82 L`arco e la freccia

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82 L`arco e la freccia
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L’arco e la freccia
H
o ricevuto un kan di monete e un
contenitore di bambù.
È il potere dell’arco che determina il
volo della freccia, è la potenza del drago
che controlla il movimento delle nuvole,
è la forza della moglie che guida le azioni
del marito. Così è grazie al tuo sostegno
che adesso Toki è potuto venire a visitarmi
qui. Osservando il fumo si conosce il fuoco, osservando il movimento delle nuvole
si conosce il drago, osservando il marito
si conosce la moglie. Ora incontrando il
signor Toki, mi sembra di vedere te.
Toki mi ha detto che, pur nel dolore
per la morte della madre, era grato che
fosse spirata in pace, assistita premurosamente da te, e ha aggiunto con gioia che
non potrà mai dimenticarlo in nessuna
esistenza a venire.
Adesso la mia preoccupazione principale è la tua malattia. Con la convinzione
che guarirai, continua il trattamento con
la moxa per tre anni, regolarmente come
se lo avessi appena iniziato. Anche chi è
libero dalla malattia non può sfuggire alla transitorietà della vita, ma tu non sei
ancora vecchia e, poiché sei una devota
del Sutra del Loto, non andrai incontro a
una morte prematura. Sicuramente la tua
non è una malattia karmica ma, anche se
lo fosse, puoi contare sul potere del Sutra
del Loto.
Il re Ajatashatru, abbracciando il Sutra del Loto, prolungò la sua vita di quarant’anni e Ch’en Chen prolungò la sua
vita di quindici anni. Anche tu pratichi il
Sutra del Loto e la tua fede è come la luna
crescente o la marea che si alza. Sii profondamente convinta che la tua malattia
non può durare e che non è possibile che
la tua vita non venga prolungata! Prenditi
cura di te e non affliggere la tua mente.
Quando ti senti triste, pensa a Iki, a
Tsushima e alla postazione di Dazaifu1.
Oppure pensa alla gente di Kamakura
che godeva delle gioie del mondo celeste; adesso, quando i soldati partono per
Tsukushi, la separazione dalle mogli e
dai figli che rimangono è come quando si
strappa la corteccia da un albero. Con i
volti premuti l’uno contro l’altro, si disperano guardandosi negli occhi. Gli uomini
si allontanano sempre di più, attraversano la spiaggia di Yui, Inabura, Koshigoe,
Sakawa e il passo di Hakone e, mentre i
giorni passano uno dopo l’altro, marciano
sempre più lontano; così anche i fiumi, le
montagne e le nuvole li separano dalle lo-
1. Iki e Tsushima: isole al largo della costa del
Kyushu, nel Giappone meridionale, che subirono
l’urto dell’attacco mongolo nel 1274. Dazaifu:
centro amministrativo del Kyushu, Iki e Tsushima,
punto di raccolta in caso di invasione straniera e
quartier generale per le relazioni con l’estero. Du-
rante l’attacco del 1274 fu un baluardo difensivo
strategico contro i mongoli e, anche dopo il termine dell’attacco, molti guerrieri vennero inviati
a Tsukushi o nel Kyushu da ogni parte del paese
per organizzare la difesa in vista di un eventuale
secondo attacco.
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ro famiglie. Sono scortati dalle lacrime e
il dolore è loro compagno. Come devono
essere tristi!
Mentre si lamentano così, se le schiere
dei mongoli li assaliranno, potranno esser
fatti prigionieri in terra o in mare e andranno incontro a terribili sofferenze sulle
navi o in Koryŏ [Corea]. Ciò è interamente dovuto al fatto che Nichiren, il devoto
del Sutra del Loto, che è senza colpe ed è
il padre e la madre di tutti gli esseri viventi
del Giappone, è stato senza motivo alcuno
ingiuriato, picchiato e messo alla berlina
per le strade. Tale follia ha provocato il
biasimo delle dieci fanciulle demoni, generando la situazione attuale. Inoltre nel
futuro si verificheranno eventi che saranno cento, mille, diecimila, milioni di volte
più difficili da sopportare. Vedrai con i
tuoi occhi succedere cose incredibili.
Se consideriamo che sicuramente diventeremo Budda, non c’è niente di cui
lamentarsi. Anche se tu diventassi la moglie dell’imperatore, a cosa ti servirebbe?
Anche se rinascessi in cielo, che scopo
ci sarebbe? Tu seguirai la strada della figlia del re drago, sarai pari alla monaca
Mahaprajapati. Che felicità! Che felicità!
Recita Nam-myoho-renge-kyo, Nammyoho-renge-kyo.
Con profondo rispetto,
Nichiren
CENNI STORICI – Nichiren Daishonin
scrisse questa lettera alla monaca laica
Toki, nel terzo mese del secondo anno di
Kenji (1276), affidandola per la consegna
a suo marito, Toki Jonin, che si trovava in
visita a Minobu.
La madre di Toki era morta verso la
fine del secondo mese di quell’anno e, nel
terzo mese, egli aveva trasportato le sue
ceneri dalla residenza di Wakamiya, nella provincia di Shimosa, fino a Minobu,
dove si era svolta una cerimonia in sua
memoria. Da una lettera del Daishonin
dell’anno precedente sappiamo che la
donna aveva oltre novant’anni quando
morì, e sembra che amasse moltissimo
suo figlio.
Dalla presente lettera si intuisce che
la monaca laica Toki aveva fatto del suo
meglio in quelle circostanze, prodigandosi per sostenere e assistere il marito. Il
Daishonin loda la sua fede paragonando-
la alla «luna crescente o alla marea che
si alza». Si sofferma poi sui sentimenti
di Toki Jonin per la morte della madre e
sul suo senso di gratitudine nei confronti della moglie per le cure assidue da lei
prestate alla suocera.
In questo modo il Daishonin incoraggia con compassione la monaca laica Toki
che combatteva fin dall’anno precedente
una malattia dovuta, almeno in parte, alla
stanchezza accumulata nell’accudire la
suocera. Il Daishonin esprime preoccupazione per la sua salute in questa e in
un’altra lettera inviata a Toki Jonin nell’undicesimo mese del 1276, dove scrive:
«considero la malattia di tua moglie come
se fosse la mia e sto pregando gli dèi celesti giorno e notte». Non si conosce con
esattezza l’anno della morte della monaca
laica e, tuttavia, una fonte indica il 1303,
suggerendo che ella sia riuscita a guarire
e abbia vissuto ancora molti anni.
Il ventisettesimo giorno del terzo mese
Alla monaca laica Toki
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