Se aggi i,loM)ia,mo afiiimira™ tanto ,progresso ""»• Ecosi k

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Se aggi i,loM)ia,mo afiiimira™ tanto ,progresso ""»• Ecosi k
Anno XXXIV N. IO Oltobrc 1938 XVI E<nzionr dr (.LAMICO"
SKT'rrMVW
Dalla
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DKLLA
•««
posi. Oiurnsile)
f^hjalr il
MOKALirV
i!i<K<*.-ana (li AzÌ4»n<' l^«!lt>'i-
•Ij k-tnizione e,<| CTta'ine profondò i?rl profiloina
tanto vitali'.
ca e, nalirraillinrnU'. ron •l'iiirprovn/.iono i' rincora^giainiento (h'ila <-«)tiu|M-l.ilnlc Autorità woJcsìa«lica, è fttalo iliijfpo-to <^ljr miro Pànno rorrontc,
Atoraiilà. non è un corso di i])rodicIie da para-
in tulilc le i])arroc(iliir, ivni.^a eolohnU^i la così del»
';£oiutK-4Ì, sii||)|po-niatino. ji/d una iMij*sit>nc, ma un ci-
4a v^cUiniana •(U'-l/a
olo di 'conjfc(ren/x' in coii verrà svi*^rrato il pro
Moralità
Olà in nioli(t<» 'Foranic <• Parrocohie ciò si <• j^ià
ifatto c, quei icilie più ÌM)|{K>rta. colf esìilo coniK)-
Da <-iò si (love inliiire <>Ìi(' la Settimana dvlla
teina "in flutti i .<uoÌ ats^K-Mi. Di. più, doipo la con
ferenza. o nici;;lio Irattaaione dei singoli lenii,
P(ìi' Forni di (Soipni <ai|>1)iainio fissata la tjoconda metà yli novembre.
o;in uno. ip<T rneiglio eJiiarire 'le .^ue idee in j>ropok<«ito. ijjuò filiiedere le fcjpicfrazioni opportune e
fare obbiericni, pumliV^ n^tairiJinicnte seriitate c
Ciò ipromcf-^o, .spiu^liiainoei un ,]»o' di «he cosa
'di' 't(H^lie-re duibbi od incertezze elio
lanti«8Ìinjjo.
sì tfalta,
ipotreiìbero L^r^ere sui punti biella materia trat-
Se aggi i,loM)ia,mo afiiimira™ tanto ,progresso ""»• Ecosi k «Jniferonza „viiò «l.ocoare in iina vcIinoccanico e matcriaUe di,e proom-a alla vita comolditA
jrioidità i,„
un tenijpo
.i„.i.k;
iniipensafe, doiibiamo
aiiiclic
l-amenta-re un -continuo regresso in fatto di mora
lità. Poco aillk volta, ai}>usanldo ^uppimto 'd>cLIa vila itroipipo fa-cilji!', 'tutito .diventa lecilo, e Ja «oeietà
'Scivola ,giù ipor la iperico'loisa ciliina di
imimoradi dhe ilmipressionano,
baissezze
««Miversazioiio, <iuanto mai
utile.
fei ibti-ulttoTC c(d uditori.
Le conferenze, dhe saranno tenute ogni sera
da valenti oratori, si volgejranwo iin due amibienti
dÌ6ftinti, uno (per gli uocmiini e Igiovami, l'altro
per le do^nc e Je raiga«ze.
Ma per Hai buona Huis«iita deJIla Seittimana del-
Jia name della Fdde, .pertanto, e por salvare la
Moralità, non si può iprcscindere naturalmenSocietà da una rofvima irreparabile, si vuole metiI)re{,Mliiera. Quindi tutti procureranno di
tere un i-Ìipa.ro. E non «'è altro riiparo che quello fi^equenitai-e in quei igior.ni la Santa Mesoa clic
di riKShiaanare tutti tail jclovere di tutelare la pròceieibrata nelle joliieise delMe singole fraziopria sa!lrute fitei'ca e tsjpiiri/uaile facendo loro conosce-
a^ccoisflandòsi isofjiratutto a'iila S.- Comunione,
•re le iconlseffueuze deleterie dei vizi dila^^anti ed
gxI asco'ltanrlo con intei-osse Tistruiaione che verrà
esorbanlotlìi a (juella (luoriigeraitezza di costumi die
impartita sejupre in aimoiiia all'arigomento prin-
sola tpuò rilpotrbare l'indifvildluo, la famiglia, la so-
cipo : la mioraiiiLà.
cictà, alita idilgnità diie lo*ro compete, ed è unica
garanzia dolila (grandezza di im popolo. Storia
aj'la imano^ ci risulta edie i popoli del passato furono gracidi e (forti fiuiohiè si conservarono morali.
La cihiu©ura d'eQÌl.a ©ettiimana aivrà carattefre so-
enniasiimo con sipeciali funzioni e giantde
ceasiojie lEucaristiioa.
Hjn'tan.to prepariamxoei' pealcliè essa abhia a.
Dcòlinairono, scoanj[>ai-vero, quanido diedero lilbe- riiuscire veramente degna delle tradizioni della
ro conso aJrìmlmjOi'ailità.
nosfci'a PaiTOtìdhiai.
*
PA.RTEÌNZA
DJ OPERAI
Nel'là prima metà dì seUciubro sono partili
spcr la Gcnnania, dove è asriouralo loro un la-,
VOTO" rìimuncrativo, una dozzina dì nubili operai.
Là a«ocompa«:nà il no^slro fervido auguri*) rh#»
iil Signore li conservi in perfetta «alut®. Non or
oarre dire poi che pregheremo sempre a q\H'sto
ficopo, come abbiamo fatto e lo facciamo per
Guerrino e Gino. 10
ViitonluUì Carmela ed
Antonia, Fedele. 13 — S«Iiìaulìiii Gio. Batta,
Lcfi. 10 — Corisello A^ot»tino, fu Agostino, IQ
— Poris>ulti Marianna, Giu.«to, 5 — Antoniaco—
mi Elia c*il Eli^a. Mulin, 10 — Famiglia fu Pa
voni Andrea. Crou!!. per onorare la memoria del
loro oaro dcfunlo, 50 — I bambini Anloniaeomi
Mario e<l Anna Maria, lavil 5.
>tiulti> i fontani.
iPur.non avendo potuto, com'è ormai lo<lcvo!le traidizione, raccogliersi nella ChìejJa' dclhi
Sailiite per invocare la benedizione, del
<i'do
{priimia -detWa partenza, siaimo certi che anche in
f&eraiain'ia es^i sapranno elevare le loro preirliitv
re aif Signore, timendole alle nostre.
MOVIMENTO DELLA POPOLAZIONE
dal 2i a^or^to al 27 M'tteniliro
BATTEZZATI —
Ardito Carino di Giuseppe c di Zaliioro Ca- '
rina.
MORTI —
PER IL DUCE
In occasione defila viteita del Duce ad TJdìnc,
iÒA Forai di Sopra vi
recarono circa dueci'hto
organizzati per linire il loro entiiiSÌa'P'pió a qTlcllo
di tiutta la provincia.
Pavoni Andrea, Cros, di a, 71 — Zatlieiio Mar
cellino, Pa.acalin. di a. 71
To'.ali dal prijiio dell'annoi
I
BalteMmi 31, Matrimoni 12, Morti 15.
LUTTO
Il 13 séttembré, pienamente rassegnato alla
v^ollòiità del Signore, è morto Pavoni Andrea,
Croiis, lasciando di se un caro ricordo per la
sua réttitmdine e la sua attività s.volta in vari
campi.
Noi Tò dobbiamo ricordare anche coanè apjjasisionato cantore di Chiesa. Era fra i più fedeli
di iqtìél grappo che purtroppo va sempre più
àlsso'tti^iandoeì.
I paiTocchiani hanno voluto attestare la loro
Btima verso di lui partecipando numerosi ai soilenini funerali, ed i suoi fàmigliari sentono il
xiovere di esprimere a tutti la loro commossa
RASSEGNAZIONE
Un Santo diceva:
«Giammai io ho sentilo Dio più vicino a me
che ne lo, ore in cui egli mi rifin.a ciò che eli
domando >.
"
«
o feli^ce rassegnazione! Vera sap enza che com
prende la verità di ciò che avviene esa trarrei'
lan'
fl?''Mil solo
"T"vero
" bene che vi si"""'""o
ganga,
trova. """a «>w"
Un bambino domanda con insistenza liii oogeito
'pLTgf"
le'turT^crimef
riconosteeriza.
DONI
(La iSjgiinora Maria 'Colomibo da Milano, ha
-donata per la Chiesa della Salute una bèlla to-vaglia (d'altare con pizzo. Anche la fami^ia De
Sanila Osualdo ha ogerta una tovaglia per lo stes
so sicopo ornata di un pizzo veramente prezio
fc-gli vuole che 1anima nostra si abbellisca e si
purifichi in mezzo alla soirerenza; il benèssèr*
mentre Egli giudica che per noi è mfc 7a'
po^e^la; la tranquillità, mentre Egli dispone che
!:ihrz-:„r^^^^
compiersi in mLo ^l'::
Fortunate le anime che accettano dal Padre ce.
oste tutto ciò che Egli crede bene inviare loro:
le pene o le gioie; la malattia o la salute; l'offitn.
zione o la pace.
so.
/ A loro i più sentiti ringraziamenti per questi
doni cosi utili e graditi.
PEiR LA MAJDONNA della SALUTE
Hanno offerto: I bamibini Piccolio Camelia,
E che accettano tutto, se non sorridendo, perchè
la natura debole sente delle ribellioni chp anche
le an.me più sanie sono costrette a sentire, almeno
con quella parola sul labbro che i filosofi pagani
non hanno mai conosciuto e che riassuiue tutta
la coscienza: «Sia fatta la vostra voloatàl»
VANGELO
LEGGE
Lezione:
11 contrasto tra la
bon4à
d">inostratA
// re(/no dei cicli è siniil^ a<l un re, che fece
le nozze del mio figlio,E nnojìdò l sttoi servi a
j|a4 re, e la punizione data, segna la facilità coli*
chlamnrc f/li invitoti olle nozze... Ma (quelli non se
ne di. dero pensiem... Altri poi trattarono if/nomi.
qusUe noi possiamo evitare la condanna eterna ®
goilere della elezione del Cuore divino.
niosamente i servi e li uccisero...
Amico, come sci entrato qni non avendo veste
da nozze?
STOLTI E RIDIOOU
RIFLESSIONI E LEZIONI
1) -- Gli amici die non acceMarono rinv.4o alle
nozze sono flgura di coloro che, tra !e dissipaziom
ed i piaceri della vita .presente, non pensano alla
Dice la Sacra Scrittura, che è stolto chi dice
in cuor suo: Dio non esiste.
A questa patente di' stoltezaa gli atei, i cosi delti
vila futura. Unico »cotpo di cosloro è d. godere
« Se<nza Dio », ne aggiungono una seconda, ren
nel mondo .passan^lo da un diverlimenlo all'altro,
dendosi ridicoli quanto mai.
fuggendo sempre la noia che. li perseguila anche
in mezzo alle loro follie, Crisliani pe-rchè batte*»
zati, Tivono una vita di* vera asfissi» si)irituale.
Lezione: Ricondiamo che
za: Deus non irridetur (Gal.
. t noncurante dì Dio, come
verà poi Dio indi/Terenle e
con Dio non si iicherVI). Chi è indifTereule
iJolrà lagnarsi se tro.
noncuMnte (Ji
2) — Coioro che, prosi i servi del re, li ollraggitìrono e li uccisero, sono figura dei violenti op
positori alla propagazione del Vangelo. Tali furono
Dicono di
non credere in Dio e poi credono
ciecamente agli amuleti, ai port.i fortuna, ai corni
ed ai.... porci che portano alla ca'ena del'Vorodc^io.
Koi cerchiamo ed invochiamo la protezione di
Dio, ma nei paesi <lel' « Senza Dio », là dove
cojiibattono le religioni, dove esse vengono sradi
cale con tutti i mezzi. Tunica cosa che rimane è
la fede superstiziosa nei talismani.
Alcuni comunisti dicono apertamente di non
credere in Dio, ma di credere nella magia; non
credono in Dio, ma hanno fiducia nelle streghe e
i Giudei, che oltraggiarono e flagellarono gli Apo
stoli; che tormentarono e misero in prigione S.
tlerano onnipotente.
Paolo; che lapidarono S. Stefano; che suscitarono
tentano nemmeno dì combalterlo perchè lo consi-
la persecuzione contro la Chiesa in GcrusaJemme,
che i fedeli della Comunità dovettero emigrare nei
vari paesi della Giudea e della Samaria (Ach. 8).
E non sono da noverarsi Ir^a costoro quelli che
paventano gir spiriti; credono nel diavolo e
Ciò che più stupisce e dispiace si è che queste
•credenze sono diffuse specie nella gioventù.
In una scuola di Woroniez, una panca rimane
sempre vuota, percliè scolari ed insegnanti sono
sparlano de> Sacramenti e stpceie della Confessio
convinti che porla sfortuna, e chi vi si siede...
ne, dei Sacerdoti e della doro pre<licazìone?
riceverà un cattivo voto.
Lezione: II nostro contegno, le nostre parole
siano tali da lasciare sem^pre in tutti il miglior
rispetto alla religione e.<l aKe cose sante.
3) — All'invitato che non aveva la veste nuziale
il re volge il suo sguardo e lo chiama amico.
Se quel disgraziato avesse avuto una parola di
rimpianto, se avesse accennato a chieder perdono,
certo ili re, il grande amico, non avrebbe esitato
a fargli portare ancora la veste nuziale.
Egli invece ammutolì e rimase ostinato nel suo
mutismo.
Perciò il re fulmina la sentenza e lo punisce se
veramente.
Si può essere ipiù ridicoli?
L'imputalo Rozenholtz, vecchio comuniista, gi*
funzionario del partilo e ateo decìso, confessò
portava sempre cucito indosso degli amuleti
alcuni versetti della Bibbia. Questi oggetti lo do
vevano proteggere so>pratutto contro le dis^azie
improvvise; che minacciano attualmente ogni p«^sona di una certa importanza in Russ.a.
E sono costoro che tengono congressi P^^
tenziare che Dio non esiste, che in -nome del
gresso e della-civiltà incendiano le chiese, cr
fìggono ed ardono vivi 1 religiosi Hi
Che Dio ne abbia misericordia 1
4
IL QUADRATO DI TULLE
II bim1)0 dorme sotto la pergola. Per proleggere
il suo soii.io c difenderlo dalle mosche e dalle zan
zare, la mamma ha steso un velo sulla carrozzella.
dine Sacro s". dovrebbero
l'slin^tiicre nel mondo
la famiglia naturale e la famiglia spirituale; con
servazione della specie uniiuia, runa; c«>nservazìo.
ne della religione, l'altra.
Ammirale, attraverso le maglie sottili del tessuto, la
espressione riposata dei lineamenti,, il sorriso nel
sonno, la fiducia del suo abbandon-). Il bimbo indo.
V ha forse, che questo semplice pezzo di txilU- basta
alhi sua sicurezza?
IL GRANDE SEGNO
iVo/i tfì c " lK'H"tlizionc •' srnzn i! scijint di Croctf.
Arriva un moscone attirato, senza dubbio, da
<iuelle guancie cosi simili ad una bella mela
tura. Per tortunu lo schermo dì. tutte s'interpone
La Croce <" lo slcmma deUii benedizione ditùna,
Im benedizione scaturisce dalla Croce...
Ini il piccolo che dorme e l'insolente moscone. In.
vano questo cerc;4 una falla nel tessuto. Ovunque
Le cane del popolo di Dio. che fnrono segnale
di croce col Sangae dell'Agn Ho. furuuo rispar.
va a cozzare il suo desiderio, poi la sua furia. Ma
no-n c'è nulla da fare. Bisogna cercare altrove la
midlc dall', sterminio e dalla d solazionc!...
Gesù e la Croce formano untt sola cosa, " il Lro.
fortuna.
Ma il ronzio di quel bolide peloso ha Unito per
aver ragione, se non del velo, almeno del sonno de]
•niccino.
Ecco interrotta In siesta, senza dubb.o con
ceflsso
La Croce ò l'albero della morte di Gesù e della
qualche crisi di lacrime. Ma no, il ipiccolo non fa
quella smorfia che annuncia il pianto come ie nubi
la ipioggia. I suo! grandi occhi sorridono allo
noslrfp vita.
schermo rosa, teso sulla carrozzella. C'è nel suo
di essa i peccatori.
sguardo, trattenuio dalle maglie sottili tutta la ri-
Dalla Croce venne a noi ogni bene; per Essa
viene santificala ogni cosa; per la Croce viene
confortata l'umana frar/ilità e l'afflizione si con.
conoscenza di un conoscitore.
Anzi, una manina, poi un'altra, si stendono ver
so, lo schermo. Piccole grida di gioia lo salutano,
l'ielle dita lo accarezzano.
l nemici di Ctesii la scelsero per uccidere sti di
lei il Giusto, e il Giusto la scelse per redimere s»
verte in gaudio.
Ho lasciato lo s.petlaco.ìo ;per continuare una
lettura interessante che avevo interrotta. Uno studio sull'imprudenza e la temerità di molti cristiani
che trascurano, abbandonano e deridono talvolta
i molteplici soccorsi chela nostra religione ci olfre
lungo una giornata.
I^a pila airingresso della chiesa; quella breve
proghiera induJgenziata che il crocifìsso c'invita a
recUar passando; quelle giaculatorie che santifica,
no i nostri compiti più modesti e allontanano le
'mille e una tentazioni che c'insidiano... tanti soc
corsi alla nostra debolezza e fragilità. Ahimòl
GUARDARE PIÙ' SU
ED AIUTARE
• Le famiglie che fanno studiare ; loro figli per
lo Stato hanno una prospettiva di rimborso e di
onesto guadagno che provvede al loro avvenire. Le
famiglie che danno un Figlio alla Chiesa questa
prospettiva non la debbano, nè la possono avere
ed ecco la di&iiarilà di condizioni e di incentivo,
IL SOSPETTO DELLA VERITÀ'
to molto da soffrire nelh, „,ia vita per easione di
malintesi.
Ma vedo ora che era coifie un Venerdì Santo
che doveva condunni alla Pasqua della mia acco.
glienza nella Chiesa Cattolica. Sono vrssuto 64 an.
ni, cercando onestamente la verità e sempre so.
spettando che essa dovesse ricercarsi nella Chie
sa Cattolica. Questo giorno che è il più felice
giorno della mia vita, mi fa comprendere come
Simeone abbia potuto cantare il suo «Nunc di.
mittis» nel ricevere Gesù Bambino fra le sue
braccia.
II Padre del Colonnello Man era un melodista,
ma il ^olonnello non aipparteneva a nessuna Ghie,
sa. Circa tre mesi fa ,egli udiva per radio un di.
miraggi umani e le umane fortune. E quindi sono scorso di Padre Sheen durante il programma delnecessarie delle risorse temporali...
Bisogna racco^ìiere sussid*!. Queste vocazioni, r«Ora Cattolica». Egli espresse il desiderio di par.
una volta che Iddio le manda, bisogna educarle, lare con Padre Sheen e un amico comune procurò
jnanfenerle, portarle a maturazione.
rincontro che be^i presto condusse all'entrata dei
E' necessario quindi -guardare più su, oltre i
Guai a noi se non ci prestiamo a questa opera...
saremmo condannati a morire...
5enza
i due Sacramenti del Matrimonio e dell'Or-
coniugi Man alla Chiesa.
Parole di bambino
s
Nel mese del Rosario
L'Otlobrc. il milr ffJlt'hrr in mi In italnni !rm.
pera If suf finwnic,
offre generosa dn' pampini
.ancora itcrdcggianti i stmi grappoli tU topazi e
di ruttino; l'ottobre il più bel mese di autimno.
—
vittima. E la vittima dev'essere divina e il Sangue
dovette essere torrente.
Seguono i Misteri dolorosi, che potrebbero inti.
tolarsi la via della pace. E la vìa della pace è
un lungo cammino di sangue... Dal ftet.temaiii a
rribnnall. dai TribnmtU alla llugella-Jonc e alta
coronazione di spine, e poi dalla Fiagella-ione
rarcoglie le turbe pie intorno agli aitati della Ma Via Dolorosa, dalla Via Dolorosa "
"
Vergine e le turbe moltiplicano te ghirlande fio. fissione, dalla Crocifissione ali a'jonla alla
0
nomini
voi
sarete
pace,
ma
perche
po
P
•
riti: di preghiere e di speranze inneggiando a lei
la Regina Rosa Mistirn e a Lei sospirando, la le divenirlo nei v„stri cuori e nella vostra •
il Cristo per voi sarà spasimo, sarà ifinominia.
Madre delle grazie.
.Vo/( appena prentletv in mano la (.orona vi si
presenta lu bella visione dell'Arrongelo che viene
sarà immolazione.
La bandiera della pace non é una '"'"f
co. ma una bandiera rossa: la Croce del
a p<irtare un niessuggio a Maria. Quale messaggio? rossi! però non del sangue degli uomini, m
L'Incarnazione del Verhi>. In Redenzione Lntver.
di un Dio. La Croce é la bandiera della
sale la riconciliazione della ier^a col Ctelo. Pace con le sue braccia ampie che sembrane, sten,
dell'uomo con Dio. La storia non udì mai più im
dersi a tutto l'universo, e insieme tenere e p
che
sembrano 'essere un amplesso a tutti gli no
abissi si colmano, la comianna si muta in pert omini.
Mistcj-iose e profonde le parole di
no. I tesori della grazia divina si riversano
portante c lieto wessagfjio. L'Incarnazione! Utt
Colossensi: Fu beneplacito del Padre che per lui
fossero riconciliate tutte le cose, pacificando, per
di Dio. E a questa prima visione altre ne segno, il Sangue della Croce, e quello che è in terra e
no. Maria, traboccante dei gaudii della maternità quello che e in Cielo.
nel suo cuore, come in un vaso d'alabastro, ua
E per la Croce, per la divina Croce, non solo
a portare la pace alla casa di Zaccaria, parlico. possibile
in questo basso mondo, ove infuna alarmente al Precursore Giovanni, che al contatto ragano .degli odi e tumultua la tempesta degli in
di lei , senle gii) sf iogliersi i vincoli del peccato teressi^ si ebbe pure una relaliva pace .•iociale.
e iniziarsi in Ini uiielVera di riconciliazione con S'avvicinarono le classi e si giunge nei secoli al
nel cuore dell'uomo, l'uomo dice pace nel cuore
Dio, di cui Egli sarà araldo alle genti .
l'abolizione della schiavitù; avvicinarono '
delia notte stellala, una legione- di angioli canta
un Inno, che per allora non intendono gh «omini, ma che non si spegnerà nei secoli; "Pace
tenerezza materna; s'avvicinarono i popoli, e par
(• Iff naturale debolezza muliebre ebbe dignità di
Sulla grotta bellemitica, ne' freddi chiarori condizioni
sociali, apparve soavità di fanciulla e
agli uomini di buona volontà sulla terra,, e di
questa pace, dono del Bimbo di Betlem, si annun
zia pure la sovrana legge: legge della pace delle
nazioni e dei cuori sarà sempre la gloria di Dio.
non aiyolcndosi le guerre, ebbero temperamenti
di mutue pietà.
So una maggiore pace sociale, anche dopo due
miir^nni, non s'-è ancora rafggiunta nel mondo,
è perchè in questi millenni, individui e popoli lan.
no poco vissuto lo spirito cristiano, e poco
hanno ascoltata la legge della Croce, legge
Egli sarà segno di contraddizione e di loUa per nella sua sintesi la più armoniosa e la pi^
gli èmpi, - lo annunzia così contemplando il profonda legge che lancia due soli appelli, giu
panorama dell'avvenire, il vecchio Simeone, - ma
stizia e
insieme segno pei giusti di risiirvezione e di glo-
il Rosario nei suoi Misteri dolorosi dice anche
oggi ai popoli e alle anime che per aver
^
ria, e al cmitatto di lui più nulla sospira in terra,
ha ritrovato la pace, quella
che pià non ripugna
del sepolcro, quella che già pregusta del Cielo.
"Ora lascia -o Signore che, secondo la tua parola
il tuo servo
riposi in pace,,.
E fuori di lui non vi è la quiete dello spirito, se
in apparenza sembra perderla, privata solo della
visibile presenza di Lui, la Vergine Maria nella
dispersione nel Tempio, la ritrova poi tutta,
carila.
debbono guardare al Calvario e ricordarsi che le
vie della Pace sono le vie del sacrificio'^ Le, anime
per trovare la pace debbono sacrificare all'imperio
della legge gran parte delle loro passioni, quelle
passioni ribelli come un esercito senza! discipl^^^'
insaziabili come il fondo degli abissi, atroci men
tre sembrano dilettevoli.
^
^
La Pace è sempre un fiore di martirio, perch
gaudiosa e {/iubilante, ritrovando il Figiio, già
una rosa che spunta fra le ombre della Croce.
Il Rosario nei Misteri Gloriosi si chiude con w
trionfo di Pace.
norie
fanciullo a dodici anni Maestro dei Maestri, per.
che sapienza di Dio Padre!
e risorgendo non ha parole di scherno e
Perchè l'umanità
ablHa la pace è necessaria una
Ecco Gesà che risarge Trionfatore
detta pei vinti Giudei, ma ha per
nunzio
di pace . "Io sono! Non vogliate temere!
LODEVOLE PROPOSTA
Sia con voi la Pace!,,
Eccolo
che ascende pei Cieli e a
spiccare
('ci pretesto che si tlevono rispi-tlare tutte le
idfe. che si deve rispctton- il «libero pensiero»
H
suo volo presceglie il giardino dt quegli olivi che
poco innanzi furono già consacrali dal suo Sangue
redentore e che ora nell'umile ma incomparabile
trionfo, col lieve soave stormire delle brevi fo
glie d'argento, a Lui, al Re pacifico, a nome delle
degli atei, dei proti'stanli i- «IckH ol)rei, sì è aJloir.
lanata dagli alberghi, o non s'è più collocala, l'ira,
magine sacra alla Ifsla del letto, com'è antica e
squisita tradizione ilcliana.
anime e a nome dei secoli, cantano, come grande
ode dì vittoria, il grande Inno di Pace.
Contro questo snaturamento tlol costume nostro
s'è giustamente soagl tito Carlo TrionH sulla t Tri.
Lo Spirito Santo discende nel Cenacolo; tin im
peto che vince qualsiasi impeto, un fuoco che
supera qualsiasi incendio, ma Un impeto e un ar.
dorè che s'attenuano, si temperano e fluiscono in
lina soavità dolcissima, che dà tranquillità ai cuo.
ri e darà tranquillità ai popoli.
E come il Rosario si è aperto in una visione di
pace, che il Cielo, nella persona di Gabriel, ha
data alla terra, così, si chiude in un'altra visione
di pace in cui la terra, nella persona dei santi,
s'identifica col Cielo.
buna ».
« Che imporla a noi
egli scrive
dei prò.
t<?stanti e degli ebrei, o tanto meno degli atei?
Peggio per loro. Anche nei tribunali e nelle scuo.
le possono Irovars. persone ;;enza fede o Hgli di
persone senza fede, ma nessuno pensa che ne di.
sdica la vista^el Crocifìsso».
Il Trionfi, perciò, propone di mettere negli alberghi delle Madonne nostre dì carattere artistico,
O celeste Città di Jerusqlem,
come una bella forma di it'"^n.là non priva dì
O beala visione di Pace;
importanza morale e nazionale.
così squilla, .sonoro e giovando, il grande Inno
della Chiesa.
E l'anima travagliata dalla lotta della tentazione
«La pia immagine sopra il lelto - - spiega il
Trionfi — è la consacrazione della camera più
stanca della lotta della vita, si lancia fidente sui
int.ma della casa, dove si nasce e sì muore; ci è
lidi sicuri e
di guardia contro il demone, quando la coscienza
sereni dell'eternità,
dove l'amore
ù
pace, la pace è letizia, la letizia è estasi.
nel sonno ci abbandona; è pensiero d'asceta, ani.
O Rosario benedetto di Maria;, noi ti reciteremo
questo mese con maggiore assiduità e con maggiore
fervore. Per la riconciliazione degli uomini con
Dio, per la riconciliazione degli uomini fra loro,
Corona santa, sii tu musica e scuola, sii tu inno;
ravviva le nxjstre speranze. Tu ci ottieni la pace
non Madre mia, ben sarebbe una grande Signora;
iTia che avrei da fare con Lei, io poveretto? La
sulla terra, mentre ci annunzi la gran pace del
Cielo.
monìmento sereno, chiarezza di cielo. Aleggia soave sopra l'infanzia, sorri<le alla giovinezza, con.
forla la sofi'ercnza, infonde la speranza suprema
di fronte alla morte. E' regal fregio al Irono del.
l'amore; ode il primo vaglio delTinfante; piange
su carissime salme composte tra i fiori. Vita senza
morte, fede senza inganno. Quando, stanchi dalla
dura quotidiana lolla, cediamo le membra al ri.
poso, ci par di trovare, sotto l'egida pia, difesa o
tregua ».
IL TORMENTO DELL'INFINITO
Sully Prlidliomme, che non era credente, seri,
IL SIGNORE FA MAGRO?
veva in una sua poesia;
« Mio malgrado, l'infinito mi tormenta ».
E aggiungeva:
«E'
nella razza umana un'abitudine antica
Un commesso viaggiatore, entralo in
di
venerdì alialbcrgo, rhicsc nn pninzo di magro.
—
quella di elevare al cielo le braccia nel dolore.
Mia madre l'ha ricevuta prima di me dalla sua
e i miei figli rapprenderanno un giorno dalla loro;
ed io — che non eredo ipiù — nelle crisi supreme
vi rendo omaggio ancora e, non so il ;perchè, io
sento le mani -congiungersi e innalzarsi di per
se stesse, come se l'Infìnilo le chiamasse a sè».
parole belle e... tristi, che fanno sentire la di
sgrazia di chi non ha fede e la fortuna di noi
Un signore pensò di prenderlo in burla, a ironi»
cameni.' gli domandò: «/;' venerdì e il signore
fa magro? ». <iSi, rispose il commesso col mede.
Simo tono ironico, e lei fa gras.'io? ». Sorpreso <picl
signore da tale risposta, mormorò tra i denti an
((SÌ» \ Tanto peggio per lei rispose il commesso;
lei pensa che si debba preferire una costoletta al.
[a coscienza, io anlepongo alla costoletta la mìa
coscienza ». Quel signore tacque morlifLcato; ma
uno dei pres wìii, accostatosi al commesso gli disse i
che rabbiamo.
«A'o/) sarete solo a ar astinenza; anch'io la farò
.j^pprezziamola come si deve e preghiamo P©r
chi non ne sente la sublime verità e le dolci
perchè .sono cristiano ».
consolazioni
Ecco il frutto del buon esempio e della fran.
chezza nell'osservare i precelti della Chiesa.
Divozione del Sacro Cuore
Molli rrt'iiimo clic il cullo al Haoro Cuore
sia nuovo
di importanza comune; invece
è antico quanto il crisiiaiH^inio, e^l è centrale e fon<ìamtMitalc.
Kbbe ori*;inc? sul calvario.
Gpsu era morto. Un soUlato, per accettai'-
ni?, sormontato da una croce, tutto avvolto
in
fiamme.
<(Ecco quel cuore — le disse — che tanto
ha amato ì^li uomini; die nulla risparmiò;
che si a*<aurì e consumò per dimostrare loro
il «uo amore! Ed in ricompens»i non riceve
dalla ma^j^ior parte di ossi che iujrratitudine» !
Ua discepola I•est(^
atterrita. Il Siijnore
sene. nquarcio con la lancia, il petto^ del
la confort"'» e la mandc"» al li. Claudio de la
Salvatore e ne ferì il <'uore dolcissimo, dal
Colombiere.
quale uscirono le ulliuic stille.
I due j)rinii araldi del Cuore di Gesù erano scelti; pili tardi sarebbero stati in nu
Questo niistert> 'li carità lo intesero, i
Santi, che sono ^Hi uomini della caritii.
mero scouiinato e tutti votati alla salvezza
Si raccon1;i. infatui ncllii vita di S. Geltrude, i'he un j^ìorno apparve alla santa
del mondo.
l'Apostolo S. (ìiovauni. al quale essa invol
se un dolce rimprovero: «Perchè Voi che avete posalo il capo neirultinia cena sul
Cuore (li nosù. e ne av^Me sentito i palpiti
ardenti, non ci avete rivf^Iato nulla di
-questa devozione nel vostro Vanj^elo.'». E
l'Apostolo: (fDio voleva riservarla agli ul
timi tempi, quando si sarebbe raffreddata
la cariti nel cuore rh^^li uomini. ])eruhò ser
visse (li rimedio e dì salvexza^).
VANTAGGI
Una volta domandò Pietro a Gesìi : aSif^uo-
re. noi abbiamo abbandonato tutto e ti ab
biamo seguito, quale prcnnio ci (hirai?»
IC co.sì, qua! premio darà il Signore a noi
.se (-i farenu» (levoii del suo Sacro Cuore?
Queste le sui.* IM-ome^sse :
LE PODICI PROMESSE
t - Concederò loro tutte le grazie neccessarìe al loro stato.
li - fletterò la inice nelle loro famiglie.
3 - JJ consolerò in tutte le loro afflizioni
4 - Sarò il loro rifugio in vita e specialmen
ECCO QUl'^L CUORE
E h; dottrine dei Pi*otestanti e dei Gian
senisti raffreddarono davvero la caritìl nel
oiioi-ti de£iU nomini; per cui il Sif^nore peus(>
a riaccendervela con la suprema rivelazione
del suo Ouoiv Snntissimo.
Nel 1075 a])parve dunque ad una suora
della A^isltazione a Pai*ay-le-!Moriial, S. Marj-her-ita Maria Alacoque.
Era un gioi-no dell'Ottava del Corpus
Domini, e Gesù se ne stava solennemente e-
sposto nel suo Sacramento, nella Chiesa del
Monastero. La Santa era li a pregare, quan
do alPimpro"v^àso la investì una luce abba
gliante, e vide in forma umana sul'altare il
Signore. Il suo atteggiamento era quello di
uomo mestissimo : aveva il petto squarciato,
•e mostrava il cuo^*e ferito, circondato di spi
te in morte.
5 - Spargerò copióse benedizioni sopra tut
te le loro imprese.
0 - I jK'ccatorl troveranno nel mio Cuore la
l'onte c l'Oceano della Misericordia.
7 - I tiei^idì diventei'anno fervorosi.
S - I fervorosi saliranno presto a grande
pei-fozione.
9 - P,ei)eclii-Ò i hio-hi. ove sarà esposta ed onorata rimmagine <ìel mio Cuore;
10 - «arò ai Sacerdoti la forza per muovere
1 cuori più induriti.
11 - Le persone clie propaglievanno questa
devozione avranno il loro nome scritto ne^
mio Cuore, donde non -verrà cancellato mai
più.
_
12 - Io ti prometto, nell'eccesso della
ricordia del mio Cuore, che il mio^
onnipotente concederà a tutti
comunicheranno nel primo Venerdì
^ue-
s
se, pei* nove mesi consecutivi, la grazia del
la perseveranza finale. Essi non morranno
nella mia disgi^azia, nè senza ricevere i Sa
cramenti. servendo loro il mio Cuore di Aeilo sicuro in quell'ora estrema.
Davvero il Signore non poteva amarci di
più !
Meditiamo tutti queste s^olennì promes
se: ricchi e povei-i; padii e jnadri ; figli e
sposi ; Sacerdoti e Apostoli ; buoni e cattivi.
Pei* tutti quel Cuore è tesoro inesauribile
di grazia e di misericordia.
PRIMI NOVE
VENERDÌ' DEL MESE
La pratica dei pi-imi nove Venerdì del
mese ci assicura il Paradiso, perchè proprio
Gesù, Verità eterna, lo ha promesso solen
nemente. Il cielo e la terra passeranno, ma
Messa. Sicclu"* un operaio, per esempio, puòlecarsi di buon'ora alla Chiesa, confessarsi.,
ricevere Gesù e poi correre al lavoro.
<'lji non voi-i'à approfittaie di questa sicu
ra e grande ancora di salvezza? Si fanno lun
ghi e duri sacinfici per conseguire un benemateriale e passeggero; e non potremo sacri*
ficarci un po' una volta al mese, e per un-ora.
sola per conseguire l'eterna felicità?
O Sacro Cuore di Gesù, venga il tuo Re
gno !
Accostiamori ni S. ^'^arranienti nel primavenerdì di ogni meee.
Il S. Cuore di Gesù
aiuterà e ci benedi
rà seui])re.
INCONTRO DI GIACOBBE
le sue parole non passeranno.
CON GIUSEPPE
NORME PRATICHE
Perchè la piratica dei primi nove Venerdì
del mese, possa avere il suo effetto, è neces
sario :
1 - Che si faccia la S. Comunione Sacramen
tale, non essendo sufficiente quella spiritua
Il buon vecchio a.sijcltava ansioso il ritorno dei
Suoi fighiioli. In sulle prime gli parve un sognorintendere che Giusoppe viA'ova, e che era Viceré
d'Egillo. Rese le dovute grazie al Signoro, colla nu.
merosa sua famig1i<n e lo cose sue si pose in viaggio.
Al confine della Cananea Giuda lo preccdè per
annunziarne l'arrivo a Giusoppe, che gli venne in
contro coi suoi nglioli. L'incontro fu commovente"
le.
2 - Che non si interrompa la pia pratica,
Il vecchio padre esclamava tra lo lacrime di gioia:
perchè in questo caso bisognerebbe ricomin
una volta il luo vollo ».
ciarla, anche ;se si fosse dimenticato un solo
Venerdì.
3 - Che si faccia la S. Comunione con l'in
tenzione di conseguire i benefici promessi
dal Sacro Cuore. Però non è neccessario che
l'intenzione si rinnovi ogni volta: basta far
«ora io morrò contento, poiché ho veduto ancora
Dopo i più dolci sfoghi dì amore figliale, Giusap
pe condusse il padre alla cUlà e lo presentò al"
Faiaone. Mollo si rallegrò ;i Re con Giacobbe e la
sua famiglia e gli asseguò per dimora la più bella,
parte dell Egrtto, la terra di Gcsse, come la ,più a.
(latta al pascolo del gregge, che formava l'occupa
zinne e la ricchezza di lui e della sua famiglia
la quando si incomincia.
4. Che la S. Comunione sia ricevuta con
Je dovute disposizioni.
Perciò chi credesse di aver diritto alla
salvezza eterna per aver compiuto la pia
pratica solo materialmente, sbaglierebbe; co-
IL LAMENTO DELLA CARRUCOLA
(FAVOLA ISTRUTTIVA)
bna carrucola da pozzo nel girare strideva.
me pure non potrebbe sperare lo stesso bene
— E perchè stridi tu? _ le di.se il seccl.io.
ficio chi facesse i primi nove Venerdì del
A cui la carrucola:
— E perchè notti debbo piangere, se corteggiane
mese, con l'intenzione di darsi poi lìberamen
te ad una vita di peccato. In questo caso le do e servendo eternamente questo ingrato pozzo,
sue Comunioni non sarebbero fnittuose ed non SI degnò mai, di tante acque che egli ha, di
egli potrebbe trovare al termine della sua darmene pur una gocciola per bagnarmi la Un,,
vita, inesorabilmente, invece della Misericor
gua?
dia, la Giustizia di Dio.
5. Per far bene i primi nove Venei-dì di
del mondo, gli ifiirioni, i piaggiatori. Servono 11
mondo ed il demonio senza altro compenso che.
' ogni niese, non è necessario ascoltare là S.
Qualche cosa di simile potrebbero dirci 1grandi
dolore ed amarezza.
—
PER VOI AMANTI DI SPORT
I{ porJijiino iin cpisinlio edilìcnnlt* chc <lel vin.
citoif (Iti
Tour
1938
racsconUi
Viltorio
Varale.
gìornulii.la. dedicuiulolo ai nosirl cnri f^iovnni.
« Nella cameni di Hn^iii. a
R'.'inis, poct) pniiiu
che la « maglia ;.'ialla » uscissc piT visilarc la calledrale ed esseri* ricevuto dal (.artlinale Suhard,
Berf^ajiiaschi è luiijio disU'so <*he riposa, forse dor.
me; Bàriali' è anche lui sul lelto. ma l>arla con
Bini. (ìli racc'onla con voce calda e commossa le
vite dei Santi, i loro niirarol;, il bene che hanno
fatto ai ere<lenti nel nome <lel Sif^nore.
— Vù\ anche tu
anche tu
dice rivolto al conipajjno --
dovresti <M'edere
come -me. Non puoi
imjnafjinaro quanto hene fat-eia al corpo la tran,
quillilà dell'anima. Tu sci forte, tanto ferie, ma
lo saresli di più se praticassi un'altro vita. Dici
tj
l'uomo scatenò verso la fanciulla la sua malvagità.
>fana resistè ancora fermamente, e nella sua
semplice fede fece comprendere al giovane l'or
rore .della sua mala azione. Ma l'aUro, investito'
di salanico furore, ingiu.stiflcabile verso una bimba
di dodici' anni, diede di piglio ad un coltello e
le infcrae numerosi colpi, lasciandola a terra ininjcrsn nel proprio sangue. La piccola vittima spi
rava il giorno appreso, dopo aver dato alle auto
rità l'esatta versione del dramma, c aver perdo
nato al suo assassino, e 7)regnndo perchè sì ravvedesse un giorno.
.\ Nettuno, la venerazione per Maria Goretti si
è accresciuta di giorno in giorni», in questi
ann.' dalla sua morte, e anche airestcro ne è
an
data la fama, diffusa da devote pubblicazioni. Ora.
è stata introdotta la causa per la beatificazione
della fanciulla col titolo di martire, dopo che, nel
che dormi male... 12' perchè hai una spina dentro
193.j, si iniziò 'A processo informativo. Fu durante
al cuore e non te ne accor^?i. Sf lu sapessi prc-
questo processo cher l'uomo, il quale conta oggi
gare come me, non c'è (lolle di Vars o d'Izoard
.')() anni, uscito di carcere, s'ponlancamente senti
che ti possa fermare.
il bisogno di fare in qualche modo ammenda del
suo delitto; cosi volle- deporre nella forma più
Bi'ni ascoltava a testa china e chissà quali gien-
sieri ffli passavano solto i riccioli neri e spessi
come il vello di un capretto. Burlali, continuava
con afTelto, come si parla ad un fratello in pen
colo:
— Dovresti venire a«l abitare un mese con lue;
aiu])."a- dinanzi
alle autorità
ecclesiastiche sulla
validissima energia, quasi iVicredibile in una bim
ba, la quale essendo anche ipriva di qualsiasi Js1ruz!one, non poteva essersi formata ad altra
scuola che a quella dei suoi genitori, semplice:
genie dei campi.
e vedresti quante corse vinceresti.
To ero là vicino in piedi presso il tavolo, che
fìngevo di leggere un g>ornalc, ma, ^parola d'onore,
che ero un po' commosso anch'io».
PER LE MADRI
CIRCOSTANZE DECISIVE
MARTIRE A
12 ANNI
Sono quelle lo cui L'onsuguenzu si cslendono a liUla la-vita e perfino all'eternità.
Verso la g-loria degli Altari
A Nciluno (Roma) nel -luglio 1902, in località
Ferriere di Conca, abitava da tre anni una povera
vedova, tale Assunta Carolini in Goretti', coi suoi
cinque figli, di cui la più grandicella era Mar.a,
nata nel 1890. Mentre la mamma
era asscjite per
il lavoro nei campi, la Maria custodiva i' fratellini
Ciò che esse rictiiedono da una madre si può
riassumere in quattro parole: modo di vedere ispi-rato dalla fC'de, preghiere moltiplicata' e ferventi,
consigli
soprannaturali, direzione
conforme
Vangelo. Meditate attentamente queste quattro
con una cura c un discernimenlo veramente supe-
role e studiatevi d" metterle in pratica, in ispecie
riori alla sua età. Per somma sventura, nella stessa
quand os ìtratla della l.a Comunione dei vostri fi
gli, della scelta de-l loro stalo, di una vocazione ^
casa dove i poveretiti si erano ridotti, viveva un
Irilsto figuro che prese di mira quella figliuola, la
quale, a sua difesa, non poteva oipporre
forza della sua innocenza. Due volte, come
decreto che è .stato affìsso in tutte le chiese,
sci vittoriosa, ma in quel fatale giorno 5
che la
dice f
ne rhi.
luglio.
dirigere.
Nel dubbio sul da farsi ricorrete ai
roco, al Direttore dell'anima vostra, o,
no, consultate persone illuminate e timoi^'^
jpgr_
10
S. E.
Camillo Luiircnti S. Em. Patrizio flages
Cardinale Prefetto della
Sacra
Coriffregazio^e Cardinale di Xeiu Jork
dei Riti.
Morto il G Settembre
lì. s. Maestro e Pastore
Morto il
11. s.
3 Settembre
Vero, Pastore
di
iiiifatioabiìile. è passato unirne, curò e praticò
aittraverso a molteplici in modo particolare la
mmisioni,
che la
fìdu.
eia (lei Superiori gli al",
carità
di
Gesù
nella j^rande
Cristo
metroi)oU
fidavano da slirigare,
lasciando ovunque im- aniericana. Stimalo in
pron'la
indeJelWIIe dì America e jn Europa
se.
In Gonj^ressi scienti
fici, in torn^ite accade
miche,
in
commemora
zioni centenarie iportava il lustro della sua scien
za ed ili decoro della sua oratoria. Era Presidente
della Poiniificia Accademia Romana di S. Tom
'per le orpiniz/azloni
caritative
che
scp])C
fondare e far prospera,
re
durante
il
suo
Pon
tificato.
maso d'Aquino e di Religione Cattolica.
LA MANO PIÙ' BELLA
L'n salotto elegante con un'accolta di signore.
Argomento del discorso, chi di loro aveva la mano
DOVE' LA FA3VUGLIA?
Tempo
fa
così
si
immaginava
la
più be-lla.
famiglia:
il focolare, e, intorno, la mamma e i bambini che
-aspettavano il ritorno dell'uomo dal lavoro.
Oggi in molte famiglie l'uomo è rimasto fuor.,
e anche la donna se ne è andata; e l'immagine
del focUarc domestico ci fa sorridere come un
Ticordo lontano.
. .
Spesso la donna è all'ofTicina, allo studio," ai
•negozio per guadagnarsi la v/ta.
E' a sciare, o al cinematografo per divertirsi,
Esame minuzioso delle mani, con analisi este
tiche. discussioni su discussioni, conje se si trat
tasse di risolvere questione di capitale importanza;
pareri di\ersi, tanto che non si veniva a capo di
nulla.
Ognuna voleva essere la vittoriosa.
A porre termine al dilTlcilé problema venne elet.
lo arbiti'o il padrone di casa, un signore assai
equilibrato ed arguto.
da necessità vere, o da sciocche
Egli esaminò tutte le mani con calma minuz.osa
•schiavitù, non trova più nò il tempo nò la voglia
e grande serietà, poi grave disse; « Mi disipiace,
^di soleggiare, col suo sorriso e colla sua opera, la
signore, cosi su due piedi non posso dare un
-vita domestica.
giudizio. Ora dovrei interrogare I poveri... perchè,
tanto distratta
I..a casa è un albergo dove si mangia e si dorme.
Preghiamo che le donne r.amino la loro mis.
•sione
di sacrificio e
amore, che «nessuna ri
nunzi a una sovranità cosi profondamente radicala
nella stessa natura, per aspirare ad altri efTimeri
rregni ».
• (Pio XI)
Le Udienze pontificie a CasleUianàolfo
a mio parere, la mano più bella è quella che fa
maggiormente del benò.
La mano più bella è la mano che sì eleva nella
preghiera, che si dona nella carità, che sì esercita
con l'operosità.
Pellegrinaggio giovanile belaa
PA R A B O L E
ROBA DA DONNICOIUOLE
•W
DEL VANGELO
No. La corona del Hosario noti figura solo tra
le numi delle nostre donne e dette nostre buone
vecchiette.
La corona del Hosario è stata tra le mani degli
uomini più illustri: Huonaparte. Duprè, Mozart,
Galilei, Cristoforo Colombo, Manzoni,
Volta, ecc.
Anime vuote e superficiali possono trovare H
Ilosario una pref/hiera vuota e monotona, ma If
anime tjrandì ne hanno sentito tutto il valore «
tutto il profumo.
n .Manzoni, la cui corona si conserva nella ca^
mera dov'ef/ti mori, a .Milano, interrompeva senza
umani rispetti le discussi<)ni filosofiche con {jU
amici, qiumdo il liosmini tjli diceva, con (/li occht
all'orologio; "E' l'ora di dire il lìosario!".
Alessandro Volta reciluua ogni sera il Rosario
assieme alta famiglia r
ai domestici. Federico
Ozanam racconta la profonda impr ssione clic fece
su di lui, ancora studente, giunto appena a Parigi,
la vista dell'illustre scienziato Ampère che recitava
il lìtfsario umilmente inginocchiato in una chiesa.
" Questo Rosario di Ampère, lasciò scritto, mi ha
convinto più di mille prediche
A Firenze si mostra ancora la corona del Rosa-
rio che Michelangelo portava con se durante i
viaggi.
O' Connet, il grande statista irlandese, dice che
aveva più fiditela ueirAvc Maria del suo Rosario,
Gesù disse un'altra parabola:
che nei suoi discorsi. Il duca Emanuele Filiberto
Il regno del Cielo è simile al lievito che una
•donna prese e mise dentro a tre misure di farina
di Savoia, dopo In celebre battaglia di S. Quintino
•di frumento, sino a che lutto fu Kevitiilo.
pubblicamente il S. Rosario per ringraziare la Ma
donna della vittoria e fu lui a stabilire che il
numero dell'Ordine della SS. Annunziata f('sse dì
quindici, per onorarne i quindici misteri.
La parola è molto simile ad un seme, ma è anche
•qualche cosa di più; ess(f può riuscir a pervadere
la società, ratilma; è tilt iievito che pervade e fa
ferniMìtare tutta la massa di farina in cui è messo.
L'ELEMOSINA
E' una specie dì ueslc che non si .10f*nra nò niai
invecchia. E* una specie di arte liberale, dice
Grisostomo, che ha la sun oflìcina in Cielo e
maestro è Dio. E' una banca inesauribile che pag^
in cui furono sconfitti ì francesi, volle recitare
.*l Lourdes, mentre un Vescovo intonava il i?0-
sario davanti alla Madonna, fu visto il valoroso
generale Gonrand, amputato del braccio destro,
estrarrc faticcisamcnlt' di tasca la sua corona per
unirsi alla folla orante.
Gli esempi potrebbero continuare.
Dinanzi a queste magnifiche prove di fede, rav.
viviamo la nostra devozione alla Vergine e ritor.
niamo alla bflla usanza della recita del Rosario
in famiglia, o quanto meno in Chiesa, durante
sempre. E^sa aipporta questi va.nlaggi: 1) Essa^/ion
questo mese di ottobre, consacrato in modo spe
è mai dimenticata da Dio — 2) K' come una col'
ciale a questa devozioite.
lajìa d'oro che cinge i più grandi' santi e i
fedeli servi di Dio — *0 Porta la sperajìza del pre-
mio, la gioia v la jjace — 4) E" un segno caratte.
ristico di predestinazione. — ^) 'Si:nccia i demoni ^
nella lotta i poveri da noi hene/ìcati ci aiuteranno
colle loro preghiere -- 0) E' un efficace specifico
•che guarisce le piaghe inorali -- 7) Libera dal pec.
DOVE'
LA VERITÀ'?
Certa stampa del nazionalsocialismo tedesco
siste nel dipingere la Chiesa, M clero cattolico ®
il Pontefice romano quali alleali del bolscevismo.
calo, dice Tobia e procura la salute elerna —
Stampa e uomini restponsabilì del regime russo,
Arreca grandi benefizi In vita e dopo morte —
con non minore insistenza, ripetono che la Chiesa,
il clero cattolico e il Pontefice romano sono i
f^rocura una santa morte.
Amico, sii generoso colle tue limosine, coi po
mìci dichiarati e più temibili del bolscev.'smo.
Spirituale.
qual parte sia la verità.
veri e colla chiesa e ne avrai ^grande vantaggio
Neirirriducibile contrasto ò facile scoprire
12
w^-
IK
f.
m
Regina Sacratìssimi Rosarii
==
Ora prò nobis
—>
DI CHE TEMPRA SONO
LA MORTE DI aiACOBBE -
I NOSTRI CURATI
Visse Giacobbe in BgiKo, ljencHle!(() da Dio, tli-
Accadde un giorno u .\aii)olL'one I, in una sua
ciassotte anni ancora; poi, senlendosi presso a
morire, si chiamò attorno 1 ligliuoli e li benedisse
ad uno ad uno. Quando venne la volta di Giuda,
passeggiata, di essere sorpreso da una siiaventevole-
ispirato da Dio, gli disse in tono iprofetico: «O
Giuda, i tuoi fratelli ti' loderanno; i figli del padre
ca/panna. Stando sull'uieio di.e.ssa, vede i])assare
un curalo che corre. alVrontando la bufera. Lo
t'enipesta, ehu /lo coslrin.se a rifugiarsi in una
chiaina e gli domanda dove vada con quel teinpo.
tuo ti adoreranno, e tu sanai a guisa di leone
sulla preda, che nessuno ardisce turbare. Lo scet,
— Signore ^
tro non sarà tolto da Giuda e il condottiero della
a portare a un moribonth) gli ultimi conforti dcltn
sua slirj)e. fino a tanto che vencfa Colui che deve
essere mcndalo, ed Ei sarà l'aspettazione delle
religione.
nazioni ».
dice loro:
Poscia si addormentò nel Signore in età di 147
anni. Giuseppe morì 54 anni più tardi, in età di
di Francia!
110 anni, doipo aver tenuto iJ comando dell'Egitto
(per Io spazio di 80 anni.
momento, quanto possa la religione di Cristo nella
I discendenti di Giacobbe si moltiplicarono in
si gran numero, che formarono ben presto un pòpolo numeroso. Si divisero allora in dodici tribù
risiìoniii- il sacurdoie
vado
Napoleone, comniossfj, guarda i suoi ajnicj e
— S.tgnori,-.di. che tempra sono i nostri curati
Essi tacciono ammirati e sentono bme, in quel
formazione del carattere dei suoi seguaci e come
solo la fede, sentila e vissuta, .possa portare al
compimento del dovere fino all'eroismo. '
le quali presero il nome dai figli di Giacobbe.
I Faraoni d'Egitto seguitarono da^pprima a pròteggerli e a favorirli; ma, col volger de^ tempo,
cominciarono ad aver timore della loro crescente
(prosperità, e presero ad opprimerli e perseguitarli.
E un Farao;ne, salito al trono, concepì l'iniquo
pro^posito di sterminarli dalla faccia del suo regno
e promiiigò perciò un editto in forza del quale
tutti i bambini maschi ebrei che nascevano dove
vano venir gettati nelle acque de] fiume Nilo.
Ma i'I Signore vegliava sul suo popolo.
LA PIÙ' POVERA CASA
ffovernata da unof donna virtuosa, attiva, al^
fc-gra, può cosi esa^ei^e l'asÀlo del<la pace\, della
virtù, di ogni benessere; può essere teatro di ognt
nobile rapporto nella vita famigliare; può divenir
cara ad un uomo per molle gradite cessociazioni;
può essere un santuario pel cuore, un FÌJugio w He
burrasche della vita, un dolce ristoro della fatica,
una consolazione nella sventura, un orgoglio nella
prosperità, una gioia in qualsiasi tempo.
13
IL LAICISMO NELLA VITA PRIVATA
Il hiicisiiiu lu'llu vit;i privala è una cosa che non
ha buan stinsi) i- cUv si polrehbt; chiamare coi» il
5U0 vero nome; vif^liacchcria.
Perche (li moda, non si csitu a porre rimmugine
<ii S. Orislofoni neirauloiaohilf, sicclic queste ini.
iiiagìni si vendono come «accessori di aulo >.
Cilo qneslo esempio solo per dimostrare lu for.
za del rispello nmano, ina non disprezzo una p>e-
1à che. per mezzo di S. Cristoforo, cerca di niet.
tersi sotto la protezione del cielo.
Ma poi chi pensa a metlere un ogtìcUo sacro in
ima corriera, in un scompartimento ferroviario?
(ìnippo (li l-\iljiii.ii:i.sti Si)aj^noli rioevur.i dal
Viag^ialore che scendi all'albergo, dove trovi
Pupa
jit-l «palace» moderno l'immagine della Madopna? In America, in Inghilterra non era raro di
trovare una BiJihia nella propria cjmiera. Non è
COME LE RAGNATELE
J'ideale, ma e un atto di fede. Vi sono dei turisti
i quah*. con questa lettura fortuita, sono stati con.
a mutar vita. Perchè non meneremmo, noi,
gualche oggetto sacro?
f'erchè, dunque, que^t.i assenza :M religione,
questa laicità nella nostra vita quoli<iìana?
Perchè gli avversari del cristianesimo ci hanno
persuaso che la pietà è un affare personale, inti
mo, che si profanerebbe praticandola pubblicainente; vale a dire una cosa che bisogna nasconde
re e di cui si ha vergogna, invece di essere la più
avella manifestazione dell'anima.
•«Lontan dagli occhi, lontan dal cuore». 11 ipro"V-erbio che tien conto della debolezza umana non
•ha torto, e coloro che vogliono scristianizzare 5a
•società lo sanno.
VIVA LA GIUSTIZIA!....
IC un ipuzzo. No, è un anarchico. Ed accorrono
eiilrambi jielrutVicio attiguo, donde era partito il
colpo di rivoltella. I due sono: Clemeinceau quan.
do era Capo del . Governo Francese ed un suo
gretario. Sono gpà accorsi anche i ,poliziotti e
stanno disarmando
un
individuo
che si
mette a
gridare; Viva la giustizia! Viva la giustizia, c Sen
ti cosa dice. Te l'ho detto io che è un pa2zo! ».
E se lo diceva Clemenceau
E* Baldo Zari, un arguto giornalista de < Lltalìa u dì Milano che lo riferisce. Ed in quella colon,
na dì giornale ne aggiunge dì così argute in proposilo che è un jìiacere leggerlo.
Nella giustizia umana la fede non fu mai troippa.
Sotto il ipretesto di fuggire l'ostentazione e il fa-
Tanto è vero che Bacone, grande filosofo inglese,
•risais!' ' ess^i hanno persuaso i cristianit a nàscon.dere la loro fede. Ma il farisaismo, l'ipocrisia sono
iparagonava i tribunali alle ragnatel-e, che acchìap.
pano le mosche, ma lasciano scappare i mosconi.
4>en altra cosa; essi sono delle maschere che consi
stono nell'ostentare una divozione tutta di esterio
spuntata sai; ma la stalla non è 'più nè niia uè
rità e vana. Mentre, se non si mostra la fede, si cor.
(Te (pericolo di /perderla e, se non la si ipratica, si
E quel povero conladinaccio ad un amico: «L'ho
dì chi me la contendeva: è dell'avvocato».
Sant'Ivo fu avvocato ma se andò in Paradiso d
iflnLsce per non 5)iù credere a nulla.
E' così che si giunge alia ìrreiligione in tutte le
(manifestazioni della vita ordinaria, è cosi che la
andò soltanto dopo aver intrapreso a difendere 1®
cause dei poveri che non gli .potevano darè" nep
pietà diventa l'ap-pannaggio di alcuni soltanto: i
pure un centesimo. Baldo Zari scrive che di questo
sacerdoti ed i religiosi, per cui è un a mestiere > o
santo si diceva nel Medioevo: « Advocatus et non
^i vecchiette che non hanno più nulla da aspettare
latro res miranda populo » Che vuol dire: « F"
avvocato senza fssere un ladrone, cosa strabiUa^^^
agli occhi del popolo ».
•nella
vita. Si scava, cosi, un fosso tra la « verità
•religiosa » e la «realtà» che è la vita di ogni giorno
4 cosi che si uccide la fede, non con l'attentato
•cfolpnto fjplin persecuzione, ma mummillcandola e
j-ijt-uurMloln lun>,'i dall'esistenza.
E queslo, un vero cristiano, non lo ipuò ammette,
E quel giudice di Corte d'Assisi affermava che
« alla porta dell'avvocato sì deve bussare coi pi&di »
Ma perchè? Perchè tutt'e due le mani devono es-
re. Vogliamo vivere la nostra fede. Qualunque sìa . sere cariche di quattrini.
Ja forma esteriore con la quale essa si manifesta
-questa forma sar!. Sipontanea, senza ostentazione co.
anche un Avvocato santo. Però rileggete sopra co
jne senza rispetto umano.
me ha dovuto fare per diventare santo.
Ma non sono tutti così. Tanto è vero che c
14
H sacrr<lote iniiìont* <)uin(ii la mano sul capo drt
bambina por significare chi- Dio no prende pos.
sesso e che <hi qud nioinonlo Io ir)roleggerù e guL
dC'rà colla sua jnano a<lorabiif.
RITO DEL BATTESIMO
M rito comincia airingresso della Chiesa, ove
iJ bambino è tenuto fra il padrino e la madrina.
11 sacerdote tJa principio alla cerimonia con
queste interrogazioni rivolte a] bambino ed alle
quali rispoDKÌono il padrino e Ja madrina a nome
d-e^
battezzando.
:k.
Mette 4K>i un po* di sale bencdelto in bocca
s
c
.bambino per sign.flcare che la grazia del battesimo*
quando si è fedeli, preserva dalla corruzione del
peccato e fa gustare le masfiime del Vangelo.
Ù. — C/ic cosa domandi alia Chiesa di Dio?
1%. — Domando la Fede.
I). — Che cosa ti procurerà la fede?
R. — La vita eterna.
Avuta questa risposta il èacerdoite ricorda che
p«r avere la vita eterna è necessario ossérvare i
Ooman-daimenti, aimar Dio con lutto il cuore ed il
prossimo come sé stesso.
LA PAROLA AGLI AMMALATI
Quando Dio li creò, li pose a fianco un Ajigeio^
e ti affidò aììa sua custodia. Que.slo Angelo da aU
lora ftno al presente non ti abbandonò mai, ©<t
e^bbe sempre per .te le cure più dolci che possanovenire suggerite e imposte da un'amicizia celestia^
le. Vuoi Dira credere che egli sia per abbandonarti
o vo^ia farti un'assistenza meno afTetluosa di pri
ma? Tull'altro! Come egli ti fu dato per il tuo
bene, così t3 moltipQica le sue amorevolezze ap*
punto perchè hai bisogno d'essere beneficato più
di prima. Pregalo pertanto, almeno con giàculatOi^
rie frequenti: pregalo che ti aiuti ad aver pazien
za. a soffrir con vero spirilo crlistiano, ad unìre-
le tue all« sofferenze di Gesù Croceflsso, che U
aiuti, in una parola, a guadagnarti il Paradiso. Ohi
se avessi una fede viva e una fiducia ferma nel tuo-
Angelo Custode, come passerebbero bene le tueore soditarjle e dolejiti! quante cose gli sapresti,
Quindi soffia dolcemente tre volte in faccia dei dire, se credessi davvero che egli ti sia sempre
bariibino ordinando al demonio di uscire da quell'a.
ninia perchè deve prendere possesso lo Spirito tì fianco! Dunque ricordati spesso di lui; ricorda
*
Santo.
Dopo ciò fa un segno di croce sulla fronte c sul
petto dei battezzando dicendo;
fiicevi il segno della croce sulla fronte e sul
cuore, accogli la fede dei divini pnìcetli e vivi in
modo da essere sempre il tempio di Dio.
che tra gli amici è il più fedele ed il più santo;,
ricorda che è il più potente: che nessun altro ti-
ama più di lui. In Cielo, a suo tempo, conoscerai
che cosa abbia fatto per te quest'Angelo che fu
ifl tuo inseparabile compagno dalla cuUa sino alla
tomba.
s —
PAGINA
èL lUMPlANTO
— Ho vislo UI15I
lOVENTUi
r (ialln faccia felice è in capo tavola. Una birba di
nipotino, su per i pioli della sedia, gli si è arranv
SCAPOI^)
vij^aclia....
Anche noi ne vcdiinno delle belle v.gnelte;
e vi^^nolte e vignone cariche d'uva. Sonc» la nostra
speranza; la felicità dt-dle crollale 'nvernali presso
iJ fuoco, colle carte in una mano e il mezzo nell al.
ira; c delle estive all'ombra dei faggi e dei plalan..
Oh! le belle vignette 1
— Non un vignetta di queste ho visto io; ma una
caricaturo, un disegno. E il disegno è questo, t^»
ifomo che può avere quarant'anni pprctiò porta
aiicórà i ca^c'lli neri; ma ne mostra sessanta o
settanta perchè non può nascondere una faccia
cosi Junga, una.pdLe cosi flpscia, una naso cosi
rosso e bitorzoluto che un uomo di quarantanni
«e ne dov>i'el)l>ero vergognare.
E' vestilo bene, è ricco; è soie in una larga
sal-a, la sera di Natale, seduto a una tavola rotonda
co-perta di tovaglia, e carica d'ogni cosa desiderabiie, varie bottiglie che devono contenere dei 1'(fuori squisiti; frutta, che, iper averla a Natale deve
esser venuta da molto lontano. Ma non deve aver
votgjia iJ nostro uomo nè di mangiare nè di bere,
perchè nonostante che il bicchiere di cristallo gli
«ié davanti (pieino, e il ipiatto fornito dei migliori
pasticci, non li guarda neppure.
Ha riposta la sua speranza nella sigaretta; Ne
ha uua scatola, di quelle ottime, dal_nome egiziano
e dai boechi-no d'oro, sulla tavola. Una ne tiene
accesa tra l'indice e il medio. Ma neppure la si.
garetta lo consola, perchè consuma lentamente tra
le d^ta, senza che l'uomo accenni a volerne aspi
rare il profumo. Che la musica sia migliore amica
d€i vino e del fumo? Dietro a lui un radio-gram
mofono lussuoso suona un disco, forse la sua pre.
ferita
canzone
americana.
M&
u
disco
suona
a
vuoto. L'uomo non lo sente. Appoggiato il gomito
])ic»io Jln sulle spalle; un altro più piccino gli
è intronizzato sullo ginocchia e stanno sclierzo»«u
niente dis»putandosi un bicchiere di vino die ^
nonno tiene alzato e che è già a metà.
, Un terzo frugolo dallo Sipirilo guerresco s'è ve
stito da soldato con
un
ke«pì
di
iuameiite un cavalluccio a
dondo'lo che sta sem
pre allo stèsso posto. 1 nipoti più grandicelli si
stanno raccontando te avventure dei briganti. Due-
sposi brliKlaho alla proip-ria felicità, e Ja vecchia
moglie, mamma e nonna sordastra ormai c ch«
non può sentire tutti i frizzi e ie trovate dedla li*»
la brigal^i, guarda estasiata, qiKisj con invidia i*"
suo vecchio marito assediato cosi dall'amore
quella ctikla innocenza.
Sotto è scritto; «i7 rimpianto dello scapolo»
— Glii sono gii scapoli? mi domanda un ^ovannino di primo pelo,
•— Domandalo ai giovinetti ( Si possoào ancor»
chiamare cosi?)
dal 1908 in gHi.
11 rimpianto dello scapolo.
Cambiate i prelibati liquori nel nostro mode
sto vino da erotto, la frutta in uno siagioma^oformaggio dei monti, le sigarette egiziane nel nos-tro tabacco di prima, il grammofono in un
siasi organetto e in una qualsiasi canzone scap ®sca, il cavalluccio a dondolo del piccolo cava'lier»
in un ordinario bastone; lasciate pure la facci»
triste e floscia e iil naso rubicondo; e sotto la vi
gnetta potete scrivere:
rimpianto del nostro-
scapolo».
— Ohi noi siamo contenti ugualmente; non ab
biomo nulla da rimpiangere, dirà qualche
dello scaipolismo.
da star contento ugualmente; ma
tristissimamente.
ler godere tutto da se è così vile da
scena del suo sogno. Una tavola pili lunga della
sua, lunga. Un vecchio uomo dalla barba bianca
-1
E* vero che uno può essere tanto grosso
alla tavola, e piegata la testa sulla mano aperta,
guarda nel vuoto e ascolta qualcosa di lontano,
Sopra questo quac/ro desolante è disegnata la
cartone e una'
spada di legno e' sta facendo baccano ^jer quattro,,
mentre lui loii)olino di fratello cavalciiva velocissi-
ma l'aver rinunciato al gran privilegio
com"'
scopo
nltar la vita, senza sostituirvi• iin
ui altro
.
caso, o-
mor figliale come in qualche eccez
16 —
-di paternità larghissima e spirituale come nel Sa.
Kìerdote, è un votarsi vo-lontariamente a una morvergognosa; ma il non voler creare dei cittadi
ni del cieJo ( percliè ogni cristiano è di diritto
•cittadino del cielo) dimostra una materiaKià in-concepibile; ma-l'aver temuta la lotta della vita,
il. sacrificio, le difficoltà, la povertà è tale una
•«diserzione che macchia un uomo presso gli uom. ni e presso Dio.
Spiegazione doilr iiili*ii/.ioni pi-r il uu'So di ot
tobre:
u Per tutti et,loro che propagano la stampa, la
radio e il cinematografo cattolici ». — La stampa,
per la permanenza della parola, che il lettore può
con la massima comodità conservare presso di s®
per nuovamente rievocarla a sua volontà, la radio.
reggere una casa?
per rampiezzn del campo che iminedintamenie al>.
braccia, il cinrmatofjrafo, per la efficacia nei sen.
SI, che senza affaticare appaga, sono i tre mcwi
— Non parliamo di quelli.
moderni più potenti a divulgare le idee, plasmare
— E se uno è ammalalo? nella miseria? inabile
-a
APOSTOLATO DELLA PREGHIERA
Non abbiamo per questo parlato a vuoto per"Chè una buona lista potremmo stendere di questi
«disertori deJla vita; e sfogliando il registro de»
nati dal 1900 in avanti una più lunga lista di « A~
.spiranti ^Scapoli » si potrebbero pfesentare.
A questi però è ancora aperta la via di scampo.
Per questi abbiamo parlato," perchè altrimenti
-valeva la pena di tacere.
gli animi, muovere i cuori. Si calcola che ogni
giorno gli spettatori al cinematografo siano circa
30 •milioni, gli uditori della radio 50'milioni, i
lettori dei giornali 150 miiioni. Purtroppo i Hgli
delle tenebre non risparmiano fatiche, sacrifici
spese per largamente sfruttare ai loro diabolici
scopi questi meravigliosi doni del Creatore. Assi.
stiamo con la preghiera lutti coloro che. con la
autorità. l'arte, M lavoro, il denaro, procurano
farli servire a gloria di Dio ed a salvezza delle
anime.
RICORDANDO
Si è compialo da poco iil trigesimo della morte
»di Augusto Rovigatti, tanto benemerito dell'Azione
Cattolica.
In questa occasione è stato pubblicato il suo
-(c testamento spirituale >.
Preghiamo insieme . affinché mediarne la slam
pa. la radio, il lealro, il cinemalo.rafo.
eslenZ
la conoscenza e l'amore delle Missioni i. —Sono
I mezzi oggi più in uso e più efficaci a simili sco.
pi: perche non servirsene a salvezza di tanti
popoli?
Si tratta di un documento edificante.
Merita di essere riportato almeno in questo bra
mo per essere meditato;
MOVIMENTO DEMOGRAFICO
della PROVINCIA DI ASTI
«Ho avuto sem(pre paura della morte; ma ho
ferma fede però che la misericordia di Dio mi as.
^Gse di AprUe 1938-XVl
isi'Sterà in quel giorno con le cristiane speranze
consolatrici, che fanno dei giorno della morte il
rgiorno natalizio, il principio della vera vita.
Quando sarà? Come sarà? Io prfego il Signore
.che mi chiami quando sarò nella sua grazia ed
.
Capol. Resto Prov,
Totale
256
TVff"
Diff. pop.
.64
+
232
^24
Mese di Maggio 1938-XVI
•accetto sin d'ora umilmente dalle sue mani la
N-'t.
morte nella forma che più a Lui piacerà. Possa il
Morti
sacrifìcio della mia vita essere l'ultima preghiera».
Diff. pop.
Capol.
65
Reato Prov.
'
296
+ 35
233
Totale
_ 4
291
54
+ xi
331
298
+ 7
LUI&I 0A109S0 ^ Direttore
GRANELI^
Bisogna sapere nel cammino della vita, a tempo
opportuno, "puntare i piedi"; nelle difficoltà e
nelle lotte che non mancano mai, conviene far
proprio il motto "spezzarsi ma non piegarsi" e
il programma del P. Lacordaire; "forte come il
,diamante "; few proprio il grido dei nostri soldati
sulle spc^ride del Piave; "qui non si passa".
Mi-..
SCUOLA TIPOGKAPIOA SAN~"qiu8Ì?^
k:-
A..m, XXMN -N. 11
l<>;m X\ Il K.li.,
<LAMICO " W '«
~*t-v>v¥ '.fl/'
K
s||®lJ
l'avnrila dal liei leinpo. ral'M'j;ria
maimì.v.n v ih-;u-v sau i k
N...
o., u.. !.. .lu... n.i.-a.o du- r.n.u.
^<juo,.a aostra Leila o cara f.M". p.".'
"•...
.1
nilà. SpcM-iaimo,
li»:.
An/.i
aii/i Marno
7LiS~ più'ic
r
'
„,,„ ,i,„.,.,
tìi iprcfiò od ti l'arrucu dJAàc otpporlune paroh
A Tai, sui prati ombreggiati da magnifici abeti,
Ma'douiia BcueJettu, riparan<lo,
fu ci>n?umala avidamente la reJczionc, rinfre-eata dal gelatiere die, 4rerto non si as-pettava m
quel giorno tanta fortuna, e inaffiata da un !«or«
AiMto -di vino, p<5r il quale i più hric^ni non
.uu.
loro caratlcrc di cnsliani, dandosi ad
mancarono idi tentarne il bis.
il>ov)cv)a esscirc questa, l'unica refezione, nia
dotta tull'allro chc onesta,
iRla«coinamlianio particolarmente
rìionio. iNi»n jmleva mancare, s iiiteinie. la nota
religiosa, oostiluita dalla vifìla al ^lianluario
i(>ix>rifÌ H> a Pieve o;l i.llu roniUa <• poetica <-hie>ella de'la .Madtuina di Loreto sopra L.tizzo, dove
ajdi irrequieti xna -devoti ascoltatori.
venerato
\o.c
noatri
hirioj'hiiii rognò -ovrana, «ia nelI'ai»Klat»i che nel
abbiamo no-talo che tanto nellandala come nel
®
stanza la Co.numonc del mattino ohe (lev es,or
rito-rno, le... igrample funzionavano in permaniu
vcriiiiicnLc .generale,
za.
L'anno venturo, un'altra seorriJianda xinseirà
JNEiUL'AZlONE CAlTOXiUCA
ancora inigliorc. Ma forse sarà risei-vata sthlo ai
Se chiediamo ai tesserati e tesserate di A^>ione
Cattolica un grande zelo nell'adempinicnto
loro doveri cristiani, così 'da essere di
a.li altri, non per questo si ^può negar loro quegb
onesti ,vagiti ohe tanto giocano a formare Uloro
carattere, cl.e .dev'essere temprato ai migliori
si di leligionc e di ipatria.
I>iù meritevoli. Quindi attenti, banlbim!
11 3 Ottobre i nostri ragazzi d>bero la visitó
del Presidente dioceisano, Raig. Annani, che
trattenne una buona ora, parlando di tante c
svariate cose interessanti l'organizzazione ed
- lietandoli
con la sua inesauribile verve union
Per quefeto abitiamo voluto faivorire le giovam
col farle ipartcipare, cruest'aimo, a magnificile
rappresenla/,ioni teatrali, che sono 6tate date ad
Ampezzo e 'e quali hanno data l'occasione di
gioiose .passeji'gia-C.
etica.
Nell'occasione egli ha (proposto ohe ^a sezione
Aspiranti venga intitolata al meraviglioso
valletto Aldo Marcozzi di Milano, che, morto a
•dieci anni, ha lasciato un ricsardo indele-biU
Ma ancJie i ragazzi avevano bisogno disvagarsi. se iper il isuo senno superiore all'età, e
Ed ecco che, nella .prima seltimana di ottóbre, sue sovrannaturali virtù. Beri volentieri ilabbia
T"
con tre macchine, una cinquantina di ossi -fuiono
portati nel vicino €ado®é con ^pniitàte a Loreny.Eiigo, a 'TjOZZo, a Pieve di Cadore ed a Tai.
«SL^-'v
accolta la protposta eid in consegu<^J*za
fortunato di tanto giovanetto, con
iro)sità, Ila voluto donare alla seziono
•
'li-
-ne-
del ngliuolo, molte fotografie riproduoenti i princiipalì falti della sua vita, tre ljelliì>?ìuu vohuiii
che parlano di ini ed aj'U'e cose che furono di?tri-
UNA CONVERSIONE ISPIRATA.,.
l'n >ao< rtlotr cattolico orìuniìo donila Norvegia*,
racconta il s«*gucntf npisorlio «lolla >ua vita mi^-
luiitc ai nostri tesserati.
>ionaria in Anicrira:
In quella sera stessa il Kag. Armani tenne una
r.pplandita conferenza ad una cinquantina di uo
mini e giovani, che l'ascoltarono con grande in-
un git>rno di incontrare tu» mio coimazionale ciiC
leresse.
/
II,
OMAG<;.li()
' ALL.\ MADOIVNA DELLA SALUTE
Ci «ono pervenute le seguenti olTerli':
N. N. 5
Ajiziutti Oreste, Timilin 10 — Ce-
« In una n m(»la regione anu^ricana. mi caipitò
verso la fine del secolo pap»<alo. in età giovanissi
ma. av«'va aljlian<Ìi>nat«» la \or\egia ed «Ta emi
grato in Ainerica. Itigli era stato cthicato in una
^•uola hiK'rana. nella quale tutti i teylj orano*
ispirati alia a\-\er:«ioiU' contro la Chiesa Cattoli»
ra. Egli aveva ini]>arato che I^utero e i suoi se-
guaoi in Geniiania. che l'nric» Vll-.I v la regina
Elisabetta <oi loro seguaci in Ingliiltorra. la rivohizione frantn^e
br sue eonsegui'nze. il marxi.^,mo e il comunii-nio. avr#ibi>rro indiibbianiente
dolin Anna, Vasco 5 — La famiglia del fu Cle
rici Riccardo, .per onorare la memoria del suo
condotto ben presto ..,lla fine del Papato.
caro defunto 15 —
impres.::a nella sua memoria. Al tempo della sua
emigrazione erano in pieno vi-jor,. i„
nìa
De Santa Ugo Batli-sta, fe-
stc\«5g!Ìando il ba'.itesimo dei'la sua primogienita
Valeria 5 — Agnese Quglioluno, Baldi 5 o Anto-
niacomi Amelio, Pirin, 5, partendo per la Fran
cia, ZaUiero Giulia, Baret, per onorare la me
moria della madre Ticò Rosa.
pre-
sle^-a di Homa nel 1870 era ancora vivamente
lo Je-gi e i divieti <le' KiiUnr ÌO.mpf e molte Dio. '
...ano .cnza Votovi; i„ Fr.-incia 1„ guerra
sfor.unal;, coni,-,, la (;,.,„,ania av.vu avuto cons.^nicn/,,. Iniusio per il catu.lki.mo : nella sua
palna, la rvorveflia, il numero ilei cattolici <Ta
lanlo .nsi..n.ficanlcN ci,,,
MOVIMENTO DELLA iPO'PCM.AZIOiXE
con.r.„.nn/a .1. queste in,prò ,ioni, ,.|u- aveva poa-.
— Dal 27 Settembre al 29 OttoJ>re 1938 —
non aveva avuto occasion.; di „,o„li|icaro, vivendo
BATTEZZATI
De Santa Valeria di Ugo Battista e di Pavoni
Maria.
De Pauli Ezio di Mario, Codetn, e di De Santa
Fides.
MATKìMOm
Pavoni Oscar, Pele, con Pieli Ei^sailietta, Speccini.
De Pauli Agostino, Curisela, con CojnìJs No
vella, Pascut.
Stìhiaulini Paolo, Ba.stian, con Ticò Maria Al
ma, Titagna.
ucm.Ti
Clerici Riccardo, Danta, di anni 57.
Ticò Rosa, Barert, di anni 84.
ta'o .reo ,n America, e ohe i„ tutti .|ue^ti auni
mollo lontano dai grandi centri, egli era conviu1•
tnttr. .conv,,ar.o.
'
fo che nel fraltemno il Pnimtn .1
Al primo incontro col n.i^sionario suo eoinpa-
timi. . Iemigrante noi-veg,..e rivolge a lui l-, do
manda, se e,i^te,se ancora in Europa il
Vi
vamente .orprc«. della strana domanda, il eàcer-
dote r,.,po..c: ' ]\a'airalmente. f|
'
00,ne sem-pre!". Quell'uomo se 'ri!; andò "tto
pcn,ieroi-o. !)op„ qua!<d,e tcmipo egli ei presentò
'1. nuovo al missionario e disse: "Faten^iJ fav«e '!• '=_cr,vc„,„ nel numero dei seguaci della
^osL^a Chiesa . Intcrnellafr»
• •
.
.abdicazione
del £^e " 'eTe^co "e
.txexia e altr. S!aM hanno dovuto ahclire, contro^
<^hcria e nitri
i
'^'"«..co, se 1Austria-Un.
Totali dal primo dell'amio: Battezzati 33 —
Matrimoni 16 —
Morti 17.
Jica^ione. Se la detronizzazione de,| Papa non è
— Quanti sonoj sacramenti? chiede il sacerds.
uscita, ifjcBto e per me un segno evidente, che
di D i o ® ' a n n o sotto la protezione
te a Pierino.
— Non ve ne sono ipiù, signore. La nonna ha
ricevuto gli uJtim:.
'ìÀììaAs'.
Ch uomini sono piii bnoni di quello che cre
dono anche so talvolta l„ sono meno di quello
che dicono.
-
/tt
(Ugo Ojetli).
Mx
LA FESTA DEI SANTI
IL PARAFULMINE
I.a pioggia <adr diniKa. f»miiH-ggia. Tno scop
liberarci dalle prrocupazioni della Wtn eeono- pio rii-Miplc iiij vali'-: Ibfnliniiir r caduto -u mia
ijnerria: Tlia -ipaerala.
xnica per pensare ad xina vita più profonda, ulJa
l'I nc»i«?r'> orologii» ?»i?gna h» ÌS. S<'nil»ra nK'ZzaSe fwnii aniH» poJ^^riino, un giorno almeno
vita eternia di cui la morte ci apre le porle, quel
iiolW*.
giorno dovrebbe essere la fc6ta di Ocoissanti.
E anche il giorno micccaeivo perchè, nel ca!u.po
soprannaSuruie, iJ dolore di morire e la ^^Icrria di
•H>pravv iviMT j4Mio (Mi>ì inlÌJiiaiU' iite uniti da far
na i r guiiriliamo. la fronte appoggiata ai vctri^
guardare a!Ja morte con vera icti/.ia.
Fu daa'vero un poeta di genio quel S. Udilone,
abaie di Cluny, ciie elibe l'ispirazioue, circa mille
anni fa^ di unire la fe«»ia dei umrli olla fcàta dei
santi. Siccome, a quei tempi, la mia abazia era
I^a-riiinii»
la h'Hura: abbiindonianio i gio^'
In natura ^rrMivolla.
li l»MMp'»r;:l(' r vrnulo adagio da lontano, at
di là dri grandi huM'hi. Il >in> runit)reggiare
hra\%i qin-llo di un e-.'icitc» fonnidaliih* ''he iirri\a
ira--inan» lo
eaniìoni.
Our! (^''^Mlio <li grandine... alle niilr,i}#Hulri(*L
di Spai:!!;', iiel Cyiapp<me. d<illa Maneiuria ohe
alhui.i:a il -no tiro
<^)u'*| (Teìpilif) di gran<line... iill euiilraglial.rict
«Iella
Pale-tina.
(^)u<'':ru<r'frLIa<fri<» nero <'lve «vrna -a! ni'tl<» e
modc-'do di tutti i conventi ed era conopciuta in ^ )Kil,piia n( Ha tfmi.jx's'La.. ad un aereo-piano
tutto il inonidò cristiano, l'uso di celebrare Je (rai'eia. <•!)•' ritorna doipo av4*r compiuto la ?^ua'
due feste il primo e il due novembre ?i f?pnr«
in tutto l'universo cattolico.
Oggi non rimamgoTio che alcuni ruderi dcUi
famosa abazia, distrutta ai tempi tiel.'a livoluzic
ne, ma l'idea nata in <juci convento sopprawivq
coiiir .-nipraaVi ve «H?nipr<* un'idea i:iu«ta e profonda.
Perciò, a di&juetto della nocstra civiltà 'prc8S(
la quale domina .'tn jH'eoocnpazionc delle cof-Q di
qii«!p-giii. la festa
<!'()|rni-i-anli s'innalzerà i^em-
pre come um -slmboilo grave e forte sulla soglia
mi-sione.... Brullo f^>gno...
I velli Irenìano. Il
fulmine cade ancora. La
«•a'.-a freni<* dal is<»laio alita cantina. LI cane .«i na-
r»roiiile .«sotto la tavola. Abbozziamo un c-egno h*
eroce. Disgraziati ih<>rgln.'si {^vegliali dalla piog
gia. ilailN' J)oitilh<< <> idalle lorpe'<?ini. inflovinia'nHi
lo s.])avenlo che vi fa tr<*niare.
r>a f|iie,neia fulminata ha iperdufo il ramo prin
cipale.
l/alhero ò ?tato. per noi il parafubnin.'.
La
guerra infuria airOrientc e all'occidente,
gutTrn idi armi .e guerra di idee e di ideali..
Ma anehe gK»! moniìo ideMe i?nime ci ì^no i pa
ra fulmini:
pagano per noi.
dell'inverno.
Ogni anima non troppo superficiale si racco
Guarda urlo al temporale, i cui laimpi illliuninano
glie, 'dimentica per un giorno la cor^a pazza nel
la quaJe eei-ea di stoirdiirsi, ei arresta per un sa- dalla città colpevole il eiii-ligo.
Alle lo quefMa sera ile Carmelitane riprende
hn.iire tu por tu, /pensa aille anime annate di cui per ranno
la grande preghiera della notte. Alle 11
eolipa sua ha foirsc perduto il contatto, penfa a 0io le Claris-ae saliranno per il cannil^io della guar
i nostri visi i»on©o ai conventi che allontanano'
rfie dà Ja- spiegazione di o,gni eoisa e senza dtìl dia. A 7nczzanotle la lGeito>sa. Alle 2 la Trappa. All'aliba i monaisteri degli Agostiniani e dei
<?nalc uè la vita, nò ila morte laivreb'bero un si
gnificato.
benedettini.
C'è lui convento in mezzo ai eanipj dal qua
le. da mil]tr ainii, s'innalza mai interrotta, una
Per l'ailtra parte defll'anno quell'anima avrj;
inseguito dfeUe chimere, avrà vissuto eome se li pregliicra.
Vedo la lunga fila dei imonaci bianchi- Lii eani*
morte non fosse sem(pd-e in agguato, come se i| pana suona ^aulla campagna addo^rmentata. Le
galbppo dei ^suoi squadroni non facesse conti
nuamente tradire il mon|do intero; ma que
^o,mo, inginoediiata su di una tomba amata, può
darei die riesca. \a. eajpire che con il Crìsto sol
tanto si vince da morte.
Irate ris-plendono. L'organo preludia nel silenzi®
de]i]la notte. E' la lode divina, la ;?aiippli<?3 in
uie di quagli / ncmini olie pregano male ^o non
pregano.
Un
foir<'®ta umana elie isi disbosca. Addio
in convento che isi demoiliisoe è la
ne! .Xl' fai'liniine calde... le inonidazioni ©eipp^-
dlelh*
\^i^o elu- la -^offx^r.'nvui ha cxilipilo lontaiiieuto.
Vedo la camera nella <iua!e Ciovaima, gli ocsolii
rio i eauilpi c le ctìttà,'della pinuiura.
•Esii-lono pure delle anime meriivifrliose che han '^>cnli. fa senza --^iipfrlo. la ^ua piti bella azio
no per ronvcinlo lo. vie di una {sraiide oiltà... por
rt>*:ola il contratto -ili lavoro. Por campana la
Era una vt>it4(. una bella fitiliola. ridente e
sii^na -tloll'oiifioina.
piena
di \-il:a, che conduotwa Ì ^uoi !HM>lari c<tmc
N... è rinia.^ta in pieno (jiiarliore popolare, co
no.
me il lievito crù'tiano in una paMa paiianon^iante. Va. il herrello suLPoixvechio. il dii-liiìlivo al iw'l-
tanti «Hìldatini. .
to. Laivora in pierli tra i vapori doi jModotli chi-
pì conio una pugnalata.
mirti e flona il suo ?^Uario. le >uc oro Ubere, la
wua vi a, il suo sorri.-o o le
saffen-n/e per la
Todtnziojii* delki classo v«*vcialo.
norme sulla hranda. in piedi fin dall'alba, prò.
fta hiri^hr ore in •rinwc^hio quel v<*ocli.io pao-o-
V'na .-H'.ra d'autunno il «lolore lain inanie la col
Fu un proludi»» di-I iniU'tirii).
Poi il diabete volò il >un sguar<b) profoivlo.
L'acKTWAo al rene l'inehioda sul mio letliiui. La
solitudine dei giorni continua quella delle notli.
o-o di eainiipa>gna, vive na<fK:'0i.«t0 da ciniiuantaLre
anni, in fondo ad una valle, lontano idalle {rran<di
srtratflc.
«Peitrcato!))
haimo inormoi'a'to
ailcuni
tu-risti.
tìijjerduti ' in quei 'j)arag|2;i
doltore in teoloiria!» Perdonale la loro i-
jinoranza dolio
invi>ihili.
Sacenrlolc contadino!
Quando torna l'estate, il treno bianco degli
amnialati la rieoniluce a l/vu!i'd«'.
— Tanti pelh'grinangi e non ^^ei ancora gua
rita?...
l.a ina<t-trina sorridi- e eon.-orva il suo lnVlo c
c'hc noihillà, sì-uiot en
trato, in quel titolo che vi s'a così bene. Della
terribile «cgn to:
—
vcàtra bianca dhiesa fo^le rardiiieito, il manova
No, ma sono così felice!
Ha chioslo di non guarire, nia di snpor sof. ^
le e uno doi raurato,ri.
Da onnl jj^rlo vi v< iijrono a <on.^nllarc por le
frinì eoi Grk-to in croce fino alla fine dei tempi.
v- fo ini?<?gnato mettere al '^^ervizio dei eontadini
Che co.^'c un coiijkj i be ritorna alU saluto di
fronte aul un^ininia che .s'innalza con la sofferen
za e nella gioia, fino alle più alte eime della
la loro intelliii'enza e la loro dedizione.
•vita timana?
eo.?e rlcM'anfma e
d<;l mestiere.
Vj i-tono nella reg:io.ne, dei ;riovani ai quali aAi piccoli organizzati nell'Azione
Cattolica,
quel grano in fiore, sorriidote come uu nonno
La Madonna non vi nejja mai milla, dicono,
;.iti, i vi>=tri parrocchiani.
Nel gahijnietto di lavoro del volstìo^ Ve-scovo, il
vostro ritratto è a;p^30S0 tra quelli dei grandi
35er?onaggi della Chiosa. Forse, voi non lo sapete.
Sxilla -pianata l onda delle Ave Maria culla
centinaia di aninia'ati.
La giovane maestra è venula a Lourdes a far
provvista di coraggio por tutto l'anno
Il suo.povero viso ò trasfigurato.
Gesù l'alia detto:
•
Beati i Ipoveri idi «spirito!..
L... 'ha un gran no-riie ari-stocratieo. Oigjii ma!-
!
Beati!... Beati, coloro chc >soffrono!
licri più poveri delQa grande città ind'ustrialie.
Quel venerdì ha, fatto' i 7 ipiani di una po
vera casa,
marmoioclii -a'ffamali divorano l'ideti-
do le iprovvi?te ch'ella ha- 'po«rta'to loro.
Scendeaudo Vhooeoncella ì pezzi., dii ipane pre
Santi e sante 'sconosciuti die vivete con Jpì
G comdifviicfct'e le nostre 'an,go«9CÌe.
so. in canihio^ neMa ea»a dei suoi povc.ri.. La sua
^^c'Iazione -di truci la mattina. A ceir o metri l'aute-
filanti e |?anlte oHc la classe oiperaia avrà, un
rófvl)ile, con l'autista' in livrea ra^petta.
V
QuelUa aera, padfron'a'idi casa mod'ello, ricoverà
lina, nic:-sa alle 6. Mattinata tra^-corsa nei quari .uoi ospiti, poi andrà co^l marito e coi figli a
gioirno il diriUo 'di i-iven,dica.re come suoi:
Santi che incontriamo in tram, nc'll'c vie, nella
cam'pagna, nei ca-stodli ,antitìhi;
Santi idei fprcshitei'i e diei conventi, idegli o^sipeda'H
e doi sanatori e ;dclle camoni «solitarie nelle quali
Suana-no i violini v « la ^gran dama, «adula si -sentono 'Suonare tut'té le o-re d^lla notte;
SUO .paillco, socchiude ogni tanto -gli occhi,
si suci 'pnveri e p'rega.
AJh
"ace dei km-pi vedo ancona
'
"Santi nostri cihe invòohiàmo col lm*o nome;
Piegate pe.r noi.,,
un povei"©
. Paraifuilmini clella patria', Scalvateci!-
\
IL CAPO VELATO
IL PERCHE'D'UNA CONFERENZA
Si roo.M..-,nc.>..- ra.l.u.a.a . Ginevra la VII
,.onf.TO„/,a in.,.n.a/,io,.at.. pe.r la istruzione- pub
blica. Vi paru-cipavann +2 na/inni. Ira 1-
la i uml 1-
LT.alia era rapprccn-
(Per !<» donn»^»
•
I .
, ?
S. Paolo, il graTikHè at>oertdk> delle genti, cèiicdc aJli donma. di velare il capo quando entra
noli'a cawyi <li Dio, così cam*^ Vuormo va a capo
T. 'la S E 1-.X Mini.trn d..!rE<luca7..one
«coperto; umiltà e xiapctlo nel primo e nel secon
foren.a si
da»
anelli' -r in divr.isa forma, come è divorso il gesto di saluto e il modo di v<?8iirc..
"ILi: L.Lo Ciuliano. U. ...rna.e ....a Con...-llVx IK.Ia/./." -"«-Ila S<.e.eta
iloMr Nazioni. Hnaninto \\ iT^on.
Pcx una ininterrotta tradizione, l'uomo ha nuan-
tenuti* la formii d'of*sequ.io c tutti, dal bimbo cui
ancora la ma-mjna tog"Iie il berretto, ai potenti
deUki terra, non c'è un so^'o uomo che si sottrag- '
fyì aMa coiMnieludine. Anche chi non erede, cn.l altri pac^i ;iove.ri.aU da .-1. imi mi ni
traffi'do in chiesa per curiosare o per una cerimo
a,'..orsi alla Chi.va Catlolica.
Era però Ira ì:1ì intorvonnli «ml.e nn Anne- nia di nozze o funebre, si toglierà il cappelloHCOVO, Mcn.. D'Aciuino Correa -.lei Bra^'le. > SareanmjO noi per le prime a stupirci del con-
quale eosi parlava avanti airnssemblca : «P'hC"
trario,
E la donna?! Potrchè interj-otmiperc la beila
Cia <Umque a Dio. per Tinlere-^ione
SanliBsima Ma.lre, la Vergine Maria, che <lallo tradizione, che oertaimfCtnte risale alla
come nATicnc in lahine regioni.
jnconiro eli tante inlelligen/..- com nobili e di intcrniinprrla
( Miillù il ra|)o v.'lato- ri^-fH-tto .• omasEgio, sia
stinte, convenute .la tulle '''
pure cflcrioire, che deve vai'Jonzzare
nità prendere nuovo «lancio verso Tide.ile ili una
menlo intcriofrc.
generazioni, al fijie dì una vera, crfstiana lea iz
Certo; ma atntìhe naimore' è fatto di cose gran
«.azione del motto dell'Uflìcio che qui ci ha oonvocati: «Ut per juvenes, nscendat niundue ».
volte, e noi iii,pc<rimcnjtìamo come nella vita sia
vcr.-o in qu.'s:o luogo meraviglioso, posJa
educazione «mpre più perfetta delle sue giovani
il
eemti-
MegSIio un cuore puro che un capo veliato...
di e piccole, più di piccole ohe di grandi a
gnaidito un (piccollo atto dielPeffcinte ehc in sé
non vaìt n/ufliia, mia dimotìtira Vamimo gentile ed
affettuoso di dhi lo oomipie.
IL DIFENSORE DELL'ALOAZAR
t
•
Nostro Signore ha ttant» fatto p€}r noi e
AI Congrcs^K) Eucaristico di Biii:l«jpcst avi'eil>b€
tlovnlo parlare il generale Moiscarclo, Tcroìco dì-
che coB-a sappiamo far\e per Lui? !
feiisotrc dcll'Alcazar; invece si è J<ervato a parlare
dalla folla clie Lo in.sulta c Lo percuote, co
il venerando Arcivescoivo di Toledo accolto da
volto rig>ato di Sanigrue, madido di sudotre e
g^rida di « Viva la Spagna cattolica ». L'Eim.mo
Candinalc ha -detto cihe il generale Moiscair-do non
irrefrenabili lacrimo, fa a bracciate, con eroi
ha potuto intervenire al Congiresso pea:v>hè tratte
nuto da a'Ure baittaglie per la difesa della sua
patria.
JJ Cardinale, fra i ripetuti applaaisi della folla
presente, ha licoiìdalo ohe ne-l 1953, quaindo egli
fece l'ingae^so nella sua diocesi, sotto Tin^peivcrsarc della repubblica atea e comunistizzante, nes
suno venne
a
rice^vcre
il
Pastoire
che
enti*ava
nella sua Chiesa ; 'Solo s/uTla porta 'della Cattedorale egli incontrò un uonio fiei-o che gli fece omag
gio del'la sua auinna e dellla sua fede; quest'uomo
. era il generale Moscardo, ohe poco doipo tutto
il mondo doveva conoscere (per l'cjroica 'coadotta
ncUa tflifesa ^ell'Alcazar.
*
V<'ronìca, quando Lo vede passare attorniato
co coinaggio, per -giungere fino a Lui e con
panno asciugando'.gli il voìlo cosi amato e
stratzìjaAo.
Noai sieampre ci sarà •oonsentito fare un ge«to
così eroico di rìconoscimenlto iè di
^ci è coTOcesso o)gni gioa-no, oigni volta che en
triamo in chieisa ed atnidiamo a Lu;i, copre
il nostro eapo diaie a tutti: Lo anio e v 1=-^^
iribipettairlo, peircliè si|a rispieitìbato e
tutti.
TeoxuUiiBw forse ciie Gesù oa-®® «appi®
cene gaato?...
^
6
—
IL
puz3X»lmte jjul mar«rinc di'J f<>**o... ET Tevasione
PORTONE
nella lucro, nella puiM^zza. nella paco.
Prima settimana dì novembre
iLe dhiesc troppo ipìccolc
i cimiteri invasi.....
le candele ohe si conaxnnaiio IcnlaiiK^nle ncUc
cappelle
le inesse
le iimumer(.voli messe,
chie-tc ovunque come i! sollievo -più ciiìca<^ of
ferto ai poveri morii
visi gravi fasci fli fioj-i
i fiori ipiii hclli Tutto il ipassato che pienide il presente e gli ripete: «iRicordali! »
Ricordarsi della Morte?
E' Tacilo!
Senza
dirlo, t«itti vi ipen^ano, dato che tutto ce la ricor
da. F/ una lettera che ci giunge: «Guarda un
pò"
Come son<i diventali feli<*i co!or<» che hanno
bevuto que-->la morie come dovevano berhi !
S. Paolo diceva: J.a vita di qnuggìù mi è a
noia.
La donna forte ha più corairgio «nt'ora ! Uide
in faccia al'Ia morte: Kl riiloil>ii in die novìssimo...
Quo-sto-ini «• K'nipro parso formtdabile...
Avete mai notato hi serenila che scende sul vi*
so di «t^rli morti?
Si senti' elle sono sfujr^iti all'impero che cficrci*
Il tale è morto! » F/ una carrozza morlua- taiio molte piccolezze di qua^«rlii. come colui die,
rria che s'incontra aiirangolo di una via
E un dalla cima di un monte, guarda ragitazioue delle
pen«?ìero che ipassa 'pcr la iiiontc coinc un lampo
nel cielo. Questa csf^a ? Morii coloro che Phan-
fomiicho umane.
Alla luci' di Dit). voilono ora. la loro vita.
ìno fail^hricata
Quei mobili ? Quella vecchia
Fu più bella lii quanto supponevano, conio una
pendola?
MorJi coloro che li hanno fatti. Quei vetrata die il pitlviscolo ricopre, nui sulla quale
^juadri?..... Mnrti eol^o.ro che li hanno dii>inli
il ó»ole a;ercudo ail un tratto, or<». iponpofa e {gloria
I noi?fri libri da me-x-a
le nostre raoc^^llc di che prima non si vedevano.
iotojrrafie diventano pure, a poco a poco, dei ci
Essi vcilono il viso paterno di Dio Padre che
miteri che ci fanno rifiefene ^guardando visi cari. sa di qualo fango siamo impaslati.. che non cal
La morte ci acconupagna come la nostra ombra. pesta il fuscello .. non spofmc il hiri;niolo che fu— Macché!... dicono aloimi volgeuido altxoTe il mip:a ancora., non , usa la forza ilol ^o braccio
capo.
Gonr,ro -la povera foglia tremante in cima al ramo.I
Eld e^si ai sforzano di pensare ad altro.
Si sforzano.
Ma questa settimana ne-i-fimo sfugge al terriibile pensiero.
ri poTtone si è spalancalo sull'ai di là.
Si. lo so.
Vi eoìio anche le altre... lo, aiiinie die non hanno potuto purificars^.
La loix) s(oiff(^re,nj((a ò qilcla del caliqc acco
A'itroive, nel deserto, ho (provato quailchc cosa stato alle la'bbra.
icome questa sensazione.
E:>so hanno intravisto la bellezza ineffabile...
Si esce daiUe cittaidine idalle viuzze strette, po ma vedono anche l'infezione dei loro peccati.
vere, suidice e, d'un tratto, ci tsi trova davanti, immenao, Ihiminoso, aufrasto..., il deserto!...
Hanno fame e seitc di purificar.^i. Bevono avi
damente l'espiazione necessaria. E ogni sorso le
avjvioina alla lpulrificazion(^ totale.
Si tocca «con la m-ano che la vera vita è nell'a
nima.
Il corpo va incontro al'I^ sua aniseria.
Perciò, che errore voiler far tendere tutto verso
di lui t
Tutte 'le servitù ch'esso rm.poné!
Quanto doibhiamo aiutarle qucillo anime! Non
soltanto .questa u^eltimana, ma ogni giorno della
nostra vita.
iCihe hcnetlizione per eolui ohe non cli.nonlic.
i suoi morti!
Non sarà dimenticato da loro.
Tutte le sofferenze cihe scatena !
Tutte le iColpe òhe fa oomjniettea'e!
E per arrivare a che cosa?... A quell'orrore
che si chiama il'a propria morte...
Poiché la morte è la sua cosa, 'Soltanto sua
La morte sulbitanea, come una mazzata... la morte
J/Cnta, che ipa-ende pie^de in noi... ohe ci divora
per meei interi... prima idi (ucciderei... la morte
al cootagoictcie...
... ila moii'te dàlie oediiaie vuote... dai denti sen
za la'bbra...
IJli! c^he orrore!...
Si, mia l'anima!...
Guardate, vi prego, al di là dati (portone.
E' la farfalla cfee a'bbanidona la sua spoiglia
Finirà anclie l'oltava dei Morti,
IL FORNO PKR RICUOCERE S
TE3VEPRARE L'ANIISIA
Un Garcia Moreno, Presidente della Kepuibblica dell^Equatore, assassinato doipo tantfe minacce
nel 1875 dai Massoni per la sua religiosità, proaver trasformato la legislazione in favore dei di-
nunciando le parole: « I>io non muore!», dopo
ritti della Chiesa Cattolica, aveva consaicrato due
anni prima, ufìTicialmente, la Repubblica al b.
Cuore, faceva ogni anno gli E&ercizi Spirituali
Cigni lingua imparata raddoppia la personalità.
—
7
il prete rimclleva all'uno o alTallro fedele delle
LA VITA DELLE CATACOMBE
'*<'a!<)Iine fU ferro bianco con le <^anie Ofltìe. per
IN CATALOGNA
poter cibar-ii del pane degli Angeli nel eorso del
srOKI.i (J'OKIOSA
La Gloria ih'Ila vitu <*utlolic;i in Sp;(jina. nelle
provitu'ir iM-crvi o ai ro>.*iu duranlc la ;rufrra ci
vile. non i>uò r-s-rn' an<M»r:i inlrraniciil»- ^:rilln.
Ma la nial< ria si arciiinnUi: 4H-<'rv;ilori impar
ziali dir lian piiinto pciiflrarr in <pu41o n*f:ioni,
ne han riportai.» .-Irnirnli -icuri. te^tinionian/.c
inoppu-nahili di j-csla rroitlw. cmiipiiitr la "uir-
tiri, caduti a niijiiiaia. Ora. ccco nn ^.'iomali.-'ta
ira i i.iù -M-rii. Mario M.ManM. rlio. .I(.im aver -ira;o un nicr in Calalojina. narra <piv\ <-ljc fu «
la seti inuma. La faf>l>ricazione di quf*ste ostie aveiva deterniinatd l'organizzazione di una piccola
industria cland<'?!ina nei |)re«^i di Barcellona. H
AforaU"*!* afferTna di ave!- vi-to egli stesso un lai
co clic, rieevenf'lo il <acraniento .-j qui^-to modo,
ainniinÌ4M iiva la comitninne anche alla ni(»gliir ed
albi figlia. f|ii;indo <|ne-te non potevano a-^-^isterc
alia Me.—a.
I.AV.V//-; EROICJIE
iVeiriiiilumiii ile! 1936- un giovane prete ehe
rc^la ancora l%»«istrn/.a della nia<-a rallo ica le-
."i <'ra avvi*nliirat<» per la >lrada incontro, un gior
delle catacM.inhe. come ne! pi 'nm m^oIo dell era
ve.^ovo di Tarraiiona. i due cap. dell Epis^opa o
««presso al prete il suo rainniarict» «li non averla
))Otuta ri<*evcre da iropjio tempo. M sacerdote,
strada facendo, h) confe?.-ò e gli rimise un o-^tia.
L'indomani, il ragazzo ^tava per comirnicarrti,
<5ue.rra civile, lae<-iamlo i Inro poteri a dei vicari
sua. Alla madre disperata egli disse con estremo.
trujiona a tnlte le niinaec. a tutti i pencoli, ^ue«t'e^islcnza opli la rias luni- ir» una frase: u la viia
erifttiana ».
M Vescovo di .Barc<'llona
i.
.
* •
il
catalano, erano .-comparsi nei primi gionii (
no, un ragazzo suo cono-eente. I'>a un fedele catto''iÌcii: avTVcy-zo alla conuinione quotidiani, e-
quando una pattuglia d'i.spezione entrò in casa
ncnorali. Quf.- i però vivevano in condizioni ' ' «Miraggio: «Non [)iaiigere: lio il buon Dio <'oii
pericolo pcnnanonle: era loro
loir me ». Poco dojio <!ra fucilato, insieme con altri
eomunicaro coi loro fcleli. Fin dal hv^Uo 1936, tli-gra/.iali. I.a narrazione dei ca.-<o con la foto
intorno a qualclw prole eroico si forniarono dftì grafia ile^'I mar irc furono fatti pervenir»» a! Santo
picf-oli -ruppi di eatloliei. elie si riunwano di Padre, che aicolse il ineyso che glieli recava con
notte, facendo sforzi d'ittìUir.ia P''r el^leic < laigri'me di co.mmozione.
pal.'ii|ìlie e per i-ecar-^i ?en/,a cs^.-eTe scoperto <a
un rifu-io airall.ro. Ma^rado rpiesto lavoro, il
I!)<d resto., gli episodi ,di (piesto genere non sono
rari. Fin dal novembre del 3^), i cattolici di Bar
giovane non nianeò una sola volta di a>-iftlcìt
cellona cominciarono a riprendere il culto e ad
in presenza d' (fiialt^hc persona nella ^aia ta
pranzo di questo o di quel fedele. In abito civi e,
ina la prima ondala era passata ed airaa?^ssinio
bmlale d-elìe :iquadre anareliiclie si era soistitui-
alla Me5..a domenicale. Il sacrifizio si celebrava
qualche volta in manidic di camicia, il prete sen
za messale celebrava a memoria una Messa voti
va, il più spes'so quella della Vergine. Se risuo
nava alili porta d'enlrata il campanello, ognuno
riteneva il respiro: poteva'essere la polizia o una
squadra idi faeinoro'&i. Distribuita Ja comunione,
n'^tte o con so.ttea-fuigi r''schiosi nella casa di qual
che laico pieno d'aibnegazione. Non era .possibile
redigere una lista idi fedeli o scrivere qualche co
sa concernente le pratiche relijgio^e ed i doveri
del cullo .«enza rischiare sei-iameute la vUa. Qoie8te ipiocole comunità trovarono però, a poco a po
uscire per le strade. J1 r?sehio era ancora grave;
ta la persecuzione poliziesca: anch'essa intolle
rante e feroce, ma prowù.-la akneno di certe par
venze di formalismo giudiziaxio. I cattolici si
r'ano data unii parola d'ordine: «Fare senza "•
lairdo txitlo ciò che è possibile anche a costo de -
la vita ».
Un uomo magnifico, oggi scomparso, intrapre
se. in pieno inverno, un viaggio verso la Francia,
Malandò i isentleri nevosi delle montagne, per an
dare a cercare FOlio Santo pei moribondi. a
«Oioventii Cattolica», più di cinquecento mem
bri della quale erano stati giu<3tiziati nei primi
co, un sostegno ed un conforto [)resào gruppi di giorni della guerra civile, lavorava di na-^osto
gnoranza o per iiidifT^ren/a, .^v.n-a la-'olati Iran-
por ria'llaociiire le fila (dell'organizzazione, -ntor
no a qualche prete intrepido, non soltanto c
quil'li, e che misero subilo a fir-ifitto le loro pos
libravano i i-iti sacri, ma si foirmavano
cattolici privilegiati, che il n!i«>vn reiriine, per isibilità per fecililare ai loro fratelli, più esposti,
l'ademipimento dei idovori religiosi. Molti 'proble-
nii -i a^aceiarono agli animatori di questo risve
glio elanddstino. Bisoignava alìoiggiare e nutrire i
preti ancora in vita. In caso di denuncia, si trat
tava dì tTovare per essi nuovi nasicondigli. Si ci
ta il caso di un giovane ehe, idurante alcuni, mesi,
provvide al sostcntamenito di ventissette preti" na
scosti. Poiché anch'egli era ricercato dalla poli
zia, doveva awenturar'si nelle strade soltanto di
cenacoli di studio. Si organizzavano delle
.
sioni, a gmppi di cinque o sei,
néUe alture o in -altri Luoighi solitaa'i a
cutcì'c
della fede e dei doveri
del momento- ^
^sviluppava
carità,
con-
litica : Si studiava, si
•SI analizzavano le Epistole di San P he
se<gna era : « Pirofittiaimo della
forti
manda. Se non,ne usciremo più
tem-
e più apostolici, avremo perduto i
po, sciupata la grazia che ci è data )>•
8
PACE NEL SIGNOEE
E" la fej'la dei morti!
Diamo pure iìori <: luci alle tombe. Questi eon
giorni saeri dedicati al culto dei morti. Ma il no
stro mesto pensiero, il volo «ostro <Ii pace va<la
più lontano del domoetioo ricordo. Vada a tante
povere desolale tombe, ove. eoihc canta il poeta.
...
)en;iero
Doinenica XXl.ll
nò cloiìita prctin,
ììò jiassojxgt'ro ^olinpio ode li sospiro.
Lmploriamo per tjuesli dinìciiticati dal mondo
/il generoso ricordo del DaJorc 'lolla vera pace.
Non manchi il nostro mc.iiior«- e doverns4i suf
fragio sulle tombe —— ohimè, quanto ignorate!
dei Sace.rdoti. che per tanti anni sì fercro media
tori tra Dio e noi, offrendo por noi e per la sal
vezza nostra e del mon'lo l'Ostia di propiziazio
ne c di pace.
In tutte le toiubc, eulle più umili fo.<=e vi è oegi
un fiore., brilla un lumicino, cado una lacrima,
s'innalza una pri'.ghiera. Su rpiclla di tanti Saeer'doti, imlla! PreghìnTiio per essi.
Riicordiamo pure tutlc le vittime della sciagu
SANGELICO
di>p«> l'ont«>ìO?lo
'hi nnrrrt che uit'
La ixiaina tlriroiliorno \ angelo
narra che un^
giorno
iornn s'ucrostò
s (.crostò a (resa
(^''sù imo
uno dei
dei capi
, , della
, . Ì5ina.
ili-I'
•roga o gli tlissr: <!i Signore, la mia figliola e mor^
ta: mn 'virni, imponi la tua mano ,s» Ivi, ed ella
vivrii Giunto presso alla casa del capo, disse a-
gli astanti di r//ir«r-si. Allora og'i entrò, prese la
{ancinlla per la mantt t'd l'ssa si alzò.
A venti sec4}li di distanza ci sentiamo di itoler
pnrtvcip<irv dt'Ua medesima gioia o di condivide*
re il itìedt'simti cntnsiasmtt, non tanto ni ricordo
dei miracoli di Cristo, quonto alla memoria dcL
la sua grande hoìttà e del suo generoso amore.
Impariamo noi pure a voler hene al nostro prassi^
ra, tutti i miseri che, per colpa altrui, « pf'r non
mo, a circfìndcrv di jtremure affettuose i nostri
spaventarli » quando "^i trattava di cogliere il
malati.
buon momento ptr .salvarli, non ebbero 1 estre
' Ma quello che \dohhiamo K'mere .so/>rn/f»ffo
mo conforto della Fede.
Pensiamo ancora c scmipi'c ai gloriosi che han
no fatto sul campo deironore olocausto della loro
giovine esistenza per i diritti della Patria. E in
ec<5Ì e pe-r essi pensiamo a quelli che hanno las^cia'o quaggiìi piangenti, poveri e derelitti, ri
cordando a noi il loro sacrificio e l'obbligo di
aiaitai'Ii.
Ricordiamo-li i morti, col raccoglimento della
anima che erede e ®pera.
Che co ?a giovano ai morti le tombe infiora te,
i monumenti grandiosi, le iscrizioni ampollose e
menzognere, i fiori piti rari e costosi? Nulla!...
Preghiere eld elemosine sono il miglior suffragio:
eeco l'omaigtgio più efficace e sieiwo del no»tro
ricoirdo per i moarti!
pt'r noi e per i nostri cari sono lo malattie dell
spirito., /f» infertilità del cuore. Itt nior/(? delCani'
ma, giacché da queste ne jniò derivare la nostra
eterna infelicità.
Ebbene ricordiamoci che diftende proprio «.d
noi a guarire dai mali morali e risorgere a vit6
\ novella, dal momento che ad ottenere il prodigio
basta avvicinarsi a Cristo Re dei .secoli, Taumo'
turgo senza pari, eterno Pastore.
Noi possiamo accostarci a Lui con la preghie
ra, esporgli i nostri bisogni, mostrargli le nostre
infermità. Anche se siamo miseri e peccatori. Egli
non ci respinge, come non Ita respinto la Maddalenn, ma è pronto ad accoglierci fra le sue brac
cia e stringerci al suo cuore.
Possiamo accostarci a Lui col Sacramento de^la
Penitenza. Con una sola parola Gesù, può moii'
jdare, giA:irire, farci risorgere alla lu(^; e filo
'
CONVERSIONE ISTANTANEA
grazia.
Possiamo accostarci a Lui in modo particolare
In una chiesa parrocchiale d.eill'Archidiocesi di
Milano, un granide crocefi-seo minacciava staccarsi
dal legno. Il Curato chiama il ifabb.ro per riba
dirle i cihio<di che so^stengono la immagine del
Salvatore mo-rente. Il fabbro appoggia la scala
per mezzo del grande Mistero di dimore, in cui
alla parete e sale. Giunto al crocefisso, siiibilo
sente risveg^liarsi quella fede che da molto tem,po
e un anima sola con Gesù via verità e vita su
non afveva praticata e prova un senso di ramma
Cristo stesso si offre r^ella S. Comunione.
E' là che noi possiamo realizzare la piìi intima
delle unioni, bevendo H Sangue <lel Figlio di Dio,
cibandoci del suo Corpo, fòrmundo un cuor solo
questa terra, causa della nostra beatitudine ii*
Ciclo.
rico : il dplott'e invade il Wo cuore, gli occhi 6on
pieni di lacrime, la mano dhe TÌbra il martello
è
inerte. .
Signor CuTHto, non poeeo...
poco do;po qneiroipe-raio, grande besteanmiato-
re si riconcilia con Dio. Qual forza ha la grazia!
però occorre aocoglier^a, non respingerla come
' fanno tanti-»-
«E' evidentemente troppo poco, vivme per dor^
mire; bisogna vivere per agire, questa è la vita;
voler vivere per manifestare la vita attraverso
Fazione; perciò, la vita cattolica deve significare
azione cattolica, e dazione cattolica dice e deve
XL\
voler dire vita cattolica •<).
—
Li e:
rarabole;
Arora farà
del.
v a tsi o
e
l
<*•
o
il regno <loi cieli a
10 Wrjiini, 1<; quali, avt^sndo prWì le loro
anipa! '. amlarono incontro allo spotìo cxl
<i)ja f.po.-a.
Ma cinquo di r^tscrr orano stolte e cin-
HUL- i>rti(loJiU. Ora Io Atollo probW fioco le
lampafie. ma non portarono l'otlio; le p^-
donli a^isicnic alle lampade presero Toiio.
Iv taitlandi» lo sposo liitle «-i .tddoTmen*
taiKiiti. A mezzanotte levoiwi un grido: oe€0 io npo^; antlalogli incontro.
Allora si alzarono lui te e minivi in or
dine le laro lampade. Ma le sioite dist
ro alle rpnidont-i: Daleei d<-l vo.'tro olio
prirhr le no:^lio lampade .->1 spen-iono.
Ri-posoro le prudenti: perchò non man
chi a voi od a noi andate piiitto^o a eomporar%'cne.
Ma mentre andavano a comprarne, arri
vò lo sposo, V fpielle clie erano preparate
ciitraono con lui alle nózze e fn eniu*^»
la porla.
,
,
Airultim,. vennero nnclic le altre Vergini, di-
I
»
^
cenflo: Siffnoro, aprici.
Ma eali ri^po^c: In verità vi dico, non «> .vhi
siete.
Tai pttraholn vuole insegnarci ad
prepa
rati ori n non lasriarri sorprcntlfri' dfil sonn(ì della
miìrte. rlif- DÌrnr qtiantlo non rasprttiamo, coll^
mani vtioh' di hnone opere. Vei^liate dunq^t*'te sempre preparati.
K
AEL PAESh: DKT SENZA DIO
vi\' rc.\'f:R.iLE
Una cafi.^a nel capro, dcfiuilo .dai aeompuiini»; al
])ovt'>ri disjrraziali. lej:"ti ^"1 una
lù mil! evolte poziore <1) tutte le ifcliiavitn. a
^(•liiavilò der'aiiiiìia. paventano por
niedesi
mi una fine simi.'e a ((quell'ibitra» che hanno po
emtlero, -parole di rotmmiato del cap(x:cia, mia
manciata di terra, così per rito, lanciata da o-
eo dianzi eon>. iilato, e dtiprtcano 1orrore di u"®
chimera diahoHca. quella di voler canee, aie
ne parlerà ]>iù in awenii'e. Ea «uà cariiera e
finita ((ipcr .«enipre» ; si lia altro da pensare, ora.
clic Ladare ai riicoiidi... Su quella tomba si poserà
Tuo Nome, e nel ripìidio della tua Legg<'- —
.gnimo in qxiella fo&.sa : quei colpi, caderulo
e ncfrare resistenza dì um Dio, nel qua!c a< or
povero feretro, compongono una niuc^ica triste mentane pel riposo e per la pace...
e de.^oiante. Quel «com(paigno» è laitto lì: non se
Oh Dio! quante rovine^ nella nega-z-one del
ancora, forse fjiialclie volta, un fiore, rc<?ato fìa
un onore, jualgrado tutto, memore ciil a'ffe-
zionalo. Nessuna croce, nev«j?un scfmo che accen
ABIURA DI UNA FAMIGI IA
ni o rievo«)lu i\ destino etemo ; quella è la toml)a
Nel paese d'i Pietraluniga, ultima località
dioeesi di Città eli Caistcil'lo, ali conhn-^
r"nna
del «senza Dio»...
E quell'anima? ove sarà, quell'anima?... Mah!
... E UN CUMULO Df ROVINE
Quei
«ceniipagni'», quelle «compagne», tor
nati alle rifipeltivc ca)?e, raccontano come andò
la coiva, coirne il (ifunerale» ciivile seguì. In fondo
al loivo onore, ed afrioirànte, chi ^a, di tanto in
tanto nelOe parole, vi è, sì un pensiero ango
di Gu'hhio, si è svaita, di recente, >1 afbiura ci
intera fi-ani^jili^a, composta di otto persoine. api
tenen:i alila scita così detta dei
Il rito* venne acscompaignato 'dalla
ee seguito il Battcìsimo di bre (bainj'ljì"'
^ Jella
eresia ; quindi si ' paa?ò airammiuisti azu^T
sciante: «Ma insoimma, non siamo poi «cani»
Crcislma e della Prima Comunione.
da morire ed essere sotterrati cotiì, senza che pos
sa brillare nella nostra anente e conforlare il no-
Capritìni, nelle cui mani era
cétro ouoe una is,peranza, una fede! C^è qualcosa in
noi ohe non finisce, o finiti noi finisce tutto?...»
fe-
xione di un'enorme folla di popolo. Al
Durante la S. Messa S. E. Mon». ^^Hg^J'abiurar
rope-
conmientò il significato del
ferità,
ra della Chiesa mae3tra infaH^^"^ ^
10
TORNA
movembre
Torna TVovnmbrc, aprcmioei il raminiino hingo
EUsa incedo regina sul tempo, slroncanrloiio U
ì .«enticri molli e ro-ridi. ove il ritmo del pas
sua continuità!
sato è smorzalo da un 'appoto di foglie aride c
La morte! E' il più t^ iTÌbile male che nrll'oilio
SI giunge a,d augmarc a] nemico. E" !o .-pavento,
^ialliocie.
Torna
NaveuTÌ>re
e
nessuno, se
non l'orbe il
Boiur^et- in una cua nostaligica romanza, canta
il -ino arrivo: ne^=s.uno gli idìcc: Ben venga. Novemlirc!, come Mes&er Angelo Poliziano lo flice-
1as?iIlo dell infennò, è Todiata nemica!
Eppure casa non obbedisce elio ad una
pà stabilita da seco-li. E l'ha stabilita Dio per
il pccnato delluomo. Luonio rpiindi
1,, eausa
(ella sua morte: perchè dunque temerla ed oEippure Novenubre è, a giorni, nitido e ventoso,^ •diaria. .... Porcfhè ci viene gonza avvisarci? Senza
va al Maggio.
come ili marzo, a giorni tiepido c piovocw, come
l'Aprile, a giorni luminoso e bello come il Mag^
gio. Ed è anche un mese gentile che, in un grave
paludamento di foglie d'oro, reca bracciate di
crisantemi sulle tombe nude.
fare anticamera? Perchè ci rapi.-ce lutto? No.
non odiamola la morie!... Obbedisco apni che noi a Dio!
«O beata
», o beata moa-te. giridav'ano i
^antK Come 1attendevano essi, e quanto ne esid.
crisantemi inanrìano odore di foglie morte; nel
avano al idi lei annunzio! E non sono e non
erano i Santi uomini conio noi, con le noalrc stcfs-
ritmo d'eisso della vita cittadina, che riprende ve
loce dopo la «osta estiva, pac«a di tanto in tanto
se tentazioni no!le nostre stesse difficoltà... wiù
un «memento! ». Stpesso la nebbia faseia di gri
gio la città e i pensieri; nè la scuola, l'ufficio, le
rati, calunniati di noi?!
Ma i'I fruo sereno mette tristezza; i vivaci suoi
oeciuipazioni domestiche sono così adsorbenti da
far tacere un certo senso idi rimpianto, che ci
sorprende sul lavoro. Rimipianto delle vacanze,
pensano acola/ri e professori; della gioventù, di
cono i vecchi; della morte, mormora il cuore.
La morte... eh ! non ci si pensa ffuasi mai. Ma
•quando un brivido improvviso ci percor.re per
tuttavia vita con ra5>ido sussulto, il /poipolo dice:
«Passa ia morte! » e 6i trema! Perciò si ha paura eli
traapoi-ta in un altro mondo. An-
ch.€ ohi non cvoMÌe nell'altra vita teane e 'paventa
Ja morte, percliè essa inesorabiLmente ci distacca
da tutti -e da tutto... Npn valgono a ionipedirle il
suo pa^so ferale la nobiltà, le ricchezze, i meriti!
W..'
combattrn, di noi, forse ;più vilipesi, più igne
O beata mor^! e perchè?... Ci risponde f>tn-
ta.do Ferrini: I Santi nella vita videro Dio e lo
amarono, nell'amo,re lo desideravano e la iiiorte
era il_ ponte che li portava al loro desideri )! E
la chiamavano: beata!
Oh, se si coni prendesse di più da tanti che
quagigiù, come idice lo Spirito Santo, non abbia
mo fissa diimoTa e pe,rciò ci studiassimo di più
di sei-vire a Dio, conoscendolo ed aiilando-lo. An
che a noi la moii-te allora non farebbe paura:
ne brameremmo invece la s/ua ora, invocandola
col dolce titolo di « Beata ».
Negano gli atei la Religione, perchè la temono.
(ToiMuiasco).
11
T.A MADONNA DEL FILAR
A! ^no p;inor<i. ro.-i -crivrva un lesionano di
Camper nel Canni di Brcnla. certo Ghi^cppc
Cavalli :
« Dal 9 marzo .»iamo in vittorioso comliatti-
mento. Speriamo <li andare a rLpoeo e allora
arxaremo a Saraftoz/a a .-^io-licrc il voto alla
VOTo-inc dW Filar, per la gr^izia clic, aponanio,
LE TRENTA MESSE GREGORIANE
Oniiit u r
•-.Si* C regorìano' rimon
!.<• tiNiji
tano al l«*jui)o di S. Gì» e'>rio Magno e furono da
qui'**to Poiilefn'e istituite. Ecx'o come egli ne par
la nei Muoi Dialogali: « lics'^'ìido mono un mona
co «U nome Oiueito. ebbi com.pa;'=«ione del ftUO
!«tat<i. perchò egli av<*vj1 detto di aver l4*a.-gr<'<Iilo
ri farà, di tornare .-^alvi. La "Vor-ine dei Filar lina regola imijH>rtante. F<'.rciò <'.hianiai un alta*o
è quella clic ha fatto il miracolo il porno 3 monaco e gli di*^.-ii: "Va <lunque a c<-'Ì<?brarc i>er
a-'-osto 1936. I n apparecchio rosso lasciò cadcrn lui la S. M«r«*a per trenta giorni continui, eominti~c homhe di grosso calibro aopra il Tempio a eiando ^la <J^igi in avanti e procura che non «i
L(ti dedicato. Tulle Io bombe sono cadute neUo Irala.-ci abiin giorno, in cui non si offra H^^ia
intorno della Basilica .on/a ^^oppiarc. Che a .-alutarf per ranima di lui Passati Ì trenta gioiVersine abbia a benedire noi U-fSionan fino aUa ni. (Jiiislo. appa^endo al monaco Copioso, huo
completa vittoria. IVe-hi per me. Ix; raccoman confralello, gli difese; Ilo pt'.nalo ])cr trcnla g'iordo i miei leneri filali »•
ni. ma ora slo bine. Ora, conlati i giorni delle
Me-se 4*el(ibrale. si vcrifi<'ò ^lai l'rati ch<* quello
era il g-iorno in cui era calata celebrala 1ultima
delle Irenta
LE OONCLUSIONI DEL CONGRESSO
DEI SENZA DIO
In -cfruito al ct»n{sres^o dei rwnza Dio. viene
ora pubblicato un elenco di 30 «rivonihcazioni )>
die dovrebìjero coslituixe il programma d azione
flrll'unioiie mondiale dei liberi pensatori. A titoJo di documentazione diamo qualche punto tra
i pili stravaganti:
Laicizzf.zionc di tutti i servizi pubblici —[Rot
».
Questo fatto, narralo <la S. Gregorio, «liiiiostra
l;i effiracia di trenta Me.^se celebrate di seguito
per qualche anima de] Purgatorio e diino:»tra
pure come sia ben autorevole la sua origine, sce
vra di auper-^tizione.
Ad esempio di lui. molti procurano siffatto
jiulTragio ai fedeli defunti.
Oggiili non vi ha dubbio alcuno, nè può avere?enc. che b* trentji iM<'i^e Gre-goriane siano da aP"
provar.-ii e rechino ftpecialc vanlaggio alle anime
tura dì tutte le alileanze con tutti i partiti conJea- purganti, mollo più che ìGhiesa ha approvato
éionali — Rifililo di ratificare i titoli (medici e
pia pratica, per cui in molte cosliliizioni
farmacisti) della Uiiivci^-^ità di Lovanio — bop- esìmile
di Religio;M troviamo prescritte por l'anima ilei
pressione di einb'rmi rcligio.si nelle tfcuolc e ne
gli edifici coimmali — Alcuni pro^'^etdimcnti per
ncutra'lìzzai'c l'aziono della Chiesa in favore del
la gioventù c^tudcntcsca — Esame minii/io-o dei
Confratelli le trenta Messe Gregoriane.
Loro efficacia — Ma qua-l'è propriamente la
loro efìicacia? CJie queste Sante Messe «iano e
bilanci e conti dellt chiese ed edifici dei pi'otefjianti od israeli'i — Rifiuto tli sovvenzioni solle
citate per l'erezione idi nuove ohiese o nuovi
templi o por la manutenzione di edifìci già d^'istenti — Propaganda presso i parenti perchè ot
cacis-sime a liberare qualiohc anima dal Pu^ato
tengano la dispensa pea* i loro figli dal frequen
tare i corsi di religione — Corso di morale tlaica
to molto negligente neiiroisservanza duna lego 3.
Nel secolo XVHl poi, Lelio Giudiccio, patrizio
por tutti i fanciulli — Soippregsione dei nomi le-
ligioei alle vie. piazze, ecc. — Nomina di inse
rio è fiducia generale, approvata dalila Cluesa.
Lo
dimostra dal fallo di S. G:rP'gorio, che m
virtù di quelle
potè veder liberata 1anima
del monaco Giusto, benchè.questi si fos^e
di Lucca e canofnico di S. Maria Maggiore, ce
bi'aiido le trenta Mes^ per l'anima di un sUO zi
gnanti «laici » — Rigettare gli inviti del clero sqpolto
nella Cliiesa di S. Gregorio,
a partecipare a Te Deum, m,estse soicmii, ed altre venne al Memento, tre volte udì la voce ^
cerimonie religio>se — Divieto ai sacerdoti e
loro accoliti di far propaganda poditica, filosofi
ca o religiosa nelle l-cuoIc e negli stabilimenti di
assistenza pubblica { orfanotrofi, oisipizi, ospedali).
'inoltfli-e, ecco i «voti» da proporre in ogni oc•casione, per conscKvare « la fiamma dell'ideale :
In favore della separazione assoluta tra Chieèc e Stato — In favore della «oppressione del
bilancio dei culti — In favore della =o.ppressìone
di ogni sussidio alle scuole e alle opere del clero
.—^ ]n favore della soip'pressione del giiiramento
funto e alla terza volta, levartdo gli oechi, vi
l'anima dì laii che entrava in Cielo.
E questi non sono i soli fatti che dicono
cacia delle trenta Me&=e Gregoriane.
I nostri defunti noi li do'bbiaino
qnanto sipendiamo per dimostrarlo
Ma si spende male, peiTchè ci
che nulla pof^no giovare veramen-e a
ili-
e
coa-idiamoci invece dì questa belli-^^^°^^^. p^j^rla
se Ve condizioni non ci peirmetlono
gT^ialchc
loligioiso — In favole del riconoscimento legale
adempiei-e, almeno diamo il ®
^ei te»taiuenti filosofici.
S. Messa! Così si amano i defunti.- :>
così!.*»
12
LA FESTA DEI SANTI
RITO DEL BATTESIMO
Dopo <lie il >a(N'nKit4; lia posto un po' di sale
honcxictto suMa lin;rua del haltt^znudo comiucìt»
IV.-soi-oisnu».
i*,»: ;;^ Vr-V''*" ':*:'
mm
Il ^arcrdott; ;i nome della SS. Trinità e facendo-
tre seirni di croce, convamla al donuniio di uscire
<Ia (lucll anima ohe li(Mie prìponicra pel peccato
S. A<ro'«tino ajla considerazione della moltiludine dei Santi che hanno trionfato del mondo e
originale. IWia fa un stagno di croce sulla fronte
fc battezzando <!)rdinando al .deimonio dì rispet-
delle passioni in vita e che ara rejrnano in eieio,
tarlo ?onì:iìi-c.
si faceva questa doraanda: «Se questi e queste
(quante dònne, c anche fancinlle ^ono gloriose
Ja Cliipsa, o «lilla |Mirta tl<>lla nnidesima.
in cielo!) «ono é-anli, perchè non diventerò santo
anch'io? ». Ejdalla vita dedita ai piaceri si con
vertiva e fii faceva cristiano, sacerdote, vescovo,
Finn a qii<vt„ ,>i,nlo il iii<> si ò svolto fuori del-
Il àaconlotc ora strrule pariti della «loia sul
capo del 1)altci-,zaiido e lo introduce cntr. la,
diie-ia.
ed og'gi la Chiesa io venera o:ran Santo.
l santi sono i fraitdli che ci han 'precejduto
nella giloria, e mostrandoci le loro palme delle
conseguite vittorie, ci stimolano ad imitadi nei-
:k
f
I amo^ré grande a 'Gek=-ù, nei sacrifici non ipiccoilo
affrontati per vincere natiare e caratteri assai
più ribelli del nostro, per isu/perare contrarietà e
persecuzioni inenarrabili, per fuiggire il male e
fare il bene a prezzo anche della loro vita. Imi
tiamoli e la nostra .preghiera sarà beneficiata
della ioTo inteiix;&?6Ìone.
BAMBINI SVENTURATI
« La Corrispondenza » informa tìhe secondo li
na recente statisti<?a, si trovano nella Spagna ros
sa due milioni e meazo di bamibini, di età infe
riore ai 4 anni, ohe mancano quasi interamente
*
^ lintroidotto il lìattezzando in Chiesa gli é. chie
de -pea- prima cofsa un atto di felde e gili «i fa reci
tare — a mez^ ,dei ipadrini — il Credo e il Pa
ter noster, quindi pronunzia un secondo esorci-
•sono dopo di cJhe igli tocca eoe le dita bacale di
di ogni nutrimento. La mortalità quotidiana è saliva le orectìhie e le. narici e mentre tocca le
enorme. L'80 per cento dei bambini risuiltano af
fetti da apravi malattie delia pelle, specia'lmente
OTec<^,ie pronunzia le p^irolc nasate da Gesù per
guarire il isordomnto: Ephpheta, apriti e vuol di
per l'as'àoJnta mamanza di sapone. I bambini a re che il battezzato non dierve mai essere sordo aicui può irregolarmente giungere gualche soccorso J'a vece di Dio e della sua graaia,.
non più di 4 mila.
Finito ftiò incomincia l'interrogatorio.
gu erra evitata
/ (fiiattr<t nrtpfici dal convegno di Monaco cht* foco ritornare Ut paco tra i
mmf^i m
« 1 niiiìonì (li iHiiniiiì dio vi.-ii^cm » ni'i jiiorni
scorsi « in :in-ia j>»-r
pcriro-lo *IÌ
iTXierra e por la minaccia ili
<• rovin*' «ruza
•i;tteni.pio » .^-oivi-ro evitata, ali ul'im
a caUislrofc dio avrrlii)0 travnlio l'I^ui'opa oil il mondo.
L'Europa ci] il mondo .-iannn a olii doldtono la
loro -alvczza, purcliè esalino o.lii altliia prwtato oon
-oristiana co^-oicnza in quosla draiiinuitioa lotta
per la l>ao<', spirito, parol<!, ]iropo^ili, oporc <'or-
rirpomlcnti. Sanno soipraluito dio qiio-l Sijinoic
del CioJo f della Icrra, «lolle animo o dei popoli,
cui si alzarono lo Knpromo ]),nìp:Iiiorr dofiH noitii-
ni, quando ^li uomini avevano perduto la l'iducia
in se riles?Ì, largì ?alvalrice la
divina niit^'ri-
trasti di<' hanno so^.pinto una volta ancora lo gen
ti v«*rso un conflitto immano, ©ride se ne rilrac»e-
ro inorriditi persino coliiro che non «'erano perifati di crederio (r invocarlo neoes.-arìo. inevitabi
le, risolutivo.
Non è a noi, una volta ancora, il far rilievi e
giudi/.i politici e q^uindi commenti «aiHa parte
specìfica <lo'll'accoi*do. E* di noi il voto 0110 nel
la j;ua aipplicazionc subito si ridetta il programma
di Pio XL gli ideali, i sentimenti, i. fini che lo
i>ipÌrarono. perchè giustizia c carità compensino
il ]nù pot^ibilo, a coloro oui son chieste, le ri
nuncili per ii bene comune. E' nostro l'augrui'JO
dio <Ial volonteroso incontro fioriscano piìi lai""
cordia, mintrc slava por sparire quai?S'"
ghc, leali, condiaili inteso; perchè la miriUiilo
na pidà.
ciperienza (Iella loro decisiva efficacia in quCi?to
Ma flobhono, dailla tremenda prava, trarre sin
cera convinzione cito la pace, non è s<vra.plicemente la guerra evitata. Non ò por questo che il
escluda ])er .-c.mpre la fiducia e il culto della for
tra i più difficili, e quasi « disperati » eventi,
za, e ne determini la civile rinuncia.
^
Vicario di Cristo Iia offerto .la vita, riconsacrando
co.-ì la ?iua più lci;it(inia e santa paternità non
?olo della grande famiglia cattoilica, ma -di tutta
ALLA MADONNA DELL'ARIA
5Ì didiiarò di volere a .prezzo 'defila •sua Cvsistenza,
«Mnilonna clic gnìdi le ali del mìo acroplO'nO,
Madonna dio dài forza ni mio mofore. Madonna
]a fainiiglia umana. 1.1 doiK> tiella pace ciie E-gli
riposa e lieve riiposare l^er sempre su tre cardini
inviolabili, indicati <lal pio e magnanimo messag
gio, « òu, vie pacifiche, di leali trattative e di ac
cordi duraturi », sai » sentimenti ed opere » e
non soltanto su parole; sulle « sicure hasi dei
<Kritio e dcgJi insegnainonti evangelici».
La guerra cavitata pel Convegno di Monaco, de
ve mutarsi in quetìta pace, oui il S. Padre acidita
i mezzi, le condizioni, le so,stanÌ5Ìali cai'atterisliche. Noi saremmo
altrimenti a;d
un
aoniV^tizio
ancora, in cui non disarmano gli animi, mobililati dalla esc-Tusiva fidùcia nella forza, e tornano
<''li egoismi, gli orgogli, le incoimprensioni, i con
ch<> m^accom.ptt^ni nel Cielo vorso di Te, Manon
na io ti chiedo che H mio sogno s^avveri- Un
gno che ho cullato nella giovinezza di- venti an
ni, 'un sognò che è la' vita mia!... Madonna,
che la Patria vinca^ fa che io vinca per
che al fine possa amare come ho sognato
notti senza stelle, come ho sopiato
liv'o \nel ciclo azzurro. Questo chiedo, o
na, che gnidi
le ali
del mio aeroplano, o. forza ^
gnidi :e
aii aei
na che tremi nel mio cuore e gl' ^'u^reUi
icrelii
r/.r/zn-n,*/! ».
coraggio...
Vittorio Ce«cn_
pilota caduto in
14
PER
LE
MADRI
SCEI^TA DI UNO STATO
Que&ta scelta è iieccssaTÌa qiianlunqiie sia il
cenere di lavoro a ciii si dovriinno applicare i
vostJri fig^li, e ciò per rispondere al comando di
vino: «"Mamge^nan il tuo pane co'! eudor della
tma fronite», e percJiè abbiamo a pagare alla so
cietà il 'tributo dei loro servigi.
Li metterai in guardia centro i possibili roves^ci di fortuna, e ciò servirà a preservarli dai
mille pericoli deirozio e farji
che loro riesca
meritorio il lavoro cristianamente samtifieato.
Vi stia molto a cuore che i vostri figli, mescili
e femmine si mettano in g:&ido di bastare un
giorno a sè stessi.
Lii picelta idi uno stato non è punto difficile.
Esaminiate la cosa a!ìila luce biella fede, pregale,
studiate le inidiinazioni e il gusto dei vostri fi
gli, le loro attitridini e presto vi saiprele d'ecidere.
D'ordinario la scelta
di uno stato è
determi-
La giovane Maria Coretti, che si avrà gli onori di'fili altari, /«;r aver preferito alla vita della
torra quella del rie!,, r jx'r aver volto la palma,
del martirio lottando} per difendere la sua purez
za.
>iiata dalilia vocazione. Conoscerla è dunque im-
poj^nte. S. Ajfoniso la chiama la ruotia maestra
TRE MODI DI VOLERF,
della vita, moilfte arntime vanno perdute per non
Volere qncuflo co.-la.
aver seguita la loro vocatzione. Essa è una ohia-
Veliere anche se co»4a.
miata di Dio ad un-genere di vita particolare:
m'atrinionio, sacerdozio, vita religiosa, verginità
praticate anche nel secoilo.
Volere perchè, costa.
Un uomo di c.irattere e di buon cuore, .-oealie
l'ultimo.
Dio, aiiton^ di questi diversi stati, ne ha fis&ato
uno ad ogmuno di noi, per ragioni piene di sa
pienza e di amore.
/
1*1
f
(/ .de. Ruvignan)'
GRANDI 3MA.NIFESTAZI0NI
PER LA PACE
Da \u\ìi- ir ciità dItalia giunjrono particola-
I mezzi per conoscere una vocazione sono i,
eegtienti: preghiera parere dei «uperiori, paren
reggialj rcsoconli die nelle chiese cattedrali e
ti, confessore, riflessione matura sulle tendenze
e attitudini di ciaiscuino e finaJimente dirittlora e
pan-oeehuili dllalia e negli oratori si sono svolte
manifcelazioni relÌn:io«c di rinfrraziamento al Sìgnoie pei iil glande dono della conservata pace
purezza d'intenzioni.
Dovetnldb guidare umia vo|cazi/bn.e ricord,atevi
di questi mezzi e metteteli in pratica.
al
mondo.
Partipolarniente solenni eono riuscite le sacre
funzioni a Milano, Venezia, Torino, Bologna, Na
poli e Palermo.
In vane località gl'i Em.mi Presuli hanno par-
too al popolo o dal pùilpito o con speciali Lei-
LA CHIESA VUOTA
La prima cosa che fa un cristiano entrando
tere Pa^toraili, ponendo in risalto la forza della
concorde preghiera presso il Cuore di Dio in ima
cireostanza cotanto grave; l'ele\'^aitiis'si'mo messag
gio eoi quale il Padre di tutbo le aniinc, richìa-
, in una chiesa è quella di cercare con gli occhi mandò i popoili alle liaisi fondamentali dulia pace
la piccola lampada indicatrice.
vera e duratura, oifaùva generosamente la Sua
Se la vede, egli sa che il Divin Redentore è là
cihe lo attende ed allora si inginocchia per ado
rarlo. Se non la vede, la chiesa gli pare vmota,
come u* eor.po «snz'iiKnie.
stessa vita per .un bene così prezioso; e l'attività
conciliatrice, pronta ed efficace svolta nelle trat
tative diplomatiche dal ICIa^Jo de^l Governo italia
no per il ragigiimgiimento del benefico accordo
deMe quattro Potenze.
-
Il messaggio
del Santo Radre
per
del
Giovi''il .-ri'a. 29
n. ?.. rtllc ore
il Sommo PonlelifM- Pio XI inviavii. a irn-zzo dul
ia J?:i(]io Vatirana, ì! Suo i)aterno e p •clora'r
nic-^afrjiio per la pace al mondo intero.
IJ Santi» Patire ha parlato dal !^iio studio pri
valo nel Palazzi» Pontifioit» di Ca>l<'l Gainlolfo-
dopo fhe il din'liorc della Kadio stessa. RcV;mo
P. Filippo Socco'K-ì S. J.. prcmca^o il saluto del
la ritaziono « LanJ<^lnr Jcsu- Chn«ilup» )>, ebbe an
nunziato clic Sua Santità ora al microfono.
il l«>-to (b'I ra.tlio-mc?^aggio pontificio:
Mo.ntn' milioni dì ìiomini t'ivono Rincora in
ansia per l'inconilypntv poricolo di guerra e />er
la gravo ininaccia di stragi e rovine senza esem-
la
paoe
mondo
nnttitt'Utt*, Noi di tutu. Kttorv offriamo per la
lìitif- tt pt^r la pare de- mondo, o vhe il Signore
dello xJÌta e della morte coglia toiilierci Vinestiinabile già lungo dono della vita o voglia invece
prolungare ancora più la giornata di lavoro fill'afflitto e stanco Operaio. La nostra offerta è
tatito più fiditciitsa di essere benignamente
volta perchè. Jatta nella memoria liturgica del
mite ed eroico martire San Vcneeslao, va incon-
tro alla festa del Santo Rosario, alla celebre
SuppHca, al mese sacro al Santo Rosario, quando
in tutto il mondo cattolico si moltiplicherà^ co
me anche vivamente raccomandiamo, il fervore
e la frequenza della de^vozione, che già ha otte
pio, !\oi accogliamo ne! ÌSo^tro cuore paterno la nuto cosi grandi e così benefìci interventi della
trepidazione di tanti Nostri figli e invitiamo Ve- ^ Vergine Santa nelle sorti della tribolata umani
scovi^ Clero, Religiosi, fedeli ad nnirsi a Noi nel
la ^più fiduciosa, insistente preghiera pCr la con
servazione della pace nella giuJìtizia e nella ca
rità. A questa iréerme ma invincibile potenza
dell'orazione ricorra ancora una volta il popolo
fedele, affinchè quel Dio nelle cui mani sono le
sorti del mondo, sostenga, spccialmente in que
sti momenti, nei Governanti la. fiducia nelle vie
pacifiche di leali trattative e di accordi duraturi
ed ispiri a tuttif pari alle Tipetutc parole di
pace, sentimenti ed opere atte a favori-ria e a
jondarla sulle sicure basi del diritto e degli in
' ^egnamenti evangelici.
indicibilmente grati per le preghiere che per
Noi sono state fatte e sì fanno dai fedeli di tutto
il mondo cattolico, questa vita^ che in grazia di
tali preghiere il Signore Ci ha concesso e quasi
\ "
tà.
col(-a piena fiducia che questi richiami d
ispirano che diamo a tutta la grande famiglia
catlolica e alla famiglia umana tutta quanta la
Nostra paterna Benedizione.
'
Beneditio Dei omnipotentis Patris et Filii e'
Spiritus Sancti descendat s;i./?cr vos et maneat
Semper.
Un uomo convertito dal protestantesimo è
babilmente sincero^' poiché parte senza niente^
*^gli semplicemente aggiunge qual>cosa a
®
che ha già. Ma un convertito dal papismo al P^^
testantesimo rinunzia, a ciò che sino allora
ritenuto in tal misura che la sua conversione
difficilmente può essere sincera e durevo e.
(Saii>ue]e Johr^son) '
5-
16
—
CIT FA'
DEILLA RROVVID
INJZA
LA FAMIGLIA DELLE SORDOMUTE
Quando il Cottolengo accolse la
"prima soi^domuta — un povero fioro
della strada
—avrebbe voluto ri
peterle le parole di Gesù: «Sì apra
no le tue labbra ed. oduno le tue
ort'cchie». Si limitò a dirle quello
che potva: «Sii la benvenuta», e a
darle lutto quello che aveva: una ca.
sa c la'sua ipaterna isoUeoitudiue.
Fu il piccolo -seme che produsse
il grande albciro.
Infatti i sordomuti dell'imo e deìTaltro sesso •si moltiplicarono nella
Piccola
Casa'fino a
costituire una
num.eiosa faimiglia.
1 masc^ii sono dJidcminati qua e
là nei laboratori, adibiti ai più inva
riati lavoiri.
Le donne sonoMiunite in.-icimc in
mi ma<gnifico cameronc, sedute a dei
Inanelli come tante scolare in classe.
Visitandole, vi troverete davanti a visi u sguar
di delicati e
mesti.
A vcnt'anni sorda e muta! Ci peniate?.
Da que<ita famiglia, nacquero le Suore Sordo,
bian<ihissimc il Pater, l'Ave e l'Angele Ì>ci ed in
mute. Oi^sei'vano la clausura, hanno cura degli ar
redi e delia biancheria della Ciliegia della piccola
Casa e confezionano parain<inli aitche per altre
fine con voce chiara e distinta, sebbene un po'
meccanica, dice di <ihe paeise è, come si chiama,
nessuno la sente, ma ò, come l'aria necessaria alla
Vidi una fiorente creatura bionda che, all'invilo
della Suora, recitò con gesti misurati delle mani
quanti anni ha.
APOSTOLATO DELLA PREGHIERA
—
Mese di Novembre —
(iPer le vhtime - delle disgrazie)). — Sarebbe
difficile elencare tutte le specie di sciagure, che
chiese. Sopratullo pregano e fanno penitenza per
i peccatori e per gli infcd<ìli. La lora preghiera
vita...
Da allora gli abitanti si eono raddoippiati e i cnttolici sono cresciuti dicci volte tanto. Sono dun
que Missioni ohe promettono.
possono capitare ai figlioli degli uomini peregri
MOVIMENTO DEMOGRAFICO
della i*!rovingia di asti
nanti in questa terra di peccato. Oitie i terremo
ti, le tempeste, le foiligori, le alluvioni, gli incen
Mese di Agosto 1938-XVl
di. i naufragi, i morsi idi eeripenti p di bestie fe
roci, si aggiungono oggi (grazie aj nuovi mezzi
di produzione e di tras^porto) infortuni nelle of
Nati
ficine, esplo'sioni nelle miniere, inve&timenti di
autoveicoli, disgrazie aviatorie. Quindi il nume Morti
ro delle vittime saJe a migliaia e migliaia al Diif. pop
giorno. Urgente bisogno esse hanno di un aiuto
straordinario della grazia,, particolarmente quan
do la morte è quasi immediata. Da pochi istanti
rlipende un'eternità. Ma la grazia Iddio la dà in Nati
se^^uitò alla preghiera. Occorrono dunque molte Morti
pQC'^'hiere, perchè molti' si sa'lVino dei colpiti
.da mortali evenlure.
preghiamo altresì « Perchè fioriscano le Misionl
^ venti milioni di Co^9anir>. — Nel 1884
f!r"onces3a liltertà ai cattolici che erano 13 000.
Diff. pop,
Capol.
55
45
+ 10
Resto Prov.
200
174
+26
Totale
' 255
• 219
+ 36
Mese di Settembre 1938-XVl
Cajpol.
70
46
+ 24
Resto iPiQV. Totale
232
302
159
+ 73
205
+97
LUIGI GAROSSO — Direttore HesponsabUe
SCtTOLA TIPOGRAFICA SAN GITlèEPPlS
Anno XV.M - N. 12 UICFAIB.RK l'XW-XVII Eriiz. tir «LAMICO'»
P"-'- '"mcpsilrì
L'ANGELO ni FORNI DI SOPRA
<•«>1
SK'I"! IM AN A lIil-jhUA MOKAiUlTA"
liiizial.i 11 -l'Tii ;l- I 21 iioV4Mivl>r4- miUo il valido
,K.lr(.cinio -Icllii Ma.loniij
hi SotliiiHìt-
iiji (I'Ilii .\|:i'ialilà ila avulo mi esilo imperio-re a!1.' iKÙ
iwvTisioiii. Sappiamo pi-r t-sporiniza
rhr Foinii di Sn.pra -a ri pniulcn- a!lr Uc\U' ìni/iulivc <*iin slaiK-io ^mnijiiv inM^inilK«>. Ma qiiejfta
volta, ftratlaiulbtìi di ni»a cosa afi'.aUo nuova
di
un caraKwr vhr poteva dotoriuinaiv nn <-crIo
«ifotlicirni4) in niolt.i, ora anclie l<?CÌto trcpidaTe.
saillii riuscita.
Invccc a']jl)iamo vitato fin dal (piiijicipio ijic ihj
duini c dounr^, giovani c rajg^aiodL', erano Jwn
ooiimpi'L'tòi dei girandli c g^r^ivi ijn^blcnii morali chi;
'*a<*iaiiUMiIo ntdia quali.' garriviom al von-
It» I'-
l-.'nlc
)i.,julii ri-
IriW rii
A»- tifiazinni
religi<i.«' e politiche, eoronata. i-ulla Piaxza del
Municipio <l'air<*h>qu<Mi(<* 'd'isc<iir?^) di Oon Orrtu^
o poi 'dalla Br'ticdizione* Kiirari-liea anmmcita-
la dai riluali .«fuilli <li troniiia.
La j«M'a •ihvTsa. non (K'.tanJr cin^ il tenipt) "'i
fallo piov<><»o. la Chiesta Parroccliiah' fu af
follala per l'ulliina funzione in cui ha parlato
ancora «don
Ostuzzi e fu <'antato U solenne
I>ejuin.
Ora;,
aJd^iamo tin motivo 'di cojìipitìeerci
verso tutti i Parrocniliiani i»er la lo-ro ctHiipi'*-'^"
t-i (dovevano sluidiau'c alla laice della logge -di Dio sionc in una m'adiiifestazionr così impoiriante <'d
t'id in vista del isniiproinio bene indiviiInaile, hi- utile iper Ia vUa di ciasciino e delibi collettività,
dohbi^Taiu» iniclir e-pii'iuicre i nostri sscniili rringrojiiiglia're e sociale.
ziajncnii al Sig. Podct^lìi. al Sig. iSogretario del
co'.-^i praLicIie, co'^ì attuali nei loiro yari aigonicn- Pai?ejo ojd al Sig. Brifriiid'iwe -per la loro prezioIliif-'ilili le ftinijsole eoiiforeaze,"
{[wofonde,
ti, fluirono aiscoltatissiinio e continuarono man ma
no a d-estai'e negli iiditori il ina-ssimo intei'eBse
0)pì
scanjpi'o affollala la sala della Latteria,
dalle AmlOttità, dagli uomini c dai giovani, la
Chiesa deUa Salute dalle raigazzc c (piell^n di iS.
Oiaeomo dalle donne.
Ainelie la parte isdu-eLtam-cnLe religiosa che si
ls.vfolig4^a Oli?'" miatlina, 'i^tlujsci olutitoamenitc sia
,por la frequenza all'a S- Mesisa e reliativo idiscorso come per il numero eonsolanie ideille Sanie Co
munioni.
si^Sv«.Ì;nia "eooppraKioiie. ed' insieanc ad <?^si a tutte
lé altre Autorità e Personalità ohe con il loro inten''onito alle conferenze od alle funzioni di chiu
sura, hanno lanlo valorizzata la settimana.
Non fcnniauioi'i pejò ^ìugli alloa^. 'In quo^^^
caso la Settimiui,a delLi Moraldità avrebbe il so
lo u=;igniricatio di una ibella parata. Quello <^ho
più iiuifporta è die le i.^ti-uzioni ricevute siano
ibraj'doljte in pratica nella vita quotidiana da tutti
e d.a ciae-cvino. 3Ve ahliiaimo tanto lȓj=0(gn0.
•Era qiuinidi natuTiale die anche la oliiiisura ce-
'Ghimideaido quetsia schctmatica relazione, dob
kifinaita Ja doimmicn 27, fosso doglia del fervo- biaiinio rivoligeic il no.^lro ipen?iero rironoscente
re dei jgioiiii ipfi^eceidmli. Eid e^ceo chc eia la Mes-
a coloa-o che futono raniiima ideila Settimana:
«a. prima con la Comamione gener^e, come ia
Messa solenne, ebfceiro un caTatten'e d'I ^grande
Attilio O^izzi e Don G-iovanni Dott. Bona,
si sono proidig'ati con una genei-osità
•siclennità.
sacerfdotale nell'ainduo compito a,d cesi ^ ^
Sugge&tiiva poi la gìrande Pirocesgione
i
UN GIORNO DON BOSCO.
D'ISiGH.V/jIiE
Alili (liì-lanzia di aip.pt-'na «i> mtv«c
liagica
iiidrlc di Va^ci) iCarmoHii «ni lavoro. cf('4» luTal-
Ira (di?.«rrujria ciie costò la vila ai giovane De San
ta (Orlando inv<i.-liiLo dii uii tronco prosso Do-
L'n ^iiìrno. I). Ho>io, che era slato ordinato
cenlotc <la po<«». incontrò uq povero ra^azso.
— Mi sembri nn bravo ragazzo!
—
—
iiieg-ge.
Alle riiiipclli'vc fajnì^iLìo lo notìiii-<* ituiidoi^H'inixe
Conw^ ti chiamiy
Bartolomeo Garelli.
— Di che pac«c .•*ei?
e 1 a^^sic-urazioiic cJic non nianc'likinio ili sulFrai^a-
—
rc !<' 'animo loiro con lo nostre pi'cjBlii<^''re.
D'Arali.
— Qual'è il tuo mestiere?
—
OMAGGIO PERiEiN^NE
ALLA
MADDiNiNA DELLA
NEVU-
(Gandotti Vn,<r!ia. por ono-rarc la
— Come si chiama tiio padre?
\
— Non ne ho. E' morto.
3
—
del
Fnalollo Vai<<*o. 25 — Trozza An«r<'U>. Pilon 5 —
N. N. 5 — iDf? Salila Antonio, Cociu 10 — Co.1-
•
Garrone muratore.
E (ua madre?
•
— l>ei pure è nmrla.
\
— Povero piccoli», .«mi dunque t<olo?
— Si.
T
j
— (^anli anrti hai?
lavino Romano 5 — La Famii^làa 'Di» Santa, Ti-
— Qnin«lici o sellici, circa.
— Sai leggere o «crivere?
non, por onoraro la memoria kIcJ iaio ciii; o Or
No, non so.
lando 10 — Comi? Valj?n!iiit:i. Pawurt, rc«I(,i^ian-
— Hai fjitio la prima Comunione?
/do il baiMi i-iitmo ideila sua neonata Adialgiiria, 5 —
D*,Anidnea Romano, BaidiKol 10 — Picrissiitli
C
— No.
,
Ti sei confciss<iio qualche volta?
— Sì. quantPero piccolo.
Guorij'ino. Barcta, in oc<',asion.c dollc (.«ìik' nozze
con Ferii^o Annia 10 — N. N. 5.
— Vai a dottrina?
— No, mai.
Ti piacerebìie andarvi?
Rl'iCHliAlMI. IMPORTANTI
—
1 Giovani, rico'iidino il d.oivorc jrravo e giruiiidc
<^lie hanno .di ^acoJtaTc ojjni doim^ica la S. Me&sa,
No.
— Peo-chè?
Pcrc^ sono troppo allo, non eo niente v
T Èatnbrnif devono fiiequcntarc la Dottrina Cri- gli altri mi prenderebbero in gixo.
iHti'ana e «ìiu liaria cc»n a^^iithiilà c "{iii,«5cnza.
1 Genitori, conlraj^'guno -una .^lavil-sùnia i*<-^pon^albilìtà djnanzi a Dio, se non «.i curano dli far
O'ssei-vare ai
e
Snwìa, Garelli,
daresti contento?
—
Oh.
Quando vuoi incominciare?
Ioto fifrIinoJi ciiiprti tdòvcirì fonda-
Quando vorrà.
nienilaJi della vita cristiana.
Perchè non subito?
Sì, volentieH.
MO'VlMEuM TO DKILLA PWOLAZiIlOirviE
dal 30 oittoilj-re ai 30 nofvcfmfijrc
BATTEZZATI
Pafì^oni Eu^nia di AlluJio e di De Santa Ma
ria, linon — Ceidolin Anna di Amelio e di Co-
radazzi Agnese — Pavoni Lina di O&caa-, Pele, e
(di Pieli Eliaaibctta — De Pauli Adaljjiea di Ueilio e di CoimL,t Valentina — Antonialcoimi Bnuno di Gifuj-«ppe, Gianii, e idi De Santa Ange
lina,
le la infiegnasai, da eoloV
i
Dì un Ave Miiiria con me.
— Non so.
Pa almeno i| secrno della croce.
—
Non so.
Bene, incomincereinó con questo. Eoco «o-
me SI fa. Dammi la mano destra: in nome... Senti,
donato
non sarai più abbati^
n ragazzo to-rnò. Altri lo acco.mp:igiiurono. U»
glande o,pera di Don Bosco naWva
Un giorno D. Bosco....
non nn giorno, ma ofmi giorno D. Bo-
MATRIMONI
Pcria&iitti GueTirrno, ìBa;rda, con Kej'iijo Anna
Mairiieia.
MORTI
0;l/ìj:!n Fij'HTJza, Daco, di a. 58.
as|j( In,va i piccoli operai, raccoglieva gli or
frniv.,
impiego, una casa, li
ne faceva degli uomini.
era^lW^^
''TT'
'
.
dovere,
la piota... la gioia ancbe...
an^fs
ciò che
iriBegnaV^ W
quei Sacrrdoio che li amara
tanto.
-ti
del jiopolo d'Israele di vecicjre xm ^«rno il Cri»
IMMACOLATA
>lo venturo, il promceeo Salvaftore <lelle genti.
Nella cor*a d*i eccoli il sacro fuoco per Lei
'
Il dioemUrc , lir <-i n'c;. U- f*^U- pi» gioconde,
si inizia con mia f.-nia gciilile dcklicata a Lei, la
buona Minninn v\u- i- pitali*'
tli purezza wi
eod^lcma .li can<1»>r<'. In un*<'i»oca <h sfrenatezza,
in questo paro^ÌMr«. di piacrori. è l»cIIo -uairdarr;
a Lei mila pura tutta bello, guida gentile di una nuova gcnerazion<- clic troverà i suoi aplcndori nella purezza. Pr pariaiuoci dunque alla soave
fe«tivìtà deirimmacolata. Veneriamo Lei
«-ialc. Ìa' fnn? città Ui salutano c^iua gentil futoIa>.
Sia Plniniacolata La He^na di tutto il inonda
ohe ccwa in qu.:>Mi anni di sconvolgimento 4
di lolfia un idealo di pace, di giustizia, d.i fr«« ,
ternilù.
Non v*è i<l(*alir più bollo, non v'è Unzione piv "
cara, non v'è f^somipio più fulgido di Mari«
fmnuieolaiia. Sia IvCi il sorriso dei nostri bim
« Uinih- rd alt;» più <•!»' <'rcaliira
Tonnine fi»'» <relern(i (
finniacolnta iion è venuto mai meno; ma brilla
«li viri fulgori. L'Italia ha per Lei im amore 4q>C'
I>i. la flelry.ia d-.-ll-a noetra giovenntù, sia I<ei 1»
»>•
Colei clu- Tuniana natura noliilitò così clic
« ii su., l-aitoie non .iis<legnò di farei sua na
tura ».
Al.or,.o HLei, - c.,.u.a h-Ha ed uunKtcoU.^
ritra«v.-.iio gli «mnini 1. ,.icn.-/..a dolla gray..a, a
nwg.iifk'oni.n ilolla «loria, lo purx'zza deUa fianti-
gioia e l'amore dclUe no«trc «po«c, il eo^pir^
delle no^re madri, la eipcranza dici no^i vcoehi, la mamma dei noetri orfani, la
faelleggm
dcille nostre viatorio, il raggio difilla no«tra fron
te, il palpito del nostro cuore, il eorriso del «ortro volto, la «erenità della nostra morrtc.
tà. Riirovan.i le toni liimpide <• 8m«>re del Vero,
tanto più li.«pi,.lc e «..v<»tc quanto pm si aoco. a-
„„ a Ro.,a, donde lo vena della verità .ampiU.
„oca,rtU, al .scgeio di
eoavcrgcndo sempre
più gili aiffelLÌ delle geaiti verso Roma ottìrna do-
jninalrice della fede.
Pio IX tra rc^Uau/.. del mondo Caltohco, eolif^micmeate p.-odamava la Wiacolata Concezio-
ne. Leone XUl indisse per a
de , la proelauiazionc feste uioraviglioae. Pio X wronava le aspirazioni del predecessore. Beniedetto
LA LANTERNA DI DIOGENB
13 grainde maestro di spirilo Giovaam d'Aqfurta
dice:
« Non credi forse che sarebbe cosa assai stranai
se si vedesse una bestia meinar l'uomo per la ca
vezza e farlo andare dove le piace; se in cons^
gucnza facesse da conduttore chi deve esser con
dotto ?
quando 3'uonio si reoide schiavo ded^e
XV invocava Lei IiuimacOlaita die salvasae 1uma sue«Orbene
bruladì passioni e specialmeule della carme, si
nità ira il fragore de-Mo airmi. Pio XI volle che assom>iigIio
a un con.diitlore che si lancia .trascimarft
rinimncolala sia la Madre cara che conduca qu&
«ta soci(^th fuorvia-la dail vizio v."rso una neutre
zioaic di'purezza. Ste l'aititcnzionc del mondo sari
ver?o Roma Cattolica un m.ijsnifico avvenire di
pace brillerà «u cpiost-a umianilà ohe brancica uca
per il co<lio dai suoi puledri.
Chi sa vìncere le proprie passioni, eo£>Iui è v
rainienite un uomo.
Si narra che Diogene, filosofo pagano, andò
volila in pieno mezzogiorno nel mercato di At
Nella Immacolata sono profondamente intesi girando attorno con una lanterna accesa, dawi*
due poli della vita gpiriiruale dell'umanità : il nioovlra di cercare qualche cosa.
hnio.
mistero del mail' e quello della Redenzione.
«Esseiiidogli chiesto che cosa cercasse
La Vergine aippare nella Teologia, nella Fede «cerco un uomo» «Come? — esclamò colui c
' (( il te,rmìnc fisso d'eterno eon^ipiMo )) che Dante lo interrogava e non vedi forse tutta la piazza P
poneva nella preghiera di S. Bernardo e da cui na di genie?».
doveva coimimiciare la Redenziono.
Diogene allora rispose: «Costoro
L'Immacolata è l'oasi della coilpa che involga
la nostra misera cai'*ne. Eesa doveva n'ella flua pi*
rezza, corno cantò il Petrarca « ascondere la Ium
del somtmo Sole». E in questo dolce mistero eh*
•consoia setmprt:', è senupre fisso lo sguardo
dd
non soQ® uy
••«•rtiin 0 - 0 ^
mini ma bestie; imperocché non vr
uominti, ma come le bestie, e «i
^
(io,n)inair«,
aascian^'
^ guidare dai loro animaleschi
deH-a di-^
In- verità, colui che si
yoncslà si i)one p1 dìsoUo degli
bruti,
CONTRO
GLI
IGNAVI
nuovo aippare a'I quadranti' per annimciirc Parrivo di un aimo mioxo.
« l'I cristiano di oggi deve essere intrepido; de
ve, prenrlore i>osizione; tra Tatelsmo e la fede,
tra il no e il si; non può stare pca: il .... no».
E" un monito clic oggi ricorre frequentemente
su paL^toi-aili e comunicazioni di Vc»covi <li ogni
nazionalità e di uomini di A. iC. di oigni paese.
Fu (già il monito di Giovanni a Patanos. quando
dicova die il tepido è rivomitato c cioè appairtiene al no. alTantifedc. airavveraario.
Non tosmipo o.p3gi (e non fu tempo mai; ma
jìicno che mai) per il cristiano indifferente, non-oìinuite che isbadiglia quando gli si ^piirla dei casi
'di Rus'-s.ia e di Germania, di Spagna e del Me*5«i-
co. perchè non .-ente «olMarietà coi fTatolli per
L'orologio di SlraMmrgo sorveglia pure il
cielo. SoiTveglia la corc^a della terra attorno al
•jole e indica la loro poi^izione reelproca. SorvegìHa la corsa della luna attorno aiHa terra e m
indica le fa.«i. S<>rv<-,glia il ^>J«* dì cui enuncia gli
cclitì«i.
E' regolato per mille anni.
Che capolavoro tli nic<'<'aiiiea I
Aspettate. p<»ròl Non hasta : r<>rolo«;io fJi Stra®.
burgo descrive pure la vita ìunana.
Eìasa la paragoi^a alla breve <lnra,ta di un'ora.
F>cco |>eirchè. dopo quindici minuti, si
avan*
zare «n bambino <*x>n un frioeattolo in mano,
«suona il primo qiwrto; quiinlici mimifli dopo, il
bambino « 'diventato un giovane annarto di una
freccia, ardente al piacere, snxona la mexza ; i
Ire quarti sono riservali ad un uomo nel pieno
vigore dell eià. v(vytito d'abiti di guerra per ri*
seguitati.
Il cristiano che non si cm*a dei bisogni della
Chiesa: che battezzato e confermalo soldiato di
Cristo, si tira da parte, perchè non vuol fa-tidi,
ii<^ll;a lotta magnanima di altri suoi fraltelli ; il
«ristiano che va a Messa, svagato e s-badato, la
tfltimcnica, e erede di aver fatto tutto... c non sa
<li Az.ione Cattolica, non conosce giornali e libri
conlare le iolte di cui la vita è piena; un vec
chio. con la gruccia, viene a suonare i quattrc
quarti.
Non rimane altro ch<- far risuonare la fine
dell ora. Chi, dunque, farà «suonare la campana
niato d. una falee. davanti alla quale sono pa<.
funebre. Sarà la morte, cioè uno scheilelro ar
«ala nrnc^v^-lvamoTiK. il 1,.ambino, radole^^ecrtle.
l uonio. j1 vecchio. Kompe la sua ininiobilità *
cattolici, non legge ohe i re£o<»nti sportivi e le ^uona 1 ora.
Quando la notte {• giunta, il baanhinti. l'adole
rjdvelle equivoche, è un «neiif ralc » die non scente,
1uomo e Li vecchio non si fanno piii vecammina co! suo tempo, è un pu-illanime egoièta. dcrc: ripot>ano dalle fatiche deUa giornata. Ma
Deil'la sua ignavia dovrà ris-pondere un gioino la morte non ces^a di suonare le ore: non cono
ail Padrone che vuole la teSaturizzaMone attiva, fa- sce arresti!
Allora, davanni a (ju^^-ta moi^ic insLantkbiile
tÌK^ata dei talenti, e non il seppellimento ignavo
nella
^ua opera di disLnizione, lorologio di StraS.
rìell'oi*to di casa.
burgo ci rieordu Cohii che l'ha vinta e ei offre
la salvezza.
Infatti, aa tocco di mezzogiorno, oira della mabsurna ^luce, compaiono dodici personaggi, ,uno die-
Maria può ancora oggi, come nei secoli più ^o l'altro, sotto un piccolo portico idove sta il
eiS?i parssano, si chinano davanti ail Mae
ter ibili portare la pade, la bellezza della virVÙ Cristo;
stro che stende la Sua mano ^u di loro e li be
r fare ohe cresca ima genenazione nuo-rn che re- nedice.
.chi quella pa'ce sospirata ohe non può vemre se
Allora, sulKa colonnetta vicina, jl gallo Tucn t)n dal Cielo.
ceiUo della vigilanza, sbatte le a/li, alLunga 'il col
lo e, tre volte, lancia il psuo canto sonoix>.
Non vi pare, -davvero, una meraviglia -rorolo-
UNA MERAVIGLIA
gio di Strasliurgo ?
Ma cpalle meii-rftrt-iiglia maigg'iorc rJnjfcelligenza
di CoJfui che Tha coL-tmìla! Egli '?aipeva rastro*
L'orologio di Strasburgo — Esistono de^gli onomia, le matematiche; conosceva a fondo 1»
roJo-i perfezionarti che non segnano solUnto le meccanica;
ha c^lcolaìto ogni cosa, misiinato tilt'
TPnticraattro ore del giorno, ma anche i sessanta
tu to vagliato peachè nulla potes-se minima»
^ sessanta «econdi d.l minuto. to,
mente
'disturbare il meccanismo comp'licato del
L'orologio di Strasburgo indica molte altre cose S.110 capolavoro...
nainirti
•
indica i giorni del mese in corso suiza
Indirà i
gli
E
• 31. 28 o 30 che ne segnano ìa fine.
AfAVanno senza sbaorliare quando
a mezzanotte, un numero
"
E Colui che ha regolato, non Toroilogio perdulo in un piccolo angolo ideila terra, ma l'Infinìtn
dei mondi nello spazio senza confini? Quanto è
pili grande 'la Sua intcliligenza e 3a Siua potenza!
Sono infinite.
— a.
i
RICOEDANDO GLI ORRORI
DELLA SPAGNA
NON SI SPOSI PRIMA!
é .
Uopo lii «^u;«
in «|iic.lla tui^u cl»c avrobl>«
pollilo fan: mia
lidia figura ira le case eli
quella via. r^' f<>^«c Hata curala, il collettore <?•
sprose*4* la sua roiupa-i^ionc per «fucila famigrli®
ove «' mi po' più (li «lanaro av-reblK* cambiato
O^t CO.-<l )K
Allora, non alln'llanlu compaf^ftione, il »uo in*
torlocutore Apirgò :
l'n pi<*c(>lo fatU) di cfODOca successo .lui
(Hi(!«ti ;^i(>nn ci n dato occasione di ritornare
sojii'ji una riflfifjsione non ancora abbji^ljui'
zji approfondita. Ecro il fatterello. Qualche
tempo fa mio straiiioro passava per nna sfra^
da
di
(innova vicino sul
un
nieivaU).
Allo
fjuanlc) i T. •' i V. quamlo si •'«ono «i>osaU. Lui
svolto <l(^lla via vi orano due f;i;;azzcUi, ';d
uno di assi teneva in mano una j^abbia nella
aveva avuh) un'eredità c<l avr^n dei riKparmi.
(piale si dibatlevano oiiKpie piccoli ticcellini.
—
D<-J
«lanaro?
Ma
ne
avevano
taivlo
Lei a>'e'\a jruadairnato. Iavorati<lo in uno studio e
non era
una s|mMroiia.
Alcuni lo inviilinvaiio ili a\'<>rc inc<>iH«roto quel
la fl'rliuola p<*r licnc.
Ma ejili !<• »c'^i>er«<' pn--t« un difolto che avcra
pure rolpilo coloro elw erano amlati a far loro
visita. (Ì4>po il !on) via;:f£Ì(» «li nozze. Tx;i non
f^apeva nulla dcillia casa. Non sapeva risparmia
re, non sapeva acc^nnodan; i resLì e neppure^ ag-
Qindle pi<'ro1(» Im*sIì<)1c dÌ8t<»nd(n'an(> le lofo
mIì (•er(ravano di volat-e via, ma urtandoci nei
ferri della gabbia cho era la loro i)i*i^it}ne
ejulevauo sul f(>nd(>. Kitentavauo la prova
ma le «barre della gabbia infleesibili chiude
vano sempre la via della fuga ed i poveri uci
celletti ricadendo mandavano dei piccoli grli
non si rendeva conio di tuLN^ qu4Aslc sue lacune
ili di liinninto; Pue anzi erano giiì insangni '
nati per le ferite i-iportate nell'urto.
to in disordine, della hianchoria sui mobili, gb
in gablùa — domandò lo sti-aniero.
puatarc la i>ian<:ll<^ria ! Ma il pejigio era elicila
<% perciò, non ne ^mtvava rimorso. Un pavinicn-
libiti della festa appesi a^rli aita«iapauni fino a
metà de'lflia setlimana. tutte cotse che fanno xaibhrividire delle domie ordinate, le vcix; massaie,
la laj'-eiavano co!mii)lelamente indifferente!
Diàgnaziataimenle. però, tutto quesito cagionava
molte spese. Nulla c più costoiso 'del -disordine e
di umi donna che non c^a far nulla in casa;
Che cosa volete farne di questi uccelletti
"t.
V'ogliaino venderli.
Qujuito?
Dopo es.sersi concertati i due ragazzi ri
sposero :
Venti eoidi Tnno — .11 forestiei-o senza disi:ii-
I figlinoli vennero, dei bei figliuoli, ma poco
curati; anzi, curati peggio di poverelli, mai ve
tere estrasse una lira, la diede al fanciullo,
aprì la gabbia j^rese uno degli uccelletti.
mamma non so ne preoccupa, non si commuove
Lo tenne delicatamente fra le sue mani, ca
rameiilc puliti neilla persona e nei ye&'titi. E la
0 sci.-pira soltanto per dire; «Quanto danaro ci
vorrebbe jìcr tener bene la mia casa!
^
Ecco ciò ebe ba sentito il vi-sitatore dell altro
giorno. E'd eglfi ba risposto:
— Certo, ce ne vuole dejl d'anaro, ma occorre
èoipra ogni cosa una donna che rifiuti di €po«?aT3Ì
finche non «!a tenero una oasa.
Qualcuno si è... offeso <H questa sincerità ed
anche i'I mai'ito ebe, però, in ' cuoìt suo, non 3Ì
coasola id!i aver decilso la sua fiid>anzaitia ad impa
rare a far 'la cucina e a tenere la oasa. E' una
dote questa: una dote che rimane e. vale un
patrimonio.
Faceva (aitti i mestieri in casa, coimipreejo quel
lo di sarta per uomini. Sposandosi era una seiùplice figiliuola, robusta e piena di vita, che era
stata a servire. Aveva, però, portato nella sua
caisa, ove lutto va liene, oin -grande tesoi-o e una
grande ricchezza : il e.uo sajper fare, il isuo
voro, il I9UO airdore nel lavoiro delJia caisa: dall'a
go alle pentc^e.
rezzò le sue morbide piume, baciò la juccola
testolina, lo conie.mplò un istaiite. poi allar
gando la mano gli diede il volo e io. vide eoa
gioia salii-e su verso il cielo.
Patto questo lo straniero diede un alti'a
lira prese un secondo uccellino e lo trattò
nella stessa miiniera. ^Oosì per il terzo.
il quarto e per il quinto. I fanciulli lo eguar
davano stupiti, ma perchè — domtxndarono
allo etraaiiero — avete comperato questi
uccelli e speso cinque lii^e per non conscrrarli per voi?
^
Durante due anni — rispose lo
.
nella Spagna sono stato chiuso in
ste prigione, dove gemevo
^vitnotte, px'ivo dì aria, di luce, di alimen y
tiuia dei comunisti. Questi uccelli
mi esseri ai quali posso z*endere
^
Da secoli la Scrit/tura ha dotto eihe colini ohe
trova una donna eorsì, trova un tesoro in tutta
che io per gi'a^jia -di Dio ha riacqni® a
la forza e la ricc'heaza di qneista parola.
voluto che fossero felici.
r:
V;.,
J>e brutte sorpretto. r)eluiag<^io dello, wtà.
K
Net Qzro df fra/zc/a ì NOò/r/ corr/dor/' Aoz/w
5£>arse d/ c/ì/od/ con coMsegaeN// óaca/ure Cos/ ^e//a ^j^//cz -5<y//a.
c.^ <3^^»/ be/ve <yc/<yzz/eò/-iz//e sorprese 5'//^coA/ZraNo ^ </(jaz/// o5/aco{//•
»
#
>1
Os/acoll c/ìe c//rappONgro/YO
/ ca/Z/uì //ùrf e g/or/va//.
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S^A ^ i
os/aco// su/ /alloro......
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ostacoù'/ve/d/'uerZ/'/ie/^//'...
ih
r/vuoì dec/J/ONe,
%raggio,
perfarsiforza
ìa o/a
y//,era...-
ve.:
e giungere, a/ìa
ne/a 5aMfC(.c/)e é
. ^
// douene. // bene, /a Oerì/a.lcfdio
.
—
L'IDOLO INFRANTO
Mi avvicino e: u C^lie mirc«^dc? »> dico al catc-
Allo poco pin «li "I» palmt). <lairadj>r'lio goffo,
«n vecchio ifiolo <li
oruifli C4)n^'>unto dai
t«rli c ridotto a f(nina spugruwia, ftava raiinic«ftiiato in un cjivo d'un vrrcliio e matrsloso albero
4i canfora, ch«^ coi huoì pixlcro^i rami fonnava
••omo
iuiJìifnM» «>nil»rcll<> «'Iir ct>Ila -•«uà
7
hcllojn-
-hra invitava i vianflanti a ri.pi*»a;rsi dalle fatichc
del viaggio. Povero i<lol<»! f»>r."^ ila .^ccoJi ?««-Klcva
ittdisiiirhato nel suo uniilr trono c forn; anche
aTcva incusso un «k-'UM» di timore o ri-,pettt» pau
roso ai pafisanti. molti dri <piali non avevano oiWto nepari' ani^ltc a lui un ha^toneini) d ìn-onoo
.«Ile ool suo profumo unito a «lUfllo della canfora
avevano inodorato le sue lijrnee narici e lo ave
vano re^o contento di •M'der*' sul suo irono. Ma..--.
un bel giorno (ma non por lui} un viandante
jne.rcdulo e di^prczzanU' li* ?ue virtù di genio tu
telare del mackslo.'io albero. >4^nza tanti conipli-
menti rx>n un bastone gli ajvse.stò un tremendo
4»olpo elle Jo fH^airavenlò. mandandolo in pezzi,
iino alla partv o,i>posta «Iella !slra<la! Egli gianella polvere ar«p(Mlaiirlo clic qualcuno lo ri.
jncttcsse sulTallare! K rllfatti ben predio qualche
^lo dcvo'lo s'avvide dnirimniane sacrrlegio e con
tutta premura e rispetto raeeolsi* i... r<*->»ti mortali
•ilei povero idolo <t li virollocò ~ulI'antico suo troaio. Ma eiò non bastava: bisognava riparare il
.g,aiOrÌlcgìo; ed il sacrilegio fu rij>aTato. Tra l'altro
atiÌF<?fo alcune figurine di carta che giacevano
j>i-o5trale ai suoi piedi in atto di adorazione od
offrenti qualche eod-a.
nhtéln. « Pailre, non sa che la calunniano ? dicO'
no che ÌjCÌ è andato a distniggerc le figurine di
carta clic .sono davanti l'idolo neiralliero «acro ».
« Io? — riftpo^i — neanche per M>gno! le fi
gurine le ho viste ò vero, ma sono ancora là» e se
vob'te aeeertarvene andate a vcde-re ».
Il calccliista ed i cri.<?tiani. resi onnai certi che
10 non avevo occato d'ette figurine, presero più
ardite e poco mancava <die venissero alle mani.
Fjh geni*' int-anto accoreva da tutte le parti per
vedere che etx-a era suocea^o... Intervenni subito
por calmare i miei cri-^tiani. dìc4*ndo che non era
11 <'a>o di far tanto fracavsso por cosi poco, e la»ciaK<Mjro andare in pace qu»\l povero disgraziato.
« Non >i può. Padre, non si può — risporcro i'>
coro —
ne va di mezzo il ^lo buon nome e
la
faccia della Chiosa Catlolìca! ». «Va bene, ma
allora fate» le co>se un po' più con calma e di
gnità n risposi.
Fu chiamalo il capo «Iella borgata e dopo mol
lo ehiaccherare e discutere nella casa, egli fcc^'
una liuona romanzina airaccusatorc. dicendogli
che dov<yva essc«re, per l'avvenire, più prudente e
non erodere subito a ciò clic luia ragazza dice
d'aver visto, srnza prima os^n>i accc>rlato della
verità della cosa, e concluse: « Giacche ora hai
accusato falsamente ij Missionario, devi piibbl'camente resarcirne la fama; perciò dovrai, alla
partenza del Missionario, accompagnarlo per tut
to il pcrcon^ che farà nel rpaetóc e sempre spa*
rondo petardi in suo onore ».
Ma chi poteva cascre quel temerario o saori-
Così fu fatto. La faccia era salva... ma ohi ne
soffrì furono i miei poveri orecchi !
nalmente concluso clic quel tale nOn poteva efi-
P. B. Valle, O. F. M.
ìego c^paee di tanto? Si em ipcnsato tanto c fi
.jci*c altro ohe il Missionario ohe appunto in quei
giorni era passato in quei paraggi, che anzi ahi-
.lava poeo distante dall'albero tsac.ro; quindi... oc-
CHE NE FACCIO?
K^io al MJttìionario! E il Missionario venne po-
giorni d<^po e piM>prio nella parsona del sotto•ftoritlo che, ignaro idollla vigilanza a cui ea-o soibtc-
IpoMo. andai projprio a recitare l'ufficio divino
.-sotto la raacstoisa eanfora.
Prima dell'ufficLo m'ero fermato davanti lall'i-
;i}olo infranto e pensanido a ciò olle dice il Salmo
113; «I simuliacri delle genti... sono opera di maIlio umana; hamio la boooa e non pairl'ano, ocOhi
e non vedono, orecchi e non sentono, naiùci e
«on oidorano; hanno mani e non palpano, piedi
>e non camminano... » mi venne naturalmente da
lidere poiché lalll'idolo mancavano anche i piedi
•e le mani... e metà ca^po!
mia mossa era stata
♦sservata da una ragazaa na.5oo»3ita in una casa vi
cina, ed io, ignorando ogni cosa, recitai il mio
ufficio, finito il qtiaile m^i avrviai 'per entrare in
♦aea,
ma tpiù mi aiwiciniavo e (più sentivo ohe
aellintemo di essa >sì stava ratgionando ad alta
Toee con un « orciscjt eundjo » che mi ipaireva stra3ao. Appena entrato ^vidì il oatochieta con alcuni
•««istiani che quasi venivano alle mani con un
«•erto figiuro d^avvoro poco siiwpatico.
Il duca di Savoia chicsc al Vescovo di Chara-
bery un Sacerdote zcdante da mandare nello Scia-i-
blesc per coinvertire quetUa popolazione, pervertila
dalla eresìa di Caivrao. H "Vescovo destinò a queHa
difficilissima Missione San Fra'ncesco di ^Sales,
Quando il Samto stava per partire accompagnato
da un solo Sacerdote, ili duca di Savoia volle che
10 seguisjiero dei solidatì per sicurezza ,personale,
11 Vescovo a sua voJta gU .ppocurò qualche como
dità, offrendogli deg'li uomiini della siia servi u.
«Glie ne faccio?» disse iS. Francesco, a Nostro Si
gnore Andava per le strade di Pailestina senza armi
e seaiza annatr; giiion aveva neppure una pi-etra su
cui posare lìl capo ». E no-u volle alcunoSoinio ìn-numerevold e inniauditi i
conii25i il Santo Vescovo Missionario; più
miinacciato di morie. Ma egli coi piedi
sfiiinàito dallla stanchezza, dalia faine e
continuava impavido il suo cammino Ap
San Fraoicesco di Saies aveva con
fisso
fu
set^
$
tli <>piM>' <'h<- foniiaiw» nn pouma uiHHilwlc-
LA BEATA MADRE CABEINI
di ca-rilà rn<»liana
pal.rin.
K iji jwzz*> a tanu» lavoro, die avrcl>be deprc«-
»«<), las<*iando luia inipronla indelebile <U carità
rareolti. ella. nvalf«'nna
in >nl\itf e co:?lrolta ai
moto periK.-l.uo, <'l>bf soinipif fino alla morte u*
na atlìvitìi giovanibr c lui'intt'usa vita interiore.
Bastia loggen' le
kìlttìr<\ sUnliare le 6ue opera
«xi Orservare le ?ìue figlia per conipn'nderc la ca
rità di cui bruciava j>or Dio e prr il pro6e?imo,
nolPuTdore della ay.ion<' <• n«'l f4'rvorr della pietà.
Co«si la jiTande donna, ba aceuiiuiliUo in terra
1 44\-^)ri per il cielo !
Ija suii vita r p<;r noi un monito: La
^orìa<
un vanto: la *ua ijit<'rcorisioiu' un ilono iirezio^o.
IL PRIMO PECCATO
Il primo peccalo clic .sia stato mai couuiio^Q
il peccalo dogli Ange>Iì ribelli fu un peccato di
superbia.
Il primo peccato, del genere umano, la disub
bidienza di Adamo e di Eva, fu una consoguenta
deirorgoglioòo tdcssiderio di volere ev<>seTe simili a
Dio.
La Sacra Scjritlura dice chiaranionie: La radice
La Beala Saverio Cabrini nata
a S.
An
ello, Diocesi di Lodi, nel 1850 e niortia in Aimeri-
ca nel 1917, è tra le glorie mag^gioTÌ deUia Cliieaa
Lodigiana. Il sfuo apiirito altissimo dovunque paela'iciaii'do una imp'ronta inclcleliile dì carila
verso Dio e verso il prossimo.
Nel pfaeàe nativo, la sua infanga ebbe il cando
re dell'aLba e la sua giovinezza ia picttH dji un
Angelo; nelle scuole private e pub'bliche discepola e maestra, la' sua menle, pi'onta ed aiperla,
fortemente aippii'Còe e squÌ5Ìtìa\inente educò; a Codoigno, tra sofferenze e gioie, fondò la Congrega
zione delle Miìsionaric del S. Cuore, che in poco
tempo si ee^te^Se neill'ltalia, nella Spagna, n<^la
Francia, nellTnghi'Jlerra, nella Amei'icii del Nord
e del Sud.
di tutti i peccati è la suipi'rbia». Questo vizio
nell'uomo è manifestato molto presto dal desi
derio della stima e deirammirazione, ed è
gran male clic ne venga acean-zzato il germe fin
dairinfanzia.
Tendete lui momento rorecobio ai discorsi dei
ragazzi; sentite come ^i lodano fra loro! Guarda
cosa so fare io! Io ho un vestito più hello del tuo!
Che ti paire del mio cappellino? Io sono il primo
deMa elas?e! ecc. ecc.
Ed anche i grandi uomini non sono che dei
iamhini, l uno TÌpone la f-ua gloTÌ.a nel suo albe
ro genealogico, l'altro nelle siic ricchezze, Tuno
nell ciloganza del suo abito, l'altro nei suoi mobi*
i, ehi nel^a bellezza fi^iea, chi nella eua scieir
za, ehi nella sua amabilità e chi nella forza o
nella generosità .
Per le orfiane erecoC ricoveri ; por sii amma
lati edificò ospedali; per le mae-ifcrc aip'rì con
vegni; per le s-tudenti istituì collegi.
Da lei gli emigrati italiani, sopratutto, ebl»eiro
le catrezze di una madre amorosa ed ^apipiresero a
Ticordarre e a benedire lia Patria. Per Ioto «alpò
trenta volte Toceano e percoiTse, ardimientos-a, le
S. Paolo può ben gridare efuanto egli VTiole:
Lhe eofia possiedi, ohe tu non aihbia ricevuto?
•se 1hai ricevuto, perchè ti vanii come di cos.ì
tua?
Uno scrittore ha detto: Anche le più tenrihili
pa&.sioni ci lasciano un tmomento di tregua; Ter-
e più remoite d'ai nuovo mondo.
quasi sempre, ignarra della lingraa
priva di mezzi e di atpipoggi, spesso
combattuta, con la gi^andezza della
gO'glio invece ci tormenta semipre.
Etp.pure noi doibbiamo rinnegare la superbia
eid essere umili ae vo,gliamo che si avveri per
noi ciò che iGrisdo ha detto e rìpeluto; «Chi
stia anima, ricolma di Dio, con la prontezza del]'jj2,t,u,izirf>n.e, che aveva dei! soipraniiaitiuirale, con la
si esalta sarà umiliato; ehi si umilia sarà esaltato»
E Gesù ha rinnegato coisi detcisatmcnte la eu-
volontà protesa tenaoemente e instanoaibiilimenle
qI bene dei suoi fratelli, diede al mondò Io spet-
ddle sue doti eaTatteristiohe : ((Imparata da me
vie più aspre
Malaftieeia
e dei luoghi,
contrariata e
pett'bia da •segjialai*e la virtù oipposta come una
—
iiHìliilHiM
itifiiumiKi
iaiiiiiiiiiiiiiiiiii
il
Quando ripenso n te. Madonna bella,
intorno intorno il mondo si scolora:
tace un istante il vento e la procella
scordo un istante questa morta gora;
e mi ti affacci qual tremola stella^
che ride al TnarQ^ m sulla prima aurora
su, su pel raggio tuo lo sguardo affiso,
e son teco un istante in Paradiso
3S!IÌ
•N
9
no —
PICCOLE COSE PREZIOSE
Sorridi alla monotonia del lavoro quotidiano.
Tari quando ti accorgi che qualcuno ha aba<:li;rlo.
Elofiin il fialcllo che ha operalo il l>ejie.
^trinpi cordiahiicnto la
mano al
fralcllo che
è nclJa tri-^tezjKi.
Pnrla «•Oli dolcezza ajili iiii|>ii/i«'nti <» agli ini*
porliini.
(ritarda con affi'lto il frat<^llo eh»- «-ola un lioìorc
Sahita affahi!in<Mile gli uuìilì.
Rirortosri uiiiilntenU' la lu;« dr-holoz/.u.
UN'ANIMA DA SANTO
11 Suprriorr ixcnoraIr iii un Ordinr roligio«o vi.
sitava mio d»'i >uoi no\Ì/.iati.
A i'ì;i cun iiovi/i-o dicoAa una di <j[uoUc parole
da paulrc, da s-inlo ohe rialzano, raeeicurano, ri
confortano V spingono avanti v in allo.
ad uno di e>si>i. ^nl <'ui vifo ere(lett<' vedere
Cntechismi domenicali all'aperto
TRISTI RE ALTA'
t( Sei uno stupido^ non capiaci niente !
Tale fu la risposta che il figliolo dodicenne
. diede a «no ,paidre. Questi, stando a sedeie, tenvfcennò il capo e
cercò di scuSaròi, dicendo aigli
. arniici presenti :
Cosa voiletc farci? E* pieno di vita! Quando
vuole una cosa nessuno glieila leva di testa. Dice
.<jTiel che gli viene in liocca ».
E ceTcò di concludere un armistizio col picco
lo ribelle:
(< Ti dico die è bene non andare » gli ripetè.
« Ed io vaido, ecco, vado! » proruppe il raigaz-
una niihe. domandò:
'( Provale voi piucm; (jiii. figlio mio ? „
— No ri^po.-^ ^Ciitpliccmcntc il novizio.
Il Padre lo avvicinò a
lo l>a<iò alTettuor^anien'.e in fronte e gli di^sf*-
«Coransio, mio figlio. Td.li,, sari .on voi!»
I/anno dopo acoofslii. .iu(-«lo novizio <• porgeii-
dosh la mano, lipciè la stc,s..a doananda : «Ehbene, mio caro, provat<^ piacere qui ? »
' ' ste.séa
il novizio
«No, Padre
mio,seinplicità
mono aissai
ci trovorispose:
piacere ».
— Uscirete voi, dunque ?
Vi fu un moiTiiento di silenzio, com-c se il no
vizio non si aspetias^e quella domanda: poi con
leiTnezz^a :
— Uscire? Perchè? Forw- di io >ono tmi ve
nuto per trovarvi piacere?
n Snxperi^e lo guardò con gli occhi in pianto,
foi, rivedendo il maestro dei novizi gli disse:
vigilate su questo giovane; è un'apovero .padre! Egli non s'aiCCOl"ge quanto tra- nimi Padre,
frrandp'^'^^^
.zo. E -andò dove voleva, infiischiandosi dei coman
di patefmi, con tanta indulgenza esercitati.
baWa il «UO edificio Se Ufigliolo è axrLto a .darC
^
gli dello « stupido » eosì come a un qualunque
geocatoire!
Più tardi, quando se ne accoi^gerà
non sarà più in tempo a rimediare, garà il crollo
, della saia autorità.
intanto egli continua la convensazione in
terrotta con gli amici : è molto accalorato nel so
stenere (Aie i preti, i « bigotJti » i moralisti fion
t.rO|pipo esagerati: votrrehilrero fare dell'umanità
un convento !
E mienfcre sostiene questa 'balordaggine, la niò-
^ie. nell'altra stanza, diice alla figlia: — Presto,
fa
veda tuo padre!
g si dipingono bocca, ciglia, guancie, unghie!...
Tanto il paldire e marito, <affanna{to ora a cri-
•
'
i dieci Comanidametiti, non fa attenzione
c^rte
dipinture.
(©« «Noi Uomini n)
La gioia del Missionario in un asilo infantile, l
—
Il
m
k
Buoiv
^
A
nr A
• (Jf'
venga il Santo Natale! Noi Caspetitiasn^^ con trepida ansietà; io salutiamo con
non sa cUirci la pace: dalla ferra germogliano le
' fatale è fremito di vita novella^ è risveglio di
grida di dolore. Dall'alto invece ci piove la lu^
ptti di gioia grande.
spme, innaffiate dalle lacrimcy echeggia il
lo o risimnnnn / singulti, i gemiti, il rantolo e
grazia. Siamo fedeli discepoli della Santma
gopite speranze, è sussurro di celesti armonie, frdlaessa
guiderà pi^' lft piccola vi<i luminosa del
^0j-riso d^innocenzxi, balsamo aj cuore, riig.iadn la pace,ci lungo
la qjtàlt> troviamo scritto, come
^fj^tora-trice alVanima credente.
pgii venga il Santo Natale perchè noi siamo
tante pietre niitiari, carità, pazienza, dplcezi^
pii pensieri, purità, sacrificHy elemosine, opere
buone. Camminiamo 'animosi per questa via, tn
' segf'^^i del nostro cuore... sentirci trasfusi in fondo ad essa ci (uspeVta il Padre celeste, buono e
Lui>
i nostri onut-ggi di adorazione, di
inaraziotie, di zelo, di amore e dì riconoscenza misericordioso: abbandoniamoci fidenti in
tutto il bene ispirato e ch'è stato compiuto, riceveremo il bacio del perdono e della pace-
^ansiosi di prostrarci davanti al Nato Dio, aprirgli
ben venga dunque il Santo Natale perchè,
f,0itie in quella Notte beata gli Angeli recarono
aS^i
volontà il loro saluto au-
g^iroie, così ancor noi siamo felici di presentare
in questo Natale di Resurrezione, per le mani
del giornalino, i nostri voii ed auguri di bene e
di
di gloria e di pace per tutti.
Non deve mancare a voi la pace e la gloria in
AUGURI
B etleni ritorna nella nostra mente !
TIn. lembo appare del bel del d^Oi 'ite...
Ogni cuore sussulta, ogni memorUt,
inalai riporta do!ce al suon del Gloriai
vita e ifi morte, nel tempo e nelVeternità. Sia per
tutti
la vita, e santa la mortó, quando il
iSigtiore ce la manderà.
Jjtt piccola Teresa di Lisieux traeva ammaestra-
jnetifi come i Re Magi, dalle stelle e vedeva il suo
.noni*^ scritto in Cielo. Così ancor noi diffidiamo
^lla terra e del mondo. Il mondo promette, ma
N elle amene città, tra i collie i grepp^^
AIle vampe domestiche dei ceppi>
_ ;i«rc
T m ìp chiostre 'dei monti ed anche tii "
A l fiato Redentor s*ode osannare...
j-tottore, nasca Rncor noi tuo buon cuore
E sempre viva il Suo coleste Amore .
y
12
>
LA BEATA MADRE GIUSEPPA MARIA ROSSELLO
•liventa piM^onu di ®er.
Na-c^ue la Beata ad
Albflsola
Marina
>izio.
il 27
Ma^igio l&ll.
Fiofre di questa ter
terra.
Come
le
al
ni per<l«' i genitori, ub.
fratrilo r mia sorella.
tre baanibine amava gli
"«pa-ssì, i diverrtimenti i
La H4Mtta non ha più.
focili: a differenza <11
botro preig^arva oncilie
dnTtante ili gioco. Tra
<^ho Dio a cui conaacra.iH' iiilLa Ae
eoanpagne si faceva
le eoie amiicihe,
poche
(toonpaiglne
tra
aiv^vano
le
(\i\ iPta nuova Con^T«liu/.ione pt'sr la aalveaza ilc.lla gioventù abliuniiilonat.a dal ipopolo.
i
f-uoi gusti religiosi e i
jsuoi
ideali
di
virtù.
Schivando la comipagnia dei giovani, os
Il loro faibbricato: due
(3»uanzc. 11 Xoro cjorr©do: un paiglùcriooio, 4
sedilo, un Crocifieso, u-
serva : «E' coirteeia con
lor l'esser villiani ».
na
Coline prima tra
wrellle era ohbligaita
aii lavoro, ed era sol
lecita ed attenta a cu
cire. E-ra il cuore più veloce dell'occhio, e men
tre questo seguiva l'ago e lo precorreva, il cuore
saliva a Dio e lo raggiungeva.
Il suo lavoro era un ro'&ario di giaculatorie.
Le fifue passioni predominanti: evitare il pecca
to: rendersi utile al prossimo; farsi santa.
A 19 anni «sognava la solitudine, volava 'iai*si
eresmita.
Le difficoltà aumentiavano e il suo desideido
col-
riippruvaziono ded
csoo-vo, in Savona, ali
Vico Ac:\ Vento, in onione d'elle 4 a^miebe^
il 10 Agotìto 1837 i<m-
fef«1e ie condixceva tut
te a confosearc. Poche
pea*ohè
sle^M.
Col <H)nscn9o e
Aipotsrtola, e spctcólailoxeaite alUa vigilia d)i
erano
La-
jrria Pa fmlute in caM
Moiiloono. In due ait»
ra, ^'^fveva lontana dal.la
infcrnuora.
Mia i)iotù, ilare e gì*,
viale, j)orta ooUall^
statucttki
di
N. S.
della Misoricordiia. pòolii liiibri (li devozione..
In
di^pcn^a
avevano
podio palale, in Uisea uno scudo. XI cuore pi:>rò.
Olia ricco, riboccante d*anìor<\
E l aniore la foco santa. Non vi fu ^elaicrificio'
a cnà si rifiaiiasse; non vi fu Miffìco'ltà ohe la fa^•s;e retrocedere, .\ndava compro avanti, fidata>
in Dio c nei suoi santi. K il Cielo le mandava
vocazioni per il .«»uo istitulo, mezzi per le sue
opere, asili po-r i suoi ricov(vrali, por Ile sue orfanelile.
non sminuiva ; che anzi più quei!i:ie cre?cevano
e più questo sii a'Cfui^^a. La sua non doveva essei'e
lina vita comune: voleva e-fseo-e ©anta.
Pregava e 'si a^ppi^Jliava a" tiutti quei mezzi che
le ipotet\^ano facilitare la 6ua santità.
Nel 1828 si fa tea'ziaria francescana. Nel 1830
LA SANTA CASA
A Loreto, sul coiBe che domina la magnifica
vallata marchigiana, c'è tmà baisilica superba, me
ta di pellegrini. Ma non per la 'bellezza e nem
meno per le ricchezze che essa contiene vanno i
pellegrini a visitarla, ma iper l'inestimabile teso
ro, che essa ra/ichiude: la casa di Gesù. Entrando
neJJ-a piccola casa rozz.a, dai mattoni sconnessi,
afftunicati, ci si sente commossi. In quella stanza
® incarnato! Qui Gesù ha vis
iJ Figlio
suto
infanzia, la sfua vita niaiscosta !
per un miracoflo l'Italia nostra ipoariede la Sa
cra Casa. In Palestina la casa era nainaooiaita : al
^ dicembre
1880, vigilia
della feslat
cilell Imimacolaita,
ra/ccomandiai^do.
ail Sagnore
la
sua rmima, 'quelllanima che aveva tanto ilavorato-
per tenere lontano il pecoalo da tante altre anime..
Pio xa la dichiarava beata il 6 Noveanlbre 1938.
lora gli Angeli dea Signore la portarono in Italia.
du un ^lle marchigiano, al sicuro. Il colle era
allora disabitato, (piantato a laruri. E i lauri fu-
lono 'le piante che diedero il noone alla località :
Loreto. Segni divini dimostrarono e&aere la casa
e a oacra Famiglia quella aipparaa in dicembre
nel liaureto. Attorno a questa casa si abbatterono
1 lauri, m coslfi-uase una grandiosa Baailica, a cui'
traggono pellegrinando i cristiani di tutto il
mondo.
Il 10 dìcemlwe si festeggiò l'avvenimenti den
tro e fuori Loreto, e la Madonna di Lordo è apecialimente onorata da-g-li AvieH, di cui è Pal«ma„
jA leggenda dei tre ducati
ti iiìorno in cui He Rfaato condusse a St. .Vma-
dour \a lH-l)a AUIa .ti Tolosa ch'odi avcrva da poco
sposata in Arlcs. I Consoli vol!€r<i mostrorte un
<Mrndanna1o alUi forca.
Ma, quua<k> hi Redimi vijdc il condannato, con
!.• niiini ledile i- la lc^sta Imprigionala dnJla i-or.la,
inamiò un grido e nascose il volto Ira Je mani
-Si(,>n<»ri Consoli, disse- il re ,a<l alla voce la re
simi quale segno di benvenuta, vi chiede di accor
darle la grazia di quest'uomo>.
Hìsiiosero i
consoli:
«Kgli fabbricò false monete; la le«ge vuoje che
Sia impiccato>.
Intervonne allora un consigliere del re dicendo
? con^eludi^e di St. Ama.lour, un
1a d ni ' T T"•
con la som-
ma (ti nìillc ducati.
/'O/vO.S/.V, innwo I'rfìsi<h'tìtr tifi (rovorno
Ruteno
il Hzzente 1. pren<la. *Co-nsoli,
ma ducati?
d()vc valete cht*
quc.sli mijio
ducaL. l"f "
otiocemo
nover i non
«Siiinori u
"^1 suo partnnion'ete; era
cinquaiUa duc^.ti.
ctue'st^ toe<^nr
riiiaraasi Liturgia rinsioinc dei simboli, bielle ^^^«La
««"o suffieiienti
ri..po.sero i Con-
L'ANNO LITURGICO
4>ref:hierc, dei canti e degli atti coi quali la
-Chiesa c:^prinie c manifesta la «sua religione ver
so Rio- 1^^ qT^icsto ini?icine è parte principale 1eieniento divino costituito da lutto ciò che la SChie®^' giui'dala flalilo Spirito Santo, seppe trarre
dai libri ifjpirati fleirAntico e del Nuovo Testa
mento e dallo Spirito divino ohe Taniraa.
(yiro-ctto e mezzo delhi Liturgia è Gesù Cripto,
Vp^ciò Tanno .liturgico, che va da uno all'altro
4^vvcnto, non è altiro olie la manifestazione dol
io Stesso Gesù 'Cristo e dei suoi misteri nella
Chi€s<a e nell'anima fedele. E5<sa infatti ci rapogni anno la nascilia di Gesù Cristo, la
sua infanzia, il
digiuna, la sua jnort(% l'a sua
riroirrezione, la fondazione della bua Chiesa, l'igjjtuzione dei Saci'a'menti, rascensione ^al Cielo,
la venuta dello Spirilo Santo, la divina Euca
ristia, le glorie della Vergine Madre, lo splendo
re d'egli Angeli, i meriti ed i trionfi dei Santi.
pine di tutto questo è la gloria di Dio e la
flaìute delle anime, poiché la iChie.«ia rinnova o-
frtiì annx> la sua giovinezza a guisa dell'aquila,
Concili,
•
«Quest'uomo sarà perdnir.
li i Consoli e fecero sc^ o "k
«F-n«le.i. grillo if reJi.nr™;.
disgrazunto, fo^so. e£?li t>o
®^
f boia fm^ò nello fasch" tlVr
inflessib,Perquisisca M
Irasw Ire (hicali. I concori ..n ^<>';dan.nalo e ne
la regina:
"'l'iora si rivolsero al-
-Si„n,.ra. „„e.r„o,no
/>''^lìani! L'uomo dio in
Visio in j>cricoÌo di essoTleggenda avete
è rumanità peccatrice^'^^piccato, siete voi.
la vi salverà, nò N nii
ded giudizio nul.
terces.sione deiJa
se noin avremo su d"
volonlà.
'
' meriti dei Santi,
'1*0 ducati di buona
essendo in questo ciclo litmigico visitata dal suo
Sposo a flCfiOndll dei Buoi bisoigni, così l'anima
cristian-a, nella s-ucceissione di queste mistidlie
stagioni, cresce o si rinnova nella vita soiprannatur,ale della g;razia, disponendoci degnamente
a ricevere le visite del suo Spo^ào celicste a secon
da iJei suoi bisogni.
L'anno liturgico si divide in sette parti, cioè
Avvento, Natale, Settuagesima, QuaTesima, Tem
po di Passione, Tempo Patsquàle, Tempo do,po
la Penteooste.
LA VITA MEGLIO CUSTODITA
>e 'noT"!,ola«°
il hpno 1
d'inviarci ima or.
Lui, com,preiide;rc tutto
•'
e il male
da cuinoi
ci ,pre^r.,
quando
e pazientemente
accettata,
aprirem
mo le braccia e il cuore pea- riceverla, e dii-emfflo
a Oio un entusiastico grazie !
Non dimentichiamolo mai; La vita me,sg'lio
Stodila, è quella custoditia dalle pene.
7
14 —
CHE
LE PARABOLE DEL VANGELO
COSA MI DARAI
IN CAMBIOf"
Giovanni Bt>%'Ìo. il famoso filos<vfi> e Jelteratomiscn^l<'iil«'. rinc^cava la -ora vcr^o le dieci «•
trovava la vcc<*lìierclla sua. cosi cliiainava affotluoé>anuMil4' sua madr»-. -Mvlula ik'I calottino
j>mnz<). 4on la conma in mari»» elio recitava il
Rosario.
Una s<Ta - (x^fì ractojita lo
Bovio ad aW
<*uni aniì<'i - e^li. <lo|)o aver salutala caramentela vocohiorolla. k» chio*^' fra Paustcro e ii care*^
zevole :
((Clio co»a fai. madre mia, oon quoto ^oeal»
tolo fra le mani? Buttalo via».
Quelle parole colpirono rlvamrnto la Imont.
mamma c la fecero piangere; ma poi. dcpoeVt:>
?•»!
tavolo la corona, con aria serena disac:
— Ecco mio caro Giovanni, ti ho ubbidito od
ho riporto il giocattolo. Rcaterò senza Kosario^
W'^--rW. ttìsssi
uia In
tu che cosa dar^ai in cambio alla tut-
vecchia madre?
A quello punto del racconto, Giovanni Bovi<^«
iiii.i iUoil.i a]
Ci-'H vu-:o (Miiunovi.j
I . '• 1. A r. A
Ainiv'i Jiii-.'l,
• r* p
Il Regno dei cieli è simile ad un uomo il quale
suonino nel suo campo buon seme. Ma nel tempo
lt:iM .11
\\ mi.i \.N
0 nvvi'.io ai
I'M');
p;iro!.» fui'>n*>
un»
mi titni.;.s
Ihoiii
!.. limi.; Va cron.i fri v:
mani e scappai.
che gli uomini dormivano, il nemico dì lui andò
« seminò della zizzania. Vedutala, i servi dissero
al padrone: Volete che andiamo a raccoglierla ?
/Vo, rispose, lasciate che Vuno e l'altra cresca
sino alla raccolta.
(S. Matteo, capo XIII)
La paraibc'lk ci inise^a la vigilanzia contro i
IL CATECHISMO
•l'I filo^sofo lo'uffroy Iia scritto: «V'è un li-
briccino che si fa imparare dai ragazzi e ch«
«'piano tutte le occasioni per gettare il loro cat
Culti dovrel>bero leggere: questioni, nessuna,
ecceltnata. Domandaite al cristiano donde venga
tivo seme. Ci insegna pure Ita pazienza e la tolileran^a dei cattivi, voltu.ta c permessa da Dio per
la MaEgioir perfezione e bontà rleglli eletti.
bamliino pea-chè è al mondo e ohe cosa divexrì
namìci del' bene, i quali nuai diormono e sempre
la specie umana: lo ifia; dove vada: lo aa; co
me si vajrla: lo sa. Domandate a un semplice
doipo la moi-te: egli vi darà una ri?pot>ta subii
me.
E lo stereo filosofo, sul lotto di morte, face>
va quella raccoimandazìone al proprio curato :
DURO LINGUAGGIO
«Insegni il catechi&mo alla mia figliola. Io ho'
Il JSon compatitelo, è colpevole ! »
Quante volte questa dura parola ricorre nel
discorso comune !
•
'
Non è cristiano parlare e pensare cosi. Al col
pevole va invece rivolta la nostra più viva e più
tenera compassione.
L'innocente, oppresso dalla sorte e dagli uo
mini, ha due asili che nOn gli possono mancare:
Dio e la sua coscienza.
fi colpevole non osa levar gli occhi verso Dio
che ha offeso: non osa discender in se stesso ove
suo solo ed unico asilo è la nostra pietà.
Oh !
nostra stima, la nostra ammirazione sia-
fio per la virtù perseguitata ed anche trionjanfp tnu
nostre ì.acrime cadano sidle pifighe
d^Jla r.oscif'nza come folio del Samaritano.
s;»£^&iùv-
letto
tanto e tanto, ma non ho mai iTovalo
nulla che va'lga una so'a pagina del catechismo))
Adilone Barrot, il veccdiio ministro di Luigi Fi-
lippo, sul finire della ^ua ca.rriera, non man-
oava mteii d'infonmair-si dclll'ora del catcoliiemo
e .rli aiS'sisteiTvi ; e al gioivane Vioario che ne mo- ;
•strava
me/i-a-viiglia dicova: Rov^rentdo, vi con. '
fesso che por me il iCatechisnio ha un'attratti- I
va tutta ^^peniale. O'gni volta che lo sento recitau'c imparo sempre qualcosa che non conoscevo del tutlo, o che avevo foiose dimenticato».
E il Vi-iicoiite di Montalembert scriveva a
Mon?. Doupanlouip: «In faUo f]i lettura pia, io
coanmcio dal catechismo; ogni giorno ne
un capitolo con mia massima consolazione. S<
mai mi doverle fare 'l'eloigao funebre vogliate '
rivelare cìie, a cinquantaquattro anni sonali, io-
—
15'
ARMARSI O AMARSI.
Allora In feci .^federe.
Hit ai iitn. un inotnfutit (a. la visì'.a di ttno dei
miri vtu-rihi atniri. (nnialiK l'iitnsiasta. dftUu...
E davanti a Mim'Mmh che un ragf^to di soleiUìtminava, gli ciftai gli antichi ot! i moderni
iiloli:
Paesi' ili •iD'Jimt. a i/ti(titti> sf.mhra, tltuf. un orrltealitint il'infi*'sin>. il Sip. l'ati'lin. finisci' di
— Ce. innanzitntti), la Scir.n/.a... quella scien
za della ifuale morirenio... quella che aiuta a tut
portar olla hn'f un ant^it'it th^i ntilori di Itohilo-
to falsificare... ijuella che inventò la macchina,,
la ilinamite, i gas... gli aeroplatii... quella cìn^ permetti' ili annientare in pochi minuti la vita di
migliaia ili esseri e il lavt>ro di parecchi seatli.
nia.
Pi'r fpianti) fichilouia. ijiii'.sfa città t'irà iompli'tamrnte scomfxrsa dalla farcia di'lla terra. E
sta'o necrssariit scavan- fimi a quindici metri di
profimdith jx r ritrtwarc i tijrrazzi delle sue case
e il vtolit antico... qne.Ui} del diluvio.
Su ^uel siioA»; dei ruderi favolosi, delle scul
l'. per colpa sua chi\ il mese scorso, miglittia^
di Parigitii fuggivano...
E dove fttggivano?
Verso quaii^ìw villaggio sjn'rtìnto, t>i e avrebbe
ture gigantesche, quale un leone scolpiti^ in un
ro ritrovato la vita di una volta... ifuella di pri
blocco di hosalto ili venti tonnellate! Hanno per-
ma ilella Scii'nza.
fino iniziato il ricìtpi'nt di tutto un nt<mdo di
tP.nipli e di idoli.
I oi'.
flinse l aniicit mii>. itti /to' di cattit'O"
umore.
Abbiaimt rahitudine^ molto nazionale, di con
siderare Parigi come la prima città del mondo
e Vespressione sttprema della civiltà.
Sapete, però, che liahilonia era jsrande sette
ralte Parigi?
Fate il calcoloY
Sontuose WGtite edificata suì^e due rive dello
Eufrate, fu costruita verso l'anno 2230 avanti
Cristo, da ÌSenihrOfl. figlia di Chus e nipote di
C.itvn.
Sono Nabucodònosor, diventò una città im
mensa, una delie, sette nieraviglie, del mondo, dal
lusso fantastico, coti dei fciardini pe.nsili a 25 m'^tri
t r i d'altezza, p*'^ 'f pi-fieiTe della bella Sentiràmide.
QunVè la regina moderna che potrebbe offrir
si un lusso simile?."
Tutto questo, sottosopra, in rovina, ince.ndiato.
sepolto sotto la polvere dei secoli.
Vanità delle vanità!
Quell'aiìiico entusiasta mi fece vedere un pic
colo idolo pt>rtato dn quel lontano paese e al
quale tiene molto.
Ho perfin avuto Vimpressione elisegli vi cr^'da,
non fosse che per portargli fortuna mila Lotteria
nazionale!
Quella H la dea dell'Oro! .
ci> il Pnkpresso. figlio della scieiv
za...
Ho continuato la mia enumerazione, per quan
to d ruo amico pagano si dimenasse sempre piir.
sulla sua .seggiola.
— Si (dzann le spalle pensando che i Babilo
nesi hanno adorato Nabucodònosor. Ma per una
folla di moderni. Lenin, Stalin. Blum. sono dei-
ponti-fic! infallibili per i quali essi ucciderebbifro o SI farebbero uccidere...
Porrei continuare amara!
Siamo in pùmo regressi verso il paganesimo:
nate le settimane, degli aviati>ri si spez^n^
te ah iome Icaro.
L uonxo niOflorm,
i- nuovit. ma senza
^ tu riti} spinge di
spcran,M. i suo masso, sempre più pe.sante, ver^
monto ed r schiacriam
Irti,
lyo! ridiamo ilella Torre di Babele... Eppure
noi lyamo in qualche regione, sulle rive del
ago t Ginevra, anche la nostra e molto più'
splendente di quella di una volta.
orti, conclusione — mi disse con inipa-
zie^a queiramico ^ chi non ha più la fede?
niìi tragica delVumanità
pui
Siamo giunti allora,
Bis<>gmTà sccrviiere;
Si chi^ama, se ben mi ricordo, Miim'Mach.
Mettendola, con molti riguardi, b^'n in luce
•iulla mia scrivania^ egli mi diceva, forse, per na-
Quale
dell'amore.
ffcondermi il suo gioco :
— Com'è mai possibile che un popolo così
colto abbia potuto adorare questa donnicciola?
— Ma — ho risposto io — noi l'adoriamo
sempre. Ce una sola differenza. Siccome l'oro è
scomparso, adoriamo la carta pij\ ,> monO unta
. che ne è Vesprrfifiiom. Adoriamo la. maggior parte degli ìdoli (inlichif anzi, qualcuno in piCt...
;
[
— Prego, non esageri!...
— E Lei crede che esageri?
di =:o Om!
rLmofV
"^ette in cantiere delle corazzate-
cer.ro miliardi per U
dn 81
«1 a" 1138 mdioni
^ di sterline!5»o bilancio passa
da
Ut Iraticia sfiatata cerca di andar/e dietro.-^
VT/ è in fiamme...
P^'re.
LAsia
I^ove \"no] andar a finire ]"nitirfnjtà?
—
APOSTOLATO DELLA PREamERA '
Il mio portatore (Tidolo cammina, ora, su e
jsiù nel mio studio.
Egli si ferma davanti a me e, guardandomi ne;gìi occhi:
IjO dice sul serio? Lei crede a questo trion
fo della legge d'amore?
lo non lo vedrò, qtiesto trionfo, ma la mia
jede mi assicura che verrà, e sono orgogliosissi-
MEi?iE IH i>ich:mb.ri:
«Perchè Iddio siisriti apostoli idonei alla con
versione del fHipolo ehreo».
.Anchc se fossf
vero che j*li ebrei sono i peggiori nomici della
C.hiesu. non i^it tpu'slo si (loNTebl>ero rilardare o
;jffit'volire le nostre prt-ghiero per la loro comver.
siom*. lU'sItì sempre vivo i] precetlo <li Osù: «A-
vrjio di esserne il soldato.
Ferrò in seguito a quali esperirnJse?... sopra
ni;ile i vostri neniiri, fale de^ bene a coloro che
vi odiano e pre^'ale per qiirlJi eJie vi perseguitano»
(.Matl. 5,44); precetlo eliV In C.hiesa noji
Hfuali rovine?...
t/iiali ecatombe?... E' il segreto terribile d^lVav
venire. Ma fin d*ora Viimnnità è messa in con<lizione di dover ripetere il ffesto dei primi cri
stiani e deve perciò spezzare risolutamente gli
idoli antichi e moderni.
poi deve gettarsi nelle braccia del Cristo che
>fia detto-. «Senza di me non potete far nulla >»
Nulla... E* chiaro?
<lìmen-
lica, ma vuole perfeUajnente osservare.. Dei sedici
milioni di Israclili. molti si trovano in buona
fede; non poehi. di indoU* <iocile e tli cuore ben
fallo, se inconlrassero chi volesse onioi'evolniente
islniirl'i, aprirebbero fac-ilmente gli occhi alla ve
rità, e iJ cuore all'amori- per (Je^sù Cristo, che
pure, secondo hi sua sitiUissima umanità. dcJla lo.
ro slippe. QuaJe gloria a lìio, cpianlo vantaggio
per la Chiesa dal3a -loro ctuivcrsione!
Qtiesta parola-, nulla è al disopra della pa
zienza deiramico di Mim*Mach. Egli alza le
braccia e grida:
—
Allora... il Cristo Re?
precisamente. Ha detto la parola giusta...
— E Lei non ha paura?
— Perchè? Immagini se ho paura...
Preghimo anche i'per le scuole caHoliohe net
Giappone.
Dei (Ì5 milioni di Gia,pponesd solo
100 mila sono catlolici. Se le scuole godesswo
piena liberta potrebbero essere veri centri di (ldo-
stolato.
^
IS'on so se sono riuscito a scuotere un po' il
modernismo di quel brao'uomo, tornato da Bn-
MOVIMENTO demografico
. bilonia.
DELLA PROVINCIA DI ASTI
Devo, però, constatare ch'egli mi ha lasciato...
'ti meglio, offerto la collana verde della dea del-
Mese di Settembre 193R-XV1
d'Oro.
Uho accettala. E tanto di preso al mio nemit o. E* là nella mia scrivania.
E Vho deposta ai piedi di S. Odilia, come un
trofeo, delVumile Santa dei piccoli ruscelli.
CapoL
Reato Prov.
Totale
Nati
75
256
Morti
64
232
296
• 2<
+ 35
Diff. pop.
Pierre l'Ermite
+
11
331
Mese di Ottobre
Capo).
VOLONTÀ' pi DIO
...Mettiamocelo bene
bene in questo nostro
.povero cervello; tutto quanto avviene quaggiù è
Nati
Resto Prov.
65
54
Morti
Diff. pop.
+ IT
233
237
_
Totale
298
291
4
+ 7
voluto da Dio per il maggior vantaggio dei suoi
fiaHuoli. Abbandoniamoci a Lui cOn piena fidu'Oin: e senza inutili rimpianti, dopo una sosta, che
per essere innocente nOn si deve poter attribuire
alla nostra cattiva volontà, ripigliamo pieni di
coraggio il nostro cammino, anzi, la rincorsa, per
riguadagnare il tempo che potrebbe sembrarci
SCUOLA TIPOGRAFICA SAN QITT8BPPB
LUIGI GAROSSO Dirett. Resp.
perduto, se Iddio lo misurasse col nostro imper
fetto orgoglio. Senza presunzione, ma senza co
dardia, cerchiamo di cavar profitto dalle dure
lezioni del passato, irremovibili nel nostro pro
posito. di far soltanto ciò che è coniando della
roscien^o- illuminata dalla grazia, che Sf^vrabhon-
dd sempre, purché si ricorra a Dio cOn piena fi,
dur/ff-
•\
'•-ir*' ^''