Cassetta di Ingenhousz - Liceo Classico Dettori

Transcript

Cassetta di Ingenhousz - Liceo Classico Dettori
Codice strumento:
Numero d’ordine: 4
BACCHETTA IN OTTONE E VETRO
Tipo di scheda
Livello di ricerca
Codice regione
STS
Catalogazione
20
Ente schedatore
A.R.P.S. - O.N.L.U.S. Associazione per il Recupero del Patrimonio Scientifico
Localizzazione geografico amministrativa
Stato
Provincia
Comune
Italia
CA
Cagliari
Collocazione specifica
LICEO GINNASIO STATALE “G.M. DETTORI”
Riferimento pianta istituto: piano secondo
Condizione Giuridica
Proprietà Liceo Ginnasio Statale “G.M. Dettori”
Dati di inventariazione
Sullo strumento non è presente numero di inventario
Inventario Gabinetto di Fisica dal 20/20/1934 aggiornato al I semestre 1940:
-N° d'ordine: 162 N° inventario vecchio: 192; N° inventario nuovo: 2664; “Bastone di vetro con
impugnatura in ottone”; Quantità: 1; Valore: 6,00
Responsabilità: ignota
Categoria: elettricità e magnetismo
Campo di applicazione: elettrizzazione per strofinio,
corpi conduttori e isolanti.
Data di costruzione: ultimo quarto XIX secolo
Materia e tecnica: ottone e vetro
Dimensioni: lunghezza: 530 cm; diametro 17 mm
lunghezza: 270 cm; diametro 10 mm
Stato di conservazione: ottimo
scarso
Indicazioni specifiche: la bacchetta più piccola è
carente dell'impugnatura in ottone
Descrizione ed uso: le due bacchette sono costituite da una parte in ottone e una parte in vetro,
nella più piccola la parte in ottone è andata distrutta e il vetro è
di colore verde.
Le bacchette vengono utilizzate per dimostrare che strofinandole
ad un estremo con un panno acquistano immediatamente la
proprietà di attrarre i corpi leggeri. Per verificare che un corpo
sia elettrizzato si utilizzano dei piccoli strumenti che si chiamano
elettroscopi (cfr. scheda n°2) dei quali il più semplice è il
pendolino elettrostatico (cfr. scheda n°8). Se si accosta ad un
pendolino elettrostatico un bastone di ceralacca strofinato ad
una delle sue estremità, si osserva che la pallina di sambuco
viene attratta solo dall'estremità strofinata, la parte che non
viene strofinata non da alcun segno di attrazione o repulsione, lo
stesso avviene con un tubo di vetro, con un bastone di zolfo, di
resina ecc.. da ciò si conclude che, in questi corpi, l'elettricità
non si propaga da un punto all'altro e quindi vengono considerati
isolanti o dielettrici. In alcune sostanze, specie nei metalli, lo
strofinamento sembra non produca effetti di elettrizzazione; se
tenendo con una mano una verga di metallo, la si strofina con
un panno non si scorge alcuna traccia di elettrizzazione quando
viene accostato ad un pendolino elettrico, se invece la stessa
bacchetta viene tenuta tramite un'altra bacchetta di vetro a cui è
attaccata allora si elettrizza; ma strofinata ad un estremo, si
trova elettrizzata in tutti i suoi punti. Cioè l'elettricità sviluppata in
un punto si è propagata istantaneamente per tutta la bacchetta.
I corpi che presentano queste caratteristiche vengono chiamati
conduttori. La Terra è un conduttore; quindi qualsiasi corpo
elettrizzato, messo in comunicazione con la terra, cede ad essa l'elettricità, cioè si scarica. Ciò si
spiega perchè la bacchetta di metallo non si elettrizza se tenuta direttamente con la mano;
strofinandola si produce elettricità, ma essa man mano che si sviluppa si propaga per il nostro
corpo verso la terra e vi si disperde.
Iscrizioni: nella bacchetta più piccola è presente un'etichetta che riporta la seguente iscrizione
“Per elettrizzarla + bisogna strofinarlo con un tubo di caucciù”
Stemmi, emblemi, marchi: assenti
Fonti e documenti di riferimento
Riferimenti fotografici
Percorso immagine
Numero d’ordine
Immagini digitali
Annotazioni:
La proprietà dell'ambra strofinata di attirare oggetti leggeri era probabilmente già nota al filosofo
greco Talete di Mileto, intorno al 600 a.C. Negli scritti di Teofrasto, che risalgono a tre secoli dopo,
vengono citati altri materiali che godono della stessa proprietà. Il primo studio scientifico dei
fenomeni elettrici e magnetici, tuttavia, apparve solo nel 1600 d.C., quando furono pubblicate le
ricerche del fisico britannico William Gilbert (1544-1603) che riscontrò la medesima proprietà nel
vetro, nella ceralacca, ecc. . Fissata la distinzione elettricità e magnetismo, questi chiamò elettrica
(dal greco, elektron, "ambra") la forza che si esercita tra cariche.
Bibliografia:
Biblioteca Liceo G.M.Dettori
- Felice Marco, "Elementi di Fisica" vol.II, "Magnetismo ed elettricità" Ditta G.B. Paravia e Comp.
1883, pagg. 35-39
- Müller-Pouillet's "Lehrbuch der Physik", Druck und Verlag von Friedrich Vieweg und sohn,
Braunschweig 1888, pag. 131
Biblioteca privata:
- Federico R., “Fisica per gli Istituti Tecnici Industriali”, vol. II, parte V, Lattes 1947, pagg. 1-3
- Federico R., "Corso elementare di Fisica per le scuole medie superiori", vol. III, S.Lattes & C.
Editori Torino, 1930, pagg. 104- 106
- Milani Gustavo “Corso Elementare di Fisica e Meteorologia” Vol. V “Il magnetismo e l'elettricità
statica”. Milano Editori della Biblioteca 1868. Pag. 10
- Francesco Reuleaux “Le grandi scoperte”. Torino Unione Tipografico-Editrice 1886. Pagg.465467
- Daguin P.A. “Traitè Elèmentaire de Physique” Quatrième Edition. Tome Troisième. ToulouseImprimerie Paul Privat. 1878. Pagg. 97-98.
- Ganot “Trattato Elementare di Fisica”. Pagg.503-505
Compilatore della scheda
Ruolo
Lingua
Data di compilazione
Pibiri Michela
Estensore
Italiano
2005