LAVORARE ALLA SCRIVANIA Il lavoro d`ufficio questo sconosciuto

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LAVORARE ALLA SCRIVANIA Il lavoro d`ufficio questo sconosciuto
Il lavoro d’ufficio questo sconosciuto
A cura di Luigi Benedetto Lo Faro - UIL
E’ opinione comune che il lavoro in un ufficio
non presenta nessun pericolo per l’incolumità
personale, sia dal punto di vista infortunistico
sia da quello della salute. E’ un lavoro pulito,
non si sporcano le mani, non è faticoso perché
prevalentemente viene svolto seduti ad una
scrivania e così via tanti altri pregi.
Vorrei, con queste righe, ridimensionare questo
luogo comune che fa dei componenti la categoria impiegatizia dei privilegiati assoluti almeno nell’ottica che riguarda esclusivamente
la Salute e la Sicurezza nei luoghi di lavoro e
più in generale il benessere psico-fisico, senza
ovviamente estremizzare i pericoli che questa
tipologia di lavoro incontra più o meno quotidianamente.
L’impiegato, ovviamente, non trova nel suo
ambiente di lavoro gli stessi rischi o pericoli di
un lavoratore del comparto edile o del lapideo,
non è altresì soggetto ai pericoli del settore
cartario o chimico, però anche dietro ad una
scrivania si possono nascondere insidie che,
se non conosciute, possono essere dannose
per la salute. Rischi che solo con il tempo manifesteranno le loro diverse patologie.
Oggi, contrariamente a quello che accadeva
anche solo di 30 – 40 anni, non esiste ufficio
senza un PC, senza una stampante magari laser, una fotocopiatrice e in alcuni casi esistono
ancora carte chimiche o auto calcanti. Ecco
che con questi pochi elementi è già possibile
elencare una serie di pericoli per la salute. Il PC
può, se non vengono osservate alcune piccole
precauzioni, portare a disturbi visivi, disturbi dell’apparato muscolo-scheletrico, dovuti
magari ad una errata e prolungata postura o
all’inadeguatezza della sedia o della scrivania
[email protected]
LA POSTA DELL’RLS
A cura di Franco Picone - USL 2
o una inadeguata organizzazione del lavoro.
La stampante e la fotocopiatrice con la dispersione, seppur minima, del toner e l’uso di
carte speciali, possono, nel tempo, portare ad
allergie della pelle o disturbi della respirazione. Tutto questo senza considerare l’ambiente
vicino alla scrivania, impianto elettrico, condizionatori d’aria, posizionamento delle finestre
e addirittura il tipo di illuminazione artificiale.
Se in un ufficio è molto difficile rischiare la vita
è però molto più facile, di quello che si pensi,
con il tempo avere problemi con la salute.
Ogni tipo di lavoro ha i suoi lati negativi, come
ogni medaglia ha il suo rovescio. Pensiamo,
ad esempio, un impiegato che è addetto ai
rapporti con l’utenza, o che svolgendo il suo
lavoro è anche costretto anche a rispondere al
telefono, magari in una stanza dove altre persone dialogano.
Tutti gli elementi descritti sopra si accumulano
poi con la responsabilità che, ai vari livelli, il
lavoratore sente o ha sulle proprie spalle.
In sintesi, il lavoro di ufficio in epoca moderna, con l’introduzione dei sistemi informatici, i
prodotti chimici (es. toner), sistemi di stampa
meccanizzata (stampanti ad aghi), i vari sistemi di comunicazione (telefono, fax, e-mail)
inserisce a pieno titolo il lavoratore, dal punto
di vista della tutela della salute e dell’integrità
psico-fisica, tra le categoria a rischio. Certo il
rischio infortunio, se non in particolari condizioni, è tra i più bassi, considerando come è
già stato detto altre categorie di lavoro, però
i colletti bianchi, come venivano chiamati un
tempo, oggi non vivono più nell’isola felice di
un tempo.
Anno 2011 - N°2
Da otto anni pubblichiamo e distribuiamo
gratuitamente la “Voce della Prevenzione”. Molte persone, a diverso livello, hanno
contribuito a farlo crescere e diventare uno
strumento utile nell’armadietto dell’RLS. E’
questo un tema che ci è molto caro. Tutti i
soggetti che hanno a cuore la sicurezza e
l’igiene dei luoghi di lavoro e quindi la salute dei lavoratori e perché no anche quella
dei datori di lavoro, da anni tentano di raddrizzare quella deriva facile, al nostro cavilloso sistema giuridico, di scrivere piani,
valutazioni e pubblicazioni che nei migliori casi sono sfoggio di saperi ma spesso
troppo lontani dall’essere uno strumento
utilizzabile dal lavoratore o dal datore di
lavoro.
Non dobbiamo dimenticare che le statistiche pongono oggi il nostro sistema scolastico come fanalino di coda dell’Europa e
che ad oggi sono molti quelli che, anche
con un curriculum scolastico brillante, non
sanno leggere, scrivere e fare i conti.
Pertanto è di fondamentale importanza l’obiettivo di dare strumenti per comprendere
ai lavoratori. Al tempo stesso resta valido il
dogma che solo i lavoratori e i datori di lavoro hanno la conoscenza profonda completa e necessaria per organizzare il lavoro
sicuro. Quindi abbiamo bisogno dei vostri
riscontri anche critici, dei vostri contributi
e dei vostri suggerimenti.
Abbiamo quindi aperto una mail dedicata
alle vostre lettere :
[email protected]
senza escludere la tradizionale lettera con
francobollo.
Come disse Gaber: “La libertà è partecipazione”.
Aspettiamo i vostri contributi!
in collaborazione con L’Organismo Paritetico Provinciale di Lucca
ANCHE L’UFFICIO HA I SUOI RISCHI
LAVORARE ALLA SCRIVANIA
A cura di Franco Picone USL 2 e Riccardo Giusti Assindustria
Chi di noi è il fortunato che non ha problemi di mal di schiena
che rappresenta le “malattie del sistema muscolo scheletrico e del
o che non ha mai conosciuto il terribile colpo della strega? Oggi
tessuto connettivo”, definisce il 14% dei ricoveri tra i 15 e 44 anni,
questo tipo di patologia è diffusissima. Talmente diffusa che alcune
il 13,5% di quelli tra i 45 e i 64 anni ed il 10,2 di quelli oltre 65 anni.
aziende offrono corsi di ginnastica o di Yoga ai Lavoratori. Non sono
Ci sono dei test che si possono fare per avere una prima idea di
quindi solo quei lavoratori che tutti potrebbero pensare a soffrirne
valutazione del carico posturale nel lavoro sedentario.
ma anche quelli che passano la loro vita lavorativa seduti a una
Ad esempio un bel lavoro si può trovare all’indirizzo
scrivania. Questo numero si rivolge proprio a coloro che lavorano
www.comune.venezia.it/flex/cm/pages.
prevalentemente seduti alla scrivania. A questi capita di uscire
Invece un test sulla postura legata al lavoro al video terminale
dal lavoro e sentirsi stanchissimi. Come mai? Eppure son sempre
http://www.suva.ch/files/wbt/index_i.html
stati “comodamente” seduti alla scrivania…Oggi si sa che
soffre di affaticamento precoce il lavoratore che muove,
lavorando, solo una gamma di muscoli ma anche di
calo del rendimento, difficoltà di concentrazione e
maggior rischio di errori.
Intanto quando restiamo a lungo in
posizioni scomposte, la nostra
mente
cambia
immagine
che
l’esatta
ha
della
colonna e, dopo un certo
tempo, considera normale la
posizione sbagliata.
Per evitare questo danno
dobbiamo
vita
alternare
sedentaria
a
la
quella
di movimento. Se siamo
costretti a stare seduti per
LA VOCE DELLA PREVENZIONE
Autorizzazione del Tribunale di Lucca n° 790 del 10/11/2003
Direttore Responsabile: Sirio Del Grande
Capo Redattore: Franco Picone
Comitato di redazione:
Enrico Galileo Catelani, Alessia Pera, Luigi Benedetto Lo Faro,
Mariagrazia Roselli, Gabriella Fenili, Giovanna Masetti.
Illustrazioni di Antonio Tregnaghi
Stampa: Tipografia Francesconi - Lucca
lungo
www.usl2.toscana.it/sup - Piazza Aldo Moro, Capannori (LU)
tempo
è
importante
appoggiare totalmente il dorso
allo schienale.
Per scrivere dobbiamo inclinare
il busto in avanti, a livello delle
www.usl12.toscana.it/sup - via Martiri di S. Anna - Pietrasanta (LU)
anche, posando bene i gomiti sul
piano di lavoro.
Se si analizzano le fasce d’età, la
MDC (categoria medica maggiore)
UFFICIO UFFICIO UFFICIO UFFICIOUFFICIO UFFICIO UFFICIO UFFICIO
Esposizione ad agenti chimici in uffici amministrativi.
Un caso particolare.
A cura di Michele Bottai - USL 12 Viareggio
Il rischio chimico in ambienti di lavoro dove
vengono svolte attività amministrative presenta caratteristiche del tutto particolari difficilmente paragonabili ad altri ambienti dove la
manipolazione diretta di agenti chimici pericolosi per la salute caratterizza direttamente il
processo produttivo. Di conseguenza anche le
caratteristiche dei luoghi di lavoro sono diverse in base a questa fondamentale, quanto ovvia, differenza. Troppo spesso però si è indotti
a pensare che solo lavorazioni in cui è previsto
utilizzo di sostanze chimiche (pericolose) nascondano insidie.
Qualche volta questo ha indotto a trascurare
alcuni requisiti di luoghi di lavoro “apparentemente” liberi da agenti chimici.
A tal riguardo è significativo un caso trattato
dal Servizio di Prevenzione Igiene e Sicurezza
nei Luoghi di Lavoro (UF PISLL) della az. USL12 avente
come criticità proprio alcuni
“odori” avvertiti all’interno
dei locali di un ufficio amministrativo.
Fin dall’apertura dell’attività i lavoratori lamentavano, una volta all’interno
dei locali, disagi e disturbi
imputandone la causa alla
presenza di “odori” non meglio identificati. Il perdurare
nel tempo di questi disagi,
nonostante interventi tesi a
garantire una maggiore ventilazione dei locali, ha reso
necessaria un’indagine da
parte del servizio PISLL. I
numerosi dipendenti sono
stati quindi sottoposti ad
accertamenti clinico strumentali accertando la
presenza di sintomatologia irritativa oculare e
delle prime vie respirato-
rie in almeno il 50% dei casi. Quindi sono stati
eseguiti campionamenti di “centro ambiente”
privilegiando locali e orari in cui era maggiore
il disagio avvertito dai lavoratori. La strategia
di campionamento è stata progettata con l’obiettivo di migliorare la sensibilità analitica in
un ambiente indoor in cui verosimilmente non
sarebbero state rilevate “quantità industriali” di
agenti chimici. L’indagine è stata integrata con
prelievo e analisi di quei materiali che intuitivamente potevano costituire la fonte degli odori.
I risultati hanno indicato la presenza nell’ambiente di lavoro di una fonte di emissione che
incrementava i livelli di inquinamento di base
da agenti chimici (in particolare delle aldeidi).
Tra l’altro molte delle sostanze rilevate in aria
caratterizzavano la composizione del materiale
di incollaggio utilizzato nel pavimento degli uf-
fici, facendo ipotizzare la presenza di un nesso
causale tra pavimento e le sostanze chimiche
aerodisperse rilevate durante il campionamento. Tali dati, rafforzati dagli accertamenti
clinico-strumentali citati, erano suggestivi di
una possibile esposizione ad agenti irritanti
ambientali presenti all’interno dei luoghi di
lavoro.
Affinché venissero rispettate le norme del
D.Lgs 81/08 e s.m.i. sono stati necessari interventi strutturali importanti e onerosi per il
datore di lavoro.
Questo caso analizzato in un’ottica strettamente economica, soprassedendo volutamente ad altre implicazioni (etiche, salute…),
dimostra ancora una volta come le misure
preventive e protettive - che coincidono molto
spesso con misure di buon senso - in relazione alla progettazione dei luoghi di lavoro,
costituiscono un vero e proprio investimento per le aziende; troppo spesso
sono invece percepite come un costo
fine a se stesso. Un buon sistema di
Prevenzione Aziendale può e deve
essere migliorato anche attraverso
un cambio di mentalità che renda
indissolubili i termini “prevenzione”, “investimento” e “ritorno
economico”: per altre vie sarà
difficile raggiungere obiettivi e finalità espressi nel
Testo Unico.
Rischi di infortunio e malattie professionali in aumento
A cura di Gabriella Fenili - CISL
Una concezione sempre più avanzata nella elaborazione del concetto di salute e sicurezza sul
lavoro ha portato l’attenzione sulle patologie e
sulle situazioni di malessere che colpiscono
anche coloro che lavorano negli uffici. Nell’attività di ufficio sono infatti riconoscibili fattori
nocivi per i lavoratori e comportamenti inadeguati che li pongono in situazione di rischio.
Una cattiva informazione contribuisce inoltre a
consolidare convinzioni e comportamenti che
sottovalutano pericoli realmente esistenti. Tra
gli addetti alla sicurezza e tra gli stessi lavoratori non viene data la corretta rilevanza alla
sicurezza lavoro-ufficio: ci troviamo invece ad
avere un numero di infortuni e soprattutto malattie professionali non trascurabile.
disagio. Inoltre una considerazione specifica
va fatta per le figure impiegate che, per attività
sempre legate alla propria mansione, lasciano
l’ufficio per entrare negli ambienti di produzione: queste figure nonostante l’utilizzo dei
dispositivi individuali di protezione (DPI), non
avendo ricevuto formazione specifica, tendono
a sottovalutare i rischi ai quali si espongono.
Da una indagine condotta presso i patronati
INAS, INCA, ITAL di Lucca risulta che gli infortuni che colpiscono i lavoratori che operano
negli uffici non costituiscono una parte rilevante dell’attività dei patronati, se si escludono gli incidenti in itinere. Si attesta infatti al
6% la quantità di impiegati pubblici e privati
che si avvale dei patronati per infortunio ri-
proprie patologie. Si rilevano infatti malattie
professionali causate da postura scorretta o
dalla ripetitività dei movimenti, diminuzione
della capacità visiva, in particolare negli addetti
ai videoterminali, allergie derivate dalle polveri
dei toner in mancanza di una efficace areazione dei locali. Quanto rilevato anche nella nostra
provincia presso i patronati deve far riflettere in
più direzioni:
• i lavoratori non percepiscono il livello di
rischio del lavoro che svolgono e sottovalutino
il disagio a cui quotidianamente sono sottoposti evitando quindi di ricorrere alle tutele a cui
avrebbero diritto;
• i datori di lavoro e le figure aziendali preposte alla sicurezza, nonostante un livello di
consapevolezza maggiore, concentrano la loro
azione preventiva sul solo fronte degli infortuni
trascurando gli effetti dell’ambiente di lavoro
nel lungo periodo.
Tra i rischi più
rilevanti per la
sicurezza sul lavoro ufficio ci
sono quelli legati all’uso dei
videoterminali
che comportano tra gli altri
affaticamento
fisico, rischio
elettrico e rischio rumore. Gli
altri rischi da valutare nella sicurezza lavoro ufficio sono
quelli legati alle condizioni microclimatiche, all’illuminazione, all’ordine/pulizia dei
materiali delle macchine/attrezzature
presenti nel luogo di lavoro e alla gestione
dell’emergenza.
Per esempio il microclima, insieme dei parametri fisici climatici (temperatura, umidità relativa, velocità dell’aria) di un ambiente, dipende più dalle caratteristiche costruttive che alla
potenza termica dispersa dalle apparecchiature presenti (es. videoterminali); un microclima
non adeguato è spesso indicato dai lavoratori
presenti in un ufficio come principale fonte di
spetto alla totalità degli assistiti. Gli infortuni
più spesso denunciati sono legati alle cadute
accidentali mentre più frequente è la denuncia
di malattia professionale. L’ambiente ufficio si
configura quindi come più protetto per il lavoratore rispetto all’infortunio ma non altrettanto
verso lo sviluppo di deficienze che nel tempo
diventano croniche trasformandosi in vere a
Da qui la necessità di operare attraverso l’informazione e la formazione per attivare comportamenti adeguati e preventivi degli infortuni
e delle malattie professionali, per promuovere
una crescita nella cultura della sicurezza e del
benessere organizzativo nel lavoro.