E ora dove andiamo? - Cine Teatro Santa Maria – Biassono

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E ora dove andiamo? - Cine Teatro Santa Maria – Biassono
CineTeatro Santa Maria
BIASSONO FILM FESTIVAL 2013
Giovedì 14 Marzo 2013
E ORA DOVE ANDIAMO?
Regia Nadine Labaki (LIBANO, 2011)
Libano 1999: un villaggio sperduto e assolato nel bel mezzo di un paesaggio
aspro e semi-desertico e di un territorio
che nasconde mine inesplose e l’ombra
spettrale di conflitti irrisolti.
Alle soglie del Terzo Millennio, ci racconta la voce fuori campo, sembra esserci la
pace ma, come la si è ottenuta, è un'altra
storia che merita di essere raccontata.
Questo è lo scenario che fa da sfondo a
“ E ora dove andiamo ?” opera seconda
della regista ed attrice libanese Nadine
Labakì.
Il film si apre con una coreografia cimiteriale di grandissimo effetto, con la danza
funebre ed onirica di vedove, di fedi diverse, che condividono un tragitto dissestato, prima di giungere in prossimità dei due cimiteri in cui sono seppelliti i propri morti: qui i loro percorsi si separano in ossequio ai
rispettivi rituali, da una parte le donne cristiane, dall’altra quelle musulmane.
Protagoniste assolute sono quindi donne, madri, mogli, sorelle, tutte
accomunate da qualche lutto passato, tutte disposte a collaborare affinché in futuro non scorra più il sangue tra i propri cari di sesso maschile.
Le donne professano confessioni differenti, ma sono legate da qualcosa
di più forte della sola religione: la necessità di proteggere la propria
comunità dalle incursioni militari, dalle armi e dall'isolamento prodotto
da una guerra senza senso.
Nadine Labakì con questo secondo film, lascia la città per tornare ad affrontare con stile diverso ma con intatta ,se non addirittura maggiore
efficacia, il tema che sembra maggiormente starle a cuore: la convivenza
tra esseri umani che professano una religiosità diversa.
In questo film, la regista svaria dalla commedia al dramma non negandosi neppure sprazzi di musical. Una storia delicata e sensibile
sull’orrore della guerra, in ammirevole equilibrio fra dramma e umorismo.
Questo però non va a detrimento dell'unitarietà di un film che proprio
nel variare dei toni trova la cifra stilistica su cui intessere un elogio alla
saggezza delle donne.
Hanno i loro cedimenti, le loro rivalità, le loro invidie ma sanno però,
ogni volta, ritrovare quella ragionevolezza che gli uomini sembrano
sempre pronti a perdere, cedendo a provocazioni spesso infantili.
Nadine Labaki dirige e attraversa come interprete di grande impatto, un
film che ha la leggerezza che è propria di chi ha scavato nel profondo di
un'intolleranza che non è più 'tollerabile'.
Ma "non è una storia sulla guerra – chiarisce la Labaki - semmai è una
storia su come evitare una guerra". E non è neanche un film sul Libano,
perché "La guerra tra due fedi è un po' una legge universale. Potrebbe
benissimo accadere tra Sciiti e Sunniti, tra bianchi e neri, tra due famiglie o due villaggi.
E’ un concetto che sta alla base di qualsiasi guerra civile, in cui la gente
di uno stesso paese si uccide, nonostante siano vicini di casa o addirittura amici".
"Desideravo che il film- continua la regista- fosse una commedia più che
un dramma e che riuscisse a provocare più risate che commozione".
Per trattare quindi un tema tutt'altro che divertente,quello di un conflitto che pare interminabile, la regista sceglie dunque l’ironia che rappresenta un antidoto per affrontare le sfortune della vita , perchè riuscire a
sorridere è una strategia di sopravvivenza, un modo per cercare di trovare la forza per riprendersi anche quando tutto sembra remare contro.
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