D2.1 I Living Labs del progetto LILIT – introduzione

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D2.1 I Living Labs del progetto LILIT – introduzione
Ministero dello Sviluppo
Economico
Ministero dell’Università
e della Ricerca
Prodotto della ricerca
D2.1 – WP2
PAR FAS REGIONE TOSCANA Linea di Azione 1.1.a.3
Ambito disciplinare:
Scienze e tecnologie gestionali e dell’organizzazione
Titolo della proposta:
I Living Labs per l’Industria Toscana
Acronimo
Codice CUP
Codice ARTEA
LILIT
I59J09000170002
N. 392948
Logo
Nome del prodotto della ricerca:
I Living Labs del progetto LILIT-introduzione: Impianto e configurazione dei
Living Labs
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Indice
Introduzione
3
Aziende selezionate e piano di sviluppo
4
-
Nautica da diporto
Turismo
Oggettistica in marmo
Automotive
ICT per i servizi pubblici
4
4
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5
6
Struttura di base dei Living Lab
7
Specificità
8
-
8
9
10
11
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CMO
Upgroups
Lunigiana Amica
Navigo
Liberologico
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Introduzione
Se da un lato la globalizzazione del mercato ha aperto nuovi e promettenti scenari di crescita, dall’altro
minaccia la sopravvivenza stessa del sistema industriale toscano, che si trova a dover fronteggiare
competitor sempre più agguerriti e numerosi. Tale minaccia, aggravata dagli effetti della recente crisi
economica, è ormai fortemente avvertita non solo nei tradizionali settori dell’industria toscana (dal tessile
al marmo, al tissue, al conciario, fino alla nautica da diporto), ma anche ed a maggior ragione, in tutti quei
settori di più recente insediamento quali l’ICT e l’automotive.
In uno scenario di forte incertezza che limita nuovi programmi di investimento, le risposte di politica
industriale non possono limitarsi ad una gestione “emergenziale” del problema né tanto meno attendere
passivamente che, in una successiva (ed auspicata) fase di ripresa, nuove attività produttive possano
prendere il posto di quelle precedenti. Crediamo invece che, per difendere e per ridare slancio
all’imprenditoria della nostra regione sia necessaria una profonda revisione dell’impostazione del sistema
produttivo su cui si basa l’economia toscana. In tal senso l’obiettivo non può che essere quello di innovare i
processi produttivi ed i prodotti, così da rendere entrambi elementi vincenti, distintivi e difficilmente
riproducibili.
In tale ottica è importante notare come, pur essendo imprescindibile, l’innovazione dei processi produttivi
mal si presti ad un’immediata risposta alla crisi attuale, necessitando di forti investimenti e di lunghi tempi
di implementazione. Tale strategia passa infatti attraverso modifiche che potremmo definire di natura
“hard” volte all’ottimizzazione delle operations all’individuazione degli sprechi, all’ottimizzazione delle
risorse ed al ricorso all’automazione. Almeno in un primo momento sembra allora più ragionevole puntare
sull’innovazione di prodotto/servizio e o dei processi di gestione, richiedendo quest’ultima interventi più
rapidi e di tipo “soft” volti ad una “reingegnerizzazione” di quelli che ad oggi sono i tradizionali approcci alla
progettazione ed allo sviluppo. In tal senso riteniamo che l’innovazione di prodotto/servizio possa offrire
una risposta più rapida e possa configurarsi quale elemento imprescindibile per ridare slancio alle imprese
toscane e per garantire quel margine temporale e quei flussi di cassa necessari a supportare la successiva
innovazione dei processi produttivi.
È in quest’ambito che si inserisce il progetto LILIT, che nasce espressamente con l’obiettivo di radicare nel
tessuto toscano il concetto di una progettazione innovativa orientata quanto più possibile sulle esigenze e
sui bisogni (reali) del cliente finale. Per meglio comprendere gli aspetti salienti del progetto è allora
importante far presente come l’innovazione sia un processo aperto e collaborativo che non può esaurirsi
entro i ristretti confini di un ufficio tecnico, ma che deve espandersi a coinvolgere una moltitudine di
soggetti diversi, passando attraverso tutte le funzioni aziendali (dal marketing al commerciale alla
produzione), fino a raggiungere soggetti esterni agli stessi confini aziendali. Solo condividendo
idee/informazioni con persone dotate di background tecnici diversi, e solo coinvolgendo attivamente gli
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utilizzatori finali - chi meglio di loro può infatti definire le esigenze e le caratteristiche di un nuovo
prodotto? - è infatti possibile essere innovativi e superare trade off ritenuti vincolanti e/o insormontabili.
Per riuscire ad affermare e diffondere tale innovativo concetto è però necessario vincere alcune sfide e
superare importanti problemi di natura operativa e gestionale. Fra questi il principale è quello di trovare
una maniera, o meglio un protocollo, efficace, che permetta di far interagire e dialogare fra loro una
moltitudine di soggetti distinti, con esperienze e know how differenti. A ciò si aggiunge anche il problema
della tutela della proprietà intellettuale, ovvero la necessità di garantire il riconoscimento della paternità
dell’idea a coloro i quali hanno effettivamente contribuito alla risoluzione di un problema specifico.
La risposta che il progetto LILIT vuol dare a tali problematiche è quello del ricorso a laboratori per
l'innovazione, i cosiddetti “Living Lab”; un modello di progettazione guidata dagli utenti che si sta
rapidamente affermando in Europa e nel mondo come metodo strutturato di innovazione radicale.
Brevemente si può pensare ad un Living Lab come ad un social network gestito mediante piattaforma web
che permette la condivisione delle idee e la partecipazione attiva di team interdisciplinari che si cimentano
nella soluzione di problemi specifici evidenziati da uno o più membri della comunità. Ciascun membro può
postare le proprie idee e queste, rese condivisibili, possono essere cannibalizzate e progressivamente
affinate da tutti gli utenti registrati (i cosiddetti solutori). Il modello permette di gestire tutta l’attività
progettuale dalla fase di co-creazione (tipicamente mediante attività di crowdsourcing e crowdcasting), alla
fase di esplorazione e miglioramento delle idee, fino alla sperimentazione e alla valutazione finale delle
soluzioni concetti che sono state sviluppate.
Il progetto LILIT intende inoltre migliorare tale approccio classico sfruttando le esperienze
precedentemente maturate con la realizzazione del Living Lab dell’università di Pisa (Leaning Lab) e
mediante l’introduzione di una serie di tool informatici (per la condivisione e per la tracciabilità delle idee) e
di nuove metodologie di supporto all’innovazione. Si ritiene che da questa unione possa scaturire un
paradigma di Living Lab per l’innovazione radicale ancora più collaborativo, basato su metodi altamente
efficienti e strutturati ed applicabile a realtà diverse tra loro, capace quindi di riflettere in maniera più
precisa e dettagliata la composizione e le dinamiche di funzionamento del tessuto produttivo toscano.
Aziende selezionate e piano di sviluppo
Come precedentemente accennato, il cuore del progetto prevede la promozione, la diffusione e, da ultimo,
la cementazione di un approccio innovativo di progettazione e problem solving, basato sull’adozione di
laboratori specifici per l'innovazione (Living Lab). A tal fine, con l’intento di rappresentare l’intero spettro
della realtà industriale toscana, sono stati individuati cinque partner aziendali, appartenenti ad altrettanti
settori industriali: nautica da diporto, industria del marmo, agriturismo, automotive ed ICT.
Riteniamo che tale campione rappresenti in maniera sufficientemente dettagliata le esigenze e le specificità
sia dello “zoccolo duro” che dei nuovi settori che recentemente si stanno affermando nell’area toscana;
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siamo inoltre convinti che i cinque settori scelti costituiscano il giusto contesto nel quale applicare e
verificare (sul campo) le singole feature del modello di innovazione da noi proposto. In altre parole, la
nostra intenzione è quella di appoggiarci in maniera proattiva ai cinque partner aziendali al fine di
sviluppare altrettanti living lab, modellati sulle esigenze specifiche di ciascuna delle cinque realtà
individuate. La speranza, o meglio la nostra convinzione, è quella che ciascuna di queste applicazioni possa
definire uno standard di riferimento da cui attingere per successive esperienze e/o per applicazioni in
aziende/settori similari. Lo scopo è quindi quello di modellare i living lab in stretta collaborazione con i
partner aziendali e di affinarli sulla base dei feedback ricevuti, fino ad arrivare ad una loro validazione sul
campo.
Nello specifico, i piloti che abbiamo individuato sono i seguenti.
Nautica da diporto: Navigo s.c.r.l. (www.navigotoscana.it)
Navigo è una società consortile per l’erogazione di servizi alle imprese del settore della nautica, con
l'obiettivo generale di rilanciare la loro competitività. Il centro operativo è nell’area di Viareggio ma le sue
attività coinvolgono l’intera area costiera toscana. I principali obiettivi del consorzio riguardano la
governance della produzione nautica, la costituzione e promozione di un polo internazionale per i servizi di
refit e, infine, l’integrazione del turismo sul mare in un unico e competitivo sistema economico regionale,
che offra una serie di servizi che leghino il ciclo di vita dell’imbarcazione alle risorse culturali, ambientali e
amministrative del territorio.
I tre aspetti maggiormente interessanti che fanno di Navigo un candidato ideale per lo sviluppo di un living
lab sono i seguenti: (i) la natura consortile (ii) la presenza al suo interno dell’intera filiera produttiva e (iii)
una mission orientata al trasferimento. Queste tre caratteristiche rendono Navigo una realtà già orientata
al modello Living Lab ed un valido campo di prova per le metodologie sviluppate.
Turismo: Lunigiana Amica (www.lunigianaamica.it)
Lunigiana Amica è un’associazione senza scopi di lucro a supporto delle necessità dei produttori agricoli e
delle micro imprese turistiche lunigianesi. L’obiettivo è quello di promuovere le tipicità della Lunigiana,
coinvolgendo ed operando su tutti gli anelli della filiera agroalimentare (dalla produzione alla
commercializzazione). A tal fine Lunigiana Amica applica strategie innovative di commercializzazione di
prodotti locali ed offre soluzioni di turismo sostenibile secondo il modello dell’ospitalità diffusa.
Come per Navigo, la presenza dell’intera filiera produttiva e l’orientamento a strategie innovative (di
marketing e di commercializzazione), fanno di Lunigiana Amica un partner essenziale per testare le
metodologie Living Lab nel settore dei servizi. Oltre a ciò è utile ricordare che dal novembre 2008 Lunigiana
Amica è membro effettivo della “3rd wave” dei Living Labs europei (www.openlivinglabs.eu) e punto di
riferimento per le iniziative europee nel settore rurale della rete italiana dei Living Labs (www.inoll.it).
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Oggetti artistici in marmo: Upgroup s.r.l. (www.upgroup.it)
Upgroup è una delle aziende storiche del comprensorio apuo-versiliese; pur essendo un’azienda nota a
livello nazionale per i suoi rapporti con i più noti designer mondiali, risulta afflitta dal mutamento radicale
dei gusti dei consumatori e dall’affermarsi di materiali alternativi che hanno di fatto escluso l’utilizzo della
pietra naturale (e del marmo in primis) dagli utilizzi domestici e, in particolare, dalla realizzazione di
complementi di arredo.
Proprio In tal senso l’azienda è stata scelta come partner del progetto, dato che offre l’occasione di testare
l’approccio Living Lab non tanto nelle fasi di design e produzione (in cui l’azienda è maestra), quanto in
quelle di identificazione dei bisogni dei clienti, di marketing e di commercializzazione.
Componentistica automotive: CMO s.n.c. (www.c-m-o.it)
CMO è un’azienda leader nel settore delle attrezzature oleodinamiche ed ha fra i propri clienti i maggiori
costruttori mondiali del settore automotive. L’azienda è da anni impegnata in una politica di innovazione
continua e di qualità globale e utilizza da tempo una serie di tecniche atte al coinvolgimento attivo del
cliente sin dalle prime fasi della progettazione e nella realizzazione di sistemi su misura.
Tale propensione verso una progettazione condivisa ed orientata al cliente fa di CMO un candidato perfetto
per testare la piattaforma di crowdsourcing collaborativo sia per attività di problem solving, sia di concept
design. Inoltre, visto l’elevato contenuto tecnologico dei prodotti realizzati siamo convinti che l’azienda
possa fornire lo spunto per l’esecuzione di attività di progettazione avanzata volte allo sviluppo di nuovi
mercati e/o di soluzioni innovative.
Contiamo inoltre di estendere le metodologie introdotte presso CMO ad altre PMI del tessuto automotive
toscano, tramite lo sviluppo di tecnologie trasversali al mondo dell’auto che permettano di integrare anche
partner dai bassi volumi produttivi (es. Camperistica).
ICT per i servizi pubblici: Liberologico s.r.l. (www.liberologico.com)
Liberologico è una società ICT con un know how specifico nelle web application e nelle mobile application.
Costituita nel 1999 da un gruppo di ricercatori del CRIBeCu – Centro di Ricerche Informatiche della Scuola
Normale Superiore di Pisa - fino al 2002 si è occupata prevalentemente di sistemi web per l’archiviazione e
l’editoria digitale, proponendo le migliori tecnologie del settore in contesti nazionali ed internazionali. Dal
2007 Liberologico e ICube Srl, hanno unito le proprie forze per condividere strategie di sviluppo e
investimenti in Ricerca e Sviluppo ed offrire servizi a 360° nel settore dei servizi digitali e della gestione
documentale.
All’interno del presente progetto l’azienda è interessata a testare le best practices emerse nel campo dei
Living Labs europei per i servizi al cittadino (turismo, beni culturali, sanità, eGovernance) e a integrarle con i
suoi software e mobile applications.
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Struttura di base dei Living Lab
Per superare il tradizionale approccio dei Living Lab, così da rimodellarli in base alle specificità dei vari
settori dell’industria toscana, abbiamo deciso di poggiarci sulle esperienze maturate in precedenti progetti
e attività progettuali svolte in collaborazione con aziende locali ed enti pubblici come ad esempio aziende e
associazioni di categoria pratesi. Brevemente si ricorda che tali esperienze sono confluite nella definizione
di un framework metodologico per la progettazione innovativa (denominato Innovation way), nella
realizzazione di una serie di strumenti logici ed informatici (per la mappatura e la tracciabilità del flusso
logico seguito per la soluzione di un problema) e alla realizzazione del Leaning Lab, il primo esempio di
Living Lab toscano (http://www.leaninglab.org/index.php).
Sulla base di tali esperienze pregresse è stata definita l’architettura di base dei cinque living lab che
verranno sviluppati in collaborazione con i partner aziendali selezionati. Precisiamo che, come detto,
ciascun living lab si contraddistinguerà per una serie di feature specifiche attinenti allo specifico contesto di
utilizzazione. Ciò nondimeno abbiamo ritenuto definire alcuni aspetti comuni per tutti i living lab, aspetti da
cui partire per un successivo affinamento e miglioramento da effettuarsi progressivamente in stretta
collaborazione con i partner aziendali e in funzione delle esigenze operative e/o di eventuali problematiche
che potranno manifestarsi durante la realizzazione on-going del progetto.
In particolare, si è deciso di dare ad ogni living lab una veste comune caratterizzata dai seguenti strumenti
tecnici:
•
una piattaforma software che permetterà ai partecipanti (i solutori) di condividere idee e soluzioni
secondo il paradigma dell' “Open Innovation”. La piattaforma gestirà tutta l’attività progettuale dalla
fase di ricerca e selezione dei solutori (selezione che, tipicamente, avverrà su base volontaria e
attraverso le lettere di intenti sottoscritte da cinque aziende toscane coinvolte nel progetto), alla cocreazione, alla fase di esplorazione e miglioramento delle idee, fino alla sperimentazione e alla
valutazione finale delle soluzioni e dei concetti che sono stati sviluppati.
In particolare la piattaforma software sarà dotata di:
−
applicativi (forum, CMS, chat avanzate, ecc.) volti all’interazione ed alla collaborazione fra utenti
anche in modalità distribuita, asincrona e multiclient, garantendo sicurezza, privacy e
affidabilità;
−
motore semantico basato su una base di conoscenza funzionale; si tratta di un motore di ricerca
che sfrutta una sintassi formale di natura funzionale. L’utente definisce il problema che sta
analizzando, o le funzioni che deve realizzare, utilizzando un set specifico di verbi e sostantivi
organizzati secondo un opportuno livello gerarchico (da quelli più generici a quelli più
particolareggiati) che permettono di ri-definire il problema a differenti livelli di dettaglio, in linea
con il grado di sviluppo a cui è giunto il progetto. Sulla base di tale input il motore valuta “la
bontà” dei testi archiviati in database interni ed esterni, cercando le occorrenze dei termini
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indicati dall’utente (o eventualmente di loro sinonimi) ed analizzandone la relativa disposizione
logica e sintattica. In funzione di tale analisi viene infine presentata una classifica che sintetizza
l’interesse potenziale di ciascun testo analizzato.
Sulla base di tale architettura la piattaforma sarà quindi in grado di supportare tre attività di grande
rilevanza per il processo innovativo: (i) l’ analisi automatica di testi tecnici, brevetti e specifiche, (ii) la
gestione ed il recupero delle informazioni, (iii) la tracciatura dei diritti di proprietà intellettuale. Si noti
infine la grande flessibilità dello strumento concepito: con una stessa metodologia è infatti possibile
massimizzare le potenzialità dei solutori (obiettivi uno e due) e, allo stesso tempo, garantire la
“meritocrazia” del processo di progettazione e sviluppo.
•
una serie di tecnologie e strumenti innovativi atti a promuovere e supportare l’interazione fra gli
utenti, con particolare attenzione alle applicazioni di crowdsourcing collaborativo distribuito e per la
tracciatura della proprietà intellettuale. In particolare, il ricorso al crowdsourcing collaborativo
permetterà agli utenti finali di diventare non solo validatori dei prodotti e delle tecnologie ma anche
propositori e protagonisti del processo d'innovazione accogliendo in pieno la filosofia dei Living Lab
europei.
•
un corpus di metodologie di problem solving e concept design, basate su anni di ricerca scientifica nel
campo del design funzionale, in grado di supportare e guidare la creatività delle persone e favorire così
una innovazione sistematica. Fra queste ricordiamo le seguenti:
−
Brainstorming Strutturato;
−
Analisi funzionale per prodotti e servizi;
−
Analisi del valore;
−
Analisi di stratificazione;
−
Quality Funcion Deployment;
−
Analisi FMECA
Specificità
Allo stato attuale sono stati attivati tre Living Lab (CMO, Upgroup, Lunigiana Amica) e, per ciascuno di essi
sono state definite le specificità di seguito indicate.
CMO
Oltre ad essere interessata ad attività di progettazione avanzata in collaborazione con l’Università di Pisa
(per lo sviluppo di nuovi mercati e di soluzioni innovative), l’interesse maggiore di CMO consiste nel testare
la piattaforma di crowdsourcing collaborativo sia per attività di problem solving che di concept design.
Di comune accordo con la ditta è stato selezionato un progetto pilota per affinare e testare le potenzialità
offerte dalla piattaforma di crowdsourcing. L’obiettivo è quello di sviluppare un moltiplicatore di pressione
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con prestazioni migliorate rispetto a quelle ottenute con i sistemi attualmente in produzione. L’azienda ha
già sviluppato una soluzione concettuale a tale problema: si tratta di una pompa volumetrica a doppio
effetto azionata ad aria compressa. Tuttavia il prototipo fisico del sistema progettato ha dato risultati
largamente inferiori a quelli di progetto per cui l’obiettivo sarà quello di individuare le cause e,
successivamente, di proporre soluzioni concrete e/o prototipali.
Sebbene la fase di implementazione vera e propria debba ancora partire, l’impostazione di massima
dovrebbe attenersi al seguente iter:
•
verranno invitati in qualità di solutori studenti e tesisti, ricercatori e docenti del dipartimento di
ingegneria di Pisa, tecnici e progettisti della CMO, tecnici di altre aziende del settore auto motive a cui
la CMO fa capo. Si sta inoltre valutando l’opportunità di inserire fra gli utenti registrati anche solutore
“free lance”. A tal fine il progetto verrà pubblicizzato adeguatamente sul sito Leaning Lab, offrendo
così anche a terzi la possibilità di partecipare al processo innovativo. L’accettazione di soggetti free
lance resta comunque subordinata al parere favorevole espresso dall’azienda.
•
una volta scelti i partecipanti, è prevista una prima fase di crowdsourcing completamente open: ogni
idea e soluzione postata dagli utenti sarà visibili e fruibili da tutti gli altri solutori (sarà compito del
motore inferenziale assicurare la mappatura del flusso delle idee ed assicurare il rispetto della
proprietà intellettuale). L’obiettivo di questa prima fare è quello di favorire la massima esplorazione
dello spazio delle soluzioni, onde evitare che si verifichi il classico effetto dell’ imbuto delle idee,
ovvero una prematura concentrazione degli sforzi progettuali su una serie limitata di soluzioni
potenziali;
•
alla fine di questa fase l’azienda effettuerà una prima fase di screening per selezionare le idee ritenute
maggiormente promettenti e funzionali;
•
è infine prevista una seconda fase di crowdsourcing e di innovazione strutturata atta alla traduzione
delle soluzioni precedentemente selezionate in concetti/prototipi funzionanti e testabili. In questa fase
l’azienda deciderà se mantenere un approccio completamente open (analogo a quello della prima
fase), oppure – cosa che sembra maggiormente probabile - se assegnare l’ingegnerizzazione di
ciascuna idee ad uno specifico team di solutori (presumibilmente coloro i quali hanno contribuito in
massima parte alla definizione dell’idea stessa).
Upgroups
Pur essendo un’azienda nota a livello nazionale per i suoi rapporti con i più noti designer mondiali, l’azienda
risulta afflitta dal mutamento radicale dei gusti dei consumatori e dall’affermarsi di materiali alternativi che
hanno di fatto escluso l’utilizzo della pietra naturale (e del marmo in primis) dagli utilizzi domestici e, in
particolare, dalla realizzazione di complementi di arredo.
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Per tali motivi, per rilanciare la propria competitività, in un primo momento Upgroup ha deciso di aderire al
progetto LILIT mostrandosi fortemente interessata alla possibilità di sperimentare le pratiche di
coinvolgimento dell’utente in tutte le fasi di vita del prodotto (design, produzione, marketing).
Tuttavia, a seguito di un’analisi più approfondita è emerso chiaramente come il vero problema non sia
quello di realizzare design innovativi e/o di cercare nuovi mercati; anzi, il livello qualitativo e il design dei
prodotti realizzati è sicuramente superiore a quello offerto dalla maggior parte dei competitor, dato che gli
oggetti di Upgroups sono pezzi unici realizzati secondo una concezione di tipo quasi artigianale. Viceversa, il
vero problema è di natura comunicativa, dato che l’azienda non riesce a valorizzare i propri prodotti ed a
far cogliere (ai potenziali clienti) il valore aggiunto e l’unicità che invece dovrebbe contraddistinguerli.
Come detto il gusto dell’utenza media è radicalmente cambiato e, negli ultimi tempi, l’appealing offerto dal
marmo si è notevolmente ridotto. I complementi di arredo sono tipicamente associati ad materiali molto
più umili rispetto alla pietra che è invece vista come un materiale “difficilmente gestibile”, che ingombra e
rende freddi e pesanti gli ambienti interni di un’abitazione condominiale. A fronte di ciò, di comune
accordo con l’azienda, è stata riconosciuta l’importanza di ideare un’adeguata campagna di marketing volta
a riaffermare quel sentimento di prestigio e quel feeling di autenticità che era tipicamente legato all’uso di
materiali nobili come la pietra.
A tal fine verrà utilizzato una piattaforma Leaving Lab simile a quella precedentemente descritta (caso
CMO), ma in questo caso l’obiettivo non concernerà l’innovazione di prodotto quanto lì innovazione
dell’immagine del marchio e dei canali di marketing adottati per la commercializzazione dei prodotti finiti. È
bene precisare che, considerando che le competenze richieste in quest’ambito non sono facilmente
reperibili fra i membri del team LILIT, in qualità di solutori verranno invitate aziende pubblicitarie non
direttamente afferenti al progetto, mentre sarà compito del team LILIT svolgere il ruolo di mediatori e di
organizzatori delle sessioni implementative.
Lunigiana Amica
In questo caso l’obiettivo riguarda la possibilità di aggregare le capacità ricettive di un numero elevato di
piccoli alberghi, agriturismi e affittacamere, concretizzando le potenzialità della c.d. “accoglienza diffusa”
grazie anche ad un utilizzo innovativo delle tecnologie ICT. Sarà inoltre scopo del progetto elaborare
modelli nuovi di offerta e servizio che siano in grado di rispondere ai cambiamenti in corso nella domanda
turistica, sempre più orientata verso un turismo sostenibile, relazionale, personalizzato, on demand.
In questo caso la definizione dell’architettura ultima che verrà data al Living Lab è ancora in fase
embrionale. In particolare si stanno vagliando due possibili linee di azione alternative (ma che in futuro
potrebbero essere integrate fra loro). Brevemente, le due linee di azione sono le seguenti:
•
ottimizzazione del sito internet ed utilizzo di strumenti ICT (quali portali, applicazioni mobili), per
innovare il marchio, diffondere l’immagine della Lunigiana a livello Europeo ed attrarre nuovi mercati
(ad oggi limitati a pensionati provenienti dall’Inghilterra dal Belgio e dall’Olanda);
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•
innovare i processi ed i servizi offerti cercando di definire pacchetti turistici omnicomprensivi e
personalizzabili che, sfruttando i concetti dell’accoglienza diffusa, permettano ai turisti di usufruire
appieno delle unicità delle terre lunigianesi e di quelle toscane: dal cibo, alla cultura, alle escursioni, al
mare e così via.
Infine, in riferimento ai due rimanenti partner aziendali, una prima indagine conoscitiva ha permesso di
definire le seguenti azioni specifiche, in linea con quanto definito negli intenti del progetto.
Navigo
Una prima attività di carattere gestionale e logistico consisterà nell’implementazione delle innovative
tecniche di produzione parallela (late customisation, postponement) sviluppate presso la Facoltà di
Ingegneria, nell’ambito della catena produttiva del settore nautico. Si tratti in pratica di riadattare tecniche
tipiche della produzione snella (nate nell’industria per parti) in un nuovo settore, quello della cantieristica,
in cui la flessibilità e la capacità di rispondere alle esigenze del cliente gioca un ruolo estremamente
importante. In particolare, tramite un’opportuna implementazione delle pratiche sovra citate, sarà
possibile incrementare le capacità di customizzazione tipiche dell’industria navale della nostra regione,
aumentando da un lato la soddisfazione del cliente - cliente che sarà coinvolto fin dall’inizio nelle varie fasi
della progettazione – e riducendo dall’altro i costi e l’uso di materiali nella catena produttiva che verrà
ottimizzata e snellita.
Una seconda attività di natura maggior mente tecnica e progettuale riguarderà il trasferimento di
tecnologie per la visualizzazione, il rendering e la realtà virtuale/aumentata in un contesto di definizione
degli ambienti interni agli yacht con il coinvolgimento del cliente finale in tutte le fasi della progettazione.
In tale ottica sarà possibile utilizzare i seguenti strumenti tecnici: scanner 3D a luce strutturata, software e
visori di realtà aumentata, sensori RFID.
Liberologico
In quest’ambito verranno testate le best practice emerse nel campo dei Living Lab europei per i servizi al
cittadino quali: turismo, beni culturali, sanità ed e-Governance.
Anche in questo caso l’obiettivo ultimo è quello di integrare e di potenziare tali pratiche con strumenti
software, con applicazioni di tipo mobile e con strumenti ad alto contenuto tecnologico quali: sistemi di
navigazione 3D, tecnologie RFID, features ottenibili a bassissimi costi mediante l’innovativo scanner ottico
3D (in dotazione presso il Dipartimento di Ingegneria), applicazioni di imagining 3D.
In tale senso possibili applicazioni sono le seguenti:
-
impiego di tecnologie ICT per la strutturazione di percorsi tematici (artistici, storici, gastronomici,
ecc.) e per migliorare la fruizione anche attraverso una rete di informazioni in tempo reale e
interattiva;
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-
elaborazione di mappe navigabili e portali tematici della cultura del territorio; strutturazione di
musei virtuali e database visivi;
-
valorizzazione di beni culturali non comunemente accessibili; supporto a interventi di restauro e
conservazione;
-
rivitalizzazione di attività artigianali.
A conclusione di quanto detto si riporta la seguente tabella riassuntiva che sintetizza gli obiettivi e gli
strumenti implementativi che verranno utilizzati a supporto di ciascun Living Lab.
Tabella riassuntiva dei piloti industriali e dei loro aspetti innovativi
Settore industriale e
Funzionalità principale
utilizzata
Aspetti innovativi
Partner di riferimento
Vantaggi per l’impresa
e/o per l’utente
Nautica da diporto
Postponement e
(Navigo)
late customisation
Varie metodologie sono uno
sviluppo originale e vengono
applicate per la prima volta
- Riduzione dei costi
- Soddisfazione cliente
- Ottimizzazione di
materiali e logistica
Realtà aumentata
Integrazione di tecniche di
RA con RFID.
- Customizzazione
- Vendita di esperienza
Contesto user-centered
più che di prodotto
- Input nuovi concepts
Integrazione servizi
Nuove strategie di
valorizzazione turistica e
beni culturali
- Nuovi mercati
- Fidelizzazione clienti
- Nuove partnership
Piattaforma ICT avanzata,
Servizi distribuiti, turismo
tematico e interattivo.
software analisi testi
- Logistica migliorata
- Nuovi servizi
Open innovation.
- Più offerta al cliente
Individuazione
semiautomatica trends
Automotive
Piattaforma per il
crowdsourcing
La dimensione collaborativa,
garantita da un sistema di
- Raggiungimento nuove
categorie utenti
- Nuovi prodotti
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(CMO)
collaborativo
IPR tracking unico al mondo
- Nuovi mercati
- Risoluzione problemi
Metodi di progettazione
avanzata
Metodi originali basati sull’
analisi funzionale
- Nuovi prodotti
- Nuovi mercati
- Risoluzione problemi
ICT e beni culturali
Portale interattivo
Alto grado interattività,
integrazione vari strumenti e
database
(Liberologico)
Fotoscanner 3D
Unico al mondo per velocità
di acquisizione, costi ridotti e
portabilità.
Filmati 3D a colori.
ICT e sanità
- Valorizzazione di beni
culturali e/o turistici meno
noti o poco accessibili
- Rappresentazione cultura
immateriale
- Customizzazione dei
percorsi sull’utente e in
tempo reale
- Supporto a restauro e
conservazione
Tecnologia RFID
Integrazione con mobile
Mobile applications
Integrazione con RFID
- Rilancio di attività
artigianali
Mobile applications
Applicazione a eHealth
- Monitoring a distanza
(Liberologico)
- Early warning
- Gestione dabatase e
informazioni cliniche
Lavorazione marmo ed
oggettistica di design
(Upgroup)
Fotoscanner 3D
Unico al mondo per velocità
di acquisizione, costi ridotti e
portabilità.
Nuovi metodi di
diagnostica a distanza
Approccio Living Lab,
piattaforma ICT
User centered design and
marketing
- Nuovi design
- Nuovi mercati
Software analisi testi
Individuazione
semiautomatica trends
- Studio gusti utente
- Nuovi mercati
Turismo incoming
(Lunigiana Amica)
Approccio Living Lab
Alto grado interattività.
Mobile applications
Integrazione fra domanda e
offerta su modello
distribuito
Portale internet
- Raggiungimento nuovi
utenti
- Customizzazione dei
percorsi tematici
- ottimizzazione logistica
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sul territorio
- ridotto impatto
ambientale del turismo
- valorizzazione realtà
minori o di nicchia
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