonizzatevi numerosi!! ATTENTI A QUEI DUE: Cernie saraghi e lutrini... intanatevi tutti!! DA ESSENZA GIOVANI A ES...SENZA GIOVANI: COME MAI UNA FINE IMMATURA? L’anno scorso la costituzione di un centro giovanile titolato “Essenza giovani” aveva suscitato in tanti di noi ormai settantenni, la speranza che si stesse costituendo nel nostro comune, un nucleo che poteva nel tempo dar vita ad una nuova classe dirigente della quale Calimera avverte il bisogno. Infatti fu proprio così che nel lontano 1966, si costituì un circolo giovanile frequentato da ragazzi e ragazze di diverse tendenze politiche, che insieme diedero vita a tante iniziative e tra queste anche quella goliardiche della Festa della Matricola. Da quella esperienza durata alcuni anni nacquero diversi movimenti giovanili che determinarono dagli anni 70 la formazione di una classe dirigente che dal governo o dalla opposizione si è battuta per lo sviluppo della nostra comunità. In quel contesto nacque anche la Kinita nel 1968. E’ pur vero che oggi il contesto è assolutamente diverso; ma è pur vero che se i giovani si perdono sulle minuterie quotidiane è impensabile immaginare un futuro certo e fruibile dalla maggioranza dei giovani L’Avv. Placa nelle campagne di Sant’Andrea intento nella raccolta “de li pampasciuni” d’oggi. Ecco perché bisogna mettere la faccia e battersi per i propri ideali e per lo sviluppo della realtà circostante. Calimera non può essere a lungo “la città dello svago e del tempo libero”, i tempi passati non tornano, bisogna costruire nuovi percorsi tra i sacrifici individuali e collettivi e in questo le famiglie di oggi hanno una grande responsabilità. Pertanto è necessario che ognuno di noi, con i piedi per terra, partecipi per costruire insieme opportunità di sviluppo e di lavoro; in questo contesto determinante è il ruolo anche delle amministrazioni locali le quali non possono offrire ai giovani solo progetti per un “Festival Cultural” da 55mila euro a carico dell’Unione Europea. Allora con i tempi che corrono, è necessario anteporre l’utile al dilettevole; in questo contesto diventa importante che i giovani calimeresi promuovano iniziative di confronto pubblico non per dividersi sulle diverse collocazioni politiche, ma per individuare insieme ipotesi di sviluppo a partire dal nostro ambito territoriale. Caro Tonino in veste de corrida te fiti cu scanzi na fiata la Kinita? Pag. 12 NOI La Kinita 2012 E I D I N O S A U R I L E M E R AV I G L I E D I C A L I M E R A Dal 30 marzo al 30 giugno di quest’anno il Museo di Storia Naturale del Salento, con annesso Osservatorio Faunistico Provinciale, ha ospitato nella sua bella sede sulla via dei boschi una interessantissima mostra la cui attrazione principale era costituita da 20 ricostruzioni in resina, scala 1:1, di dinosauri ed altri animali preistorici, corredate di istruttivi pannelli didattici. Un’occasione da non perdere per tutti coloro che amano la natura, la vita e la storia del suo lungo, tortuoso e faticoso percorso, fatto di meravigliose evoluzioni, ma anche di immani catastrofi. Condurvi i propri figli e/o nipoti è stata veramente una grande opportunità per osservare lo stupore nei loro occhi, per sentirsi rivolgere domande imbarazzanti e difficili e, perché no, per ragionare noi stessi su quanto sia effimera la nostra esistenza al cospetto delle ere geologiche. Pensare che i dinosauri, esseri meravigliosamente vari e misteriosi, abbiano abitato e dominato la terra per circa 170 milioni di anni e che da ben 65 milioni non ci siano più (almeno in apparenza), già ci può dare le vertigini. Considerare, poi, che gli ominidi progenitori diretti della specie umana non abbiano più di 5 milioni di anni, ci aiuta a capire che, nonostante la gloria delle piramidi e di tutte le nostre grandi conquiste di civiltà, potremmo essere e rimanere un tassello minuscolo nel puzzle della vita. Chi ci può assicurare, infatti, che un fattore X imprevedibile come un asteroide o un estremo mutamento climatico, o magari un fattore umano altamente prevedibile, come l’insostenibilità dei nostri attuali modelli di sviluppo, non ci spazzi via come un fuscello, relegando il passaggio della nostra specie sulla terra quasi al rango di un incidente di percorso nel grande affresco della storia naturale? E se volessimo andare oltre nel vortice delle vertigini, cos’è la stessa nostra piccola terra, con i suoi soli 5 miliardi di anni, parte minore di un sistema solare periferico di una galassia periferica nello scenario di un universo conosciuto già fatto di miliardi di altre galassie distanti anche miliardi di anni-luce e che di miliardi di anni terrestri ne conta almeno 13,5 a partire dal Big Bang? Ciascuno di coloro che oggi camminano sulla terra e vivono questo tempo è il frutto di una infinita selezione di DNA che si sono affermati nella successione delle specie viventi e che all’interno di esse hanno visto prevalere gli individui più forti o più adatti, a loro volta frutto della vittoria di un solo spermatozoo contro tutti gli altri concorrenti nella corsa all’ovulo: un esame selettivo come nessun concorso in magistratura o per vigile urbano! Forse non si può vivere la nostra vita umana pensando solo a questo, e forse non è neppure giusto, ma avere presente il contesto sopra descritto certamente ci aiuta a mettere nella giusta prospettiva dimensionale e di importanza le piccole cose con le quali abbiamo a che fare quotidianamente. A quel punto la sconfitta della squadra del cuore, le vicende personali di Berlusconi, l’elezione di un’Amministrazione Comunale non all’altezza, le piccole beghe familiari, come anche quelle politiche, perdono miseramente consistenza e colore di fronte a ciò che conta veramente. La cura della propria salute e dei propri affetti, la cura dell’ambiente e della comunità in cui viviamo, la convivenza civile ed il rispetto reciproco e quello delle regole che ci siamo dati, la tutela della buona fede e del merito. Se questi valori si affermano presso i membri di una collettività, molto probabilmente tutto il resto viene come una naturale conseguenza e quel gruppo di persone o quel popolo può ragionevolmente attendersi di cogliere dei buoni frutti da una buona semina. Proprio così. Si comincia da noi stessi cittadini, con le nostre piccole scelte quotidiane: - Sono solidale e generoso, o egoista e cinico? - Ho cura delle persone care? - Mi guadagno onestamente da vivere facendo qualcosa di utile? - Partecipo abbastanza? - Voto secondo coscienza? - ...giù giù fino a... - Le pago le tasse (sperando che siano giuste)? - Rispetto i segnali stradali? - Rispetto i miei genitori? Vi chiederete: cosa c’entra tutto questo con i dinosauri? Ben poco, ma se non vogliamo paragonarci a loro, che pure sono stati prima e più di noi i signori del pianeta, dovremmo far leva sulla caratteristica che fino ad oggi ci ha reso dominanti: il raziocinio. Ebbene, è ragionevole, in un periodo di congiuntura economica come quello presente, anche solo considerare l’opportunità di acquistare degli aerei F35 per 14 miliardi di €? E’ ragionevole conservare ancora il livello amministrativo provinciale con la sua pesante struttura di portavoce e portaborse, o il finanziamento pubblico di partiti, giornali di partito ecc., ecc.? E’ ragionevole pagare profumatamente una pletora di parlamentari pressoché inutili, sindaci ed assessori già altrimenti stipendiati o pensionati, continuare a garantire pensioni d’oro, doppi e tripli incarichi, non curandoci, invece, del dissesto idrogeologico, della ricostruzione delle zone terremotate o della tutela dell’ambiente e chi più ne ha più ne metta? Non è forse tutto questo paragonabile all’inerzia di una specie stupida di fronte alla modificazione del suo habitat, o all’orchestrina che suonava sul Titanic mentre la nave affondava? Dai dinosauri, pur ammirevoli nella loro straordinarietà animale, non si poteva certo pretendere che si organizzassero contro l’asteroide. Eppure, neanche i dinosauri si sono totalmente estinti, perché i loro eredi più diretti, come ben sanno coloro che un po’ se ne intendono, al contrario di ciò che si potrebbe pensare, non sono gli attuali rettili, bensì gli uccelli. E quale metafora vogliamo trarre da questo lungo ragionamento? E’ semplice, al limite del banale. Per pensare di sopravvivere, come calimeresi od anche come italiani, dovremmo trasformarci profondamente e … imparare anche noi a volare, possibilmente alto. Dovremmo farlo presto, lasciandoci alle spalle le scelte scellerate in materia ambientale o i piccoli voli da aia in cui queste amministrazioni avicole di tanto in tanto si producono, con progetti tecnè o con pelose celebrazioni griche a beneficio della vanagloria e delle finanze dei soliti ignoti. Mentre gli scenari cambiano rapidamente e forse lo stesso asse economico del nostro mondo si sta rapidamente spostando dalla direttrice atlantica a quella pacifica, sembra che i nostri amministratori siano dei vecchi dinosauri destinati ad una ingloriosa estinzione. Una consolazione interessante sta nella possibilità di osservarli ancora un po’ prima che spariscano definitivamente, sperando che non facciano troppi danni con la loro caduta rovinosa. Vediamo un po’. Al vertice della scala c’è un tirannosauro un po’ sdentato che in assenza di prede fresche si accontenta anche di carogne. Su un gradino leggermente inferiore c’è un velociraptor, snello, scattante e nervoso, predatore di rapina che vorrebbe azzannare anche il rettile tiranno, ma che non può farlo per ragioni di taglia. Così va a predare altrove, in un campo di caccia che presto potrebbe non esser più praticabile. Intorno varie altre specie minori, come il pachidermico anchilosauro, grosso, goffo e con la coda a mazza, l’oviraptor, che si ciba delle uova altrui, attentando così alle generazioni future, alcuni panciuti dinosauri vegetariani come gli adrosauri dal becco d’anatra o i cornuti ceratopsidi in continua masticazione di cicadali, o i pachicefalosauri dalla testa durissima a forma di elmetto, o i teneri compsognatidi insettivori o i placidi sauropodi, inutilmente maestosi. La mostra si è conclusa, ma noi calimeresi abbiamo ancora modo di osservare questi magnifici esemplari. Basta fare un giretto in piazza … La comare Immacolata, dopo un po’ di anni di lavoro al nord, finalmente ritorna nel suo paese natio, Calimera, per trascorrere le ferie. Presa dall’entusiasmo, va in giro per il paese a respirare aria di novità e per salutare parenti e amici. Nel suo girovagare incontra la comare Addolorata. - Cummare ‘Macolata finalmente de decitisti cu torni? - Sine vinni cu fazzu nu pocu de vacanze a Calimera. - A Calimera? Ete meiu se vai a mare e faci bagni! - Pe quiddhi cè tempu, moi sta me piace cu visciu le novità de lu paese. ‘Ncete cose belle! - Daveru e ddhu le vitisti? - Non me dire cummare ‘Ndata ca non sai mancu le cose de Calimera? - Ieu le sacciu, ma dimme quiddhu ca vitisti tie ca forsi me sfuggiu qualcheduna. - ‘ncete doi cose ca laddhi paesi vicini non tenunu e tocca cu simu orgogliosi. - Vu ce sta me faci cu me presciu e ce suntu? Allu nord lu chiamanu drive-in e teatru permanente. - Vu cummare, stau propriu arretrata tocca cu me spieghi meiu. - Lu teatru permanente etu nu palcoscenicu, cu tanti palchetti decoste e fannu sempre recite. Lu drive-in ete nu cinema ca lu poi vitire de le macchine. - Cummare ‘Macolata e giù stannu tutte ste meraviglie a Calimera? - E cazzu ‘Ndata, ca mo me scappau propriu, SALENTO Se mai nel Salento tu verrai, amico, che errando vai per l’ Italia, troverai una terra antica, che autentica mantiene la sua anima ancora. E’, il Salento, terra di ulivi antichi, nella roccia color miele radicati, che nodosi e storti hanno i tronchi bruniti e di infinite lotte raccontano contro i venti e le tempeste. Ti stregherà, il Salento, terra del candore e della luce che avvolge i borghi e le città, inonda le strade e invade i cortili, custodi di domestici segreti e spazi di furtive tenerezze al riparo di occhi maligni. Vedrai una terra di sole E di venti, ove il cielo all’ orizzonte par che a terra poggi i piedi e ti aspetti per farsi toccare, mentre le nuvole ti corrono incontro come allegri aquiloni bianchi. E ti sentirai tra le pietrose contrade di Leuca un preannuncio di Grecia, mentre – meraviglia! – scoprirai che risuona ancora nella decapoli la lingua di Omero e di Bisanzio, Oh il Salento! E’ terra dell’ anima. E a sera, ossessivo e frenetico, invade ancora le piazze il ritmo della pizzica, finché le tarantate, esauste, a terra giacciono, dai mali oscuri del vivere liberate. Giovanni Cirrincione di Brizia innamorato, dolce moglie adorata, e al Salento grato d’averla generata! - - - - - stanno addhai can cera la chiazza e non me dire ca non l’hai viste! E cazzu cummare ‘Maculata lassa cu lu dicu ieu, percè tie non hai capitu nienti. Quiddhu ca tie dici drive-in ete lu parcheggiu de la chiazza, ca allargara la strada e mo’ le macchine aumentara, tantu ca scendi de Martignanu viti nu campanile menzu a na pista de macchine . Quiddhu ca dici palcoscenicu ete na chiazza sbagliata, vessiu nu marciapiede slabbratu, repezzatu e ‘ncoddhatu alli palchetti, comu dici tie, ca in realtà suntu li portici de lu palazzu. Li spettatori suntu li cristiani ca stannu allu barra. L’attori de lu palcoscenicu suntu li cristiani ca passanu de la chiazza e mo senza l’aiuole stannu chiu comodi de prima e li fannu lu pilu e contru pilu, agghiu ca prose e film. ‘Nventanu certe trame! Vu scanza libbera ce sta me dici e ieu ca me critia ca erame ‘mancipati, a quai stamu alli tempi mei ca de la chaizza non potivi passare ca te spojiavane cu l’occhi. Eh cummare mia, prima cu le aiuole e l’alberi li cristiani se giravane versu lu barra ma mo ete comu dici tie se settanu de posa cu guardanu puru li pili ca non teni. Nui puru ci scornamu ca lu paese de la chiazza se presenta e nui ci presentamu boni! Viti ca hannu fare la funtana, te avvertu casu mai la prossima fiata ca veni dici ca ficera le docce per li turisti. Ce sta rimangu fiacca cummare ‘Ndata , ce sta me dispiace de la chiazza nostra. Ca pe quistu te dissi cu vai a mare ca ete meiu, ca se stai a Calimera sulu raggia piji. LA MITICA 3aª C Siamo stati da sempre la classe più scatenata della scuola ,famosa ormai per questo! Moltissimi di noi sono amici da otto anni. Dalla scuola materna ci sentiamo tutto un gruppo, una rete che non si può spezzare… ma adesso cosa succederà? Ci pare impossibile! Quanto tempo abbiamo passato insieme! Ci siamo visti crescere, e adesso? Beh forse non ci possiamo neanche immaginare cosa sarà dopo. Non si può cancellare il tempo, tutti questi anni, tutta la nostra storia e i nostri cuori rimarranno lì per sempre. Certo che è terribile pensare che di noi rimarrà solo un bel ricordo, è un’idea che mi fa paura, mi fa star male! Mi chiedo cosa farò io senza di voi. La gente mi dice: Non ti preoccupare, al liceo ti farai nuovi amici! Io non ne dubito, ma non saranno mai come voi. Non c’è niente da fare, certe cose non si possono evitare anche se sono brutte! Ho paura di stare senza di voi. VI AMO Martina Castrignanò di Carmen Della Tommasa FORNITURE TERMO-IDRAULICHE ARREDOBAGNO SANITARI: Ideal Standard - Pozzi Ginori - Dolomite - Senesi - Kerasan RUBINETTERIA: Grohe - Paffoni - Ideal Standard - F.lli Frattini ARREDO BAGNO: Ibb - Kios - Eurolegno - Teuco CLIMATIZZATORI: Daikin - Samsung - Vaillant / CALDAIE: Fontecal Via T. Fiore, 34 - CALIMERA (Le) - Tel. e Fax 0832.871161 Pag. 13 La Kinita 2012 1 2 3 4 8 1 1 12 10 13 1 19 9 5 10 20 19 27 31 25 26 29 32 34 36 18 22 28 33 36 15 1 21 24 11 14 17 16 23 30 7 1 7 6 32 37 1 35 38 A schema completato, leggendo di seguito le lettere delle caselle colorate, scoprirete un vecchio detto Calimerese. ORIZZONTALI: 1 - Sotto a Calimera. 5 - Il pozzo Calimerese. 8 - Istituto Nazionale Assicurazioni. 9 - Strada. 11 - Le vocali in pia. 12 - Sigla di Aosta. 13 - Per ripetere. 14 - Stupendo posto di balneazione caratterizzato da un arco , unico a Sant’Andrea. 16 - Quando i l TIR perde la testa. 17 - Particella pronominale. 18- Pescara sulle auto. 19 - “Poco profondo” si diceva a Calimera. 21 - Per dire poco a Calimera. 23 - Si zoppica quando la si prende al piede. 25 - Si usano in montagna. 27 - Terza e quarta di privare. 28 - Non è dritto. 30 - Grossa corda che veniva legata al secchio. 32 - Ente Nazionale Assistenza Istruzione Professionale. 33 - Corrisponde ad ogni reazione. 35 - Comuni in Pippo e pipa. 36 - In Russia sono prime. 37 - Sul Monumento di La storia che stiamo per raccontarvi risale al 1980, otto amici sono al bar per il solito bicchiere di vino e una partita a carte, ad uno di loro viene una splendida idea, peccato però che si rivela infelice. Questo racconto è stato composto all’indomani della sfortunata avventura ma è rimasto chiuso in un cassetto per tutti questi anni. Ci è sembrato giusto e doveroso rendere onore a questa bella storiella e ai loro protagonisti tutti Calimeresi, precisiamo che purtroppo alcuni di loro non ci sono più, ma sicuramente avrebbe fatto loro piacere leggere questo racconto sulla Kinita, come sicuramente farà piacere alle loro famiglie. O CUNTO PU ITTO VRAI Cusete oli cino pu leo, ca ene e alissia ce e to nicheo, ene o cunto pu itto vrai, ca e to sozzo scerezzi mai! Ettò imasto sto Mammallilla ca ichamo pionta ena vareddhri birra, ecanne es’endeca pu itto vrai motti spiccezzamo o mulai. O Colinci, ce oli emì, ti e penseome mia kalì, e Guagnana na ma siri na cordosome stafili. Calimera la Vittoria è con le... 38 - In pavese. VERTICALI: 1 - E così... 2 - Primo tra i cardinali. 3 - La taranta agli estremi. 4 - Ci hanno preceduto. 5 - Palermo. 6 - Le sorelle dei genitori. 7 - Si usava per dissodare la terra. 10 - Istituto Superiore. 13 - In provincia di Bolzano. 14 - Arnese usato per scavare amano la roccia. 15 - Escursioni Estere. 16 - Vecchia IMU. 17 - Contenitori di giunchi usati per trasportare il pane appena sfornato. 19 - Cosenza. 20 - “Il Pizzo “alla siciliana. 22 - E’ fatta la candila. 24 - Una tonalità di marrone. 26 - Nelle fogne sono tanti. 29 - Si dice di donne singolari, particolari. 30 - Governarono in Russia. 31 - La UIL perde la terza. 34 Estremi di Enel. Motti tasamo panu sti villa, ietti persuaso o Mammallilla, raccumandetti sto Teò, na sozome tasi es kalò. Piamo feonta cundu on’anemo ces kalò e Guagnana tasamo, i stra i camamo ce enè chitezzamo, ma o stafili e mancu o prezzamo. E s’ena s’ena sa rosario o Ninu esire pa n’aio, ce na iurisome ma s’emine senza aiu una cratesune. Ste stri, tasamo pu cì Ce piamo oli imisi agrì! e ma s’ecanne pleo vula ca ichamo gomosonta i panza camula. Tuo ene o cunto pu itto vrai Ti e to sozzo scerezzi mai! Ce puru esà raccumandeo Mi ti camete mai pleo. Ce motti pezzete mo Colinci, mi tu dochete poddhrà quinti, dochedeuta e scanen’addhro, ti sas perni es topu caio! Montinari Cosimo PAOLO INGROSSO ASSISTENZA CALDAIE GAS LECCE - Via Malta, 5 - Tel. 0832.348801 - Fax 0832.231057 E-mail: [email protected] A PROPOSITO DI TRAFFICO URBANO Rocco: Brizio vidi ca è sensu vietatu pe tutti li veicoli. Brizio: Sine Roccu, ma la bici ete nu tutt’unu cu la persona. KINITA FILMS Asterix e Obelix al servizio di sua Maestà Quello che so sull’amore Le avventure di Fiocco di Neve La scoperta dell’alba Qualcosa nell’aria Quartet Io lo conoscevo bene Il cacciatore di giganti Tsunami Tour Un’insolita vendemmia La città ideale Passione sinistra Treno di notte per Lisbona Che strano chiamarsi Federico Cose dell’altro mondo Mi rifaccio vivo Il ragazzo con la bicicletta Il cammino per Santiago Bar Sport Harry Potter Cosa piove dal cielo? E’ nata una star? Uomini di Dio con i due vigili di Calimera con Luigino Torello con Franco Leone con Luigi Marangio con Domenico Bonatesta con i 2 fratelli Padreterno, Angelo, Antonio Leo con Maurizio Conversano con Ivan Giannone con i partecipanti alla Gita per Anziani con Andrea di “Vizi degli Dei” con Luigi Mazzei e il Premio Teknè con Antonio Cardillo con Franco Ricciardi con Federico De Giorgi con Roberto Del Piano con Brizio Candelieri con Maurizio Mazzei con Annarita Montinaro con Salvatore Naizza con Alberto Giammarruco con Paolo Renna con Andrea Bolognini con Riccardo Rescio L'ANGOLO DELLE BARZELLETTE TRA COMPARI Do amici de na certa età se trovane cu parlanu te sessu. “Dimme nu pocu, cumpare, comu te vae cu lu sessu?” “Benissimu Roccu. Pensa ca a quasi ottant’anni fazzu ancora cridare mujerema ntra la camera te lu liettu” “Oh bella! E comu faci?” “Sentime bonu. Prima la fazzu spojare completamente nuda. La fazzu sdraiare su lu tappetu e la spalmu tutta te Nutella. La toccu alle minne, a nculu e poi … me pulizzu le mani alla tenda bianca!”. SUBBRA A N’UFFICIU (IMMAGINARIO A SCELTA) Lu rappresentante sindacale te li impiegati sta parla: “Aggiu chiestu 40 ure lavorative la simana e ce le accordarune, poi imu chiestu 36 ure la simana e imu ottenutu puru quistu. Mo viditi ca ni chiedu e lu ottenimu senz’altru na sula giornata lavorativa la simana”. E n’impiegatu: “Comu, tutta na giornata?”. UN GOVERNO EFFICIENTE CONTRO LA CRISI “Finalmente stu governu trovau lu modu cu aumenta l’investimenti e cu elimina nu pocu de disoccupati” “Ce tene intenzione cu face?” “Sta face levare tutti li Stop e li semafori te l’incroci”. AL CATECHISMO Suor Celestina sta spigando ai bambini il miracolo della creazione del mondo. Lu Toninu, lu fiju te l’Ucciu te la Tetta stae attentu, attentu a quiddhu ca tice Suor Celestina. Alla fine alza la manu e li dice :” Suor Celestina, e comu mai patrema tice ca discendiamu te le scimmie?” E suor Celestina :” Senti Toninu dì a tuo padre che la storia della vostra famiglia non ci interessa”. LA MOGLIE BURLONA Lu Cici rientra a casa propriu tardi e mienzu mbriacu. Mujieresa cu lu fazza spaventare se minte a ncapu nu lanzulu e comincia cu grida “Ieu Suntu lu Diavulu! Ieu Suntu lu Diavulu” e lu Cici “Porca miseria, allora simu parenti percene ieu me sposai a soruta la Ndata”. BAMBINI MODERNI “Signora maestra ieu te voju bene” “Grazie bello mio, pure io ti voglio tanto bene” “Ma io ti amo Signora maestra, voju cu te sposu” “Ma Gianluca, non mi piacciono i bambini, dovresti saperlo” “E va bene vole cu dica ca stamu mutu attenti!” Igiene casa - persona cosmetica e intimo detersivi alla spina Piazza Caduti, 29 Tel. 0832.872059 - Calimera (Le) Pag. 14 La Kinita 2012 ASSISTENZA TECNICA INFORMATICA Vendita e Assistenza Personal Computer e Stampanti Palmari e Navigatori satellitari Cartucce e Toner di Stampa CENTRO ASSISTENZA NOTEBOOK E STAMPANTI ATI SERVICE snc di Iacovizzi e Delle Donne Via De Gasperi 16 - CALIMERA (LE) Tel. e Fax 0832 874820 [email protected] ATTO SECONDO : IL RITORNO DEI NAUFRAGHI! SALENTU Salentu taccu dell’Italia ca te stendi intra lu mare terra si stata de conquista terra si stata de furfanti terra sì de emigranti Salentu na taranta t’ha pizzicatu cu lu tamburellu e lu violinu cu la chitarra e lu mandolinu te soni la tarantella cu te liberi dellu ragnu ca t’ha dannatu Salentu ca sinti sempre primavera cu lu sule ca te illumina tuttu cu la tramontana ca te sferza cu lu sciroccu chinu de faugnu cu l’invernu ca nun canuscimu mai Le signore e li mariti ca ogni sira de sciuidìa se ritrovane riuniti in allegra cumpagnia, l’ addrhu invece cu costanza su e giù dal tribunale pe restringere la panza li scaluni scinde e sale; n’ addrha fiata su’ tornati al piacere de lu sgranu dopu ca su’ naufragati pressu l’ isola de Fanu! e perfinu pe la cena se riesce a concordare cu fatica e a malapena lu locale a drhu s’ ha fare; Ma purtroppu l’esperienza c’ hannu fattu a mienzu mare n’ ha turbatu l’ esistenza e n’ ha scisu lu morale; ci lu “ Pupi ” sponsorizza e ci invece la “ Locanda “ ci mugugna e ci se stizza e lu gruppu stenta e sbanda, lu naufragiu l’ ha colpiti, e lu segnu n’ ha lassatu s’ hannu comu rebbambiti lu cervieddrhu s’ ha ngrippatu ci sostiene a spada tratta ca de certu non se sbaia se la cena viene fatta allu Golf Club Acaia, Ci la barca s’ ha ccattatu nonostante l’ avventura e ci invece s’ha nzuratu senza minima paura; unu invece chiù correttu ca non c’ era allu naufragiu perciò sanu de intellettu, cu pacienza e cu curaggiu nc ‘ete ci pe strafottenza non rispunde mai all’ invitu ma pretende la presenza allu tavulu imbanditu, stante tale situazione cu nu spuntu razionale lu “ Vesuviu “ ni propone comu postu chiù neutrale! pe na forma de devianza ca ha causatu lu faugnu n’ addrha ha fare la vacanza sempre e sulu a fine giugnu, Fra vibrate discussioni mienzu a tutti sti casini s’ hannu fatte le fazioni comu Guelfi e Ghibellini non ammette discussione, o se accetta lu sou invitu o respinta ogni ragione parte e vae cullu maritu! e ogni fiata de votare s’ ha decisu in forma attiva pe sapire a drhu s’ ha fare la mangiata successiva! Poi sull’ isola deserta chiùi de unu ha strafugatu e na cosa è sulu certa comu utte è diventatu La traumatica avventura alli naufraghi scampati n’ ha lassatu la paura, stannu ancora frastornati mo, pe scindere de pisu unu è sciùtu alla palestra ed ha fattu tisu o stisu esercizi a manca e a destra, e San Briziu protettore mo pregamu in litanìa cu ni llea lu malumore e cu torna l’ allegria! Gran Caffè Salentu fiure miu all’occhiellu cu la lingua ca t’hannu tajatu ogni pajse porta ancora lu nome ca t’hannu datu l’antenati toi quiddhi ca ricordamu puru moi Salentu mia terra amata mia ca m’hai vistu nascere e criscere sutta stu cielu sutta stu sule aggiu soffertu gioitu amatu vicinu allu mare aggiu sognatu Tommasi Antonio Fotografo IL 90° COMPLEANNO DI CICI CAFARO Gioiosamente riuniti insieme a voi amici, a festeggiare gli splendidi 90 anni di Cici, vissuti in modo intenso, geniale, sapiente, all’insegna della poesia, che gli ispira la mente. Gli anni ed i ricordi, sono stati i suoi docenti, che fornirono a Cici il patrimonio culturale, ciò lo rese unico, con laudi riconoscimenti, insieme alla lingua Grika che ama poetizzare. Parlare di Cici Cafaro è impresa non facile, sintetizzare il suo operato, in un semplice foglietto, personaggio dalla mente irrequieta, inarrestabile, doti che racchiudono, impegno, ed intelletto. Con immane saggezza e costanza esemplare, ha sottratto a morte certa,numerose tradizioni, evitando una insanabile ferita culturale, tramandando conoscenze alle nuove generazioni. Grande organizzatore di gioiose manifestazioni, sapendo offrire a tutti, canti e suoni in allegria, unitamente alle famose feste dei lampioni, con una armonica a fiato suonata con maestria. Cici Cafaro: Personaggio lungimirante, creativo, festoso, con un barlume che accende la sua mente, e lo illumina col suo fascio luminoso, che in ogni dove in lui sempre presente. Un augurio a Cici, vogliamo fargli di cuore, affinché molto a lungo possa lui poetizzare, e diffondere ovunque, i suoi messaggi d’amore, per addolcire un Mondo, incapace di amare!!! Luigi Antonio Tommasi Brillantemente si è laureata Maria Rosaria Rollo, in Giurisprudenza discutendo la tesi dal titolo “Le questioni sul titolo esecutivo”, relatore Chiar.mo Prof. F. Caprioli con il voto di 110/110. Alla fine della vita non ci sarà chiesto se siamo stati credenti ma se siamo stati credibili (cit. Giudice Rosario Livatino), e io, per il momento, spero di esserlo stata. Laurea PA N TA N A I E L A S I . . . Tempu fa lu Rafeli Piponi faticava a Imola intra a na fabbrica de piastrelle e cu quiddhu faticavane puru tanti operai de colore provenienti dall’Africa Meridionale. Nu giurnu mentre sta facianu l’intervallu pe mangiare na pagnotta, parlavane tra de quiddhi e lu Rafeli pe curiosità domandau a nu negru comu faciane l’amore li negri; ma quistu indispettitu li rispuse: dimme tie comu lu fannu li bianchi e poi te dicu comu lu facimu nui negri! Cusì lu Rafeli cu no passa de fessa, li disse comu fannu l’amore li bianchi e le bianche….. Lu negru ridia comu nu fessa e alla fine de lu cuntu disse: “Senti Rafeli apri le ricchie, stampagna l’occhi e senti; nui negri alla fimmena scancata li damu prima tre colpi sverti, sverti, sverti poi ci fermamu e la lusciamu! Dopu nu pocu de capu ronzu li damu tre addhi corpi chianu, chianu, chianu e cusì tre svelti e poi tre chianu, chianu finu alla fine sempre scupamu!” Lu Rafeli Piponi menzu babbatu li chiese allu negru se cusì era bellu e quuiddhu li disse, provalu puru tie! La sira tornatu a casa dopu cena, mujeresa sta se mintia cu llava li piatti, ma lu Rafeli non se dia pace, li disse “Ssuntina lassa tuttu e sciamu allu iettu!” “Rafeli ce tte successu stasira”, “Gnenti gnenti veni ca taggiu fare cu ssaggi na bella novità”. Comu trasira allu iettu lu Rafeli comincia cu fazza l’amore cu la procedura africana: tre corpi svelti, tre corpi chianu, sosta breve e ntorna tre corpi svelti e tre corpi chianu spettandu cuntentu lu gran finale… schiamandu! Ma la Ssuntina tutta scocciata li disse: “Rafeli sbrigate no fare comu me facia ogni fiata nu negru...” De Matteis CALIMERA Piazza del Sole - Tel. 0832.873024 - RICOSTRUZIONE UNGHIE Via Roma, 3 - Tel. 0832 873569 - Calimera Pag. 15 La Kinita 2012 PASSEGGIANDO CON TE Il viaggio per Roca che Leda ci fa fare ha due aspetti. Uno è la porzione comune, quella oggettiva, fatta di luoghi costruiti per chi ha pazienza (chi vuole giocare a pallavolo sulla spiaggia, chi non sa nuotare, chi la mattina presto sta dormendo, chi va a fare il bagno sempre nello stesso posto non è di Roca e non può farci niente). L’altra è il percorso che chiunque di noi, che ci è nato e che a Roca ha avuto il battesimo del mare, potrebbe farsi in aggiunta a quello che ci fa lei. A Roca tutte le pietre ci parlano. E quando cadono cade un pezzettino di microstoria. Il recente crollo del ponticello di Pascariello, per esempio, per i bambini di Roca (di Calimera, quindi), non è solo il segno del lavoro del mare; e per me e per Leda, in particolare, visto che abbiamo lo stesso nonno Brizio che Pascariello l’ha scavato nello scorso secolo dandogli il suo nome e abbiamo anche la stessa nonna Maria a cui è dedicato questo lavoro, il crollo di quel ponticello è qualcosa di più. Chi non ama la tramontana a Roca non sta volentieri. Chi non gioisce dello scirocco che rende lo Nfucaciucci e il Porto due dei posti più belli del mondo a Roca non sta volentieri. Chi non si alza uscendo di casa per vedere che vento fa e solo dopo decidere dove andare a Roca non sta volentieri. Chi non sa – scusate la notazione personale – che tornando da dove abita (ormai, e da vent’anni, non più a Calimera) a Roca d’estate ritroverà il suo paese e la sua gente a Roca non sta volentieri; e il bello, o il brutto di noi rocani, o calimeresi (tanto è la stessa cosa) è che non abbiamo mai fatto un granché per trattenere chi non sta volentieri con noi. Roca non è un posto come gli altri: Roca si sceglie. Chi di noi non ha ricordi particolari, irripetibili su questo posto magico alzi la mano. Le mani, mi sembra di vedere, rimangono abbassate. Roca, per Melendugno, è una frazione. Per i greci di Calimera, gente con due lingue, è una parte della loro carne, la migliore. Prendetevi il tempo e il modo di fare la passeggiata di Leda Durelli, magari agli orari che vi dice lei. Cercate di vederla con i suoi occhi. Quello che vedrete sarà bellissimo. Marcello Aprile Note: Titolo libro: “Roca, passeggiando con te” di Leda Durelli Fotografie: Renato Colaci Immagine di copertina: particolare di un quadro di Brizio Giammaruco Progetto Grafico e impaginazione: Alberto Giammaruco PATROCLIA DI PROCLIDE... PRESENTE!!! POLEMONTA, POLEMONTA... SOLO IL RINFRESCO E’ QUELLO CHE CONTA! Per aiutare la produzione e favorire l’occupazione la sinistra antagonista non si arrende a prima vista, Erano tanti e tutti quanti presenti dai Cardillo, Miggiano e parenti dai Simone ai ruspanti Chiriatti stavano tutti belli e compatti, e organizza per fini sociali un raduno senza eguali al Cinema Elio di Calimera tempio di kultura da mane a sera. era pure presente per l’occasione Piero Manni di sinistra Editore accompagnato come tutte le volte dalla sua cortese e gentile consorte. Così senza pubblicizzazione umma, umma nella sezione si decide per questo evento per una esigenza del momento, Si passa dopo le presentazioni a degustare le tante porzioni di piatti pronti e ben preparati e con attenzione confezionati, c’è infatti ohimè, dannazione di pagare spese della sezione pertanto all’iniziativa organizzata una lauta ricompensa veniva data! con Cardillo Gran Cerimoniere c’è chi mangia e c’è chi beve e tutti quanti sono assai compatti nel passare dalle parole ai piatti, Oggetto di questa manifestazione è un bel materasso di produzione di una seria azienda settentrionale con marchio padano “L’Imperiale”. così dalle fucazze, all’insalate sia di riso o di patate “mpanate” nessuno rinuncia per devozione all’idea della RIVOLUZIONE! Tra gli impegni per Polemonta c’è pure un rinfresco alla conta e perciò ogni sincero militante preparò da casa piatti all’istante Alla fine della bella serata la produzione è stata ben aiutata con tanti cuscini e prenotazioni di materassi… per le opposizioni. da offrire a tutti i convenuti per l’occasione rilassati e seduti rivolgendo tutte le loro attenzioni ai materassi e alle tante opzioni. Però il sorteggio finisce male per le tante coppie prenotate che speravano di poter visitare Barcellona ed il suo bel mare, Anche il produttore del manufatto avea predisposto per coppie di fatto un premio – sorteggio - vacanza a Barcellona con comoda stanza! infatti la tosta e cattiva sorte sorteggiò Manni e la consorte finisce così con numerosi lagni: “imu sciocatu a futti cumpagni”! OTTICA Mira Pur non pronunciando parola perpetuata nel puro pentelico Patroclia col peplo più prezioso partì dal Pireo protetta da Poseidone che placato il pelago Peloponneso puntando le pleiadi partì per la polare. Pupilla piangente al Partenone posata sul ponte di poppa passavi dal patio di Proclide a Punta Palacia . Nella pace del placido paesaggio puledri al passo ti portarono in panatenaica processione nel pubblico parco del paese di Pirichicchi. Pietra privilegiata in portanza e portamento ti palesavi primavera al popolo in pellegrinaggio. e ai più e più partecipanti pronipoti dei protoellenici. Pur non pronunciando parola promuovesti il passato tuo possente che ti palpitava in petto Platone philosofico Pegaso e Perseo i Proci di Penelope di Pitagora il pigreco di Prassitele la plastica e poi a piacere dei poemi padri il prezioso patrimonio. Pur non pronunciando parola presa di peso ponesti piede sul piano di posa nel piccolo pantheon di pietre perfette sul prato tra piedistalli e palme. Il tuo profilo di pietas pensoso per i poeti perenne presenzia la polis presenza politica per le patrie dei popoli parenti. Perno di preghiere per prostranti prediletti Pallade patrona pagana plena pathos prega per i polités pervadi la psiche dei peripatetici paesani e dal pulpito podio proteggici se puoi poiché pur non pronunciando parola Patroclia di Proclide è panta pleo presente!! Profondo fu il proposito del prode paladino il pericle Giannino che pago di passione ai posteri passò. Luigi Raho OPT OMETRIA CONTATT OLOGIA AN ALISI VISIVA VISUAL TRAININ G MAR TAN O - P.zza Assunt a, 15 - Tel. 0836.574210 www.otticamir a.com Pag. 16 Tessuti • Abbigliamento Corredo • Biancheria VENDITA PROMOZIONALE SU TUTTO L’ABBIGLIAMENTO tagarelli La Kinita 2012 Piazza del Sole - Tel. 0832 873030 - CALIMERA IL CENTRO ANTICO DA “LI LAMPIUNI” A “LA CRANARA” A R S I N O I Atteso come ogni anno è l’appuntamento cali- Scuola per la tutela e salvaguardia delle tradizioni Ringrazio la reDI CALIMERA merese con la Kinita,giornale locale che traccia e per la promozione e valorizzazione di tutte le tidazione della Il centro antico di Calimera, ancora alla fine del Settecento, coincideva con la T formata da Vicolo de la Concezione (per la cappella dell’Immacolata), Vicolo del Carmine (per la cappella della Madonna del Carmine e Vicolo de li Sette Dolori (per la cappella della Madonna Addolorata) strade sulle quali si affacciavano la Strittola de la Piazza ed una serie di cortili. L’espansione del paese con i criteri murattiani dell’inizio dell’Ottocento ha portato alle nuove strade a scacchiera, in genere dritte ed ortogonali tra di loro. Se ne deduce che la storia del paese è leggibile soprattutto nelle prime tra le strade sopra riportate, che con il passare del tempo sono state rinominate in funzione delle famiglie più importanti che vi abitavano, quindi rispettivamente li Maeri, li Montenari e li Costantini. E’ proprio a questi percorsi stradali che bisogna prestare la massima cura se si intende dare un senso all’identità e favorire lo sviluppo, culturale ma anche turistico, di un paese che sembra aver poco da dire urbanisticamente ed architettonicamente, ma che chiede solo di essere messo in grado di raccontare a gente che voglia ascoltare. E via Costantini ha tanto da raccontare, di famiglie, di palazzi, di eventi, di storia. Ma la trascuratezza che la avvolge parla di ignoranza, di umiliazioni, di rassegnazione. Coloro che stentano a comprendere tutto ciò sono i tanti visitatori che vengono a conoscere la nostra terra e che se ne partono entusiasti per il passato e rattristati per il presente. E’ già difficile muoversi in una strada stretta, dove spesso chi passa accelera tanto di più, quanto più si riduce la dimensione della strada, quasi a provare l’ebbrezza di vincere una sfida. E in questo percorso di guerra non si ha quasi tempo e modo per sollevare gli occhi ed ammirare le tante iscrizioni, in italiano, greco e latino, che ornano case e palazzi. Solo nel tratto che va dalla chiesa a v. Umberto I sono presenti quindici iscrizioni, ed altre quattro esistono nel tratto seguente fino a v. Pisanelli. Si affacciano sulla strada due frantoi, case a corte, palazzi nobiliari con i relativi stemmi. Vi si affaccia il cortile su cui si aprono i giardini che sono stati di Michele e Vito Domenico Palumbo. Ed ancora la Casa-museo frequentata ad oggi da quasi quarantamila visitatori, provenienti da 50 nazioni, una trattoria, abitazioni che come lo stabile recentemente restaurato, possono far intravedere il “salotto” che potrebbe venirne fuori. Ed intanto il traffico mortifica la strada e talvolta la ferisce, come si può notare dalle foto. Se poi chi si trova a passare abbassa gli occhi può ammirare una vegetazione talvolta ben rigogliosa, che fa pensare ad una periferia urbana trascurata più che al cuore pulsante di un paese ricco di storia. Ma se qualcuno passa senza far caso alla situazione descritta, può assaporare la realtà inciampando in una delle buche che ornano il manto stradale, come avvenuto ad alcuni ospiti nella passata edizione della Festa dei Lampioni. Sappiamo delle difficoltà, delle ristrettezze in cui deve agire il Comune, soprattutto di questi tempi, ma prestare cura al suo patrimonio, valorizzarlo e proporlo è, o dovrebbe essere, uno dei compiti principali dell’Ente; farlo, lo avvicinerebbe molto ai cittadini e restituirebbe, oltre che restituire dignità ed appetibilità ad un centro storico che, nonostante tutto, ha molto da raccontare a chi voglia ascoltare. Un serio intervento forse consentirebbe anche di concorrere, magari, al Premio Tekné, che l’Amministrazione di Calimera ha il vanto di avere creato. E forse non sarebbe male se, intanto, si realizzasse la condotta fognaria e si premesse sulla Curia di Otranto per far tornare a casa la tela della Madonna Addolorata, a cui la gente è molto legata e che testimonia della storia e della antica denominazione della strada. In alternativa, si potrebbe restituire al percorso stradale l’antico nome di Vicolo de li Sette Dolori, più coerente con la situazione. Silvano Palamà gli avvenimenti del nostro amato paesello. Colgo l’occasine offerta dalla Redazione per delineare in breve le attività sociali svolte dalla Pro Loco per l’anno sociale 2013. Grandissima partecipazione e successo ha avuto l’ultimo evento che ha visto Calimera sulle pagine dei giornali locali e non solo. L’attesissimo e ormai consolidato appuntamento con la festa di San Luigi e dei Lampioni ha letteralmente catalizzato la nostra attenzione facendoci vivere per tre giorni con gli occhi all’insù,in uno scenario magico e rituale di una Calimera invasa da luci suoni e sapori della tradizione,celebrazioni che hanno saputo far breccia ai sentimenti di orgoglio e appartenenza provati da noi tutti in quei giorni. Il Kuturuscio, valore di per sè aggiunto alla festa ma che non ha la pretesa di caratterizzarla, ha saputo ancora una volta sposarsi con la curiosità e golosità dei tanti turisti. Incomiabile apporto ai “sapori e all’eleganza” della festa è stato offerto dagli alunni dell’Istituto Professionale Alberghiero “Aldo Moro” di Santa Cesarea Terme, magistralmente guidato dal suo Dirigente e nostro concittadino Professor Paolo Aprile che ha strutturato con i suoi ragazzi percorsi guidati alle degustazioni tipiche accompagnate dalle migliori produzioni di vini della zona. Di notevole interesse storico è stata anche la realizzazione della Festa della Cranara fortemente voluta da me e sostenuta dai soci che per una settimana hanno “dimorato” notte e giorno al riparo nellu ambrakkiu in localita Mantovano sul confine con Martignano. È giusto quanto doveroso ringraziare per la Festa della Cranara l’Amministrazione Comunale di Martignano e la rispettiva Pro Loco per gli apporti organizzativi che le stesse hanno sensibilmente offerto. Queste sono le due attività esterne più significative svoltesi in questi sei mesi. La Pro Loco si inserisce a pieno titolo nelle agenzie formative del territorio che collaborano insieme al Comune e alla picità calimeresi, a partire dalle persone, insostituibili risorse di saperi e competenze, passando per le attività commerciali alle quali intendiamo porre occasioni ed altre interazioni per meglio pubblicizzarsi. Il successo delle iniziative sociali non sarebbe stato pensabile e attuabile senza l’impegno impagabile dei volontari e delle volontarie,dal Vice Presidente al Direttivo e ai soci tutti ai quali va il mio sentito e commosso grazie. Ringrazio anche tutte le Istituzioni del nostro Comune e in particolar modo l’Amministrazione Comunale di Calimera per aver aderito al progetto POLYSONG, programma di cooperazione territoriale europea Grecia – Italia. Esecutore e uno dei portavoce di questo progetto è Antonio Castrignanò, a cui va il nostro ringraziamento come artista ma ancor prima come uomo e calimerese impegnato da anni nella difesa e tutela del nostro patrimonio, e della Festa dei Lampioni in particolare, festa di cui ne porta l’eco e l’orgoglio nei suoi tanti tour. Grazie a chi ci sostiene con l’impegno e i consigli e grazie anche a chi critica in maniera costruttiva il nostro operato permetten- doci di poter sempre migliorare, partendo dall’unico denominatore che ci accomuna, l’amore per la nostra Calimera. Augurandovi una serena e lieta estate all’insegna del riposo e del divertimento vi do appuntamento a settembre, per la ripresa delle attività associative,con l’augurio che insieme si può e insieme si deve, perché orgogliosi di essere calimeresi. Il Presidente della Pro Loco Vincenzo Garrapa L’ANGOLINO DEI PERCHE’ Perché Brizio Scugnizzu tiene una bottiglia di vino nascosta nel tascapane della bicicletta? Perché Gianni Palma ci propina ogni anno la porno-pizzica per le feste calimeresi? Perché dalla griglia stradale vicino al Comune esce una tremenda puzza di fogna? Perché, parlando del sindacalista Marcello Iacovizzi, si dice che è all’altezza della situazione? Perché Marcello Lefons dice “Pe’ devozione” anche quando parla di Cuturùsci? Perché le donne calimeresi bisticciano anche per chi deve tenere sulle spalle la Madonna di Roca? Perché il Comandante dei vigili ha dato le dimissioni? Perché Orlando Torèddha bestemmia li morti a Berlusconi? Perché due turiste bergamasche sono scappate a gambe levate dal Canale di Roca? Perché Angelo Petrachi ha pulito Piazzetta Isonzo col suo decespugliatore? Perché Vito Falconieri gioca a basket senza usare lo Svitol per le giunture? Perché Anna Tommasi si rifiuta di salire sulla moto del marito Fabio Corlianò? Perché nella Cappella di Sant’Antonio è stato fatto un repulisti dell’arredo delle Congreche? Perchè lu Pippi Marinai face lu giru delle funtane cu se llava li piedi prima cu torna a casa? Perchè Pietro di Castrì (il Freud dei poveri) sostiene che le ragazze di Calimera sono “facili”? Perchè quelli dello “Specchio” si ostinano a copiare “male” la Kinita? Perchè i grillini vietano ad Alessandro Pizzica di parlare? Perchè Luigi Mazzei dopo 27 anni in Consiglio Comunale, non lascia stare in pace Calimera? Perché la gente no’ se face mai li ca…i soi? RIVENDITA AUTOVETTURE USATE Kinita dell’occasione che mi dà di condividere a voce alta il mio pensiero su Arsìnoi, il romanzo di Rocco Aprile. Un libro di parole e di luoghi, e non so ancora, a lettura ultimata, cosa è in definitiva un pretesto dell’altro… La Grecia che Rocco ci racconta, che Rocco ci fa rivivere attraverso le sue pagine, è la Grecia che noi tutti abbiamo nel cuore… ed effettivamente ci prende il cuore leggere un libro che, per noi, ha questo significato: ci aiuta a percorrere, come su un binario parallelo, un viaggio a ritroso alla ricerca anche delle nostre tradizioni che, come quelle di Arsìnoi, sono al di là di questo nostro mare. Un autentico viaggio nell’universo che può essere l’universo di ciascuno di noi, fatto di tragedie e dolore, passione, ed ancora rabbia, allegria, gioia, sorpresa, incanto. Nel libro Rocco si sofferma con attenzione e particolare meticolosità nella descrizione dei luoghi, luoghi e non posti, perchè c’è una differenza infinita tra gli uni e gli altri; i posti sono una cartolina, sono un monumento, i posti si ammirano, i posti sono i viaggi che intraprendiamo e lasciamo alle spalle, i luoghi sono un’altra cosa, i luoghi sono i ricordi, i luoghi sono quelli che ci sanno insegnare e raccontare la vita, la traccia di una cultura che è il nostro patrimonio, da custodire e tramandare. Ascoltare e leggere ed osservare quello che questo libro ci regala, vuol dire farsi trascinare in una secolarità antica, forse ben al di là del tempo in cui i ricordi di Mario ci spingono; una secolarità diroccata sì dal tempo, ma certamente viva, nel gioco di aiutare il lettore ad incastrare il nuovo e l’antico e, ancor meglio e di più, ad incastrare una storia di un amore limpido, puro, eterno come solo il vero amore sa essere, e la guerra, con le sue brutture; una guerra vista obiettivamente e non con l’occhio di chi guarda con indulgenza ad una sola parte, come spesso accade; perché la guerra non può mai essere lieve o priva di orrori, sia essa combattuta dalla parte dei partigiani che dalla parte dei fascisti. L’inno all’amore è celebrato dalla storia tra Arsìnoi e Mario, perché per loro perdersi non vuol dire semplicemente perdere la persona amata, ma infinitamente di più, perché con l’altro se ne va il mondo che abitavano assieme; con la fine di un amore non si perde semplicemente l’amore, ma l’universo che, assieme, rappresentavano. Staccatasi quella parte, il resto non sa vivere.. E la cosa che rimane di quell’amore, per Mario, in un’immagine struggente, è la fotografia sbiadita, unica testimonianza degli anni migliori della sua vita. Un’immagine che, a ben vedere, rappresenta anche la fragilità di quell’uomo che vive la tragedia di non avere altri sogni da cullare, neanche il sogno che ognuno di noi culla, che è legato alla vita dei figli, sacrificati in nome di un amore lasciato al di là di quel mare che, per oltre trent’anni, ha segnato una distanza incolmabile. Non so se, come scrive in una poesia Sandro Penna, la nostra vita assomiglia ad un fanciullo che corre lontano, ma credo che sarebbe bello se, a volte, ci fermassimo a fissare i nostri luoghi e, aiutati dalle parole di Rocco Aprile, chiudere gli occhi ed ascoltare con l’orecchio del cuore quello che ancora ci sanno raccontare... Leo Palumbo Pag. 17 La Kinita 2012 RICEVIAMO E VOLENTIERI PUBBLICHIAMO GIOVANI E MERCATO DEL LAVORO LA RACCOLTA DIFFERENZIATA Nel corso degli ultimi vent’anni, il mercato del lavoro è stato investito da profondi cambiamenti. Effetti evidenti di tali cambiamenti sono, ad esempio, lo sviluppo delle opportunità di lavoro nel settore dei servizi e la sempre più elevata la presenza di donne ed immigrati tra le forze lavoro. Pian piano, le leggi che regolamentano il mercato del lavoro sono andate indebolendosi, acquisendo una rigidità sempre minore, e modificandosi. C’è sempre più la tendenza a introdurre forme di lavoro non tradizionali, i cosiddetti lavori atipici, che comprendono impieghi a tempo determinato, part-time, mediati da agenzie interinali, lavoro nero, ecc. L’avvento di queste nuove forme di lavoro ha avuto, naturalmente, molteplici conseguenze: una delle più rilevanti è l’aumento della flessibilità nei compiti lavorativi, che richiede ai lavoratori di ridefinire continuamente il proprio ruolo, in funzione di luoghi di lavoro, compiti e colleghi mutevoli. I percorsi professionali sono divenuti sempre meno uniformi e predefiniti e gli individui si trovano a dover affrontare frequenti transizioni tra status differenti e tra contesti diversi (formativi, professionali, familiari, ecc.), spesso vissuti contemporaneamente. Mentre in passato si apparteneva ad un’organizzazione per tutto l’arco della vita lavorativa e l’azienda di appartenenza gestiva lo sviluppo di carriera di ogni singolo individuo, oggi la carriera è gestita dal lavoratore e si articola in una serie di esperienze di transizione che attraversano l’intera storia lavorativa di una persona. Si parla, perciò, di “carriera senza confini” Lo sviluppo personale e professionale è, di conseguenza, legato all’apprendimento continuo e alla capacità di ogni persona di sviluppare reti di relazioni che forniscano nuove possibilità di crescita lavorativa; il successo professionale è, invece, legato alla capacità di apprendimento e alla capacità di sviluppare le caratteristiche (capacità, competenze) richieste nel mercato del lavoro, e non più al livello di conoscenza. È evidente che, in un contesto caratterizzati da frequenti o possibili interruzioni del percorso della carriera, diventa fondamentale la capacità di trovare un nuovo lavoro, mantenerlo, migliorarlo o cambiarlo. L’orientamento professionale, da sempre presente nella nostra società, è oggi, quindi, più che mai necessario, in un mercato del lavoro via via sempre più flessibile e mutevole. Quello che occorre, tuttavia, non è più un servizio di orientamento che porti per mano alla ricerca del “posto” di lavoro, ma un servizio che prepari i nostri giovani a fronteggiare la complessità del panorama lavorativo, insegnando loro a riflettere sulle proprie competenze e sulla loro spendibilità nel mercato, a saper investire nel loro sviluppo, a sapersi presentare al datore di lavoro in modo convincente, a operare una ricerca attiva del lavoro, nonché a saper leggere ed interpretare i continui cambiamenti del mercato, di modo da poter mutare le proprie strategie di autopromozione. Di conseguenza, la popolazione giovanile ha bisogno che le istituzioni locali deputate alla mediazione tra domanda e offerta di lavoro (Centri per l’Impiego, Informagiovani, ecc.), abbiano a disposizione delle figure professionali in grado di svolgere queste determinante funzioni: ad esempio, esperti di orientamento, psicologi del lavoro, counselor, che con le loro competenze possono aiutare le nuove leve del mercato del lavoro ad affrontare il mondo professionale con maggiore consapevolezza e con maggiore possibilità di successo. La ricerca del lavoro è una ricerca continua di opportunità e richiede di adattare le proprie aspettative e le proprie immagini del mercato del lavoro alla reale richiesta di professionalità. Francesca Palano Tra economia familiare e diritto alla salute Calimera si differenzia: in meglio o in peggio? Quasi un anno fa l’Assessorato all’Ambiente di Calimera ha informato che, a partire dal 17 settembre 2012, sarebbe entrato in vigore il nuovo calendario di raccolta differenziata. In collaborazione con Gial Plast si è proceduto ad avviare e implementare il sistema di raccolta differenziata porta a porta, che ha consentito di eliminare i cassonetti dalle strade e di avere una maggiore pulizia della nostra città, riducendo anche i costi di smaltimento dei rifiuti in discarica. Tale riduzione dei costi di smaltimento, se equamente ripartiti sulla collettività, porterebbero indubbi benefici per l’economia di ogni famiglia. Per la realizzazione di questo progetto, ad ogni utente è stata fornita tutta l’attrezzatura necessaria per attuare, in maniera efficiente, la raccolta differenziata. Si è proceduto con la consegna di sacchi, secchielli, carrellati dedicati alla raccolta dei differenti materiali quali, organico, carta, cartone, plastica, metallo, vetro e indifferenziato. Sulla strada della necessaria tutela ambientale e della cura del patrimonio paesaggistico, l’Amministrazione comunale ha così avviato un nuovo sistema di raccolta dei rifiuti. Comprensivi sono stati i disagi, in particolare nei primi tempi e dunque prima di entrare nell’ottica di separare ogni tipo di rifiuto e soprattutto abituarsi a trattenere in casa, sino al giorno stabilito, tali rifiuti. I malumori e il disagio maggiore è legato all’organico che, in particolare nel periodo estivo, comporta odori e attira insetti poco piacevoli. Il sistema della raccolta differenziata è sicuramente perfettibile, ma occorre ricordare che un po’ di attenzione in più garantisce, per tutti, benefici di varia natura a cominciare da quelli legati alla salute. Infatti, inquinare l’ambiente e dunque l’aria, il suolo, le falde acquifere, significa avere anche inevitabili ripercussioni in termini di salute umana; a tal proposito, basti pensare ai numerosi casi di malattie tumorali, malformazioni, aborti prematuri, ecc. legati proprio alle varie forme di inquinamento. Occorre tener presente che spesso siamo noi causa dei nostri stessi mali e che la gestione dei rifiuti comincia dall’acquisto dei prodotti. Si possono fare acquisti già con un occhio al futuro riciclo dei rifiuti. È necessario orientare i nostri stili di spesa secondo l’ecosostenibilità, scegliendo prodotti sfusi, riutilizzabili o scatole e confezioni riciclabili. Ad esempio, acquistando prodotti alla spina (si pensi al latte, al vino, ai detersivi, ecc.), pile ricaricabili, utilizzando il meno possibile i sacchetti di plastica per fare la spesa o scegliendo prodotti e involucri biodegrababili o facilmente separabili al momento del loro fine ciclo vita. La frutta e la verdura di stagione è più opportuno acquistarla sfusa, più che confezionata nelle vaschette di plastica o polistirolo. Usare il meno possibile stoviglie, piatti, posate di plastica e tovaglioli usa e getta. Sostituire i nostri cellulari, computer, tablet, iPhone, ecc. solo per malfunzionamenti o obsolescenza tecnica e non per motivi legati alla moda. Inoltre dovremmo ricordarci che differenziare il rifiuto e permettere che abbia una nuova vita attraverso il riciclaggio, è un modo fondamentale per proteggere l’ambiente e dunque la nostra stessa salute, ma anche per risparmiare sul sistema di smaltimento, con conseguenti benefici per l’economia familiare. Basti pensare che ognuno di noi produce, in media, circa 500 chili di scarti all’anno, di cui il 40% è costituito da materiali di imballaggio. Per poi giungere a semplici ma importanti segni di civiltà, come l’utilizzo degli appositi contenitori per le cicche delle sigarette, le bottiglie di birra, le pile elettriche ed ogni altro rifiuto, invece di utilizzare come “pattumiera” l’ambiente in cui viviamo e crescono i nostri figli. Nei nostri campi dovremmo eliminare l’uso dei diserbanti e altri prodotti chimici, avviandoci verso l’agricoltura biologica. Gli eventuali maggiori costi economici verrebbero coperti, con le opportune certificazioni, dai ricavi più elevati nella vendita di tali prodotti. Se invece si tratta di autoconsumo è necessario ricordare che il risparmio economico avrebbe, nello specifico, gravi ripercussioni sulla salute umana. Risulta, dunque, necessario individuare la presenza di Amedeo Manzo PROGETTAZIONE E REALIZZAZIONE Arredamenti interni - Arredamenti negozi Strutture in legno massello e lamellare Gazebi - Soppalchi - Pergolati - Arredo giardino Casette in legno - Tende da sole FINANZIAMENTI AGEVOLATI E PERSONALIZZATI www.arredamentiedintorni.it Via Grecia, 16 - CALIMERA Tel./Fax 0832.872411 - Cell. 329.4603064 - e.mail: [email protected] Vignetta di Eleonora Luceri Guida ad una “carriera senza confini” FAMMI UNO SCONTO CHE SONO PAZIENTE FISSO E’ risaputo che a Calimera si scherza sempre da mane a sera e la “cogliona” la fa da padrona sia cu la sciana fiacca ca cu la bona. E tra cozze ripiene e frittu de paranza già cuminciava se inchia la panza, e lu vinu friscu scindia e salia e le cameriere lu Briziu sfuttia. Un grande artista di questo esercizio è il nostro caro amico Brizio, re del capello e del taglio perfetto, grande giocherellone per diletto. Arrivati al termine della bella serata alla cameriera ha dittu n’addhra fiata: offrimi una grappa e fammi lo sconto che stasera pago io il piccolo conto. Ci suntu amici ed ospiti illustri, cameriera: “cumincia cu rusti”. Portaci anche un buon frizzantino che qui stasera facciamo mattino. Toccu vi decia, ce cuntu iti fattu? Disse lu Brizio tutto a nu trattu, e mentre fissava la cifra indicata guardava la Lina tutta sbiancata. E in una calda sera d’estate quando vien voglia di spigole e orate, detto e fatto e in un istante ci ritroviamo in un ristorante. Il personale io qui lo conosco mangio spesso in questo posto, diceva quattrostozze alla tavolata e intanto è servita la prima grigliata. di un atteggiamento complessivo favorevole alla tutela dell’ambiente e alla raccolta differenziata e che le faccia percepire come interventi e cambiamenti necessari alla tutela della salute umana e all’economia familiare. Si tratta, quindi, di una grande opportunità e non di un vincolo imposto nelle pratiche quotidiane. Perché questo atteggiamento si concretizzi occorre, innanzitutto, una forte determinazione dell’amministrazione comunale affinché si impegni sempre in modo efficace ed efficiente nella realizzazione della raccolta differenziata. Inoltre, è necessario realizzare campagne informative volte a sensibilizzare i cittadini, evidenziando i notevoli benefici in termini salutistici ed economici. Pertanto deve esserci, anche all’interno dell’amministrazione, una spinta volta a superare gli ostacoli che si possono frapporre al raggiungimento dei risultati attesi. Tuttavia, tale impegno da parte dell’amministrazione sarebbe vano se ognuno di noi, le imprese, le associazioni e tutti coloro che hanno rapporti diretti o indiretti con la gestione dei rifiuti, non si impegnasse alla realizzazione di un sistema di raccolta virtuosa, nella consapevolezza che una cattiva gestione produrrebbe effetti negativi in termini economici e ancor più disastrosi e drammatici in termini ambientali e, dunque, sulla salute di noi tutti. In sostanza se abbiamo a cuore il diritto alla nostra salute, insieme alle nostre risorse economiche, è necessario un forte impegno verso l’ecosostenibilità a cominciare da ognuno di noi, per distinguerci sempre e solo in meglio! Mario de Cillis Ma le cameriere ca s’iane binchiate voliane cu se fannu doi grandi risate e li portara nu cuntu assai salatu chiui de le sarde ca iane mangiatu. Ma quandu se accorse de lu scherzu subitu subitu ha ripijautu nu beddhru coloritu, e guardandu le cameriere ca ridiane de bruttu disse: mannaggia ci va criate, ieu ia capitu tuttu. la Kinita DIRETTORE: EDOARDO DE SANTIS COORDINAMENTO REDAZIONALE: Luigi Montinaro detto “Tabù”, Brizio Giammarruco, Brizio Marra, Franco Corlianò, Rocco Montinaro, Antonio Cillo, Giuseppe Corlianò, Marisa Palumbo. HANNO COLLABORATO: Totino Sabetta, Katia Aprile, Paolo Aprile, Silvano Palamà, Umberto Colella, Rocco Aprile, Mario De Cillis, Maria Concepita Pecoraro, Francesca Palano, Leda Durelli. SONO PERVENUTI INOLTRE SCRITTI E CONTRIBUTI DA PARTE DI TANTI AMICI DELLA KINITA, CHE ABBIAMO PROVVEDUTO NEI LIMITI DEL POSSIBILE A PUBBLICARE. Dal 2007 sono attivi il sito www.kinita-calimera.it e l’indirizzo di posta elettronica [email protected]; sul predetto sito è presente l’inserto del Difensore Civico e un supplemento Kinita on-line. Sono inoltre attivi la pagina Facebook del Difensore Civico e della Kinita on line sui quali accedere per conoscere eventi e fatti calimeresi e della Grecìa Salentina Infine sul predetto sito troverete tutte le edizioni e le pubblicazioni della Kinita dal 1968 al 2013. Questa redazione, nel riferirsi a fatti o a persone, ha inteso esclusivamente trattare tutto sotto forma di innocente scherzo, lungi da qualsiasi pur minima punta di scherno o di offesa, convinta dell’intelligenza e del buon senso dei lettori. Impaginazione: QUADRICOLORPOINT di Luigi Castrignanò - Via Europa, 2 - CALIMERA Tel. 0832.874031 - Cell. 320.8913827 Pag. 18 La Kinita 2012 SUPERMERCATI Il meglio vicino a te di Ture Marco Via Basilicata, 12 - CALIMERA (Le) - Tel. 0832.875052 MARCO DE MITRI: UN CALIMERESE IN DANIMARCA Ricordo ancora l’espressione di mio padre quando gli preannunciai della mia intenzione di trasferirmi in Danimarca: un misto di incredulitá, dispiacere e forse un pizzico di delusione. “E te ne vai cussi…senza na’ lira???” “Ma papà….” risposi, “Ho seicentomilalire!!!” Se ne andó a letto e mi bastò il gesto delle sue mani per sentire le parole pensate e mai dette “Quistu è fessa!!!” Ma da buon testardo purosange io quell’aereo per Copenaghen lo presi, armato di 600.000 lire, una valigia con vestiti stirati e profumati firmati Mamma Lucia e una quantitá enorme di speranze. Nel mio caso, il detto salentino: Tira chiui lu pilu te lu nsartu, cade a pennello. La “colpa” fondamentalemente è del Dott. Realino Giannone, de Mujeresa e delle tre fije che diedero ospitalitá a una ragazza vichinga, alta e bellissima: Nynne (non provate a pronunciare il nome tanto non ci riuscirete mai). Mi bastarono pochi giorni (parliamo anche di minuti) per innamorarmi follemente di quella ragazza venuta dal freddo. Dopo tre anni trascorsi tra frequenti viaggi a Copenaghen e lunghissime telefonate dall’Italia decisi di trasferirmi in Scandinavia e dopo 13 anni eccomi ancora qui, sopravvissuto ai rigidi inverni, alle fiabesche primavere, alle capricciose estati e ai coloratissimi autunni. Il primo ostacolo per un Leccese che si trasferisce in Danimarca, è il caffè danese, una sorta di brodaglia lassativa a base di pochi grammi di caffè e dieci litri d’acqua bollente ma superato lo shock iniziale dellu cafè e della prima colazione generalmente composta da pane cu lu formaggiu e/o marmellata oppure con fiocchi d’avena secchi inzuppati nel latte o yogurt che a me personalmente “nuticano” (da precisare che io ero abituato a colazioni composte da una litrata di latte e caffè e mezzo pacco di biscotti caserecci leccesi), il successivo ostile ostacolo è la lingua danese, un linguaggio simile a quello che parla un tedesco raffreddato o un inglese ubriaco, con una patata calda in bocca e il naso tappato incapace di rullare la lingua per pronunciare la “R”... Quai me chiamane Maco e non Ma”R”co (moglie inclusa). Ma la lingua nonostante la sua apparente difficoltà volevo impararla, ed io, Marco De Mitri Pasticcino, che alle scuole medie riusciva a prendere in inglese un 6- rosicato tra una copiatina e una botta di culo, dopo aver frequentato un centro linguistico, parlo oggi fluentemente il danese (da sobrio e senza l’ausilio di patate), un maccheronico Inglese e con tre quattro bicchieri di un buon Whisky anche lo spagnolo... Assimilare la lingua non è stato facilissimo ma impararla è stata per il sottoscritto una lezione di grande Umiltá. Pur di non lavorare con Italiani, per paura di ritrovarmi a parlare quotidianamente nella mia madre lingua tralasciando cosí il danese, decisi di fare tutt’altro che non riguardasse la ristorazione, quindi iniziai a fare il corriere in bicicletta, consegnando a domicilio diverse testate giornalistiche nazionali danesi (...quanto mi mancava il mio motorino), un lavoro che me lo ricorderó per tutta la vita! Il mio turno iniziava alle due della notte e terminava alle 7 del mattino… apparentemente non sembrerebbe nulla di straordinario ma lasciatemi dire che fare il postino di notte in Danimarca in bicicletta non è proprio come farlo…che ne so…a Copacabana; le temperature invernali la notte possono scendere fino ai -20 e I calzini di mia madre non è che fossero molto adatti a queste temperature “antartiche” . Lavorai per 6 mesi (nel frattempo con i primi soldini mi comprai calze in vetroresina e un abbigliamento consono a queste temperature), poi arrivò la bella stagione e decisi di ritornare a fare quello che effettivamente sapevo fare: l’operatore di sala-bar e dopo una serie di curriculum inviati (e cestinati) riuscì finalmente a trovare lavoro in un ristorantino con i fiocchi nel cuore di Copenaghen. Qui feci conoscenza con qualcosa che cambio seriamente la mia vita, diventando la mia prima passione: Il Vino. Il mio collega Philip mi versó in un bicchiere del vino , un Amarone della Valpolicella 1997 di Zenato, lo sorseggiai e nel deglutirlo ebbi per la prima volta un emozione, seguita da un brivido! Non pensavo che alcuni vini potessero regalare delle emozioni , fu cosi che me ne innamorai, lo studiai (prima da autodidatta, poi seguendo dei corsi ). È tutt’oggi, dopo la mia famiglia e la mia Terra, è il mio grande amore. A Marzo dovrei realizzare il sogno di diventare Sommelier ufficiale. Conoscere questa bevanda mi ha aperto le porte del Ristorante “Era Ora” di Copenaghen, icona della ristorazione Italiana in Scandinavia, l’unico tra l’altro a potersi fregiare di una stella Michelin. Ci entrai come un semplice cameriere, dopo un anno diventai responsabile di cantina (con una carta di Vini da gestire composta da 700 etichette e circa 89.000 bottiglie di vino in deposito... mica micio micio bau bau), per terminare gli ultimi 4 anni come Direttore di Sala. È stata un esperienza eccezionale, in un posto eccezionale e con grandi professionisti che tra le loro collaborazioni vantavano esperienze lavorative con le stelle della nostra cucina italiana: Cracco, Marchesi, Bottura etc Anni trascorsi come un lampo,intensi, felici e produttivi (sia a livello economico che a livello lavorativo). La mia storia Con Nynne (vi ho già detto di non pronunciare il nome tanto non bu fidati) era terminata giá da un po di anni e dopo due anni da single, incontrai la mia attuale compagna di vita: Line, la quale mi ha regalato le gioie più grandi della mia vita, puro concentrato di felicità e amore: Luca-Vito e Noah. Luca Vito (lu grande) è uno di quei bambini che hanno la fortuna di parlare due lingue. Sin da quando era un neonato ho voluto comunicare con lui in Italiano per dare sia la possibilità alla mia famiglia di poter instaurare un rapporto con Luca sia per dare un aiuto non indifferente se mai dovesse un giorno decidere di trasferirsi in Italia per lavoro o semplicemente per studio. La mia Vita in Danimarca?... devo ammettere che mi piace! Copenaghen la trovo una città a misura d’uomo: piccola , vivibilissima, verde, tranquilla, funzionante e vivace! Ci vivono circa un milione di persone incluso l’hinterland , un quinto della popolazione totale danese che conta appunto circa cinque milioni di anime e 30.000.000 di maiali (viditi ca non sta scherzu). Vivo in un piccolo quartiere chiamato Nørrebro, a cinque minuti in bicicletta dal centro della città. Ebbene si Cari Kalimeriti, a Copenaghen il mezzo più utilizzato per gli spostamenti in città è la bicicletta. Questa abitudine che hanno i danesi di saltare in sella e pedalare è fantastica... Capita non di rado di vedere ministri danesi e parlamentari pedalare per dirigersi a lavoro. Ci si impiega la metà del tempo per spostarsi da un punto all’altro della città rispetto all’automobile. Certo il tutto è anche agevolato dal semplice fatto che la pista ciclabile è di serie in quasi tutte le strade (Centro storico escluso). Volendo ci si può spostare anche in diversi paesi relativamente distanti tra loro utilizzando le due ruote perchè le superstrade e autostrade sono anche loro (spesso) dotate di piste ciclabili. Naturalmente si parla di percorsi ciclabili paralleli e separati dall’autostrada vera e propria, onde evitare il rischio di lasciarci le penne. Attualmente lavoro presso un azienda di Food Import a 10 km da casa. Naturalmente a lavoro ci vado pedalando tempo permettendo. Un lavoro devo dire interessante anche se non vi nego che a volte mi manca gironzolare tra i tavoli di un ristorante scambiando due chiacchiere con i clienti. Al ritorno da lavoro spesso vado a prendere Luca dall’asilo e da li ci dirigiamo verso un parco giochi , piccole oasi di verde che qui si trovano in quasi tutte le vie della città e/o nei cortili dei palazzi, dopodichè si va a casa a cenare. La cena è per i danesi il pasto indubbiamente principale che viene servito ad un orario tipo ospedaliero 18:00 18:30 al quale dopo 13 anni fatico ad abituarmici, ed è in questo momento che la cucina diventa il mio regno. Di solito (cioè sempre) sono io a preparare la cena e quasi sempre si mangia Italiano non denigrando saltuariamente le altre cucine estere. I piatti salentini sulla mia tavola si trovano spessissimo anche perchè ho dei genitori che sono straordinari e vi spiego il perchè: mi mandano tre quattro volte l’anno dei pacchi che racchiudono prelibati tesori: frise, taraddrhi, biscotti, pasta fatta, formaggi, salumi e naturalmente non può mai mancare la latta di olio d’oliva DOC (denominazione di Origine Cesarinu). Naturalmente per me è festa grande quando i miei sono capaci di spedirmi anche le Rape e li Marangi del nostro giardino!!!! Un piccolo appunto: mia madre ancora si ostina a mandarmi durante le festività natalizie, il pesce di pasta di mandorla e ancora non riesco a farle capire ca la pasta de mendula a mie nu me piace... L’ultima volta nel pacco che mi spedirono c’ho trovato una specie di Sarago di pasta di mandorla da 1/2 kg. Spesso mi chiedo a come reagirei se domani per un motivo o per un altro dovessi ritornare a Lecce. Naturalmente sarei contentissimo di poter vivere appieno i miei genitori e i miei amici, ma credo che dopo 13 anni trascorsi in Danimarca probabilmente avrei non poche difficoltà ad ambientarmi ai ritmi e stili di vita salentini. Al momento la possibilità di ritornare a Calimera è piuttosto remota. Sono riuscito con diversi sacrifici a costruirmi una vita. Non sono certo diventato il nuovo John Davison Rockefeller ma riesco a tirare senza problemi a fine mese con un rispettabilissimo stipendio, due bambini da mantenere e un mutuo da pagare (togliendomi di tanto in tanto qualche piccolo sfizio). Naturalmente non ho minimamente dimenticato “la mia Calimera”, le mie origini, il mio passato che è anche parte del mio presente visto e considerato che nonostante a Calimera non ci viva , riesco egregiamente a mantenere vivi i contatti con i miei vecchi amici e conoscenti. I social network certo mi hanno dato una mano non indifferente, ma sono convinto che mantenere i legami con le persone che hanno segnato il cammino della propria vita, quando si è lontani sia spesso un lavoro difficile che richiede dedizione e costanza. Colgo l’occasione di questo spazio concessomi, per ringraziare la persona che ha avuto la grande idea di creare un gruppo Facebook: Kalimeriti Ambrò Pedia. Questo spazio mi ha permesso di essere giorno per giorno a Calimera: tutto ciò per un residente all’estero che sente quotidianamente la mancanza del proprio paesello è bellissimo. Paradossalmente ho avuto modo di conoscere Kalimeriti residenti a Calimera (e non) dalla Danimarca... è straordinario e per questa chance di essere parte attiva (nel limite del possibile) alla vita Kalimerita devo ringraziare Il Dott. Renato Colaci per la creazione di questo fantastico gruppo. Detto ciò Cari Kalimeriti e Kalimerite, quando leggerete queste parole sarà la festa di San Brizio e non potrò godere come voi delle luminarie, delli spumoni e nuceddhre. Questa sera vi prego, date un’occhiata un po’ più attenta a ciò che vi circonda e pensate che qualcuno un po’ lontano da quelle stradine piene di vita e profumi farebbe salti mortali per vivere anche per pochi istanti l’atmosfera che si vive a “Calimera Mia” in questo giorno. Buon San Brizio a tutti voi quindi, e buone vacanze (pe ci se le po permettere) Con affetto Marco De Mitri. P.s: arrivo il 7 agosto....Lucia Mia , vidi ca poi calare la pasta. Pag. 19 La Kinita 2012 A.S.D. CIRCOLO TENNIS “GINO MONOSI” - CALIMERA Come ogni anno, al termine dell’attività agonistica e quella sociale (anche se il circolo durante il periodo estivo continua con l’attività), l’Associazione fa un resoconto sulla base dei risultati ottenuti: Dicembre/Gennaio: Partecipazione di alcuni nostri atleti al torneo Internazionale LemonBoll a Roma; Febbraio/Marzo: Torneo interno “Conosciamoci tutti”. Aprile: Campionato delle Provincie e partecipazione al torneo Giovanile Internazionale a Maglie. Maggio: Campionati giovanili U14 (Semifinale) - Torneo di 3^ Cat. M/F con oltre 100 presenze Giugno:Campionato di D1 e D2 (le formazioni qualificatesi seconde nel girone accedono di diritto alla fase finale per la promozione in serie C e D1). Tappa nazionale del Torneo Kinder+Sport riservata agli atleti dai 9 anni ai 16 anni riscuotendo un enorme successo di partecipanti e publico.(Su 12 finali disputate, 5 nostri tesserati anno disputato la finale,aggiudicandosi di diritto la partecipazione alle finali nazionali a Milano(Contarino M. - Giordano A.-Cucurachi F.-Russo A.Montinaro A). Convocazione del nostro atleta anno 2000 Contarino Matteo, alla coppa Berardinelli, massima espressione tennistica giovanile (i migliori tennisti italiani sono pas- sati da questa manifestazione). A Matteo un augurio da parte di tutti noi per un futuro ricco di soddisfazioni. Permetteteci di ringraziare e salutare tutti i componenti della scuola tennis, Maestri, Istruttori, ragazzi della scuola SAT/ PREAGONISTICA/AGONISTICA e tutti quelli che collaborano per il bene del circolo, in particolare al “Ristorante Pizzeria Vesuvio 3”, in quanto grazie ad una fattiva collaborazione abbiamo potuto organizzare un torneo nazionale di 3^ cat M/F di altissimo livello, ottenendo un successo incredibile. Oltre alla attività sportiva siamo impegnati anche in quella sociale, partecipando durante l’anno a tornei di burraco, scacchi ed altro, solo ed esclusivamente per scopi benefici. I Componenti del direttivo, colgono l’occasione per complimentarsi con gli amici del volley, della pallacanestro e degli amatori del calcio per le promozioni ed i traguardi raggiunti. Componenti del direttivo: Umberto COLELLA Presidente Fernando ROLLO Vicepresidente Gianpio MURRONE Direttore Amministrativo Antonio TOMMASI Resp. doc. FIT e ICT Antonio COLELLA Segretario Antonio GIORDANO Vice direttore sportivo Gilberto TOMMASI Direttore Sportivo Il circolo a partire dal mese di settembre raccoglie le iscrizioni per le varie attività, chiunque volesse informazioni riguardanti corsi per bambini ragazzi e adulti può farlo rivolgendosi ai seguenti numeri: Inoltre il circolo, per il solo mese di ottobre e per i soli nuovi iscritti, la scuola SAT costa solo 10,00 euro. Tel. 0832/875352 - 3339702415 Mail: [email protected] Sito: www.circolotenniscalimera.it ANCORA UN ANNO DI SUCCESSI PER IL BASKET CALIMERA Vinto il campionato di Promozione e finalisti nei campionato under 17 elite partecipato per la prima volta al campionato under 13 femminile, le nostre terribili ragazzine si sono fatto onore vincendo il torneo della Marineria di Taranto e il Trofeo dei Lampioni Città di Calimera e poi tanti buoni piazzamenti in tutti i vari campionati e tornei nazionali e regionali Siamo stati premiati dall’Amministrazione Comunale con il premio Tecnè. Tutto questo grazie al lavoro dei nostri dirigenti e tec- nici e tutti i genitori che sono stati sempre presenti, un grazie particolare a tutti quelli che con il loro aiuto hanno fatto si che la Pallacanestro Calimerese diventasse una delle più belle realtà. Nel prossimo anno agonistico oltre ai vari tornei di CORATO, ROMA, RUTIGLIAN, TARANTO, AUCHAN siamo stati invitati al Torneo della Befana a PADOVA e al Torneo Nazionale di ACIREALE e parteciperemo al 7° BEST CAMP DI SIBARI. Nuove iscrizioni a partire dal 1 Settembre 2013. Con questa Dirigenza e con la benedizione del Tecnico della Bulgaria, il salentino Camillo Placì porteremo presto la pallavolo Calimerese in serie B VOLLEY, VOLLEY, VOLLEY, FORTISSIMAMENTE VOLLEY Gli Amici del Volley decisero una sera di fondare una squadra qui a Calimera: forse riusciremo, con un po’ di umiltà a riportare il bilingue paesello in serie A. Con Raggi, Montinaro e Castrignanò da centrale vinceremo sicuramente il titolo nazionale. Con Giannuzzi e Sandro Don Cocco in panchina saremo certamente molto più forti di prima. Presto, vediamo, forse ancora si può arruolare il mister “Antonio Sprò”. Con questi ragazzi passeremo alla storia verrà a giocare con noi Antonello D’Oria. Con Paolo Popi e Cagnazzo la squadra è completa sembra non manchi nemmeno un atleta. Forse ci resta ancora un altro posto!!! facciamo giocare Fabrizio Pigro da opposto. Facciamo uno sforzo, per tre bottiglie di vino dalle poste compreremo Fabio Contarino. Si, va bene, ma chi riesce a fare un’alzata se Brizio Renna ha oramai una gamba ingessata? Sembra non manchi proprio un bel niente c’e’ anche Castrignanò Carmelo “il tirigente”. Allora cantiamo l’inno di Fabrias in allegria con Daddy dj che mette musica dalla regia. Ci sono gli stranieri, Campa e Pireno, con loro in seria A ci finiremo in un baleno. Poi c’e’ Brizio Scugnizzo, la star del volley nostrano e da Caprarica il laterale Giuseppe Murciano. Con i dirigenti tutti pronti ed il pubblico che esulta non ci facciamo mancare nemmeno la multa. La squadra è forte ed alla prima occasione vinciamo il campionato ed è “prima divisione”. Laurea Il 4 Luglio 2013 presso l’Università del Salento, Facoltà di Lettere e Filosofia corso di laurea in Scienze della Comunicazione, si è laureata, Sara Tommasi, con il punteggio di 108/110 discutendo la tesi in Estetica dal titolo: Il linguaggio: dal linguaggio come chiacchera in Heidegger al gergo attuale”. Relatore Chiar.mo prof. Paolo Pellegrino. Il 22 giugno u.s. la squadra di calcio Amatori Calimera - Must Exlusive Bar ha vinto il campionato provinciale UISP 2012/2013 Pag. 20 La Kinita 2012 Via Montinari, 15 ABBIGLIAMENTO - INTIMO - CALZE COSTUMI DA MARE Via Montinari, 15 - CALIMERA L ABORATORIO A RTIGIANALE DI C OSMESI N ATURALE C ALIMERA Mirodìa di Simone Dimitri Calimera - via Europa 8/10 tel. 0832.1817240 • cell. 329.9760995 mail:[email protected] www. mirodia.it