VISO DA BAMBOLA Cammina a passo spedito, col bavero del

Transcript

VISO DA BAMBOLA Cammina a passo spedito, col bavero del
VISO DA BAMBOLA
Cammina a passo spedito, col bavero del cappotto sollevato
per proteggersi dalle gelide folate di vento. Appena entrata
nel bar, si dirige verso il tavolino in fondo, quello davanti
alla vetrata che affaccia sul mare. Si siede e accavalla le
gambe. Tira fuori dalla borsa uno specchio. Controlla che il
trucco sia a posto. Fa un gesto di stizza con la mano, quando
si accorge che il fondotinta non ha coperto bene quelle
piccole rughe ai lati delle labbra. Poi inizia a picchiettare con
le unghie sul tavolino.
Mara è nervosa. Ha accettato quell’appuntamento, sperando
di lasciarsi alle spalle le ultime deludenti storie. Quella con
Peter, naufragata a un passo dal matrimonio. E quella con
Fabio, finita quando lui si innamora di una donna molto più
giovane. Tristi ricordi che ancora pesano dentro il suo animo
e la tengono ancorata a terra come una zavorra. Mentre lei
ora vuole soltanto ricominciare a vivere e volare.
Con Luca si sono conosciuti su Facebook. La richiesta di
amicizia, qualche mi piace in comune. Poi una fitta
corrispondenza di mail e telefonate. Fino a quella proposta,
gradita come una luminosa giornata di sole dopo tanti giorni
bui: “In un’ora posso arrivare dalle tue parti. Ti va se ci
vediamo?”.
E’ quello che si aspettava, ma sentirselo chiedere ha aperto
una breccia di speranza nel suo cuore.
Si sono già visti negli album dei loro profili Facebook. Ma lo
schermo del computer sa essere un vero amico. E complice.
E poi le foto che Mara ha postato risalgono a dieci anni
prima, quando il suo viso era ancora quello di una bambola
di porcellana.
1
Proporre un’immagine di se stessa sempre giovane è
l’espediente che le garantisce di attirare facilmente
l’interesse degli uomini.
Le serve per ottenere facili conferme, ora che, alla soglia dei
quarant’anni, sente di averne bisogno.
Ma, dopo quegli scatti, la vita le ha lasciato dei segni
profondi. Mentre alcool e psicofarmaci hanno infierito su
quel viso da bambola come fossero lame di un coltello.
Questo è il primo appuntamento con Luca, che è di qualche
anno più giovane. Mentre lo aspetta, sente quella solita
sensazione di cardiopalmo, a cui ormai è abituata. Non sa
come reagirà, nel vederla. D’un tratto, se lo vede comparire
davanti. Lui, invece, è proprio uguale a come lo ha visto su
Facebook. Alto, spalle larghe, capelli scuri che gli ricadono
sulla fronte, occhi chiari, di un colore indefinibile tra il verde
e il grigio.
Mentre le si avvicina, Mara si sfila gli occhiali da sole, inizia
a guardarlo negli occhi e apre le labbra in un sorriso. Uno
sguardo algido, ma in quel momento sa farsi caldo e
accogliente. Si alza dalla sedia. Un reciproco ciao detto con
voce flebile, che tradisce un filo d’ansia. Un tenero bacio
sulla guancia, una stretta di mano. Sente un brivido
percorrerle la schiena, quando le loro dita si sfiorano. Il
segno inequivocabile di un’affinità a pelle.
Poi si siedono e iniziano a parlare. Mara sa come catturare
l’attenzione di un uomo. Frasi ambigue, allusioni, doppi
sensi: tutto il repertorio del suo civettare malizioso, che lei sa
trasformare in vera arte.
2
Luca ne sembra quasi ipnotizzato. Al punto da non notare
nemmeno
quei
segni
dell’età,
che
tanto
l’avevano
preoccupata.
E’ la prima volta che si vedono, ma è come si conoscessero
da anni. Si sono scrollati di dosso l’ansia del primo incontro
e sentono di piacersi. Lui sa farla ridere e Mara percepisce
una gradevole sensazione di benessere.
Ad una delle sue battute, inizia a ridere di gusto,
abbandonando la testa all’indietro. Accompagna quel
movimento del capo al gesto di ravvivare i suoi lunghi
capelli biondi con la mano. Poi, con le labbra ancora
dischiuse in un sorriso, lascia scivolare la mano sulla coscia
di Luca. E la fa scorrere, fino ad arrivare all’inguine.
Accentua il sorriso con malizia e si umetta le labbra, quando
percepisce che il ragazzo ha avuto un sussulto nel sentire la
sua mano farsi tanto audace.
- Cosa dici, andiamo da me? – gli chiede a bassa voce,
fissandolo negli occhi. Ma sa già quale sarà la sua risposta.
Lui ricambia il suo sguardo penetrante e le porge la mano
per indurla ad alzarsi.
Eccitati come due ragazzini, percorrono quelle poche
centinaia di metri, camminando a passo spedito.
Ora se ne stanno sdraiati, il viso della donna appoggiato al
petto del ragazzo. Luca è stato dolce con lei. Ma l’ha anche
spogliata di ogni suo pudore. E Mara si è concessa a lui
come fosse sua da una vita.
- Che progetti hai per questa sera? – gli chiede, abbozzando
un sorriso.
Lui dà una rapida occhiata all’orologio.
3
- Devo andare via subito, ho un appuntamento per le dieci.
Ci metterò almeno un’ora per tornare a casa.
E intanto le solleva il viso, appoggiandole un dito
sotto al mento. Poi si alza dal letto.
Una smorfia di delusione compare sul viso di Mara.
- Ma proprio stasera dovevi prendere questo appuntamento?gli chiede senza nascondere un moto di stizza.
- E’ con Cristina. Mi ha telefonato soltanto stamattina
- Chi è questa Cristina? - gli chiede lei, come se stesse
parlando di un fastidioso insetto.
Poi gli punta addosso con insistenza uno sguardo che lo
costringe a una risposta.
- E’ la mia ragazza. Ieri è stata dal ginecologo. Mi deve
parlare.
Il viso di Mara si trasforma in una maschera di cera,
mentre lui tiene lo sguardo basso per evitare di incrociare i
suoi occhi.
Non le aveva detto di essere impegnato. Mai. Eppure hanno
trascorso ore al telefono. Il pensiero di essere stata ingannata
incomincia a insinuarsi nella sua mente fino a farle sentire il
peso di una morsa che le attanaglia le tempie.
Maledetto! Come Peter. Come Fabio. Come tutti gli altri.
Maledetti gli uomini! E maledetta la vita!
Lo guarda con astio, mentre si infila la camicia nei pantaloni.
Continua a osservarlo, quando lui posa lo sguardo su una
fotografia, appoggiata sulla mensola della camera da letto.
L’immagine di una stupenda ragazza bionda, la pelle tesa e
vellutata come quella di una pesca, uno sguardo magnetico.
E’ lei, molto seria, che fissa di sbieco l’obiettivo senza
nemmeno il cenno di un sorriso. Una foto che Peter le aveva
4
scattato dodici anni prima. Prima di tante delusioni, prima
che il tempo infierisse, prima dell’alcool e prima di tante
cose. Luca rimane per qualche istante a osservarla.
- Ma chi è questa bella ragazza, è tua figlia? - le chiede,
mentre si abbottona la patta dei pantaloni.
Una stilettata percorre il petto di Mara.
Ha infierito così tanto il tempo?
Possibile che non sia più lei, a distanza di soli dodici anni?
A rispondere sono i suoi occhi azzurri, che quasi chiedono
comprensione e conforto, nel momento in cui decide di
affidare ogni sua aspettativa a una domanda.
- Ci rivediamo presto, vero? - gli chiede con voce sommessa.
Luca la guarda e sorride. Poi alza il sopracciglio. A lei
sembra solo un patetico tentativo di eludere la sua domanda.
E invece la risposta arriva. Ma sono parole che fanno male.
- In questo periodo non posso. Però possiamo fare più avanti.
A letto sei davvero uno schianto, sai! E ogni tanto lo
possiamo pure rifare - le risponde lui, tutto d’un fiato,
accennando un sorriso malizioso, mentre la guarda sdraiata,
ancora mezza nuda tra le lenzuola.
Mara sente un nodo in gola, lo stomaco chiudersi come fosse
stretto da un pugno, un senso di fame d’aria, un dolore
opprimente nel petto e il sangue che le pulsa forte contro le
tempie fino a farle quasi scoppiare.
E’ stato sempre così, fin dalla prima volta. Ma ogni volta
restare da sola le sembra sempre peggio.
Vede il ragazzo che le si avvicina, le dà un tenero bacio sulla
fronte e poi fa due passi verso la porta.
5
Lentamente lei si alza dal letto. Apre il cassetto, afferra
l’arma e, prima che lui raggiunga la porta, gli si avventa
contro. Una volta, due. Poi un’altra. Poi un’altra ancora.
Lo colpisce alla schiena col coltello, in preda a una violenza
bestiale. Non si ferma nemmeno quando lo vede accasciarsi
sul pavimento. Poi si appoggia carponi su di lui e con altre
dodici coltellate lo pugnala al petto, quando ormai è morto.
Si rialza da terra con il coltello ancora tra le mani.
Sente i cani in cortile che abbaiano. Si affaccia alla finestra:
hanno gli occhi sbarrati e digrignano i denti. Devono avere
sentito l’odore del sangue. Li guarda e sorride, pensando che
saranno proprio loro ad aiutarla a occultare il cadavere.
Poi torna con lo sguardo su Luca.
- Non ho permesso di andarsene nemmeno a Peter e a Fabio.
E non potevo lasciare fuggire neanche te! - esclama,
guardandolo dall’alto al basso, in piedi davanti a lui, senza
che il suo sguardo tradisca neppure un briciolo di pietà.
Getta un’occhiata sulla mensola. E rivede, dentro una
cornice d’argento, quella fotografia che aveva fatto colpo su
Luca. Lì era proprio venuta bene: sguardo austero, ma allo
stesso tempo dolce e ammaliante.
La gira verso lo specchio e inizia ad alternare lo sguardo tra
quella vecchia foto e l’immagine del suo viso.
Un confronto impietoso. Sul suo volto iniziano a scorrere
lacrime grandi come gocce di pioggia.
Prende con veemenza la cornice, la apre e tira fuori la
fotografia.
E il pianto si trasforma in una risata isterica.
Al pensiero che quella sera stessa la posterà su Facebook.
6