Ma quali razze pericolose, i cani vanno solo
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Ma quali razze pericolose, i cani vanno solo
Ma quali razze pericolose, i cani vanno solo educati bene Parla Stefano Bartolini, allevatore e Presidente dell’Italian Boxer Club L’ordinanza Sirchia è sembrata essere un tentativo poco riuscito per mettere fine all’onda lunga che è stata costruita attorno alle vicende che si sono verificate nel corso di questi ultimi tempi. Negli effetti vediamo che oggi i media hanno avuto altra carne da mettere sul fuoco e l’attenzione si è oggi spostata verso la tutela dei proprietari di cani. Il dito è stato puntato contro interi gruppi di razze, senza un vero e proprio lavoro di indagine. Tale soluzione grossolana non rende peraltro giustizia a chi comunque si impegna con grandi sacrifici a far crescere e tutela delle razze meno gestibili di altre. A causa di alcuni esemplari finiti in mano a persone poche edotte sull’educazione da dare a un cane, oggi ci ritroviamo in una situazione spiacevole per tutti. Ogni razza porta con sé delle peculiarità che richiedono all’educatore particolari tecniche. Un barboncino, un pit bull o un terranova richiedono particolari capacità all’addestratore e un ambienti di crescita differenti. Inoltre ogni singolo cane, matura degli atteggiamenti particolari che lo porteranno ad agire differentemente da un suo simile. L’educazione del cane è un aspetto fondamentale che non può essere trascurato. C’è da dire che l’ordinanza, nonostante sia troppo limitativa per alcuni aspetti, sotto altri appare anche incompleta. Non ha preso in considerazione molte altre razze che potenzialmente potrebbero arrecare danni ad una persona al pari, o anche di più, di un boxer o magari di un pincher. Si pensi ad esempio a tutti i terrier e i cani primitivi dei gruppi tre e cinque della Federazione Cinologica Internazionale. La discriminazione è stata fatta con una approssimazione eccessiva. Con questa osservazione non voglio certamente puntare il dito contro quelle razze che fortunatamente se la sono scampata. Al contrario, vorrei far notare che l’impegno di scrivere una ordinanza simile avrebbe dovuto comportare un maggiore lavoro preparatorio che di fatto non c’è stato. Da quanto leggo nel testo, il Ministro della salute ha disposto in base alla “necessità e l’urgenza di adottare – in attesa della emanazione di una disciplina normativa organica in materia – disposizioni cautelari a tutela della salute pubblica”. Non ci resta da sperare che la disciplina organica che dovrebbe seguire sia messa in atto presto e con maggiore criterio. Personalmente mi occupo di boxer. Sono Presidente dell’Italian Boxer Club e allevo questa razza da oltre sedici anni. Quando ho saputo che anche il boxer e altre razze caratterialmente simili erano rientrati tra quelle segnalate nell’ordinanza, sono rimasto incredulo. Perché inserirli quando sono tra le più diffuse e sono notoriamente consigliate per le famiglie e per la pet-therapy? Il testo dell’ordinanza non appare affatto chiara e i dubbi interpretativi sono molti. L’obbligo della museruola è stato sempre disatteso per diversi motivi e oggi bisognerebbe chiedersi se sia giusto riproporlo negli stessi termini. Dal 1954 ad oggi, vi sono state molte innovazioni nel campo dell’educazione cinofila: si parla di corretta socializzazione, addestramenti mirati e fortunatamente quasi più nessuno tiene il cane legato alla catena. Chi sceglie di portare in casa un amico a quattro zampe sotto il proprio tetto, lo fa con la coscienza di creare un rapporto con esso. Inoltre la museruola è decaduta anche per altre motivazioni legate anche alla particolare natura del cane: se quest’ultimo ha caldo o ha difficoltà di respirazione deve poter tirare fuori la lingua. Come potrebbe farlo con una museruola? I molossoidi, ma in particolar modo i brachicefali come i bulldog, i boxer, i dogue di bordeaux, ecc., avvertono ancora di più tale necessità al punto che diventa improponibile condurre un cane simile con la museruola in una giornata calda. Chi possiede questi cani lo sa benissimo. Tutte queste considerazioni devono essere fatte da chi vuole legiferare su materie molto particolari come queste. Il consiglio degli “addetti ai lavori” diventa quanto mai necessario. Il danno più grande è stato forse quello d’immagine che hanno subito molte razze. Il lavoro di promozione di molti cinofili è stato vanificato. Il pubblico poco addentro alla cinofilia ha iniziato a parlare di “cani pericolosi”, “razze assassine”, ecc. Tutte espressioni che non rendono merito a quelli che fino a poco tempo fa erano i nostri “amici a quattro zampe”, “i migliori amici dell’uomo”. Adesso che la museruola è tornata, bisogna evitare di dipingere nell’immaginario collettivo i nostri cani come dei novelli Hannibal Lecter a quattro zampe. Il Presidente dell’IBC Stefano Bartolini