La Saggezza di Chirone ______

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La Saggezza di Chirone ______
La Saggezza di Chirone
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Lettere eretiche
INTERVISTE
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OLTRE LA SPECIE – MONZA - 30 OTTOBRE 2003
INTERVISTA : L’ASSASSINO CHERUBICO.
Intervistatore: Aldo Sottofattori
Risponde l’autore: Paolo Ricci
SOTTOFATTORI: Come nasce l'AC?
RICCI: Anni fa sono tornato a vivere in Italia dopo una lunga assenza. Mi sono stabilito in Toscana. Nel periodo
della caccia ho scoperto che i cacciatori possono sparare ovunque. Un giorno arrivarono ad entrare nel giardino
della mia casa, tra i campi. Rimasto sconvolto dalla prepotenza e arroganza di questi individui, e costatando la
mancanza di leggi capaci di frenare i massacri, ho cominciato a riflettere sulla violenza perpetrata sui più deboli
della terra, gli ultimissimi: gli animali. E mi sono posto una domanda fondamentale: E’ giustificabile la difesa
violenta contro l’attacco violento verso i più deboli?
SOTTOFATTORI: Di cosa parla l'AC?
RICCI: Nell’Assassino Cherubino, Federico, il protagonista del romanzo, è colto a un certo momento della sua vita,
da una profonda crisi esistenziale scatenatasi a seguito di vicende legate al periodo della caccia e alla morte di
inermi animali. Spinto dalla sete di riscatto e di giustizia, e schiacciato dal suo innato dolore compie delle scelte
estreme. Le vicende della sua vita ispirano le azioni di un movimento di terrorismo verde, le Brigate Verdi
Internazionali, capeggiate dalla carismatica figura di un giovane assetato di giustizia chiamato Oz.
SOTTOFATTORI: Lo scenario storico delle vicende è l’Italia degli anni 90’?
RICCI: Si. La storia, che si dipana alternando monologhi interiori a momenti d’azione, si svolge nell’Italia degli anni
90’. Nel libro cerco di fare un’analisi politica di quel decennio cruciale, che costituisce lo sfondo storico desolante e
realistico alle vicende del romanzo. E cerco di aprire, sin dalle prime pagine, una riflessione sull’esistenza, la società,
il mondo, il male, la vita, la morte, l’alterità in tutte le sue forme.
SOTTOFATTORI: Il libro è principalmente costruito in forma epistolare?
RICCI: Non solo epistolare. Ho costruito tutto con pagine di diario, lettere, monologhi filosofici e dialoghi tra
animali e angeli in stile teatrale, scene di azione - come fossero di fiction cinematografica-. Momenti di narrazione
pacata, ironica o eroticamente concitata, si alternano a momenti di riflessione storica e filosofica, per far susseguire
le vicende come “work in progress” cercando di trascinare il lettore in una lettura ritmata che - spero - non lasci
soste.
SOTTOFATTORI: Le vicende scorrono nella storia, come in un palcoscenico ove appaiono molteplici personaggi?
RICCI: Si. Personaggi drammatici, ironici, grotteschi, mistici, umani, animaleschi, fantastici e angelici. Nel libro
cerco di mettere a confronto l’umanità con l’animalità; i grandi interrogativi dell’uomo e degli esseri viventi gettati
nel vortice dell’esistenza, della storia e della sofferenza animale e cerco di affrontarli in maniera insolita e - spero originale attraverso un serrato confronto tra pensiero occidentale ed orientale.
SOTTOFATTORI: E fai una spietata analisi dell’antropocentrismo?
RICCI: Si. Cerco di analizzare l’antropocentrismo e le sue deleterie conseguenze e cerco di trascenderle con l’idea
della compassione capace di accogliere e stringere tutti gli esseri senzienti.
SOTTOFATTORI: Nel libro emerge chiara la questione della sofferenza animale e del silenzio delle religioni
monoteiste.
RICCI: Spero che emerga chiara la questione della sofferenza animale davanti al silenzio di Dio e all’indifferenza
delle religioni monoteiste, e la condanna della cecità umana di fronte al male.
SOTTOFATTORI: E per trasmettere quest’idea utilizzi ironia e dissacrazione….
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RICCI: Si, per trasmettere questo messaggio utilizzo - o cerco di utilizzare - la forza dissacratoria, e l’ironia.
SOTTOFATTORI: E lo scopo?
RICCI: Lo scopo è quello di divertire e sorprendere per condurre il lettore verso una conoscenza che sovverta gli
stereotipi della nostra cultura e le sovrastrutture che incrostano la mente. La crisi di coscienza di Federico, è la crisi
di coscienza dell'uomo occidentale che sta attraversando un’epocale fase di transizione le cui incognite destano
molto timore. La ferita interiore del protagonista sanguina sempre, ma questo sangue è il fluido vitale della
compassione che è l’unica cosa in grado di alimentare l'armonia del mondo.
SOTTOFATTORI: Chi e' Federico? Un serial killer o un angelo vendicatore?
RICCI: Per me Federico può essere considerato un serial killer o un vendicatore. Dipende cosa vede il lettore. A me
sembrerebbe logico che sia considerato un vendicatore. Ma la normalità trionfante che legge - se legge - lo
considererà un folle assassino. Inclusa una maggioranza di animalisti.
Per me é un angelo vendicatore: è il pellegrino dello Spirito che dopo un lungo cammino trova una strana
illuminazione interiore. Da qui deriva l’origine e il senso del titolo “L’Assassino Cherubico”, che richiama l’opera
seicentesca di Silesius “Il Pellegrino Cherubico”. Il romanzo ha per me un carattere iniziatico e segue il percorso di
un’anima verso una tenebroso risveglio e la chiarificazione del proprio dolore. Poi ognuno è libero di giudicare:
come davanti a un quadro astratto ogni visitatore dirà la sua…
SOTTOFATTORI: Hai dipinto ritratti di personaggi esistenti?
RICCI: Lo faccio sempre. Nel Frammento - il mio libro preferito - ho ritratto personaggi che sono presenti in sala,
incluso te - come tu sai bene – anche nel Gesù Clonato ho fatto la stessa operazione. Federico è un coacervo di varie
- e autentiche - personalità. Paolo Ricci, invece, è presente nel libro come una figura umbratile, insignificante.
SOTTOFATTORI: Perché Federico é ossessionato dalla figura del centauro Chirone e dal Cavaliere del Graal?
RICCI: Sono due figure misteriche che richiamano il rifiuto dell’immortalità - come abbandono della hybris umana
che sogna di essere eterna - ed evocano un sentimento di sofferenza e ribellione verso il silenzio di Dio, quel cielo
muto e plumbeo che ci sovrasta, con il quale Chirone si confronta senza ricevere mai risposta. Il Graal - oltre a
essere il simbolo della ricerca eterna di Dio - è il simbolo della ricerca di sé, dell’infinita ricerca dell’anima nel suo
percorso esistenziale sulla terra.
Ma nel libro i cavalieri del Graal sono quelli che si perdono nelle foreste e non trovano Dio ma solo la morte.
SOTTOFATTORI: Che ruolo hanno gli animali nel romanzo?
RICCI: Gli animali creano uno sfondo magico al racconto. I loro consessi, i loro dialoghi e incontri con gli angeli
Beliel e Azrael - signori dello Scheol e della Morte - aprono la riflessione filosofica che percorre tutto il romanzo,
riflessione che riguarda i grandi temi esistenziali: Dio, il male nel mondo, la violenza, la sofferenza animale, il ruolo
delle religioni.
SOTTOFATTORI: Gli animali sono un tramite col Divino?
RICCI: Si, sono un tramite con il divino. Come l’Asina di Balaam che vede l’angelo, che il profeta non vede.
Attraverso loro è la coscienza che parla, come nei cori della tragedia greca; nel racconto gli animali sono la voce
della verità che tesse i fili delle vicende e li commenta con una strana magia.
SOTTOFATTORI: Spiega il concetto di "Oltre"?
RICCI: L’Oltre è la percezione di un orizzonte luminoso che avvolge il cuore nero dell’Essere. Non sappiamo nulla
riguardo all’Oltre. Come dice Wittgenstein di certe cose è meglio tacere.
Ma nel reale appaiono spesso dei segni, dei simboli, dei richiami da qualcosa - che oso definire Oltre - che forse c’è o
forse non è altro che l’Abisso del Nulla che percepiamo come fondo dell’esistere. La scoperta del Nulla è centrale
nella riflessione filosofica di Federico. Il Nulla è la percezione del suo contrario: il mistero della Vita.
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SOTTOFATTORI: Che tipo di angeli sono quelli che appaiono nel libro?
RICCI: Gli angeli del libro sono angeli terribili, non sono gli ermafroditi cattolici che ci hanno devastato l’anima.
Sono gli angeli che rimasero fuori dalla zuffa tra Lucifero e YHWH. Sono angeli gnostici che provocano gli eventi e
detestano Satana e il Demiurgo. Attraverso la loro potenza gli animali parlano. Qualcosa nei territori di ciò che io
chiamo Oltre avviene. Federico è uno strumento. Il resto se avete voglia ve lo leggete… Se non avete voglia vi
capisco…credetemi…
Una cosa vorrei dire l’unico che ha capito qualcosa sugli angeli é Rilke; lo affermano anche gli angeli del
“Frammento in sé.”
SOTTOFATTORI: Schopenhauer e altri filosofi sono spesso citati. Perché?
RICCI: Shopenhauer è tra i rari filosofi che hanno rivendicato il diritto degli animali a non essere considerati meri
oggetti. Ed è stato un pensatore che ha condannato la mancata Parola di Dio a riguardo: “Ah…se avessi detto una
sola parola!”
SOTTOFATTORI: Questo libro incita alla violenza? e che rapporto c'e' tra violenza e compassione?
RICCI: Questo libro non incita alla violenza ma vuole indurre a riflettere eticamente sui vari tipi di violenza - e sulla
possibilità di giustificare la violenza-; in una delle mie lettere ho scritto : “Giorni fa lessi alcune lettere di pacifisti
gandhiani che criticavano gli atti di violenza in difesa degli animali contenuti nel mio libro "L'Assassino Cherubico".
Oggi ho letto una notizia particolare: le organizzazioni Verdi stanno mobilitando forze paramilitari per difendere gli
animali. Non credevo a quello che leggevo. Nella CAR la Repubblica Centrale Africana, un gruppo di difesa
paramilitare ha attaccato una banda di bracconieri uccidendone uno. Era la prima volta che leggevo di un'azione
legale intrapresa per difendere gli animali che si concludeva con la morte di un uomo. Tempo fa Richard Leakey,
capo della Wild Life Agency del Kenia aveva organizzato forze paramilitari per difendere gli elefanti, ma non mi
risulta che nessuno fu ammazzato. Eric Lindquist dell'"African Rainforest and Rivers Conversation Organization"
ha affermato: "delle volte è necessario usare la forza per cambiare le idee della gente!". Così per mettere fine
all'olocausto degli elefanti i paramilitari hanno ucciso un bracconiere. Ho conosciuto uomini che non
strapperebbero un fiore dalla terra ma avrebbero combattuto, come partigiani, contro i nazisti. Io appartengo a quel
gruppo: considero ogni tipo di violenza un male, con una sola eccezione: la violenza dell'oppresso contro quella
dell'oppressore.”
SOTTOFATTORI: Qual e' il ruolo del monoteismo e delle religioni nella questione della sofferenza animale?
RICCI: I monoteismi hanno posto al centro delle loro cosmologie l’uomo e soltanto l’uomo.
La natura e le cose sono sempre stati un mezzo di sostentamento da manipolare e da sfruttare;
e l’essere umano é diventato il gestore, il guardiano del lager degli altri esseri viventi, nel senso della superiorità
della specie. I monoteismi - attraverso l’antropocentrismo e il concetto di anima immortale esclusivamente umana hanno innescato i presupposti di un etica specista e totalmente contraria ai diritti degli altri esseri senzienti, ridotti
al rango di cose senza significato.
Le religioni monoteiste hanno colpe devastanti. Hanno le mani imbrattate di sangue.
SOTTOFATTORI: Questo libro ha fatto arrabbiare i Cristiani?
RICCI: Certo. Li ha fatti imbufalire perché non hanno mai detto una parola sull’oceano di sangue. Mio nonno attento lettore di Schopenauer - diceva sempre a mia nonna, devotissima cattolica, citando il filosofo: il tuo Dio
poteva dire una sola parola e non l’ha detta. E’ meglio che i cristiani la piantino con il Gesù vegetariano, è una cosa
ridicola, anzi patetica e fuori da ogni logica.
SOTTOFATTORI: Per molti la parte più esaltante del libro è quella di Pilato ed Elvis Presley, è vero?
RICCI: Si, mi ha divertito scriverlo. Il volto di Pilato appare riflesso in un bacino d’acqua agli animali che chiedono
all’angelo della morte informazioni riguardo alla resurrezione del Cristo. Il procuratore spiega a due romani quello
che veramente è accaduto e che io non rivelo per correttezza.
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SOTTOFATTORI: Qual e' il ruolo dell’ironia nel romanzo?
RICCI: L’ironia gioca un ruolo fondamentale. Le parti più drammatiche sono sempre intercalate da parti giocose,
grottesche e divertenti. Il tragico della vita è spesso tessuto d’ironia, che cerco di usare come strumento letterario,
filosofico e catartico. L’episodio della Nana Gargonza - aborrito da amici miei animalisti - precede la conclusione
tragica del romanzo. Ed è giusto: tanatos ed eros spesso si confondono. Ma vallo a spiegare ai miei amici…
SOTTOFATTORI: Perché il sesso estremo nel libro?
RICCI: Perché il sesso è parte della normalità, non era mia intenzione creare un eroe animalista – cosa che non mi
interessa affatto - e fare apparire sulla scena del mondo un Vietcong animalista.
Federico è un uomo normale che si rende conto dell’orrore del mondo e agisce di conseguenza, come moltissimi
vogliono agire ma non hanno la forza di farlo. L’idea di un eroe immacolato mi dà un senso di nausea: preferisco gli
antieroi. Un eroe animalista poi è roba da puro orrore: cinque milioni di vegetariani - oltre a milioni di potenziali
vegetariani - sono proni davanti a 730.000 cacciatori: che c’è di eroico in tutto questo? Federico è un povero Cristo come me - che esperimenta la violenza inaudita dei cacciatori e agisce di conseguenza. E non appartiene a nessuna
organizzazione. Lo avrebbero fermato.
SOTTOFATTORI: Perché l’Italietta degli anni 90’ come sfondo storico?
RICCI: Perché le vicende si dipanano in quegli anni sono comiche; la politica italiana è assurda e comica. Politica,
vuoto televisivo e nichilismo “familista” fanno da sfondo alla vita di Federico, che si sente inabissare nell’Italietta
ma riesce a sopravvivere analizzando sarcasticamente le vicende e i personaggi dell’era berlusconiana. Non sapete
cosa significhi arrivare dall’America in Italia, dopo 5 anni, e trovarsi sullo schermo Fede, Sgarbi, Ferrara, Biondi e
compagnia. E’ qualcosa di straziante.
SOTTOFATTORI: Il discorso politico è quello di un Marxista ?
RICCI: Quello di un marxista che assorbe e interiorizza il crollo del comunismo.
SOTTOFATTORI: Perché l’insistenza su Heidegger e Severino?
RICCI: Perché Heidegger è fondamentale nell’analisi del rapporto tra l’uomo e le cose e Severino è basilare per la
visione sconvolgente dell’eternità delle cose. Sono filosofi fondamentali.
SOTTOFATTORI: E i terroristi?
RICCI: Sono coloro che inevitabilmente verranno se lo scempio continuerà. Ricordate “l’Esercito delle 12 scimmie”?
Dietro la facciata nevrotica, patetica e buffonesca dell’animalismo locale qualcosa di terribile si agita. Se continua
l’orrore, la coscienza lo rifiuterà. La coscienza di una grande minoranza si ribellerà ai vitelli scannati. A un certo
punto non potrà più accettare l’orrore e ne vedremo delle belle…. I terroristi del libro hanno abbandonato le
chiacchiere e agiscono.
E colpiscono bersagli precisi. Sadici massacratori. A differenza delle Brigate Rosse sono precisi nelle loro scelte.
Poca basilare teoria e poco blà blà blà ideologico…
SOTTOFATTORI: Lo auspichi?
RICCI: No….mi fa paura… ma lo vedo…e verrà dal Nord….qui la cialtroneria è omnipervasiva…e ci vogliono le palle!
Mi sorprese Veltroni quando una volte disse che si meravigliava che la fame nel mondo non avesse generato il
terrorismo. Mi meraviglio anche io. Altro che Bin Laden e il suo messaggio antropocentrico - oscurantistico….
Stesso discorso con il problema animale, se non cesserà l’orrore qualcosa di devastante accadrà…
SOTTOFATTORI: Quale filo rosso lega i tre romanzi “L’Assassino Cherubino”, “Il Frammento in sé” e “Il Gesù
Clonato e L’Anticristo Vegetariano”? e i tre personaggi principali: Federico, Zeno e Mosul?
RICCI: Un messaggio univoco: il rispetto per tutti gli esseri senzienti e anche per l’inanimato, come rispetto delle
cose, rispetto dell’Alterità nella sua Totalità. Molto di questo messaggio deriva da antiche religioni …pensiamo al
Jainismo o al Buddhismo.
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SOTTOFATTORI: Qual è il destino di questo libro?
RICCI: Un cassetto polveroso….
Intervista sulla nascita del movimento animalista italiano
DA QUANTO TEMPO È ATTIVO IL MOVIMENTO ANIMALISTA IN ITALIA?
Non so dire con precisione. Da moltissimi anni, sin dal secolo scorso ci sono state dispute filosofiche sulla
superiorità dell’uomo e dei diritti animali soprattutto nel mondo anglosassone. In Italia forse un movimento
animalista ha cominciato a prender forma dall’apparizione di “Animal Liberation” di Peter Singer nel 1976, e sulla
scia della contestazione giovanile che andava contro tutte le forme di autorità (anche quella dell’uomo sul creato).
All’epoca il movimento si è subito schierato politicamente a sinistra; ma oggi è frammentato, confuso, in un certo
senso apolitico e isolato dallo stesso movimento animalista internazionale.
PER QUALE RAGIONE SI TENDE A DIFFIDARE DEGLI ANIMALISTI RADICALI?
Cos’è un animalista radicale uno che avvelena panettoni o libera animali dall’orrore della vivisezione?
Cosa intende la gente per animalismo radicale?
Un animalista radicale è chi non accetta che l’inaudita violenza verso il non - umano continui?
Il termine è troppo vago.
Chi le scrive non è un Vietcong animalista ma un uomo che – forse come lei - confrontandosi con l’orrore ha preso
certe decisioni. E ce ne sono milioni in Europa di persone come me.
Il movimento dell’animalismo radicale è qualcosa che assomiglia alla sinistra del periodo sessantottesco. Lei avrà
letto che in quel periodo si formavano continuamente ipotetici gruppi dirigenti pronti a innestarsi sulle masse per
condurle a soluzioni marxiste – maoiste.
Io in Inghilterra vidi formarsi innumerevoli gruppi maoisti di circa dieci persone che si spezzavano continuamente
in tronconi pro Albania o pro Cina. Un’ autentica vaudeville politica.
Una specie di varietà leninista, era molto comico.
L’animalismo radicale è un ribollire di gruppi e teorie che spesso conducono a una lotta inane fatta di minutaglia
caritatevole. Atti nobilissimi ma sfortunatamente non sufficienti per incidere sullo strazio universale. L’esempio
classico è la forza politica dei cacciatori davanti all’esercito dei vegetariani, dei potenziali vegetariani, dei
semivegetariani e di coloro che pur mangiando carne sono attenti alla sofferenza animale. Questa massa di gente
incide politicamente pochissimo a causa della nostra incapacità di trasformarsi in qualcosa di politico.
Gli animalisti soffrono della sindrome della bandiera bianca: i cacciatori possono tutto perché la lobby delle armi è
potentissima e noi miserelli nulla possiamo. In ducati sonanti: si tratta della filosofia dei perdenti. L’idea di una
lobby animalista – una soluzione lapalissiana nel mondo anglo sassone – è accolta da questo ribollire radicale con
sarcasmo e indifferenza.
Quello che non ho mai capito è come i partiti di sinistra non abbiano intuito l’enorme potenziale - in termini di voti
- che esiste nel bacino animalista e non sappiano come sfruttarlo.
Mi chiede perché si tende a diffidare degli animalisti “radicali”?
Per la stessa ragione nel mondo pagano parlare di libertà per gli schiavi era un anatema.
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Come era considerato un anatema prima della sconfitta della Confederazione sudista parlare dei diritti dei neri.
La nostra è una specie egemone - in evoluzione - che dovrà affrontare in maniera - forse devastante - il problema del
non umano. Con le buone o le cattive dovrà far fronte a questo problema.
E non si scappa. Per ora questa specie, egemone nel pianeta, si comporta verso il non umano come i nazisti si
sarebbero comportati verso gli slavi se avessero vinto la guerra. Agisce verso il non umano come un efferato
oppressore.
A LEI APPARE CULTURALMENTE ED ETICAMENTE APPROPRIATO IL PARAGONE FRA CAMPI DI
STERMINIO NAZISTI E MATTATOI, CHE J.M. COETZEE METTE IN BOCCA, PER DIR COSÌ, AD ELIZABETH
COSTELLO?
Da parte della massaia pippo-baudiana o da parte del macellaio con la statua, alta un metro, di Padre Pio nella
bottega il paragone è sicuramente un’aberrazione.
Per i vitelli massacrati è invece un paragone validissimo.
Si infili sotto la pelle di un vitello condotto al macello e vedrà.
Ma come dice Eco in un suo articolo in difesa degli uccellini – che è allo stesso tempo un articolo che difende la
caccia “controllata” – il “consorzio umano” ha così decretato.
Il “consorzio umano” cioè l’aggregato che possiede le verità universali e immutabili ha stabilito
che agli umani – egemoni sul pianeta – tutto è permesso.
E così hanno pure decretato le sacre scritture delle fedi monoteiste.
Il punto è che l’orrore che riversiamo sul non umano (131 milioni di animali uccisi nel mondo ogni giorno) è
giustificato da due valutazioni:
La prima è di carattere religioso e afferma: io, uomo, essendo dotato di un’anima immortale decido che il non
umano - che è mera e – vuota - cosa - può essere manipolato, torturato, massacrato a mio piacimento. Questo è in
soldoni il discorso che i gesuiti vomitano sul mondo con perversa costanza.
La seconda valutazione è di natura scientifica e afferma: io, uomo, essendo più intelligente delle altre specie le
manipolo, le torturo, le massacro a mio piacimento.
E questa è la visione cartesiana - baconiana della natura che va torturata e degli animali automi che possono essere
vivisezionati senza fisime perché non provano dolore.
Abbiamo compreso i segreti dell’universo ma siamo ancora – spiritualmente e umanamente – a questi livelli
“bestiali”.
Ma i media continuano a informarci che entro il 2050 saremo tutti vegetariani.
Allora, ne vedremo delle belle.
UN ALTRO PERSONAGGIO DI COETZEE, JOHN BERNARD, FIGLIO DI ELIZABETH COSTELLO DICE
ALL'INCIRCA: "PER GLI UOMINI ESSERE CARNIVORI ESPRIME QUALCOSA DI PROFONDO, PROPRIO
COME AVVIENE PER I GIAGUARI". E' UN'AFFERMAZIONE A CUI COETZEE-COSTELLO NON REPLICANO.
PERCHÉ?
Quando diciamo che se gli animali si divorano tra loro dobbiamo farlo anche noi, facciamo un ragionamento
osceno.
Io penso che più avanza la coscienza, più si sviluppa la conoscenza maggiormente avanza la compassione
universale. Nella volta stellata, o nel multiuniverso pluridimensione – che per molti scienziati è la realtà dell’Essere
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– esistono sicuramente pianeti con una vita e delle coscienze più evolute della nostra. Ebbene, in un qualche
lontano pianeta – con un ipotetico livello di sviluppo di 500 anni più avanti - l’idea di una società come la nostra
provocherebbe un senso di orrore e di ribrezzo. Il nostro è un pianeta devastato dall’ingiustizia, un pianeta ove
ricchi obesi assistono allo sterminio per fame e malattia dei poveri, un pianeta avvelenato da potenze egemoni che
per mantenere la loro aberrante qualità di vita sono pronti a farlo morire.
Una civiltà avanzata può essere soltanto socialista, autenticamente democratica, vegetariana - se non addirittura
veganiana - profondamente rispettosa delle diversità e “religiosamente” riguardosa delle altre specie, come un
fratello maggiore verso i minori.
Noi siamo esseri peculiarmente dotati del sentimento della compassione.
E vivremo seguendo l’impulso della compassione e non l’istinto dei coccodrilli – che seguiranno la loro natura - e ci
eleveremo contro il cannibalismo universale perché la nostra natura è peculiarmente un’altra.
IL RISCHIO CHE CORRE IL MOVIMENTO PER I DIRITTI DEGLI ANIMALI, COME D'ALTRA PARTE QUELLO
PER I DIRITTI UMANI, È DI PORSI SU UN PIANO ASTRATTO; DI PORTARE AVANTI BATTAGLIE GIUSTE E
SACROSANTE, MA DI PRINCIPIO. QUALI SONO LE STRATEGIE A BREVE E MEDIO TERMINE PER
CAMBIARE REGISTRO?
Per me c’è una via fondamentale e prioritaria : creare una forza politica in grado di gestire voti a livello nazionale ed
europeo. Una forza in grado di difendere il non umano attraverso una grande battaglia politica.
La coscienza avanza nel mondo e le contraddizioni esploderanno una dopo l’altra.
O si affronta il problema del non umano o presto avremo un terrorismo ecologico che al paragone Bin Laden farà
ridere.
Si guardi, Cimino, “L’ esercito delle 12 Scimmie” di Terry Gilliam perché quello è uno scenario possibile. Speriamo
che non sia così, ma certe cose si sentono sulla pelle.
Dall’animalismo grottesco e atomizzato dei gruppuscoli nevrotici e inani a quello terribile e spietato degli
ecoterroristi il salto è notevole, ma spesso una cosa è foriera dell’altra.
E se lei osserva con attenzione quello che si sta sviluppando nel mondo anglosassone capirà.
INTERVISTA AL SABOTATORE EXETER - 12 OTTOBRE 2004
Ho incontrato Robin Barnet a Exeter in una mattina piovosa davanti alla cattedrale normanna sotto la stupenda
facciata popolata da apostoli, re, evangelisti, patriarchi e profeti.
Mi interessava parlare con lui perché rappresenta per me quella parte dell’animalismo britannico, che pur
mantenendo una posizione moderata, è notevolmente esposto alla violenza della lotta per l’abolizione della “Caccia
alla volpe”.
Mi interessava capire come ragionasse, non un “Viet Cong” animalista in balaclava, ma una persona “normale”
fulminata sulla via di Damasco dall’enormità della sofferenza animale.
Quando ho visto Robin non ho creduto ai miei occhi: è un uomo sulla cinquantina estremamente fragile. Una figura
ascetica. Un personaggio gentilissimo che parla soppesando ogni parola. Immaginarlo frustato dai “toffs” o travolto
dagli zoccoli della cavalleria “feudale” della nobiltà terriera mi ha lasciato esterrefatto. Immaginarlo in uno scontro
fisico con la classe operaia rurale, mi è sembrato tanto surreale quanto pensare al proprio direttore di banca
imbattersi in un gruppo di “hooligans” del Chelsea.
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Robin, inoltre, é un personaggio particolare, un autentico credente e il suo pensiero, radicato nel cristianesimo, mi
ricorda la teologia animale di Andrew Linzey e il suo tentativo - secondo me disperato - di reinterpretare le scritture
in senso animalista: un erculeo stravolgimento del reale.
Un’altra cosa che mi ha interessato di Robin è che non era un vegetariano prima di diventare un’attivista e non lo è
stato per quattro anni durante la sua adesione ai sabotaggi. E che durante le varie operazioni non ha subito alcuna
pressione per diventarlo. Le scelte di passare al vegetarismo e poi al veganismo sono maturate senza alcuna
coercizione.
La maggioranza delle persone che lottano in difesa degli animali sono persone come Robin. L’animalismo
“muscoloso” è presente, ma la maggioranza di coloro che dimostrano e si battono per i diritti animali sono persone
di una certa età che rischiano molto e cercano di restare nell’ambito della legge.
Ho cercato di capire.
------------------------------------RICCI: Il tuo gruppo da quante persone è costituito?
BARNET: Siamo una decina.
RICCI: Appartenete a qualche associazione?
BARNET: Siamo totalmente indipendenti. In Inghilterra ci sono moltissimi piccoli gruppi animalisti che funzionano
come noi. Dove si svolge la “Caccia ala volpe” si trovano cellule che si attivano individualmente e depistano le mute
dei cani per salvare cervi, volpi, visoni ecc…ecc…
RICCI: Funzionate senza un coordinamento centralizzato?
BARNET: Certo…ci coordiniamo da noi stessi e ci attiviamo quando siamo in grado di farlo. Presto ci metteremo in
azione per difendere i tassi…
RICCI: E che fanno i tassi di male?
BARNET: Secondo il governo sono portatori di tubercolosi.
RICCI: Siamo proprio una specie di nazisti planetari… non lasciamo niente in pace…
BARNET: Già….
RICCI: Siete in buoni rapporti con le associazioni animaliste?
BARNET: Si. Buoni…
RICCI: La mia domanda è: i gruppi simili al tuo sono in contrasto con la politica delle altre associazioni?
BARNET: No. Ci sono varie maniere per combattere una guerra: c’è l’esercito, la marina, le truppe speciali, noi
siamo complementari gli uni agli altri, noi collaboriamo, non siamo in competizione tra noi.
RICCI: Ma cosa pensano di voi le altre associazioni ?
BARNET: Alcune pensano che siamo troppo radicali e altre ci ammirano perché i loro associati vorrebbero fare
quello che facciamo noi. Nella “League Against Cruel Sports” la simpatia per le nostre operazioni è molto estesa.
Altre associazioni, invece, pensano che i nostri sabotaggi contaminino la lotta generale.
RICCI: Nel tuo gruppo ci sono ovviamente vegani e vegetariani ma ci sono anche carnivori?
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BARNET: Che io sappia, ora non più. Però io sono rimasto carnivoro per quattro anni mentre operavo con il gruppo
e nessuno mi ha chiesto se ero vegetariano. E’ stata una mia scelta conseguente maturata con il tempo. Mi sentivo a
disagio: se intraprendi questo tipo d’azioni lo sbocco verso il vegetarismo è logico e naturale.
RICCI: Quindi nessuna pressione per diventare vegetariano…
BARNET: Nessuna…e poi io mai avrei accettato pressioni di quel tipo…
RICCI: Vi opponete solo alla “Caccia alla volpe” o anche alla vivisezione?
BARNET: Ci opponiamo alla caccia ma facciamo campagne contro la vivisezione. Siamo contro la violenza
perpetrata contro tutti gli esseri viventi, ma arriviamo dove possiamo e dove i nostri mezzi finanziari ce lo
permettono.
RICCI: Siete a favore delle azioni di SHAC e SPEAC riguardo la sperimentazione sugli animali?
BARNET: Certamente. Li sosteniamo, condividiamo e, spesso, prediamo parte alle loro dimostrazioni.
RICCI: Vi scontrate fisicamente con i cacciatori?
BARNET: Noi cerchiamo di evitare gli scontri fisici e di restare nei limiti della legge. Quello che facciamo
principalmente è depistare i cani per salvare la volpe. Ma delle volte gli scontri fisici avvengono. Un cacciatore mi ha
malmenato con il suo frustino da cavallo. Delle volte i cacciatori cercano di investirci con le macchine. In
un’occasione è nato un caso giudiziario quando alcuni sostenitori della caccia hanno distrutto una nostra macchina
con delle sbarre di ferro.
RICCI: Cosa pensi di coloro che dicono che è giusto rispondere con la violenza verso coloro che attuano
costantemente la violenza contro esseri inermi nei laboratori di vivisezione?
BARNET: Noi siamo contrari alla violenza ma comprendiamo che quando il dibattito razionale e pacifico viene
meno la violenza può portare risultati positivi e capiamo anche che questi risultati, che possono nell’immediato
apparire positivi, possano, più tardi, alienare il pubblico e diventare controproducenti.
RICCI: Quindi la violenza é eticamente giusta ma tatticamente sbagliata?
Faccio un esempio: se si considerano gli animali - non al livello umano - ma comunque dotati di diritti come esseri
viventi e se si pensa che sia un male torturarli e massacrarli, tu pensi sia giusto comportarsi come si comportarono i
partigiani contro i nazisti che usarono intimidazione e violenza?
BARNET: C’è una notevole similarità. E sorprendono coloro che accettano la vivisezione senza capire e ammettere
che il vivisettore commette atrocità verso gli animali: direi che mentre non condivido la violenza contro il
vivisettore, capisco cosa pensino molti animalisti “estremi” che la considerano un’arma contro l’orrore. Quando tutti
i mezzi democratici per far capire al vivisettore che sta compiendo atrocità si esauriscono non rimane altro che la
violenza…
RICCI: Inclusa la morte?
BARNET: Inclusa la morte. Noi siamo contrari come gruppo ad ogni forma di violenza - questo voglio enfatizzarlo ma se qualcuno infligge morte e sofferenza ad altri esseri viventi non può lamentarsi se qualcuno li ricambia nella
stessa maniera.
RICCI: Insomma stai dicendo che tatticamente la violenza non conviene ma da un punto di vista etico filosofico è
ampiamente giustificata?
BARNET: Si. Però vorrei precisare che quello che serve veramente oggi è un dibattito autentico perché i media
tendono a distorcere le varie tesi riguardo alla difesa contro la violenza verso gli animali. Se assisti ai dibattiti
televisivi ti accorgi che la posizione animalista è rappresentata in maniera inadeguata, e questa è una cosa
esasperante, mi sono spesso sentito offeso dalla maniera in cui i nostri punti di vista vengono rappresentati dai
media. Gli unici che capiscono qualcosa riguardo la “Caccia alla volpe” siamo noi e i cacciatori. Se non si sa nulla su
un soggetto non si è in grado di condurre dibattiti.
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RICCI: Arriviamo al punto cruciale: cos’è un animale? Secondo il mio parere un animale è un essere differente da
me nel senso che ha una struttura corporea diversa e un cervello che , a causa del caso e dell’evoluzione, si è
sviluppato - in maniera differente dal mio - con un maggior numero di cellule e con una maggiore complessità di
connessioni neuronali. Logicamente evito il discorso dell’anima immortale perché lo trovo inadeguato….
BARNET: Questa è una risposta difficile e dipende da come sei posizionato filosoficamente nel mondo. Se si è
cristiani si vedono le cose in una certa maniera, se si è atei si vedono le cose in un’altra maniera… io sono cristiano e
dunque vedo gli animali in una certo modo; penso certamente che noi siamo dotati di un’anima immortale…
RICCI: E gli animali?
BARNET: Non gli animali, ma questo non ci dà assolutamente il diritto di comportarci da assassini verso di loro…
RICCI: Sei protestante?
BARNET: Si
RICCI: E tua moglie?
BARNET: Mia moglie è cattolica…
RICCI: Appartiene al tuo gruppo?
BARNET: Non appartiene al mio gruppo ma simpatizza con il mio gruppo….
RICCI: Riguardo al Cristianesimo e agli animali io ho enormi difficoltà a capirvi: è sufficiente leggere il sogno lucido
di Pietro negli Atti o le ingiunzioni di Paolo nella Prima Lettera ai Corinti riguardo il mangiar carne per chiudere
definitivamente l’argomento. Sorvoliamo poi su
Genesi 9, 1-17…
BARNET: Questo è dibattibile…
RICCI: Nel tuo gruppo sei l’unico credente?
BARNET: Si
RICCI: E gli altri sono atei?
BARNET: Penso, ma è irrilevante. Quello che ci ha uniti è il desiderio di proteggere gli animali dagli abusi, il resto è
totalmente irrilevante: la politica, la religione sono irrilevanti; come in un certo senso lo è l’essere vegetariano: chi
non lo è lo diviene presto seguendo i tempi della propria evoluzione di coscienza.
RICCI: Le scelte politiche nel vostro gruppo sono irrilevante?
BARNET: Assolutamente irrilevante!
RICCI: Cosa diresti a coloro che dicono che la caccia è un problema marginale nella prospettiva del massacro
universale, e che gli animali da macello e gli animali vivisezionati soffrono di più.
Per molti animalisti la “Caccia alla volpe” è un evento secondario davanti al grande orrore che subiscono gli animali
nel mondo.
BARNET: Ci sono moltissimi casi di abusi: noi ci mobilitiamo secondo le nostre possibilità e secondo le necessità
del tempo; ci attiviamo secondo le nostre capacità finanziarie e dove sappiamo che possiamo avere successo. Non
possiamo fare tutto. Una signora l’altro giorno mi ha chiesto: “State facendo qualcosa per i delfini?” Ho risposto:
“No!” E lei: “Perché non fate qualcosa per i delfini?” E io risposto: “Signora, noi operiamo secondo le nostre
possibilità”
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E’ così: c’è troppo male nel mondo.
RICCI: La “Caccia alla volpe” é qualcosa che ha colto l’immaginazione del pubblico inglese, ma se vai a dire ai tuoi
compatrioti di rinunciare alla carne avrai una reazione profondamente differente. C’è un tempo per tutte le
cose…sbaglio?
BARNET: Certo…e va considerato che il vegetarismo condurrebbe verso il veganismo che, in questo particolare
momento storico, è duro per la massa da accettare.
RICCI: Però il vegetarismo salverebbe un numero notevole di animali….e voi in Europa siete i primi come numero
di vegetariani e vegani…
BARNET: Si…però ritornando al discorso di prima, i media parlano solo di “Caccia alla volpe” ma la caccia che noi,
in questo momento storico, combattiamo é quella fatta con le mute dei cani non solo alla volpe, ma anche alle lepri,
ai cervi, ai visoni e ad altri animali. I media danno informazioni non esatte di questa nostra lotta perché identificano
la volpe come l’unica specie cacciata.
RICCI: Ma le associazioni condannano i vostri sabotaggi?
BARNET: Una cosa posso dire: la stragrande parte degli animalisti approva le nostre operazioni.
Le associazioni sicuramente non ci fanno la guerra. Molte sono completamente dalla nostra parte.
RICCI: Cosa pensi degli animalisti che indossano la balaclava e terrorizzano i vivisettori?
BARNET: Li capisco ma non condivido.
RICCI: Se incontri uno di questi terroristi (si fa per dire) che gli diresti?
BARNET: Di fare quello che lui pensa sia giusto fare, ma se mi domanda di andare con lui, non andrei.
RICCI: Un uomo che tortura migliaia di animali secondo te non va terrorizzato?
BARNET: Io penso che delle volte andrebbe tentata la persuasione…
RICCI: Useresti la persuasione con Mengele e Himmler?
BARNET: Ehhhh….sarebbe dura…
RICCI: OK…riformuliamo la domanda… Jerrry Vlasak ha detto giorni fa: “se uccidiamo un paio di vivisettori noi
salveremo due milioni di animali”. Voleva dire se terrorizziamo i vivisettori saremo in grado di salvare milioni di
animali. Aveva ragione nel dire queste cose?
BARNET: Come animalista giustificherei un atto del genere ma come cristiano sento e so che non bisogna uccidere.
Questo è un dilemma.
RICCI: Quando Agostino morente, nel 430 d.c., vide i Vandali sotto le mura di Ippona non disse che non bisognava
uccidere, disse che bisognava combatterli e salvare la città. Disse: uccidi.
Se si applica la stessa logica per gli esseri viventi inermi e massacrati allora che bisogna fare?
BARNET: Per me è un terribile dilemma e forse sono un codardo ma ti risponderò il giorno che sarò costretto a
prendere una decisione del genere.
RICCI: OK…non insisto. Una domanda: immagina che Blair avesse dato retta ai cacciatori e non avesse promulgato
la legge contro la “Caccia alla volpe” che cosa sarebbe successo, ci sarebbe stata una rivolta da parte degli
animalisti?
BARNET: Probabile…io avrei continuato con le mie azioni di sabotaggio…
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RICCI: Rispetti la gente che va in prigione per difendere gli animali?
BARNET: Dipende da cosa hanno fatto. Noi cerchiamo nei limiti del possibile di stare dalla parte della legge perché
quando si va oltre la legge spesso si fa il gioco degli avversari.
RICCI: I media internazionali ci informano che nel 2050 ci saranno più vegetariani e vegani che carnivori. Molti
prevedono che la guerra contro la caccia si trasformerà, nel tempo, in guerra contro i macellai. Tu cosa pensi?
BARNET: Che è un sogno possibile.
RICCI: Quando il numero dei vegetariani e dei vegani crescerà sarà impossibile per la coscienza umana evolvente di
accettare l’idea di massacrare e divorare un animale.
BARNET: Spero di vivere questi eventi.
RICCI: Ora che la battaglia in difesa della volpe si sta concludendo pensi che la Lega si trasformerà in
un’organizzazione che lotterà per l’abolizione totale della caccia?
BARNET: Ho letto che così sarà.
RICCI: Gli attivisti che hanno sostenuto la vostra battaglia contro la “Caccia alla volpe” sosterranno la lotta per
l’abolizione totale della caccia?
BARNET: Penso che una grande maggioranza degli associati lo farà.
RICCI: Ne sono sicuro…
BARNET: Però il discorso sul Cristianesimo lo vorrei riprendere….
RICCI: Si certo, anche se non credo molto in una svolta animalista della Chiesa; però, riflettendoci, se le varie
Chiese hanno cambiato la loro opinione su gay, donne, schiavi, trascendendo le conclusioni spaventose di Paolo
dettate dal suo tempo, non vedo perché non possano cambiare la loro visione sugli animali….
BARNET: Appunto…
RICCI: Io, però, caro Robin, ho difficoltà a rapportarmi con un Dio che abitava il Sancta Sanctorum del tempio
mattatoio di Gerusalemme…
BARNET: Ne riparleremo….
RICCI: Ne riparleremo…ma sai cosa dice Kurt Vonnegut, lo scrittore americano?
BARNET: No…
RICCI: Dice: lassù in cielo c’è uno psicopatico che corre tra le nuvole…
Paolo Ricci
Marxismo e animali: nel ghetto del ghetto del ghetto luminoso
un’intervista
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Barnastaple (North Devon), in un pub della High Street
---------------------------------------------------------Giorni fa ricevetti da Aldo Sottofattori un testo dell’ “Officina di Teoria Marxismo e animalismo” di Marco
Maurizi. Sottofattori inneggiava allo scritto e spiegava che Maurizi aveva risolto un annoso dilemma con un
epocale intervento che avrebbe stravolto le basi dell'animalismo odierno aggiungendo che “la pratica animalista”
sarebbe “divenuta irriconoscibile e non avrebbe più avuto nulla in comune con l'inerzia di oggi.” In poche parole
eravamo davanti alla Grundrisse animalista promessa e tanto attesa. Era quattro anni che ne sentivo parlare ed
ora si era miracolosamente manifestata alla luce del giorno. Il testo – spiegava Sottofattori – demoliva “con
potenza inusuale la fragile tendenza animalista a seguire la via giurisdizionale per la risoluzione della questione
animale.”
Insomma Sottofattori annunciava al perplesso mondo dell’animalismo radicale che il problema teorico
dell’animalismo era finalmente risolto.
Maurizi, nella sua dotta ricerca, confermava quello che Rinascita Animalista aveva accennato da tempo e cioè che
la lotta dell’animalismo doveva trovare un solido fondamento nel marxismo.
Scrissi a Sottofattori dicendogli che avevo spedito il testo a un mio amico tedesco, Klaus Wenz, che aveva
insegnato Teoria Marxista alla Kaderschmiede, la scuola ufficiali di Berlino, e all’Università Humboldt.
Sottofattori incuriosito mi chiese di scrivergli quello che Wenz pensava del testo di Maurizi. Gli risposi che avrei
organizzato un incontro a Barnstaple. Mi incuriosiva il parere di un teorico.
Mi sono visto con Klaus in un pub e ho invitato anche Robin Carnet un “sabotatore” della caccia alla volpe e Mary
Clay un’animalista attiva nella battaglia di Huntingdon a prendere parte al dibattito.
Questa è la trascrizione fedele di quello che ci siamo detti.
Klaus Wenz è un profondo conoscitore della nostra lingua e ha scritto in italiano un testo sul pittore milanese
Ambrogio da Fossano, detto il Borgognone (1450-1523).
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Ricci: Klaus, tu hai insegnato teoria marxista a Berlino nella Kaderschmiede, la scuola ufficiali, e all’Università
Humboldt. Hai fatto parte del “Ministerium fur Staatssicherheit” e hai vissuto la caduta improvvisa del comunismo
in prima persona quando il muro è crollato. Hai fatto parte del “Battaglione Dzeerzhinskji” e sei un uomo attento al
problema della sofferenza animale: cosa pensi del testo di Maurizi?
Klaus: Un ottimo lavoro di ricerca edificato su fondamenta di sabbia.
Ricci: Perché sabbia?
Klaus: Perché questi signori non sembra che abbiano compreso che cosa sia veramente accaduto
nel mondo. Vedi Paolo, noi eravamo presso il muro quando, abbandonati da Gorbaciov, con Honecker in uno stato
confusionale, la leadership divisa, Havemann e i dissidenti scatenati e gli allievi della scuola in rivolta, dovevamo
decidere se affrontare la sommossa con atti estremi o lasciare crollare il nostro mondo. Ho incubi ricorrenti al
riguardo. In poche parole si doveva decidere se sparare o non sparare. Il mio mondo svanì e io interiorizzai tutto
quello che accadde. Devo prendere atto che dopo tutti quegli anni c’è ancora all’interno della stessa ex - DDR un
residuo nazista notevole. Una cosa che mi allarma e che mi fa capire che le cose non funzionavano. I tuoi amici non
sembrano rendersi conto dei cambiamenti epocali avvenuti. Ne è passata di vita sotto il ponte di ferro: il Glienicke
Bruecke.
Ricci: Il ponte delle spie?
Klaus: Già…quello che mi ha colpito è una frase di Maurizi, il quale scrive che “… Marx ed
Engels ricorrerebbero ad argomentazioni strettamente morali per giustificare la superiorità dell’uomo sull’animale.
Cosa che li farebbe rivoltare nella tomba se già non ci avessero pensato Stalin e Mao.”
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Da questo ho dedotto che Maurizi è critico del socialismo reale…è giusto?
Ricci: Ovvio se dice: “Cosa che li farebbe rivoltare nella tomba se già non ci avessero pensato
Stalin e Mao”.
Klaus: Esatto…vedi la difficoltà con questi marxismi accademici è che non capisci mai dove
vogliano approdare. Maurizi e l’“Officina di Teoria Marxismo e animalismo” postulano la dittatura del proletariato
oppure hanno “inventato” un nuovo marxismo che trascende coercizione e dittatura? O si sono inventati un
marxismo pacifista come quelli che spuntano come funghi nel bosco del mondo? E coloro che hanno inserito ed
esaltato il testo di Maurizi in Rinascita Animalista sono d’accordo quando dice: “ Cosa che li farebbe rivoltare nella
tomba se già non ci avessero pensato Stalin e Mao.” ?
Ricci: No. Rinascita Animalista non condanna il socialismo reale.
Klaus: Ma in cosa crede Rinascita Animalista?
Ricci: Quello è un mistero, come disse Churchill, avvolto in un enigma.
Ma arriviamo agli animali e utilizziamo un linguaggio non professorale, in modo che capiscano tutti…anche il
tabaccaio e lo spazzino …
Klaus: La tesi di Maurizi è validissima: il marxismo, come il capitalismo, come le religioni
monoteiste - che hanno ispirato il pensiero verso il non umano - sono responsabili del grande orrore.
Tutti. Maurizi lo prova ripetutamente con quello che afferma. Sono le conclusioni che raggiunge che non hanno un
senso.
Ricci: Ma quando tu insegnavi c’è mai stato qualcuno che ha sollevato il problema della sofferenza
animale?
Klaus: Ma vuoi scherzare? Era un problema infinitamente insignificante, l’attitudine era quella
della giovane incontrata da Maurizi – la ragazza appartenente alla “setta” di Lotta comunista come scrive lui stesso gli animali non sono mai esistiti nel marxismo. Dire che il marxismo sia incompatibile con l’animalismo è errato. E’
compatibile eccome! Ma dire che si è curato del non umano sarebbe una mostruosa falsità. E Maurizi non lo dice.
Ricordo una ragazza di Postdam che si chiamava Heidi Verlag che sollevò questo problema nella Kaderschmiede,
sapendo che io ero molto attento alla sofferenza animale, e fu brutalmente zittita dagli altri alunni. Fu proprio così,
sfortunatamente. I sacri testi del marxismo non lasciano spazi per questo problema. Anzi lo annientano…E Maurizi
con la sua ricerca è preciso. Sono le sue conclusioni che non condivido. Sono profondamente revisioniste. E
postulano qualcosa – in assoluta buona fede - che non ha nulla a che fare col Marxismo di Marx e di Engels.
Ricci: La tesi di Maurizi (e di Rinascita Animalista) è che senza la liberazione dell’uomo non c’è
liberazione animale e che solo dopo l’avvento del comunismo tale liberazione sarà possibile.
Klaus: Alice nel paese delle meraviglie. Correggerei così: La liberazione animale e quella umana
procederanno insieme attraverso un lungo itinerario e una grande multiforme lotta.
Una curiosità; la domanda la pongo io a te: “ma questi comunisti italiani quanto rappresentano in termini
quantitativi? Ho letto che nell’Ulivo stanno mettendo in discussione anche la socialdemocrazia e questi parlano di
rivoluzione marxista? Ma quanti sono in effetti?”
Ricci: Io vivo qui, ma qualcosa seguo. Un esempio te lo posso fare: ti parlavo ieri di Rifondazione
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e di Bertinotti. Ebbene anche Bertinotti sta veleggiando verso altri lidi, e questo suo accorto navigare verso sponde
sconosciute lo allontana dal “socialismo reale” e gli ha tagliato, nel partito, un gran numero di consensi. Bertinotti si
è ora attestato intorno al 55% mentre le altre correnti sono divise così: il 26% all’area dell’ “Ernesto”, il 7,5 % ai
“trozchisti”, l’8,7% all’ “Area Erre” e il 2,2% a “Falce e Martello”. Da quello che riesco a capire nessuno di questi
movimenti condivide il marxismo di Rinascita Animalista. Ma potrei sbagliare. Il marxismo di Maurizi non lo
conosco. Una cosa so: Rinascita Animalista con Bertinotti ha ben poco a che fare.
Klaus: Quindi il loro potere quantitativo di questi comunisti è insignificante?
Ricci: Si, è quantitativamente insignificante.
Klaus: E allora perché vogliono agganciare qualcosa di fortemente rivoluzionario come la lotta per
il “non umano” a qualcosa che è stato sconfitto – piaccia o non piaccia – dalla storia?
Ricci: Perché loro pensano che non ci possa essere liberazione animale senza la liberazione
dell’uomo e quindi postulano il comunismo come fondamento per la liberazione del “non umano”.
Klaus: Ma si rendono conto che il comunismo, giustamente o ingiustamente, è identificato dalla
coscienza generale con qualcosa che ha prodotto stermini di massa (e noi tutti che eravamo nel sistema siamo in un
senso responsabili), e che agganciare la lotta per la liberazione del “non umano” a qualcosa che ricorda i
monumentali errori – tanto per parafrasare Maurizi – di Stalin e di Mao sia autodistruttivo e suicida? Perché - come
scrive il tuo amico di Nocera - agganciare qualcosa di luminosamente rivoluzionario ad un ceppo che ha dato frutti
grandiosi ma anche tremendamente letali?
Ricci: La risposta è che il marxismo dell’epoca di Engels dominato dalla visione del mondo del suo
secolo non poteva procedere verso la liberazione del non umano perché non poteva neanche postularla, ma il nuovo
comunismo - che emergerà e sarà edificato sulle fondamenta ancora integre del marxismo - dovrà necessariamente
essere basato sulla liberazione di tutti gli esseri senzienti.
Klaus: E allora perché non chiamarlo con un altro nome? Perché non prendere la vecchia macchina,
salvare i pezzi come i parafanghi o il volante e costruirne una nuova?
Ricci: Salvare il salvabile e procedere oltre? Metabolizzare il marxismo?
Klaus: Esattamente. E’ certo che in questo secolo - come vai dicendo tu - la lotta coinvolgerà il
riscatto di tutti gli esseri senzienti. Nel tuo “Gesù Clonato” hai postulato una società nella quale i macellai agiscono
nascosti e sono in pericolo per la propria vita. Tu dici che questo avverrà; io ho i miei dubbi. Ma qualcosa di
profondamente differente emergerà. In poche parole i mille ruscelli un giorno si mescoleranno e formeranno
l’oceano.
Ricci: Tu che pensi Robin?
Robin: Penso che l’idea di questi marxisti sia estremamente bizzarra…noi in questo paese, forse,
siamo all’avanguardia nelle lotte animaliste e del marxismo non ne parliamo. Certo in linea di massima si può
affermare che l’animalismo sia prevalentemente di sinistra, ma io parlo di una sinistra democratica, non di bizzarrie
come il marxismo risuscitato…
Ricci: Ci sono Marxisti nei gruppi che hanno manifestato a Huntingdon… Mary?
Mary: Se ci sono buon per loro. Ma è un problema irrilevante. Il vero problema è confrontarsi
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“here and now” con l’orrore. Postulare una base ideologica per bloccare l’orrore è una cosa che si potrà fare più
avanti. Forse. Ma io non la trovo necessaria. Ma non avete altro da fare in Italia che perdervi in vuoti ideologismi?
Cosa volete che facciamo? Volete che chiediamo alla gente che manifesta le loro idee politiche? Ma via…è una
bizzarria…un movimento si definisce nel tempo attraverso la lotta…questa è una cosa certa. E dal momento che
viviamo in una democrazia formale - o non formale – ci misuriamo in questa realtà politica; mica viviamo nel regno
di Alice o di Biancaneve.
E poi è logico che la liberazione umana procederà mano nella mano con quella animale. E’ nell’ordine delle cose. Le
due lotte si compenetrano. Sono in simbiosi.
Te la faccio io una domanda, Klaus: “E’ più facile lottare per un caso alla Huntingdon in un paese come l’Inghilterra
o come la Romania di Ceausescu?
Klaus: Come l’Inghilterra…ovviamente…
Robin: Paolo, ma in che follia ci trascini? Io sono un cristiano, sono totalmente contrario al
marxismo e sono un animalista convinto. Andare a frugare nei sacri testi non serve a nulla.
Ti faccio un esempio. La Chiesa se ne è sempre altamente fregata degli animali; io resto un cristiano convinto solo
che non condivido la posizione della Chiesa. E non vado a sfrucugliare Agostino, Tommaso d’Aquino o San Paolo.
Loro non mi servono perché sono totalmente chiusi al problema della sofferenza animale. Come sono totalmente
chiusi alla sofferenza animale anche Marx ed Engels. E Maurizi - che ci hai in gran parte tradotto - chiaramente lo
conferma. Maurizi è un’ottima persona, ne sono sicuro con certe sue idee. Andare a dire che Gesù non parlava di
queste cose perché il suo tempo era indifferente al problema della sofferenza animale non serve. Io sento nel
profondo del cuore che gli animali soffrono e vanno difesi. Ma non ho bisogno di reinventarmi il vangelo per agire
in loro difesa. Io faccio quello che mi dice il cuore e non ho bisogno di un piedistallo, di una base ideologica per
agire. Quella è roba per chierici frustrati. In che bizzarria ci trascini Paolo?
Ricci: Mi rendo conto che la mente anglosassone ha difficoltà a capire cose del genere…
D’altra parte voi neanche capite Klaus ….
Robin: Beh…Klaus apparteneva ad un sistema di coercizione inaudito; ho letto che la Stasi aveva
90.000 agenti e 180.000 informatori….
Klaus: 91.000 e 175.000…
Robin: Mentre qui per fare la carta d’identità si scatena una rivolta…
Ma via…agganciare un movimento nascente a ideologie estinte e legate a periodi sorpassati mi pare folle…come ti
dissi nell’intervista i mille fiumi correndo a valle formeranno un unico letto e quell’alveo sarà la base – vagamente –
ideologica sulla quale ci muoveremo. E quel gran fiume ospiterà cristiani, marxisti, liberali, buddisti, taoisti, atei,
laici…e chissà anche islamici… ma agganciare tutto a qualcosa che ricorda i gulag…che il Signore ci aiuti!
Ricci: A proposito di fiumi ho due giovani amici che promuovono la causa suonando il rock e
convincendo il proprio partito ad organizzare mense vegetariane durante le feste .
Sono rimasto di sasso quando i DS hanno accettato la sua idea. Una mensa vegetariana durante la festa dell’Unità
mi ha fortemente sorpreso…ecco i mille rivoli che scendono a valle…
Le facevate le feste di partito Klaus con le mense vegetariane?
Klaus: Sì… te le sognavi…però sai cosa mi dà fastidio, Robin? Il fatto che salite sempre in cattedra
denunciando gli orrori del comunismo - come fa l’amico di Paolo con la bandana nel suo libro nero - ma io mi
domando: tutti gli orrori avvenuti sotto i regimi capitalistici dove li mettete? Che era uno stato sovietico il Belgio di
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Leopoldo II? O il Ruanda? O la Turchia di Ataturk che massacrò un milione di Armeni? Erano Stati marxisti il
Congo e l’Indonesia che annientò 800.000 indonesiani e un quarto degli abitanti di Timor Occidentale ? Ma che gli
orrori sono stati commessi solo da Pol Pot e da Stalin? Ma via…questo paese – per il mondo intero un esempio di
democrazia - tra il 1450 e il 1833 ha perpetrato un olocausto immane rimuovendo dall’Africa tra i 10 e i 28 milioni
di africani…e uno su 10 morì per fame, malattie e suicidi. Da qualche giorno stanno emergendo gli orrori della
guerra contro i Mau Mau…cose indicibili…e i 10.000 morti della guerra contro l’insurrezione della Malesia dove li
mettiamo? I Gulag li avevate anche voi e ci avete tenuto dentro oltre 320.000 kikuyu…. e i quattro milioni che
morirono per la fame evitabilissima nel Bangladesh dove li mettete? Devo continuare? Trenta milioni di indiani
perirono per fame mentre l’impero esportava grano…ve lo siete scordati? Avete mai letto niente su Leopoldo II, il re
belga, e il Congo?
Mary: Certo… e chi lo nega…l’esercito inglese? Qualcuno ha detto: depravati che dirigono
psicopatici…Ma se mi permetti nessuno vuole agganciare l’animalismo al colonialismo britannico…
Klaus: Voi siete sempre così…Blair ci sta vendendo un paese con un’economia trionfante e che
viene fuori? Viene fuori che il 23% dei vostri bambini vive in povertà. Considerate il livello della povertà infantile
europea che è al 18% e quella della Danimarca che è al 5% e riflettete. Ma una cosa non dimenticatela mai, nella ex
DDR il partito risorto dalle ceneri del partito comunista raccoglie un quarto dei consensi attuali…se non di
più…forse qualcosa di buono l’abbiamo fatta anche noi…
Ricci: Ne sono sicuro…ma insomma che cosa bisogna fare?
Klaus: Bisogna che l’animalismo diventi parte di un grande movimento – come tu hai scritto –
che difende la terra e i suoi abitanti. E questo movimento deve combattere l’economia occidentale che devasta la
terra e deve agganciarsi a coloro che marciano a Porto allegre. Stiamo distruggendo il pianeta non ve ne rendete
conto? Ma è possibile che la Nestlè abbia profitti maggiori del Ghana, che L’Unilever abbia un “income” maggiore
del Mozambico e che la Wall –mart abbia profitti superiori ad entrambi questi paesi messi insieme? Tutto il sistema
economico mondiale va attaccato e l’animalismo deve diventare parte della grande lotta e aprirsi un varco nella
grande battaglia.
Le cose che dite sono sacrosante. L’animalismo e la difesa del pianeta devono andare a braccetto. Anche se non
condivido l’idea di Paolo che afferma che la devastazione della terra provocherà un terrorismo simile a quello delle
“12 scimmie”.
Ricci: Lo provocherà eccome…se le cose non cambieranno…e sarà qualcosa che farà impallidire
Bin Laden… se fai saltare il pianeta qualcuno si ribellerà con ogni mezzo…voi condannate l’animalismo estremo ma
io lo capisco: l’animalismo estremo è frutto dell’orrore. Nasce dalla tragedia dell’impotenza. Quando la gente
comincia a pensare che un macello è simile ad Auschwitz non la fermi più. E si scherza col fuoco. Avrete letto di Jill
Phipps la giovane schiacciata da un carro che portava al macello i vitelli. Jill è diventata un’icona. E le icone
permangono. Quando la coscienza evolvente non potrà più assorbire l’orrore ne vedremo delle belle! Contateci! Ma
come…tu mi devasti il mio mondo e io devo tacere? Ma via! Tu mi fai vivere in un deserto e fai morire i miei figli di
fame e io devo fare finta di niente? Ma scherziamo? I prezzi agricoli crollano. Miseri burocrati delle multinazionali
decidono che il costo del cacao, del caffè, del riso va dimezzato e io sto lì a guardare? Ma lo sapete che i prezzi di
questi beni sono stati fatti crollare dalle multinazionali del 50% in 20 anni? Avete un’idea che cosa significhi questo
per il terzo mondo?
Robin: Ma io sono d’accordo solo che nell’era del capitalismo digitale e delocalizzato – come dice
Peter Glotz - non puoi presentarti con la “Dialettica della natura” di Engels… facciamo ridere….
Mary: Ma tu Klaus credevi alle conclusioni di Engels sulla “Dialettica della natura”?
Ricci: Passons…vedi che ride…arriviamo al sodo… vi pongo alcune domande…
è possibile immaginare una società emancipata dalla violenza sugli animali che non abbia
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posto fine anche alla violenza dell’uomo sull’uomo?
Mary: Certamente con il tempo le due battaglie si fonderanno; ora, con i problemi che abbiamo nel
terzo mondo e per gran parte del pianeta la battaglia animalista è irrilevante; una cosa per borghesi occidentali. Si
possono preoccupare dei randagi gli intoccabili di Calcutta? Col progredire del tempo le due cose diventeranno una,
formando una nuova concezione del mondo aperta e composita. E ci saranno sicuramente scampoli di marxismo in
questa nuova e variegata visione del mondo. E questo nuovo sentire si baserà su una serie di punti fermi e
combatterà per la salvezza della terra e dei suoi abitanti. Umani o non umani e ci metto anche le piante.
Sì col tempo sarà impossibile immaginare la liberazione del non umano senza la liberazione dell’umano. Ora è
un’altra musica. Ora viviamo nel capitalismo trionfante e non me ne può fregare meno di Marx ed Engels. Il mio
problema immediato è un altro….
Ricci: Quale…?
Mary: La nuova legge di Lord Sainsbury con la quale rischio cinque anni di galera se molesto un
vivisettore …..del materialismo dialettico in questo momento non me ne può fregare di meno…
Ricci: E’ possibile pensare che il capitalismo ponga fine alla sofferenza degli animali senza porre
fine a se stesso?
Klaus: Che tremenda ingenuità! Il capitalismo sopravvive a tutto, assorbe e si trasfigura, si
trasforma; è un abilissimo Proteo. Il capitalismo è un grande camaleonte fedelmente adeguato alla natura di questa
specie che sta distruggendola terra… il capitalismo è una scarpa che calza, in questo momento storico,
perfettamente il piede dell’uomo …
Ricci: Dovrebbe “il movimento per i diritti degli animali compiere uno sforzo teorico per
l’unificazione della sua prospettiva con quella del socialismo rivoluzionario”?
Robin: No…i mille fiumi raggiungeranno un unico alveo e da lì nascerà la nuova teoria… no, il
marxismo ortodosso lo metterei in un solaio tra le fotografie della nonna e i cavallucci di legno…
Ricci: E io ci metterei anche il tuo cristianesimo…
Robin: Quello è più resistente… e nessuno di noi pretende di utilizzarlo come base ideologica
dell’animalismo… sarebbe una bestemmia…
Ricci: Un mio amico triestino mi dice sempre che quando i cristiani comprenderanno il significato
profondo della sofferenza animale allora qualcosa di grande accadrà… e lui è un ateo…
Robin: E ha ragione…Linzey ci sta provando…
Ricci: E’ possibile non riconoscere che lo sfruttamento degli animali è la premessa e la logica dello
sfruttamento umano?
Klaus: Via! Questa specie sfrutta tutto….tutto… e non capisce la rovina che sta creando.
Sta seminando il vento che si trasformerà in uragano.
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Ma non avete letto? Gli scienziati hanno detto a Blair che ci sono cinquanta possibilità su cento che le isole
britanniche subiscano un clima siberiano per l’arresto della corrente del golfo e tutti fanno finta di niente. Lo dicevo
a un mio amico che ha cinque figli e quello ha cominciato a blaterare sul Manchester United. A Blair gli scienziati
hanno detto: rischiamo un catastrofe immane se non la finiamo di emettere veleni e nessuno risponde.
Ma che cazzo di terra daremo ai nostri nipoti e ai nostri figli?
E siamo colpevoli tutti. E grande colpevole è la tua Chiesa con l’invito “terroristico” alla proliferazione incontrollata
delle nascite. E criminale è stato il marxismo con la sua posizione davanti al malthusianesimo. Engels al riguardo
pensava che la scienza avrebbe risolto tutto.
E stiamo vedendo come stanno andando a finire le cose.
Crescita folle demografica?
Noi ogni volta la giustificavamo dicendo che contrastarla era roba da borghesi…poi i cinesi cominciarono a capire. E
cambiarono: ma il marxismo ognuno se lo aggiusta come vuole.
C’è il marxismo di Hoxha, quello di Stalin, quello di Mao, quello di Pol Pot, quello di Kim Il Sung, quello purificato e
delle origini di Maurizi e quello del tuo amico che ha scritto la prefazione al testo di Maurizi….Il marxismo è come il
cristianesimo…ognuno ci tira fuori quello che vuole. Ma con il cristianesimo è ancora più grave perché in quel caso
ci sono folli che pretendono di chiacchierare con Dio…
Ricci: E che ti aspetti da una specie che si barcamena nel nulla? Un’ultima domanda: che
rispondete a chi dice che chi mangia carne è un cultore della pratica del fascismo?
Mary: Per me chi lo dice ha teoricamente ragione perché il macello è una Auschwitz animale ma
sbatterlo in faccia alla gente in quella maniera non aiuta. Se cerchiamo consensi attraverso la lotta e la persuasione
non possiamo aggredire. E questa è una forma di aggressione. Io voglio ampliare il consenso anche se mi batto ad
Huntingdon e rischio la galera.
Klaus: Veramente quello che diceva quell’animalista nella lettera che mi hai fatto leggere era
differente. Diceva che chi mangia carne non è un comunista bensì un cultore della pratica del fascismo. Da questa
frase ho dedotto che Che Guevara, Marx, Lenin, Castro, Togliatti e Berlinguer fossero tutti fascisti…
Ricci: A proposito di Berlinguer ho letto che una volta in Russia disse a D’Alema : “La prima
legge del socialismo reale è che i dirigenti (cioè la gente come te, Klaus) mentono sempre, anche quando non
sarebbe necessario. La seconda è che l’agricoltura non funziona mai. La terza è che le caramelle hanno sempre la
carta attaccata…”
-------------------------------------------------Erano circa le dieci quando il dibattito finì.
Riportai i bicchieri vuoti al barman.
Improvvisamente entrò un signore con un pappagallo su una spalla.
Vedendolo il barman esclamò: “Ma che splendido esemplare…sir!”
Il pappagallo lo guardò sorpreso e rispose:
“Ce ne stanno altri sei miliardi di questi bastardi, signore, e stanno fottendo la terra!”
Disse proprio così il pappagallo: “…These bastards are fucking the world!”
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6 febbraio 2005
www.ahimsa.it
POLITICA E ANIMALISMO.
ROMA 27 FEBBRAIO 2005: UN COLLOQUIO NOTTURNO TRA MAX TETTAMANTI E PAOLO RICCI.
Proposta di legge, Lobby, animalismo suicida, caccia e una nuova visione.
RICCI: Caro Max prima di tutto un piacere vederti. Mi sorprende che non indossi la divisa da nazista delle
Shutzstaffel - SS. Ti sei ricreduto? Peccato il nero ti donava… stavi proprio bene con gli stivali lucidi e il frustino…
Ho letto che le trattative ai tavoli tra animalisti e vivisettori vanno avanti da almeno un anno e mezzo. Avete
concluso con la revisione del decreto legislativo 116/92 che regolamenta l'uso degli animali nei laboratori, e la
proposta di legge, presentata nel dicembre 2004 da Giulio Schmidt, la n. 5442.
Mi piacerebbe chiederti una cosa: se tu dovessi spiegare con grande semplicità le conclusioni dell’accordo
riguardante la vivisezione, che diresti?
Esprimendoti in termini semplici affinché anche la casalinga di Voghera possa capire riusciresti a spiegarmi quello
che è accaduto?
MAX: Caro Paolo, quello che è successo è notevolmente complicato nei dettagli tecnici ma molto semplice
nell’essenza. Un politico, Giulio Schmidt, ha pensato fosse possibile riunire intorno a un tavolo antivivisezionisti,
ditte farmaceutiche e vivisettori dell’Università italiana per trovare quello che lo stesso Schmidt ha definito “il
massimo compromesso possibile tra le parti”.
Perché questa idea è sensata? Perché la vivisezione è principalmente regolamentata da leggi europee e da protocolli
internazionali e NON è possibile abolirla a livello nazionale.
Un tavolo di lavoro del genere coi cacciatori ad esempio è improponibile in quanto la caccia si può abolire a livello
nazionale e quindi né noi, né loro accetteremmo di trovare una soluzione INSIEME.
L’idea era quella di vedere cosa era possibile fare considerando i forti limiti nazionali.
RICCI: Quello che mi colpisce è la divisione che l’accordo ha creato, da una parte una maggioranza che concorda
con la posizione tua e della Berati, dall’altra una minoranza molto ferma sulle sue scelte. La cosa positiva è il tono
abbastanza controllato: se non si precipita nella violenza verbale tutto è possibile. Io rispetto le posizioni della
Galbiati o di Sottofattori - che conosco personalmente - e in un senso il mio cuore - ma non la mia testa - è dalla loro
parte (nel senso della volontà di liberare in maniera radicale gli animali dalle sevizie e dallo sfruttamento umano);
però non capisco una cosa, attenendosi a crudi fatti della realtà - e a quello che ci è possibile ottenere nel “hic et
nunc” storico del momento - ammesso che tu e la Berati abbiate concluso un accordo “inverecondo”, cosa
suggeriscono di fare tutti coloro che si sono attestati sulle posizioni di Oltrelaspecie, Rinascita animalista, UNA,
Animalisti Italiani ecc…? Oltre a gridare il loro sdegno con striscioni e cartelli inquisitori davanti ai laboratori di
vivisezione, che intendono fare? Hanno delle proposte alternative? E se l’accordo dovesse crollare che cosa
accadrebbe? In ducati sonanti: qual è la strategia del fronte del “NO”, rifiutare l’accordo e fare cosa?
MAX: L’accordo ottenuto, detto in tre frasi è:
1) Abbiamo la possibilità di abolire tutti i campi di vivisezione che sono abolibili a livello nazionale.
2) Abbiamo la possibilità di avere antivivisezionisti a far parte di un osservatorio nazionale sulla vivisezione
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3) Abbiamo la possibilità di impedire al vivisettore di “autoautorizzarsi” a fare vivisezione (cosa che adesso avviene
nella maggioranza dei casi)
Questo è quello che, forse, riusciremo a ottenere.
Forse qualcuno ha pensato che questa legge fosse considerata un punto di arrivo della battaglia antivivisezionista.
Ma questa idea è palesemente fasulla. Al limite possiamo considerarlo un passo avanti, non un punto finale.
Infatti sia io che Marina abbiamo una valanga di progetti futuri già attivi, alcuni locali, altri nazionali, altri
internazionali. Progetti scientifici, legislativi, economici, ecc.
Però possiamo creare dei precedenti nazionali importanti anche in vista della loro esportazione in altre nazioni con
cui abbiamo già contatti e scambi di informazioni.
Non ho la minima idea di come voglia affrontare il discorso vivisezione chi è contrario alla proposta di legge su cui
abbiamo lavorato.
Abbiamo provato a organizzare un dibattito pubblico per gli attivisti per confrontarci sia nei contenuti della legge
sia nelle iniziative future, ma hanno rifiutato il dibattito.
È un problema loro, sai perché? Perché non capiscono la base del movimento animalista, quella base silenziosa, che
si occupa di risolvere problemi concreti, che è la vera forza dell’animalismo.
Base però che è poco su internet e quindi non si sente, non si vede, non appare…
Non so cosa vogliano fare, né sinceramente, me ne frega molto…
RICCI: Cosa succede se non viene approvato il nuovo PDL sulla vivisezione?
MAX: Mi arrestano per omicidio, ah ah ah. Non prendo neanche in considerazione questa possibilità. Sarebbe la
fine. Nessun politico vorrà mai più avere a che fare con gli animalisti o
far leggi a favore degli animali. Schmidt sta facendo molto per la vivisezione e riceve insulti
principalmente dagli animalisti.
RICCI: Quello che mi ha colpito in una tua lettera è l’abbandono del termine “animalista” che consideri obsoleto,
superato… o forse troppo riduttivo? Se tu chiedi ad un animalista: “Cos’è un animalista?” ricevi tante risposte come
se chiedessi ai comunisti “Cos’è un comunista?”.
Io vorrei capire una cosa: secondo te un vegetariano “etico”- quindi non “salutista”- è un animalista?
MAX: Un vegetariano etico può essere animalista oppure può fare questa scelta alimentare e di vita per evitare il
furto di risorse nei paesi poveri. Generalizzando però direi che un vegetariano etico è, nella stragrande maggioranza
dei casi, un animalista. Io cerco di non usare più il termine animalista perché per me l’animalismo è morto.
Soffocato in un mare di litigi fra associazioni, in un mare di personaggi squallidi che hanno dimenticato la priorità
di salvare animali affogando in un mare di seghe mentali inutili. Io da questo movimento ne sono uscito, ne sono
fuori.
Non mi classificherò più come animalista perché è ormai un termine sporcato.
Nessuna conferenza, nessun progetto, nessun aiuto ad associazioni che ti pugnalano alle spalle.
Cercherò nuove alleanze e nuove strade per gli animali.
RICCI: Arriviamo al punto. Io penso che se i vegetariani e i vegani fossero uniti politicamente (in uno schieramento
trasversale puramente pro animali) l’accordo ottenuto da te e la Berati sarebbe stato di maggiore portata. Io penso
che senza un progetto politico articolato non si va da nessuna parte. Tu cosa pensi?
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MAX: Sicuramente sì, ma non credo che l’attuale movimento per gli animali sia in grado di unirsi.
RICCI: Se non c'è possibilità di unire il movimento animalista troppo disgregato al momento, da dove si prendono
le forze?
MAX: Al di fuori, per progetti specifici. Ad esempio per la caccia: agriturismi che vengono disturbati dai cacciatori,
persone che vivono in campagna e hanno paura a uscire, coltivatori che hanno paura di andare nei campi, ecc. ecc.
RICCI: Uscire dall'animalismo attuale, vuol dire abbandonare definitivamente l'idea animalista, o cercare di
fondare un nuovo movimento che non abbia le tare del vecchio?
MAX: Non lo so. Se otteniamo risultati in altro modo forse si può pensare a rifondarlo. Se riusciamo ad abolire la
vivisezione - abolibile in Italia - e riusciamo ad attaccare la caccia forse possiamo dimostrare che abbiamo ragione.
Se non ci riusciamo non c'è speranza.
RICCI: Bene…prendo atto di quello che dici e ritorno al “refrain” ripetuto “ad nauseam”:
accettiamo pure quello che dicono alcuni “Viet Cong” vegani e cioè che non esistono animalisti in Italia e che gli
animalisti sono meno dei cacciatori (un’idea oscillante tra il bizzarro e l’assurdo!); prendiamone atto…(o facciamo
finta di prenderne atto ); sappiamo, però, che l’opinione pubblica italiana è contro la caccia (74,1% ) e contro la
“deregulation” della caccia (82%) e che molto favorevole alla caccia è solo uno sparuto 5,9% e che i più convinti per
la liberalizzazione venatoria rappresentano un misero 4,3%. Ebbene questo fetido, miserevole, insulso frammento
di opinione – rappresentato da assatanati sterminatori - ha spinto i post fascisti di AN e i vari deputati del Polo a
tentare di legiferare per ampliare nel tempo e negli spazi il massacro venatorio. E lo hanno fatto contro tutto e tutti,
incluso Arcicaccia che rappresenta l’11% della totalità delle doppiette. Hanno osato spudoratamente con la
“deregulation” per essere poi bocciati due volte dalla Commissione di Giustizia e quella degli Affari costituzionali.
Però ci hanno provato, hanno temerariamente tentato di stravolgere la legge con un consenso miserabile. Perché?
Perché si sentivano forti.
E arriviamo al punto: perché si sentivano forti?
Ma perché sono organizzati politicamente. Hanno “lobby”, gruppi di pressione validissimi.
Ma se qualcuno dice ai vegetariani e ai vegani di organizzarsi politicamente – che è la cosa più ovvia e lapalissiana
che si possa immaginare - arrivano le urla degli oppositori dell’idea, le grida dei duri e puri! E guai a parlare di
“lobby”… ma allora chiamiamola Giuseppina o Rachele questa benedetta “lobby”! Se questa parola fa pensare alla
“P2” o alla mafia inventiamo un altro termine che non offenda le anime sante del ghetto luminoso. Ma anche gli
intoccabili indiani hanno una lobby che li difende; anche i gay di AN, che devono confrontarsi con Tremaglia - un
ministro ex Salò che li considera “culattoni”- ne hanno una! Arriviamo al sodo: tu cosa pensi di un grande gruppo di
pressione politico che aiuti gli animali?
MAX: Penso che debba essere chiamato col suo nome: LOBBY.
I cacciatori sono i migliori, sono bravissimi a fare lobby, eccezionali.
La lobby è la capacità di tradurre in pratica a livello legislativo opinioni, sentimenti e obiettivi di un movimento o un
gruppo di persone. Vuol dire stringere mani di esseri viscidi, lavorare con flessibilità e realismo, strisciare nel fango
della politica per l’ottenimento di obiettivi specifici e chiari.
I cacciatori sono pochissimi, compatti e ci schiacciano.
Con loro siamo sempre “in difesa”. Con una legge nazionale contraddittoria e malvista dalla maggioranza degli
italiani, quando va bene riusciamo a bloccare dei peggioramenti.
Se i cacciatori vincono la colpa è nostra. Nessuna scusante.
RICCI: La cosa che trovo più bizzarra è che almeno 12 organizzazioni vegetariane in Italia non abbiano mai ancora
pensato a fare un sondaggio sugli orientamenti politici dei vegetariani. Un sondaggio accurato non è stato mai fatto.
Ma perché tutte queste associazioni non possono unirsi per scoprire una cosa così importante?
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Anche se le idee basilari sono in contrasto tra di loro lo scambio di informazioni aiuterebbe tutti.
Si fa un sondaggio e si utilizza come si crede. Ognuno alla maniera sua.
Tuttavia, io penso - basandomi anche su serie statistiche eseguite nel Regno Unito (ove i vegetariani sono quattro
milioni e i vegani 250.000) - che bisogna prendere sul serio le informazioni riguardanti il numero dei vegetariani in
Italia che si dovrebbe attestare intorno ai 2.900.000.
Veganitalia afferma che siano ormai sei milioni. Ma a me sembra eccessivo.
Dalle statistiche lette il numero dei vegetariani etici dovrebbero essere il 94% della totalità.
Se questo fosse vero, dal momento che un vegetariano etico può essere definito un animalista, esiste allora un
grande serbatoio di voti “animalisti” che potrebbe essere utilizzato in maniera devastante. Non credi?
MAX.: Lo credo per certo. Siamo tanti, e su progetti specifici, possiamo stringere alleanze nuove e utilissime. O
facciamo un salto di qualità in relazione al fatto che il movimento è cresciuto oppure siamo morti. Personalmente
penso che l’animalismo sia attualmente morto in quanto rappresentato da chi non riesce a mettere da parte le
proprie idee/ideologie e ragionare col “principio di realtà”.
La scelta di alcuni è quella dell’autoghettizzazione dove, se esprimi un’idea diversa, vieni automaticamente
classificato come “fascista”.
RICCI: O nazista…devo dire che ho letto gli “assunti indiretti” del Collettivo di Rinascita Animalista. Mi ci è voluto
parecchio per capire di cosa si trattasse . Pensavo che gli assunti indiretti fossero precari parastatali…
MAX: Ah ah ah ah…..
RICCI: …Condivido in gran parte tutto quello che dice il collettivo, incluso “il riconoscimento senza condizioni degli
interessi della vittima e non certo del carnefice”. Ma quello che mi sfugge è capire la strategia alternativa che
suggerisce. Io penso che il motivo principale della lotta sia basato sul semplice fatto che non bisogna torturare o
uccidere esseri viventi. Tutto il resto è minima appendice. Però capisco che se – per esempio- si convince la gente
che la carne causa il cancro, o che la caccia è pericolosa per tutti, la lotta può essere avvantaggiata da simili
informazioni, insomma si compiono dei passi verso chi ancora non è arrivato alla consapevolezza etica di certe
scelte. Io mi baso – per alcuni erroneamente - su una serie di dati nell’identificare gli spazi per la battaglia
animalista: il numero dei vegetariani e vegani in Italia, l’alta percentuale di coloro che sono ostili alla vivisezione
(39% - leggermente inferiore alla percentuale inglese che è del 41%) , l’altissima percentuale di coloro che sono
contrari alla caccia (74,1%) il numero crescente di coloro che mangiano carne ma dicono che smetteranno. Nel
Regno Unito, tanto per dare un’idea - 2000 persone alla settimana scelgono di diventare vegetariani. Su questa
grande base di dati io penso che qualcosa di grande si stia muovendo e qualcosa di politico a questo punto va
costruito. Tu che pensi?
MAX: Tra le varie idee che proponevi nella tua lettera all’Osservatorio Politico Animalista escluderei l’entrata
diretta in politica e mi concentrerei direttamente sulla Lobby.
Inutile girarci intorno. O iniziamo a capire che il modo di fare politica è cambiato dal dopoguerra oppure non ci
muoviamo. Politicamente non contiamo nulla. Proprio nulla.
Mentre siamo tanti. Molti di più di quello che potrebbe sembrare seguendo solo Internet.
Siamo tanti e con una forte passione, più forte di altre, per la quale siamo disposti a tutto.
Ci sono politici che danno per scontato che avranno i voti di molti animalisti, mentre altri politici danno per
scontato che non saranno mai votati. Esattamente il contrario della lobby.
Dobbiamo spaventarli, ricattarli, minacciarli. Dobbiamo fare come i cacciatori per i quali destra e sinistra lottano
per far vedere chi fa di più per meritarsi i loro voti.
RICCI: Una cosa che mi ha colpito è stata un e -mail da Vitadacani. Sara D’angelo ha scritto: “ nel nostro orizzonte
esiste solo l’abolizione della vivisezione, quello che si è ottenuto è un compromesso; ma state attenti – ha messo in
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guardia - a non far cadere questo PDL perché siamo noi che con le mani insanguinate raccogliamo gli animali
straziati per portare a casa quello che resta”. Quella lettera mi ha commosso e ferito.
MAX: Un altro punto fondamentale della proposta di legge è la possibilità di salvare tanti animali dalla morte in
laboratorio. Finora, a mia conoscenza, solo Sara con VitadaCani e il progetto Vitatatopi hanno salvato animali dai
laboratori. 1500 circa in totale. Con fatica, con difficoltà e ostacoli burocratici spesso insormontabili. Se questa
proposta diventa legge sarà molto più facile.
Potremo prenderne e salvarne tanti. So che la base degli attivisti è con noi perché i rifugi per animali ci appoggiano,
tantissima gente si offre di dare una casa a questi animali.
Quando porto dei topi a casa di qualcuno l’unica cosa che mi dice è “portatene fuori altri, non mi interessa come
fate, non mi interessa se con una legge o una azione diretta, non mi interessa di che associazione siete o se siete o
meno un’associazione … noi siamo qui a dargli una casa”.
È questo supporto che abbiamo che mi spinge a fregarmene assolutamente di chi fa dell’animalismo un modo per
diventare presidente di qualcosa.
RICCI: Devo dire che l’accordo con Schmidt mi ha lasciato interdetto.
Sai io sono “foresto”, in un senso, e seguo con una certa compiaciuta perversità Bondi e Schifani.
Mi sembrano esseri provenienti dallo spazio. Bondi mi ricorda il maggiordomo del “The Rock’n Roll show”, Schifani
un personaggio de “I morti viventi”…
MAX: Ah ah ah… hai ragione!
RICCI: … E quando ho sentito l’apertura di Forza Italia mi sono venuti i brividi. Nella doppiezza del piccolo
machiavellismo italico, esistono in FI “gli amici degli animali” e i fautori post-fascisti delle aperture dei parchi per
massacrare tutto quello che si muove.
La domanda ovvia è: “Perché hai scelto di lavorare con Schmidt?”
La risposta in parte la conosco. Perché gli imbecilli di sinistra non ne volevano sapere.
Potresti elaborare una semplice spiegazione per semianalfabeti come me?
MAX: Facile. Perché lui ha aperto una porta. Una possibilità di salvare animali. Se lo faceva uno di Rifondazione
Comunista personalmente sarebbe stata esattamente la stessa cosa.
Il fatto che lo faccia uno della maggioranza dà solo maggiori speranze.
Il fatto che qualcosa sta cambiando lo vedo proprio dall’esperienza personale.
Prima quando c’era un progetto dovevamo strisciare in ginocchio davanti agli uffici per farci ricevere e poi,
puntualmente non succedeva niente. Ora ci chiamano loro.
Prima i politici venivano pubblicizzati come “votabili” in base alle loro promesse elettorali (errore enorme). Ora li
inseriamo nel database dell’osservatorio politico ogni volta che fanno qualcosa contro gli animali. E’ solo un piccolo
cambio importante.
E non abbiamo ancora una lobby!!!
RICCI: Se le idee politiche non contano, che ruolo avrà la politica nel nuovo movimento "per i diritti di tutti gli
esseri viventi"?
MAX: Copiamo dai cacciatori, pronti a togliere il voto a chi non li appoggia. I cacciatori di destra non voteranno mai
a sinistra e viceversa. Ma possono togliere il supporto. Un animalista antiberlusconiano non voterà mai Berlusconi
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ma potrà ricattare la sinistra. Non garantendo il voto a priori: caro politico, se fai quello che chiedo ti voto e ti
supporto, altrimenti ti considero un traditore della mia idea politica e mi rifiuto di appoggiarti.
RICCI: Già, quello che fanno gli inglesi da tempi lontani… una domanda: Caccia il Cacciatore e OPA sono il punto di
partenza del piano di organizzazione di una Lobby trasversale?
MAX: Assolutamente si!!!
RICCI: Ci sono motivi politici che ostacolano l'approvazione del nuovo PDL sulla vivisezione?
Sono più forti i motivi etici o quelli politici di chi dice no?
MAX: Da una parte sicuramente motivi politici in quanto alcuni degli oppositori sono direttamente collegati, si
candidano o lavorano, all’interno dei Verdi. Infatti dicono cose palesemente false nelle loro critiche alla proposta di
legge. Ma credo che molti siano invece in buonissima fede e convinti che l’animalismo non debba sostenere una
proposta di legge giudicata non abbastanza migliorativa.
Penso però che se qualcuno pensava di poter fare di meglio non aveva che da venire al tavolo di lavoro. Era aperto a
tutti. Credo che se il proponente fosse stato dei Verdi e non di Forza Italia nessuno ci avrebbe criticati e insultati
così tanto.
RICCI: Quello che trovo bizzarro è l’indignazione di coloro che si arrabbiano con la RAI perché non troviamo spazio
nei vari programmi. Il problema principale è che in una democrazia moderna gli spazi si conquistano con la forza.
Non quella fisica ma quella dei potenziali elettori.
A che serve piagnucolare se non si fa uno sforzo per capire chi siamo e quanti siamo?
Se non si arriva a comprendere quanti siamo e quanti potenzialmente possiamo essere a che serve scrivere lettere
alla RAI? Devo dire che trovo stravagante il tabù che vieta di fare domande fondamentali in un sondaggio unificato
e preciso. Basterebbe ampliare il sondaggio eseguito
per Veganitalia dando a uno specialista di statistiche l’incarico. Dobbiamo fare uno sforzo per capire quali siano le
tendenze politiche del mondo dei vegetariani e dei vegani. E anche le tendenze religiose vanno comprese e
analizzate. E’ necessario infrangere i tabù che limitano questo tipo di domande “perché ci fanno litigare”. Io voglio
capire dove il popolo vegetariano tende politicamente, perché se è vero quello che si dice che tende fortemente a
sinistra allora bisogna che qualcuno da quella parte si svegli e cominci a prenderci molto, molto sul serio… non
pensi?
MAX: Sarebbe interessante fare un sondaggio fatto bene sia sulle scelte vegetariane/vegane, sia su altro … legando
l’empatia per gli animali con le scelte politiche.
Lo facciamo?
RICCI: Certo.. è ESSENZIALE!!!! VITALE!!!! E’ “conditio sine qua non” per capire chi siamo!
Due cose mi hanno colpito in un sondaggio: il 29% dei vegetariani afferma di essere credente, di questo 29% il 44%
si dichiara cristiano; il 4,2% è attivo in gruppi parrocchiali,
il 13,4% in gruppi di spiritualità. Io penso che anche nel mondo cristiano qualcosa di potente comincia a muoversi.
Tu che pensi?
MAX: Non lo sapevo, nutro talmente poca fiducia nel mondo cristiano (con l’esclusione di gruppi cristiani che si
rifanno al pensiero cataro e/o a interpretazioni diverse del vangelo ufficiale) che questo dato mi sorprende un po’.
Interessante. Molto interessante.
RICCI: Io non sottovaluterei i cristiani per quello che ho visto in Inghilterra
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E poi c’è Linzey che è un grande teorico cristiano, un teologo molto seguito dagli animalisti cattolici e protestanti. E
se hanno cambiato il loro modo di vedere verso gli ebrei, le donne, gli schiavi perché non dovrebbero rivedere le loro
misere posizioni riguardo gli animali?
Tutto cambia. Mai chiudere porte! L’aggressione scriteriata non paga: sono contrario alla demonizzazione dei
cristiani. Un nostro comune amico dice sempre : quando si sveglieranno saranno di grande aiuto agli animali!
MAX: E’ che continuo a considerare le grandi religioni monoteiste il vero avversario. Molti animalisti si concentrano
sui partiti politici mentre lo sfruttamento di animali è trasversale. Sia la destra che la sinistra se ne strafregano degli
animali. Il problema è più culturale, non partitico.
È un problema “religioso” che ha posto l’uomo sul gradino più alto. Per questo vedo le religioni monoteiste molto
più pericolose di qualsiasi ideologia politica. Se il mondo cristiano, come dici tu, si dovesse svegliare sarebbe
eccezionale. Solo che su questo sono pessimista.
RICCI: Tutto cambia però…Un’ altra cosa che mi ha sorpreso è il fatto che l’86% dei vegetariani aderisce a gruppi e
associazioni. Il 19,9% fa parte di partiti politici; il 29,7% difende l’ambiente
(e quindi deve essere attento alla politica) il 18,1% fa parte di Centri Sociali, il 21,4% fa parte di organizzazioni per i
diritti degli uomini, il 77% è membro di organizzazioni animaliste. Questo dimostra una capacità e una volontà
politica a organizzarsi notevole.
MAX: Manca un passaggio: coesione. Senza questo siamo isole divise e in lite l’una con l’altra.
RICCI: Giusto! Ma su questo dobbiamo lavorare……dobbiamo unificare in una grande isola le isole raggiungibili…
MAX: Con le associazioni attuali? Utopia. Impossibile. Dobbiamo creare progetti concreti e realizzabili. E creare
una lobby con alleanze oltre l’animalismo e, nello stesso tempo, lasciare la possibilità ai singoli attivisti per gli
animali di far sentire il loro peso. Sarebbe tutto più facile se le associazioni animaliste, primo punto di riferimento
dei politici, svolgessero già da sole questo compito, ma così non è. E, sempre per “principio di realtà”, dobbiamo
prendere atto di questa carenza.
RICCI: In un altro sondaggio ho letto che un giovane su tre nelle scuole svedesi tende ad essere vegetariano. La
stragrande maggioranza dei giovani inglesi aborre la vivisezione (il 46% contro, il 31% favorevole). Tempo fa ero a
casa di un mio amico e si parlava di calcio. Il figlio di 17 anni ascoltava le nostre insulse quisquilie pallonare. Ad un
certo punto il giovane mi ha chiesto qualcosa sul nostro sito. Dopo circa un mese mi è arrivata una lettera così
precisa sullo “specismo” che mi ha lasciato a bocca aperta. Il giovanissimo amico mi parlò del Morini e
dell’attenzione dei giovani della sua scuola alla lotta contro la vivisezione. Mi scrisse: “l’ideologia che accomuna il
cosiddetto "movimento no-global" è ancora in una fase di gestazione dove si intrecciano resti di marxismo,
animalismo, iniziative sindacali, anti-precariato, iniziative di autogestione, occupazione ed autoproduzione. Penso
che i gruppi animalisti degli adulti invece di autoghettizzarsi e di parlare e basta dovrebbero avere un dialogo più
aperto verso i ragazzi senza atteggiarsi da proprietari del sapere infinito come invece fanno spesso...”
Preabianca il “Principe” del Rock animalista mi dice sempre: “E finitela di parlare di Cartesio… i giovani non vi
capiscono…”
MAX: Concordo in pieno sull’autoghettizzarsi.
RICCI: Da quello che leggo il maggior numero di animalisti italiani è situato nel Nord .
Il 24,6% in Lombardia, il 14,3 % in Piemonte. Se queste regioni sono preminentemente di centro destra, vuole dire
che c’è una fetta di animalismo che non è di sinistra?
MAX: Immagino di sì. Credo comunque una minoranza.
RICCI: Negli “assunti indiretti” (che non hanno nulla a che fare col precariato parastatale)…
MAX: Direi di no…
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RICCI: ..Ho letto: “Non sempre il poco è meglio di niente! Perché spesso il poco esercita retroazioni terribili che, di
fatto, rendono più difficile avanzare in momenti successivi. E’ il difetto di tutti i riformisti.” Qui c’è lo zampino
dell’eremita d’Ivrea. Ecco, io pagherei oro per sapere da Sottofattori in poche, chiare, succinte parole qual è la
strategia da seguire se il “riformismo togliattiano” – come lo chiama simpaticamente lui - praticato da me, te e la
Berati esercita retroazioni terribili. Io conosco Sottofattori da anni ma non sono mai riuscito a capire dove vada a
parare. Tu hai mai capito cosa chiede di fare ? Ci sei mai riuscito?
MAX: No, non lo so. So che Aldo è un’ottima persona ma non siamo d’accordo su alcune strategie.
Col fatto che non mi sento più parte del movimento animalista, ho smesso di farmi domande. Mi occuperò di
progetti concreti e specifici come ho sempre fatto.
RICCI: Conoscevo, in Toscana, un simpaticissimo romano chiamato “Er Panza” (ovviamente per l’escrescenza
adiposa che si trascinava dietro). Era una persona umanissima con l’imperdonabile difetto di essere laziale (che tu
sai è una cosa imperdonabile!). “Er Panza” salvava cani, gatti e seppelliva animaletti schiacciati dalle macchine. Era
di una bontà incredibile ma mangiava pesce. Era in continua lotta con i cacciatori che odiava con una passione
travolgente. La domanda che ti faccio è questa: secondo te “Er Panza” era ed é un animalista?
MAX: Prima dovremmo trovare una definizione univoca di animalista. Cosa che non credo possibile.
Personalmente, però, la mia risposta è semplice: sì. È un animalista. Non credo nella perfezione.
È un alleato non un avversario.
RICCI: Allora il numero degli animalisti sarebbe veramente grande!
E se fosse così grande il numero non è criminale non tentare di unirli politicamente per ottenere risultati migliori di
quelli che abbiamo finora ottenuto? Si può arrivare ad un unità strategica del popolo vegetariano - vegano per
ottenere risultati che salvino migliaia di animali?
Con una forte struttura politica dietro non sarebbe più facile trattare sui tavoli di lavoro e per Sadar salvare le sue
adorate tartarughe?
MAX: Si, ne sono convinto. Molte delle persone che danno la vita per gli animali nei rifugi NON sono né vegetariane
né tanto meno vegane. Questa è per me una contraddizione incomprensibile, ma non ho il potere di modificare la
realtà a mio piacere e devo accettarla per quella che è. Anche solo per cercare di modificarla.
RICCI: Consideri un semivegetariano che raccoglie randagi e lotta a Huntingdon contro la vivisezione un
animalista? O cosa lo consideri?
MAX: Senz’altro animalista.
RICCI: Cosa pensi degli estinzionisti volontari e della loro idea? Serve a qualcosa?
MAX: Idea simpatica. Mi diverte. Ma non ha un futuro.
RICCI: Cosa pensi di quelli che considerano la domesticazione di alcune razze avvenuta 50.000 anni fa una violenza
e che vogliono ricondurre cani, gatti e altri animali allo stato selvaggio?
MAX: Impossibile. Il massimo che puoi ottenere è ridurre randagismo e limitare i canili lager, nulla di più.
RICCI: Non esiste secondo te nessuna possibilità di un rapporto non deviato tra uomo e animale? In fondo non è un
animale anche l'uomo? E non fanno tutti parte della stessa biosfera? Potrebbe l'uomo sussistere senza avere
rapporti con altri esseri e specie? Non diverrebbe un’aberrazione questa sua condizione isolata dal resto degli esseri
viventi?
MAX: Forse con un numero minore di animali d'affezione e eliminando l'importazione di esotici potremmo avere
un rapporto migliore. Non è necessario arrivare a punti estremi.
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Cani e gatti ormai fanno parte del nostro mondo.
RICCI: Giorni fa ho letto che scienziati scandinavi della “Scuola norvegese di scienza vegetariana” di Oslo sono
arrivati alla conclusione che cucinare aragoste in acqua bollente non è eticamente rilevante perché i crostacei non
provano dolore. Lo stesso ragionamento lo hanno fatto per i vermi che vengono infilzati all’amo. Questo - hanno
detto - è dovuto al loro elementare sistema nervoso.
Wenche Farstad dell’istituto veterinario ha affermato che tagliare un verme in due parti non significa niente perché
il verme continua la sua vita normale. Peter Fraser biologo dell’Università di Aberdeen ha spiegato che aragoste e
granchi hanno solo circa 100.000 neuroni mentre un essere umano di neuroni ne ha 100 miliardi. Io trovo questo
metodo di ragionare pericolosissimo e penso che bisogna attestarsi sul semplice principio che tutti gli esseri viventi
vanno rispettati e non massacrati o torturati. Che pensi?
MAX: Ma dicono cose pazzesche. Anche l’ultimo dei cuochi sa che se le aragoste non le sbatti in frigorifero
stordendole e “anestetizzandole” quando poi le butti nell’acqua bollente, letteralmente URLANO. Pazzesco che
questa dichiarazione venga da chi si occupa di scienza vegetariana.
RICCI: Non passa giorno senza che gli scienziati ci dicano cose nuove. Ci dicono che i pesci pur avendo tre secondi
di memoria sono abili nella manipolazione; che i pappagalli sanno utilizzare un loro linguaggio per descrivere
differenze nei colori, nelle forme e nei tessuti; che i polli riconoscono le persone; che i maiali posseggono una
sofisticata forma di coscienza e sono in grado di ingannare altri animali per ottenere premi dagli umani; che le
pecore mantengono nelle loro coscienza immagini di altre pecore e umani per due anni; che gli elefanti piangono i
loro morti. La visione del mondo animale sta cambiando rapidamente. E positivamente. Tu pensi che la scienza
evolvente aiuterà la lotta per il riconoscimento per i diritti degli animali?
MAX: Sì. Credo che la scienza possa essere uno degli strumenti migliori che abbiamo. Ma è anche uno strumento
pericoloso perché, al contrario di quello che molti pensano, è molto facile manipolare l’esperimento scientifico e
dimostrare qualsiasi ipotesi, anche le più assurde.
Ormai da anni diamo massima priorità agli incontri con i ragazzi delle scuole superiori, specialmente le scuole
legate a materie scientifiche che preparano gli studenti a facoltà universitarie scientifiche.
Il video SHAC è ottimo per ragazzi di 16-18 anni.
RICCI: Quello che mi ha sorpreso sono state le reazioni nei confronti tuoi e della Berati; io capisco che qualcuno
possa non essere d’accordo, ma trasformarvi in nazisti è stata una cosa oltraggiosa. Direi disgustosa. E permettimi conoscendo i miei polli e avendo militato nella sinistra una vita - immagino che presto appariranno le liste di
proscrizione. O mi sbaglio?
MAX: Ah ah ah… Se parlo con Schmidt sono fascista. Se organizzo un’azione shac divento un anarchico. Quindi
sono un fascista anarchico? O un anarchico fascista?
A dire la verità mi diverto abbastanza a seguire l’evolversi delle classificazioni.
RICCI: Ho notato il numero inverosimile di vegetariani in Irlanda (il 6% su 3,7 milioni) e ne sono rimasto colpito.
Questo dimostra che il mondo cristiano sta cambiando, dal momento che l’Irlanda è
un paese fortemente cattolico. E per questo temo che tentare di imprigionare l’animalismo in una camicia di forza
ideologica (di qualunque schieramento politico o religioso) sia un tentativo nefasto. Un uccellino mi ha informato
che è in corso la creazione di un movimento animalista antifascista. Ben venga se segnala infiltrazioni neonaziste,
ma temo – e spero di sbagliarmi - che l’intento sia anche un altro: quello di definire l’animalismo radicale in una
strettoia ideologica epurando coloro che non sono d’accordo con questa miope visione del mondo. Su questo ho
messo insieme un’intervista che hai letto. Cosa pensi di quello che dice Klaus - un teorico del marxismo - al
riguardo?
MAX: Un conto è evitare infiltrazioni neonaziste. Un conto è usare l’antifascismo condiviso da buona parte degli
animalisti per “classificare come nazi” e “sporcare” l’immagine di qualcuno.
Attualmente un gruppo di attivisti di Padova, i “100% animalisti”, sono stati attaccati e definiti “infiltrazione
neonazi nell’animalismo” solo per una scelta politica di uno dei fondatori fatta anni fa.
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Invece sono bravissimi, totalmente apartitici come gruppo, fanno azioni spettacolari che, oltre ad attaccare un
obiettivo, fanno anche, inevitabilmente, cultura.
Hanno un attivismo che mi piace molto, muscolare e coraggioso, e sono convinto che le azioni che hanno fatto e
faranno gli porteranno il supporto che meritano.
Personalmente ho delle chiare e precise idee politiche, non le dico e non le sa nessuno, e le definizione che mi danno
altri mi fanno sorridere.
RICCI: E a proposito della strettoia ideologica quello che mi colpisce è che in un mondo che cambia si voglia
imbrigliare l’animalismo in qualcosa – che pur essendo stato terribile e grandioso – è passato. Io leggo quello che
accade in Italia. Bertinotti afferma che sente un brivido quando entra nelle chiese. Fassino sfodera la trascendenza.
D’Alema ringrazia Wojtila per averlo salvato dal comunismo (che trovo assai triste!). Tutto rotea a velocità inaudita.
La socialdemocrazia diventa inaccettabile. E qualcuno ci vuole infilare in un buco nero ideologico dal quale non si
esce. Io sono fondamentalmente convinto che il capitalismo produca effetti disastrosi e l’ho scritto nei miei tre
romanzi. Ma non sono d’accordo con soluzioni che lo stesso Marx - se fosse vivo - scarterebbe. Ciò che è stato
tragico e rivive si copre il volto con la maschera della farsa. Io penso come Klaus che l’ideologia “animalista” si
definirà nella lotta in maniera autonoma e originaria, e che non potrà non essere anticapitalista, riuscendo ad
assimilare quello che la politica progressista è riuscita ad accumulare e insegnare attraverso la storia. Ma
sicuramente, anche se fortemente anticapitalista (almeno come impostazione), l’animalismo come grande
movimento di pensiero autonomo, non sarà né troskista, né stalinista. Tu che pensi?
MAX: Ho letto quello che ti ha detto Klaus, ma non credendo che esisterà mai un mondo anticapitalista, non credo
che l’animalismo sarà anticapitalista.
Sarà contro lo sfruttamento di animali per motivi economici o ludici. Non necessariamente anticapitalista.
RICCI: Dopo che Liberazioni espose la colta ricerca di Maurizi riguardante “Marxismo e animali”,
invitato da Sottofattori, ho fatto un’intervista a Klaus e due amici a Barnstaple. A questa intervista Agnese Pignataro
ha risposto piuttosto indignata. Ho cercato di incontrare Agnese a Roma ma non ci sono riuscito. La Pignataro - che
secondo me non ha letto con attenzione quello che dicono i quattro ubriaconi nella conversazione bisboccia da
“pub” - parte dal presupposto - che è il “refrain” classico ripetuto “ad nauseam” dagli amici di Liberazione - che
occorre un piedistallo ideologico per l’animalismo radicale; e che il piedistallo ideologico del nuovo animalismo
nascente non può essere altro che il marxismo ortodosso. Tu che pensi di questo?
MAX: Lobby, lobby, lobby!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Non contano le mie idee politiche o quelle di nessun altro.
Priorità uno: salvare animali.
Con ogni mezzo necessario.
Qualsiasi autolimitazione è un errore.
Se qualcuno “non ce la fa” a parlare con uno di Forza Italia allora si concentri con chi sente politicamente più vicino.
Chi ottiene risultati ha ragione.
Punto e basta.
La strategia inglese di pressione costante ha ottenuto risultati e quindi ha ragione.
Punto e basta.
Chi chiude i laboratori, chi blocca sperimentazioni ha una strategia che merita di essere seguita.
QUALSIASI ESSA SIA.
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RICCI: Occorre ora creare una leadership in grado di farci muovere, di superare la palude stagnante del
chiacchiericcio inane e sconfitto. Occorre anche tirare una linea. Tutto ciò che diventa volgare, gratuito attacco,
scriteriato insulto va abbandonato. Abbandonate le scorie si riparte.
Però non dico di chiudere le porte a coloro che criticano. Questo sarebbe folle. Dico di chiudere le porte in faccia a
coloro che vogliono, attraverso lo scontro folle, la morte del movimento.
Sicuramente non mi riferisco a coloro che criticano la posizione tua e della Berati.
Ora è tempo di aggregare per creare qualcosa che diventi valido politicamente. Qualcosa in grado di salvare
numerosi viventi da strazio e massacro. Io penso che il riformismo momentaneo non precluda rivoluzioni. Sotto un
grande ombrello mille diversità possono prendere riparo senza cambiare la loro natura. E bisogna imparare da un
nemico capace: e nemici abili come i cacciatori in questo paese dove vivo e quelli della terra da dove origino ce ne
sono pochi. E tu l’hai detto. Anche Lenin studiò i metodi dei gesuiti, e i gesuiti i metodi marxisti. Però dove vivo c’è
una notevole differenza: gli inglesi hanno studiato i metodi dei cacciatori e con i loro stessi metodi li stanno
battendo. E li stanno sconfiggendo politicamente, non con le chiacchiere su internet.
E’ tempo che si esca dal ghetto luminoso e piagnucolante per salvare i viventi massacrati.
E’ tempo di avere il coraggio di superare le differenze politiche e di unirsi in alleanze mirate e trasversali, che
salvino la propria identità, di qualunque orientamento essa sia. Ma le differenze non devono essere necessariamente
disgreganti come sta succedendo ora. E’ giunto il momento della svolta, è giunto il momento di lavorare per una
grande aggregazione.
MAX: E’ TEMPO DI LOBBY!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Ma, non credendo che l’animalismo così come adesso si presenta sia maturo e pronto per il grande passo … io ne
esco.
È ora di cercare alleanze nuove su progetti specifici.
Tantissimi odiano i cacciatori.
Fare lobby vuol dire aprirsi a forze sociali NON animaliste per l’obiettivo comune anticaccia.
La caccia è e deve essere il primo obiettivo legislativo concreto.
Perché è palesemente antidemocratica.
Non è come un lavoro di sensibilizzazione verso uno stile di vita vegano, lavoro che continua in parallelo, non si può
parlare e sensibilizzare un cacciatore.
Non è come una pressione su un laboratorio, geograficamente localizzabile e quindi attaccabile.
Dobbiamo vietargli la possibilità di sfogare le sue voglie venatorie assassine.
Dobbiamo partire dalla caccia.
Dobbiamo creare la lobby.
Le interminabili discussioni su cosa debba essere o come debba comportarsi un animalista le lascio dietro le spalle.
È tempo di lobby.
RICCI: Ma la lobby (sei sicuro di non volerla chiamare Clementina?) si dovrebbe interessare, oltre che di caccia,
anche di sperimentazione, sadismo e maltrattamenti, ecomafia, zoomafia, abbandoni, avvelenamenti, bracconaggio,
business delle pellicce, combattimenti, allevamenti, feste, corride, pesca incontrollata…ecc…ecc…E’ così?
MAX: Assolutamente si. Ma assolutamente una cosa per volta perché, in funzione
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dell'argomento, dovranno cambiare le alleanze, le forze in gioco, le strategie; ci possono essere progetti in parallelo
ma non sempre è possibile.
RICCI: Lo sai che qualcuno cadrà da una colonna ora? Già dice che avveleno l’animalismo…
Mi difenderai tu da Aldot Sottofattorì?
MAX: Non ti preoccupare. Avvelenare un morto non è reato!
RICCI: Il morto è Aldot o l’animalismo?
MAX: L’animalismo ovviamente!
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