Scarpe,riparteildistretto

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Scarpe,riparteildistretto
Il Sole-24 Ore Martedì 10 Luglio 2007
11
Marche
Scarpe,riparteildistretto
Nautica. Ricavi sempre più alti
PAIOTTI
Settore calzaturiero. L’area sta uscendo dal periodo di crisi dovuto allo «shock da globalizzazione»
Alla barca
manca la strada
per il mare
La filiera opera a 360 gradi, dal design alla costruzione delle tomaie
PROMOZIONE ALL’ESTERO
Il numero medio di addetti
è nove. Anche per questo
le imprese faticano
a essere competitive
sui mercati stranieri
va è nell’area delle calzature in
pelle: il 42% delle imprese produce calzature in cuoio e comunque non in gomma, il 54%
produce parti e accessori per
calzature non in gomma e il restante4%calzatureepartidi esse in gomma. Come per la maggior parte del comparto tessilemoda, la dimensione delle
aziende è piccola, con una media di nove addetti per impresa.
NelFermano enelMaceratese hanno sede sociale e produttiva colossi come il gruppo
Tod’sdiDiegodellaValle(siveda l’intervista a pagina 7),a Fornari, conosciuta per Fornarina,
a Imac, "casa" di Primigi, e Zeis
(Merrel, Cult, Bikkembergs).
In passato il distretto fermano è stato giustamente paragonato a un cervello di grandissimedimensioni, icuineuronisarebberoappuntoletantepiccole aziende. Il polo calzaturiero
si compone di una molteplicità
di cellule sincronizzate — proprio come i neuroni del cervello—che sidedicanoallaproduzione di articoli diversi con i
quali si giunge alla realizzazione di calzature finite. Questa è
un’altra caratteristica vincente
deidistrettiitaliani, checontengono l’intera filiera.
Per quanto riguarda il calzaturiero, si va dalle operazioni a
basso livello di investimento —
come l’orlatura delle tomaie —
a quelle di valore strumentale
come la produzione di macchine e attrezzature. Per arrivare a
quelle ad alto contenuto tecnologico, come la fabbricazione
di tacchi, fondi o suole, e quelle
di rilievo funzionale e stilistico
come la creazione di accessori.
Nella maggior parte dei casi
è l’ordinativo che mette in moto la linea di produzione: ogni
impresa consegna a quella successiva i prodotti richiesti non
quelliprevisti. L’interocomparto è orientato verso produzioni
qualitativee innovative.Lapropensioneall’export èmolto forte e il valore delle esportazioni
di calzature è di circa un miliardo di euro l’anno, pari alla metà
del totale della regione.
I principali mercati di sbocco sono: Russia, Germania, Romania, Francia e Stati Uniti, seguitidaBelgio,Paesi BassieREgno Unito. Il distretto del fermano sta uscendo da un momento difficile. I principali fattori di debolezza sono due : il
primo è una limitata capacità
delle aziende medio-piccole
nel promuovere e valorizzare i
propri prodotti, aspetto fondamentaleinunmercatoglobalizzato. Il secondo è nel mantenere rapporti efficienti tra le imprese locali, pur in presenza di
delocalizzazione produttiva
verso aree dell’est europeo.
www.distretti.org
Marco Giovenco
OLYCOM
Quellodeidistrettièunmodelloeconomicochemolti Paesi ci invidiano e che persino in
Cina stanno tentando di imitare, ovviamente su scala diversa. Tra i distretti italiani (circa
150,distribuiti su tutto ilterritorionazionale) unodeipiùfamosièquelloocalzaturierodelFermano, che comprende 36 Comuni ed è situato nella parte
Nord della provincia di Ascoli
Piceno, con un’estensione di
circa 684 kmq e una popolazione di 169.696 residenti (ultimi
dati del Club dei distretti).
Laspecializzazioneprodutti-
Borse e stivali. Qui sopra un modello per il prossimo
autunno-inverno di Hogan (gruppo Tod’s), la «Guitar
Bag». A fianco, il particolare di uno stivale Casadei,
azienda che nel 2008 compirà 50 anni e che negli
anni si è specializzata in calzature da donna di
altissima gamma
PACIOTTI
Giulia Crivelli
Ai piedi delle dive. Cesare
Paciotti (a fianco, un
modello da sera) è un
marchio che piace molto
anche alle star americane,
come Beyoncé Knowles
(foto a destra)
I NUMERI DEL DISTRETTO
1,80
234,32
1,07
557,57
Export in miliardi di euro
L’exportdelsettorecalzaturiero
marchigianonel2006èin
crescitadel9,6%rispettoal
2005.SoltantoilVenetofa
megliodelleMarche
Mercato russo in milioni di euro
Nel2006laRussiaèstatail
primomercatodisboccoperle
calzaturemarchigiane,conuna
crescitadel29,5%rispettoai
180,97milionidieurodel2005
Ascoli Piceno in miliardi di euro
Traleprovincemarchigiane,
AscoliPicenoèdigranlunga
quellacheesportadipiù.Nel
2006lacrescitaèstata7,8%
rispettoai993milionidel2005
Import in milioni di euro
Nel2006nelleMarchesono
cresciuteancheleimportazioni
dicalzature(+15,5%rispettoai
221,77milionidel2005).Primo
PaeseèrisultatolaRomania
di yacht e mega-yacht da 30
«I numeri della cantieri- fino a 50-60 metri.
E se il polo di Ancona gostica nelle Marche sono sostanza e non più miraggio. E de di cantieri direttamente
questo grazie al fatto che an- affacciati sullo scalo portuache le istituzioni hanno co- le, non altrettanto si verifiminciato a credere nelle po- ca a Fano, polo principale
tenzialità del comparto». Pa- del Pesarese per la nautica
rola di Lamberto Tacoli, pre- da diporto, dove importanti
sidente del cantiere Crn- realtà come Pershing e ItaGruppo Ferretti, vicepresi- ma del Gruppo Ferretti,
dente Assindustria Ancona Wally Europe, Azimut-Bee presidente del «distretto netti e altri hanno sede neldel mare» in seno a Confin- l’immediato entroterra e
dustria Marche. Che il mer- soffrono sempre di più la cacato sia vivace e frizzante lo
conferma un portafoglio ordini saturo fino al 2011 per CRITICITÀ
quanto riguarda imbarcazio- La Wally Europe ha deciso
ni ematerie prime, in partico- di trasferire la costruzione
lare acciaio e resine per gli
scafi. Di pari passo anche fat- degli scafi da 45 e 50 metri
turati, export e addetti: dati da Fano ad Ancona per
Ucina, Confindustria e Con- il problema infrastrutturale
sorzio Navale Marchigiano
mostrano che dal 2001 a oggi
le aziende sono cresciute di OCCUPAZIONE
circa il 37% (da 248 a poco Nel Pesarese sono circa
piùdi 340), mentre nello stes- 2mila i lavoratori che
so periodo dipendenti diretti (3.300) e dell’indotto (7mi- operano nella costruzione
la) hanno fatto un balzo in di imbarcazioni e altri 3mila
avanti del 75 per cento.
sono impiegati nell’indotto
Vola anche il fatturato
complessivo, cresciuto del
68% dal 2001 a oggi fino ad at- renza di infrastrutture per il
testarsi sugli attuali 840 mi- trasporto a mare degli scafi.
lioni di euro all’anno, soste- Non è un caso, infatti, che renuto da un export pari al- centemente la Wally Eurol’80%, in particolare verso pe (120 dipendenti con un
Medio Oriente, Stati Uniti, fatturato di quasi 50 milioni
Europa e Russia (che è di euro) abbia deciso per
l’exploit di questi ultimi due l’anno prossimo di trasferire ad Ancona la produzione
anni con il 6-7% del totale).
Oggi la nautica marchigia- di scafi da 45 e 50 metri e,
na rappresenta circa l’8% con essa, le commesse artidel comparto a livello nazio- giane. Mossa che preoccunale, con una produzione pa le associazioni di categoche, nell’ultimo lustro, ha vi- ria e le parti sociali della prosto un graduale e rapido au- vincia pesarese dove, attualmento delle stazze: il trend mente, operano circa 2mila
fino al 2010 mostra un incre- addetti diretti e altri tremila
mento ordini di circa il 20% nell’indotto.
INFORMAZIONE PUBBLICITARIA
Dalle Marche al Magreb
l’Hi-Tec sbarca nel Mediterraneo
il nostro presente è già futuro
“La vera Cina sta ad un'ora d'aereo dalla
Vecchia Europa, ha una cultura elettronica evoluta, parla francese e, ultimamente,
anche un po' italiano: è la Tunisia. E noi,
questo, l'abbiamo scoperto da tempo”.
A parlare è Enrico Baldoni di Cibes Elettronica, azienda marchigiana che da
tempo si occupa di assemblaggio professionale e collaudo conto terzi di componenti, schede ed apparati elettronici: in
una parola, di circuiti stampati per i mille
usi dell'elettronica.
Ed è ancora Baldoni a svelarci i pregi di
questa delocalizzazione dalle dolci e profumate brezze mediterranee: la globalizzazione dell'automotive – rivela Baldoni –
ci ha spinti in questa porzione del Nord
Africa più vicina all'Italia, proprio in un
distretto elettronico ben strutturato e
fortemente competitivo dal punto di vista
logistico e dei costi”.
Successivamente a questa scelta iniziale
(in pratica, un door to door con un grande
gruppo automobilistico francese), con il
tempo Cibes è stata in grado di incrementare ulteriormente clientela, volume d'affari, produzione e – non è un refuso di
stampa – personale.
“Anche in Italia”, aggiunge orgoglioso
Baldoni, “ e precisamente a Castelfidardo, dove batte forte il cuore di
Cibes assieme a quelli di ben 130
addetti specializzati che lavorano su
macchine ad altissima tecnologia, servendo soprattutto i settori della telefonia, dell'industria del bianco e, ovviamente, dell'automotive”.
La crisi del settore c'è, ma si tiene ben
lontana da Cibes come dimostrano le
performance dell'asse CastelfidardoTunisia: +20% nel 2006 per lo stabilimento marchigiano e addirittura +40%
in quello Nordafricano, dove Baldoni è
stato abile ad intercettare clienti delusi
dalle delocalizzazioni asiatiche e dei
Paesi dell'Est Europa.
Ma non basta: “per Cibes si aprono spazi
interessanti per una espansione in
Europa: Germania e Spagna infatti, sono
già nel nostro mirino”. Entro l’anno 2007
Cibes costruirà il 2° impianto produttivo
in Tunisia.
Azienda sempre più globale, che ha scommesso su di una delocalizzazione dietro
l'angolo capace di arricchire anche il
distretto di provenienza, “perchè – conclude Baldoni – un imprenditore è realmente capace solo se ha forza e coraggio
di aumentare capacità produttiva in
Italia e nel mondo, dove è partito e dove è
arrivato in quel particolare momento”.
CIBES Elettronica: S.S. Adriatica Km. 314,350 - 60022 Castelfidardo (AN) - ITALY
Tel.: +39-071 7819321 - Fax: +39-071 7819066 - www.cibes.it
Alternative?
Coming Soon ... in September
Località Vallepiana, 155 - Matelica (MC) - 0039 0737 787965 - [email protected] - Alternativewayart.com