Se aggi i,loM)ia,mo afiiimira™ tanto ,progresso ""»• Ecosi k
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Se aggi i,loM)ia,mo afiiimira™ tanto ,progresso ""»• Ecosi k
Anno XXXIV N. IO Oltobrc 1938 XVI E<nzionr dr (.LAMICO" SKT'rrMVW Dalla tlr,n/.ii DKLLA •«« posi. Oiurnsile) f^hjalr il MOKALirV i!i<K<*.-ana (li AzÌ4»n<' l^«!lt>'i- •Ij k-tnizione e,<| CTta'ine profondò i?rl profiloina tanto vitali'. ca e, nalirraillinrnU'. ron •l'iiirprovn/.iono i' rincora^giainiento (h'ila <-«)tiu|M-l.ilnlc Autorità woJcsìa«lica, è fttalo iliijfpo-to <^ljr miro Pànno rorrontc, Atoraiilà. non è un corso di i])rodicIie da para- in tulilc le i])arroc(iliir, ivni.^a eolohnU^i la così del» ';£oiutK-4Ì, sii||)|po-niatino. ji/d una iMij*sit>nc, ma un ci- 4a v^cUiniana •(U'-l/a olo di 'conjfc(ren/x' in coii verrà svi*^rrato il pro Moralità Olà in nioli(t<» 'Foranic <• Parrocohie ciò si <• j^ià ifatto c, quei icilie più ÌM)|{K>rta. colf esìilo coniK)- Da <-iò si (love inliiire <>Ìi(' la Settimana dvlla teina "in flutti i .<uoÌ ats^K-Mi. Di. più, doipo la con ferenza. o nici;;lio Irattaaione dei singoli lenii, P(ìi' Forni di (Soipni <ai|>1)iainio fissata la tjoconda metà yli novembre. o;in uno. ip<T rneiglio eJiiarire 'le .^ue idee in j>ropok<«ito. ijjuò filiiedere le fcjpicfrazioni opportune e fare obbiericni, pumliV^ n^tairiJinicnte seriitate c Ciò ipromcf-^o, .spiu^liiainoei un ,]»o' di «he cosa 'di' 't(H^lie-re duibbi od incertezze elio lanti«8Ìinjjo. sì tfalta, ipotreiìbero L^r^ere sui punti biella materia trat- Se aggi i,loM)ia,mo afiiimira™ tanto ,progresso ""»• Ecosi k «Jniferonza „viiò «l.ocoare in iina vcIinoccanico e matcriaUe di,e proom-a alla vita comolditA jrioidità i,„ un tenijpo .i„.i.k; iniipensafe, doiibiamo aiiiclic l-amenta-re un -continuo regresso in fatto di mora lità. Poco aillk volta, ai}>usanldo ^uppimto 'd>cLIa vila itroipipo fa-cilji!', 'tutito .diventa lecilo, e Ja «oeietà 'Scivola ,giù ipor la iperico'loisa ciliina di imimoradi dhe ilmipressionano, baissezze ««Miversazioiio, <iuanto mai utile. fei ibti-ulttoTC c(d uditori. Le conferenze, dhe saranno tenute ogni sera da valenti oratori, si volgejranwo iin due amibienti dÌ6ftinti, uno (per gli uocmiini e Igiovami, l'altro per le do^nc e Je raiga«ze. Ma per Hai buona Huis«iita deJIla Seittimana del- Jia name della Fdde, .pertanto, e por salvare la Moralità, non si può iprcscindere naturalmenSocietà da una rofvima irreparabile, si vuole metiI)re{,Mliiera. Quindi tutti procureranno di tere un i-Ìipa.ro. E non «'è altro riiparo che quello fi^equenitai-e in quei igior.ni la Santa Mesoa clic di riKShiaanare tutti tail jclovere di tutelare la pròceieibrata nelle joliieise delMe singole fraziopria sa!lrute fitei'ca e tsjpiiri/uaile facendo loro conosce- a^ccoisflandòsi isofjiratutto a'iila S.- Comunione, •re le iconlseffueuze deleterie dei vizi dila^^anti ed gxI asco'ltanrlo con intei-osse Tistruiaione che verrà esorbanlotlìi a (juella (luoriigeraitezza di costumi die impartita sejupre in aimoiiia all'arigomento prin- sola tpuò rilpotrbare l'indifvildluo, la famiglia, la so- cipo : la mioraiiiLà. cictà, alita idilgnità diie lo*ro compete, ed è unica garanzia dolila (grandezza di im popolo. Storia aj'la imano^ ci risulta edie i popoli del passato furono gracidi e (forti fiuiohiè si conservarono morali. La cihiu©ura d'eQÌl.a ©ettiimana aivrà carattefre so- enniasiimo con sipeciali funzioni e giantde ceasiojie lEucaristiioa. Hjn'tan.to prepariamxoei' pealcliè essa abhia a. Dcòlinairono, scoanj[>ai-vero, quanido diedero lilbe- riiuscire veramente degna delle tradizioni della ro conso aJrìmlmjOi'ailità. nosfci'a PaiTOtìdhiai. * PA.RTEÌNZA DJ OPERAI Nel'là prima metà dì seUciubro sono partili spcr la Gcnnania, dove è asriouralo loro un la-, VOTO" rìimuncrativo, una dozzina dì nubili operai. Là a«ocompa«:nà il no^slro fervido auguri*) rh#» iil Signore li conservi in perfetta «alut®. Non or oarre dire poi che pregheremo sempre a q\H'sto ficopo, come abbiamo fatto e lo facciamo per Guerrino e Gino. 10 ViitonluUì Carmela ed Antonia, Fedele. 13 — S«Iiìaulìiii Gio. Batta, Lcfi. 10 — Corisello A^ot»tino, fu Agostino, IQ — Poris>ulti Marianna, Giu.«to, 5 — Antoniaco— mi Elia c*il Eli^a. Mulin, 10 — Famiglia fu Pa voni Andrea. Crou!!. per onorare la memoria del loro oaro dcfunlo, 50 — I bambini Anloniaeomi Mario e<l Anna Maria, lavil 5. >tiulti> i fontani. iPur.non avendo potuto, com'è ormai lo<lcvo!le traidizione, raccogliersi nella ChìejJa' dclhi Sailiite per invocare la benedizione, del <i'do {priimia -detWa partenza, siaimo certi che anche in f&eraiain'ia es^i sapranno elevare le loro preirliitv re aif Signore, timendole alle nostre. MOVIMENTO DELLA POPOLAZIONE dal 2i a^or^to al 27 M'tteniliro BATTEZZATI — Ardito Carino di Giuseppe c di Zaliioro Ca- ' rina. MORTI — PER IL DUCE In occasione defila viteita del Duce ad TJdìnc, iÒA Forai di Sopra vi recarono circa dueci'hto organizzati per linire il loro entiiiSÌa'P'pió a qTlcllo di tiutta la provincia. Pavoni Andrea, Cros, di a, 71 — Zatlieiio Mar cellino, Pa.acalin. di a. 71 To'.ali dal prijiio dell'annoi I BalteMmi 31, Matrimoni 12, Morti 15. LUTTO Il 13 séttembré, pienamente rassegnato alla v^ollòiità del Signore, è morto Pavoni Andrea, Croiis, lasciando di se un caro ricordo per la sua réttitmdine e la sua attività s.volta in vari campi. Noi Tò dobbiamo ricordare anche coanè apjjasisionato cantore di Chiesa. Era fra i più fedeli di iqtìél grappo che purtroppo va sempre più àlsso'tti^iandoeì. I paiTocchiani hanno voluto attestare la loro Btima verso di lui partecipando numerosi ai soilenini funerali, ed i suoi fàmigliari sentono il xiovere di esprimere a tutti la loro commossa RASSEGNAZIONE Un Santo diceva: «Giammai io ho sentilo Dio più vicino a me che ne lo, ore in cui egli mi rifin.a ciò che eli domando >. " « o feli^ce rassegnazione! Vera sap enza che com prende la verità di ciò che avviene esa trarrei' lan' fl?''Mil solo "T"vero " bene che vi si"""'""o ganga, trova. """a «>w" Un bambino domanda con insistenza liii oogeito 'pLTgf" le'turT^crimef riconosteeriza. DONI (La iSjgiinora Maria 'Colomibo da Milano, ha -donata per la Chiesa della Salute una bèlla to-vaglia (d'altare con pizzo. Anche la fami^ia De Sanila Osualdo ha ogerta una tovaglia per lo stes so sicopo ornata di un pizzo veramente prezio fc-gli vuole che 1anima nostra si abbellisca e si purifichi in mezzo alla soirerenza; il benèssèr* mentre Egli giudica che per noi è mfc 7a' po^e^la; la tranquillità, mentre Egli dispone che !:ihrz-:„r^^^^ compiersi in mLo ^l':: Fortunate le anime che accettano dal Padre ce. oste tutto ciò che Egli crede bene inviare loro: le pene o le gioie; la malattia o la salute; l'offitn. zione o la pace. so. / A loro i più sentiti ringraziamenti per questi doni cosi utili e graditi. PEiR LA MAJDONNA della SALUTE Hanno offerto: I bamibini Piccolio Camelia, E che accettano tutto, se non sorridendo, perchè la natura debole sente delle ribellioni chp anche le an.me più sanie sono costrette a sentire, almeno con quella parola sul labbro che i filosofi pagani non hanno mai conosciuto e che riassuiue tutta la coscienza: «Sia fatta la vostra voloatàl» VANGELO LEGGE Lezione: 11 contrasto tra la bon4à d">inostratA // re(/no dei cicli è siniil^ a<l un re, che fece le nozze del mio figlio,E nnojìdò l sttoi servi a j|a4 re, e la punizione data, segna la facilità coli* chlamnrc f/li invitoti olle nozze... Ma (quelli non se ne di. dero pensiem... Altri poi trattarono if/nomi. qusUe noi possiamo evitare la condanna eterna ® goilere della elezione del Cuore divino. niosamente i servi e li uccisero... Amico, come sci entrato qni non avendo veste da nozze? STOLTI E RIDIOOU RIFLESSIONI E LEZIONI 1) -- Gli amici die non acceMarono rinv.4o alle nozze sono flgura di coloro che, tra !e dissipaziom ed i piaceri della vita .presente, non pensano alla Dice la Sacra Scrittura, che è stolto chi dice in cuor suo: Dio non esiste. A questa patente di' stoltezaa gli atei, i cosi delti vila futura. Unico »cotpo di cosloro è d. godere « Se<nza Dio », ne aggiungono una seconda, ren nel mondo .passan^lo da un diverlimenlo all'altro, dendosi ridicoli quanto mai. fuggendo sempre la noia che. li perseguila anche in mezzo alle loro follie, Crisliani pe-rchè batte*» zati, Tivono una vita di* vera asfissi» si)irituale. Lezione: Ricondiamo che za: Deus non irridetur (Gal. . t noncurante dì Dio, come verà poi Dio indi/Terenle e con Dio non si iicherVI). Chi è indifTereule iJolrà lagnarsi se tro. noncuMnte (Ji 2) — Coioro che, prosi i servi del re, li ollraggitìrono e li uccisero, sono figura dei violenti op positori alla propagazione del Vangelo. Tali furono Dicono di non credere in Dio e poi credono ciecamente agli amuleti, ai port.i fortuna, ai corni ed ai.... porci che portano alla ca'ena del'Vorodc^io. Koi cerchiamo ed invochiamo la protezione di Dio, ma nei paesi <lel' « Senza Dio », là dove cojiibattono le religioni, dove esse vengono sradi cale con tutti i mezzi. Tunica cosa che rimane è la fede superstiziosa nei talismani. Alcuni comunisti dicono apertamente di non credere in Dio, ma di credere nella magia; non credono in Dio, ma hanno fiducia nelle streghe e i Giudei, che oltraggiarono e flagellarono gli Apo stoli; che tormentarono e misero in prigione S. tlerano onnipotente. Paolo; che lapidarono S. Stefano; che suscitarono tentano nemmeno dì combalterlo perchè lo consi- la persecuzione contro la Chiesa in GcrusaJemme, che i fedeli della Comunità dovettero emigrare nei vari paesi della Giudea e della Samaria (Ach. 8). E non sono da noverarsi Ir^a costoro quelli che paventano gir spiriti; credono nel diavolo e Ciò che più stupisce e dispiace si è che queste •credenze sono diffuse specie nella gioventù. In una scuola di Woroniez, una panca rimane sempre vuota, percliè scolari ed insegnanti sono sparlano de> Sacramenti e stpceie della Confessio convinti che porla sfortuna, e chi vi si siede... ne, dei Sacerdoti e della doro pre<licazìone? riceverà un cattivo voto. Lezione: II nostro contegno, le nostre parole siano tali da lasciare sem^pre in tutti il miglior rispetto alla religione e.<l aKe cose sante. 3) — All'invitato che non aveva la veste nuziale il re volge il suo sguardo e lo chiama amico. Se quel disgraziato avesse avuto una parola di rimpianto, se avesse accennato a chieder perdono, certo ili re, il grande amico, non avrebbe esitato a fargli portare ancora la veste nuziale. Egli invece ammutolì e rimase ostinato nel suo mutismo. Perciò il re fulmina la sentenza e lo punisce se veramente. Si può essere ipiù ridicoli? L'imputalo Rozenholtz, vecchio comuniista, gi* funzionario del partilo e ateo decìso, confessò portava sempre cucito indosso degli amuleti alcuni versetti della Bibbia. Questi oggetti lo do vevano proteggere so>pratutto contro le dis^azie improvvise; che minacciano attualmente ogni p«^sona di una certa importanza in Russ.a. E sono costoro che tengono congressi P^^ tenziare che Dio non esiste, che in -nome del gresso e della-civiltà incendiano le chiese, cr fìggono ed ardono vivi 1 religiosi Hi Che Dio ne abbia misericordia 1 4 IL QUADRATO DI TULLE II bim1)0 dorme sotto la pergola. Per proleggere il suo soii.io c difenderlo dalle mosche e dalle zan zare, la mamma ha steso un velo sulla carrozzella. dine Sacro s". dovrebbero l'slin^tiicre nel mondo la famiglia naturale e la famiglia spirituale; con servazione della specie uniiuia, runa; c«>nservazìo. ne della religione, l'altra. Ammirale, attraverso le maglie sottili del tessuto, la espressione riposata dei lineamenti,, il sorriso nel sonno, la fiducia del suo abbandon-). Il bimbo indo. V ha forse, che questo semplice pezzo di txilU- basta alhi sua sicurezza? IL GRANDE SEGNO iVo/i tfì c " lK'H"tlizionc •' srnzn i! scijint di Croctf. Arriva un moscone attirato, senza dubbio, da <iuelle guancie cosi simili ad una bella mela tura. Per tortunu lo schermo dì. tutte s'interpone La Croce <" lo slcmma deUii benedizione ditùna, Im benedizione scaturisce dalla Croce... Ini il piccolo che dorme e l'insolente moscone. In. vano questo cerc;4 una falla nel tessuto. Ovunque Le cane del popolo di Dio. che fnrono segnale di croce col Sangae dell'Agn Ho. furuuo rispar. va a cozzare il suo desiderio, poi la sua furia. Ma no-n c'è nulla da fare. Bisogna cercare altrove la midlc dall', sterminio e dalla d solazionc!... Gesù e la Croce formano untt sola cosa, " il Lro. fortuna. Ma il ronzio di quel bolide peloso ha Unito per aver ragione, se non del velo, almeno del sonno de] •niccino. Ecco interrotta In siesta, senza dubb.o con ceflsso La Croce ò l'albero della morte di Gesù e della qualche crisi di lacrime. Ma no, il ipiccolo non fa quella smorfia che annuncia il pianto come ie nubi la ipioggia. I suo! grandi occhi sorridono allo noslrfp vita. schermo rosa, teso sulla carrozzella. C'è nel suo di essa i peccatori. sguardo, trattenuio dalle maglie sottili tutta la ri- Dalla Croce venne a noi ogni bene; per Essa viene santificala ogni cosa; per la Croce viene confortata l'umana frar/ilità e l'afflizione si con. conoscenza di un conoscitore. Anzi, una manina, poi un'altra, si stendono ver so, lo schermo. Piccole grida di gioia lo salutano, l'ielle dita lo accarezzano. l nemici di Ctesii la scelsero per uccidere sti di lei il Giusto, e il Giusto la scelse per redimere s» verte in gaudio. Ho lasciato lo s.petlaco.ìo ;per continuare una lettura interessante che avevo interrotta. Uno studio sull'imprudenza e la temerità di molti cristiani che trascurano, abbandonano e deridono talvolta i molteplici soccorsi chela nostra religione ci olfre lungo una giornata. I^a pila airingresso della chiesa; quella breve proghiera induJgenziata che il crocifìsso c'invita a recUar passando; quelle giaculatorie che santifica, no i nostri compiti più modesti e allontanano le 'mille e una tentazioni che c'insidiano... tanti soc corsi alla nostra debolezza e fragilità. Ahimòl GUARDARE PIÙ' SU ED AIUTARE • Le famiglie che fanno studiare ; loro figli per lo Stato hanno una prospettiva di rimborso e di onesto guadagno che provvede al loro avvenire. Le famiglie che danno un Figlio alla Chiesa questa prospettiva non la debbano, nè la possono avere ed ecco la di&iiarilà di condizioni e di incentivo, IL SOSPETTO DELLA VERITÀ' to molto da soffrire nelh, „,ia vita per easione di malintesi. Ma vedo ora che era coifie un Venerdì Santo che doveva condunni alla Pasqua della mia acco. glienza nella Chiesa Cattolica. Sono vrssuto 64 an. ni, cercando onestamente la verità e sempre so. spettando che essa dovesse ricercarsi nella Chie sa Cattolica. Questo giorno che è il più felice giorno della mia vita, mi fa comprendere come Simeone abbia potuto cantare il suo «Nunc di. mittis» nel ricevere Gesù Bambino fra le sue braccia. II Padre del Colonnello Man era un melodista, ma il ^olonnello non aipparteneva a nessuna Ghie, sa. Circa tre mesi fa ,egli udiva per radio un di. miraggi umani e le umane fortune. E quindi sono scorso di Padre Sheen durante il programma delnecessarie delle risorse temporali... Bisogna racco^ìiere sussid*!. Queste vocazioni, r«Ora Cattolica». Egli espresse il desiderio di par. una volta che Iddio le manda, bisogna educarle, lare con Padre Sheen e un amico comune procurò jnanfenerle, portarle a maturazione. rincontro che be^i presto condusse all'entrata dei E' necessario quindi -guardare più su, oltre i Guai a noi se non ci prestiamo a questa opera... saremmo condannati a morire... 5enza i due Sacramenti del Matrimonio e dell'Or- coniugi Man alla Chiesa. Parole di bambino s Nel mese del Rosario L'Otlobrc. il milr ffJlt'hrr in mi In italnni !rm. pera If suf finwnic, offre generosa dn' pampini .ancora itcrdcggianti i stmi grappoli tU topazi e di ruttino; l'ottobre il più bel mese di autimno. — vittima. E la vittima dev'essere divina e il Sangue dovette essere torrente. Seguono i Misteri dolorosi, che potrebbero inti. tolarsi la via della pace. E la vìa della pace è un lungo cammino di sangue... Dal ftet.temaiii a rribnnall. dai TribnmtU alla llugella-Jonc e alta coronazione di spine, e poi dalla Fiagella-ione rarcoglie le turbe pie intorno agli aitati della Ma Via Dolorosa, dalla Via Dolorosa " " Vergine e le turbe moltiplicano te ghirlande fio. fissione, dalla Crocifissione ali a'jonla alla 0 nomini voi sarete pace, ma perche po P • riti: di preghiere e di speranze inneggiando a lei la Regina Rosa Mistirn e a Lei sospirando, la le divenirlo nei v„stri cuori e nella vostra • il Cristo per voi sarà spasimo, sarà ifinominia. Madre delle grazie. .Vo/( appena prentletv in mano la (.orona vi si presenta lu bella visione dell'Arrongelo che viene sarà immolazione. La bandiera della pace non é una '"'"f co. ma una bandiera rossa: la Croce del a p<irtare un niessuggio a Maria. Quale messaggio? rossi! però non del sangue degli uomini, m L'Incarnazione del Verhi>. In Redenzione Lntver. di un Dio. La Croce é la bandiera della sale la riconciliazione della ier^a col Ctelo. Pace con le sue braccia ampie che sembrane, sten, dell'uomo con Dio. La storia non udì mai più im dersi a tutto l'universo, e insieme tenere e p che sembrano 'essere un amplesso a tutti gli no abissi si colmano, la comianna si muta in pert omini. Mistcj-iose e profonde le parole di no. I tesori della grazia divina si riversano portante c lieto wessagfjio. L'Incarnazione! Utt Colossensi: Fu beneplacito del Padre che per lui fossero riconciliate tutte le cose, pacificando, per di Dio. E a questa prima visione altre ne segno, il Sangue della Croce, e quello che è in terra e no. Maria, traboccante dei gaudii della maternità quello che e in Cielo. nel suo cuore, come in un vaso d'alabastro, ua E per la Croce, per la divina Croce, non solo a portare la pace alla casa di Zaccaria, parlico. possibile in questo basso mondo, ove infuna alarmente al Precursore Giovanni, che al contatto ragano .degli odi e tumultua la tempesta degli in di lei , senle gii) sf iogliersi i vincoli del peccato teressi^ si ebbe pure una relaliva pace .•iociale. e iniziarsi in Ini uiielVera di riconciliazione con S'avvicinarono le classi e si giunge nei secoli al nel cuore dell'uomo, l'uomo dice pace nel cuore Dio, di cui Egli sarà araldo alle genti . l'abolizione della schiavitù; avvicinarono ' delia notte stellala, una legione- di angioli canta un Inno, che per allora non intendono gh «omini, ma che non si spegnerà nei secoli; "Pace tenerezza materna; s'avvicinarono i popoli, e par (• Iff naturale debolezza muliebre ebbe dignità di Sulla grotta bellemitica, ne' freddi chiarori condizioni sociali, apparve soavità di fanciulla e agli uomini di buona volontà sulla terra,, e di questa pace, dono del Bimbo di Betlem, si annun zia pure la sovrana legge: legge della pace delle nazioni e dei cuori sarà sempre la gloria di Dio. non aiyolcndosi le guerre, ebbero temperamenti di mutue pietà. So una maggiore pace sociale, anche dopo due miir^nni, non s'-è ancora rafggiunta nel mondo, è perchè in questi millenni, individui e popoli lan. no poco vissuto lo spirito cristiano, e poco hanno ascoltata la legge della Croce, legge Egli sarà segno di contraddizione e di loUa per nella sua sintesi la più armoniosa e la pi^ gli èmpi, - lo annunzia così contemplando il profonda legge che lancia due soli appelli, giu panorama dell'avvenire, il vecchio Simeone, - ma stizia e insieme segno pei giusti di risiirvezione e di glo- il Rosario nei suoi Misteri dolorosi dice anche oggi ai popoli e alle anime che per aver ^ ria, e al cmitatto di lui più nulla sospira in terra, ha ritrovato la pace, quella che pià non ripugna del sepolcro, quella che già pregusta del Cielo. "Ora lascia -o Signore che, secondo la tua parola il tuo servo riposi in pace,,. E fuori di lui non vi è la quiete dello spirito, se in apparenza sembra perderla, privata solo della visibile presenza di Lui, la Vergine Maria nella dispersione nel Tempio, la ritrova poi tutta, carila. debbono guardare al Calvario e ricordarsi che le vie della Pace sono le vie del sacrificio'^ Le, anime per trovare la pace debbono sacrificare all'imperio della legge gran parte delle loro passioni, quelle passioni ribelli come un esercito senza! discipl^^^' insaziabili come il fondo degli abissi, atroci men tre sembrano dilettevoli. ^ ^ La Pace è sempre un fiore di martirio, perch gaudiosa e {/iubilante, ritrovando il Figiio, già una rosa che spunta fra le ombre della Croce. Il Rosario nei Misteri Gloriosi si chiude con w trionfo di Pace. norie fanciullo a dodici anni Maestro dei Maestri, per. che sapienza di Dio Padre! e risorgendo non ha parole di scherno e Perchè l'umanità ablHa la pace è necessaria una Ecco Gesà che risarge Trionfatore detta pei vinti Giudei, ma ha per nunzio di pace . "Io sono! Non vogliate temere! LODEVOLE PROPOSTA Sia con voi la Pace!,, Eccolo che ascende pei Cieli e a spiccare ('ci pretesto che si tlevono rispi-tlare tutte le idfe. che si deve rispctton- il «libero pensiero» H suo volo presceglie il giardino dt quegli olivi che poco innanzi furono già consacrali dal suo Sangue redentore e che ora nell'umile ma incomparabile trionfo, col lieve soave stormire delle brevi fo glie d'argento, a Lui, al Re pacifico, a nome delle degli atei, dei proti'stanli i- «IckH ol)rei, sì è aJloir. lanata dagli alberghi, o non s'è più collocala, l'ira, magine sacra alla Ifsla del letto, com'è antica e squisita tradizione ilcliana. anime e a nome dei secoli, cantano, come grande ode dì vittoria, il grande Inno di Pace. Contro questo snaturamento tlol costume nostro s'è giustamente soagl tito Carlo TrionH sulla t Tri. Lo Spirito Santo discende nel Cenacolo; tin im peto che vince qualsiasi impeto, un fuoco che supera qualsiasi incendio, ma Un impeto e un ar. dorè che s'attenuano, si temperano e fluiscono in lina soavità dolcissima, che dà tranquillità ai cuo. ri e darà tranquillità ai popoli. E come il Rosario si è aperto in una visione di pace, che il Cielo, nella persona di Gabriel, ha data alla terra, così, si chiude in un'altra visione di pace in cui la terra, nella persona dei santi, s'identifica col Cielo. buna ». « Che imporla a noi egli scrive dei prò. t<?stanti e degli ebrei, o tanto meno degli atei? Peggio per loro. Anche nei tribunali e nelle scuo. le possono Irovars. persone ;;enza fede o Hgli di persone senza fede, ma nessuno pensa che ne di. sdica la vista^el Crocifìsso». Il Trionfi, perciò, propone di mettere negli alberghi delle Madonne nostre dì carattere artistico, O celeste Città di Jerusqlem, come una bella forma di it'"^n.là non priva dì O beala visione di Pace; importanza morale e nazionale. così squilla, .sonoro e giovando, il grande Inno della Chiesa. E l'anima travagliata dalla lotta della tentazione «La pia immagine sopra il lelto - - spiega il Trionfi — è la consacrazione della camera più stanca della lotta della vita, si lancia fidente sui int.ma della casa, dove si nasce e sì muore; ci è lidi sicuri e di guardia contro il demone, quando la coscienza sereni dell'eternità, dove l'amore ù pace, la pace è letizia, la letizia è estasi. nel sonno ci abbandona; è pensiero d'asceta, ani. O Rosario benedetto di Maria;, noi ti reciteremo questo mese con maggiore assiduità e con maggiore fervore. Per la riconciliazione degli uomini con Dio, per la riconciliazione degli uomini fra loro, Corona santa, sii tu musica e scuola, sii tu inno; ravviva le nxjstre speranze. Tu ci ottieni la pace non Madre mia, ben sarebbe una grande Signora; iTia che avrei da fare con Lei, io poveretto? La sulla terra, mentre ci annunzi la gran pace del Cielo. monìmento sereno, chiarezza di cielo. Aleggia soave sopra l'infanzia, sorri<le alla giovinezza, con. forla la sofi'ercnza, infonde la speranza suprema di fronte alla morte. E' regal fregio al Irono del. l'amore; ode il primo vaglio delTinfante; piange su carissime salme composte tra i fiori. Vita senza morte, fede senza inganno. Quando, stanchi dalla dura quotidiana lolla, cediamo le membra al ri. poso, ci par di trovare, sotto l'egida pia, difesa o tregua ». IL TORMENTO DELL'INFINITO Sully Prlidliomme, che non era credente, seri, IL SIGNORE FA MAGRO? veva in una sua poesia; « Mio malgrado, l'infinito mi tormenta ». E aggiungeva: «E' nella razza umana un'abitudine antica Un commesso viaggiatore, entralo in di venerdì alialbcrgo, rhicsc nn pninzo di magro. — quella di elevare al cielo le braccia nel dolore. Mia madre l'ha ricevuta prima di me dalla sua e i miei figli rapprenderanno un giorno dalla loro; ed io — che non eredo ipiù — nelle crisi supreme vi rendo omaggio ancora e, non so il ;perchè, io sento le mani -congiungersi e innalzarsi di per se stesse, come se l'Infìnilo le chiamasse a sè». parole belle e... tristi, che fanno sentire la di sgrazia di chi non ha fede e la fortuna di noi Un signore pensò di prenderlo in burla, a ironi» cameni.' gli domandò: «/;' venerdì e il signore fa magro? ». <iSi, rispose il commesso col mede. Simo tono ironico, e lei fa gras.'io? ». Sorpreso <picl signore da tale risposta, mormorò tra i denti an ((SÌ» \ Tanto peggio per lei rispose il commesso; lei pensa che si debba preferire una costoletta al. [a coscienza, io anlepongo alla costoletta la mìa coscienza ». Quel signore tacque morlifLcato; ma uno dei pres wìii, accostatosi al commesso gli disse i che rabbiamo. «A'o/) sarete solo a ar astinenza; anch'io la farò .j^pprezziamola come si deve e preghiamo P©r chi non ne sente la sublime verità e le dolci perchè .sono cristiano ». consolazioni Ecco il frutto del buon esempio e della fran. chezza nell'osservare i precelti della Chiesa. Divozione del Sacro Cuore Molli rrt'iiimo clic il cullo al Haoro Cuore sia nuovo di importanza comune; invece è antico quanto il crisiiaiH^inio, e^l è centrale e fon<ìamtMitalc. Kbbe ori*;inc? sul calvario. Gpsu era morto. Un soUlato, per accettai'- ni?, sormontato da una croce, tutto avvolto in fiamme. <(Ecco quel cuore — le disse — che tanto ha amato ì^li uomini; die nulla risparmiò; che si a*<aurì e consumò per dimostrare loro il «uo amore! Ed in ricompens»i non riceve dalla ma^j^ior parte di ossi che iujrratitudine» ! Ua discepola I•est(^ atterrita. Il Siijnore sene. nquarcio con la lancia, il petto^ del la confort"'» e la mandc"» al li. Claudio de la Salvatore e ne ferì il <'uore dolcissimo, dal Colombiere. quale uscirono le ulliuic stille. I due j)rinii araldi del Cuore di Gesù erano scelti; pili tardi sarebbero stati in nu Questo niistert> 'li carità lo intesero, i Santi, che sono ^Hi uomini della caritii. mero scouiinato e tutti votati alla salvezza Si raccon1;i. infatui ncllii vita di S. Geltrude, i'he un j^ìorno apparve alla santa del mondo. l'Apostolo S. (ìiovauni. al quale essa invol se un dolce rimprovero: «Perchè Voi che avete posalo il capo neirultinia cena sul Cuore (li nosù. e ne av^Me sentito i palpiti ardenti, non ci avete rivf^Iato nulla di -questa devozione nel vostro Vanj^elo.'». E l'Apostolo: (fDio voleva riservarla agli ul timi tempi, quando si sarebbe raffreddata la cariti nel cuore rh^^li uomini. ])eruhò ser visse (li rimedio e dì salvexza^). VANTAGGI Una volta domandò Pietro a Gesìi : aSif^uo- re. noi abbiamo abbandonato tutto e ti ab biamo seguito, quale prcnnio ci (hirai?» IC co.sì, qua! premio darà il Signore a noi .se (-i farenu» (levoii del suo Sacro Cuore? Queste le sui.* IM-ome^sse : LE PODICI PROMESSE t - Concederò loro tutte le grazie neccessarìe al loro stato. li - fletterò la inice nelle loro famiglie. 3 - JJ consolerò in tutte le loro afflizioni 4 - Sarò il loro rifugio in vita e specialmen ECCO QUl'^L CUORE E h; dottrine dei Pi*otestanti e dei Gian senisti raffreddarono davvero la caritìl nel oiioi-ti de£iU nomini; per cui il Sif^nore peus(> a riaccendervela con la suprema rivelazione del suo Ouoiv Snntissimo. Nel 1075 a])parve dunque ad una suora della A^isltazione a Pai*ay-le-!Moriial, S. Marj-her-ita Maria Alacoque. Era un gioi-no dell'Ottava del Corpus Domini, e Gesù se ne stava solennemente e- sposto nel suo Sacramento, nella Chiesa del Monastero. La Santa era li a pregare, quan do alPimpro"v^àso la investì una luce abba gliante, e vide in forma umana sul'altare il Signore. Il suo atteggiamento era quello di uomo mestissimo : aveva il petto squarciato, •e mostrava il cuo^*e ferito, circondato di spi te in morte. 5 - Spargerò copióse benedizioni sopra tut te le loro imprese. 0 - I jK'ccatorl troveranno nel mio Cuore la l'onte c l'Oceano della Misericordia. 7 - I tiei^idì diventei'anno fervorosi. S - I fervorosi saliranno presto a grande pei-fozione. 9 - P,ei)eclii-Ò i hio-hi. ove sarà esposta ed onorata rimmagine <ìel mio Cuore; 10 - «arò ai Sacerdoti la forza per muovere 1 cuori più induriti. 11 - Le persone clie propaglievanno questa devozione avranno il loro nome scritto ne^ mio Cuore, donde non -verrà cancellato mai più. _ 12 - Io ti prometto, nell'eccesso della ricordia del mio Cuore, che il mio^ onnipotente concederà a tutti comunicheranno nel primo Venerdì ^ue- s se, pei* nove mesi consecutivi, la grazia del la perseveranza finale. Essi non morranno nella mia disgi^azia, nè senza ricevere i Sa cramenti. servendo loro il mio Cuore di Aeilo sicuro in quell'ora estrema. Davvero il Signore non poteva amarci di più ! Meditiamo tutti queste s^olennì promes se: ricchi e povei-i; padii e jnadri ; figli e sposi ; Sacerdoti e Apostoli ; buoni e cattivi. Pei* tutti quel Cuore è tesoro inesauribile di grazia e di misericordia. PRIMI NOVE VENERDÌ' DEL MESE La pratica dei pi-imi nove Venerdì del mese ci assicura il Paradiso, perchè proprio Gesù, Verità eterna, lo ha promesso solen nemente. Il cielo e la terra passeranno, ma Messa. Sicclu"* un operaio, per esempio, puòlecarsi di buon'ora alla Chiesa, confessarsi., ricevere Gesù e poi correre al lavoro. <'lji non voi-i'à approfittaie di questa sicu ra e grande ancora di salvezza? Si fanno lun ghi e duri sacinfici per conseguire un benemateriale e passeggero; e non potremo sacri* ficarci un po' una volta al mese, e per un-ora. sola per conseguire l'eterna felicità? O Sacro Cuore di Gesù, venga il tuo Re gno ! Accostiamori ni S. ^'^arranienti nel primavenerdì di ogni meee. Il S. Cuore di Gesù aiuterà e ci benedi rà seui])re. INCONTRO DI GIACOBBE le sue parole non passeranno. CON GIUSEPPE NORME PRATICHE Perchè la piratica dei primi nove Venerdì del mese, possa avere il suo effetto, è neces sario : 1 - Che si faccia la S. Comunione Sacramen tale, non essendo sufficiente quella spiritua Il buon vecchio a.sijcltava ansioso il ritorno dei Suoi fighiioli. In sulle prime gli parve un sognorintendere che Giusoppe viA'ova, e che era Viceré d'Egillo. Rese le dovute grazie al Signoro, colla nu. merosa sua famig1i<n e lo cose sue si pose in viaggio. Al confine della Cananea Giuda lo preccdè per annunziarne l'arrivo a Giusoppe, che gli venne in contro coi suoi nglioli. L'incontro fu commovente" le. 2 - Che non si interrompa la pia pratica, Il vecchio padre esclamava tra lo lacrime di gioia: perchè in questo caso bisognerebbe ricomin una volta il luo vollo ». ciarla, anche ;se si fosse dimenticato un solo Venerdì. 3 - Che si faccia la S. Comunione con l'in tenzione di conseguire i benefici promessi dal Sacro Cuore. Però non è neccessario che l'intenzione si rinnovi ogni volta: basta far «ora io morrò contento, poiché ho veduto ancora Dopo i più dolci sfoghi dì amore figliale, Giusap pe condusse il padre alla cUlà e lo presentò al" Faiaone. Mollo si rallegrò ;i Re con Giacobbe e la sua famiglia e gli asseguò per dimora la più bella, parte dell Egrtto, la terra di Gcsse, come la ,più a. (latta al pascolo del gregge, che formava l'occupa zinne e la ricchezza di lui e della sua famiglia la quando si incomincia. 4. Che la S. Comunione sia ricevuta con Je dovute disposizioni. Perciò chi credesse di aver diritto alla salvezza eterna per aver compiuto la pia pratica solo materialmente, sbaglierebbe; co- IL LAMENTO DELLA CARRUCOLA (FAVOLA ISTRUTTIVA) bna carrucola da pozzo nel girare strideva. me pure non potrebbe sperare lo stesso bene — E perchè stridi tu? _ le di.se il seccl.io. ficio chi facesse i primi nove Venerdì del A cui la carrucola: — E perchè notti debbo piangere, se corteggiane mese, con l'intenzione di darsi poi lìberamen te ad una vita di peccato. In questo caso le do e servendo eternamente questo ingrato pozzo, sue Comunioni non sarebbero fnittuose ed non SI degnò mai, di tante acque che egli ha, di egli potrebbe trovare al termine della sua darmene pur una gocciola per bagnarmi la Un,, vita, inesorabilmente, invece della Misericor gua? dia, la Giustizia di Dio. 5. Per far bene i primi nove Venei-dì di del mondo, gli ifiirioni, i piaggiatori. Servono 11 mondo ed il demonio senza altro compenso che. ' ogni niese, non è necessario ascoltare là S. Qualche cosa di simile potrebbero dirci 1grandi dolore ed amarezza. — PER VOI AMANTI DI SPORT I{ porJijiino iin cpisinlio edilìcnnlt* chc <lel vin. citoif (Iti Tour 1938 racsconUi Viltorio Varale. gìornulii.la. dedicuiulolo ai nosirl cnri f^iovnni. « Nella cameni di Hn^iii. a R'.'inis, poct) pniiiu che la « maglia ;.'ialla » uscissc piT visilarc la calledrale ed esseri* ricevuto dal (.artlinale Suhard, Berf^ajiiaschi è luiijio disU'so <*he riposa, forse dor. me; Bàriali' è anche lui sul lelto. ma l>arla con Bini. (ìli racc'onla con voce calda e commossa le vite dei Santi, i loro niirarol;, il bene che hanno fatto ai ere<lenti nel nome <lel Sif^nore. — Vù\ anche tu anche tu dice rivolto al conipajjno -- dovresti <M'edere come -me. Non puoi imjnafjinaro quanto hene fat-eia al corpo la tran, quillilà dell'anima. Tu sci forte, tanto ferie, ma lo saresli di più se praticassi un'altro vita. Dici tj l'uomo scatenò verso la fanciulla la sua malvagità. >fana resistè ancora fermamente, e nella sua semplice fede fece comprendere al giovane l'or rore .della sua mala azione. Ma l'aUro, investito' di salanico furore, ingiu.stiflcabile verso una bimba di dodici' anni, diede di piglio ad un coltello e le infcrae numerosi colpi, lasciandola a terra ininjcrsn nel proprio sangue. La piccola vittima spi rava il giorno appreso, dopo aver dato alle auto rità l'esatta versione del dramma, c aver perdo nato al suo assassino, e 7)regnndo perchè sì ravvedesse un giorno. .\ Nettuno, la venerazione per Maria Goretti si è accresciuta di giorno in giorni», in questi ann.' dalla sua morte, e anche airestcro ne è an data la fama, diffusa da devote pubblicazioni. Ora. è stata introdotta la causa per la beatificazione della fanciulla col titolo di martire, dopo che, nel che dormi male... 12' perchè hai una spina dentro 193.j, si iniziò 'A processo informativo. Fu durante al cuore e non te ne accor^?i. Sf lu sapessi prc- questo processo cher l'uomo, il quale conta oggi gare come me, non c'è (lolle di Vars o d'Izoard .')() anni, uscito di carcere, s'ponlancamente senti che ti possa fermare. il bisogno di fare in qualche modo ammenda del suo delitto; cosi volle- deporre nella forma più Bi'ni ascoltava a testa china e chissà quali gien- sieri ffli passavano solto i riccioli neri e spessi come il vello di un capretto. Burlali, continuava con afTelto, come si parla ad un fratello in pen colo: — Dovresti venire a«l abitare un mese con lue; aiu])."a- dinanzi alle autorità ecclesiastiche sulla validissima energia, quasi iVicredibile in una bim ba, la quale essendo anche ipriva di qualsiasi Js1ruz!one, non poteva essersi formata ad altra scuola che a quella dei suoi genitori, semplice: genie dei campi. e vedresti quante corse vinceresti. To ero là vicino in piedi presso il tavolo, che fìngevo di leggere un g>ornalc, ma, ^parola d'onore, che ero un po' commosso anch'io». PER LE MADRI CIRCOSTANZE DECISIVE MARTIRE A 12 ANNI Sono quelle lo cui L'onsuguenzu si cslendono a liUla la-vita e perfino all'eternità. Verso la g-loria degli Altari A Nciluno (Roma) nel -luglio 1902, in località Ferriere di Conca, abitava da tre anni una povera vedova, tale Assunta Carolini in Goretti', coi suoi cinque figli, di cui la più grandicella era Mar.a, nata nel 1890. Mentre la mamma era asscjite per il lavoro nei campi, la Maria custodiva i' fratellini Ciò che esse rictiiedono da una madre si può riassumere in quattro parole: modo di vedere ispi-rato dalla fC'de, preghiere moltiplicata' e ferventi, consigli soprannaturali, direzione conforme Vangelo. Meditate attentamente queste quattro con una cura c un discernimenlo veramente supe- role e studiatevi d" metterle in pratica, in ispecie riori alla sua età. Per somma sventura, nella stessa quand os ìtratla della l.a Comunione dei vostri fi gli, della scelta de-l loro stalo, di una vocazione ^ casa dove i poveretiti si erano ridotti, viveva un Irilsto figuro che prese di mira quella figliuola, la quale, a sua difesa, non poteva oipporre forza della sua innocenza. Due volte, come decreto che è .stato affìsso in tutte le chiese, sci vittoriosa, ma in quel fatale giorno 5 che la dice f ne rhi. luglio. dirigere. Nel dubbio sul da farsi ricorrete ai roco, al Direttore dell'anima vostra, o, no, consultate persone illuminate e timoi^'^ jpgr_ 10 S. E. Camillo Luiircnti S. Em. Patrizio flages Cardinale Prefetto della Sacra Coriffregazio^e Cardinale di Xeiu Jork dei Riti. Morto il G Settembre lì. s. Maestro e Pastore Morto il 11. s. 3 Settembre Vero, Pastore di iiiifatioabiìile. è passato unirne, curò e praticò aittraverso a molteplici in modo particolare la mmisioni, che la fìdu. eia (lei Superiori gli al", carità di Gesù nella j^rande Cristo metroi)oU fidavano da slirigare, lasciando ovunque im- aniericana. Stimalo in pron'la indeJelWIIe dì America e jn Europa se. In Gonj^ressi scienti fici, in torn^ite accade miche, in commemora zioni centenarie iportava il lustro della sua scien za ed ili decoro della sua oratoria. Era Presidente della Poiniificia Accademia Romana di S. Tom 'per le orpiniz/azloni caritative che scp])C fondare e far prospera, re durante il suo Pon tificato. maso d'Aquino e di Religione Cattolica. LA MANO PIÙ' BELLA L'n salotto elegante con un'accolta di signore. Argomento del discorso, chi di loro aveva la mano DOVE' LA FA3VUGLIA? Tempo fa così si immaginava la più be-lla. famiglia: il focolare, e, intorno, la mamma e i bambini che -aspettavano il ritorno dell'uomo dal lavoro. Oggi in molte famiglie l'uomo è rimasto fuor., e anche la donna se ne è andata; e l'immagine del focUarc domestico ci fa sorridere come un Ticordo lontano. . . Spesso la donna è all'ofTicina, allo studio," ai •negozio per guadagnarsi la v/ta. E' a sciare, o al cinematografo per divertirsi, Esame minuzioso delle mani, con analisi este tiche. discussioni su discussioni, conje se si trat tasse di risolvere questione di capitale importanza; pareri di\ersi, tanto che non si veniva a capo di nulla. Ognuna voleva essere la vittoriosa. A porre termine al dilTlcilé problema venne elet. lo arbiti'o il padrone di casa, un signore assai equilibrato ed arguto. da necessità vere, o da sciocche Egli esaminò tutte le mani con calma minuz.osa •schiavitù, non trova più nò il tempo nò la voglia e grande serietà, poi grave disse; « Mi disipiace, ^di soleggiare, col suo sorriso e colla sua opera, la signore, cosi su due piedi non posso dare un -vita domestica. giudizio. Ora dovrei interrogare I poveri... perchè, tanto distratta I..a casa è un albergo dove si mangia e si dorme. Preghiamo che le donne r.amino la loro mis. •sione di sacrificio e amore, che «nessuna ri nunzi a una sovranità cosi profondamente radicala nella stessa natura, per aspirare ad altri efTimeri rregni ». • (Pio XI) Le Udienze pontificie a CasleUianàolfo a mio parere, la mano più bella è quella che fa maggiormente del benò. La mano più bella è la mano che sì eleva nella preghiera, che si dona nella carità, che sì esercita con l'operosità. Pellegrinaggio giovanile belaa PA R A B O L E ROBA DA DONNICOIUOLE •W DEL VANGELO No. La corona del Hosario noti figura solo tra le numi delle nostre donne e dette nostre buone vecchiette. La corona del Hosario è stata tra le mani degli uomini più illustri: Huonaparte. Duprè, Mozart, Galilei, Cristoforo Colombo, Manzoni, Volta, ecc. Anime vuote e superficiali possono trovare H Ilosario una pref/hiera vuota e monotona, ma If anime tjrandì ne hanno sentito tutto il valore « tutto il profumo. n .Manzoni, la cui corona si conserva nella ca^ mera dov'ef/ti mori, a .Milano, interrompeva senza umani rispetti le discussi<)ni filosofiche con {jU amici, qiumdo il liosmini tjli diceva, con (/li occht all'orologio; "E' l'ora di dire il lìosario!". Alessandro Volta reciluua ogni sera il Rosario assieme alta famiglia r ai domestici. Federico Ozanam racconta la profonda impr ssione clic fece su di lui, ancora studente, giunto appena a Parigi, la vista dell'illustre scienziato Ampère che recitava il lìtfsario umilmente inginocchiato in una chiesa. " Questo Rosario di Ampère, lasciò scritto, mi ha convinto più di mille prediche A Firenze si mostra ancora la corona del Rosa- rio che Michelangelo portava con se durante i viaggi. O' Connet, il grande statista irlandese, dice che aveva più fiditela ueirAvc Maria del suo Rosario, Gesù disse un'altra parabola: che nei suoi discorsi. Il duca Emanuele Filiberto Il regno del Cielo è simile al lievito che una •donna prese e mise dentro a tre misure di farina di Savoia, dopo In celebre battaglia di S. Quintino •di frumento, sino a che lutto fu Kevitiilo. pubblicamente il S. Rosario per ringraziare la Ma donna della vittoria e fu lui a stabilire che il numero dell'Ordine della SS. Annunziata f('sse dì quindici, per onorarne i quindici misteri. La parola è molto simile ad un seme, ma è anche •qualche cosa di più; ess(f può riuscir a pervadere la società, ratilma; è tilt iievito che pervade e fa ferniMìtare tutta la massa di farina in cui è messo. L'ELEMOSINA E' una specie dì ueslc che non si .10f*nra nò niai invecchia. E* una specie di arte liberale, dice Grisostomo, che ha la sun oflìcina in Cielo e maestro è Dio. E' una banca inesauribile che pag^ in cui furono sconfitti ì francesi, volle recitare .*l Lourdes, mentre un Vescovo intonava il i?0- sario davanti alla Madonna, fu visto il valoroso generale Gonrand, amputato del braccio destro, estrarrc faticcisamcnlt' di tasca la sua corona per unirsi alla folla orante. Gli esempi potrebbero continuare. Dinanzi a queste magnifiche prove di fede, rav. viviamo la nostra devozione alla Vergine e ritor. niamo alla bflla usanza della recita del Rosario in famiglia, o quanto meno in Chiesa, durante sempre. E^sa aipporta questi va.nlaggi: 1) Essa^/ion questo mese di ottobre, consacrato in modo spe è mai dimenticata da Dio — 2) K' come una col' ciale a questa devozioite. lajìa d'oro che cinge i più grandi' santi e i fedeli servi di Dio — *0 Porta la sperajìza del pre- mio, la gioia v la jjace — 4) E" un segno caratte. ristico di predestinazione. — ^) 'Si:nccia i demoni ^ nella lotta i poveri da noi hene/ìcati ci aiuteranno colle loro preghiere -- 0) E' un efficace specifico •che guarisce le piaghe inorali -- 7) Libera dal pec. DOVE' LA VERITÀ'? Certa stampa del nazionalsocialismo tedesco siste nel dipingere la Chiesa, M clero cattolico ® il Pontefice romano quali alleali del bolscevismo. calo, dice Tobia e procura la salute elerna — Stampa e uomini restponsabilì del regime russo, Arreca grandi benefizi In vita e dopo morte — con non minore insistenza, ripetono che la Chiesa, il clero cattolico e il Pontefice romano sono i f^rocura una santa morte. Amico, sii generoso colle tue limosine, coi po mìci dichiarati e più temibili del bolscev.'smo. Spirituale. qual parte sia la verità. veri e colla chiesa e ne avrai ^grande vantaggio Neirirriducibile contrasto ò facile scoprire 12 w^- IK f. m Regina Sacratìssimi Rosarii == Ora prò nobis —> DI CHE TEMPRA SONO LA MORTE DI aiACOBBE - I NOSTRI CURATI Visse Giacobbe in BgiKo, ljencHle!(() da Dio, tli- Accadde un giorno u .\aii)olL'one I, in una sua ciassotte anni ancora; poi, senlendosi presso a morire, si chiamò attorno 1 ligliuoli e li benedisse ad uno ad uno. Quando venne la volta di Giuda, passeggiata, di essere sorpreso da una siiaventevole- ispirato da Dio, gli disse in tono iprofetico: «O Giuda, i tuoi fratelli ti' loderanno; i figli del padre ca/panna. Stando sull'uieio di.e.ssa, vede i])assare un curalo che corre. alVrontando la bufera. Lo t'enipesta, ehu /lo coslrin.se a rifugiarsi in una chiaina e gli domanda dove vada con quel teinpo. tuo ti adoreranno, e tu sanai a guisa di leone sulla preda, che nessuno ardisce turbare. Lo scet, — Signore ^ tro non sarà tolto da Giuda e il condottiero della a portare a un moribonth) gli ultimi conforti dcltn sua slirj)e. fino a tanto che vencfa Colui che deve essere mcndalo, ed Ei sarà l'aspettazione delle religione. nazioni ». dice loro: Poscia si addormentò nel Signore in età di 147 anni. Giuseppe morì 54 anni più tardi, in età di di Francia! 110 anni, doipo aver tenuto iJ comando dell'Egitto (per Io spazio di 80 anni. momento, quanto possa la religione di Cristo nella I discendenti di Giacobbe si moltiplicarono in si gran numero, che formarono ben presto un pòpolo numeroso. Si divisero allora in dodici tribù risiìoniii- il sacurdoie vado Napoleone, comniossfj, guarda i suoi ajnicj e — S.tgnori,-.di. che tempra sono i nostri curati Essi tacciono ammirati e sentono bme, in quel formazione del carattere dei suoi seguaci e come solo la fede, sentila e vissuta, .possa portare al compimento del dovere fino all'eroismo. ' le quali presero il nome dai figli di Giacobbe. I Faraoni d'Egitto seguitarono da^pprima a pròteggerli e a favorirli; ma, col volger de^ tempo, cominciarono ad aver timore della loro crescente (prosperità, e presero ad opprimerli e perseguitarli. E un Farao;ne, salito al trono, concepì l'iniquo pro^posito di sterminarli dalla faccia del suo regno e promiiigò perciò un editto in forza del quale tutti i bambini maschi ebrei che nascevano dove vano venir gettati nelle acque de] fiume Nilo. Ma i'I Signore vegliava sul suo popolo. LA PIÙ' POVERA CASA ffovernata da unof donna virtuosa, attiva, al^ fc-gra, può cosi esa^ei^e l'asÀlo del<la pace\, della virtù, di ogni benessere; può essere teatro di ognt nobile rapporto nella vita famigliare; può divenir cara ad un uomo per molle gradite cessociazioni; può essere un santuario pel cuore, un FÌJugio w He burrasche della vita, un dolce ristoro della fatica, una consolazione nella sventura, un orgoglio nella prosperità, una gioia in qualsiasi tempo. 13 IL LAICISMO NELLA VITA PRIVATA Il hiicisiiiu lu'llu vit;i privala è una cosa che non ha buan stinsi) i- cUv si polrehbt; chiamare coi» il 5U0 vero nome; vif^liacchcria. Perche (li moda, non si csitu a porre rimmugine <ii S. Orislofoni neirauloiaohilf, sicclic queste ini. iiiagìni si vendono come «accessori di aulo >. Cilo qneslo esempio solo per dimostrare lu for. za del rispello nmano, ina non disprezzo una p>e- 1à che. per mezzo di S. Cristoforo, cerca di niet. tersi sotto la protezione del cielo. Ma poi chi pensa a metlere un ogtìcUo sacro in ima corriera, in un scompartimento ferroviario? (ìnippo (li l-\iljiii.ii:i.sti Si)aj^noli rioevur.i dal Viag^ialore che scendi all'albergo, dove trovi Pupa jit-l «palace» moderno l'immagine della Madopna? In America, in Inghilterra non era raro di trovare una BiJihia nella propria cjmiera. Non è COME LE RAGNATELE J'ideale, ma e un atto di fede. Vi sono dei turisti i quah*. con questa lettura fortuita, sono stati con. a mutar vita. Perchè non meneremmo, noi, gualche oggetto sacro? f'erchè, dunque, que^t.i assenza :M religione, questa laicità nella nostra vita quoli<iìana? Perchè gli avversari del cristianesimo ci hanno persuaso che la pietà è un affare personale, inti mo, che si profanerebbe praticandola pubblicainente; vale a dire una cosa che bisogna nasconde re e di cui si ha vergogna, invece di essere la più avella manifestazione dell'anima. •«Lontan dagli occhi, lontan dal cuore». 11 ipro"V-erbio che tien conto della debolezza umana non •ha torto, e coloro che vogliono scristianizzare 5a •società lo sanno. VIVA LA GIUSTIZIA!.... IC un ipuzzo. No, è un anarchico. Ed accorrono eiilrambi jielrutVicio attiguo, donde era partito il colpo di rivoltella. I due sono: Clemeinceau quan. do era Capo del . Governo Francese ed un suo gretario. Sono gpà accorsi anche i ,poliziotti e stanno disarmando un individuo che si mette a gridare; Viva la giustizia! Viva la giustizia, c Sen ti cosa dice. Te l'ho detto io che è un pa2zo! ». E se lo diceva Clemenceau E* Baldo Zari, un arguto giornalista de < Lltalìa u dì Milano che lo riferisce. Ed in quella colon, na dì giornale ne aggiunge dì così argute in proposilo che è un jìiacere leggerlo. Nella giustizia umana la fede non fu mai troippa. Sotto il ipretesto di fuggire l'ostentazione e il fa- Tanto è vero che Bacone, grande filosofo inglese, •risais!' ' ess^i hanno persuaso i cristianit a nàscon.dere la loro fede. Ma il farisaismo, l'ipocrisia sono iparagonava i tribunali alle ragnatel-e, che acchìap. pano le mosche, ma lasciano scappare i mosconi. 4>en altra cosa; essi sono delle maschere che consi stono nell'ostentare una divozione tutta di esterio spuntata sai; ma la stalla non è 'più nè niia uè rità e vana. Mentre, se non si mostra la fede, si cor. (Te (pericolo di /perderla e, se non la si ipratica, si E quel povero conladinaccio ad un amico: «L'ho dì chi me la contendeva: è dell'avvocato». Sant'Ivo fu avvocato ma se andò in Paradiso d iflnLsce per non 5)iù credere a nulla. E' così che si giunge alia ìrreiligione in tutte le (manifestazioni della vita ordinaria, è cosi che la andò soltanto dopo aver intrapreso a difendere 1® cause dei poveri che non gli .potevano darè" nep pietà diventa l'ap-pannaggio di alcuni soltanto: i pure un centesimo. Baldo Zari scrive che di questo sacerdoti ed i religiosi, per cui è un a mestiere > o santo si diceva nel Medioevo: « Advocatus et non ^i vecchiette che non hanno più nulla da aspettare latro res miranda populo » Che vuol dire: « F" avvocato senza fssere un ladrone, cosa strabiUa^^^ agli occhi del popolo ». •nella vita. Si scava, cosi, un fosso tra la « verità •religiosa » e la «realtà» che è la vita di ogni giorno 4 cosi che si uccide la fede, non con l'attentato •cfolpnto fjplin persecuzione, ma mummillcandola e j-ijt-uurMloln lun>,'i dall'esistenza. E queslo, un vero cristiano, non lo ipuò ammette, E quel giudice di Corte d'Assisi affermava che « alla porta dell'avvocato sì deve bussare coi pi&di » Ma perchè? Perchè tutt'e due le mani devono es- re. Vogliamo vivere la nostra fede. Qualunque sìa . sere cariche di quattrini. Ja forma esteriore con la quale essa si manifesta -questa forma sar!. Sipontanea, senza ostentazione co. anche un Avvocato santo. Però rileggete sopra co jne senza rispetto umano. me ha dovuto fare per diventare santo. Ma non sono tutti così. Tanto è vero che c 14 H sacrr<lote iniiìont* <)uin(ii la mano sul capo drt bambina por significare chi- Dio no prende pos. sesso e che <hi qud nioinonlo Io ir)roleggerù e guL dC'rà colla sua jnano a<lorabiif. RITO DEL BATTESIMO M rito comincia airingresso della Chiesa, ove iJ bambino è tenuto fra il padrino e la madrina. 11 sacerdote tJa principio alla cerimonia con queste interrogazioni rivolte a] bambino ed alle quali rispoDKÌono il padrino e Ja madrina a nome d-e^ battezzando. :k. Mette 4K>i un po* di sale bencdelto in bocca s c .bambino per sign.flcare che la grazia del battesimo* quando si è fedeli, preserva dalla corruzione del peccato e fa gustare le masfiime del Vangelo. Ù. — C/ic cosa domandi alia Chiesa di Dio? 1%. — Domando la Fede. I). — Che cosa ti procurerà la fede? R. — La vita eterna. Avuta questa risposta il èacerdoite ricorda che p«r avere la vita eterna è necessario ossérvare i Ooman-daimenti, aimar Dio con lutto il cuore ed il prossimo come sé stesso. LA PAROLA AGLI AMMALATI Quando Dio li creò, li pose a fianco un Ajigeio^ e ti affidò aììa sua custodia. Que.slo Angelo da aU lora ftno al presente non ti abbandonò mai, ©<t e^bbe sempre per .te le cure più dolci che possanovenire suggerite e imposte da un'amicizia celestia^ le. Vuoi Dira credere che egli sia per abbandonarti o vo^ia farti un'assistenza meno afTetluosa di pri ma? Tull'altro! Come egli ti fu dato per il tuo bene, così t3 moltipQica le sue amorevolezze ap* punto perchè hai bisogno d'essere beneficato più di prima. Pregalo pertanto, almeno con giàculatOi^ rie frequenti: pregalo che ti aiuti ad aver pazien za. a soffrir con vero spirilo crlistiano, ad unìre- le tue all« sofferenze di Gesù Croceflsso, che U aiuti, in una parola, a guadagnarti il Paradiso. Ohi se avessi una fede viva e una fiducia ferma nel tuo- Angelo Custode, come passerebbero bene le tueore soditarjle e dolejiti! quante cose gli sapresti, Quindi soffia dolcemente tre volte in faccia dei dire, se credessi davvero che egli ti sia sempre bariibino ordinando al demonio di uscire da quell'a. ninia perchè deve prendere possesso lo Spirito tì fianco! Dunque ricordati spesso di lui; ricorda * Santo. Dopo ciò fa un segno di croce sulla fronte c sul petto dei battezzando dicendo; fiicevi il segno della croce sulla fronte e sul cuore, accogli la fede dei divini pnìcetli e vivi in modo da essere sempre il tempio di Dio. che tra gli amici è il più fedele ed il più santo;, ricorda che è il più potente: che nessun altro ti- ama più di lui. In Cielo, a suo tempo, conoscerai che cosa abbia fatto per te quest'Angelo che fu ifl tuo inseparabile compagno dalla cuUa sino alla tomba. s — PAGINA èL lUMPlANTO — Ho vislo UI15I lOVENTUi r (ialln faccia felice è in capo tavola. Una birba di nipotino, su per i pioli della sedia, gli si è arranv SCAPOI^) vij^aclia.... Anche noi ne vcdiinno delle belle v.gnelte; e vi^^nolte e vignone cariche d'uva. Sonc» la nostra speranza; la felicità dt-dle crollale 'nvernali presso iJ fuoco, colle carte in una mano e il mezzo nell al. ira; c delle estive all'ombra dei faggi e dei plalan.. Oh! le belle vignette 1 — Non un vignetta di queste ho visto io; ma una caricaturo, un disegno. E il disegno è questo, t^» ifomo che può avere quarant'anni pprctiò porta aiicórà i ca^c'lli neri; ma ne mostra sessanta o settanta perchè non può nascondere una faccia cosi Junga, una.pdLe cosi flpscia, una naso cosi rosso e bitorzoluto che un uomo di quarantanni «e ne dov>i'el)l>ero vergognare. E' vestilo bene, è ricco; è soie in una larga sal-a, la sera di Natale, seduto a una tavola rotonda co-perta di tovaglia, e carica d'ogni cosa desiderabiie, varie bottiglie che devono contenere dei 1'(fuori squisiti; frutta, che, iper averla a Natale deve esser venuta da molto lontano. Ma non deve aver votgjia iJ nostro uomo nè di mangiare nè di bere, perchè nonostante che il bicchiere di cristallo gli «ié davanti (pieino, e il ipiatto fornito dei migliori pasticci, non li guarda neppure. Ha riposta la sua speranza nella sigaretta; Ne ha uua scatola, di quelle ottime, dal_nome egiziano e dai boechi-no d'oro, sulla tavola. Una ne tiene accesa tra l'indice e il medio. Ma neppure la si. garetta lo consola, perchè consuma lentamente tra le d^ta, senza che l'uomo accenni a volerne aspi rare il profumo. Che la musica sia migliore amica d€i vino e del fumo? Dietro a lui un radio-gram mofono lussuoso suona un disco, forse la sua pre. ferita canzone americana. M& u disco suona a vuoto. L'uomo non lo sente. Appoggiato il gomito ])ic»io Jln sulle spalle; un altro più piccino gli è intronizzato sullo ginocchia e stanno sclierzo»«u niente dis»putandosi un bicchiere di vino die ^ nonno tiene alzato e che è già a metà. , Un terzo frugolo dallo Sipirilo guerresco s'è ve stito da soldato con un ke«pì di iuameiite un cavalluccio a dondo'lo che sta sem pre allo stèsso posto. 1 nipoti più grandicelli si stanno raccontando te avventure dei briganti. Due- sposi brliKlaho alla proip-ria felicità, e Ja vecchia moglie, mamma e nonna sordastra ormai c ch« non può sentire tutti i frizzi e ie trovate dedla li*» la brigal^i, guarda estasiata, qiKisj con invidia i*" suo vecchio marito assediato cosi dall'amore quella ctikla innocenza. Sotto è scritto; «i7 rimpianto dello scapolo» — Glii sono gii scapoli? mi domanda un ^ovannino di primo pelo, •— Domandalo ai giovinetti ( Si possoào ancor» chiamare cosi?) dal 1908 in gHi. 11 rimpianto dello scapolo. Cambiate i prelibati liquori nel nostro mode sto vino da erotto, la frutta in uno siagioma^oformaggio dei monti, le sigarette egiziane nel nos-tro tabacco di prima, il grammofono in un siasi organetto e in una qualsiasi canzone scap ®sca, il cavalluccio a dondolo del piccolo cava'lier» in un ordinario bastone; lasciate pure la facci» triste e floscia e iil naso rubicondo; e sotto la vi gnetta potete scrivere: rimpianto del nostro- scapolo». — Ohi noi siamo contenti ugualmente; non ab biomo nulla da rimpiangere, dirà qualche dello scaipolismo. da star contento ugualmente; ma tristissimamente. ler godere tutto da se è così vile da scena del suo sogno. Una tavola pili lunga della sua, lunga. Un vecchio uomo dalla barba bianca -1 E* vero che uno può essere tanto grosso alla tavola, e piegata la testa sulla mano aperta, guarda nel vuoto e ascolta qualcosa di lontano, Sopra questo quac/ro desolante è disegnata la cartone e una' spada di legno e' sta facendo baccano ^jer quattro,, mentre lui loii)olino di fratello cavalciiva velocissi- ma l'aver rinunciato al gran privilegio com"' scopo nltar la vita, senza sostituirvi• iin ui altro . caso, o- mor figliale come in qualche eccez 16 — -di paternità larghissima e spirituale come nel Sa. Kìerdote, è un votarsi vo-lontariamente a una morvergognosa; ma il non voler creare dei cittadi ni del cieJo ( percliè ogni cristiano è di diritto •cittadino del cielo) dimostra una materiaKià in-concepibile; ma-l'aver temuta la lotta della vita, il. sacrificio, le difficoltà, la povertà è tale una •«diserzione che macchia un uomo presso gli uom. ni e presso Dio. Spiegazione doilr iiili*ii/.ioni pi-r il uu'So di ot tobre: u Per tutti et,loro che propagano la stampa, la radio e il cinematografo cattolici ». — La stampa, per la permanenza della parola, che il lettore può con la massima comodità conservare presso di s® per nuovamente rievocarla a sua volontà, la radio. reggere una casa? per rampiezzn del campo che iminedintamenie al>. braccia, il cinrmatofjrafo, per la efficacia nei sen. SI, che senza affaticare appaga, sono i tre mcwi — Non parliamo di quelli. moderni più potenti a divulgare le idee, plasmare — E se uno è ammalalo? nella miseria? inabile -a APOSTOLATO DELLA PREGHIERA Non abbiamo per questo parlato a vuoto per"Chè una buona lista potremmo stendere di questi «disertori deJla vita; e sfogliando il registro de» nati dal 1900 in avanti una più lunga lista di « A~ .spiranti ^Scapoli » si potrebbero pfesentare. A questi però è ancora aperta la via di scampo. Per questi abbiamo parlato," perchè altrimenti -valeva la pena di tacere. gli animi, muovere i cuori. Si calcola che ogni giorno gli spettatori al cinematografo siano circa 30 •milioni, gli uditori della radio 50'milioni, i lettori dei giornali 150 miiioni. Purtroppo i Hgli delle tenebre non risparmiano fatiche, sacrifici spese per largamente sfruttare ai loro diabolici scopi questi meravigliosi doni del Creatore. Assi. stiamo con la preghiera lutti coloro che. con la autorità. l'arte, M lavoro, il denaro, procurano farli servire a gloria di Dio ed a salvezza delle anime. RICORDANDO Si è compialo da poco iil trigesimo della morte »di Augusto Rovigatti, tanto benemerito dell'Azione Cattolica. In questa occasione è stato pubblicato il suo -(c testamento spirituale >. Preghiamo insieme . affinché mediarne la slam pa. la radio, il lealro, il cinemalo.rafo. eslenZ la conoscenza e l'amore delle Missioni i. —Sono I mezzi oggi più in uso e più efficaci a simili sco. pi: perche non servirsene a salvezza di tanti popoli? Si tratta di un documento edificante. Merita di essere riportato almeno in questo bra mo per essere meditato; MOVIMENTO DEMOGRAFICO della PROVINCIA DI ASTI «Ho avuto sem(pre paura della morte; ma ho ferma fede però che la misericordia di Dio mi as. ^Gse di AprUe 1938-XVl isi'Sterà in quel giorno con le cristiane speranze consolatrici, che fanno dei giorno della morte il rgiorno natalizio, il principio della vera vita. Quando sarà? Come sarà? Io prfego il Signore .che mi chiami quando sarò nella sua grazia ed . Capol. Resto Prov, Totale 256 TVff" Diff. pop. .64 + 232 ^24 Mese di Maggio 1938-XVI •accetto sin d'ora umilmente dalle sue mani la N-'t. morte nella forma che più a Lui piacerà. Possa il Morti sacrifìcio della mia vita essere l'ultima preghiera». Diff. pop. Capol. 65 Reato Prov. ' 296 + 35 233 Totale _ 4 291 54 + xi 331 298 + 7 LUI&I 0A109S0 ^ Direttore GRANELI^ Bisogna sapere nel cammino della vita, a tempo opportuno, "puntare i piedi"; nelle difficoltà e nelle lotte che non mancano mai, conviene far proprio il motto "spezzarsi ma non piegarsi" e il programma del P. Lacordaire; "forte come il ,diamante "; few proprio il grido dei nostri soldati sulle spc^ride del Piave; "qui non si passa". Mi-.. SCUOLA TIPOGKAPIOA SAN~"qiu8Ì?^ k:- A..m, XXMN -N. 11 l<>;m X\ Il K.li., <LAMICO " W '« ~*t-v>v¥ '.fl/' K s||®lJ l'avnrila dal liei leinpo. ral'M'j;ria maimì.v.n v ih-;u-v sau i k N... o., u.. !.. .lu... n.i.-a.o du- r.n.u. ^<juo,.a aostra Leila o cara f.M". p.".' "•... .1 nilà. SpcM-iaimo, li»:. An/.i aii/i Marno 7LiS~ più'ic r ' „,,„ ,i,„.,., tìi iprcfiò od ti l'arrucu dJAàc otpporlune paroh A Tai, sui prati ombreggiati da magnifici abeti, Ma'douiia BcueJettu, riparan<lo, fu ci>n?umala avidamente la reJczionc, rinfre-eata dal gelatiere die, 4rerto non si as-pettava m quel giorno tanta fortuna, e inaffiata da un !«or« AiMto -di vino, p<5r il quale i più hric^ni non .uu. loro caratlcrc di cnsliani, dandosi ad mancarono idi tentarne il bis. il>ov)cv)a esscirc questa, l'unica refezione, nia dotta tull'allro chc onesta, iRla«coinamlianio particolarmente rìionio. iNi»n jmleva mancare, s iiiteinie. la nota religiosa, oostiluita dalla vifìla al ^lianluario i(>ix>rifÌ H> a Pieve o;l i.llu roniUa <• poetica <-hie>ella de'la .Madtuina di Loreto sopra L.tizzo, dove ajdi irrequieti xna -devoti ascoltatori. venerato \o.c noatri hirioj'hiiii rognò -ovrana, «ia nelI'ai»Klat»i che nel abbiamo no-talo che tanto nellandala come nel ® stanza la Co.numonc del mattino ohe (lev es,or rito-rno, le... igrample funzionavano in permaniu vcriiiiicnLc .generale, za. L'anno venturo, un'altra seorriJianda xinseirà JNEiUL'AZlONE CAlTOXiUCA ancora inigliorc. Ma forse sarà risei-vata sthlo ai Se chiediamo ai tesserati e tesserate di A^>ione Cattolica un grande zelo nell'adempinicnto loro doveri cristiani, così 'da essere di a.li altri, non per questo si ^può negar loro quegb onesti ,vagiti ohe tanto giocano a formare Uloro carattere, cl.e .dev'essere temprato ai migliori si di leligionc e di ipatria. I>iù meritevoli. Quindi attenti, banlbim! 11 3 Ottobre i nostri ragazzi d>bero la visitó del Presidente dioceisano, Raig. Annani, che trattenne una buona ora, parlando di tante c svariate cose interessanti l'organizzazione ed - lietandoli con la sua inesauribile verve union Per quefeto abitiamo voluto faivorire le giovam col farle ipartcipare, cruest'aimo, a magnificile rappresenla/,ioni teatrali, che sono 6tate date ad Ampezzo e 'e quali hanno data l'occasione di gioiose .passeji'gia-C. etica. Nell'occasione egli ha (proposto ohe ^a sezione Aspiranti venga intitolata al meraviglioso valletto Aldo Marcozzi di Milano, che, morto a •dieci anni, ha lasciato un ricsardo indele-biU Ma ancJie i ragazzi avevano bisogno disvagarsi. se iper il isuo senno superiore all'età, e Ed ecco che, nella .prima seltimana di ottóbre, sue sovrannaturali virtù. Beri volentieri ilabbia T" con tre macchine, una cinquantina di ossi -fuiono portati nel vicino €ado®é con ^pniitàte a Loreny.Eiigo, a 'TjOZZo, a Pieve di Cadore ed a Tai. «SL^-'v accolta la protposta eid in consegu<^J*za fortunato di tanto giovanetto, con iro)sità, Ila voluto donare alla seziono • 'li- -ne- del ngliuolo, molte fotografie riproduoenti i princiipalì falti della sua vita, tre ljelliì>?ìuu vohuiii che parlano di ini ed aj'U'e cose che furono di?tri- UNA CONVERSIONE ISPIRATA.,. l'n >ao< rtlotr cattolico orìuniìo donila Norvegia*, racconta il s«*gucntf npisorlio «lolla >ua vita mi^- luiitc ai nostri tesserati. >ionaria in Anicrira: In quella sera stessa il Kag. Armani tenne una r.pplandita conferenza ad una cinquantina di uo mini e giovani, che l'ascoltarono con grande in- un git>rno di incontrare tu» mio coimazionale ciiC leresse. / II, OMAG<;.li() ' ALL.\ MADOIVNA DELLA SALUTE Ci «ono pervenute le seguenti olTerli': N. N. 5 Ajiziutti Oreste, Timilin 10 — Ce- « In una n m(»la regione anu^ricana. mi caipitò verso la fine del secolo pap»<alo. in età giovanissi ma. av«'va aljlian<Ìi>nat«» la \or\egia ed «Ta emi grato in Ainerica. Itigli era stato cthicato in una ^•uola hiK'rana. nella quale tutti i teylj orano* ispirati alia a\-\er:«ioiU' contro la Chiesa Cattoli» ra. Egli aveva ini]>arato che I^utero e i suoi se- guaoi in Geniiania. che l'nric» Vll-.I v la regina Elisabetta <oi loro seguaci in Ingliiltorra. la rivohizione frantn^e br sue eonsegui'nze. il marxi.^,mo e il comunii-nio. avr#ibi>rro indiibbianiente dolin Anna, Vasco 5 — La famiglia del fu Cle rici Riccardo, .per onorare la memoria del suo condotto ben presto ..,lla fine del Papato. caro defunto 15 — impres.::a nella sua memoria. Al tempo della sua emigrazione erano in pieno vi-jor,. i„ nìa De Santa Ugo Batli-sta, fe- stc\«5g!Ìando il ba'.itesimo dei'la sua primogienita Valeria 5 — Agnese Quglioluno, Baldi 5 o Anto- niacomi Amelio, Pirin, 5, partendo per la Fran cia, ZaUiero Giulia, Baret, per onorare la me moria della madre Ticò Rosa. pre- sle^-a di Homa nel 1870 era ancora vivamente lo Je-gi e i divieti <le' KiiUnr ÌO.mpf e molte Dio. ' ...ano .cnza Votovi; i„ Fr.-incia 1„ guerra sfor.unal;, coni,-,, la (;,.,„,ania av.vu avuto cons.^nicn/,,. Iniusio per il catu.lki.mo : nella sua palna, la rvorveflia, il numero ilei cattolici <Ta lanlo .nsi..n.ficanlcN ci,,, MOVIMENTO DELLA iPO'PCM.AZIOiXE con.r.„.nn/a .1. queste in,prò ,ioni, ,.|u- aveva poa-. — Dal 27 Settembre al 29 OttoJ>re 1938 — non aveva avuto occasion.; di „,o„li|icaro, vivendo BATTEZZATI De Santa Valeria di Ugo Battista e di Pavoni Maria. De Pauli Ezio di Mario, Codetn, e di De Santa Fides. MATKìMOm Pavoni Oscar, Pele, con Pieli Ei^sailietta, Speccini. De Pauli Agostino, Curisela, con CojnìJs No vella, Pascut. Stìhiaulini Paolo, Ba.stian, con Ticò Maria Al ma, Titagna. ucm.Ti Clerici Riccardo, Danta, di anni 57. Ticò Rosa, Barert, di anni 84. ta'o .reo ,n America, e ohe i„ tutti .|ue^ti auni mollo lontano dai grandi centri, egli era conviu1• tnttr. .conv,,ar.o. ' fo che nel fraltemno il Pnimtn .1 Al primo incontro col n.i^sionario suo eoinpa- timi. . Iemigrante noi-veg,..e rivolge a lui l-, do manda, se e,i^te,se ancora in Europa il Vi vamente .orprc«. della strana domanda, il eàcer- dote r,.,po..c: ' ]\a'airalmente. f| ' 00,ne sem-pre!". Quell'uomo se 'ri!; andò "tto pcn,ieroi-o. !)op„ qua!<d,e tcmipo egli ei presentò '1. nuovo al missionario e disse: "Faten^iJ fav«e '!• '=_cr,vc„,„ nel numero dei seguaci della ^osL^a Chiesa . Intcrnellafr» • • . .abdicazione del £^e " 'eTe^co "e .txexia e altr. S!aM hanno dovuto ahclire, contro^ <^hcria e nitri i '^'"«..co, se 1Austria-Un. Totali dal primo dell'amio: Battezzati 33 — Matrimoni 16 — Morti 17. Jica^ione. Se la detronizzazione de,| Papa non è — Quanti sonoj sacramenti? chiede il sacerds. uscita, ifjcBto e per me un segno evidente, che di D i o ® ' a n n o sotto la protezione te a Pierino. — Non ve ne sono ipiù, signore. La nonna ha ricevuto gli uJtim:. 'ìÀììaAs'. Ch uomini sono piii bnoni di quello che cre dono anche so talvolta l„ sono meno di quello che dicono. - /tt (Ugo Ojetli). Mx LA FESTA DEI SANTI IL PARAFULMINE I.a pioggia <adr diniKa. f»miiH-ggia. Tno scop liberarci dalle prrocupazioni della Wtn eeono- pio rii-Miplc iiij vali'-: Ibfnliniiir r caduto -u mia ijnerria: Tlia -ipaerala. xnica per pensare ad xina vita più profonda, ulJa l'I nc»i«?r'> orologii» ?»i?gna h» ÌS. S<'nil»ra nK'ZzaSe fwnii aniH» poJ^^riino, un giorno almeno vita eternia di cui la morte ci apre le porle, quel iiolW*. giorno dovrebbe essere la fc6ta di Ocoissanti. E anche il giorno micccaeivo perchè, nel ca!u.po soprannaSuruie, iJ dolore di morire e la ^^Icrria di •H>pravv iviMT j4Mio (Mi>ì inlÌJiiaiU' iite uniti da far na i r guiiriliamo. la fronte appoggiata ai vctri^ guardare a!Ja morte con vera icti/.ia. Fu daa'vero un poeta di genio quel S. Udilone, abaie di Cluny, ciie elibe l'ispirazioue, circa mille anni fa^ di unire la fe«»ia dei umrli olla fcàta dei santi. Siccome, a quei tempi, la mia abazia era I^a-riiinii» la h'Hura: abbiindonianio i gio^' In natura ^rrMivolla. li l»MMp'»r;:l(' r vrnulo adagio da lontano, at di là dri grandi huM'hi. Il >in> runit)reggiare hra\%i qin-llo di un e-.'icitc» fonnidaliih* ''he iirri\a ira--inan» lo eaniìoni. Our! (^''^Mlio <li grandine... alle niilr,i}#Hulri(*L di Spai:!!;', iiel Cyiapp<me. d<illa Maneiuria ohe alhui.i:a il -no tiro <^)u'*| (Teìpilif) di gran<line... iill euiilraglial.rict «Iella Pale-tina. (^)u<'':ru<r'frLIa<fri<» nero <'lve «vrna -a! ni'tl<» e modc-'do di tutti i conventi ed era conopciuta in ^ )Kil,piia n( Ha tfmi.jx's'La.. ad un aereo-piano tutto il inonidò cristiano, l'uso di celebrare Je (rai'eia. <•!)•' ritorna doipo av4*r compiuto la ?^ua' due feste il primo e il due novembre ?i f?pnr« in tutto l'universo cattolico. Oggi non rimamgoTio che alcuni ruderi dcUi famosa abazia, distrutta ai tempi tiel.'a livoluzic ne, ma l'idea nata in <juci convento sopprawivq coiiir .-nipraaVi ve «H?nipr<* un'idea i:iu«ta e profonda. Perciò, a di&juetto della nocstra civiltà 'prc8S( la quale domina .'tn jH'eoocnpazionc delle cof-Q di qii«!p-giii. la festa <!'()|rni-i-anli s'innalzerà i^em- pre come um -slmboilo grave e forte sulla soglia mi-sione.... Brullo f^>gno... I velli Irenìano. Il fulmine cade ancora. La «•a'.-a freni<* dal is<»laio alita cantina. LI cane .«i na- r»roiiile .«sotto la tavola. Abbozziamo un c-egno h* eroce. Disgraziati ih<>rgln.'si {^vegliali dalla piog gia. ilailN' J)oitilh<< <> idalle lorpe'<?ini. inflovinia'nHi lo s.])avenlo che vi fa tr<*niare. r>a f|iie,neia fulminata ha iperdufo il ramo prin cipale. l/alhero ò ?tato. per noi il parafubnin.'. La guerra infuria airOrientc e all'occidente, gutTrn idi armi .e guerra di idee e di ideali.. Ma anehe gK»! moniìo ideMe i?nime ci ì^no i pa ra fulmini: pagano per noi. dell'inverno. Ogni anima non troppo superficiale si racco Guarda urlo al temporale, i cui laimpi illliuninano glie, 'dimentica per un giorno la cor^a pazza nel la quaJe eei-ea di stoirdiirsi, ei arresta per un sa- dalla città colpevole il eiii-ligo. Alle lo quefMa sera ile Carmelitane riprende hn.iire tu por tu, /pensa aille anime annate di cui per ranno la grande preghiera della notte. Alle 11 eolipa sua ha foirsc perduto il contatto, penfa a 0io le Claris-ae saliranno per il cannil^io della guar i nostri visi i»on©o ai conventi che allontanano' rfie dà Ja- spiegazione di o,gni eoisa e senza dtìl dia. A 7nczzanotle la lGeito>sa. Alle 2 la Trappa. All'aliba i monaisteri degli Agostiniani e dei <?nalc uè la vita, nò ila morte laivreb'bero un si gnificato. benedettini. C'è lui convento in mezzo ai eanipj dal qua le. da mil]tr ainii, s'innalza mai interrotta, una Per l'ailtra parte defll'anno quell'anima avrj; inseguito dfeUe chimere, avrà vissuto eome se li pregliicra. Vedo la lunga fila dei imonaci bianchi- Lii eani* morte non fosse sem(pd-e in agguato, come se i| pana suona ^aulla campagna addo^rmentata. Le galbppo dei ^suoi squadroni non facesse conti nuamente tradire il mon|do intero; ma que ^o,mo, inginoediiata su di una tomba amata, può darei die riesca. \a. eajpire che con il Crìsto sol tanto si vince da morte. Irate ris-plendono. L'organo preludia nel silenzi® de]i]la notte. E' la lode divina, la ;?aiippli<?3 in uie di quagli / ncmini olie pregano male ^o non pregano. Un foir<'®ta umana elie isi disbosca. Addio in convento che isi demoiliisoe è la ne! .Xl' fai'liniine calde... le inonidazioni ©eipp^- dlelh* \^i^o elu- la -^offx^r.'nvui ha cxilipilo lontaiiieuto. Vedo la camera nella <iua!e Ciovaima, gli ocsolii rio i eauilpi c le ctìttà,'della pinuiura. •Esii-lono pure delle anime meriivifrliose che han '^>cnli. fa senza --^iipfrlo. la ^ua piti bella azio no per ronvcinlo lo. vie di una {sraiide oiltà... por rt>*:ola il contratto -ili lavoro. Por campana la Era una vt>it4(. una bella fitiliola. ridente e sii^na -tloll'oiifioina. piena di \-il:a, che conduotwa Ì ^uoi !HM>lari c<tmc N... è rinia.^ta in pieno (jiiarliore popolare, co no. me il lievito crù'tiano in una paMa paiianon^iante. Va. il herrello suLPoixvechio. il dii-liiìlivo al iw'l- tanti «Hìldatini. . to. Laivora in pierli tra i vapori doi jModotli chi- pì conio una pugnalata. mirti e flona il suo ?^Uario. le >uc oro Ubere, la wua vi a, il suo sorri.-o o le saffen-n/e per la Todtnziojii* delki classo v«*vcialo. norme sulla hranda. in piedi fin dall'alba, prò. fta hiri^hr ore in •rinwc^hio quel v<*ocli.io pao-o- V'na .-H'.ra d'autunno il «lolore lain inanie la col Fu un proludi»» di-I iniU'tirii). Poi il diabete volò il >un sguar<b) profoivlo. L'acKTWAo al rene l'inehioda sul mio letliiui. La solitudine dei giorni continua quella delle notli. o-o di eainiipa>gna, vive na<fK:'0i.«t0 da ciniiuantaLre anni, in fondo ad una valle, lontano idalle {rran<di srtratflc. «Peitrcato!)) haimo inormoi'a'to ailcuni tu-risti. tìijjerduti ' in quei 'j)arag|2;i doltore in teoloiria!» Perdonale la loro i- jinoranza dolio invi>ihili. Sacenrlolc contadino! Quando torna l'estate, il treno bianco degli amnialati la rieoniluce a l/vu!i'd«'. — Tanti pelh'grinangi e non ^^ei ancora gua rita?... l.a ina<t-trina sorridi- e eon.-orva il suo lnVlo c c'hc noihillà, sì-uiot en trato, in quel titolo che vi s'a così bene. Della terribile «cgn to: — vcàtra bianca dhiesa fo^le rardiiieito, il manova No, ma sono così felice! Ha chioslo di non guarire, nia di snpor sof. ^ le e uno doi raurato,ri. Da onnl jj^rlo vi v< iijrono a <on.^nllarc por le frinì eoi Grk-to in croce fino alla fine dei tempi. v- fo ini?<?gnato mettere al '^^ervizio dei eontadini Che co.^'c un coiijkj i be ritorna alU saluto di fronte aul un^ininia che .s'innalza con la sofferen za e nella gioia, fino alle più alte eime della la loro intelliii'enza e la loro dedizione. •vita timana? eo.?e rlcM'anfma e d<;l mestiere. Vj i-tono nella reg:io.ne, dei ;riovani ai quali aAi piccoli organizzati nell'Azione Cattolica, quel grano in fiore, sorriidote come uu nonno La Madonna non vi nejja mai milla, dicono, ;.iti, i vi>=tri parrocchiani. Nel gahijnietto di lavoro del volstìo^ Ve-scovo, il vostro ritratto è a;p^30S0 tra quelli dei grandi 35er?onaggi della Chiosa. Forse, voi non lo sapete. Sxilla -pianata l onda delle Ave Maria culla centinaia di aninia'ati. La giovane maestra è venula a Lourdes a far provvista di coraggio por tutto l'anno Il suo.povero viso ò trasfigurato. Gesù l'alia detto: • Beati i Ipoveri idi «spirito!.. L... 'ha un gran no-riie ari-stocratieo. Oigjii ma!- ! Beati!... Beati, coloro chc >soffrono! licri più poveri delQa grande città ind'ustrialie. Quel venerdì ha, fatto' i 7 ipiani di una po vera casa, marmoioclii -a'ffamali divorano l'ideti- do le iprovvi?te ch'ella ha- 'po«rta'to loro. Scendeaudo Vhooeoncella ì pezzi., dii ipane pre Santi e sante 'sconosciuti die vivete con Jpì G comdifviicfct'e le nostre 'an,go«9CÌe. so. in canihio^ neMa ea»a dei suoi povc.ri.. La sua ^^c'Iazione -di truci la mattina. A ceir o metri l'aute- filanti e |?anlte oHc la classe oiperaia avrà, un rófvl)ile, con l'autista' in livrea ra^petta. V QuelUa aera, padfron'a'idi casa mod'ello, ricoverà lina, nic:-sa alle 6. Mattinata tra^-corsa nei quari .uoi ospiti, poi andrà co^l marito e coi figli a gioirno il diriUo 'di i-iven,dica.re come suoi: Santi che incontriamo in tram, nc'll'c vie, nella cam'pagna, nei ca-stodli ,antitìhi; Santi idei fprcshitei'i e diei conventi, idegli o^sipeda'H e doi sanatori e ;dclle camoni «solitarie nelle quali Suana-no i violini v « la ^gran dama, «adula si -sentono 'Suonare tut'té le o-re d^lla notte; SUO .paillco, socchiude ogni tanto -gli occhi, si suci 'pnveri e p'rega. AJh "ace dei km-pi vedo ancona ' "Santi nostri cihe invòohiàmo col lm*o nome; Piegate pe.r noi.,, un povei"© . Paraifuilmini clella patria', Scalvateci!- \ IL CAPO VELATO IL PERCHE'D'UNA CONFERENZA Si roo.M..-,nc.>..- ra.l.u.a.a . Ginevra la VII ,.onf.TO„/,a in.,.n.a/,io,.at.. pe.r la istruzione- pub blica. Vi paru-cipavann +2 na/inni. Ira 1- la i uml 1- LT.alia era rapprccn- (Per !<» donn»^» • I . , ? S. Paolo, il graTikHè at>oertdk> delle genti, cèiicdc aJli donma. di velare il capo quando entra noli'a cawyi <li Dio, così cam*^ Vuormo va a capo T. 'la S E 1-.X Mini.trn d..!rE<luca7..one «coperto; umiltà e xiapctlo nel primo e nel secon foren.a si da» anelli' -r in divr.isa forma, come è divorso il gesto di saluto e il modo di v<?8iirc.. "ILi: L.Lo Ciuliano. U. ...rna.e ....a Con...-llVx IK.Ia/./." -"«-Ila S<.e.eta iloMr Nazioni. Hnaninto \\ iT^on. Pcx una ininterrotta tradizione, l'uomo ha nuan- tenuti* la formii d'of*sequ.io c tutti, dal bimbo cui ancora la ma-mjna tog"Iie il berretto, ai potenti deUki terra, non c'è un so^'o uomo che si sottrag- ' fyì aMa coiMnieludine. Anche chi non erede, cn.l altri pac^i ;iove.ri.aU da .-1. imi mi ni traffi'do in chiesa per curiosare o per una cerimo a,'..orsi alla Chi.va Catlolica. Era però Ira ì:1ì intorvonnli «ml.e nn Anne- nia di nozze o funebre, si toglierà il cappelloHCOVO, Mcn.. D'Aciuino Correa -.lei Bra^'le. > SareanmjO noi per le prime a stupirci del con- quale eosi parlava avanti airnssemblca : «P'hC" trario, E la donna?! Potrchè interj-otmiperc la beila Cia <Umque a Dio. per Tinlere-^ione SanliBsima Ma.lre, la Vergine Maria, che <lallo tradizione, che oertaimfCtnte risale alla come nATicnc in lahine regioni. jnconiro eli tante inlelligen/..- com nobili e di intcrniinprrla ( Miillù il ra|)o v.'lato- ri^-fH-tto .• omasEgio, sia stinte, convenute .la tulle ''' pure cflcrioire, che deve vai'Jonzzare nità prendere nuovo «lancio verso Tide.ile ili una menlo intcriofrc. generazioni, al fijie dì una vera, crfstiana lea iz Certo; ma atntìhe naimore' è fatto di cose gran «.azione del motto dell'Uflìcio che qui ci ha oonvocati: «Ut per juvenes, nscendat niundue ». volte, e noi iii,pc<rimcnjtìamo come nella vita sia vcr.-o in qu.'s:o luogo meraviglioso, posJa educazione «mpre più perfetta delle sue giovani il eemti- MegSIio un cuore puro che un capo veliato... di e piccole, più di piccole ohe di grandi a gnaidito un (piccollo atto dielPeffcinte ehc in sé non vaìt n/ufliia, mia dimotìtira Vamimo gentile ed affettuoso di dhi lo oomipie. IL DIFENSORE DELL'ALOAZAR t • Nostro Signore ha ttant» fatto p€}r noi e AI Congrcs^K) Eucaristico di Biii:l«jpcst avi'eil>b€ tlovnlo parlare il generale Moiscarclo, Tcroìco dì- che coB-a sappiamo far\e per Lui? ! feiisotrc dcll'Alcazar; invece si è J<ervato a parlare dalla folla clie Lo in.sulta c Lo percuote, co il venerando Arcivescoivo di Toledo accolto da volto rig>ato di Sanigrue, madido di sudotre e g^rida di « Viva la Spagna cattolica ». L'Eim.mo Candinalc ha -detto cihe il generale Moiscair-do non irrefrenabili lacrimo, fa a bracciate, con eroi ha potuto intervenire al Congiresso pea:v>hè tratte nuto da a'Ure baittaglie per la difesa della sua patria. JJ Cardinale, fra i ripetuti applaaisi della folla presente, ha licoiìdalo ohe ne-l 1953, quaindo egli fece l'ingae^so nella sua diocesi, sotto Tin^peivcrsarc della repubblica atea e comunistizzante, nes suno venne a rice^vcre il Pastoire che enti*ava nella sua Chiesa ; 'Solo s/uTla porta 'della Cattedorale egli incontrò un uonio fiei-o che gli fece omag gio del'la sua auinna e dellla sua fede; quest'uomo . era il generale Moscardo, ohe poco doipo tutto il mondo doveva conoscere (per l'cjroica 'coadotta ncUa tflifesa ^ell'Alcazar. * V<'ronìca, quando Lo vede passare attorniato co coinaggio, per -giungere fino a Lui e con panno asciugando'.gli il voìlo cosi amato e stratzìjaAo. Noai sieampre ci sarà •oonsentito fare un ge«to così eroico di rìconoscimenlto iè di ^ci è coTOcesso o)gni gioa-no, oigni volta che en triamo in chieisa ed atnidiamo a Lu;i, copre il nostro eapo diaie a tutti: Lo anio e v 1=-^^ iribipettairlo, peircliè si|a rispieitìbato e tutti. TeoxuUiiBw forse ciie Gesù oa-®® «appi® cene gaato?... ^ 6 — IL puz3X»lmte jjul mar«rinc di'J f<>**o... ET Tevasione PORTONE nella lucro, nella puiM^zza. nella paco. Prima settimana dì novembre iLe dhiesc troppo ipìccolc i cimiteri invasi..... le candele ohe si conaxnnaiio IcnlaiiK^nle ncUc cappelle le inesse le iimumer(.voli messe, chie-tc ovunque come i! sollievo -più ciiìca<^ of ferto ai poveri morii visi gravi fasci fli fioj-i i fiori ipiii hclli Tutto il ipassato che pienide il presente e gli ripete: «iRicordali! » Ricordarsi della Morte? E' Tacilo! Senza dirlo, t«itti vi ipen^ano, dato che tutto ce la ricor da. F/ una lettera che ci giunge: «Guarda un pò" Come son<i diventali feli<*i co!or<» che hanno bevuto que-->la morie come dovevano berhi ! S. Paolo diceva: J.a vita di qnuggìù mi è a noia. La donna forte ha più corairgio «nt'ora ! Uide in faccia al'Ia morte: Kl riiloil>ii in die novìssimo... Quo-sto-ini «• K'nipro parso formtdabile... Avete mai notato hi serenila che scende sul vi* so di «t^rli morti? Si senti' elle sono sfujr^iti all'impero che cficrci* Il tale è morto! » F/ una carrozza morlua- taiio molte piccolezze di qua^«rlii. come colui die, rria che s'incontra aiirangolo di una via E un dalla cima di un monte, guarda ragitazioue delle pen«?ìero che ipassa 'pcr la iiiontc coinc un lampo nel cielo. Questa csf^a ? Morii coloro che Phan- fomiicho umane. Alla luci' di Dit). voilono ora. la loro vita. ìno fail^hricata Quei mobili ? Quella vecchia Fu più bella lii quanto supponevano, conio una pendola? MorJi coloro che li hanno fatti. Quei vetrata die il pitlviscolo ricopre, nui sulla quale ^juadri?..... Mnrti eol^o.ro che li hanno dii>inli il ó»ole a;ercudo ail un tratto, or<». iponpofa e {gloria I noi?fri libri da me-x-a le nostre raoc^^llc di che prima non si vedevano. iotojrrafie diventano pure, a poco a poco, dei ci Essi vcilono il viso paterno di Dio Padre che miteri che ci fanno rifiefene ^guardando visi cari. sa di qualo fango siamo impaslati.. che non cal La morte ci acconupagna come la nostra ombra. pesta il fuscello .. non spofmc il hiri;niolo che fu— Macché!... dicono aloimi volgeuido altxoTe il mip:a ancora., non , usa la forza ilol ^o braccio capo. Gonr,ro -la povera foglia tremante in cima al ramo.I Eld e^si ai sforzano di pensare ad altro. Si sforzano. Ma questa settimana ne-i-fimo sfugge al terriibile pensiero. ri poTtone si è spalancalo sull'ai di là. Si. lo so. Vi eoìio anche le altre... lo, aiiinie die non hanno potuto purificars^. La loix) s(oiff(^re,nj((a ò qilcla del caliqc acco A'itroive, nel deserto, ho (provato quailchc cosa stato alle la'bbra. icome questa sensazione. E:>so hanno intravisto la bellezza ineffabile... Si esce daiUe cittaidine idalle viuzze strette, po ma vedono anche l'infezione dei loro peccati. vere, suidice e, d'un tratto, ci tsi trova davanti, immenao, Ihiminoso, aufrasto..., il deserto!... Hanno fame e seitc di purificar.^i. Bevono avi damente l'espiazione necessaria. E ogni sorso le avjvioina alla lpulrificazion(^ totale. Si tocca «con la m-ano che la vera vita è nell'a nima. Il corpo va incontro al'I^ sua aniseria. Perciò, che errore voiler far tendere tutto verso di lui t Tutte 'le servitù ch'esso rm.poné! Quanto doibhiamo aiutarle qucillo anime! Non soltanto .questa u^eltimana, ma ogni giorno della nostra vita. iCihe hcnetlizione per eolui ohe non cli.nonlic. i suoi morti! Non sarà dimenticato da loro. Tutte le sofferenze cihe scatena ! Tutte le iColpe òhe fa oomjniettea'e! E per arrivare a che cosa?... A quell'orrore che si chiama il'a propria morte... Poiché la morte è la sua cosa, 'Soltanto sua La morte sulbitanea, come una mazzata... la morte J/Cnta, che ipa-ende pie^de in noi... ohe ci divora per meei interi... prima idi (ucciderei... la morte al cootagoictcie... ... ila moii'te dàlie oediiaie vuote... dai denti sen za la'bbra... IJli! c^he orrore!... Si, mia l'anima!... Guardate, vi prego, al di là dati (portone. E' la farfalla cfee a'bbanidona la sua spoiglia Finirà anclie l'oltava dei Morti, IL FORNO PKR RICUOCERE S TE3VEPRARE L'ANIISIA Un Garcia Moreno, Presidente della Kepuibblica dell^Equatore, assassinato doipo tantfe minacce nel 1875 dai Massoni per la sua religiosità, proaver trasformato la legislazione in favore dei di- nunciando le parole: « I>io non muore!», dopo ritti della Chiesa Cattolica, aveva consaicrato due anni prima, ufìTicialmente, la Repubblica al b. Cuore, faceva ogni anno gli E&ercizi Spirituali Cigni lingua imparata raddoppia la personalità. — 7 il prete rimclleva all'uno o alTallro fedele delle LA VITA DELLE CATACOMBE '*<'a!<)Iine fU ferro bianco con le <^anie Ofltìe. per IN CATALOGNA poter cibar-ii del pane degli Angeli nel eorso del srOKI.i (J'OKIOSA La Gloria ih'Ila vitu <*utlolic;i in Sp;(jina. nelle provitu'ir iM-crvi o ai ro>.*iu duranlc la ;rufrra ci vile. non i>uò r-s-rn' an<M»r:i inlrraniciil»- ^:rilln. Ma la nial< ria si arciiinnUi: 4H-<'rv;ilori impar ziali dir lian piiinto pciiflrarr in <pu41o n*f:ioni, ne han riportai.» .-Irnirnli -icuri. te^tinionian/.c inoppu-nahili di j-csla rroitlw. cmiipiiitr la "uir- tiri, caduti a niijiiiaia. Ora. ccco nn ^.'iomali.-'ta ira i i.iù -M-rii. Mario M.ManM. rlio. .I(.im aver -ira;o un nicr in Calalojina. narra <piv\ <-ljc fu « la seti inuma. La faf>l>ricazione di quf*ste ostie aveiva deterniinatd l'organizzazione di una piccola industria cland<'?!ina nei |)re«^i di Barcellona. H AforaU"*!* afferTna di ave!- vi-to egli stesso un lai co clic, rieevenf'lo il <acraniento .-j qui^-to modo, ainniinÌ4M iiva la comitninne anche alla ni(»gliir ed albi figlia. f|ii;indo <|ne-te non potevano a-^-^isterc alia Me.—a. I.AV.V//-; EROICJIE iVeiriiiilumiii ile! 1936- un giovane prete ehe rc^la ancora l%»«istrn/.a della nia<-a rallo ica le- ."i <'ra avvi*nliirat<» per la >lrada incontro, un gior delle catacM.inhe. come ne! pi 'nm m^oIo dell era ve.^ovo di Tarraiiona. i due cap. dell Epis^opa o ««presso al prete il suo rainniarict» «li non averla ))Otuta ri<*evcre da iropjio tempo. M sacerdote, strada facendo, h) confe?.-ò e gli rimise un o-^tia. L'indomani, il ragazzo ^tava per comirnicarrti, <5ue.rra civile, lae<-iamlo i Inro poteri a dei vicari sua. Alla madre disperata egli disse con estremo. trujiona a tnlte le niinaec. a tutti i pencoli, ^ue«t'e^islcnza opli la rias luni- ir» una frase: u la viia erifttiana ». M Vescovo di .Barc<'llona i. . * • il catalano, erano .-comparsi nei primi gionii ( no, un ragazzo suo cono-eente. I'>a un fedele catto''iÌcii: avTVcy-zo alla conuinione quotidiani, e- quando una pattuglia d'i.spezione entrò in casa ncnorali. Quf.- i però vivevano in condizioni ' ' «Miraggio: «Non [)iaiigere: lio il buon Dio <'oii pericolo pcnnanonle: era loro loir me ». Poco dojio <!ra fucilato, insieme con altri eomunicaro coi loro fcleli. Fin dal hv^Uo 1936, tli-gra/.iali. I.a narrazione dei ca.-<o con la foto intorno a qualclw prole eroico si forniarono dftì grafia ile^'I mar irc furono fatti pervenir»» a! Santo picf-oli -ruppi di eatloliei. elie si riunwano di Padre, che aicolse il ineyso che glieli recava con notte, facendo sforzi d'ittìUir.ia P''r el^leic < laigri'me di co.mmozione. pal.'ii|ìlie e per i-ecar-^i ?en/,a cs^.-eTe scoperto <a un rifu-io airall.ro. Ma^rado rpiesto lavoro, il I!)<d resto., gli episodi ,di (piesto genere non sono rari. Fin dal novembre del 3^), i cattolici di Bar giovane non nianeò una sola volta di a>-iftlcìt cellona cominciarono a riprendere il culto e ad in presenza d' (fiialt^hc persona nella ^aia ta pranzo di questo o di quel fedele. In abito civi e, ina la prima ondala era passata ed airaa?^ssinio bmlale d-elìe :iquadre anareliiclie si era soistitui- alla Me5..a domenicale. Il sacrifizio si celebrava qualche volta in manidic di camicia, il prete sen za messale celebrava a memoria una Messa voti va, il più spes'so quella della Vergine. Se risuo nava alili porta d'enlrata il campanello, ognuno riteneva il respiro: poteva'essere la polizia o una squadra idi faeinoro'&i. Distribuita Ja comunione, n'^tte o con so.ttea-fuigi r''schiosi nella casa di qual che laico pieno d'aibnegazione. Non era .possibile redigere una lista idi fedeli o scrivere qualche co sa concernente le pratiche relijgio^e ed i doveri del cullo .«enza rischiare sei-iameute la vUa. Qoie8te ipiocole comunità trovarono però, a poco a po uscire per le strade. J1 r?sehio era ancora grave; ta la persecuzione poliziesca: anch'essa intolle rante e feroce, ma prowù.-la akneno di certe par venze di formalismo giudiziaxio. I cattolici si r'ano data unii parola d'ordine: «Fare senza "• lairdo txitlo ciò che è possibile anche a costo de - la vita ». Un uomo magnifico, oggi scomparso, intrapre se. in pieno inverno, un viaggio verso la Francia, Malandò i isentleri nevosi delle montagne, per an dare a cercare FOlio Santo pei moribondi. a «Oioventii Cattolica», più di cinquecento mem bri della quale erano stati giu<3tiziati nei primi co, un sostegno ed un conforto [)resào gruppi di giorni della guerra civile, lavorava di na-^osto gnoranza o per iiidifT^ren/a, .^v.n-a la-'olati Iran- por ria'llaociiire le fila (dell'organizzazione, -ntor no a qualche prete intrepido, non soltanto c quil'li, e che misero subilo a fir-ifitto le loro pos libravano i i-iti sacri, ma si foirmavano cattolici privilegiati, che il n!i«>vn reiriine, per isibilità per fecililare ai loro fratelli, più esposti, l'ademipimento dei idovori religiosi. Molti 'proble- nii -i a^aceiarono agli animatori di questo risve glio elanddstino. Bisoignava alìoiggiare e nutrire i preti ancora in vita. In caso di denuncia, si trat tava dì tTovare per essi nuovi nasicondigli. Si ci ta il caso di un giovane ehe, idurante alcuni, mesi, provvide al sostcntamenito di ventissette preti" na scosti. Poiché anch'egli era ricercato dalla poli zia, doveva awenturar'si nelle strade soltanto di cenacoli di studio. Si organizzavano delle . sioni, a gmppi di cinque o sei, néUe alture o in -altri Luoighi solitaa'i a cutcì'c della fede e dei doveri del momento- ^ ^sviluppava carità, con- litica : Si studiava, si •SI analizzavano le Epistole di San P he se<gna era : « Pirofittiaimo della forti manda. Se non,ne usciremo più tem- e più apostolici, avremo perduto i po, sciupata la grazia che ci è data )>• 8 PACE NEL SIGNOEE E" la fej'la dei morti! Diamo pure iìori <: luci alle tombe. Questi eon giorni saeri dedicati al culto dei morti. Ma il no stro mesto pensiero, il volo «ostro <Ii pace va<la più lontano del domoetioo ricordo. Vada a tante povere desolale tombe, ove. eoihc canta il poeta. ... )en;iero Doinenica XXl.ll nò cloiìita prctin, ììò jiassojxgt'ro ^olinpio ode li sospiro. Lmploriamo per tjuesli dinìciiticati dal mondo /il generoso ricordo del DaJorc 'lolla vera pace. Non manchi il nostro mc.iiior«- e doverns4i suf fragio sulle tombe —— ohimè, quanto ignorate! dei Sace.rdoti. che per tanti anni sì fercro media tori tra Dio e noi, offrendo por noi e per la sal vezza nostra e del mon'lo l'Ostia di propiziazio ne c di pace. In tutte le toiubc, eulle più umili fo.<=e vi è oegi un fiore., brilla un lumicino, cado una lacrima, s'innalza una pri'.ghiera. Su rpiclla di tanti Saeer'doti, imlla! PreghìnTiio per essi. Riicordiamo pure tutlc le vittime della sciagu SANGELICO di>p«> l'ont«>ìO?lo 'hi nnrrrt che uit' La ixiaina tlriroiliorno \ angelo narra che un^ giorno iornn s'ucrostò s (.crostò a (resa (^''sù imo uno dei dei capi , , della , . Ì5ina. ili-I' •roga o gli tlissr: <!i Signore, la mia figliola e mor^ ta: mn 'virni, imponi la tua mano ,s» Ivi, ed ella vivrii Giunto presso alla casa del capo, disse a- gli astanti di r//ir«r-si. Allora og'i entrò, prese la {ancinlla per la mantt t'd l'ssa si alzò. A venti sec4}li di distanza ci sentiamo di itoler pnrtvcip<irv dt'Ua medesima gioia o di condivide* re il itìedt'simti cntnsiasmtt, non tanto ni ricordo dei miracoli di Cristo, quonto alla memoria dcL la sua grande hoìttà e del suo generoso amore. Impariamo noi pure a voler hene al nostro prassi^ ra, tutti i miseri che, per colpa altrui, « pf'r non mo, a circfìndcrv di jtremure affettuose i nostri spaventarli » quando "^i trattava di cogliere il malati. buon momento ptr .salvarli, non ebbero 1 estre ' Ma quello che \dohhiamo K'mere .so/>rn/f»ffo mo conforto della Fede. Pensiamo ancora c scmipi'c ai gloriosi che han no fatto sul campo deironore olocausto della loro giovine esistenza per i diritti della Patria. E in ec<5Ì e pe-r essi pensiamo a quelli che hanno las^cia'o quaggiìi piangenti, poveri e derelitti, ri cordando a noi il loro sacrificio e l'obbligo di aiaitai'Ii. Ricordiamo-li i morti, col raccoglimento della anima che erede e ®pera. Che co ?a giovano ai morti le tombe infiora te, i monumenti grandiosi, le iscrizioni ampollose e menzognere, i fiori piti rari e costosi? Nulla!... Preghiere eld elemosine sono il miglior suffragio: eeco l'omaigtgio più efficace e sieiwo del no»tro ricoirdo per i moarti! pt'r noi e per i nostri cari sono lo malattie dell spirito., /f» infertilità del cuore. Itt nior/(? delCani' ma, giacché da queste ne jniò derivare la nostra eterna infelicità. Ebbene ricordiamoci che diftende proprio «.d noi a guarire dai mali morali e risorgere a vit6 \ novella, dal momento che ad ottenere il prodigio basta avvicinarsi a Cristo Re dei .secoli, Taumo' turgo senza pari, eterno Pastore. Noi possiamo accostarci a Lui con la preghie ra, esporgli i nostri bisogni, mostrargli le nostre infermità. Anche se siamo miseri e peccatori. Egli non ci respinge, come non Ita respinto la Maddalenn, ma è pronto ad accoglierci fra le sue brac cia e stringerci al suo cuore. Possiamo accostarci a Lui col Sacramento de^la Penitenza. Con una sola parola Gesù, può moii' jdare, giA:irire, farci risorgere alla lu(^; e filo ' CONVERSIONE ISTANTANEA grazia. Possiamo accostarci a Lui in modo particolare In una chiesa parrocchiale d.eill'Archidiocesi di Milano, un granide crocefi-seo minacciava staccarsi dal legno. Il Curato chiama il ifabb.ro per riba dirle i cihio<di che so^stengono la immagine del Salvatore mo-rente. Il fabbro appoggia la scala per mezzo del grande Mistero di dimore, in cui alla parete e sale. Giunto al crocefisso, siiibilo sente risveg^liarsi quella fede che da molto tem,po e un anima sola con Gesù via verità e vita su non afveva praticata e prova un senso di ramma Cristo stesso si offre r^ella S. Comunione. E' là che noi possiamo realizzare la piìi intima delle unioni, bevendo H Sangue <lel Figlio di Dio, cibandoci del suo Corpo, fòrmundo un cuor solo questa terra, causa della nostra beatitudine ii* Ciclo. rico : il dplott'e invade il Wo cuore, gli occhi 6on pieni di lacrime, la mano dhe TÌbra il martello è inerte. . Signor CuTHto, non poeeo... poco do;po qneiroipe-raio, grande besteanmiato- re si riconcilia con Dio. Qual forza ha la grazia! però occorre aocoglier^a, non respingerla come ' fanno tanti-»- «E' evidentemente troppo poco, vivme per dor^ mire; bisogna vivere per agire, questa è la vita; voler vivere per manifestare la vita attraverso Fazione; perciò, la vita cattolica deve significare azione cattolica, e dazione cattolica dice e deve XL\ voler dire vita cattolica •<). — Li e: rarabole; Arora farà del. v a tsi o e l <*• o il regno <loi cieli a 10 Wrjiini, 1<; quali, avt^sndo prWì le loro anipa! '. amlarono incontro allo spotìo cxl <i)ja f.po.-a. Ma cinquo di r^tscrr orano stolte e cin- HUL- i>rti(loJiU. Ora Io Atollo probW fioco le lampafie. ma non portarono l'otlio; le p^- donli a^isicnic alle lampade presero Toiio. Iv taitlandi» lo sposo liitle «-i .tddoTmen* taiKiiti. A mezzanotte levoiwi un grido: oe€0 io npo^; antlalogli incontro. Allora si alzarono lui te e minivi in or dine le laro lampade. Ma le sioite dist ro alle rpnidont-i: Daleei d<-l vo.'tro olio prirhr le no:^lio lampade .->1 spen-iono. Ri-posoro le prudenti: perchò non man chi a voi od a noi andate piiitto^o a eomporar%'cne. Ma mentre andavano a comprarne, arri vò lo sposo, V fpielle clie erano preparate ciitraono con lui alle nózze e fn eniu*^» la porla. , , Airultim,. vennero nnclic le altre Vergini, di- I » ^ cenflo: Siffnoro, aprici. Ma eali ri^po^c: In verità vi dico, non «> .vhi siete. Tai pttraholn vuole insegnarci ad prepa rati ori n non lasriarri sorprcntlfri' dfil sonn(ì della miìrte. rlif- DÌrnr qtiantlo non rasprttiamo, coll^ mani vtioh' di hnone opere. Vei^liate dunq^t*'te sempre preparati. K AEL PAESh: DKT SENZA DIO vi\' rc.\'f:R.iLE Una cafi.^a nel capro, dcfiuilo .dai aeompuiini»; al ])ovt'>ri disjrraziali. lej:"ti ^"1 una lù mil! evolte poziore <1) tutte le ifcliiavitn. a ^(•liiavilò der'aiiiiìia. paventano por niedesi mi una fine simi.'e a ((quell'ibitra» che hanno po emtlero, -parole di rotmmiato del cap(x:cia, mia manciata di terra, così per rito, lanciata da o- eo dianzi eon>. iilato, e dtiprtcano 1orrore di u"® chimera diahoHca. quella di voler canee, aie ne parlerà ]>iù in awenii'e. Ea «uà cariiera e finita ((ipcr .«enipre» ; si lia altro da pensare, ora. clic Ladare ai riicoiidi... Su quella tomba si poserà Tuo Nome, e nel ripìidio della tua Legg<'- — .gnimo in qxiella fo&.sa : quei colpi, caderulo e ncfrare resistenza dì um Dio, nel qua!c a< or povero feretro, compongono una niuc^ica triste mentane pel riposo e per la pace... e de.^oiante. Quel «com(paigno» è laitto lì: non se Oh Dio! quante rovine^ nella nega-z-one del ancora, forse fjiialclie volta, un fiore, rc<?ato fìa un onore, jualgrado tutto, memore ciil a'ffe- zionalo. Nessuna croce, nev«j?un scfmo che accen ABIURA DI UNA FAMIGI IA ni o rievo«)lu i\ destino etemo ; quella è la toml)a Nel paese d'i Pietraluniga, ultima località dioeesi di Città eli Caistcil'lo, ali conhn-^ r"nna del «senza Dio»... E quell'anima? ove sarà, quell'anima?... Mah! ... E UN CUMULO Df ROVINE Quei «ceniipagni'», quelle «compagne», tor nati alle rifipeltivc ca)?e, raccontano come andò la coiva, coirne il (ifunerale» ciivile seguì. In fondo al loivo onore, ed afrioirànte, chi ^a, di tanto in tanto nelOe parole, vi è, sì un pensiero ango di Gu'hhio, si è svaita, di recente, >1 afbiura ci intera fi-ani^jili^a, composta di otto persoine. api tenen:i alila scita così detta dei Il rito* venne acscompaignato 'dalla ee seguito il Battcìsimo di bre (bainj'ljì"' ^ Jella eresia ; quindi si ' paa?ò airammiuisti azu^T sciante: «Ma insoimma, non siamo poi «cani» Crcislma e della Prima Comunione. da morire ed essere sotterrati cotiì, senza che pos sa brillare nella nostra anente e conforlare il no- Capritìni, nelle cui mani era cétro ouoe una is,peranza, una fede! C^è qualcosa in noi ohe non finisce, o finiti noi finisce tutto?...» fe- xione di un'enorme folla di popolo. Al Durante la S. Messa S. E. Mon». ^^Hg^J'abiurar rope- conmientò il significato del ferità, ra della Chiesa mae3tra infaH^^"^ ^ 10 TORNA movembre Torna TVovnmbrc, aprcmioei il raminiino hingo EUsa incedo regina sul tempo, slroncanrloiio U ì .«enticri molli e ro-ridi. ove il ritmo del pas sua continuità! sato è smorzalo da un 'appoto di foglie aride c La morte! E' il più t^ iTÌbile male che nrll'oilio SI giunge a,d augmarc a] nemico. E" !o .-pavento, ^ialliocie. Torna NaveuTÌ>re e nessuno, se non l'orbe il Boiur^et- in una cua nostaligica romanza, canta il -ino arrivo: ne^=s.uno gli idìcc: Ben venga. Novemlirc!, come Mes&er Angelo Poliziano lo flice- 1as?iIlo dell infennò, è Todiata nemica! Eppure casa non obbedisce elio ad una pà stabilita da seco-li. E l'ha stabilita Dio per il pccnato delluomo. Luonio rpiindi 1,, eausa (ella sua morte: perchè dunque temerla ed oEippure Novenubre è, a giorni, nitido e ventoso,^ •diaria. .... Porcfhè ci viene gonza avvisarci? Senza va al Maggio. come ili marzo, a giorni tiepido c piovocw, come l'Aprile, a giorni luminoso e bello come il Mag^ gio. Ed è anche un mese gentile che, in un grave paludamento di foglie d'oro, reca bracciate di crisantemi sulle tombe nude. fare anticamera? Perchè ci rapi.-ce lutto? No. non odiamola la morie!... Obbedisco apni che noi a Dio! «O beata », o beata moa-te. giridav'ano i ^antK Come 1attendevano essi, e quanto ne esid. crisantemi inanrìano odore di foglie morte; nel avano al idi lei annunzio! E non sono e non erano i Santi uomini conio noi, con le noalrc stcfs- ritmo d'eisso della vita cittadina, che riprende ve loce dopo la «osta estiva, pac«a di tanto in tanto se tentazioni no!le nostre stesse difficoltà... wiù un «memento! ». Stpesso la nebbia faseia di gri gio la città e i pensieri; nè la scuola, l'ufficio, le rati, calunniati di noi?! Ma i'I fruo sereno mette tristezza; i vivaci suoi oeciuipazioni domestiche sono così adsorbenti da far tacere un certo senso idi rimpianto, che ci sorprende sul lavoro. Rimipianto delle vacanze, pensano acola/ri e professori; della gioventù, di cono i vecchi; della morte, mormora il cuore. La morte... eh ! non ci si pensa ffuasi mai. Ma •quando un brivido improvviso ci percor.re per tuttavia vita con ra5>ido sussulto, il /poipolo dice: «Passa ia morte! » e 6i trema! Perciò si ha paura eli traapoi-ta in un altro mondo. An- ch.€ ohi non cvoMÌe nell'altra vita teane e 'paventa Ja morte, percliè essa inesorabiLmente ci distacca da tutti -e da tutto... Npn valgono a ionipedirle il suo pa^so ferale la nobiltà, le ricchezze, i meriti! W..' combattrn, di noi, forse ;più vilipesi, più igne O beata mor^! e perchè?... Ci risponde f>tn- ta.do Ferrini: I Santi nella vita videro Dio e lo amarono, nell'amo,re lo desideravano e la iiiorte era il_ ponte che li portava al loro desideri )! E la chiamavano: beata! Oh, se si coni prendesse di più da tanti che quagigiù, come idice lo Spirito Santo, non abbia mo fissa diimoTa e pe,rciò ci studiassimo di più di sei-vire a Dio, conoscendolo ed aiilando-lo. An che a noi la moii-te allora non farebbe paura: ne brameremmo invece la s/ua ora, invocandola col dolce titolo di « Beata ». Negano gli atei la Religione, perchè la temono. (ToiMuiasco). 11 T.A MADONNA DEL FILAR A! ^no p;inor<i. ro.-i -crivrva un lesionano di Camper nel Canni di Brcnla. certo Ghi^cppc Cavalli : « Dal 9 marzo .»iamo in vittorioso comliatti- mento. Speriamo <li andare a rLpoeo e allora arxaremo a Saraftoz/a a .-^io-licrc il voto alla VOTo-inc dW Filar, per la gr^izia clic, aponanio, LE TRENTA MESSE GREGORIANE Oniiit u r •-.Si* C regorìano' rimon !.<• tiNiji tano al l«*jui)o di S. Gì» e'>rio Magno e furono da qui'**to Poiilefn'e istituite. Ecx'o come egli ne par la nei Muoi Dialogali: « lics'^'ìido mono un mona co «U nome Oiueito. ebbi com.pa;'=«ione del ftUO !«tat<i. perchò egli av<*vj1 detto di aver l4*a.-gr<'<Iilo ri farà, di tornare .-^alvi. La "Vor-ine dei Filar lina regola imijH>rtante. F<'.rciò <'.hianiai un alta*o è quella clic ha fatto il miracolo il porno 3 monaco e gli di*^.-ii: "Va <lunque a c<-'Ì<?brarc i>er a-'-osto 1936. I n apparecchio rosso lasciò cadcrn lui la S. M«r«*a per trenta giorni continui, eominti~c homhe di grosso calibro aopra il Tempio a eiando ^la <J^igi in avanti e procura che non «i L(ti dedicato. Tulle Io bombe sono cadute neUo Irala.-ci abiin giorno, in cui non si offra H^^ia intorno della Basilica .on/a ^^oppiarc. Che a .-alutarf per ranima di lui Passati Ì trenta gioiVersine abbia a benedire noi U-fSionan fino aUa ni. (Jiiislo. appa^endo al monaco Copioso, huo completa vittoria. IVe-hi per me. Ix; raccoman confralello, gli difese; Ilo pt'.nalo ])cr trcnla g'iordo i miei leneri filali »• ni. ma ora slo bine. Ora, conlati i giorni delle Me-se 4*el(ibrale. si vcrifi<'ò ^lai l'rati ch<* quello era il g-iorno in cui era calata celebrala 1ultima delle Irenta LE OONCLUSIONI DEL CONGRESSO DEI SENZA DIO In -cfruito al ct»n{sres^o dei rwnza Dio. viene ora pubblicato un elenco di 30 «rivonihcazioni )> die dovrebìjero coslituixe il programma d azione flrll'unioiie mondiale dei liberi pensatori. A titoJo di documentazione diamo qualche punto tra i pili stravaganti: Laicizzf.zionc di tutti i servizi pubblici —[Rot ». Questo fatto, narralo <la S. Gregorio, «liiiiostra l;i effiracia di trenta Me.^se celebrate di seguito per qualche anima de] Purgatorio e diino:»tra pure come sia ben autorevole la sua origine, sce vra di auper-^tizione. Ad esempio di lui. molti procurano siffatto jiulTragio ai fedeli defunti. Oggiili non vi ha dubbio alcuno, nè può avere?enc. che b* trentji iM<'i^e Gre-goriane siano da aP" provar.-ii e rechino ftpecialc vanlaggio alle anime tura dì tutte le alileanze con tutti i partiti conJea- purganti, mollo più che ìGhiesa ha approvato éionali — Rifililo di ratificare i titoli (medici e pia pratica, per cui in molte cosliliizioni farmacisti) della Uiiivci^-^ità di Lovanio — bop- esìmile di Religio;M troviamo prescritte por l'anima ilei pressione di einb'rmi rcligio.si nelle tfcuolc e ne gli edifici coimmali — Alcuni pro^'^etdimcnti per ncutra'lìzzai'c l'aziono della Chiesa in favore del la gioventù c^tudcntcsca — Esame minii/io-o dei Confratelli le trenta Messe Gregoriane. Loro efficacia — Ma qua-l'è propriamente la loro efìicacia? CJie queste Sante Messe «iano e bilanci e conti dellt chiese ed edifici dei pi'otefjianti od israeli'i — Rifiuto tli sovvenzioni solle citate per l'erezione idi nuove ohiese o nuovi templi o por la manutenzione di edifìci già d^'istenti — Propaganda presso i parenti perchè ot cacis-sime a liberare qualiohc anima dal Pu^ato tengano la dispensa pea* i loro figli dal frequen tare i corsi di religione — Corso di morale tlaica to molto negligente neiiroisservanza duna lego 3. Nel secolo XVHl poi, Lelio Giudiccio, patrizio por tutti i fanciulli — Soippregsione dei nomi le- ligioei alle vie. piazze, ecc. — Nomina di inse rio è fiducia generale, approvata dalila Cluesa. Lo dimostra dal fallo di S. G:rP'gorio, che m virtù di quelle potè veder liberata 1anima del monaco Giusto, benchè.questi si fos^e di Lucca e canofnico di S. Maria Maggiore, ce bi'aiido le trenta Mes^ per l'anima di un sUO zi gnanti «laici » — Rigettare gli inviti del clero sqpolto nella Cliiesa di S. Gregorio, a partecipare a Te Deum, m,estse soicmii, ed altre venne al Memento, tre volte udì la voce ^ cerimonie religio>se — Divieto ai sacerdoti e loro accoliti di far propaganda poditica, filosofi ca o religiosa nelle l-cuoIc e negli stabilimenti di assistenza pubblica { orfanotrofi, oisipizi, ospedali). 'inoltfli-e, ecco i «voti» da proporre in ogni oc•casione, per conscKvare « la fiamma dell'ideale : In favore della separazione assoluta tra Chieèc e Stato — In favore della «oppressione del bilancio dei culti — In favore della =o.ppressìone di ogni sussidio alle scuole e alle opere del clero .—^ ]n favore della soip'pressione del giiiramento funto e alla terza volta, levartdo gli oechi, vi l'anima dì laii che entrava in Cielo. E questi non sono i soli fatti che dicono cacia delle trenta Me&=e Gregoriane. I nostri defunti noi li do'bbiaino qnanto sipendiamo per dimostrarlo Ma si spende male, peiTchè ci che nulla pof^no giovare veramen-e a ili- e coa-idiamoci invece dì questa belli-^^^°^^^. p^j^rla se Ve condizioni non ci peirmetlono gT^ialchc loligioiso — In favole del riconoscimento legale adempiei-e, almeno diamo il ® ^ei te»taiuenti filosofici. S. Messa! Così si amano i defunti.- :> così!.*» 12 LA FESTA DEI SANTI RITO DEL BATTESIMO Dopo <lie il >a(N'nKit4; lia posto un po' di sale honcxictto suMa lin;rua del haltt^znudo comiucìt» IV.-soi-oisnu». i*,»: ;;^ Vr-V''*" ':*:' mm Il ^arcrdott; ;i nome della SS. Trinità e facendo- tre seirni di croce, convamla al donuniio di uscire <Ia (lucll anima ohe li(Mie prìponicra pel peccato S. A<ro'«tino ajla considerazione della moltiludine dei Santi che hanno trionfato del mondo e originale. IWia fa un stagno di croce sulla fronte fc battezzando <!)rdinando al .deimonio dì rispet- delle passioni in vita e che ara rejrnano in eieio, tarlo ?onì:iìi-c. si faceva questa doraanda: «Se questi e queste (quante dònne, c anche fancinlle ^ono gloriose Ja Cliipsa, o «lilla |Mirta tl<>lla nnidesima. in cielo!) «ono é-anli, perchè non diventerò santo anch'io? ». Ejdalla vita dedita ai piaceri si con vertiva e fii faceva cristiano, sacerdote, vescovo, Finn a qii<vt„ ,>i,nlo il iii<> si ò svolto fuori del- Il àaconlotc ora strrule pariti della «loia sul capo del 1)altci-,zaiido e lo introduce cntr. la, diie-ia. ed og'gi la Chiesa io venera o:ran Santo. l santi sono i fraitdli che ci han 'precejduto nella giloria, e mostrandoci le loro palme delle conseguite vittorie, ci stimolano ad imitadi nei- :k f I amo^ré grande a 'Gek=-ù, nei sacrifici non ipiccoilo affrontati per vincere natiare e caratteri assai più ribelli del nostro, per isu/perare contrarietà e persecuzioni inenarrabili, per fuiggire il male e fare il bene a prezzo anche della loro vita. Imi tiamoli e la nostra .preghiera sarà beneficiata della ioTo inteiix;&?6Ìone. BAMBINI SVENTURATI « La Corrispondenza » informa tìhe secondo li na recente statisti<?a, si trovano nella Spagna ros sa due milioni e meazo di bamibini, di età infe riore ai 4 anni, ohe mancano quasi interamente * ^ lintroidotto il lìattezzando in Chiesa gli é. chie de -pea- prima cofsa un atto di felde e gili «i fa reci tare — a mez^ ,dei ipadrini — il Credo e il Pa ter noster, quindi pronunzia un secondo esorci- •sono dopo di cJhe igli tocca eoe le dita bacale di di ogni nutrimento. La mortalità quotidiana è saliva le orectìhie e le. narici e mentre tocca le enorme. L'80 per cento dei bambini risuiltano af fetti da apravi malattie delia pelle, specia'lmente OTec<^,ie pronunzia le p^irolc nasate da Gesù per guarire il isordomnto: Ephpheta, apriti e vuol di per l'as'àoJnta mamanza di sapone. I bambini a re che il battezzato non dierve mai essere sordo aicui può irregolarmente giungere gualche soccorso J'a vece di Dio e della sua graaia,. non più di 4 mila. Finito ftiò incomincia l'interrogatorio. gu erra evitata / (fiiattr<t nrtpfici dal convegno di Monaco cht* foco ritornare Ut paco tra i mmf^i m « 1 niiiìonì (li iHiiniiiì dio vi.-ii^cm » ni'i jiiorni scorsi « in :in-ia j>»-r pcriro-lo *IÌ iTXierra e por la minaccia ili <• rovin*' «ruza •i;tteni.pio » .^-oivi-ro evitata, ali ul'im a caUislrofc dio avrrlii)0 travnlio l'I^ui'opa oil il mondo. L'Europa ci] il mondo .-iannn a olii doldtono la loro -alvczza, purcliè esalino o.lii altliia prwtato oon -oristiana co^-oicnza in quosla draiiinuitioa lotta per la l>ao<', spirito, parol<!, ]iropo^ili, oporc <'or- rirpomlcnti. Sanno soipraluito dio qiio-l Sijinoic del CioJo f della Icrra, «lolle animo o dei popoli, cui si alzarono lo Knpromo ]),nìp:Iiiorr dofiH noitii- ni, quando ^li uomini avevano perduto la l'iducia in se riles?Ì, largì ?alvalrice la divina niit^'ri- trasti di<' hanno so^.pinto una volta ancora lo gen ti v«*rso un conflitto immano, ©ride se ne rilrac»e- ro inorriditi persino coliiro che non «'erano perifati di crederio (r invocarlo neoes.-arìo. inevitabi le, risolutivo. Non è a noi, una volta ancora, il far rilievi e giudi/.i politici e q^uindi commenti «aiHa parte specìfica <lo'll'accoi*do. E* di noi il voto 0110 nel la j;ua aipplicazionc subito si ridetta il programma di Pio XL gli ideali, i sentimenti, i. fini che lo i>ipÌrarono. perchè giustizia c carità compensino il ]nù pot^ibilo, a coloro oui son chieste, le ri nuncili per ii bene comune. E' nostro l'augrui'JO dio <Ial volonteroso incontro fioriscano piìi lai"" cordia, mintrc slava por sparire quai?S'" ghc, leali, condiaili inteso; perchè la miriUiilo na pidà. ciperienza (Iella loro decisiva efficacia in quCi?to Ma flobhono, dailla tremenda prava, trarre sin cera convinzione cito la pace, non è s<vra.plicemente la guerra evitata. Non ò por questo che il escluda ])er .-c.mpre la fiducia e il culto della for tra i più difficili, e quasi « disperati » eventi, za, e ne determini la civile rinuncia. ^ Vicario di Cristo Iia offerto .la vita, riconsacrando co.-ì la ?iua più lci;it(inia e santa paternità non ?olo della grande famiglia cattoilica, ma -di tutta ALLA MADONNA DELL'ARIA 5Ì didiiarò di volere a .prezzo 'defila •sua Cvsistenza, «Mnilonna clic gnìdi le ali del mìo acroplO'nO, Madonna dio dài forza ni mio mofore. Madonna ]a fainiiglia umana. 1.1 doiK> tiella pace ciie E-gli riposa e lieve riiposare l^er sempre su tre cardini inviolabili, indicati <lal pio e magnanimo messag gio, « òu, vie pacifiche, di leali trattative e di ac cordi duraturi », sai » sentimenti ed opere » e non soltanto su parole; sulle « sicure hasi dei <Kritio e dcgJi insegnainonti evangelici». La guerra cavitata pel Convegno di Monaco, de ve mutarsi in quetìta pace, oui il S. Padre acidita i mezzi, le condizioni, le so,stanÌ5Ìali cai'atterisliche. Noi saremmo altrimenti a;d un aoniV^tizio ancora, in cui non disarmano gli animi, mobililati dalla esc-Tusiva fidùcia nella forza, e tornano <''li egoismi, gli orgogli, le incoimprensioni, i con ch<> m^accom.ptt^ni nel Cielo vorso di Te, Manon na io ti chiedo che H mio sogno s^avveri- Un gno che ho cullato nella giovinezza di- venti an ni, 'un sognò che è la' vita mia!... Madonna, che la Patria vinca^ fa che io vinca per che al fine possa amare come ho sognato notti senza stelle, come ho sopiato liv'o \nel ciclo azzurro. Questo chiedo, o na, che gnidi le ali del mio aeroplano, o. forza ^ gnidi :e aii aei na che tremi nel mio cuore e gl' ^'u^reUi icrelii r/.r/zn-n,*/! ». coraggio... Vittorio Ce«cn_ pilota caduto in 14 PER LE MADRI SCEI^TA DI UNO STATO Que&ta scelta è iieccssaTÌa qiianlunqiie sia il cenere di lavoro a ciii si dovriinno applicare i vostJri fig^li, e ciò per rispondere al comando di vino: «"Mamge^nan il tuo pane co'! eudor della tma fronite», e percJiè abbiamo a pagare alla so cietà il 'tributo dei loro servigi. Li metterai in guardia centro i possibili roves^ci di fortuna, e ciò servirà a preservarli dai mille pericoli deirozio e farji che loro riesca meritorio il lavoro cristianamente samtifieato. Vi stia molto a cuore che i vostri figli, mescili e femmine si mettano in g:&ido di bastare un giorno a sè stessi. Lii picelta idi uno stato non è punto difficile. Esaminiate la cosa a!ìila luce biella fede, pregale, studiate le inidiinazioni e il gusto dei vostri fi gli, le loro attitridini e presto vi saiprele d'ecidere. D'ordinario la scelta di uno stato è determi- La giovane Maria Coretti, che si avrà gli onori di'fili altari, /«;r aver preferito alla vita della torra quella del rie!,, r jx'r aver volto la palma, del martirio lottando} per difendere la sua purez za. >iiata dalilia vocazione. Conoscerla è dunque im- poj^nte. S. Ajfoniso la chiama la ruotia maestra TRE MODI DI VOLERF, della vita, moilfte arntime vanno perdute per non Volere qncuflo co.-la. aver seguita la loro vocatzione. Essa è una ohia- Veliere anche se co»4a. miata di Dio ad un-genere di vita particolare: m'atrinionio, sacerdozio, vita religiosa, verginità praticate anche nel secoilo. Volere perchè, costa. Un uomo di c.irattere e di buon cuore, .-oealie l'ultimo. Dio, aiiton^ di questi diversi stati, ne ha fis&ato uno ad ogmuno di noi, per ragioni piene di sa pienza e di amore. / 1*1 f (/ .de. Ruvignan)' GRANDI 3MA.NIFESTAZI0NI PER LA PACE Da \u\ìi- ir ciità dItalia giunjrono particola- I mezzi per conoscere una vocazione sono i, eegtienti: preghiera parere dei «uperiori, paren reggialj rcsoconli die nelle chiese cattedrali e ti, confessore, riflessione matura sulle tendenze e attitudini di ciaiscuino e finaJimente dirittlora e pan-oeehuili dllalia e negli oratori si sono svolte manifcelazioni relÌn:io«c di rinfrraziamento al Sìgnoie pei iil glande dono della conservata pace purezza d'intenzioni. Dovetnldb guidare umia vo|cazi/bn.e ricord,atevi di questi mezzi e metteteli in pratica. al mondo. Partipolarniente solenni eono riuscite le sacre funzioni a Milano, Venezia, Torino, Bologna, Na poli e Palermo. In vane località gl'i Em.mi Presuli hanno par- too al popolo o dal pùilpito o con speciali Lei- LA CHIESA VUOTA La prima cosa che fa un cristiano entrando tere Pa^toraili, ponendo in risalto la forza della concorde preghiera presso il Cuore di Dio in ima cireostanza cotanto grave; l'ele\'^aitiis'si'mo messag gio eoi quale il Padre di tutbo le aniinc, richìa- , in una chiesa è quella di cercare con gli occhi mandò i popoili alle liaisi fondamentali dulia pace la piccola lampada indicatrice. vera e duratura, oifaùva generosamente la Sua Se la vede, egli sa che il Divin Redentore è là cihe lo attende ed allora si inginocchia per ado rarlo. Se non la vede, la chiesa gli pare vmota, come u* eor.po «snz'iiKnie. stessa vita per .un bene così prezioso; e l'attività conciliatrice, pronta ed efficace svolta nelle trat tative diplomatiche dal ICIa^Jo de^l Governo italia no per il ragigiimgiimento del benefico accordo deMe quattro Potenze. - Il messaggio del Santo Radre per del Giovi''il .-ri'a. 29 n. ?.. rtllc ore il Sommo PonlelifM- Pio XI inviavii. a irn-zzo dul ia J?:i(]io Vatirana, ì! Suo i)aterno e p •clora'r nic-^afrjiio per la pace al mondo intero. IJ Santi» Patire ha parlato dal !^iio studio pri valo nel Palazzi» Pontifioit» di Ca>l<'l Gainlolfo- dopo fhe il din'liorc della Kadio stessa. RcV;mo P. Filippo Socco'K-ì S. J.. prcmca^o il saluto del la ritaziono « LanJ<^lnr Jcsu- Chn«ilup» )>, ebbe an nunziato clic Sua Santità ora al microfono. il l«>-to (b'I ra.tlio-mc?^aggio pontificio: Mo.ntn' milioni dì ìiomini t'ivono Rincora in ansia per l'inconilypntv poricolo di guerra e />er la gravo ininaccia di stragi e rovine senza esem- la paoe mondo nnttitt'Utt*, Noi di tutu. Kttorv offriamo per la lìitif- tt pt^r la pare de- mondo, o vhe il Signore dello xJÌta e della morte coglia toiilierci Vinestiinabile già lungo dono della vita o voglia invece prolungare ancora più la giornata di lavoro fill'afflitto e stanco Operaio. La nostra offerta è tatito più fiditciitsa di essere benignamente volta perchè. Jatta nella memoria liturgica del mite ed eroico martire San Vcneeslao, va incon- tro alla festa del Santo Rosario, alla celebre SuppHca, al mese sacro al Santo Rosario, quando in tutto il mondo cattolico si moltiplicherà^ co me anche vivamente raccomandiamo, il fervore e la frequenza della de^vozione, che già ha otte pio, !\oi accogliamo ne! ÌSo^tro cuore paterno la nuto cosi grandi e così benefìci interventi della trepidazione di tanti Nostri figli e invitiamo Ve- ^ Vergine Santa nelle sorti della tribolata umani scovi^ Clero, Religiosi, fedeli ad nnirsi a Noi nel la ^più fiduciosa, insistente preghiera pCr la con servazione della pace nella giuJìtizia e nella ca rità. A questa iréerme ma invincibile potenza dell'orazione ricorra ancora una volta il popolo fedele, affinchè quel Dio nelle cui mani sono le sorti del mondo, sostenga, spccialmente in que sti momenti, nei Governanti la. fiducia nelle vie pacifiche di leali trattative e di accordi duraturi ed ispiri a tuttif pari alle Tipetutc parole di pace, sentimenti ed opere atte a favori-ria e a jondarla sulle sicure basi del diritto e degli in ' ^egnamenti evangelici. indicibilmente grati per le preghiere che per Noi sono state fatte e sì fanno dai fedeli di tutto il mondo cattolico, questa vita^ che in grazia di tali preghiere il Signore Ci ha concesso e quasi \ " tà. col(-a piena fiducia che questi richiami d ispirano che diamo a tutta la grande famiglia catlolica e alla famiglia umana tutta quanta la Nostra paterna Benedizione. ' Beneditio Dei omnipotentis Patris et Filii e' Spiritus Sancti descendat s;i./?cr vos et maneat Semper. Un uomo convertito dal protestantesimo è babilmente sincero^' poiché parte senza niente^ *^gli semplicemente aggiunge qual>cosa a ® che ha già. Ma un convertito dal papismo al P^^ testantesimo rinunzia, a ciò che sino allora ritenuto in tal misura che la sua conversione difficilmente può essere sincera e durevo e. (Saii>ue]e Johr^son) ' 5- 16 — CIT FA' DEILLA RROVVID INJZA LA FAMIGLIA DELLE SORDOMUTE Quando il Cottolengo accolse la "prima soi^domuta — un povero fioro della strada —avrebbe voluto ri peterle le parole di Gesù: «Sì apra no le tue labbra ed. oduno le tue ort'cchie». Si limitò a dirle quello che potva: «Sii la benvenuta», e a darle lutto quello che aveva: una ca. sa c la'sua ipaterna isoUeoitudiue. Fu il piccolo -seme che produsse il grande albciro. Infatti i sordomuti dell'imo e deìTaltro sesso •si moltiplicarono nella Piccola Casa'fino a costituire una num.eiosa faimiglia. 1 masc^ii sono dJidcminati qua e là nei laboratori, adibiti ai più inva riati lavoiri. Le donne sonoMiunite in.-icimc in mi ma<gnifico cameronc, sedute a dei Inanelli come tante scolare in classe. Visitandole, vi troverete davanti a visi u sguar di delicati e mesti. A vcnt'anni sorda e muta! Ci peniate?. Da que<ita famiglia, nacquero le Suore Sordo, bian<ihissimc il Pater, l'Ave e l'Angele Ì>ci ed in mute. Oi^sei'vano la clausura, hanno cura degli ar redi e delia biancheria della Ciliegia della piccola Casa e confezionano parain<inli aitche per altre fine con voce chiara e distinta, sebbene un po' meccanica, dice di <ihe paeise è, come si chiama, nessuno la sente, ma ò, come l'aria necessaria alla Vidi una fiorente creatura bionda che, all'invilo della Suora, recitò con gesti misurati delle mani quanti anni ha. APOSTOLATO DELLA PREGHIERA — Mese di Novembre — (iPer le vhtime - delle disgrazie)). — Sarebbe difficile elencare tutte le specie di sciagure, che chiese. Sopratullo pregano e fanno penitenza per i peccatori e per gli infcd<ìli. La lora preghiera vita... Da allora gli abitanti si eono raddoippiati e i cnttolici sono cresciuti dicci volte tanto. Sono dun que Missioni ohe promettono. possono capitare ai figlioli degli uomini peregri MOVIMENTO DEMOGRAFICO della i*!rovingia di asti nanti in questa terra di peccato. Oitie i terremo ti, le tempeste, le foiligori, le alluvioni, gli incen Mese di Agosto 1938-XVl di. i naufragi, i morsi idi eeripenti p di bestie fe roci, si aggiungono oggi (grazie aj nuovi mezzi di produzione e di tras^porto) infortuni nelle of Nati ficine, esplo'sioni nelle miniere, inve&timenti di autoveicoli, disgrazie aviatorie. Quindi il nume Morti ro delle vittime saJe a migliaia e migliaia al Diif. pop giorno. Urgente bisogno esse hanno di un aiuto straordinario della grazia,, particolarmente quan do la morte è quasi immediata. Da pochi istanti rlipende un'eternità. Ma la grazia Iddio la dà in Nati se^^uitò alla preghiera. Occorrono dunque molte Morti pQC'^'hiere, perchè molti' si sa'lVino dei colpiti .da mortali evenlure. preghiamo altresì « Perchè fioriscano le Misionl ^ venti milioni di Co^9anir>. — Nel 1884 f!r"onces3a liltertà ai cattolici che erano 13 000. Diff. pop, Capol. 55 45 + 10 Resto Prov. 200 174 +26 Totale ' 255 • 219 + 36 Mese di Settembre 1938-XVl Cajpol. 70 46 + 24 Resto iPiQV. Totale 232 302 159 + 73 205 +97 LUIGI GAROSSO — Direttore HesponsabUe SCtTOLA TIPOGRAFICA SAN GITlèEPPlS Anno XV.M - N. 12 UICFAIB.RK l'XW-XVII Eriiz. tir «LAMICO'» P"-'- '"mcpsilrì L'ANGELO ni FORNI DI SOPRA <•«>1 SK'I"! IM AN A lIil-jhUA MOKAiUlTA" liiizial.i 11 -l'Tii ;l- I 21 iioV4Mivl>r4- miUo il valido ,K.lr(.cinio -Icllii Ma.loniij hi SotliiiHìt- iiji (I'Ilii .\|:i'ialilà ila avulo mi esilo imperio-re a!1.' iKÙ iwvTisioiii. Sappiamo pi-r t-sporiniza rhr Foinii di Sn.pra -a ri pniulcn- a!lr Uc\U' ìni/iulivc <*iin slaiK-io ^mnijiiv inM^inilK«>. Ma qiiejfta volta, ftratlaiulbtìi di ni»a cosa afi'.aUo nuova di un caraKwr vhr poteva dotoriuinaiv nn <-crIo «ifotlicirni4) in niolt.i, ora anclie l<?CÌto trcpidaTe. saillii riuscita. Invccc a']jl)iamo vitato fin dal (piiijicipio ijic ihj duini c dounr^, giovani c rajg^aiodL', erano Jwn ooiimpi'L'tòi dei girandli c g^r^ivi ijn^blcnii morali chi; '*a<*iaiiUMiIo ntdia quali.' garriviom al von- It» I'- l-.'nlc )i.,julii ri- IriW rii A»- tifiazinni religi<i.«' e politiche, eoronata. i-ulla Piaxza del Municipio <l'air<*h>qu<Mi(<* 'd'isc<iir?^) di Oon Orrtu^ o poi 'dalla Br'ticdizione* Kiirari-liea anmmcita- la dai riluali .«fuilli <li troniiia. La j«M'a •ihvTsa. non (K'.tanJr cin^ il tenipt) "'i fallo piov<><»o. la Chiesta Parroccliiah' fu af follala per l'ulliina funzione in cui ha parlato ancora «don Ostuzzi e fu <'antato U solenne I>ejuin. Ora;, aJd^iamo tin motivo 'di cojìipitìeerci verso tutti i Parrocniliiani i»er la lo-ro ctHiipi'*-'^" t-i (dovevano sluidiau'c alla laice della logge -di Dio sionc in una m'adiiifestazionr così impoiriante <'d t'id in vista del isniiproinio bene indiviiInaile, hi- utile iper Ia vUa di ciasciino e delibi collettività, dohbi^Taiu» iniclir e-pii'iuicre i nostri sscniili rringrojiiiglia're e sociale. ziajncnii al Sig. Podct^lìi. al Sig. iSogretario del co'.-^i praLicIie, co'^ì attuali nei loiro yari aigonicn- Pai?ejo ojd al Sig. Brifriiid'iwe -per la loro prezioIliif-'ilili le ftinijsole eoiiforeaze," {[wofonde, ti, fluirono aiscoltatissiinio e continuarono man ma no a d-estai'e negli iiditori il ina-ssimo intei'eBse 0)pì scanjpi'o affollala la sala della Latteria, dalle AmlOttità, dagli uomini c dai giovani, la Chiesa deUa Salute dalle raigazzc c (piell^n di iS. Oiaeomo dalle donne. Ainelie la parte isdu-eLtam-cnLe religiosa che si ls.vfolig4^a Oli?'" miatlina, 'i^tlujsci olutitoamenitc sia ,por la frequenza all'a S- Mesisa e reliativo idiscorso come per il numero eonsolanie ideille Sanie Co munioni. si^Sv«.Ì;nia "eooppraKioiie. ed' insieanc ad <?^si a tutte lé altre Autorità e Personalità ohe con il loro inten''onito alle conferenze od alle funzioni di chiu sura, hanno lanlo valorizzata la settimana. Non fcnniauioi'i pejò ^ìugli alloa^. 'In quo^^^ caso la Settimiui,a delLi Moraldità avrebbe il so lo u=;igniricatio di una ibella parata. Quello <^ho più iiuifporta è die le i.^ti-uzioni ricevute siano ibraj'doljte in pratica nella vita quotidiana da tutti e d.a ciae-cvino. 3Ve ahliiaimo tanto l»ìj=0(gn0. •Era qiuinidi natuTiale die anche la oliiiisura ce- 'Ghimideaido quetsia schctmatica relazione, dob kifinaita Ja doimmicn 27, fosso doglia del fervo- biaiinio rivoligeic il no.^lro ipen?iero rironoscente re dei jgioiiii ipfi^eceidmli. Eid e^ceo chc eia la Mes- a coloa-o che futono raniiima ideila Settimana: «a. prima con la Comamione gener^e, come ia Messa solenne, ebfceiro un caTatten'e d'I ^grande Attilio O^izzi e Don G-iovanni Dott. Bona, si sono proidig'ati con una genei-osità •siclennità. sacerfdotale nell'ainduo compito a,d cesi ^ ^ Sugge&tiiva poi la gìrande Pirocesgione i UN GIORNO DON BOSCO. D'ISiGH.V/jIiE Alili (liì-lanzia di aip.pt-'na «i> mtv«c liagica iiidrlc di Va^ci) iCarmoHii «ni lavoro. cf('4» luTal- Ira (di?.«rrujria ciie costò la vila ai giovane De San ta (Orlando inv<i.-liiLo dii uii tronco prosso Do- L'n ^iiìrno. I). Ho>io, che era slato ordinato cenlotc <la po<«». incontrò uq povero ra^azso. — Mi sembri nn bravo ragazzo! — — iiieg-ge. Alle riiiipclli'vc fajnì^iLìo lo notìiii-<* ituiidoi^H'inixe Conw^ ti chiamiy Bartolomeo Garelli. — Di che pac«c .•*ei? e 1 a^^sic-urazioiic cJic non nianc'likinio ili sulFrai^a- — rc !<' 'animo loiro con lo nostre pi'cjBlii<^''re. D'Arali. — Qual'è il tuo mestiere? — OMAGGIO PERiEiN^NE ALLA MADDiNiNA DELLA NEVU- (Gandotti Vn,<r!ia. por ono-rarc la — Come si chiama tiio padre? \ — Non ne ho. E' morto. 3 — del Fnalollo Vai<<*o. 25 — Trozza An«r<'U>. Pilon 5 — N. N. 5 — iDf? Salila Antonio, Cociu 10 — Co.1- • Garrone muratore. E (ua madre? • — l>ei pure è nmrla. \ — Povero piccoli», .«mi dunque t<olo? — Si. T j — (^anli anrti hai? lavino Romano 5 — La Famii^làa 'Di» Santa, Ti- — Qnin«lici o sellici, circa. — Sai leggere o «crivere? non, por onoraro la memoria kIcJ iaio ciii; o Or No, non so. lando 10 — Comi? Valj?n!iiit:i. Pawurt, rc«I(,i^ian- — Hai fjitio la prima Comunione? /do il baiMi i-iitmo ideila sua neonata Adialgiiria, 5 — D*,Anidnea Romano, BaidiKol 10 — Picrissiitli C — No. , Ti sei confciss<iio qualche volta? — Sì. quantPero piccolo. Guorij'ino. Barcta, in oc<',asion.c dollc (.«ìik' nozze con Ferii^o Annia 10 — N. N. 5. — Vai a dottrina? — No, mai. Ti piacerebìie andarvi? Rl'iCHliAlMI. IMPORTANTI — 1 Giovani, rico'iidino il d.oivorc jrravo e giruiiidc <^lie hanno .di ^acoJtaTc ojjni doim^ica la S. Me&sa, No. — Peo-chè? Pcrc^ sono troppo allo, non eo niente v T Èatnbrnif devono fiiequcntarc la Dottrina Cri- gli altri mi prenderebbero in gixo. iHti'ana e «ìiu liaria cc»n a^^iithiilà c "{iii,«5cnza. 1 Genitori, conlraj^'guno -una .^lavil-sùnia i*<-^pon^albilìtà djnanzi a Dio, se non «.i curano dli far O'ssei-vare ai e Snwìa, Garelli, daresti contento? — Oh. Quando vuoi incominciare? Ioto fifrIinoJi ciiiprti tdòvcirì fonda- Quando vorrà. nienilaJi della vita cristiana. Perchè non subito? Sì, volentieH. MO'VlMEuM TO DKILLA PWOLAZiIlOirviE dal 30 oittoilj-re ai 30 nofvcfmfijrc BATTEZZATI Pafì^oni Eu^nia di AlluJio e di De Santa Ma ria, linon — Ceidolin Anna di Amelio e di Co- radazzi Agnese — Pavoni Lina di O&caa-, Pele, e (di Pieli Eliaaibctta — De Pauli Adaljjiea di Ueilio e di CoimL,t Valentina — Antonialcoimi Bnuno di Gifuj-«ppe, Gianii, e idi De Santa Ange lina, le la infiegnasai, da eoloV i Dì un Ave Miiiria con me. — Non so. Pa almeno i| secrno della croce. — Non so. Bene, incomincereinó con questo. Eoco «o- me SI fa. Dammi la mano destra: in nome... Senti, donato non sarai più abbati^ n ragazzo to-rnò. Altri lo acco.mp:igiiurono. U» glande o,pera di Don Bosco naWva Un giorno D. Bosco.... non nn giorno, ma ofmi giorno D. Bo- MATRIMONI Pcria&iitti GueTirrno, ìBa;rda, con Kej'iijo Anna Mairiieia. MORTI 0;l/ìj:!n Fij'HTJza, Daco, di a. 58. as|j( In,va i piccoli operai, raccoglieva gli or frniv., impiego, una casa, li ne faceva degli uomini. era^lW^^ ''TT' ' . dovere, la piota... la gioia ancbe... an^fs ciò che iriBegnaV^ W quei Sacrrdoio che li amara tanto. -ti del jiopolo d'Israele di vecicjre xm ^«rno il Cri» IMMACOLATA >lo venturo, il promceeo Salvaftore <lelle genti. Nella cor*a d*i eccoli il sacro fuoco per Lei ' Il dioemUrc , lir <-i n'c;. U- f*^U- pi» gioconde, si inizia con mia f.-nia gciilile dcklicata a Lei, la buona Minninn v\u- i- pitali*' tli purezza wi eod^lcma .li can<1»>r<'. In un*<'i»oca <h sfrenatezza, in questo paro^ÌMr«. di piacrori. è l»cIIo -uairdarr; a Lei mila pura tutta bello, guida gentile di una nuova gcnerazion<- clic troverà i suoi aplcndori nella purezza. Pr pariaiuoci dunque alla soave fe«tivìtà deirimmacolata. Veneriamo Lei «-ialc. Ìa' fnn? città Ui salutano c^iua gentil futoIa>. Sia Plniniacolata La He^na di tutto il inonda ohe ccwa in qu.:>Mi anni di sconvolgimento 4 di lolfia un idealo di pace, di giustizia, d.i fr«« , ternilù. Non v*è i<l(*alir più bollo, non v'è Unzione piv " cara, non v'è f^somipio più fulgido di Mari« fmnuieolaiia. Sia IvCi il sorriso dei nostri bim « Uinih- rd alt;» più <•!»' <'rcaliira Tonnine fi»'» <relern(i ( finniacolnta iion è venuto mai meno; ma brilla «li viri fulgori. L'Italia ha per Lei im amore 4q>C' I>i. la flelry.ia d-.-ll-a noetra giovenntù, sia I<ei 1» »>• Colei clu- Tuniana natura noliilitò così clic « ii su., l-aitoie non .iis<legnò di farei sua na tura ». Al.or,.o HLei, - c.,.u.a h-Ha ed uunKtcoU.^ ritra«v.-.iio gli «mnini 1. ,.icn.-/..a dolla gray..a, a nwg.iifk'oni.n ilolla «loria, lo purx'zza deUa fianti- gioia e l'amore dclUe no«trc «po«c, il eo^pir^ delle no^re madri, la eipcranza dici no^i vcoehi, la mamma dei noetri orfani, la faelleggm dcille nostre viatorio, il raggio difilla no«tra fron te, il palpito del nostro cuore, il eorriso del «ortro volto, la «erenità della nostra morrtc. tà. Riirovan.i le toni liimpide <• 8m«>re del Vero, tanto più li.«pi,.lc e «..v<»tc quanto pm si aoco. a- „„ a Ro.,a, donde lo vena della verità .ampiU. „oca,rtU, al .scgeio di eoavcrgcndo sempre più gili aiffelLÌ delle geaiti verso Roma ottìrna do- jninalrice della fede. Pio IX tra rc^Uau/.. del mondo Caltohco, eolif^micmeate p.-odamava la Wiacolata Concezio- ne. Leone XUl indisse per a de , la proelauiazionc feste uioraviglioae. Pio X wronava le aspirazioni del predecessore. Beniedetto LA LANTERNA DI DIOGENB 13 grainde maestro di spirilo Giovaam d'Aqfurta dice: « Non credi forse che sarebbe cosa assai stranai se si vedesse una bestia meinar l'uomo per la ca vezza e farlo andare dove le piace; se in cons^ gucnza facesse da conduttore chi deve esser con dotto ? quando 3'uonio si reoide schiavo ded^e XV invocava Lei IiuimacOlaita die salvasae 1uma sue«Orbene bruladì passioni e specialmeule della carme, si nità ira il fragore de-Mo airmi. Pio XI volle che assom>iigIio a un con.diitlore che si lancia .trascimarft rinimncolala sia la Madre cara che conduca qu& «ta soci(^th fuorvia-la dail vizio v."rso una neutre zioaic di'purezza. Ste l'aititcnzionc del mondo sari ver?o Roma Cattolica un m.ijsnifico avvenire di pace brillerà «u cpiost-a umianilà ohe brancica uca per il co<lio dai suoi puledri. Chi sa vìncere le proprie passioni, eo£>Iui è v rainienite un uomo. Si narra che Diogene, filosofo pagano, andò volila in pieno mezzogiorno nel mercato di At Nella Immacolata sono profondamente intesi girando attorno con una lanterna accesa, dawi* due poli della vita gpiriiruale dell'umanità : il nioovlra di cercare qualche cosa. hnio. mistero del mail' e quello della Redenzione. «Esseiiidogli chiesto che cosa cercasse La Vergine aippare nella Teologia, nella Fede «cerco un uomo» «Come? — esclamò colui c ' (( il te,rmìnc fisso d'eterno eon^ipiMo )) che Dante lo interrogava e non vedi forse tutta la piazza P poneva nella preghiera di S. Bernardo e da cui na di genie?». doveva coimimiciare la Redenziono. Diogene allora rispose: «Costoro L'Immacolata è l'oasi della coilpa che involga la nostra misera cai'*ne. Eesa doveva n'ella flua pi* rezza, corno cantò il Petrarca « ascondere la Ium del somtmo Sole». E in questo dolce mistero eh* •consoia setmprt:', è senupre fisso lo sguardo dd non soQ® uy ••«•rtiin 0 - 0 ^ mini ma bestie; imperocché non vr uominti, ma come le bestie, e «i ^ (io,n)inair«, aascian^' ^ guidare dai loro animaleschi deH-a di-^ In- verità, colui che si yoncslà si i)one p1 dìsoUo degli bruti, CONTRO GLI IGNAVI nuovo aippare a'I quadranti' per annimciirc Parrivo di un aimo mioxo. « l'I cristiano di oggi deve essere intrepido; de ve, prenrlore i>osizione; tra Tatelsmo e la fede, tra il no e il si; non può stare pca: il .... no». E" un monito clic oggi ricorre frequentemente su paL^toi-aili e comunicazioni di Vc»covi <li ogni nazionalità e di uomini di A. iC. di oigni paese. Fu (già il monito di Giovanni a Patanos. quando dicova die il tepido è rivomitato c cioè appairtiene al no. alTantifedc. airavveraario. Non tosmipo o.p3gi (e non fu tempo mai; ma jìicno che mai) per il cristiano indifferente, non-oìinuite che isbadiglia quando gli si ^piirla dei casi 'di Rus'-s.ia e di Germania, di Spagna e del Me*5«i- co. perchè non .-ente «olMarietà coi fTatolli per L'orologio di SlraMmrgo sorveglia pure il cielo. SoiTveglia la corc^a della terra attorno al •jole e indica la loro poi^izione reelproca. SorvegìHa la corsa della luna attorno aiHa terra e m indica le fa.«i. S<>rv<-,glia il ^>J«* dì cui enuncia gli cclitì«i. E' regolato per mille anni. Che capolavoro tli nic<'<'aiiiea I Aspettate. p<»ròl Non hasta : r<>rolo«;io fJi Stra®. burgo descrive pure la vita ìunana. Eìasa la paragoi^a alla breve <lnra,ta di un'ora. F>cco |>eirchè. dopo quindici minuti, si avan* zare «n bambino <*x>n un frioeattolo in mano, «suona il primo qiwrto; quiinlici mimifli dopo, il bambino « 'diventato un giovane annarto di una freccia, ardente al piacere, snxona la mexza ; i Ire quarti sono riservali ad un uomo nel pieno vigore dell eià. v(vytito d'abiti di guerra per ri* seguitati. Il cristiano che non si cm*a dei bisogni della Chiesa: che battezzato e confermalo soldiato di Cristo, si tira da parte, perchè non vuol fa-tidi, ii<^ll;a lotta magnanima di altri suoi fraltelli ; il «ristiano che va a Messa, svagato e s-badato, la tfltimcnica, e erede di aver fatto tutto... c non sa <li Az.ione Cattolica, non conosce giornali e libri conlare le iolte di cui la vita è piena; un vec chio. con la gruccia, viene a suonare i quattrc quarti. Non rimane altro ch<- far risuonare la fine dell ora. Chi, dunque, farà «suonare la campana niato d. una falee. davanti alla quale sono pa<. funebre. Sarà la morte, cioè uno scheilelro ar «ala nrnc^v^-lvamoTiK. il 1,.ambino, radole^^ecrtle. l uonio. j1 vecchio. Kompe la sua ininiobilità * cattolici, non legge ohe i re£o<»nti sportivi e le ^uona 1 ora. Quando la notte {• giunta, il baanhinti. l'adole rjdvelle equivoche, è un «neiif ralc » die non scente, 1uomo e Li vecchio non si fanno piii vecammina co! suo tempo, è un pu-illanime egoièta. dcrc: ripot>ano dalle fatiche deUa giornata. Ma Deil'la sua ignavia dovrà ris-pondere un gioino la morte non ces^a di suonare le ore: non cono ail Padrone che vuole la teSaturizzaMone attiva, fa- sce arresti! Allora, davanni a (ju^^-ta moi^ic insLantkbiile tÌK^ata dei talenti, e non il seppellimento ignavo nella ^ua opera di disLnizione, lorologio di StraS. rìell'oi*to di casa. burgo ci rieordu Cohii che l'ha vinta e ei offre la salvezza. Infatti, aa tocco di mezzogiorno, oira della mabsurna ^luce, compaiono dodici personaggi, ,uno die- Maria può ancora oggi, come nei secoli più ^o l'altro, sotto un piccolo portico idove sta il eiS?i parssano, si chinano davanti ail Mae ter ibili portare la pade, la bellezza della virVÙ Cristo; stro che stende la Sua mano ^u di loro e li be r fare ohe cresca ima genenazione nuo-rn che re- nedice. .chi quella pa'ce sospirata ohe non può vemre se Allora, sulKa colonnetta vicina, jl gallo Tucn t)n dal Cielo. ceiUo della vigilanza, sbatte le a/li, alLunga 'il col lo e, tre volte, lancia il psuo canto sonoix>. Non vi pare, -davvero, una meraviglia -rorolo- UNA MERAVIGLIA gio di Strasliurgo ? Ma cpalle meii-rftrt-iiglia maigg'iorc rJnjfcelligenza di CoJfui che Tha coL-tmìla! Egli '?aipeva rastro* L'orologio di Strasburgo — Esistono de^gli onomia, le matematiche; conosceva a fondo 1» roJo-i perfezionarti che non segnano solUnto le meccanica; ha c^lcolaìto ogni cosa, misiinato tilt' TPnticraattro ore del giorno, ma anche i sessanta tu to vagliato peachè nulla potes-se minima» ^ sessanta «econdi d.l minuto. to, mente 'disturbare il meccanismo comp'licato del L'orologio di Strasburgo indica molte altre cose S.110 capolavoro... nainirti • indica i giorni del mese in corso suiza Indirà i gli E • 31. 28 o 30 che ne segnano ìa fine. AfAVanno senza sbaorliare quando a mezzanotte, un numero " E Colui che ha regolato, non Toroilogio perdulo in un piccolo angolo ideila terra, ma l'Infinìtn dei mondi nello spazio senza confini? Quanto è pili grande 'la Sua intcliligenza e 3a Siua potenza! Sono infinite. — a. i RICOEDANDO GLI ORRORI DELLA SPAGNA NON SI SPOSI PRIMA! é . Uopo lii «^u;« in «|iic.lla tui^u cl»c avrobl>« pollilo fan: mia lidia figura ira le case eli quella via. r^' f<>^«c Hata curala, il collettore <?• sprose*4* la sua roiupa-i^ionc per «fucila famigrli® ove «' mi po' più (li «lanaro av-reblK* cambiato O^t CO.-<l )K Allora, non alln'llanlu compaf^ftione, il »uo in* torlocutore Apirgò : l'n pi<*c(>lo fatU) di cfODOca successo .lui (Hi(!«ti ;^i(>nn ci n dato occasione di ritornare sojii'ji una riflfifjsione non ancora abbji^ljui' zji approfondita. Ecro il fatterello. Qualche tempo fa mio straiiioro passava per nna sfra^ da di (innova vicino sul un nieivaU). Allo fjuanlc) i T. •' i V. quamlo si •'«ono «i>osaU. Lui svolto <l(^lla via vi orano due f;i;;azzcUi, ';d uno di assi teneva in mano una j^abbia nella aveva avuh) un'eredità c<l avr^n dei riKparmi. (piale si dibatlevano oiiKpie piccoli ticcellini. — D<-J «lanaro? Ma ne avevano taivlo Lei a>'e'\a jruadairnato. Iavorati<lo in uno studio e non era una s|mMroiia. Alcuni lo inviilinvaiio ili a\'<>rc inc<>iH«roto quel la fl'rliuola p<*r licnc. Ma ejili !<• »c'^i>er«<' pn--t« un difolto che avcra pure rolpilo coloro elw erano amlati a far loro visita. (Ì4>po il !on) via;:f£Ì(» «li nozze. Tx;i non f^apeva nulla dcillia casa. Non sapeva risparmia re, non sapeva acc^nnodan; i resLì e neppure^ ag- Qindle pi<'ro1(» Im*sIì<)1c dÌ8t<»nd(n'an(> le lofo mIì (•er(ravano di volat-e via, ma urtandoci nei ferri della gabbia cho era la loro i)i*i^it}ne ejulevauo sul f(>nd(>. Kitentavauo la prova ma le «barre della gabbia infleesibili chiude vano sempre la via della fuga ed i poveri uci celletti ricadendo mandavano dei piccoli grli non si rendeva conio di tuLN^ qu4Aslc sue lacune ili di liinninto; Pue anzi erano giiì insangni ' nati per le ferite i-iportate nell'urto. to in disordine, della hianchoria sui mobili, gb in gablùa — domandò lo sti-aniero. puatarc la i>ian<:ll<^ria ! Ma il pejigio era elicila <% perciò, non ne ^mtvava rimorso. Un pavinicn- libiti della festa appesi a^rli aita«iapauni fino a metà de'lflia setlimana. tutte cotse che fanno xaibhrividire delle domie ordinate, le vcix; massaie, la laj'-eiavano co!mii)lelamente indifferente! Diàgnaziataimenle. però, tutto quesito cagionava molte spese. Nulla c più costoiso 'del -disordine e di umi donna che non c^a far nulla in casa; Che cosa volete farne di questi uccelletti "t. V'ogliaino venderli. Qujuito? Dopo es.sersi concertati i due ragazzi ri sposero : Venti eoidi Tnno — .11 forestiei-o senza disi:ii- I figlinoli vennero, dei bei figliuoli, ma poco curati; anzi, curati peggio di poverelli, mai ve tere estrasse una lira, la diede al fanciullo, aprì la gabbia j^rese uno degli uccelletti. mamma non so ne preoccupa, non si commuove Lo tenne delicatamente fra le sue mani, ca rameiilc puliti neilla persona e nei ye&'titi. E la 0 sci.-pira soltanto per dire; «Quanto danaro ci vorrebbe jìcr tener bene la mia casa! ^ Ecco ciò ebe ba sentito il vi-sitatore dell altro giorno. E'd eglfi ba risposto: — Certo, ce ne vuole dejl d'anaro, ma occorre èoipra ogni cosa una donna che rifiuti di €po«?aT3Ì finche non «!a tenero una oasa. Qualcuno si è... offeso <H questa sincerità ed anche i'I mai'ito ebe, però, in ' cuoìt suo, non 3Ì coasola id!i aver decilso la sua fiid>anzaitia ad impa rare a far 'la cucina e a tenere la oasa. E' una dote questa: una dote che rimane e. vale un patrimonio. Faceva (aitti i mestieri in casa, coimipreejo quel lo di sarta per uomini. Sposandosi era una seiùplice figiliuola, robusta e piena di vita, che era stata a servire. Aveva, però, portato nella sua caisa, ove lutto va liene, oin -grande tesoi-o e una grande ricchezza : il e.uo sajper fare, il isuo voro, il I9UO airdore nel lavoiro delJia caisa: dall'a go alle pentc^e. rezzò le sue morbide piume, baciò la juccola testolina, lo conie.mplò un istaiite. poi allar gando la mano gli diede il volo e io. vide eoa gioia salii-e su verso il cielo. Patto questo lo straniero diede un alti'a lira prese un secondo uccellino e lo trattò nella stessa miiniera. ^Oosì per il terzo. il quarto e per il quinto. I fanciulli lo eguar davano stupiti, ma perchè — domtxndarono allo etraaiiero — avete comperato questi uccelli e speso cinque lii^e per non conscrrarli per voi? ^ Durante due anni — rispose lo . nella Spagna sono stato chiuso in ste prigione, dove gemevo ^vitnotte, px'ivo dì aria, di luce, di alimen y tiuia dei comunisti. Questi uccelli mi esseri ai quali posso z*endere ^ Da secoli la Scrit/tura ha dotto eihe colini ohe trova una donna eorsì, trova un tesoro in tutta che io per gi'a^jia -di Dio ha riacqni® a la forza e la ricc'heaza di qneista parola. voluto che fossero felici. r: V;., J>e brutte sorpretto. r)eluiag<^io dello, wtà. K Net Qzro df fra/zc/a ì NOò/r/ corr/dor/' Aoz/w 5£>arse d/ c/ì/od/ con coMsegaeN// óaca/ure Cos/ ^e//a ^j^//cz -5<y//a. c.^ <3^^»/ be/ve <yc/<yzz/eò/-iz//e sorprese 5'//^coA/ZraNo ^ </(jaz/// o5/aco{//• » # >1 Os/acoll c/ìe c//rappONgro/YO / ca/Z/uì //ùrf e g/or/va//. • / pess/rf/ coMpagNz yl S^A ^ i os/aco// su/ /alloro...... uJ' I» •• TT-' I ostacoù'/ve/d/'uerZ/'/ie/^//'... ih r/vuoì dec/J/ONe, %raggio, perfarsiforza ìa o/a y//,era...- ve.: e giungere, a/ìa ne/a 5aMfC(.c/)e é . ^ // douene. // bene, /a Oerì/a.lcfdio . — L'IDOLO INFRANTO Mi avvicino e: u C^lie mirc«^dc? »> dico al catc- Allo poco pin «li "I» palmt). <lairadj>r'lio goffo, «n vecchio ifiolo <li oruifli C4)n^'>unto dai t«rli c ridotto a f(nina spugruwia, ftava raiinic«ftiiato in un cjivo d'un vrrcliio e matrsloso albero 4i canfora, ch«^ coi huoì pixlcro^i rami fonnava ••omo iuiJìifnM» «>nil»rcll<> «'Iir ct>Ila -•«uà 7 hcllojn- -hra invitava i vianflanti a ri.pi*»a;rsi dalle fatichc del viaggio. Povero i<lol<»! f»>r."^ ila .^ccoJi ?««-Klcva ittdisiiirhato nel suo uniilr trono c forn; anche aTcva incusso un «k-'UM» di timore o ri-,pettt» pau roso ai pafisanti. molti dri <piali non avevano oiWto nepari' ani^ltc a lui un ha^toneini) d ìn-onoo .«Ile ool suo profumo unito a «lUfllo della canfora avevano inodorato le sue lijrnee narici e lo ave vano re^o contento di •M'der*' sul suo irono. Ma..--. un bel giorno (ma non por lui} un viandante jne.rcdulo e di^prczzanU' li* ?ue virtù di genio tu telare del mackslo.'io albero. >4^nza tanti conipli- menti rx>n un bastone gli ajvse.stò un tremendo 4»olpo elle Jo fH^airavenlò. mandandolo in pezzi, iino alla partv o,i>posta «Iella !slra<la! Egli gianella polvere ar«p(Mlaiirlo clic qualcuno lo ri. jncttcsse sulTallare! K rllfatti ben predio qualche ^lo dcvo'lo s'avvide dnirimniane sacrrlegio e con tutta premura e rispetto raeeolsi* i... r<*->»ti mortali •ilei povero idolo <t li virollocò ~ulI'antico suo troaio. Ma eiò non bastava: bisognava riparare il .g,aiOrÌlcgìo; ed il sacrilegio fu rij>aTato. Tra l'altro atiÌF<?fo alcune figurine di carta che giacevano j>i-o5trale ai suoi piedi in atto di adorazione od offrenti qualche eod-a. nhtéln. « Pailre, non sa che la calunniano ? dicO' no che ÌjCÌ è andato a distniggerc le figurine di carta clic .sono davanti l'idolo neiralliero «acro ». « Io? — riftpo^i — neanche per M>gno! le fi gurine le ho viste ò vero, ma sono ancora là» e se vob'te aeeertarvene andate a vcde-re ». Il calccliista ed i cri.<?tiani. resi onnai certi che 10 non avevo occato d'ette figurine, presero più ardite e poco mancava <die venissero alle mani. Fjh geni*' int-anto accoreva da tutte le parti per vedere che etx-a era suocea^o... Intervenni subito por calmare i miei cri-^tiani. dìc4*ndo che non era 11 <'a>o di far tanto fracavsso por cosi poco, e la»ciaK<Mjro andare in pace qu»\l povero disgraziato. « Non >i può. Padre, non si può — risporcro i'> coro — ne va di mezzo il ^lo buon nome e la faccia della Chiosa Catlolìca! ». «Va bene, ma allora fate» le co>se un po' più con calma e di gnità n risposi. Fu chiamalo il capo «Iella borgata e dopo mol lo ehiaccherare e discutere nella casa, egli fcc^' una liuona romanzina airaccusatorc. dicendogli che dov<yva essc«re, per l'avvenire, più prudente e non erodere subito a ciò clic luia ragazza dice d'aver visto, srnza prima os^n>i accc>rlato della verità della cosa, e concluse: « Giacche ora hai accusato falsamente ij Missionario, devi piibbl'camente resarcirne la fama; perciò dovrai, alla partenza del Missionario, accompagnarlo per tut to il pcrcon^ che farà nel rpaetóc e sempre spa* rondo petardi in suo onore ». Ma chi poteva cascre quel temerario o saori- Così fu fatto. La faccia era salva... ma ohi ne soffrì furono i miei poveri orecchi ! nalmente concluso clic quel tale nOn poteva efi- P. B. Valle, O. F. M. ìego c^paee di tanto? Si em ipcnsato tanto c fi .jci*c altro ohe il Missionario ohe appunto in quei giorni era passato in quei paraggi, che anzi ahi- .lava poeo distante dall'albero tsac.ro; quindi... oc- CHE NE FACCIO? K^io al MJttìionario! E il Missionario venne po- giorni d<^po e piM>prio nella parsona del sotto•ftoritlo che, ignaro idollla vigilanza a cui ea-o soibtc- IpoMo. andai projprio a recitare l'ufficio divino .-sotto la raacstoisa eanfora. Prima dell'ufficLo m'ero fermato davanti lall'i- ;i}olo infranto e pensanido a ciò olle dice il Salmo 113; «I simuliacri delle genti... sono opera di maIlio umana; hamio la boooa e non pairl'ano, ocOhi e non vedono, orecchi e non sentono, naiùci e «on oidorano; hanno mani e non palpano, piedi >e non camminano... » mi venne naturalmente da lidere poiché lalll'idolo mancavano anche i piedi •e le mani... e metà ca^po! mia mossa era stata ♦sservata da una ragazaa na.5oo»3ita in una casa vi cina, ed io, ignorando ogni cosa, recitai il mio ufficio, finito il qtiaile m^i avrviai 'per entrare in ♦aea, ma tpiù mi aiwiciniavo e (più sentivo ohe aellintemo di essa >sì stava ratgionando ad alta Toee con un « orciscjt eundjo » che mi ipaireva stra3ao. Appena entrato ^vidì il oatochieta con alcuni •««istiani che quasi venivano alle mani con un «•erto figiuro d^avvoro poco siiwpatico. Il duca di Savoia chicsc al Vescovo di Chara- bery un Sacerdote zcdante da mandare nello Scia-i- blesc per coinvertire quetUa popolazione, pervertila dalla eresìa di Caivrao. H "Vescovo destinò a queHa difficilissima Missione San Fra'ncesco di ^Sales, Quando il Samto stava per partire accompagnato da un solo Sacerdote, ili duca di Savoia volle che 10 seguisjiero dei solidatì per sicurezza ,personale, 11 Vescovo a sua voJta gU .ppocurò qualche como dità, offrendogli deg'li uomiini della siia servi u. «Glie ne faccio?» disse iS. Francesco, a Nostro Si gnore Andava per le strade di Pailestina senza armi e seaiza annatr; giiion aveva neppure una pi-etra su cui posare lìl capo ». E no-u volle alcunoSoinio ìn-numerevold e inniauditi i conii25i il Santo Vescovo Missionario; più miinacciato di morie. Ma egli coi piedi sfiiinàito dallla stanchezza, dalia faine e continuava impavido il suo cammino Ap San Fraoicesco di Saies aveva con fisso fu set^ $ tli <>piM>' <'h<- foniiaiw» nn pouma uiHHilwlc- LA BEATA MADRE CABEINI di ca-rilà rn<»liana pal.rin. K iji jwzz*> a tanu» lavoro, die avrcl>be deprc«- »«<), las<*iando luia inipronla indelebile <U carità rareolti. ella. nvalf«'nna in >nl\itf e co:?lrolta ai moto periK.-l.uo, <'l>bf soinipif fino alla morte u* na atlìvitìi giovanibr c lui'intt'usa vita interiore. Bastia loggen' le kìlttìr<\ sUnliare le 6ue opera «xi Orservare le ?ìue figlia per conipn'nderc la ca rità di cui bruciava j>or Dio e prr il pro6e?imo, nolPuTdore della ay.ion<' <• n«'l f4'rvorr della pietà. Co«si la jiTande donna, ba aceuiiuiliUo in terra 1 44\-^)ri per il cielo ! Ija suii vita r p<;r noi un monito: La ^orìa< un vanto: la *ua ijit<'rcorisioiu' un ilono iirezio^o. IL PRIMO PECCATO Il primo peccalo clic .sia stato mai couuiio^Q il peccalo dogli Ange>Iì ribelli fu un peccato di superbia. Il primo peccato, del genere umano, la disub bidienza di Adamo e di Eva, fu una consoguenta deirorgoglioòo tdcssiderio di volere ev<>seTe simili a Dio. La Sacra Scjritlura dice chiaranionie: La radice La Beala Saverio Cabrini nata a S. An ello, Diocesi di Lodi, nel 1850 e niortia in Aimeri- ca nel 1917, è tra le glorie mag^gioTÌ deUia Cliieaa Lodigiana. Il sfuo apiirito altissimo dovunque paela'iciaii'do una imp'ronta inclcleliile dì carila verso Dio e verso il prossimo. Nel pfaeàe nativo, la sua infanga ebbe il cando re dell'aLba e la sua giovinezza ia picttH dji un Angelo; nelle scuole private e pub'bliche discepola e maestra, la' sua menle, pi'onta ed aiperla, fortemente aippii'Còe e squÌ5Ìtìa\inente educò; a Codoigno, tra sofferenze e gioie, fondò la Congrega zione delle Miìsionaric del S. Cuore, che in poco tempo si ee^te^Se neill'ltalia, nella Spagna, n<^la Francia, nellTnghi'Jlerra, nella Amei'icii del Nord e del Sud. di tutti i peccati è la suipi'rbia». Questo vizio nell'uomo è manifestato molto presto dal desi derio della stima e deirammirazione, ed è gran male clic ne venga acean-zzato il germe fin dairinfanzia. Tendete lui momento rorecobio ai discorsi dei ragazzi; sentite come ^i lodano fra loro! Guarda cosa so fare io! Io ho un vestito più hello del tuo! Che ti paire del mio cappellino? Io sono il primo deMa elas?e! ecc. ecc. Ed anche i grandi uomini non sono che dei iamhini, l uno TÌpone la f-ua gloTÌ.a nel suo albe ro genealogico, l'altro nelle siic ricchezze, Tuno nell ciloganza del suo abito, l'altro nei suoi mobi* i, ehi nel^a bellezza fi^iea, chi nella eua scieir za, ehi nella sua amabilità e chi nella forza o nella generosità . Per le orfiane erecoC ricoveri ; por sii amma lati edificò ospedali; per le mae-ifcrc aip'rì con vegni; per le s-tudenti istituì collegi. Da lei gli emigrati italiani, sopratutto, ebl»eiro le catrezze di una madre amorosa ed ^apipiresero a Ticordarre e a benedire lia Patria. Per Ioto «alpò trenta volte Toceano e percoiTse, ardimientos-a, le S. Paolo può ben gridare efuanto egli VTiole: Lhe eofia possiedi, ohe tu non aihbia ricevuto? •se 1hai ricevuto, perchè ti vanii come di cos.ì tua? Uno scrittore ha detto: Anche le più tenrihili pa&.sioni ci lasciano un tmomento di tregua; Ter- e più remoite d'ai nuovo mondo. quasi sempre, ignarra della lingraa priva di mezzi e di atpipoggi, spesso combattuta, con la gi^andezza della gO'glio invece ci tormenta semipre. Etp.pure noi doibbiamo rinnegare la superbia eid essere umili ae vo,gliamo che si avveri per noi ciò che iGrisdo ha detto e rìpeluto; «Chi stia anima, ricolma di Dio, con la prontezza del]'jj2,t,u,izirf>n.e, che aveva dei! soipraniiaitiuirale, con la si esalta sarà umiliato; ehi si umilia sarà esaltato» E Gesù ha rinnegato coisi detcisatmcnte la eu- volontà protesa tenaoemente e instanoaibiilimenle qI bene dei suoi fratelli, diede al mondò Io spet- ddle sue doti eaTatteristiohe : ((Imparata da me vie più aspre Malaftieeia e dei luoghi, contrariata e pett'bia da •segjialai*e la virtù oipposta come una — iiHìliilHiM itifiiumiKi iaiiiiiiiiiiiiiiiiii il Quando ripenso n te. Madonna bella, intorno intorno il mondo si scolora: tace un istante il vento e la procella scordo un istante questa morta gora; e mi ti affacci qual tremola stella^ che ride al TnarQ^ m sulla prima aurora su, su pel raggio tuo lo sguardo affiso, e son teco un istante in Paradiso 3S!IÌ •N 9 no — PICCOLE COSE PREZIOSE Sorridi alla monotonia del lavoro quotidiano. Tari quando ti accorgi che qualcuno ha aba<:li;rlo. Elofiin il fialcllo che ha operalo il l>ejie. ^trinpi cordiahiicnto la mano al fralcllo che è nclJa tri-^tezjKi. Pnrla «•Oli dolcezza ajili iiii|>ii/i«'nti <» agli ini* porliini. (ritarda con affi'lto il frat<^llo eh»- «-ola un lioìorc Sahita affahi!in<Mile gli uuìilì. Rirortosri uiiiilntenU' la lu;« dr-holoz/.u. UN'ANIMA DA SANTO 11 Suprriorr ixcnoraIr iii un Ordinr roligio«o vi. sitava mio d»'i >uoi no\Ì/.iati. A i'ì;i cun iiovi/i-o dicoAa una di <j[uoUc parole da paulrc, da s-inlo ohe rialzano, raeeicurano, ri confortano V spingono avanti v in allo. ad uno di e>si>i. ^nl <'ui vifo ere(lett<' vedere Cntechismi domenicali all'aperto TRISTI RE ALTA' t( Sei uno stupido^ non capiaci niente ! Tale fu la risposta che il figliolo dodicenne . diede a «no ,paidre. Questi, stando a sedeie, tenvfcennò il capo e cercò di scuSaròi, dicendo aigli . arniici presenti : Cosa voiletc farci? E* pieno di vita! Quando vuole una cosa nessuno glieila leva di testa. Dice .<jTiel che gli viene in liocca ». E ceTcò di concludere un armistizio col picco lo ribelle: (< Ti dico die è bene non andare » gli ripetè. « Ed io vaido, ecco, vado! » proruppe il raigaz- una niihe. domandò: '( Provale voi piucm; (jiii. figlio mio ? „ — No ri^po.-^ ^Ciitpliccmcntc il novizio. Il Padre lo avvicinò a lo l>a<iò alTettuor^anien'.e in fronte e gli di^sf*- «Coransio, mio figlio. Td.li,, sari .on voi!» I/anno dopo acoofslii. .iu(-«lo novizio <• porgeii- dosh la mano, lipciè la stc,s..a doananda : «Ehbene, mio caro, provat<^ piacere qui ? » ' ' ste.séa il novizio «No, Padre mio,seinplicità mono aissai ci trovorispose: piacere ». — Uscirete voi, dunque ? Vi fu un moiTiiento di silenzio, com-c se il no vizio non si aspetias^e quella domanda: poi con leiTnezz^a : — Uscire? Perchè? Forw- di io >ono tmi ve nuto per trovarvi piacere? n Snxperi^e lo guardò con gli occhi in pianto, foi, rivedendo il maestro dei novizi gli disse: vigilate su questo giovane; è un'apovero .padre! Egli non s'aiCCOl"ge quanto tra- nimi Padre, frrandp'^'^^^ .zo. E -andò dove voleva, infiischiandosi dei coman di patefmi, con tanta indulgenza esercitati. baWa il «UO edificio Se Ufigliolo è axrLto a .darC ^ gli dello « stupido » eosì come a un qualunque geocatoire! Più tardi, quando se ne accoi^gerà non sarà più in tempo a rimediare, garà il crollo , della saia autorità. intanto egli continua la convensazione in terrotta con gli amici : è molto accalorato nel so stenere (Aie i preti, i « bigotJti » i moralisti fion t.rO|pipo esagerati: votrrehilrero fare dell'umanità un convento ! E mienfcre sostiene questa 'balordaggine, la niò- ^ie. nell'altra stanza, diice alla figlia: — Presto, fa veda tuo padre! g si dipingono bocca, ciglia, guancie, unghie!... Tanto il paldire e marito, <affanna{to ora a cri- • ' i dieci Comanidametiti, non fa attenzione c^rte dipinture. (©« «Noi Uomini n) La gioia del Missionario in un asilo infantile, l — Il m k Buoiv ^ A nr A • (Jf' venga il Santo Natale! Noi Caspetitiasn^^ con trepida ansietà; io salutiamo con non sa cUirci la pace: dalla ferra germogliano le ' fatale è fremito di vita novella^ è risveglio di grida di dolore. Dall'alto invece ci piove la lu^ ptti di gioia grande. spme, innaffiate dalle lacrimcy echeggia il lo o risimnnnn / singulti, i gemiti, il rantolo e grazia. Siamo fedeli discepoli della Santma gopite speranze, è sussurro di celesti armonie, frdlaessa guiderà pi^' lft piccola vi<i luminosa del ^0j-riso d^innocenzxi, balsamo aj cuore, riig.iadn la pace,ci lungo la qjtàlt> troviamo scritto, come ^fj^tora-trice alVanima credente. pgii venga il Santo Natale perchè noi siamo tante pietre niitiari, carità, pazienza, dplcezi^ pii pensieri, purità, sacrificHy elemosine, opere buone. Camminiamo 'animosi per questa via, tn ' segf'^^i del nostro cuore... sentirci trasfusi in fondo ad essa ci (uspeVta il Padre celeste, buono e Lui> i nostri onut-ggi di adorazione, di inaraziotie, di zelo, di amore e dì riconoscenza misericordioso: abbandoniamoci fidenti in tutto il bene ispirato e ch'è stato compiuto, riceveremo il bacio del perdono e della pace- ^ansiosi di prostrarci davanti al Nato Dio, aprirgli ben venga dunque il Santo Natale perchè, f,0itie in quella Notte beata gli Angeli recarono aS^i volontà il loro saluto au- g^iroie, così ancor noi siamo felici di presentare in questo Natale di Resurrezione, per le mani del giornalino, i nostri voii ed auguri di bene e di di gloria e di pace per tutti. Non deve mancare a voi la pace e la gloria in AUGURI B etleni ritorna nella nostra mente ! TIn. lembo appare del bel del d^Oi 'ite... Ogni cuore sussulta, ogni memorUt, inalai riporta do!ce al suon del Gloriai vita e ifi morte, nel tempo e nelVeternità. Sia per tutti la vita, e santa la mortó, quando il iSigtiore ce la manderà. Jjtt piccola Teresa di Lisieux traeva ammaestra- jnetifi come i Re Magi, dalle stelle e vedeva il suo .noni*^ scritto in Cielo. Così ancor noi diffidiamo ^lla terra e del mondo. Il mondo promette, ma N elle amene città, tra i collie i grepp^^ AIle vampe domestiche dei ceppi> _ ;i«rc T m ìp chiostre 'dei monti ed anche tii " A l fiato Redentor s*ode osannare... j-tottore, nasca Rncor noi tuo buon cuore E sempre viva il Suo coleste Amore . y 12 > LA BEATA MADRE GIUSEPPA MARIA ROSSELLO •liventa piM^onu di ®er. Na-c^ue la Beata ad Albflsola Marina >izio. il 27 Ma^igio l&ll. Fiofre di questa ter terra. Come le al ni per<l«' i genitori, ub. fratrilo r mia sorella. tre baanibine amava gli "«pa-ssì, i diverrtimenti i La H4Mtta non ha più. focili: a differenza <11 botro preig^arva oncilie dnTtante ili gioco. Tra <^ho Dio a cui conaacra.iH' iiilLa Ae eoanpagne si faceva le eoie amiicihe, poche (toonpaiglne tra aiv^vano le (\i\ iPta nuova Con^T«liu/.ione pt'sr la aalveaza ilc.lla gioventù abliuniiilonat.a dal ipopolo. i f-uoi gusti religiosi e i jsuoi ideali di virtù. Schivando la comipagnia dei giovani, os Il loro faibbricato: due (3»uanzc. 11 Xoro cjorr©do: un paiglùcriooio, 4 sedilo, un Crocifieso, u- serva : «E' coirteeia con lor l'esser villiani ». na Coline prima tra wrellle era ohbligaita aii lavoro, ed era sol lecita ed attenta a cu cire. E-ra il cuore più veloce dell'occhio, e men tre questo seguiva l'ago e lo precorreva, il cuore saliva a Dio e lo raggiungeva. Il suo lavoro era un ro'&ario di giaculatorie. Le fifue passioni predominanti: evitare il pecca to: rendersi utile al prossimo; farsi santa. A 19 anni «sognava la solitudine, volava 'iai*si eresmita. Le difficoltà aumentiavano e il suo desideido col- riippruvaziono ded csoo-vo, in Savona, ali Vico Ac:\ Vento, in onione d'elle 4 a^miebe^ il 10 Agotìto 1837 i<m- fef«1e ie condixceva tut te a confosearc. Poche pea*ohè sle^M. Col <H)nscn9o e Aipotsrtola, e spctcólailoxeaite alUa vigilia d)i erano La- jrria Pa fmlute in caM Moiiloono. In due ait» ra, ^'^fveva lontana dal.la infcrnuora. Mia i)iotù, ilare e gì*, viale, j)orta ooUall^ statucttki di N. S. della Misoricordiia. pòolii liiibri (li devozione.. In di^pcn^a avevano podio palale, in Uisea uno scudo. XI cuore pi:>rò. Olia ricco, riboccante d*anìor<\ E l aniore la foco santa. Non vi fu ^elaicrificio' a cnà si rifiaiiasse; non vi fu Miffìco'ltà ohe la fa^•s;e retrocedere, .\ndava compro avanti, fidata> in Dio c nei suoi santi. K il Cielo le mandava vocazioni per il .«»uo istitulo, mezzi per le sue opere, asili po-r i suoi ricov(vrali, por Ile sue orfanelile. non sminuiva ; che anzi più quei!i:ie cre?cevano e più questo sii a'Cfui^^a. La sua non doveva essei'e lina vita comune: voleva e-fseo-e ©anta. Pregava e 'si a^ppi^Jliava a" tiutti quei mezzi che le ipotet\^ano facilitare la 6ua santità. Nel 1828 si fa tea'ziaria francescana. Nel 1830 LA SANTA CASA A Loreto, sul coiBe che domina la magnifica vallata marchigiana, c'è tmà baisilica superba, me ta di pellegrini. Ma non per la 'bellezza e nem meno per le ricchezze che essa contiene vanno i pellegrini a visitarla, ma iper l'inestimabile teso ro, che essa ra/ichiude: la casa di Gesù. Entrando neJJ-a piccola casa rozz.a, dai mattoni sconnessi, afftunicati, ci si sente commossi. In quella stanza ® incarnato! Qui Gesù ha vis iJ Figlio suto infanzia, la sfua vita niaiscosta ! per un miracoflo l'Italia nostra ipoariede la Sa cra Casa. In Palestina la casa era nainaooiaita : al ^ dicembre 1880, vigilia della feslat cilell Imimacolaita, ra/ccomandiai^do. ail Sagnore la sua rmima, 'quelllanima che aveva tanto ilavorato- per tenere lontano il pecoalo da tante altre anime.. Pio xa la dichiarava beata il 6 Noveanlbre 1938. lora gli Angeli dea Signore la portarono in Italia. du un ^lle marchigiano, al sicuro. Il colle era allora disabitato, (piantato a laruri. E i lauri fu- lono 'le piante che diedero il noone alla località : Loreto. Segni divini dimostrarono e&aere la casa e a oacra Famiglia quella aipparaa in dicembre nel liaureto. Attorno a questa casa si abbatterono 1 lauri, m coslfi-uase una grandiosa Baailica, a cui' traggono pellegrinando i cristiani di tutto il mondo. Il 10 dìcemlwe si festeggiò l'avvenimenti den tro e fuori Loreto, e la Madonna di Lordo è apecialimente onorata da-g-li AvieH, di cui è Pal«ma„ jA leggenda dei tre ducati ti iiìorno in cui He Rfaato condusse a St. .Vma- dour \a lH-l)a AUIa .ti Tolosa ch'odi avcrva da poco sposata in Arlcs. I Consoli vol!€r<i mostrorte un <Mrndanna1o alUi forca. Ma, quua<k> hi Redimi vijdc il condannato, con !.• niiini ledile i- la lc^sta Imprigionala dnJla i-or.la, inamiò un grido e nascose il volto Ira Je mani -Si(,>n<»ri Consoli, disse- il re ,a<l alla voce la re simi quale segno di benvenuta, vi chiede di accor darle la grazia di quest'uomo>. Hìsiiosero i consoli: «Kgli fabbricò false monete; la le«ge vuoje che Sia impiccato>. Intervonne allora un consigliere del re dicendo ? con^eludi^e di St. Ama.lour, un 1a d ni ' T T"• con la som- ma (ti nìillc ducati. /'O/vO.S/.V, innwo I'rfìsi<h'tìtr tifi (rovorno Ruteno il Hzzente 1. pren<la. *Co-nsoli, ma ducati? d()vc valete cht* quc.sli mijio ducaL. l"f " otiocemo nover i non «Siiinori u "^1 suo partnnion'ete; era cinquaiUa duc^.ti. ctue'st^ toe<^nr riiiaraasi Liturgia rinsioinc dei simboli, bielle ^^^«La ««"o suffieiienti ri..po.sero i Con- L'ANNO LITURGICO 4>ref:hierc, dei canti e degli atti coi quali la -Chiesa c:^prinie c manifesta la «sua religione ver so Rio- 1^^ qT^icsto ini?icine è parte principale 1eieniento divino costituito da lutto ciò che la SChie®^' giui'dala flalilo Spirito Santo, seppe trarre dai libri ifjpirati fleirAntico e del Nuovo Testa mento e dallo Spirito divino ohe Taniraa. (yiro-ctto e mezzo delhi Liturgia è Gesù Cripto, Vp^ciò Tanno .liturgico, che va da uno all'altro 4^vvcnto, non è altiro olie la manifestazione dol io Stesso Gesù 'Cristo e dei suoi misteri nella Chi€s<a e nell'anima fedele. E5<sa infatti ci rapogni anno la nascilia di Gesù Cristo, la sua infanzia, il digiuna, la sua jnort(% l'a sua riroirrezione, la fondazione della bua Chiesa, l'igjjtuzione dei Saci'a'menti, rascensione ^al Cielo, la venuta dello Spirilo Santo, la divina Euca ristia, le glorie della Vergine Madre, lo splendo re d'egli Angeli, i meriti ed i trionfi dei Santi. pine di tutto questo è la gloria di Dio e la flaìute delle anime, poiché la iChie.«ia rinnova o- frtiì annx> la sua giovinezza a guisa dell'aquila, Concili, • «Quest'uomo sarà perdnir. li i Consoli e fecero sc^ o "k «F-n«le.i. grillo if reJi.nr™;. disgrazunto, fo^so. e£?li t>o ®^ f boia fm^ò nello fasch" tlVr inflessib,Perquisisca M Irasw Ire (hicali. I concori ..n ^<>';dan.nalo e ne la regina: "'l'iora si rivolsero al- -Si„n,.ra. „„e.r„o,no />''^lìani! L'uomo dio in Visio in j>cricoÌo di essoTleggenda avete è rumanità peccatrice^'^^piccato, siete voi. la vi salverà, nò N nii ded giudizio nul. terces.sione deiJa se noin avremo su d" volonlà. ' ' meriti dei Santi, '1*0 ducati di buona essendo in questo ciclo litmigico visitata dal suo Sposo a flCfiOndll dei Buoi bisoigni, così l'anima cristian-a, nella s-ucceissione di queste mistidlie stagioni, cresce o si rinnova nella vita soiprannatur,ale della g;razia, disponendoci degnamente a ricevere le visite del suo Spo^ào celicste a secon da iJei suoi bisogni. L'anno liturgico si divide in sette parti, cioè Avvento, Natale, Settuagesima, QuaTesima, Tem po di Passione, Tempo Patsquàle, Tempo do,po la Penteooste. LA VITA MEGLIO CUSTODITA >e 'noT"!,ola«° il hpno 1 d'inviarci ima or. Lui, com,preiide;rc tutto •' e il male da cuinoi ci ,pre^r., quando e pazientemente accettata, aprirem mo le braccia e il cuore pea- riceverla, e dii-emfflo a Oio un entusiastico grazie ! Non dimentichiamolo mai; La vita me,sg'lio Stodila, è quella custoditia dalle pene. 7 14 — CHE LE PARABOLE DEL VANGELO COSA MI DARAI IN CAMBIOf" Giovanni Bt>%'Ìo. il famoso filos<vfi> e Jelteratomiscn^l<'iil«'. rinc^cava la -ora vcr^o le dieci «• trovava la vcc<*lìierclla sua. cosi cliiainava affotluoé>anuMil4' sua madr»-. -Mvlula ik'I calottino j>mnz<). 4on la conma in mari»» elio recitava il Rosario. Una s<Ta - (x^fì ractojita lo Bovio ad aW <*uni aniì<'i - e^li. <lo|)o aver salutala caramentela vocohiorolla. k» chio*^' fra Paustcro e ii care*^ zevole : ((Clio co»a fai. madre mia, oon quoto ^oeal» tolo fra le mani? Buttalo via». Quelle parole colpirono rlvamrnto la Imont. mamma c la fecero piangere; ma poi. dcpoeVt:> ?•»! tavolo la corona, con aria serena disac: — Ecco mio caro Giovanni, ti ho ubbidito od ho riporto il giocattolo. Rcaterò senza Kosario^ W'^--rW. ttìsssi uia In tu che cosa dar^ai in cambio alla tut- vecchia madre? A quello punto del racconto, Giovanni Bovi<^« iiii.i iUoil.i a] Ci-'H vu-:o (Miiunovi.j I . '• 1. A r. A Ainiv'i Jiii-.'l, • r* p Il Regno dei cieli è simile ad un uomo il quale suonino nel suo campo buon seme. Ma nel tempo lt:iM .11 \\ mi.i \.N 0 nvvi'.io ai I'M'); p;iro!.» fui'>n*> un» mi titni.;.s Ihoiii !.. limi.; Va cron.i fri v: mani e scappai. che gli uomini dormivano, il nemico dì lui andò « seminò della zizzania. Vedutala, i servi dissero al padrone: Volete che andiamo a raccoglierla ? /Vo, rispose, lasciate che Vuno e l'altra cresca sino alla raccolta. (S. Matteo, capo XIII) La paraibc'lk ci inise^a la vigilanzia contro i IL CATECHISMO •l'I filo^sofo lo'uffroy Iia scritto: «V'è un li- briccino che si fa imparare dai ragazzi e ch« «'piano tutte le occasioni per gettare il loro cat Culti dovrel>bero leggere: questioni, nessuna, ecceltnata. Domandaite al cristiano donde venga tivo seme. Ci insegna pure Ita pazienza e la tolileran^a dei cattivi, voltu.ta c permessa da Dio per la MaEgioir perfezione e bontà rleglli eletti. bamliino pea-chè è al mondo e ohe cosa divexrì namìci del' bene, i quali nuai diormono e sempre la specie umana: lo ifia; dove vada: lo aa; co me si vajrla: lo sa. Domandate a un semplice doipo la moi-te: egli vi darà una ri?pot>ta subii me. E lo stereo filosofo, sul lotto di morte, face> va quella raccoimandazìone al proprio curato : DURO LINGUAGGIO «Insegni il catechi&mo alla mia figliola. Io ho' Il JSon compatitelo, è colpevole ! » Quante volte questa dura parola ricorre nel discorso comune ! • ' Non è cristiano parlare e pensare cosi. Al col pevole va invece rivolta la nostra più viva e più tenera compassione. L'innocente, oppresso dalla sorte e dagli uo mini, ha due asili che nOn gli possono mancare: Dio e la sua coscienza. fi colpevole non osa levar gli occhi verso Dio che ha offeso: non osa discender in se stesso ove suo solo ed unico asilo è la nostra pietà. Oh ! nostra stima, la nostra ammirazione sia- fio per la virtù perseguitata ed anche trionjanfp tnu nostre ì.acrime cadano sidle pifighe d^Jla r.oscif'nza come folio del Samaritano. s;»£^&iùv- letto tanto e tanto, ma non ho mai iTovalo nulla che va'lga una so'a pagina del catechismo)) Adilone Barrot, il veccdiio ministro di Luigi Fi- lippo, sul finire della ^ua ca.rriera, non man- oava mteii d'infonmair-si dclll'ora del catcoliiemo e .rli aiS'sisteiTvi ; e al gioivane Vioario che ne mo- ; •strava me/i-a-viiglia dicova: Rov^rentdo, vi con. ' fesso che por me il iCatechisnio ha un'attratti- I va tutta ^^peniale. O'gni volta che lo sento recitau'c imparo sempre qualcosa che non conoscevo del tutlo, o che avevo foiose dimenticato». E il Vi-iicoiite di Montalembert scriveva a Mon?. Doupanlouip: «In faUo f]i lettura pia, io coanmcio dal catechismo; ogni giorno ne un capitolo con mia massima consolazione. S< mai mi doverle fare 'l'eloigao funebre vogliate ' rivelare cìie, a cinquantaquattro anni sonali, io- — 15' ARMARSI O AMARSI. Allora In feci .^federe. Hit ai iitn. un inotnfutit (a. la visì'.a di ttno dei miri vtu-rihi atniri. (nnialiK l'iitnsiasta. dftUu... E davanti a Mim'Mmh che un ragf^to di soleiUìtminava, gli ciftai gli antichi ot! i moderni iiloli: Paesi' ili •iD'Jimt. a i/ti(titti> sf.mhra, tltuf. un orrltealitint il'infi*'sin>. il Sip. l'ati'lin. finisci' di — Ce. innanzitntti), la Scir.n/.a... quella scien za della ifuale morirenio... quella che aiuta a tut portar olla hn'f un ant^it'it th^i ntilori di Itohilo- to falsificare... ijuella che inventò la macchina,, la ilinamite, i gas... gli aeroplatii... quella cìn^ permetti' ili annientare in pochi minuti la vita di migliaia ili esseri e il lavt>ro di parecchi seatli. nia. Pi'r fpianti) fichilouia. ijiii'.sfa città t'irà iompli'tamrnte scomfxrsa dalla farcia di'lla terra. E sta'o necrssariit scavan- fimi a quindici metri di profimdith jx r ritrtwarc i tijrrazzi delle sue case e il vtolit antico... qne.Ui} del diluvio. Su ^uel siioA»; dei ruderi favolosi, delle scul l'. per colpa sua chi\ il mese scorso, miglittia^ di Parigitii fuggivano... E dove fttggivano? Verso quaii^ìw villaggio sjn'rtìnto, t>i e avrebbe ture gigantesche, quale un leone scolpiti^ in un ro ritrovato la vita di una volta... ifuella di pri blocco di hosalto ili venti tonnellate! Hanno per- ma ilella Scii'nza. fino iniziato il ricìtpi'nt di tutto un nt<mdo di tP.nipli e di idoli. I oi'. flinse l aniicit mii>. itti /to' di cattit'O" umore. Abbiaimt rahitudine^ molto nazionale, di con siderare Parigi come la prima città del mondo e Vespressione sttprema della civiltà. Sapete, però, che liahilonia era jsrande sette ralte Parigi? Fate il calcoloY Sontuose WGtite edificata suì^e due rive dello Eufrate, fu costruita verso l'anno 2230 avanti Cristo, da ÌSenihrOfl. figlia di Chus e nipote di C.itvn. Sono Nabucodònosor, diventò una città im mensa, una delie, sette nieraviglie, del mondo, dal lusso fantastico, coti dei fciardini pe.nsili a 25 m'^tri t r i d'altezza, p*'^ 'f pi-fieiTe della bella Sentiràmide. QunVè la regina moderna che potrebbe offrir si un lusso simile?." Tutto questo, sottosopra, in rovina, ince.ndiato. sepolto sotto la polvere dei secoli. Vanità delle vanità! Quell'aiìiico entusiasta mi fece vedere un pic colo idolo pt>rtato dn quel lontano paese e al quale tiene molto. Ho perfin avuto Vimpressione elisegli vi cr^'da, non fosse che per portargli fortuna mila Lotteria nazionale! Quella H la dea dell'Oro! . ci> il Pnkpresso. figlio della scieiv za... Ho continuato la mia enumerazione, per quan to d ruo amico pagano si dimenasse sempre piir. sulla sua .seggiola. — Si (dzann le spalle pensando che i Babilo nesi hanno adorato Nabucodònosor. Ma per una folla di moderni. Lenin, Stalin. Blum. sono dei- ponti-fic! infallibili per i quali essi ucciderebbifro o SI farebbero uccidere... Porrei continuare amara! Siamo in pùmo regressi verso il paganesimo: nate le settimane, degli aviati>ri si spez^n^ te ah iome Icaro. L uonxo niOflorm, i- nuovit. ma senza ^ tu riti} spinge di spcran,M. i suo masso, sempre più pe.sante, ver^ monto ed r schiacriam Irti, lyo! ridiamo ilella Torre di Babele... Eppure noi lyamo in qualche regione, sulle rive del ago t Ginevra, anche la nostra e molto più' splendente di quella di una volta. orti, conclusione — mi disse con inipa- zie^a queiramico ^ chi non ha più la fede? niìi tragica delVumanità pui Siamo giunti allora, Bis<>gmTà sccrviiere; Si chi^ama, se ben mi ricordo, Miim'Mach. Mettendola, con molti riguardi, b^'n in luce •iulla mia scrivania^ egli mi diceva, forse, per na- Quale dell'amore. ffcondermi il suo gioco : — Com'è mai possibile che un popolo così colto abbia potuto adorare questa donnicciola? — Ma — ho risposto io — noi l'adoriamo sempre. Ce una sola differenza. Siccome l'oro è scomparso, adoriamo la carta pij\ ,> monO unta . che ne è Vesprrfifiiom. Adoriamo la. maggior parte degli ìdoli (inlichif anzi, qualcuno in piCt... ; [ — Prego, non esageri!... — E Lei crede che esageri? di =:o Om! rLmofV "^ette in cantiere delle corazzate- cer.ro miliardi per U dn 81 «1 a" 1138 mdioni ^ di sterline!5»o bilancio passa da Ut Iraticia sfiatata cerca di andar/e dietro.-^ VT/ è in fiamme... P^'re. LAsia I^ove \"no] andar a finire ]"nitirfnjtà? — APOSTOLATO DELLA PREamERA ' Il mio portatore (Tidolo cammina, ora, su e jsiù nel mio studio. Egli si ferma davanti a me e, guardandomi ne;gìi occhi: IjO dice sul serio? Lei crede a questo trion fo della legge d'amore? lo non lo vedrò, qtiesto trionfo, ma la mia jede mi assicura che verrà, e sono orgogliosissi- MEi?iE IH i>ich:mb.ri: «Perchè Iddio siisriti apostoli idonei alla con versione del fHipolo ehreo». .Anchc se fossf vero che j*li ebrei sono i peggiori nomici della C.hiesu. non i^it tpu'slo si (loNTebl>ero rilardare o ;jffit'volire le nostre prt-ghiero per la loro comver. siom*. lU'sItì sempre vivo i] precetlo <li Osù: «A- vrjio di esserne il soldato. Ferrò in seguito a quali esperirnJse?... sopra ni;ile i vostri neniiri, fale de^ bene a coloro che vi odiano e pre^'ale per qiirlJi eJie vi perseguitano» (.Matl. 5,44); precetlo eliV In C.hiesa noji Hfuali rovine?... t/iiali ecatombe?... E' il segreto terribile d^lVav venire. Ma fin d*ora Viimnnità è messa in con<lizione di dover ripetere il ffesto dei primi cri stiani e deve perciò spezzare risolutamente gli idoli antichi e moderni. poi deve gettarsi nelle braccia del Cristo che >fia detto-. «Senza di me non potete far nulla >» Nulla... E* chiaro? <lìmen- lica, ma vuole perfeUajnente osservare.. Dei sedici milioni di Israclili. molti si trovano in buona fede; non poehi. di indoU* <iocile e tli cuore ben fallo, se inconlrassero chi volesse onioi'evolniente islniirl'i, aprirebbero fac-ilmente gli occhi alla ve rità, e iJ cuore all'amori- per (Je^sù Cristo, che pure, secondo hi sua sitiUissima umanità. dcJla lo. ro slippe. QuaJe gloria a lìio, cpianlo vantaggio per la Chiesa dal3a -loro ctuivcrsione! Qtiesta parola-, nulla è al disopra della pa zienza deiramico di Mim*Mach. Egli alza le braccia e grida: — Allora... il Cristo Re? precisamente. Ha detto la parola giusta... — E Lei non ha paura? — Perchè? Immagini se ho paura... Preghimo anche i'per le scuole caHoliohe net Giappone. Dei (Ì5 milioni di Gia,pponesd solo 100 mila sono catlolici. Se le scuole godesswo piena liberta potrebbero essere veri centri di (ldo- stolato. ^ IS'on so se sono riuscito a scuotere un po' il modernismo di quel brao'uomo, tornato da Bn- MOVIMENTO demografico . bilonia. DELLA PROVINCIA DI ASTI Devo, però, constatare ch'egli mi ha lasciato... 'ti meglio, offerto la collana verde della dea del- Mese di Settembre 193R-XV1 d'Oro. Uho accettala. E tanto di preso al mio nemit o. E* là nella mia scrivania. E Vho deposta ai piedi di S. Odilia, come un trofeo, delVumile Santa dei piccoli ruscelli. CapoL Reato Prov. Totale Nati 75 256 Morti 64 232 296 • 2< + 35 Diff. pop. Pierre l'Ermite + 11 331 Mese di Ottobre Capo). VOLONTÀ' pi DIO ...Mettiamocelo bene bene in questo nostro .povero cervello; tutto quanto avviene quaggiù è Nati Resto Prov. 65 54 Morti Diff. pop. + IT 233 237 _ Totale 298 291 4 + 7 voluto da Dio per il maggior vantaggio dei suoi fiaHuoli. Abbandoniamoci a Lui cOn piena fidu'Oin: e senza inutili rimpianti, dopo una sosta, che per essere innocente nOn si deve poter attribuire alla nostra cattiva volontà, ripigliamo pieni di coraggio il nostro cammino, anzi, la rincorsa, per riguadagnare il tempo che potrebbe sembrarci SCUOLA TIPOGRAFICA SAN QITT8BPPB LUIGI GAROSSO Dirett. Resp. perduto, se Iddio lo misurasse col nostro imper fetto orgoglio. Senza presunzione, ma senza co dardia, cerchiamo di cavar profitto dalle dure lezioni del passato, irremovibili nel nostro pro posito. di far soltanto ciò che è coniando della roscien^o- illuminata dalla grazia, che Sf^vrabhon- dd sempre, purché si ricorra a Dio cOn piena fi, dur/ff- •\ '•-ir*' ^''