Titolo L`agnello cattivo / Katja Lange-Müller
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Titolo L`agnello cattivo / Katja Lange-Müller
COMUNE di ASSAGO Cultura e Biblioteca Il muro di Berlino. Ventun’anni dopo consigli di lettura Il Parlamento italiano, con la legge n. 61 del 15 aprile 2005, ha dichiarato il 9 novembre "Giorno della libertà", quale ricorrenza dell'abbattimento del Muro di Berlino, evento simbolo per la liberazione di Paesi oppressi e auspicio di democrazia per le popolazioni tuttora soggette a regimi totalitari. Il Muro di Berlino (in tedesco Berliner Mauer), eretto dal regime comunista della Germania Est, era una barriera in cemento alta 3,60 metri e lunga 106 chilometri che separava Berlino Ovest da Berlino Est e dal resto della Repubblica Democratica Tedesca. Sul muro erano presenti 302 torrette di osservazione. Il muro ha diviso in due la città di Berlino per 28 anni, dalla sua costruzione, iniziata il 13 agosto del 1961, fino al suo smantellamento che avvenne il 9 novembre 1989. Durante questi anni, furono uccise dalle guardie almeno 200 persone mentre cercavano di superare il muro verso Berlino Ovest. Il 9 novembre 1989, dopo diverse settimane di disordini pubblici, il Governo della Germania Est annunciò che le visite in Germania e Berlino Ovest sarebbero state permesse. Dopo questo annuncio una moltitudine di cittadini dell'Est si arrampicò sul muro e lo superò, per raggiungere gli abitanti della Germania Ovest dall'altro lato in un'atmosfera festosa. Durante le settimane successive piccole parti del muro furono portate via dalla folla. In seguito fu usato dell'equipaggiamento industriale per rimuovere quasi tutto quello che era rimasto. La caduta del muro di Berlino aprì la strada per la riunificazione tedesca, che fu formalmente conclusa il 3 ottobre 1990. Cenni storici Nel 1945 nel corso della conferenza di Yalta venne decisa la divisione della Germania e di Berlino in quattro settori controllati e amministrati da Unione Sovietica, Stati Uniti d'America, Regno Unito e Francia. Il settore sovietico della città occupava la maggior parte della metà orientale di Berlino. Dal 1949 i tre settori controllati da Stati Uniti d'America, Francia e Gran Bretagna (Berlino Ovest), anche se indipendenti, erano in effetti una parte di Germania Ovest completamente circondata dalla Germania Est. Inizialmente ai cittadini di Berlino era permesso di circolare liberamente tra tutti i settori, ma con lo sviluppo della Guerra Fredda i movimenti vennero limitati: il confine tra Germania Est e Germania Ovest venne chiuso nel 1952. Circa 2,5 milioni di tedeschi dell'est passarono ad ovest tra il 1952 e il 1961. Per fermare la fuga dalla Germania Est il regime comunista iniziò a Berlino Est la costruzione di un muro attorno ai tre settori occidentali, nella notte tra il 12 e il 13 agosto 1961. Inizialmente questo consisteva di filo spinato, ma già il 15 agosto iniziarono ad essere utilizzati gli elementi prefabbricati di cemento e pietra destinati a formare un vero e proprio muro. Il muro divideva fisicamente la città. Con la costruzione del muro le emigrazioni passarono da 2.500.000 tra il 1952 ed il 1961 a 5000 tra il 1962 ed il 1989. Dal punto di vista propagandistico la costruzione del muro divenne un simbolo di totalitarismo, specialmente dopo le uccisioni di chi cercava di espatriare. Nel giugno 1962 venne costruito un secondo muro all'interno della frontiera destinato a rendere più difficile la fuga verso la Germania Ovest, fu così creata la cosiddetta "striscia della morte". In seguito il muro di prima generazione fu abbattuto. Nel 1965 si diede inizio alla costruzione della terza generazione del muro che avrebbe soppiantato la precedente. Era composto da lastre di cemento armato collegate da montanti di acciaio e coperti da un tubo di cemento. Il "muro di quarta generazione", iniziato nel 1975, era in cemento armato rinforzato. Il confine era anche protetto nella "striscia della morte" da recinzioni, trincee anticarro, oltre 300 torri di guardia con cecchini armati, trenta bunker e una strada illuminata per il pattugliamento lunga 177 km. Inizialmente, c'era solo un punto di attraversamento per gli stranieri e i turisti, in Friedrichstrasse e le potenze occidentali avevano altri due checkpoint. Per i berlinesi erano inizialmente disponibili 13 punti di attraversamento. La caduta del Muro La caduta del muro fu determinata da due fattori: l'arrivo di Gorbaciov come leader dell'Unione Sovietica e le crescenti difficoltà politiche ed economiche dei paesi dell'est e specialmente della DDR. Con la "Perestroika", cioè la radicale trasformazione della politica e della economia e con la "Glasnost", che doveva portare alla trasparenza politica, Gorbaciov cominciò a cambiare la storia dell'Unione Sovietica. Nel corso del 1989, le notizie delle piccole rivoluzioni nell'economia e nella politica in Polonia, in Ungheria e nell'Unione Sovietica riempivano ogni giorno i giornali in tutta l'Europa, solo la DDR sembrava non aprirsi a cambiamenti: iniziò così un movimento di protesta. Ogni tentativo di lasciare la DDR in direzione ovest equivaleva ancora a un suicidio, ma nell'estate del 1989 i cittadini della DDR trovarono un'altra via di fuga: si trattava delle ambasciate della Germania Federale a Praga, Varsavia e Budapest, il territorio occidentale dove si poteva arrivare molto più facilmente. Cominciò un assalto in massa a queste tre ambasciate che si trovarono a ospitare migliaia di persone. L’evento cruciale si verificò quando l'Ungheria, il 10 settembre 1989, aprì i suoi confini con l'Austria. Ora, la strada dalla Germania dell'est all'ovest (attraverso l'Ungheria e l'Austria) era libera. Anche l'ultimo tentativo da parte del governo della DDR di recuperare la situazione con il cambiamento dei vertici del partito comunista e del governo non servì a nulla. Quando la sera del 9 novembre un portavoce del governo della DDR annunciò pubblicamente una riforma molto ampia della legge sui viaggi all'estero, migliaia di persone si riunirono all'est davanti al muro, ancora sorvegliato dai soldati. Migliaia di persone stavano anche aspettando dall'altra parte del muro, all'ovest. In quella notte, qualcuno, e ancora oggi non si sa esattamente chi sia stato, dette l'ordine ai soldati di ritirarsi e migliaia di persone dall'est e dall'ovest, scavalcando il muro, si riunirono dopo 29 anni. una parte del Muro di Berlino collocata di fronte al Parlamento Europeo a Bruxelles, Belgio “Irgendwann fällt jede Mauer” “Prima o poi ogni muro cade” (graffito sul Muro di Berlino) presso la biblioteca di Assago, si possono consultare: L'agnello cattivo di Katja Lange-Müller, Editore Neri Pozza 2008 Al di qua del muro: Berlino est 1989 di Vanna Vannuccini, Feltrinelli 2010 La caduta del muro di Jean-Marc Gonin, Olivier Guez, Bompiani 2009 Diario tedesco: la Germania prima e dopo il Muro di Franco Tatò, Baldini Castoldi Dalai 2004 La Germania dalla divisione all'unificazione di J.K.A. Thomaneck, Bill Niven, Il Mulino 2005 La Germania divisa: 1945-1990 di F. Bertini, A. Missiroli, Giunti 1994 Germania, Germania: dalla notte del muro alla riunificazione di Massimo Nava, Mondadori 1990 Good bye Lenin! regia di Wolfgang Becker, GE X Filme Creative Pool 2003 Il muro: quando a Berlino si giocarono i destini del mondo di Norman Gelb, A. Mondadori 1987 Il muro di sangue: Berlino e la guerra fredda di Indro Montanelli, Corriere della Sera 2009 Le nuove democrazie: i processi di democratizzazione dopo la caduta del Muro di Berlino di Davide Grassi, Il Mulino 2008 Le ombre lunghe del Novecento: perché la storia non e finita di Valerio Castronovo, Mondadori 2010 Quei giorni a Berlino di Lilli Gruber, Paolo Borella, Nuova ERI 1990 Ritorno a Berlino: il racconto dell'autunno che ha cambiato l'Europa di Lilli Gruber, Paolo Borella, Rizzoli 2009 Salam Berlino di Yadé Kara, E/O 2005 Scritto sul muro: i graffiti del muro di Berlino di Francesco e Alessandro Alacevich Il tunnel della libertà: 123 metri sotto il muro di Berlino di Ellen Sesta, Garzanti 2002 Vittime: storie di guerra sul fronte della pace di Massimo Nava, Fazi 2005